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In Alto Adige, i sentieri più belli all’ombra delle Dolomiti

L’Alto Adige, ossia la splendida provincia autonoma di Bolzano, vanta alcuni dei tragitti più belli da percorrere su tutto il territorio italiano (e non solo), molti dei quali con vista direttamente sulle Dolomiti, patrimonio UNESCO.

Da queste parti, infatti, gli appassionati di esplorazioni a contatto con la natura possono godere di posti magnifici che sono plasmati da queste maestose montagne, da alcuni ritenute le più belle della Terra. Ma quali sentieri all’ombra delle Dolomiti vale davvero la pena percorrere durante una tiepida giornata di sole?

I cammini del Latemarium

Già a pochi chilometri dal Capoluogo altoatesino, in Val d’Ega, si snodano oltre 500 chilometri di cammini, quelli del Latemarium, un reticolo di percorsi tematici che avvolge una delle vette dolomitiche più affascinanti che esistano: il Latemar.

Inaugurato nell’estate del 2014, il Latemarium si rivolge a tutti i viaggiatori e consente di avvicinarsi alla natura in modo autentico ed emozionante.

Il percorso più panoramico si raggiunge da Obereggen con la seggiovia Oberholz, che porta fino alla piattaforma Latemar 360°, una grande chiocciola di legno attaccata alla montagna a 2.100 metri di altitudine da cui si gode di una vista particolarmente mozzafiato.

Quassù si trova anche l’avveniristico rifugio Oberholz, una perla architettonica con grandi vetrate panoramiche, e la Latemarhüttem, a più di 2.600 metri di quota. Detta anche Rifugio Torre di Pisa perché a poca distanza si trova una sorta di campanile obliquo di una ventina di metri di altezza che assomiglia al celebre monumento toscano, è raggiungibile attraverso uno dei più bei sentieri delle Dolomiti, dove si può anche soggiornare.

Alcuni di questi incredibili percorsi sono adatti anche alle famiglie con bambini piccoli, e comprendono cartelloni con informazioni sulla geologia della montagna, sulla flora e la fauna e persino sulle leggende del Latemar. Sentieri che attraversano distese di prati alpini sui quali pascolano gli animali, offrendo ai più piccini divertimento mentre i genitori si godono un po’ di relax sui lettini. C’è persino un sentiero percorribile con il passeggino: il Latemar .Alp.

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Fonte: 123rf

Il Latemar e il lago di Carezza @123rf

I cammini nei dintorni di Merano

Un altro paradiso per gli amanti delle escursioni è Merano, probabilmente una delle zone più complete dell’Alto Adige da diversi punti di vista. Vi basti pensare che le possibilità, da queste parti, sono così tante che una vita non basterebbe per completarle tutte.

Tra i più belli ci sono i Sentieri delle Rogge (“Waalwege”), itinerari che seguono i corsi d’acqua che un tempo servivano per irrigare i campi.

La conca di Merano, infatti, ha una fittissima rete di questi canali che attraversano luoghi incantevoli e incontaminati. I Sentieri d’acqua meranesi, 100 km circa, da percorrere in uno o più giorni, consentono di fare escursioni tranquille, godendo pienamente della natura, dei frutteti, delle chiesette e dei castelli.

In tutta questa area si contano circa una ventina di Sentieri delle Rogge, e la cosa più interessante è che sono percorribili in tutti i periodi dell’anno. Inutile dirvi che le vedute panoramiche sulle imponenti catene montuose e sulla valle sono emozionanti e differenti in base alla stagione. I Sentieri delle Rogge sono i preferiti dalle famiglie, da chi cerca escursioni non troppo impegnative e da coloro che vogliono godersi la straordinaria flora e fauna della Val Venosta in totale relax.

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Fonte: Ufficio stampa

I sentieri delle rogge @Ufficio stampa

Per i più avventurosi, l’Alta via di Merano è probabilmente il sentiero escursionistico più affascinante delle Alpi. Contrassegnato dal numero 24, gira tutto intorno al Parco Naturale Gruppo di Tessa e viene considerato uno dei più incantevoli di tutto il territorio. Lunga oltre 80 km, mette a disposizione del viaggiatore panorami incantevoli con i “tremila” dell’Alto Adige in primo piano. Fu creata da Robert Schönweger ed Helmuth Ellmenreich, guide alpine dell’AVS (Associazione alpina altoatesina), e inaugurata nel 1985.

Un percorso escursionistico immerso nella natura e che si trova all’interno di un’area naturale protetta. Per questo motivo, è di fondamentale importanza per la fauna e la flora che gli escursionisti non lascino rifiuti lungo il tragitto (compresi quelli biologici). Inoltre, è assolutamente vietato campeggiare.

L’escursione ai laghi di Sopranes

L’escursione ai laghi di Sopranes è, probabilmente, una delle più famose di tutta questa fiabesca zona d’Italia. Del resto, sono dieci incantevoli bacini d’acqua incastonati nel cuore del parco naturale Gruppo di Tessa che vantano il primato di essere il più esteso gruppo lacustre d’alta quota dell’Alto Adige.

