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Forte di Fenestrelle: la spettacolare Grande Muraglia d’Italia, tra storia e leggenda

Il Forte di Fenestrelle è la più imponente fortificazione alpina d’Europa, seconda nel mondo solo alla Muraglia Cinese: per questo viene chiamata anche la “Grande Muraglia piemontese” o la “Grande Muraglia Italiana“.

La fortezza si trova vicino a Torino, nella Val Chisone, la valle piemontese che corre tra Sestriere e Pinerolo, terra contesa tra francesi e Savoia nei secoli passati. Ed è proprio per motivi bellici che, lungo il fianco di questa valle angusta, i francesi di Re Sole cominciarono a costruire le prime fortezze che in seguito furono inglobate nell’imponente realizzazione della Grande Muraglia Piemontese.

In realtà, questa fortezza edificata a scopo difensivo non dovette mai sopportare violenti assedi nel corso della sua storia. Piuttosto, fin dalla sua costruzione, svolse un ruolo principalmente detentivo e servì a prigione di stato, prigione comune e prigione militare.

Forte di Fenestrelle: storia e costruzione

La fortezza venne commissionata da Vittorio Amedeo II nel 1727, a scopo essenzialmente difensivo: infatti si sviluppa lungo quello che un tempo era il confine tra Italia e Francia. La costruzione del Forte di Fenestrelle durò 122 anni, dal 1728 al 1850, ma il risultato fu imponente e unico nella storia dell’architettura difensiva.

Per chi si chiede dove si trova esattamente la grande muraglia del Piemonte, la riposta è semplice: la Fortezza è alle porte del paese di Fenestrelle, piccolo comune lungo la strada che da Torino, passando per Pinerolo, conduce a Sestriere. Qui, abbarbicata sulla montagna, si allunga l’antico e straordinario baluardo di difesa che oggi si vanta di essere la più grande struttura fortificata d’Europa. Anche se viene chiamato Forte di Fenestrelle, quello che attende i visitatori è ben di più un maniero. Il complesso fortificato che si sviluppa per oltre 3 chilometri su un dislivello di circa 635 metri andrebbe infatti chiamato Fortezza di Fenestrelle perché è composto da:

  • 3 forti ovvero il Forte San Carlo, il Tre Denti e il Delle Valli;
  • 7 ridotte;
  • Un tunnel dalle mura spesse due metri, dove corre la scala coperta più lunga d’Europa. Con i suoi 4mila gradini, la scala è stata realizzata per permettere di raggiungere tutti i punti della Fortezza delle Finestrelle senza mai bisogno di uscire;
  • Una scalinata di 500 gradini a cielo aperto, la cosiddetta Scala Reale perché era quella usata dal Re quando si recava in visita alla Grande Muraglia Piemontese.

Visite guidate alla Grande Muraglia Piemontese

Da quando venne realizzata fino alla fine del Seconda Guerra Mondiale, la Fortezza di Fenestrelle fu utilizzata come presidio militare con scopo di difesa dei confini, come Prigione di Stato e come Prigione Militare. Poi venne abbandonata a se stessa per i successivi cinquant’anni. Negli anni Novanta, grazie all’iniziativa e all’impegno di numerosi volontari, la Fortezza di Fenestrelle ha visto una seconda nascita. Con il recupero della struttura, oggi è possibile accedere alla fortezza, partecipare alle interessanti visite guidate e ammirare le numerose rappresentazioni teatrali e culturali che avvengono all’interno.

Si può visitare la Fortezza di Fenestrelle tutto l’anno, basta prenotare per assicurarsi il proprio posto durante le visite guidate che accompagnano i turisti alla scoperta di forti e di ridotte, tra passaggi segreti e antiche celle di detenzione, le stanze del Governatore e il palazzo degli Ufficiali.

Gli itinerari che si possono seguire sono tanti, e quindi anche la durata della vista del Forte di Fenestrelle è variabile. Il consiglio è quello di non trascurare niente e di approfittare della visita che dal mattino alla sera: vi permetterà di immergervi nel cuore segreto della Fortezza e di salire fino in cima alla Grande Muraglia Piemontese, a quota 1.800 metri.

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Fioriture in Italia: un viaggio tra colori e profumi, da Nord a Sud

L’Italia offre una straordinaria varietà di fioriture che, in diversi momenti dell’anno, trasformano il paesaggio in un dipinto a cielo aperto. Ogni regione regala spettacoli naturali unici, dai campi di tulipani del Piemonte alle distese di lavanda in Toscana, che appassionano non solo i green addicted.

Ecco una mappatura delle più belle fioriture in Italia, che non avvengono tutte nello stesso periodo: i mandorli sono tra i primi a sbocciare, già a febbraio, seguiti dai ciliegi e dai glicini in primavera. In estate, invece, dominano i colori della lavanda e dello zafferano, mentre la spettacolare fioritura delle lenticchie tinge i campi di Castelluccio tra giugno e luglio. Un calendario che purtroppa sta cambiando di anno in anno a causa dei cambiamenti climatici.  Vediamo dove e quando andare per un viaggio immersivo di colori e profumi.

La fioritura dei mandorli

La fioritura dei mandorli è uno spettacolo naturale. Ogni anno, tra febbraio e marzo, i mandorli si ricoprono di fiori bianchi e rosa, creando panorami mozzafiato, soprattutto nelle regioni meridionali e insulari d’Italia. Questo evento segna l’arrivo della primavera e attira numerosi visitatori, curiosi di vivere l’emozione di passeggiare tra i fiori profumati.

In Sicilia

La Sagra del Mandorlo in Fiore, che si svolge annualmente a Noto (provincia di Siracusa), è l’evento più noto dedicato alla fioritura dei mandorli. La sagra, che solitamente si tiene durante il mese di febbraio o marzo, celebra la tradizione siciliana con spettacoli folkloristici, musica, e processioni. Durante la sagra, è possibile partecipare a visite guidate, mercati di prodotti tipici, e assistere a danze e canti tradizionali. L’ingresso ad alcuni eventi può essere a pagamento.

A Castelvetrano, sempre in Sicilia, si tiene ogni anno la Fiera del Mandorlo, un evento che celebra la fioritura di questa pianta con mostre, degustazioni, e visite guidate ai campi di mandorli. L’evento si svolge solitamente a marzo. Durante la fiera, i visitatori possono acquistare prodotti tipici a base di mandorla e partecipare a eventi culturali legati alla tradizione agricola della zona.

Nel Belice, cuore della produzione di mandorle, non esiste un evento ufficiale, ma la bellezza dei mandorli in fiore è un’attrazione che attira ogni anno numerosi turisti. I campi di mandorli si estendono per chilometri e sono visibili da diverse strade panoramiche. La zona, soprattutto attorno ai comuni di Partanna e Salemi, è ideale per chi vuole immergersi nella natura, fare escursioni, e scoprire i paesaggi della campagna siciliana.

Mandorlo in fiore ad Agrigento

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Mandorlo in fiore ad Agrigento

Valle d’Itria, Puglia

A Locorotondo, uno dei borghi più belli della Puglia, la fioritura dei mandorli è un momento che viene celebrato con piccole feste locali. Durante il mese di marzo, i visitatori possono fare passeggiate tra i mandorli in fiore, visitare le masserie e scoprire i piatti tipici a base di mandorle. Tutta la zona del Valle d’Itria è famosa per la fioritura dei mandorli, che crea scenari suggestivi tra gli uliveti e le colline.

Castellammare di Stabia, Campania

La Festa del Mandorlo a Castellammare di Stabia è un evento che si tiene durante i primi giorni di marzo. Qui, i mandorli in fiore vengono celebrati con una serie di eventi musicali, culturali e gastronomici. La vista dei mandorli fioriti in questa zona, con il mare e il Vesuvio sullo sfondo, è particolarmente suggestiva. Durante la festa, i visitatori possono partecipare a passeggiate tra i mandorli e gustare i prodotti locali.

Fioritura dei Tulipani

I tulipani, originari della Turchia, sono tra i fiori più amati per la loro vasta gamma di colori e la forma elegante. Fioriscono tra marzo e aprile, e trasformano balconi, giardini e parchi in distese di rosso, giallo, rosa e viola. Questi fiori, simbolo di eleganza e rinascita, hanno trovato in Italia il clima ideale per sbocciare rigogliosi, nonostante la loro vita relativamente breve. Una curiosità:  il tulipano è il simbolo delle relazioni perfette ed equilibrate, e per questo considerato simbolo di vero amore. Secondo un’antica leggenda, infatti, il tulipano nasce dalle gocce di sangue di un uomo che si tolse la vita per amore di una donna.

Parco Giardino Sigurtà, Veneto

A Valeggio sul Mincio, il Parco Giardino Sigurtà ospita ogni anno “Tulipanomania”, la fioritura di tulipani più grande d’Italia e seconda in Europa dopo quella di Keukenhof nei Paesi Bassi. Da marzo ad aprile, oltre un milione di tulipani colorano i 60 ettari del parco, creando scenari suggestivi tra aiuole galleggianti e viali fioriti. Il parco è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19 e si consiglia di prenotare i biglietti in anticipo, specialmente nei fine settimana.

Villa Pisani Bolognesi Scalabrin, Veneto

La storica Villa Pisani Bolognesi Scalabrin a Vescovana, in provincia di Padova, ospita ogni primavera “Giardinity Primavera”, un evento dedicato alla fioritura dei tulipani. Tra marzo e aprile, oltre 200.000 tulipani di diverse varietà trasformano il giardino in una vera e propria opera d’arte. L’accesso è a pagamento e i biglietti possono essere acquistati online o in loco.

Castello di Pralormo, Piemonte

In Piemonte, il Castello di Pralormo accoglie ogni primavera “Messer Tulipano”, una manifestazione che celebra la fioritura di oltre 100.000 tulipani. Il parco storico del castello si colora di mille sfumature e offre ai visitatori percorsi botanici e visite guidate. L’evento si svolge generalmente tra aprile e maggio, con biglietti acquistabili online.

Tulipani

Fonte: 123rf

Messer Tulipano, Castello di Pralormo, Torino

Fioritura dei Glicini

Il glicine è una pianta rampicante dal profumo intenso e dai fiori a grappolo, che variano dal lilla al bianco. La fioritura si può ammirare tra aprile e maggio, ed è molto spesso utlizzata per decorare pergolati, giardini e coprire mura di antichi borghi o divisori con la sua cascata di petali profumatissimi. Nel meraviglioso linguaggio dei fiori il glicine è considerato un talismano contro le avversità, da regalare alle persone amiche. Già, pare che questo fiore simboleggi l’amicizia, dall’usanza degli antichi imperatori giapponesi di portare in regalo un bonsai di glicine nelle terre in cui giungevano.

Giardino di Ninfa, Lazio

Considerato uno dei giardini più romantici al mondo, il Giardino di Ninfa, situato a Cisterna di Latina, offre una spettacolare fioritura di glicini tra aprile e maggio. I lunghi grappoli di fiori viola ricoprono pergolati e antiche rovine, creando uno scenario incantato. Il giardino è aperto solo in date specifiche, quindi è necessario prenotare in anticipo.

I glicini nei Grandi Giardini Italiani

Sono ancora tanti i luoghi per ammirare i glicini, da Nord a Sud. In Liguria, La Cervara a Portofino ospita un esemplare plurisecolare; mentre i Giardini di Villa della Pergola ad Alassio vantano 40 varietà certificate. Sul Lago di Como, Villa Carlotta ospita una spettacolare cascata viola che avvolge un antico pino nero; e a Varenna, tra Villa Monastero e Villa Cipressi, il glicine crea scenari da sogno durante la fioritura. Sul Lago Maggiore, l’Isola Madre ospita 25 varietà provenienti da tutto il mondo; in Trentino, il glicine giapponese forma un suggestivo pergolato nei Giardini di Castel Trauttmansdorff; mentre in Toscana, nei giardini di Villa Bardini il visitatore si immerge in un vero e proprio tunnel colorato, lungo 70 mt e largo 4,5 mt. A Venezia, nei Giardini Reali, si passeggia sotto un pergolato ottocentesco; e in Sicilia, a Casa Cuseni di Taormina, il glicine incornicia un luogo carico di storia e arte.

Giardino di Ninfa

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Giardino di Ninfa, tra glicine, gelsomino e bambù

Fioritura della Lavanda

La fioritura della lavanda è una delle più profumate e iconiche d’Italia. Le sue sfumature di viola tingono i campi tra giugno e luglio, che poco hanno da invidiare a quelli della Provenza. Oltre alla bellezza del fiore, la lavanda è molto apprezzata per le sue proprietà rilassanti, motivo per cui la pianta è utilizzata in cosmetica e profumeria. Se regalata, la lavanda è simbolo di purezza e devozione, virtù e serenità, capace di attirare energie positive verso se stessi e gli altri.

Sale San Giovanni, Piemonte

Questo piccolo borgo in provincia di Cuneo è noto per i suoi campi di lavanda, che fioriscono tra fine giugno e inizio luglio. Ogni anno si tiene la “Fiera della Lavanda”, con visite guidate, prodotti artigianali e workshop sul mondo della lavanda. L’accesso ai campi è gratuito, ma alcune attività potrebbero richiedere la prenotazione.

Il Lavandeto di Assisi

Il Lavandeto di Assisi è un’oasi di profumi e colori ai piedi della città, con tre ettari di campi fioriti, giardini e laghetti ornamentali. Qui si possono ammirare oltre 50 varietà di lavanda, dal viola al rosa, immerse in un paesaggio unico. Fondato nel 2005 da Lorena e Gino, il vivaio è diventato un punto di riferimento per gli amanti della natura e delle piante aromatiche. La fioritura, da giugno a metà luglio, regala uno spettacolo indimenticabile. Da non perdere la Festa della Lavanda, quattro weekend tra giugno e luglio.

Festa della Lavanda in provincia di Assisi

Fioritura delle Lenticchie

Ogni anno, tra giugno e luglio, l’altopiano di Castelluccio di Norcia si trasforma in un mosaico di colori per la fioritura delle lenticchie. Questo fenomeno naturale, che prende il nome dalle celebri lenticchie di Castelluccio, attira appassionati di botanica, fotografi e turisti, desiderosi di ammirare e immortalare la bellezza del paesaggio. Distese di papaveri, fiordalisi e margherite si mescolano al verde delle piantine di lenticchia, creando un panorama unico nel suo genere.

L’accesso ai campi è libero, ma è fondamentale rispettare le coltivazioni e osservare la fioritura dai sentieri circostanti senza calpestare le piante. Ogni anno, migliaia di persone affollano il piccolo borgo di Castelluccio per partecipare a questo spettacolo straordinario, rendendo il periodo della fioritura uno dei momenti più attesi della stagione.

castelluccio di norcia

Fonte: 123rf

Le Piane di Castelluccio di Norcia

Fioritura dello Zafferano

Lo zafferano è una delle spezie più pregiate al mondo, coltivata anche in piccole aree del nostro paese. Sboccia tra ottobre e novembre, trasformando i campi in un tripudio di colori purpurei. Lo zafferano non è solo un ingrediente fondamentale nella cucina italiana, ma è anche una pianta che regala uno spettacolo visivo unico. I suoi fiori, di un delicato viola intenso, sono simbolo di tradizione e passione agricola in molte regioni italiane, soprattutto in Abruzzo, Sardegna e Umbria, destinazioni apprezzatissime durante la fioritura.

Lo zafferano a L’Aquila e nelle Terre dell’Aquila

La zona intorno a L’Aquila, in Abruzzo, è uno dei luoghi più celebri per la coltivazione dello zafferano, e ogni anno, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, i campi si tingono di viola. L’altopiano di Navelli è famoso per la produzione dello zafferano, e in autunno molte aziende agricole organizzano visite guidate e degustazioni per far conoscere il processo di produzione di questa preziosa spezia, o vedere la raccolta manuale dei fiori, un processo che avviene all’alba, quando i fiori sono ancora chiusi.

La Fioritura dello Zafferano in Sardegna

La Sardegna è indubbiamente in Italia la regione maggior produttrice di zafferano il cui nucleo storico e produttivo è concentrato nei comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca nel Medio Campidano con altre piccole isole produttive al nord della Sardegna. Una valorizzazione di questa realtà produttiva è giunta con il recente riconoscimento comunitario della DOP (Denominazione di Origine Protetta) a tutto il prodotto dell’isola.

Lo Zafferano in Umbria

Anche in Umbria, nella zona di Città della Pieve, si coltiva lo zafferano, e durante la fioritura autunnale, i campi di questa spezia si tinto di un viola intenso. La fioritura è un evento che attira visitatori da tutto il mondo, che possono assistere alla raccolta dei fiori e scoprire i segreti di un prodotto che ha una lunga storia nella regione.

le località della fioritura di zafferano

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Le destinazioni dello zafferano: le fioriture
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Piemonte, terra di bellezza: viaggio tra i luoghi più suggestivi

Se Torino è una città ricca di bellezze, dove storia e cultura si intrecciano in un luogo dalle mille meraviglie, tutto il Piemonte è uno scrigno di piccole perle altrettanto affascinanti e suggestive. Panorami incantevoli, come quelli delle Langhe o del lago Maggiore, racchiudono borghi deliziosi dove il tempo sembra davvero essersi fermato. E tra le montagne, con una splendida vista sulle Alpi, ecco stagliarsi fortificazioni dall’aspetto misterioso.

Quali sono i posti imperdibili del Piemonte? Partiamo insieme alla scoperta di indiscusse meraviglie.

Il Ricetto di Candelo, gioiello medievale

Nel comune di Candelo, in provincia di Biella, sorge il grazioso Ricetto di Candelo, una delle testimonianze storiche più affascinanti della regione. Il borgo, con le mura in ciottoli disposte a lisca di pesce, promette infatti un’emozionante viaggio nel passato.

Nato tra il XIII e il XIV secolo per volere della popolazione locale, il Ricetto di Candelo aveva in origine la funzione di deposito per i prodotti agricoli. Tuttavia, nei momenti di pericolo e durante i conflitti, diveniva un rifugio sicuro per gli abitanti, protetto dalle robuste mura fortificate. Oggi, riconosciuto tra i Borghi Più Belli d’Italia e noto come la “Pompei medievale del biellese”, continua a raccontare la sua storia tra le stradine lastricate e all’ombra delle antiche costruzioni.

Oltrepassata la porta torrione, sovrastata da un grande arco, ci si ritrova nella piazzetta del ricetto, laddove si erge il Palazzo del Principe, realizzato da Sebastiano Ferrero nel 1496, che rappresenta l’evoluzione di un insieme di cantine preesistenti trasformate in una sorta di torre. Le strade del borgo, chiamate con il francesismo “rue”, si distinguono per la particolare pavimentazione in ciottoli inclinati, studiata per favorire il deflusso delle acque.

Ogni edificio del Ricetto sa sorprendere: al piano terra, un tempo adibito a stalla o cantina, si accede direttamente dalla strada, mentre il piano superiore, il solarium, era destinato all’essiccazione delle granaglie e si raggiungeva tramite una balconata in legno. Passeggiando tra queste antiche strutture, si può visitare anche l’Ecomuseo della Vitivinicoltura, per conoscere da vicino la tradizione contadina e la cultura enologica del territorio.