Il percorso è di forma circolare, ma richiede resistenza e assenza di vertigini. In sostanza è un’escursione che ben si plasma agli escursionisti più esperti, ai quali regala paesaggi emozionanti da varie prospettive.

Escursione ad Anello al Lago di Braies

Gli spiriti più romantici non possono di certo perdersi l’escursione ad Anello al Lago di Braies, un meraviglioso specchio d’acqua che è diventato particolarmente famoso negli ultimi anni grazie alla serie televisiva italiana “Un passo dal cielo”, anche se da sempre è una meta turistica molto frequentata.

Il giro del Lago di Braies parte dall’omonimo albergo e si distingue per essere una passeggiata facile di circa 4 chilometri. Un percorso da fare con calma per assaporare al 100% la bellezza davvero unica al mondo di questo luogo. Il periodo migliore per scoprirlo è la bella stagione poiché l’inverno può rivelarsi impraticabile a causa del ghiaccio.

Il punto di partenza preciso è l’iconica palafitta in legno e lungo il tragitto si incontrano diverse panchine, zone ristoro e delle spiaggette dove potersi rilassare al sole.

Non lontano è possibile scorgere la Chiesa della Divina Madre Dolorosa, costruita nel 1904 dalla famiglia Hellensteiner e divenuta oggi un pittoresco luogo di culto per viaggiatori e alpinisti della zona. Il tragitto prosegue in un’atmosfera rilassata, addentrandosi nel fitto bosco di abeti da cui si scorge il lago dai mille colori sorprendenti. Superata una spiaggetta di sassi si arriva alla sponda orientale, quasi sicuramente la più spettacolare in quanto scavata nella roccia viva.

Infine, il Lago di Braies è un ottimo punto di partenza per fare altrettante escursioni che conducono alla scoperta di località poco lontane, ma tutte assolutamente meritevoli di una visita grazie alla loro bellezza naturalistica e importanza storica.

Non resta che correre in Alto Adige per andare a conoscere, a passo lento, alcuni dei panorami più belli di tutto il mondo.

Lago di Braies alto adige

Fonte: iStock

Il meraviglioso Lago di Braies
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Puoi soggiornare in un tempio giapponese tra gli antichi Patrimoni dell’Umanità

Chiudete gli occhi e immaginate un luogo silenzioso e solitario. Un posto che parla di passato e di presente, di bellezza e di natura, di pace e di spiritualità circondato da meravigliose fioriture che tingono tutto di rosa in primavera e di rosso in autunno, da cervi che passeggiano liberamente e da antichissimi monumenti culturali che sono stati dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.

Ora apriteli, perché questo luogo esiste davvero ed è pronto a realizzare i sogni dei viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Per scoprirlo, e viverlo, dobbiamo volare in Giappone e più precisamente a Nara, l’antica capitale del Paese situata a Honshu.

È proprio qui, tra santuari e opere d’arte di inestimabile valore, che è possibile vivere quella che è l’esperienza più affascinante e suggestiva di una vita intera: dormire in un tempio giapponese. Pronti a partire?

Benvenuti a Nara, l’antica capitale del Giappone

Raggiungere il Giappone, ed esplorarlo in lungo e in largo, è qualcosa che dovremmo fare tutti almeno una volta nella vita. Non è un caso, infatti, che il Paese del Sol levante popola da sempre le travel wish list dei viaggiatori di tutto il mondo. Le cose da fare e le destinazioni da esplorare sono tantissime e tutte, per un motivo o per un altro, sono destinate a incantare.

Ma c’è un luogo che, più di altri, vi permetterà di vivere un’avventura che non dimenticherete mai più. Stiamo parlando di Nara, l’antica capitale del Giappone situata nel territorio centro-meridionale di Honshu. I monumenti storici che appartengono alla città sono stati inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco e comprendono templi buddisti, un santuario shintoista, un palazzo e una foresta primordiale.

Le cose da fare e da vedere a Nara sono diverse, e tutte hanno a che fare con la cultura, la storia e la natura di questo territorio incredibile. Passeggiare nel parco cittadino, dove sorge il celebre tempio Tōdai-ji, è possibile avere incontri ravvicinati con i cervi che vivono in libertà, e che sono il simbolo della città. Nella zona orientale del medesimo parco, inoltre, si trova il santuario shintoista Kasuga Taisha, risalente al 768 d.C., che ospita più di 3000 lanterne.

Ed è proprio nei pressi del parco che vi invitiamo a restare, per vivere quella che è l’esperienza più straordinaria di una vita intera. Qui, infatti, esiste un altro tempio che è sede delle attività religiose della Jodo Shinshu ed è prenotabile su Airbnb per un soggiorno indimenticabile.

Nara, l'antica capitale del Giappone

Fonte: 123rf

Nara, l’antica capitale del Giappone

Dormire in un tempio giapponese nell’antica capitale del Giappone

Se avete sempre sognato di risvegliarvi circondati dall’atmosfera mistica e spirituale che avvolge i templi giapponesi, sappiate che a Nara potrete esaudire il vostro desiderio. Quello prenotabile su Airbnb, infatti, è uno dei pochissimi edifici sacri messi a disposizione degli ospiti.

Situato in una posizione privilegiata, e nei pressi del parco della città, questo tempio secolare è il luogo di partenza perfetto per andare alla scoperta dei siti culturali e naturali riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, della natura che caratterizza tutta l’area, ma anche delle grandi fioriture di ciliegio che esplodono in primavera. Durante la stagione, infatti, la città diventa il luogo prediletto di cittadini e viaggiatori che vogliono praticare l’Hanami.

L’alloggio, dicevamo, è situato nel parco del tempio dove si svolgono le attività religiose della Jodo Shinshu. La struttura ospita un giardino spazioso che si snoda su un’area di 300 metri quadri e una grande sala all’interno della quale c’è il santuario dove risiede il capo sacerdote.

La casa ha due camere da letto e può ospitare fino a un massimo di 9 persone per permettere agli ospiti di vivere e condividere una delle esperienze più straordinarie di sempre.

Dormire in un tempio giapponese a Nara

Fonte: Airbnb

Dormire in un tempio giapponese a Nara
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Viaggio a Tràng An, il complesso paesaggistico patrimonio Unesco

Un patrimonio mondiale dell’umanità che emoziona anche solo a immaginarselo. Situato alla sponda meridionale del delta del fiume Rosso, regione immensa del Vietnam, il complesso paesaggistico di Tràng An è uno spettacolo di picchi carsici calcarei e valli, molte delle quali parzialmente sommerse e circondate da ripide scogliere quasi verticali. Ciò che lo rende straordinario non è soltanto lo scenario che strega lo sguardo, al punto da far fatica a distinguere la realtà dalla fantasia, ma anche la storia che l’attraversa e che fa di questi luoghi un regno di scoperte uniche: basti pensare che vi sono presenti tracce di insediamenti umani risalenti ad almeno 30.000 anni fa.

L’antichissima e affascinante storia di Tràng An

Dove ci troviamo esattamente? L’area di pregio paesaggistico di Tràng An, patrimonio Unesco, è situata presso Ninh Bình, città capitale dell’omonima provincia nella regione del delta del fiume Rosso, nel Vietnam settentrionale, a poco meno di 100 chilometri a sud di Hanoi (ecco nove cose da fare quando ci andrete).

L’esplorazione di grotte a diverse altitudini ha rivelato tracce dell’attività umana per oltre 30.000 anni. Ci sono prove che dimostrano come i primi gruppi di cacciatori e agricoltori si siano adattati ai cambiamenti del paesaggio e a quelli climatici più estremi della storia recente del pianeta. Si può intuire come si siano sviluppate le abitudini delle popolazioni locali nei secoli grazie alla presenza di trenta siti archeologici disseminati nell’area, a pitture rupestri e a una incredibile varietà di strumenti in pietra primitivi.

Non sono solo le grotte e i loro tesori antichissimi a regalarci un viaggio indietro nel tempo. La storia millenaria dell’interazione tra esseri umani e natura selvaggia è racchiusa nelle pagode, nei templi e nei villaggi, ma soprattutto nei resti della città di Hoa Lu, la prima capitale del Vietnam indipendente, dopo i precedenti mille anni di dominazione cinese, stabilita strategicamente qui nel X e XI secolo d.C. A dimostrazione di come Tràng An abbia svolto un ruolo centrale nella storia politica della regione. Hoa Lu fu la capitale per 41 anni, fino al 1010, quando prese il suo posto come centro del potere politico la Cittadella imperiale di Thang Long, sede della corte reale fino al 1810. In seguito, la dinastia Trần trasformò quest’area in un centro religioso ed educativo dei membri reali e, da allora, è stata la culla della cultura e del buddismo del Vietnam fino ai giorni nostri.

Un paesaggio eccezionale che strega chiunque

Tràng An è di importanza mondiale per il suo paesaggio tropicale a dir poco eccezionale, con una varietà di coni e torri carsiche e un intricato sistema di corsi d’acqua sotterranei, alcuni dei quali navigabili. Le montagne spettacolari, le grotte segrete e i luoghi sacri di questo patrimonio paesaggistico e culturale creano uno scenario di una calma e bellezza surreali, tanto da ispirare le persone che lo hanno abitato per innumerevoli generazioni.

Tutte queste caratteristiche contribuiscono a creare un’esperienza multisensoriale per il visitatore, accentuata da colori contrastanti e sempre diversi: il verde intenso delle foreste, il grigio delle rocce calcaree e delle scogliere, il blu e smeraldo delle acque e l’azzurro brillante del cielo, cui si aggiungono quelli delle aree utilizzate dall’essere umano, tra cui le risaie dalle inconfondibili tonalità verdi e gialle. I visitatori, trasportati sui sampan – le tradizionali imbarcazioni di legno del posto – condotti da guide locali, sperimentano un’intima connessione con l’ambiente naturale e un rilassante senso di serenità e sicurezza. Semplicemente, un paradiso.

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Dormire nelle viscere della terra nella miniera Patrimonio Mondiale dell’Unesco

Esistono luoghi così belli da non sembrare veri. Posti che non si possono descrivere ma solo vivere, perché è così tanta la magia che li caratterizza che l’unico modo per assicurarsi che siano reali è quello di toccarli con mano.