Poco distante, merita una sosta la Chiesa di Santa Maria, dalla facciata romanica, che custodisce al suo interno affreschi di grande valore artistico e pregiati capitelli, testimoni della maestria artigianale dell’epoca.

La Morra, belvedere delle Langhe

Nel cuore delle Langhe, a pochi chilometri da Alba, vale la pena visitare l’incantevole borgo de La Morra, fiore all’occhiello della zona di produzione del celebre Barolo, che si distingue per la posizione privilegiata sulla sommità di una collina, da cui si gode di un panorama senza eguali sulle vigne a perdita d’occhio.

Il centro storico si sviluppa attorno alla piazza principale, su cui si affacciano edifici di grande interesse architettonico. La Chiesa barocca di San Martino e la Confraternita di San Rocco raccontano la storia di un paese profondamente legato alla sua identità culturale. Poco distante, un piccolo giardino triangolare cresce sull’antico cimitero, mentre il Municipio e l’ex casa del corpo di guardia completano il quadro a dir poco idilliaco.

Una delle tappe imperdibili è poi la Cantina Comunale, dove è possibile degustare e acquistare i vini della zona. Salendo verso Piazza Castello, lo sguardo viene rapito da uno dei belvedere più spettacolari delle Langhe, tra colline ricoperte di vigneti e scorci da cartolina.

Infine, nella frazione dell’Annunziata, si trova l’ex abbazia benedettina di San Martino di Mercenasco, attuale sede del Museo Ratti dei Vini. Da qui partono i celebri sentieri del vino e la “Mangialonga”, un evento enogastronomico che consente di gustare i sapori del territorio con uno splendido percorso tra le vigne.

La Sacra di San Michele, panorama incredibile

Sacra di San Michele, Torino

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Vista panoramica della Sacra di San Michele

Maestosa, imponente, avvolta da un’aura mistica: la Sacra di San Michele domina la Val di Susa dall’alto del Monte Pirchiriano, a 962 metri di altitudine. L’antico complesso monastico, simbolo del Piemonte, ha ispirato Umberto Eco nella stesura del noto romanzo “Il nome della rosa”.

Costruita tra il 983 e il 987, l’abbazia si erge in una posizione strategica che regala una vista difficile da descrivere a parole sulla valle e su Torino. La meravigliosa architettura, con elementi romanici e gotici, è testimone di secoli di storia e spiritualità. Oltre alla chiesa principale, risalente al XII secolo, la Sacra ospita le tombe di alcuni membri della famiglia reale di Casa Savoia.

Dedicata all’Arcangelo Michele, difensore del popolo cristiano, la Sacra rappresenta una delle tappe principali di un lungo percorso di pellegrinaggio che collega Mont-Saint-Michel, in Francia, a Monte Sant’Angelo, in Puglia. La sua sagoma svettante, incorniciata dai boschi della Val di Susa, è un baluardo che attira ogni anno migliaia di visitatori.

Il fascino della Sacra di San Michele si percepisce fin dal primo sguardo, ma è avvicinandosi che la sua energia diventa tangibile. I sentieri che si snodano tra i boschi, calpestati dai pellegrini per secoli, conducono a un luogo di rara bellezza, dove arte, storia e fede si fondono in un’esperienza che non si può dimenticare.

Gli Orridi di Uriezzo, al cospetto del canyon

La Valle Antigorio, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, cela uno spettacolo naturale di straordinaria bellezza: sono gli Orridi di Uriezzo, un canyon modellato nei millenni dalla forza dell’acqua. Gole spettacolari, scavate dallo scioglimento dell’antico Ghiacciaio del Toce, regalano ai visitatori un viaggio tra rocce levigate e giochi di luce che lasciano senza fiato.

Al termine dell’ultima glaciazione, circa dodicimila anni fa, il ghiacciaio iniziò a ritirarsi, dando origine a torrenti impetuosi che scavarono profondi cunicoli e meravigliose cavità. Oggi, gli Orridi di Uriezzo si suddividono in diverse zone, ognuna con caratteristiche uniche. L’Orrido Sud, noto come Tomba d’Uriezzo, è il più impressionante, con una lunghezza di circa 200 metri e pareti che si innalzano fino a 30 metri. L’Orrido Nord-Est, più piccolo ma altrettanto suggestivo, si estende per 100 metri, mentre l’Orrido Ovest si sviluppa in due tratti distinti. Infine, l’Orrido Vallaccia, sotto la Chiesa di Baceno, risulta di difficile accesso ma conserva un’impronta selvaggia e incontaminata.

Esplorare gli Orridi di Uriezzo significa ritrovarsi in un paesaggio primordiale, dove la natura ha scolpito forme incredibili e ogni angolo mostra la potenza degli elementi.

Il Parco Naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero, il paradiso tra le vette

Perla della Val d’Ossola, il Parco Naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero incanta chiunque vi arrivi grazie allo straordinario paesaggio alpino. Istituito nel 1995, il parco abbraccia due magnifiche conche alpine e si estende sui comuni di Baceno, Crodo, Trasquera e Varzo, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola.

L’Alpe Veglia, raggiungibile da Varzo attraverso la Val Cairasca, è una meta ideale per gli amanti del trekking. Qui, le ampie distese di pascoli si fondono con boschi di larici e laghi cristallini come il Lago d’Avino, il Lago del Bianco e l’ammaliante Lago delle Streghe, che danno vita a un ambiente fiabesco perfetto per escursioni a pieno contatto con la natura.

L’Alpe Devero, accessibile da Baceno attraverso la Valle di Devero, è invece il regno degli sport invernali. Con i suoi impianti sciistici, offre piste battute e percorsi fuoripista per sciatori e snowboarder in cerca di avventura. Per gli escursionisti esperti, il percorso che conduce fino a Binn, in Svizzera, passando dal Bivacco Combi Lanza a oltre 2000 metri di altitudine, rappresenta una sfida tutta da vivere.

La Palazzina di Caccia di Stupinigi, il fascino regale del Barocco

Splendida Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino

Fonte: Ph @ELENAPHOTOS – iStock

Splendida Palazzina di Caccia di Stupinigi

A pochi chilometri da Torino, nel comune di Nichelino, da segnare in lista è la sontuosa Palazzina di Caccia di Stupinigi, una delle più coinvolgenti espressioni dell’architettura barocca in Europa. Commissionata da Vittorio Amedeo II e progettata dal celebre architetto Filippo Juvarra, la storica residenza rappresenta un vero e proprio viaggio nella magnificenza della dinastia sabauda.

Con i sontuosi saloni affrescati, i giardini eleganti e l’inconfondibile statua del cervo che sovrasta la sommità della cupola, la Palazzina è una tappa imprescindibile per chi desidera immergersi nell’atmosfera fastosa della corte reale piemontese.

Ceresole Reale, oasi del Parco del Gran Paradiso

Parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso, Ceresole Reale è un autentico gioiello montano, incastonato tra le cime alpine della provincia di Torino. Borgo pittoresco, deve il nome al re Vittorio Emanuele II che frequentava la zona per le battute di caccia, e si presenta come un’esperienza unica tra natura, sport e storia.

Il Lago di Ceresole, dalle acque turchesi, è il luogo ideale per rilassarsi con passeggiate rigeneranti o gite in bicicletta. Durante l’inverno, invece, il paesaggio si trasforma in una scenografica pista che fa la gioia degli appassionati di sci di fondo.

Ma non è ancora tutto. I dintorni, a loro volta, disegnano panorami che scaldano il cuore, come il Lago di Serrù, un gioiello alpino abbracciato dalle vette, e il Colle del Nivolet, a oltre 2.600 metri di altitudine, da cui si aprono magici scenari plasmati da praterie d’alta quota, laghi glaciali e dalla presenza della fauna selvatica, tra cui stambecchi e aquile reali.

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Tutti a bordo del treno storico a vapore sulla Novara-Varallo

In Italia ci sono dei binari senza tempo che ci permettono di scoprire le bellezze dei territori a un ritmo lento, seduti comodamente dentro vagoni dal fascino retrò. Uno di questi è il treno storico Novara-Varallo, un viaggio nel passato che attraversa l’incantevole campagna piemontese e le suggestive valli arrivando fino a Varallo, una delle perle nascoste del Piemonte. Il tutto a bordo di un treno centoporte trainato da locomotiva a vapore, che percorre tranquillo l’antica linea inaugurata nel lontano 1886.

Dopo il successo degli anni passati, ad aprile ripartiranno i viaggi a bordo di questo treno storico con la prima data in programma per domenica 13 aprile. Il viaggio, organizzato da Fondazione Fs Italiane, Città di Varallo e Regione Piemonte, è parte del progetto “Binari Senza Tempo” e comprende non solo la tratta da Novara a Varallo, ma anche attività, visite guidate ed esperienze pensate per far scoprire la zona ai visitatori in un modo unico.

La storia del treno storico Novara-Varallo

La linea ferroviaria Novara-Varallo fu inaugurata nel 1886, collegando la città di Novara con Varallo, considerato un importante centro culturale e turistico situato nella Valsesia. La ferrovia ricoprì un ruolo cruciale nello sviluppo economico e sociale della regione perché, facilitando il trasporto di persone e merci, contribuì anche allo sviluppo turistico della zona.

Con l’avvento delle automobili e della modernizzazione dei trasporti, però, molte linee ferroviarie minori furono abbandonate o ridimensionate. Dopo anni di viaggi ad alta velocità, la passione dei turisti cambia direzione e sempre più persone desiderano sperimentare il fascino delle locomotive storiche a vapore, lasciandosi cullare dal rollio delle carrozze d’epoca e dal piacere di scoprire itinerari poco battuti a un ritmo diverso.