Non sempre, però, questi posti sono visibili, o meglio non lo sono agli occhi dei meno attenti perché sono nascosti, celati e preservati alla stregua di un tesoro prezioso. Come quella miniera di sale secolare situata proprio sotto ai nostri piedi che conserva storie e leggende antiche, meraviglie attuali e incredibili tutte da scoprire.

Ci troviamo in Polonia, e più precisamente a Wieliczka, a pochi chilometri da Cracovia. È qui che esiste uno dei più straordinari monumenti della cultura materiale del mondo, una miniera di sale antichissima che si snoda per nove livelli, fino a superare i 300 metri di profondità. Non solo è possibile visitare tutte le bellezze che appartengono a questo posto, ma si può anche dormire nelle viscere della terra all’interno di questo Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Benvenuti nella Miniera di Sale di Wieliczka

Organizzare un viaggio in Polonia è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Le cose da fare e da vedere nel Paese dell’Europa centrale sono tantissime, e tutte sono destinate a sorprendere. Ma se è un’esperienza incredibile, unica e straordinaria che volete vivere durante il vostro prossimo viaggio, allora il consiglio è quello di raggiungere Cracovia.

A pochi chilometri dalla città, infatti, si trova uno dei più spettacolari monumenti del mondo, iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 1978. Stiamo parlando della Miniera di Sale di Wieliczka, un vero e proprio gioiello sotterraneo che non è paragonabile a niente di tutto ciò che abbiamo visto fino a questo momento.

Le origini della miniera sono antichissime. Utilizzata fin dal XIII secolo per l’estrazione del sale è stata fino al 1996 una delle più grandi imprese industriali di tutto il Paese. Oggi, invece, è un monumento caratterizzato dal fascino indiscusso accessibile a cittadini e viaggiatori che vogliono esplorare le viscere della terra.

La Miniera di Sale di Wieliczka, infatti, si snoda per nove livelli raggiungendo una profondità che supera i 300 metri. Le gallerie, che percorrono il sottosuolo per 300 chilometri, collegano i diversi ambienti. Ci sono le grotte, le chiese e le cappelle, i laghetti e numerosi ambienti che ospitano dettagli, sculture, decorazioni e arredi completamente realizzati col sale.

Non solo visite, chi giunge alla Miniera di Sale di Wieliczka può fare molto di più, può scegliere di dormire nel sottosuolo all’interno di un monumento dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Dormire nelle viscere della terra: un’esperienza indimenticabile

L’avventura nel sottosuolo, come abbiamo anticipato, non si limita a una semplice visita. I viaggiatori di tutto il mondo che giungono qui, infatti, possono scegliere di trascorrere notti indimenticabili nelle viscere della terra.

Qui, dove l‘aria è pura e satura di minerali, gli ospiti possono vivere un’esperienza fatta di benessere e relax, ma anche di suggestione e magia. I soggiorni nella Miniera di Sale di Wieliczka, permettono ai viaggiatori di dormire all’interno di stanze completamente fatte di sale, che non sono solo belle, ma fanno anche bene.

Il microclima presente in questo luogo, infatti, è privo di allergeni e ricco di micro elementi che fanno bene al corpo e all’organismo. All’aria salutare, inoltre, si aggiunge un’atmosfera fatta di silenzio e pace che appartiene per natura a quello che si trova sotto la superficie terrestre.

I soggiorni avvengono all’interno della Camera Słowacki, situata al terzo livello della miniera e completamente realizzata in sale, e nella Camera delle Scuderie della Montagna Orientale a una profondità di 135 metri.

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Ville, castelli e dimore: un itinerario da sogno

È un patrimonio dallo straordinario valore culturale e architettonico quello che custodisce il Veneto, plasmato da eleganti dimore, sontuose ville e notevoli castelli.

Oggi, dall’incontro dei proprietari di Ville Venete, Castelli e Dimore storiche, è nato il progetto turistico, unico al mondo, VilleCastelliDimore che offre ospitalità ed esperienze autentiche nel solco
della storia.

VilleCastelliDimore, una ricca offerta turistica ed esperienziale

La civiltà delle Ville Venete è un mondo tutto da scoprire” ha dichiarato l’assessore al turismo della Regione del Veneto Federico Canerperno attorno a cui una volta ruotava l’intero sistema sociale ed economico della Serenissima in terra ferma.
Sono simboli di arte, cultura ma anche di un virtuoso sistema che risulta straordinario per attrarre il turismo in luoghi che sono un grande tesoro della nostra terra. In un contesto di grande offerta, da quella vitivinicola all’esperienziale, attorniati da capolavori creati da architetti del calibro di Palladio e con opere di artisti come Veronese o Tiepolo.
Il progetto VilleCastelliDimore riunisce insieme eccellenze che sono autentici gioielli per offrire l’occasione di scoprire la grande ricchezza del territorio, The Land of Venice, compreso tra mare e laguna, colline e montagne, laghi e città d’arte”.