Ed è proprio dalla volontà di offrire quest’esperienza speciale che, dieci anni fa, è ritornata a funzionare, in date specifiche, la linea storica che collega Novara e Varallo.

Il percorso del treno storico e le date

Il 13 aprile si sentirà il fischio del treno storico lungo la Ferrovia della Valsesia che da Novara, capoluogo dell’omonima provincia piemontese, porterà i viaggiatori nelle stazioni di Fara, Romagnano Sesia e di Borgosesia, terminando la corsa a Varallo, dominata dall’imponente complesso architettonico del Sacro Monte, Patrimonio UNESCO.

La tratta, lunga 54 chilometri, permette di attraversare paesaggi diversi, da quello pianeggiante al collinare, fino a quello montano con il suo ingresso in Valsesia, racchiusa tra le vette delle Alpi Pennine e conosciuta anche come la “Valle più verde d’Italia”, dominata dal massiccio del Monte Rosa.

Dopo quella del 13 aprile, le altre date in programmazione sono domenica 5 maggio, domenica 8 giugno, domenica 28 settembre, domenica 12 ottobre e domenica 14 dicembre, ossia quella tradizionalmente dedicata alle festività e ai mercatini natalizi.

Attività e visite guidate incluse nel biglietto

Il programma e i prezzi dei biglietti verranno aggiornati presto sul sito ufficiale del Museo Ferroviario Valsesiano, ma intanto possiamo raccontarvi cosa succederà una volta saliti a bordo. Il treno storico, infatti, non è solo un mezzo di trasporto che collega due destinazioni, ma un fulcro di esperienze culturali e gastronomiche.

Acquistando il biglietto avrete accesso alle visite con guide abilitate, come quella della città di Varallo con due percorsi, uno a Sacro Monte e alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie e l’altro tra le antiche contrade con le botteghe di prodotti tipici e Palazzo dei Musei.

In più, potrete salire gratuitamente con la funivia al Sacro Monte, accedere alla Casa Museo Scaglia e al Palazzo dei Musei. Potrete usufruire anche dei biglietti ridotti per entrare alla Pinacoteca e al Museo dell’Orologio.

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Carnevale di Santhià: alla scoperta della festa più antica del Piemonte

Situata tra Torino e Milano e tra le tappe storiche della Via Francigena, la città di Santhià è famosa per molte cose, una su tutte il suo Carnevale, considerato tra i più antichi d’Italia e il più antico del Piemonte. Con i suoi quasi 1000 anni di storia, ogni edizione porta in scena creatività e divertimento attraverso l’organizzazione di tutta una serie di eventi.

Il Carnevale di Santhià ha delle particolarità che lo differenziano da altre feste italiane. Oltre alla sfilata con i carri e le maschere, è l’unico a organizzare anche la Colossale Fagiuolata, lo spettacolo simbolo della tradizione carnevalesca santhiatese che vede protagoniste pentole su pentole di fagioli cucinati all’alba e distribuiti in oltre 20.000 razioni.

Qui vi raccontiamo la storia di questo Carnevale e l’attesissimo programma della nuova edizione 2025.

Storia del Carnevale a Santhià

Quello di Santhià è uno dei Carnevali storici d’Italia perché vanta quasi 1000 anni di storia. Questo è attestato da alcune note custodite presso l’archivio comunale della città che ne testimoniano l’esistenza già dai primi anni del Trecento: qui si parla di una “Abadia”, ovvero un’associazione giovanile laica che si occupava di organizzare da tempo balli e festeggiamenti in occasione del Carnevale.

Un documento del 1893, inoltre, contiene un preciso e univoco riferimento a usi e consuetudini connesse con i festeggiamenti del Carnevale. Il testo ricorda l’ottavo centenario dell’Antica Società Fagiuolesca, che risalirebbe dunque al 1093. Oggi, il Carnevale di Santhià continua a portare avanti questa tradizione coinvolgendo tutta la cittadina e conquistando i visitatori che, ogni anno, si divertono grazie alle tante iniziative organizzate che attirano una ventina di compagnie carnevalesche con oltre duemila figuranti in maschera e alcuni gruppi musicali.

Carnevale Santhia carri

Fonte: Ufficio Stampa

Un carro preparato in occasione del Carnevale di Santhià

Date del Carnevale a Santhià

Seppur cominciato il 6 gennaio, il primo appuntamento ufficiale con il Carnevale di Santhià è previsto per il 27 febbraio, la sera del Giovedì Grasso, quando verrà organizzato un percorso enogastronomico ricco di stand che offriranno cibi e bevande. Gli eventi con i carri, le maschere e le fagiolate sono invece previste nelle date del 2, 3 e 4 marzo 2025.

Eventi 2025 del Carnevale di Santhià

Il Carnevale storico di Santhià riprende sia le tradizioni secolari documentate dall’XI secolo che eventi originali pensati per rendere moderna la manifestazione e proiettarla nel futuro. Quest’anno sono tante le iniziative in programma, dalle sfilate mascherate alle fagiolate.

Giovedì Grasso o Giobia Gras

Il Carnevale di Santhià comincia il 27 febbraio, il giorno di Giovedì Grasso chiamato in piemontese il Giobia Gras. Con in sottofondo la musica dei Pifferi e Tamburi del Carnevale Storico e delle due bande cittadine, lungo Corso Nuova Italia in pieno centro storico ci sarà un percorso enogastronomico con ventisei stand che offriranno cibi e bevande per tutti. Al termine della serata ci sarà un evento musicale al PalaCarvè.

Cerimoniale Carnevalesco e Consegna delle chiavi della Città

Sabato 1 marzo, invece, ci sarà il Cerimoniale Carnevalesco e la Consegna delle chiavi della Città: durante l’evento, le maschere tradizionali popolari Majutin dal Pampardù e Stevulin ʼd la Plissera riceveranno le chiavi della città dal sindaco ed effettueranno il “Proclama al Popolo”. A seguire ci sarà il tradizionale Ricevimento Popolare: le maschere, dopo un giro lungo le vie cittadine, accompagnati dai musicisti, raggiungeranno il Veglione in Maschera organizzato al PalaCarvè. Qui salirà sul palco Saverino Sateriale, il muratore toscano di Casciavola che, nella finalissima de ‘La Corrida con Amadeus’, si è aggiudicato il primo premio.

Santa Messa speciale delle maschere

Quella di domenica 2 marzo sarà un giornata ricca di eventi per il Carnevale più antico del Piemonte. La mattina ci sarà la Santa Messa delle maschere e l’arrivo dell’antica statua del Gianduja, issato sul suo trono al centro della Piazza Maggiore, dove resterà fino alla fine dei festeggiamenti.

Il pomeriggio, dalle 14:30, comincerà la prima sfilata con ospite d’onore Miss Italia 2025. Qui, i visitatori potranno ammirare la creatività, l’arte e l’originalità delle maschere, dei carri allegorici, delle bande e dei gruppi storici, che sfileranno insieme allo Stato Maggiore, in divisa napoleonica. Infine, alle 22:30, si terrà un grande spettacolo pirotecnico, seguito dall’appuntamento danzante al PalaCarvè.

La Colossale Fagiuolata

Uno degli eventi più attesi si terrà lunedì 3 marzo, quando ci sarà la Colossale Fagiuolata. Dall’alba, vengono accesi i fuochi di 150 grandi caldaie di rame dentro le quali verranno cucinati oltre 20 quintali di fagioli seguendo una ricetta tradizionale depositata con atto notarile per preservarne la storicità.

Dopo la benedizione del parroco, al segnale di un doppio sparo di fucile, inizia la distribuzione alla popolazione del pane, del salame e dei fagioli. Questa Fagiuolata è la più grande d’Italia durante la quale vengono distribuite 20.000 razioni di fagioli, che spariscono totalmente in meno di mezz’ora!

Nel pomeriggio, per i più piccoli viene organizzato il Gran Ballo dei Bambini presso il PalaCarve’, una festa mascherata a base di musica e giochi. La sera, infine, a partire dalle 20:45, ci sarà la suggestiva seconda sfilata notturna con i carri e le maschere.

I Giochi di Gianduja e il Terzo Corso Mascherato

Il 4 marzo si terranno gli antichissimi “Giochi di Gianduja” nelle vie del centro, che rimandano alle tradizioni popolari medievali: la corsa nei sacchi, la rottura delle pignatte piene di farina o coriandoli, il tiro alla fune, il recupero della mela nella tinozza e tanti altri. Alle 14:30 ci sarà il Terzo Corso Mascherato e, alla fine della sfilata, verranno proclamati i vincitori delle varie categorie.

La sera, il Carnevale di Santhià si chiuderà ufficialmente con il gran finale che prevede il “Rogo del Babàciu”, un pupazzo che viene appeso su una pira e pubblicamente bruciato in piazza Maggiore. Il suono delle campane a lutto e le note di una marcia funebre segneranno la fine della festa.

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Dimore Amiche: un nuovo turismo d’élite tra storia e cultura

Il 2025 si apre per il Piemonte con rinnovata energia e voglia di crescere dal punto di vista del turismo all’insegna della qualità e della gestione dei flussi turistici.

Grazie a un’iniziativa unica nel suo genere, nata dalla collaborazione tra l’Associazione Dimore Storiche Italiane (A.D.S.I.) del Piemonte e i professionisti del turismo organizzato di Fiavet Piemonte, la regione punta a distinguersi nel panorama turistico nazionale e mondiale.