VilleCastelliDimore oggi si presenta al pubblico grazie a un portale dedicato dove è possibile conoscere la ricca offerta turistica ed esperienziale del gruppo di dimore e prenotare il proprio soggiorno per una vacanza all’insegna della bellezza, del relax, dell’enogastronomia e scegliere tra molteplici attività proposte come, ad esempio, assaggiare un vino d’eccellenza, la cui produzione risale a 1000 anni fa, comodamente seduti in splendide terrazze che si affacciano sui paesaggi UNESCO del Veneto.
Oppure passeggiare tra le splendide sale affrescate, accompagnati nella visita dal proprietario stesso, spesso discendente delle antiche famiglie patrizie della Serenissima.

Ma non è tutto: il portale accoglie anche i singoli desideri del visitatore, che possono spaziare dagli affitti in esclusiva per vivere momenti indimenticabili come matrimoni e cerimonie fino ad arrivare a eventi aziendali, team building e shooting.

Insomma, soggiorni, vacanze, arte, natura, cultura ed esperienze che spaziano dall’arte al relax, alle degustazioni di vini e prodotti del territorio per arrivare alle location più prestigiose per eventi grandiosi.

VilleCastelliDimore: “Esistiamo da sempre. È tempo di conoscerci”.

Il progetto d’eccellenza raccoglie 31 location di pregio a comporre una miriade di offerte turistiche che spaziano dal Delta del Po alle Dolomiti, dal Lago di Garda fino alla Riviera del Brenta, passando per i Colli Berici ed Euganei, fino alle Colline del Prosecco.

Le Dimore prescelte sono custodi di luoghi segreti, leggende di famiglia e racconti che si tramandano di generazione in generazione: durante la visita, infatti, potrete conoscere racconti di vita vissuta legati alle famiglie nobiliari che risalgono anche a mille anni fa.
O, ancora, antichi roseti, giardini segreti e leggende ricche di fascino e mistero.

Ecco alcune delle location esclusive da ammirare grazie a VilleCastelliDimore:

  • Serra di Villa Alpago-Novello a Frontin di Trichiana
  • Castello di Roncade nel silenzio della campagna veneta, ad appena mezz’ora di auto da Venezia
  • Villa Guerriera Rizzardi nel cuore di Bardolino
  • Parco Frasanelle gioiello sui Colli Euganei con villa cinquecentesca e la Grotta degli Innamorati
  • Villa Valmarana ai Nani a pochi minuti dal centro storico di Vicenza
  • Castello di San Salvatore nel cuore delle Colline del Prosecco
  • Villa Roberti a Brugine
  • Castello di San Pelagio a Due Carrare, Padova
  • Complesso di Valsanzibio a Galzignano Terme
  • Villa San Liberale a Feltre (Belluno)
  • Tenuta Ca’ Zen poco distante dal Parco del Delta del Po
  • Castello del Catajo a Battaglia Terme
  • Castelbrando a soli 50 minuti di auto da Venezia
  • Castello di Thiene tra Vicenza e Bassano del Grappa
  • Villa Tiepolo Passi alle porte di Treviso
  • Villa di Modolo a Belluno
  • Villa Stecchini a Romano D’Ezzelino
  • Tenuta Rechsteiner a Ponte di Piave
  • Villa Della Torre a pochi passi da Verona e dalle rive del Lago di Garda
  • Villa di Montruglio a Barbarano Mossano
  • Villa Foscarini Rossi sulle rive del Fiume Brenta, appena fuori dal centro storico di Padova
  • Palazzo Cortevigodarzere, a Padova
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Pulo di Altamura, una voragine nel paesaggio selvatico

È uno degli spettacoli della natura che non ti aspetti, un patrimonio paesaggistico da vivere e da scoprire nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, a sei chilometri da Altamura, la “città del pane DOP”: ecco il Pulo di Altamura, una suggestiva e profonda “voragine nel paesaggio selvaggio”.

Non passa certo inosservata: si tratta della più estesa dolina carsica dell’altopiano dell’Alta Murgia e appare davvero maestosa, sprofondando da 477 metri di altezza e arrivando ai 92 metri di profondità.

Il Pulo di Altamura: la nascita di un meraviglioso anfiteatro naturale

Una meraviglia naturale dal passato millenario di cui, tuttavia, si hanno ancora poche certezze.

Tra le ipotesi più accreditate, il Pulo si sarebbe formato grazie alla natura carsica del territorio: non a caso, nelle vicinanze possiamo osservare altri paesaggi simili, altrettanto interessanti, come il Pulo di Molfetta, il Pulicchio di Gravina e il Pulicchio di Toritto.

Gli squarci nel terreno, quindi, derivano dalla doppia azione chimica e meccanica dell’acqua nella massa rocciosa di natura calcarea, sulla base del fenomeno noto come carsismo.

Tutto il fascino di un luogo a contatto con la natura

La dolina carsica irrompe nel paesaggio dell’Alta Murgia e cattura irrimediabilmente lo sguardo, luogo arcaico immerso nel silenzio e nei profumi della macchia mediterranea, a pieno contatto con la natura.

Appare come una voragine nel terreno plasmata da due lame e pareti verticali dai colori accesi, punteggiate da innumerevoli anfratti e grotte (tra cui le cavità principali, la Grotta I e la Grotta II), abitate dagli ominidi e da quello che venne definito come “Uomo di Altamura“, i cui resti furono rinvenuti nel 1993 dando vita a una delle scoperte paleontologiche più incredibili effettuate in Italia.

La presenza dell’uomo continua poi per tutto il Medioevo e l’età moderna con la pratica di culti e lo sfruttamento di risorse: lo testimoniano i numerosi ritrovamenti umani, i ciottoli incisi e la celebre conchiglia di Cyprea, gioiello dell’antichità.

Come raggiungere il Pulo di Altamura

Il Pulo, magnifico scenario d’Alta Murgia, è la meta ideale per chi ama le escursioni in un contesto insolito e nella quiete più totale.

È raggiungibile a piedi oppure seguendo la pista sterrata sul suo bordo, dove si può parcheggiare l’auto.

Chi desidera avventurarsi lungo il piccolo sentiero, protetto in alcune zone da balaustre in metallo, deve imboccare il bordo della conca sulla destra e iniziare gradualmente la discesa: subito, ecco l’incanto dei vivi colori delle rocce tra cui cresce la campanula pugliese e svettano, forti e rigogliose, le piante di fico.

Sono momenti preziosi, in un luogo ameno e curioso, quasi surreale, da apprezzare, scoprire e ammirare passo dopo passo, una di quelle esperienze che lasciano sensazioni e ricordi indelebili.

Anche la risalita è semplice e tracciata. Prima di tornare al punto di partenza, però, è doveroso scendere i gradini della grotta che si incontra lungo il percorso: il panorama mozzafiato sulla dolina è difficile da descrivere a parole e sprigiona tutta la forza della natura.

La breve e appagante passeggiata si conclude poi lungo gli aridi e inconfondibili prati della Murgia.

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Colorati e bellissimi: i presepi che sono patrimonio dell’umanità

Il periodo dell’Avvento, si sa, è uno dei più magici dell’anno, lo stesso che ci permette di toccare con mano le tradizioni e le usanze dei Paesi e dei popoli di tutto il mondo. È questo, infatti, il momento migliore per organizzare viaggi che ci portano alla scoperta di tutte quelle città del pianeta che, in occasione del Natale, si sono trasformate in cartoline di immensa bellezza.

Lo hanno fatto grazie ai mercatini, quelli grandi, tradizionali e iconici, ma anche con l’allestimento di alberi maestosi e decorazioni sfavillanti che illuminano i percorsi urbani. Lo hanno fatto anche con i presepi, una tradizione secolare che viene perpetuata nelle case e tra le strade dei Paesi cattolici per celebrare la Natività.

E se è a caccia dei presepi più belli che volete andare quest’anno, allora c’è solo un posto da raggiungere, ed è la Polonia. Si perché a Cracovia sono stati già esposti i coloratissimi e bellissimi presepi artigianali, quelli che sono patrimonio dell’umanità.

A caccia dei presepi più belli del mondo

Allestiti durante il periodo natalizio, nelle case e tra le strade dei Paesi cattolici, i presepi rappresentano una delle tradizioni più belle, suggestive e sacre di tutto il mondo.

Questa rappresentazione figurativa della nascita di Gesù, affonda le sue origini in epoca tardo antica e medievale. Col tempo, le raffigurazioni, si sono sono fatte sempre più elaborate, diventando delle vere e proprie opere d’arte, come quelle esposte nella celebre via di San Gregorio Armeno.

E sono vere e proprie opere d’arte anche i Szopki, i presepi tradizionali di Cracovia che sono stati dichiarati dall’Unesco come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità nel 2018. Cosa hanno di speciale è evidente anche dalle foto, si tratta di capolavori artistici e artigianali che non solo celebrano la Natività, ma raccontano anche della città di Cracovia.

Le scenografie che fanno da sfondo alla Natività, infatti, parlano della città polacca attraverso tutta una serie di dettagli minuziosi e sapienti. Negli Szopki figurano monumenti ed edifici cittadini, ma anche eventi sociali e culturali ed eroi nazionali. Le dimensioni sono diverse, ci sono i presepi più piccoli, che possono essere appesi agli alberi di Natale, e quelli maestosi che possono raggiungere anche svariati metri di altezza.

Szopki, i presepi artigianali di Cracovia che sono Patrimonio dell'Umanità

Fonte: Getty Images

Szopki, i presepi artigianali di Cracovia che sono Patrimonio dell’Umanità

Dove vedere i presepi di Cracovia che sono patrimonio dell’umanità

La tradizione dei presepi polacchi risale al XIX secolo quando, nella città di Cracovia, diversi falegnami iniziarono a realizzare queste piccole opere d’arte durante l’anno, per poi distribuirle ai cittadini durante il periodo di Natale.

Venivano creati manualmente presepi piccoli, con legno e carta stagnola, che potevano essere esposti nelle case, o addirittura appesi agli alberi di natale. C’erano poi gli Szopki più grandi, che raggiungevano anche diversi metri di altezza, e che diventavano dei veri e propri capolavori scenografici.

Questa tradizione si è perpetuata fino ai giorni nostri, affinandosi sempre di più grazie a tecniche elaborate e sapienti che sono state tramandate da generazione in generazione.