L’obiettivo è quello di rispondere ai fenomeni di overtourism che affliggono altre regioni italiane e proporre un turismo più colto ed esclusivo, capace di far rivivere ai visitatori atmosfere da fiaba in luoghi carichi di storia e fascino.

Il progetto “Dimore Amiche” e il debutto alla BIT

Il fulcro dell’innovazione turistica è il progetto “Dimore Amiche“, presentato ufficialmente il 10 febbraio alla Borsa Italiana del Turismo (BIT) di Milano. Pensato per valorizzare il patrimonio storico e culturale piemontese, verrà anche promosso all’ITB di Berlino, uno degli eventi più importanti del settore turistico mondiale, in programma dal 4 al 6 marzo.

Grazie al protocollo d’intesa tra Fiavet Piemonte e A.D.S.I., circa cinquanta dimore storiche apriranno le loro porte al pubblico. Alcune di queste, finora non accessibili, saranno il cuore di itinerari esclusivi che porteranno alla scoperta di borghi e angoli poco noti del Piemonte.

I proprietari delle residenze, custodi di autentici gioielli architettonici e testimoni diretti di secoli di storia, condivideranno racconti e aneddoti inediti, in modo da arricchire ancora di più l’esperienza.

Un’offerta turistica esclusiva tra storia e bellezza

Le dimore storiche coinvolte nel progetto diventeranno veri e propri luoghi di narrazione, complementari ai circuiti di visita dei beni statali. La collaborazione tra Fiavet Piemonte e A.D.S.I. ha già portato alla definizione di itinerari di gruppo disponibili per il pubblico, tra cui spicca un Grand Tour di otto giorni tra varie province piemontesi, pensato per il mercato internazionale.

I percorsi possono essere personalizzati su richiesta, con soggiorni di due o più giornate, e offrono una valida alternativa ai tradizionali itinerari turistici e si pongono come proseguimento di una visita a Torino. I dettagli dei programmi, le date e le modalità di prenotazione sono disponibili sui siti ufficiali di Fiavet Piemonte e dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, nonché tramite le agenzie e i tour operator che hanno aderito all’iniziativa.

Il ruolo strategico degli agenti di viaggio

La presidente di Fiavet Piemonte, Gabriella Aires, ha sottolineato l’importanza del progetto per il settore turistico incoming: “Questo accordo valorizza il ruolo degli agenti di viaggio nell’incoming. Siamo i primi in Italia a siglare un protocollo con l’Associazione Dimore Storiche Italiane in Piemonte e abbiamo già ricevuto richieste da colleghi in altre regioni per estendere il progetto a livello nazionale“.

Un entusiasmo condiviso anche dal presidente di A.D.S.I. Piemonte e Valle d’Aosta, Sandor Gosztonyi, che ha evidenziato le nuove opportunità offerte da Dimore Amiche per la valorizzazione delle dimore storiche private.

Il sostegno delle istituzioni e l’impatto economico

L’iniziativa ha ricevuto il plauso delle istituzioni, tra cui Marina Chiarelli, Assessore Regionale al Turismo, e Beppe Carlevaris, Presidente di Visit Piemonte. Quest’ultimo ha evidenziato il valore strategico dell’iniziativa, definendola “un fiore all’occhiello del turismo piemontese” e sottolineando l’importanza di promuoverla sui mercati esteri.

L’obiettivo è creare una rete solida che possa garantire un impatto economico significativo e rafforzare il posizionamento del Piemonte come destinazione di turismo culturale e di alta qualità.

Un turismo d’élite tra storia e grande schermo

Laura Audi, Vicepresidente di Fiavet Piemonte e titolare di Somewhere Tour Operator, ha evidenziato come il progetto risponda a una crescente domanda internazionale per esperienze autentiche e lontane dalle rotte più affollate. “Stiamo creando ciò che il turismo straniero chiede da tempo: la ‘True Italian Experience‘, con visite guidate esclusive all’interno di dimore private normalmente chiuse al pubblico“.

Un fenomeno che si inserisce nel successo crescente del turismo legato al cinema e alle serie televisive. Produzioni come “The Crown”, “Lidia Poët”, “Giacomo Leopardi” e “Il Conte di Montecristo” hanno già valorizzato alcune delle location, contribuendo a stimolare l’interesse del pubblico straniero. Con il progetto “Dimore Amiche”, il Piemonte si propone di trasformare la tendenza in un‘opportunità concreta per il turismo culturale e sostenibile.

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Belvedere di Coniolo, famoso per essere il più romantico del mondo

Sapevate che in un piccolo paese collinare del Monferrato si trova quello che è stato soprannominato “il belvedere più romantico del mondo”? Stiamo parlando del piccolo borgo di Coniolo, in provincia di Alessandria che, come tutto il territorio, offre un punto panoramico estremamente particolare che conquista soprattutto gli innamorati e i sentimentali, ma non solo.

Affacciato sulle morbide colline del Monferrato, che insieme a Langhe e Roero sono entrate a far parte della lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dell’UNESCO, è un piccolo angolo che, in poco tempo, è diventato un riferimento sia per le coppie che per gli amanti dei paesaggi italiani.

Dove si trova il belvedere di Coniolo

Il belvedere più romantico del mondo si trova a Coniolo, un piccolo borgo di 500 abitanti situato in provincia di Alessandria, in Piemonte. Coniolo è un paese collinare del Monferrato casalese e si sviluppa su una collina panoramica affacciata sul Po. Qui è presente una piccola piazza, la chiesa dell’Assunzione di Maria Vergine, posta in posizione privilegiata sulla cima del colle e il tanto amato belvedere che si protende verso le Alpi. Nelle giornate più limpide, dal belvedere la vista spazia su tutto l’arco alpino e sulla pianura padana.

Il fascino di questa collina ha conquistato anche scrittori illustri come Cesare Pavese che la cita nelle riflessioni contenute all’interno del libro “Il mestiere di vivere”, alla data del 3 agosto 1946. In questo diario, il celebre scrittore piemontese racconta gli anni della Seconda Guerra Mondiale quando fu ospite del Collegio Convitto dei padri Somaschi a Casale Monferrato e dove, per sdebitarsi, dava ripetizioni agli allievi.

Perché il belvedere di Coniolo è romantico

Oltre al paesaggio del Monferrato, indubbiamente splendido, la fama del belvedere di Coniolo come il più romantico del mondo nasce da un’iniziativa del sindaco Enzo Amich. Decise infatti di mettere una vetrinetta contenente delle rose da “aprire solo in caso di amore vero” (scritto anche in inglese) sulla cima della collina. Rosse, rosa, gialle, bicolore, purché siano rose, tutte provenienti dai parchi pubblici del borgo. Un’idea che non stupisce, soprattutto se consideriamo che Coniolo fa parte dei “Comuni Fioriti d’Italia”.

Le coppie possono venire quassù a dichiararsi amore eterno, trovando tre rose posizionate dentro la vetrina nella stagione di fioritura, messe a disposizione per tutti gli amanti. La vetrinetta dell’amore è un’alternativa più ecologica ai classici lucchetti che hanno riempito i ponti di tutto il mondo e che oggi, in molti luoghi, sono stati vietati per motivi di sicurezza. Un’iniziativa molto apprezzata tanto che le coppie, dopo averne fatto uso, hanno lasciato dei messaggi d’amore, persino plastificati, o lettere di ringraziamento.

Si guarda un tramonto, si gode del panorama e…si scatta una foto ricordo. La vetrinetta con le rose, infatti, non è l’unica attrattiva presente nel belvedere. Qui è stata posizionata anche una deliziosa cornice che, durante la stagione delle fioriture, viene circondata di rose, diventando l’oggetto perfetto per fare delle foto con sullo sfondo il paesaggio splendido del Monferrato.

E, se siete in cerca di altri scorci con oggetti particolari, non dimenticate che aggirandovi per il territorio troverete anche le famose panchine giganti del progetto Big Bench Community Project.

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Laghi di montagna in Piemonte, mete d’incanto per gite fuori porta tutto l’anno

Nell’Italia nord-occidentale, la regione Piemonte regala paesaggi pittoreschi abbracciati dalle Alpi nei quali immergersi assaporando le prelibatezze enogastronomiche della tradizione. Proprio qui, la natura ci regala luoghi da favola da raggiungere in qualsiasi periodo dell’anno, in auto o camminando a passo lento per coglierne ogni sfumatura.

Parliamo dei laghi di montagna, piccole e grandi perle turchesi incastonate tra le vette innevate o nelle valli verdeggianti, ottime mete per il trekking, per escursioni dedicate agli appassionati di mountain bike o per trascorrere semplicemente piacevoli momenti di relax lungo le loro rive. Scopriamo quali sono i laghi di montagna più incantevoli da raggiungere per la prossima gira fuori porta in Piemonte.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili in auto

In Piemonte esistono diversi laghi di montagna meravigliosi da poter raggiungere per disconnettersi dalla vita quotidiana e riprendere un contatto autentico con la natura, durante una gita fuori porta o un weekend in famiglia o in coppia. Contraddistinti da panorami tanto affascinanti da togliere il fiato quando si aprono davanti ai nostri occhi, vediamo i laghi più belli della regione più occidentale d’Italia da raggiungere comodamente in auto.

Lago di Antrona

Altitudine: 1.073 m s.l.m.

In provincia del Verbano-Cusio-Ossola, il Lago di Antrona è il bacino naturale più spettacolare. A originarlo è stata una frana, nel 1642, che ha interrotto il corso del torrente Troncone, distruggendo anche l’antico abitato di Antrona. Immerso nella natura più incontaminata, il lago è balneabile ed è quindi perfetto da raggiungere per rinfrescarsi nelle giornate afose estive. Al Lago di Antrona sono diverse le attività che si possono svolgere, dai picnic all’aria aperta alle suggestive camminate intorno al bacino che permettono di ammirare la meravigliosa cascata del Sajont.

Chi vuole esplorarne i dintorni, può seguire i cartelli che conducono in 40 minuti al vicino Lago di Campliccioli, e in 10 km al Lago dei Cavalli del Parco Naturale della Valle Antrona.

Lago di Antrona in Piemonte

Fonte: iStock

Lago di Antrona, Piemonte

Come arrivare: in auto si prende l’autostrada A26 in direzione Gravellona Toce e si prosegue verso il confine di Stato – Sempione, prendendo l’uscita di Villadossola. Si seguono poi le indicazioni per Val Antrona e il borgo di Antrona Piana, fino a raggiungere il lago, dove si può lasciare l’auto in uno dei parcheggi gratuiti presenti.

Quando andare: accessibile tutto l’anno, ma il periodo migliore è quello che va da maggio a ottobre.

Lago di Malciaussia

Altitudine: 1.805 m

Tra le vette alpine in provincia di Torino, spicca un lago artificiale tra i più apprezzati del Piemonte, soprattutto nel periodo estivo: il Lago di Malciaussia. Si trova nella Valle di Viù, nell’omonima frazione del comune di Usseglio, ed è un vero gioiello perfetto da raggiungere in auto per cercare frescura nei periodi più assolati dell’anno. In inverno, invece è raggiungibile solo a piedi o con le ciaspole. Sulle sue rive sono presenti tavoli, postazioni barbecue, bagni gratuiti e un bar/hotel, servizi che lo rendono un’ottima destinazione per una giornata fuori porta.

Lago di Malciaussia, in Piemonte

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Lago di Malciaussia, Piemonte

Come arrivare: in auto, si percorre prima la SP 1 e poi da Lanzo Torinese la SP32 fino al borgo di Margone. Da lì si seguono le indicazioni per il lago, che si trova a circa 5 km, sempre sulla SP 32 (questa strada è aperta solitamente solo da maggio ad ottobre per via della neve). In inverno, si può proseguire a piedi o con le ciaspole da Margone per raggiungere il lago.

Quando andare: in auto da aprile a settembre (l’ultimo tratto di strada infatti chiusa per la neve da ottobre a maggio), ma è raggiungibile tutto l’anno, anche in inverno quando il paesaggio si tinge di bianco.

Lago di Ceresole

Altitudine: 1.556 m s.l.m.

In Valle Orco, nel cuore del Parco del Gran Paradiso, il Lago di Ceresole è una meta ideale per chi ama l’avventura: nelle acque di questo lago alpino, tra i più apprezzati del Piemonte, ci si può cimentare nel windsurf e nella vela, oltre ad esplorarne i dintorni seguendo i percorsi di trekking che circondano lo specchio d’acqua, per lo più pianeggianti e adatti a tutti (e in inverno è possibile anche praticare sci di fondo intorno al lago).

Si trova a Ceresole Reale, in provincia di Torino (dista circa 84 km dalla città), e vi si arriva comodamente in automobile o con i mezzi pubblici, quindi è perfetto per tutti coloro che cercano un lago da raggiungere facilmente e in poco tempo.

Lago di Ceresole in Piemonte

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Lago di Ceresole, Piemonte

Come arrivare: in auto, si prende l’Autostrada A5 della Valle d’Aosta. Se se si viene da Torino si prende l’uscita San Giorgio. Da lì si prosegue sulla Provinciale che passa da Castellamonte e arriva a Salto, e poi la SP 460 fino a Ceresole Reale. Se si viene da Aosta o Milano, invece, si esce a Ivrea e si prosegue sulla SS 565 fino a Castellamonte e da lì si segue la stessa strada di chi proviene da Torino.

Con i mezzi pubblici, si prende un treno da Torino (linea Pont Canavese – Rivarolo Canavese – Chieri), si scende a Pont Canavese e da lì si prende uno degli autobus verso Ceresole Reale (Linea 137, Rivarolo-Pont-Ceresole).

Quando andare: i periodi migliori per raggiungere il Lago di Ceresole comprendono la fine della primavera, l’estate e l’autunno.

Lago di Orfù

Altitudine: 1.060 m s.l.m.

Piccolo gioiello in Alta Valle Susa, il Lago di Orfù, conosciuto come Lago di Gad, si trova nella frazione Gad di Oulx (provincia di Torino). È uno splendido bacino artificiale che dal 2014 è gestito da un’associazione locale che ne valorizza le sue bellezze, riattivando la pesca sportiva e un percorso naturalistico. Un’ottima meta da raggiungere a poco più di un’ora da Torino per passare piacevoli momenti in famiglia o tra amici. Infatti, il lago è molto ben attrezzato con bar, servizi igienici, area pic-nic con barbecue (affitto a 5 euro al giorno), tavoli (da affittare a 10 euro al giorno) e spiaggia attrezzata (anche qui si noleggiano lettini). Non mancano i divertimenti, con noleggio di pedalò e barche a remi, parco giochi per i più piccoli e campo da beach volley. In ogni caso, è consigliato prenotare in anticipo.

Inoltre, si può partecipare ad escursioni con guide naturalistiche, a laboratori per bambini, oppure a serate dedicate all’osservazione delle stelle o alla musica dal vivo con concerti sulle sponde dal lago.

Come arrivare: in auto, si esce dall’autostrada A 32 (Autostrada del Frejus o Torino-Bardonecchia) e si esce a Oulx Est, si svolta poi a sinistra prendendo una strada sterrata che in pochi minuti porta al lago. A piedi, partendo dal paesino di Gad, lo si può raggiungere percorrendo il Sentiero dei Franchi, mentre in mountain bike si segue l’apposita pista ciclabile.

Quando andare: il periodo migliore va dalla primavera all’autunno.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili a piedi o in mountain bike

Gli amanti del trekking, delle gite in mountain bike e dei paesaggi di montagna possono scegliere di raggiungere gli incantevoli laghi alpini piemontesi incastonati tra le vette: sono uno più sorprendente dell’altro e ottime mete per cercare refrigerio nelle calde giornate estive o per ammirare paesaggi unici anche nei mesi più freddi. Pronti a partire per l’avventura?

Lago di Campliccioli

Altitudine: 1.352 m s.l.m.

Nel Parco Naturale della Valle Antrona, immerso in una tranquillità in cui solo la natura emette suoni, si trova un piccolo lago color turchese raggiungibile a piedi: il Lago di Campliccioli. È a circa 40 minuti di camminata dal Lago di Antrona, al quale si può arrivare comodamente in auto. Da lì partono i sentieri che attraversano alpeggi con baite in pietra ottimamente ristrutturate e boschi di betulle e rododendri. Il Lago Campliccioli è un angolo di paradiso situato alla confluenza dei torrenti Troncone e Banella, attorno al quale dedicarsi al trekking e alla pesca sportiva in totale relax.

Come arrivare: Partendo dal Lago di Antrona, si segue il percorso sterrato alternato a gradoni in pietra che attraversa i boschi in costante salita, fino a raggiungere in 40 minuti una strada carrozzabile che porta a un’ultima scalinata dalla cui cima si può ammirare il lago. Partendo dal borgo di Antronapiana, invece, si percorre il sentiero che passa da Alpe Ronco fino al Lago di Antrona e poi si seguono le istruzioni per la Diga di Campliccioli.

Quando andare: il periodo migliore va da metà aprile a novembre (tra aprile e maggio, inoltre, tutto si colora con le fioriture primaverili). Il consiglio è quello di controllare sempre le condizioni di innevamento.

Lago delle Fate

Altitudine: 1.330 m s.l.m.

In Val Quarazza (vicino a Macugnaga, provincia del Verbano Cusio Ossola), laterale della Valle Anzasca, spicca come un diamante color smeraldo il Lago delle Fate. Il suo fascino è dato dai verdi boschi alpini che lo abbracciano, ma anche dall’alone di magia e mistero che lo accompagnano. Sulle sue rive si trovano, infatti, delle sculture in legno raffiguranti degli gnomi, protagonisti di una leggenda che riguarda questo specchio d’acqua: si racconta che in un’antica miniera nelle sue vicinanze, gli gnomi lavorino tutt’oggi durante la notte per trovare l’oro da portare alle fate che camminano sull’acqua, riempiendo il lago di scintillii.

Nonostante non sia balneabile, non mancano le attività da fare al Lago delle Fate: esistono infatti diversi percorsi di trekking da seguire attorno al bacino e che si allontanano fino a raggiungere il Monte Rosa, con soste che regalano scorci mozzafiato sul paesaggio circostante. Merita una visita anche alla vicina Miniera della Guia, uno dei pochi giacimenti auriferi d’Europa, oggi visitabile.

Lago delle Fate in Piemonte

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Lago delle Fate, Piemonte

Come arrivare: da Macugnaga (60 minuti) o da Isella (30 minuti), si può percorrere fino al lago il sentiero della Grande Traversata delle Alpi (GTA), che per 1.000 km attraversa l’arco alpino piemontese, dalla Val Tanaro fino al Lago Maggiore. Il percorso è facile e adatto a tutti.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno.

Lago di Agaro

Altitudine: 1.599 m s.l.m.

Alle porte del Parco Naturale dell’Alpe Devero, in Valle Antigorio (provincia del Verbano-Cusio-Ossola), il Lago di Agaro, di origine artificiale, è una meta ottima da raggiungere a piedi o in bici. Nei periodi in cui l’acqua cala, riemergono dal bacino i tetti e il campanile di un antico villaggio walser, che venne sommerso nel 1938 con la costruzione della diga.