Nel 1927, per dare più risalto agli Szopki, e coinvolgere i cittadini in quella che ormai era diventata un’usanza territoriale, è stato istituito un concorso che si tiene ancora oggi in città il primo giovedì di dicembre di ogni anno. Tutti i lavori vengono esposti in Piazza del Mercato, lì dove si possono ammirare presepi di immensa bellezza.

Se volete però scoprire la bellezza dei Szopki anche in altri momenti dell’anno, potete recarvi al Museo Storico di Cracovia, proprio lì dove esiste la più grande e strabiliante collezione di presepi del mondo.

I presepi di Cracovia durante la competizione

Fonte: Getty Images

I presepi di Cracovia durante la competizione
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In Norvegia esiste una chiesa di legno è Patrimonio dell’Umanità

Il mondo è pieno di luoghi incantevoli di cui non conosciamo l’esistenza, lo sappiamo. Eppure ciò non ci vieta di stupirci quando, davanti ai nostri occhi, ritroviamo dei capolavori che sembrano quasi inventati o che accendono le nostre fantasie più fanciullesche. Un esempio lampante è la chiesa di Urnes, in Norvegia: un vero capolavoro fatto di solo legno, che resiste nei secoli.

Vista da fuori, la chiesa di Urnes sembra un po’ un edificio fiabesco: una di quelle casette, per intenderci, dove vivrebbero i classici anti-eroi che solo nel corso della storia rivelano di avere un cuore d’oro. Invece, la sua storia è fatta di devozione, sentimento e tanto, tantissimo impegno.

La storia della chiesa di Urnes

La chiesa di Urnes sorge nella contea di Vestland, abbracciata da un panorama naturale mozzafiato. Di fatto si trova sul Lustrafjorden, il fiordo più lungo e profondo della Norvegia, in una posizione privilegiata che permetteva di abbracciare con lo sguardo una vista eccezionale su quelli che erano i doni che Dio ha fatto all’umanità. Peraltro, il luogo dove è stata eretta era già stato “casa” di due chiese precedenti, che però vennero abbattute per far posto a questo maestoso edificio.

Foto all'esterno della chiesa di Urnes Stave, in Norvegia

Si eleva su due livelli, adibiti al consueto uso delle funzioni religiose ed è costruita su pianta basilicale, com’era in uso nel Medioevo. Per farne ogni parte, però, sono state utilizzate delle resistenti doghe in legno, con pannelli, fasce ed elementi della tradizione scandinava finemente intagliati. Ogni piccola parte di questa chiesa è stata realizzata a mano e con gli strumenti del tempo, cosa che lascia immaginare quanta passione la permea.

Gli interni della chiesa di Urnes

D’altronde non è un caso che questa chiesa faccia parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco: è bellissima e unica nel suo genere. In base alle molteplici ricerche svolte in Norvegia e su territorio scandinavo è la più antica delle chiese in legno del territorio (se ne contano in tutto 1.300) ed è la sola ad avere degli interni così curati. Entrando, infatti, è possibile ammirare una serie di capitelli figurativi scolpiti con estrema cura.

Proprio questi capitelli, con le loro incisioni, rappresentano non solo dei manufatti artistici di enorme valore, ma hanno un ruolo ancor più importante: sono la testimonianza dell’unione e della fusione tra la cultura nordica precristiana, il credo e gli usi vichinghi e il cristianesimo che si diffuse in età Medievale.

La chiesa di legno Urnes Stave in Norvegia

In particolare è possibile ammirare delle immagini che hanno come protagonisti due animali: una creatura a quattro zampe, fiera e coraggiosa, che sembra un leone, e un serpente, che viene morso e attaccato. A un primo sguardo la presenza del serpente potrebbe sembrare legata alla tradizione cristiana, dove l’essere strisciante rappresenta Satana mentre il leone stilizzato dovrebbe rappresentare Cristo, che appunto combatte il diavolo.

Invece, si tratta di uno splendido connubio tra i due credo, perché la lotta tra il serpente e il leone potrebbe anche rappresentare l’inizio del Ragnarǫk, una delle battaglie più importanti della mitologia norrena. Il Ragnarǫk rappresenta infatti la lotta tra il bene, la luce e l’armonia e il male, le tenebre e il caso, e vedeva impegnate moltissime divinità venerate nei paesi scandinavi.

Alla scoperta della chiesa di Urnes

Di certo vorrete sapere se la chiesa di Urnes è attualmente visitabile: la risposta è sì. È aperta ogni giorno dalle 9.00 alle 16.00 e si può entrare dietro pagamento di un ticket che comprende una visita guidata. Ci si può arrivare con un lungo on the road di sei ore partendo Oslo o, in alternativa, soggiornando a Solvorn e raggiungerla approfittando del traghetto che va alla scoperta del Lustrafjorden.

Urnes Stave, una chiesa di legno suggestiva: i suoi interni

Non si svolgono funzioni religiose perché ha da tempo perso il suo uso parrocchiale, ma essendo ancora fortemente simbolica, è usata su richiesta per battesimi e matrimoni. Un consiglio? Visitare anche il cimitero medievale che la circonda, piuttosto spartano ma molto suggestivo ed estremamente spirituale.