Lago di Agaro in Piemonte

Fonte: iStock

Lago di Agaro, Piemonte

Come arrivare: da Ausone si prende la strada carrozzabile in direzione di Goglio, a tratti asfaltata. Si imbocca poi ad una lunga galleria (è bene essere attrezzati con torcia elettrica) che conduce direttamente di fronte al grande lago.

Quando andare: in ogni periodo dell’anno. In autunno il paesaggio circostante si tinge delle sfumature del foliage, rendendo tutto più incantevole e fiabesco.

Lago del Mucrone

Altitudine: 1.894 m

Un territorio che sembra uscire da una cartolina è quello in cui è immerso il Lago del Mucrone, altra perla lacustre del Piemonte da non perdere. Si trova a poca distanza dal maestoso Santuario di Oropa, autentico gioiello architettonico e spirituale a pochi chilometri da Biella. Proprio da questa meta di pellegrinaggio, che conta diversi percorsi da poter seguire, si può partire alla volta del Lago del Mucrone con le sue acque fredde e cristalline, per godere di un ambiente tranquillo dove la natura fa da padrona.

Come arrivare: dal parcheggio del Santuario di Oropa, si può prendere la funivia che sale fino alle pendici del Monte Mucrone. Da lì si prende il sentiero sterrato, facile e adatto a tutti, che arriva fino alle sponde del lago. I più allenati, possono partire direttamente dal Santuario seguendo il sentiero escursionistico tracciato per circa due ore.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, anche se i mesi freddi sono meno ideali perché spesso la superficie del lago è ricoperta da una leggera nebbiolina. Consigliamo di controllare sempre il meteo prima di partire.

Lago Nero

Altitudine: 2.020 s.l.m.

Il suo nome ricorda proprio il colore che lo contraddistingue: il Lago Nero, nel comune di Cesana Torinese (provincia di Torino), è un particolare bacino dalle sfumature scure e sul quale aleggiano misteri e leggende. Si racconta che nei suoi fondali giacciano dei residui bellici e che ci viva una gigantesca trota che nessuno sarebbe ancora riuscito a pescare.

Meta ideale per una giornata di trekking sulle dolci alture verdeggianti che lo abbracciano, attraversate da piccoli ruscelli, il Lago Nero è ottimo anche per gli appassionati di pesca sportiva: qui si possono pescare trote e salmerini. Questo specchio d’acqua è anche un buon punto di passaggio per raggiungere il monte Corbioun, la Cima Fournier o la Cima Saurel.

Come arrivare: si parte dalla Borgata Bousson di Cesana Torinese e per circa 2 ore di camminata (oppure in mountain bike) si segue il sentiero (ex-strada militare sterrata) con alcuni tratti più impegnativi, ma comunque affrontabili anche da bambini con un po’ di esperienza di trekking in montagna.

Quando andare: ottima meta sia in estate che in inverno per appassionati di trekking e mountain bike.

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Lo storico Carnevale di Ivrea è un tripudio di folklore con una sorpresa “agrumata”

Nel cuore pulsante del Piemonte, a poca distanza da Torino, esiste una città che da sempre fa parlare di lei. Per la sua anima industriale e per quella culturale, come dimostra la scelta di renderla Capitale Italiana del Libro nel 2022, per il suo valore storico che le è valso, il 1° luglio del 2018, l’ingresso ufficiale nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Stiamo parlando di Ivrea.

È qui, nella città di Adriano Olivetti, che si snoda nella zona storico-geografica del Canavese, che le 22.000 anime che popolano il territorio si stanno preparando a una festa senza eguali. Non una qualunque, intendiamoci, ma un evento che da anni attira viaggiatori e curiosi da ogni parte del mondo: lo storico Carnevale di Ivrea.

Quello che succede in città, tra fine febbraio e inizio marzo, è pura, magica e autentica follia animata da tradizioni antichissime e da una peculiare battaglia fatta con le arance. E poi, ancora, cortei storici, cerimoniali, tradizioni gastronomiche ed eventi tutti da vivere e condividere. Questo, e molto altro, è il Carnevale di Ivrea. Scopriamolo insieme.

Storia del Carnevale di Ivrea

Se parliamo dei carnevali più belli d’Italia non possiamo certamente non menzionare quello di Ivrea, uno spaccato di storia, tradizione e folklore, che si ispira al Medioevo, alla Rivoluzione Francese e al Risorgimento, che incanta e meraviglia ogni anno. Non stupisce, dunque, che l’evento sia stato riconosciuto come manifestazione italiana di rilevanza internazionale. Quello che succede durante i giorni di festa, nella città di Olivetti, è davvero strabiliante: fagiolate, sfilate rioniali, carri e tante, tantissime arance.

Per scoprire come nasce tutto questo, però, dobbiamo fare un passo indietro e tornare nel Medioevo, alle origini di questa celebrazione. Le prime testimonianze di alcuni rituali ancora oggi esistenti, come la Zappata e l’Abbruciamento degli Scarli, sono tracciate fino al 1808, anno in cui è stata messa per iscritto l’intera cerimonia all’interno de I Libri dei Processi Verbali.

Da quel momento, e ancora oggi, questa tradizione antichissima è stata tramandata e preservata dagli abitanti della città che esplode proprio nei giorni di Carnevale con una grande festa civica.

Fulcro dell’evento è il Corteo Storico, una rievocazione storica e leggendaria che attinge alle sommosse popolari medievali, alle rivoluzioni francesi e ai moti del Risorgimento. Il simbolo della manifestazione è Violetta, figlia di un mugnaio, che liberò il popolo dalla tirannia del feudo uccidendo il barone con la sua stessa spada. Un evento, questo, che rivive ogni anno con una rappresentazione storica.

Anche la celebre Battaglia delle Arance, uno degli appuntamenti più famosi e attesi del Carnevale di Ivrea, è strettamente legata con il passato. Le arance, infatti, hanno preso il posto dei fagioli – probabilmente nel XIX secolo – che i feudatari regalavano al popolo e che quest’ultimi lanciano fuori dalla finestra per protesta. Durante la battaglia le squadre di aranceri a piedi – che rappresentano il popolo – combattono gli aranceri sui carri muniti di maschere di cuoio, proprio a ricordare la rivolta.

Tutti possono unirsi alla festa di liberazione, e alla battaglia di rivolta, a partire dal Giovedì Grasso dopo l’ordine del Generale indossando un cappello rosso, il Berretto Frigio (chi non lo fa diventa bersaglio delle arance).

La Battaglia delle Arance, Carnevale di Ivra

Fonte: IPA

La Battaglia delle Arance durante lo storico Carnevale di Ivrea, Italia

Date del Carnevale di Ivrea

Lo storico Carnevale di Ivrea si svolge in più giornate, ciascuna popolata da eventi, cortei e rievocazioni storiche dal 15 febbraio al 5 marzo Ecco le date e gli orari:

  • domenica 15 febbraio 2025, dalle 9.00 alle 17.00
  • domenica 23 febbraio 2025, dalle 9 alle 17.00
  • giovedì 27 febbraio 2025, dalle 9.00 alle 21.00
  • sabato 1° marzo 2025, dalle 08.15 alle 23.00
  • domenica 2 marzo 2025, dalle 9.00 alle 17.00
  • lunedì 3 marzo, dalle 9.30 alle 21.00
  • martedì 4 marzo, dalle 11.00 alle 23.00
  • mercoledì 5 marzo, ore 11.00

Tutti gli eventi del Carnevale di Ivrea 2025

L’evento si svolge principalmente nel centro storico di Ivrea che in quei giorni sembra subire un incantesimo capace di catapultare tutti gli ospiti indietro nel tempo. Ma quali sono gli appuntamenti più iconici di questo Carnevale? Scopriamoli insieme.

Le Fagiolate

È un appuntamento imperdibile, quello de Le Fagiolate, che affonda le radici in una tradizione antichissima. Durante i giorni che precedono il Carnevale, e non solo, vengono distribuiti dei “fagioli grassi” cucinati in grandi pentoloni come l’usanza locale vuole.

Il Corteo Storico

Il Corteo Storico è un appuntamento imperdibile per tutti coloro che vogliono scoprire l’essenza più vera di questo appuntamento folle e incredibile. Durante la sfilata, che si ripete nei giorni di festa, è possibile ammirare da vicino i personaggi che caratterizzano il Carnevale di Ivrea. Tra i più famosi ci sono la Mugnaia, simbolo della festa, e la sua Scorta d’Onore. Ci sono suo marito Toniotto e il Generale, accompagnato dallo Stato Maggiore. Ci sono gli Abbà, i Pifferai e i Tamburi, e anche il Magnifico Podestà che ha il compito di proteggere e garantire la libertà cittadina.

Carnevale di Ivrea

Fonte: IPA

Sfilate e cortei storici durante il Carnevale di Ivrea

Battaglia delle Arance

Momento cruciale dell’evento, nonché il più bizzarro e curioso, è sicuramente la Battaglia delle Arance. Quello che succede durante queste guerriglie urbane, tre per la precisione, è davvero incredibile. La città si prepara in anticipo per questo evento proteggendo i palazzi, con assi di legno e reti, e vestendo la città di colore.

Gli aranceri, ai quali vengono forniti migliaia di arance, prendono posizione: le squadre a terra simboleggiano il popolo in rivolta e quelle sui carri i feudatari, riconoscibili anche dalla presenza di una maschera di cuoio in volto. Partecipare all’evento richiede una regola, però: indossare il Berretto Frigio. Chi non lo farò rischia di essere colpito dagli aranceri.

Il Villaggio Arancio

Battaglie, sfilate, musica e anche relax. Durante i giorni di festa, infatti, in città viene allestito il Villaggio Arancio, uno spazio in cui famiglie, coppie e amici possono godere di tutta la bellezza del Carnevale in maniera più tranquilla. ù

Lo spazio sarà allestito in Corso Botta dal 27 febbraio al 4 marzo e prevede anche un’area bambini, diversi stand gastronomici e uno shop ufficiale del Carnevale di Ivrea.

Ponte vecchio Ivrea a Carnevale

Fonte: IStock

La sfilata di Carnevale che attraversa il Ponte Vecchio, Ivrea

Il programma completo

Domenica 16 febbraio si comincia alle ore 9.00 con la distribuzione dei fagioli grassi in Viale Kennedy e in Piazza Boves. Si prosegue con la cerimonia della “Prise du Drapeau” in Piazza di Città 14:30, con l’Alazata degli Abbà e con la sfilata del Corteo Storico alle 17.00 in Piazza di Città.

Domenica 23 febbraio si parte con la distribuzione dei fagioli grassi, alle ore 9.00, in Via Lago San Michele, Via Grandina e Via San Pietro Martire. I festeggiamenti proseguono con la Parata dei carri da getto nel centro cittadino, alle 10.00, e con la presentazione degli aranceri in Piazza Ottinetti fino alle 17. La giornata si conclude con la sfilata del Corteo Storico in Piazza di Città.

Giovedì 27 febbraio ci sarà il passaggio dei poteri in Piazza di Città e la calzata del frigio alle 14.30. Si proseguirà con la marcia del Corteo Storico da Piazza di Città e con una festa dedicata ai bambini in Piazza Ottinetti e Piazza Maretta. Dalle 21 spettacoli in città ed esibizioni musicali.

Sabato 1° Marzo ci sarà la parata in onore della Mugnaia a Piazza Ottinetti alle ore 11, dalla stessa si partirà alla scoperta dei luoghi simboli di Carnevale alle 15.00 insieme ai cittadini. Dalle 21.00 ci saranno la Marcia del Corteo Storico, la fiaccolata e la sfilata delle squadre degli aranceri. La giornata si concluderà con uno spettacolo pirotecnico e con il Ballo della Mugnaia.

Domenica 2 marzo si inizia alle 9.00 con la distribuzione dei fagioli grassi in Piazza Maretta, nella Ex Polveriera di San Lorenzo, in Via Dora Baltea e in Piazza della Chiesa. Alle 13.00 cominciano i preparativi per la Battaglia delle arance che ci sarà alle 15.00. La giornata si concluderà con una sfilata.

Lunedì 3 marzo ci sarà la seconda Battaglia delle Arance, dopo la marcia del Corteo Storico alle 14. La sfilata e l’esibizioni delle bande musicali in centro storico concluderanno la festa.

Martedì 4 marzo ci sarà la terza e ultima giornata della Battaglia delle Arance che sarà aperta dalla marcia del Corto storico. Seguirà la premiazione degli arancieri, l’abbruciamento dell’ultimo Scarlo nella Parrocchia di San Grato e il corteo funebre con il tradizionale saluto “Arvedze a Giobia ‘n bot” in Piazza Ottinetti. Il Carnevale si concluderà alle 23.00 in Piazza di città con un verbale di chiusura.

Mercoledì 5 marzo l’appuntamento è previsto in Piazza Lamarmora con la distribuzione di polenta e merluzzo organizzata dal Comitato della Croazia.

Battaglia delle Arance, Carnevale di Ivrea

Fonte: IPA

La battaglia delle arance è l’appuntamento più atteso dello storico Carnevale di Ivrea

Biglietti del Carnevale di Ivrea: costo e dove comprarli

Per partecipare al Carnevale di Ivrea, e immergersi così in 8 secoli di storia, è possibile acquistare il biglietto d’ingresso che garantisce l’accesso all’evento di domenica 2 marzo, dalle ore 8.00, con possibilità di assistere alla Battaglia delle Arance.

Il costo del ticket, a tariffa intera, è di 15.00 euro ai quali vanno sommati i costi di prevendita per un totale di 17.50 euro. Il biglietto garantisce l’accesso da uno dei varchi situati, rispettivamente, a Porta Torino, Porta Miniere, Porta Garibaldi, Porta Circonvallazione, Porta Vercelli, Porta Mulini. I gruppi di visitatori, superiori alle 20 persone, riceveranno un ingresso omaggio. I biglietti sono acquistabili sul sito ufficiale dello storico Carnevale di Ivrea.

L’ingresso al Carnevale di Ivrea è, invece, gratuito per i bambini di età inferiore ai 12 anni, per i residenti della città di Ivrea, per i portatori di disabilità, per gli Aranceri e per i personaggi che fanno parte del Corteo Storico.

Come raggiungere Ivrea a Carnevale

Ivrea è facilmente raggiungibile sia con i mezzi propri che con quelli pubblici. Chi viaggia in automobile può percorrere la A24 in direzione Torino, proseguire sulla strada europea E612 e uscire a Ivrea. Nei giorni di festa il centro storico sarà chiuso ai veicoli, quindi il consiglio è quello di lasciare l’automobile in uno dei parcheggi nelle zone limitrofe.

Un altro modo per raggiungere Ivrea facilmente è quello di viaggiare in treno. La città, infatti, è servita dalla stazione ferroviaria posta sulla linea Chivasso-Aosta che dista dal centro storico circa un chilometro.

 

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Canelli, il borgo dell’amore perfetto per San Valentino

Nel Monferrato, c’è un borgo famoso per il vino, ma anche per essere il luoItaliago ideale dove festeggiare San Valentino. È Canelli, in provincia di Asti. Canelli – e l’Asti Spumante – sono stati proclamati Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, come parte integrante del territorio del Paesaggio vitivinicolo del Piemonte, Langhe-Roero e Monferrato.

Dov’è il paese di Canelli

Canelli si trova proprio al confine con le Langhe, in un contesto paesaggistico delizioso, fatto di dolci colline attraversate da corsi d’acqua che regalano angoli molto suggestivi. Il centro storico di Canelli è un incrocio di vicoli stretti su cui si affacciano case di pietra. Domina il paese dall’alto il castello, oggi chiamato Palazzo Gancia perché di proprietà della famiglia Gancia, una delle più importanti case vitivinicole italiane. Il castello è di origine medievale, ma fu distrutto nel 1617 durante la guerra contro il Monferrato. Ricostruito e ristrutturato nel 1930, oggi è più che altro un’elegante villa.

Le cattedrali sotterranee di Canelli

Ma è sottoterra che Canelli nasconde il suo vero tesoro. Il paese è famoso per le cantine di invecchiamento dello spumante, vere e proprie cattedrali sotterranee, che si diramano sotto tutta la città, scavate direttamente nel tufo delle colline a partire dal 1500. Sono dei capolavori d’ingegneria e di architettura enologica, dove milioni di bottiglie vengono lasciate a fermentare. Solo in questi spazi, i cui silenzi richiamano l’atmosfera che si può trovare nelle antiche cattedrali, con la protezione di una terra millenaria, si potevano trovare la giusta temperatura e umidità costante, ideali per affinare vini e spumanti pregiati che ancora oggi qui maturano in attesa di conquistare le tavole di tutto il mondo.

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Fonte: 123RF

Le cattedrali sotterranee di Canelli

Canelli, il borgo degli innamorati

Canelli è famosa anche per la Via degli innamorati, un sentiero romantico ispirato ai fidanzatini di Raymond Peynet, il celebre illustratore francese creatore dei personaggi di “Les Amoureux(“Gli Innamorati”) e che proprio a Canelli aveva disegnato una storica piastrella a loro dedicata. Peynet fece visita a Canelli nel 1983 e presenziò a una mostra organizzata dalle Cantine Bocchino e alla proiezione di un suo film d’animazione. Rimase particolarmente impressionato dalla bellezza della Sternia e decise di disegnare su una piastrella “Gli Innamorati” – un violinista e una ragazza che lo ascoltava – da lui creati nel 1942.

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Fonte: Getty Images

I muri dipinti a Canelli

L’itinerario dedicato agli innamorati si sviluppa lungo la storica via acciottolata della Stërnia (“sentiero”, in dialetto). Lungo il percorso, s’incontrano diverse opere d’arte realizzate dagli artisti locali ispirate all’amore, opere che diventeranno sempre più numerose nel corso degli anni. Una mostra a cielo aperto dall’atmosfera romantica, insomma, che accompagna tutti gli innamorati, che parte da piazza San Tommaso fino alla cima della collina, il Belvedere Unesco, da cui ammirare il panorama di Canelli e tutto il paesaggio circostante, che comprende Monferrato ma anche le Langhe.

Per la festa di San Valentino, lo storico borgo astigiano inaugura una speciale installazione dedicata a tutti gli innamorati. Sui caratteristici tappi a “fungo”, simbolo di uno dei vini più amati e conosciuti nel mondo, le coppiette possono incidere i loro nomi o un messaggio d’amore. I tappi di spumante saranno poi incastonati nei pannelli collocati tra le vie della città formando proprio una delle nuove installazioni permanenti chiamata “Canelli sparkling love”. Un‘opera in divenire, che crescerà nel tempo grazie alle coppie che andranno a Canelli anche dopo la festa degli innamorati.

Un’occasione per scoprire e passeggiare attraverso la storica via delle antiche case spumantiere – Bosca, Gancia, Coppo e Contratto, visitabili su prenotazione – che ancora oggi custodiscono e tramandano una delle eccellenze italiane.

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Fonte: Getty Images

Canelli e il Castello Gancia