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Pista ciclabile con vista sulla splendida laguna di Venezia

Una pista ciclabile sull’acqua, in uno dei punti più suggestivi d’Italia. La nuova pista ciclabile di Cavallino Treporti s’affaccia sulla meravigliosa laguna di Venezia, Patrimonio mondiale dell’Unesco. Lunga 20 chilometri, collega Cavallino al faro di Punta Sabbioni. Per 5 km corre sospesa sulla laguna, il tratto a sbalzo più lungo d’Europa.

Quest’opera innovativa e soprattutto sostenibile, motivo per cui è stata chiamata “Via del respiro”, è fondamentale per la valorizzazione di questo territorio.

La nuova “Via del respiro”

Una finestra unica sulle bellezze della laguna e che conduce fino alla porta di Venezia. La nuova ciclabile si conclude nel punto in cui campeggiano le paratie del famoso MOSE, entrato proprio di recente in funzione, e più in là si può godere dello skyline della Serenissima.

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Fonte: @Franco Cogoli

Una splendida opera d’ingegneria

Il momento migliore per percorrere la Via del respiro è all’alba o all’ora del tramonto, quando la luce calda contribuisce a rendere lo spettacolo unico al mondo.

La ciclabile a sbalzo più lunga d’Europa

Il primo tratto della ciclabile, lungo 3,5 km, era stato inaugurato un anno fa. L’innovativa struttura in acciaio e legno della pista ciclopedonale a pelo d’acqua era stata posata in via Pordelio.

La ciclopedonale è stata inserita in un più ampio progetto di riqualificazione del fronte lagunare e rappresenta per i visitatori, ma anche per gli abitanti, naturalmente, un luogo magico dove godersi la natura e una bellezza introvabile altrove: evocativo anche il nome scelto, Via del respiro.

Percorsa senza fretta, la nuova pista di Cavallino Treporti mostra tutta la sua bellezza, a ogni ora del giorno e della notte (grazie all’illuminazione a led): a fare da sfondo, l’inimitabile Venezia e le splendide isole di Torcello e Burano e, ora che i lavori sul waterfront di Punta Sabbioni sono stati conclusi, lo sguardo spazia dal MOSE fino all’orizzonte del Mare Adriatico e del Lido di Venezia.

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Fonte: @Franco Cogoli

Tramonto sulla ciclabile di Cavallino Treporti
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La nuova ciclovia, tra paesaggi incontaminati e gastronomia

È stata annunciata la creazione di una nuova rete ciclabile, che avrà lo scopo di valorizzare il turismo rurale e il patrimonio enogastronomico, grazie a un accordo raggiunto tra pubblico e privato. Questo network di percorsi ciclabili sarà realizzato secondo gli standard europei (European Cyclists’ Federation) e ha tutte le carte in regole per diventare un nuovo itinerario di grande successo.

La Ciclovia delle Alpi Orobie

La rete di piste ciclabili si chiamerà “Ciclovia delle Alpi Orobie” e il progetto “Orobikeando”. Si svilupperà in Lombardia, tra le province di Bergamo e Sondrio, per poi risalire verso le Alpi Orobie bergamasche, proseguendo poi sul versante valtellinese e arrivando fino a Tirano, al confine con la Svizzera.

Polmone verde impreziosito da pittoreschi borghi e da ambienti incontaminati, il territorio delle Alpi Orobie è un gioiello naturalistico perfetto per gli amanti della natura e delle attività all’aperto.

Tante ciclabili ne fanno una sola

Per realizzare la nuova ciclovia saranno riqualificati e collegati tra loro i percorsi ciclabili già esistenti, realizzando una vera e propria rete ciclabile delle Orobie che darà un forte impulso al turismo e quindi anche all’economia delle province di Bergamo e Sondrio, territori ricchi di tesori paesaggistici ed enogastronomici.

In particolare, la ciclovia si svilupperà lungo una superficie di 795 chilometri e comprenderà 64 tracciati che si snoderanno nel territorio di 139 Comuni. Il 47% dei percorsi ciclabili passano su aree protette. Inoltre, la Valtellina, la Val Brembana, la Val Seriana e il Lago di Iseo circondano una catena montuosa imponente con cime fino a 3.000 metri, laghetti, torrenti e cascate.

Pensati con l’obiettivo di essere percorsi da tutti, i tracciati ipotizzati dallo studio di fattibilità saranno di difficoltà varia. Dalle ciclopedonali classiche, con sede propria, agli itinerari con strade moderate e a basso traffico. Senza dimenticare la viabilità agro-silvo-pastorale e le strade campestri.

Le eccellenze gastronomiche

La ciclovia attraverserà un territorio che è anche ricco di eccellenze agroalimentari. Si contano infatti cinque formaggi DOP, diversi vini e vitigni, la famosa bresaola, la mela I.G.P., l’olio e varai frutti.

Sul percorso, lo studio ipotizza anche diverse tipologie di servizi, dalle aree di sosta breve a quelle dedicate alla sosta escursionistica fino a quelle di sosta prolungate dove ristorarsi. A questi potranno affiancarsi punti ristoro mobili, servizi di prossimità, come bar, rifugi, aziende agricole, negozi, punti noleggio e guide turistiche.

Passo San Marco, Alpi Orobie

Il Passo San Marco sulle Alpi Orobie in provincia di Bergamo