Categorie
Arte e cultura Asia Città d'Arte Idee di Viaggio mete storiche patrimonio dell'umanità siti archeologici Turchia Viaggi

Efeso, la città leggendaria dove la storia vive in ogni pietra

La Turchia ospita numerosi siti archeologici, alcuni dei quali sono di inestimabile valore storico. Ne è un esempio l’antica Efeso, che in passato fu la città più in vista dell’Impero Romano in Asia Minore e che oggi fa parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco, al punto da essere anche una delle mete culturali più rinomate di tutto il Mediterraneo.

Fondata più di 3.000 anni fa dagli antichi Greci per poi essere assoggettata da vari regni, ha ospitato molte culture differenti delle quali sono ancora ammirabili incredibili resti (quasi) perfettamente conservati, anche perché è stato sì un importante centro politico e commerciale, ma anche un rilevante centro religioso dell’antichità.

Perché è famosa Efeso?

Al giorno d’oggi Efeso è famosa per tantissimi diversi motivi, ma senza ombra di dubbio a renderla particolarmente nota è il culto di Artemide, dea alla quale gli abitanti dell’antica città chiedevano protezione. Alla stessa Artemide venne dedicato un tempio (di cui però oggi ci sono solo minimi resti), così decorato e sontuoso che venne considerato una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico. Vi basti pensare che Plinio il Vecchio lo descrisse come “Il più meraviglioso monumento della magnificenza greca”.

Inoltre, in questo stesso luogo si trovano anche tracce del Cristianesimo. Secondo la tradizione, infatti, l’apostolo Giovanni visse e morì proprio qui e si ritiene che persino la Vergine Maria abbia trascorso i suoi ultimi anni di vita in questa stessa zona.

Biblioteca di Celso, Efeso

Fonte: iStock@dem10

La straordinaria Biblioteca di Celso

Cosa vedere a Efeso

Camminare per le strade di Efeso permette di comprendere più a fondo quanto un tempo, questa, fosse una città potente e rigogliosa. In passato infatti si componeva di lunghi viali di marmo (alcuni ancora visibili) che collegavano le diverse aree, impreziosite da sfarzosi monumenti che, in parte, si possono ammirare ancora oggi.

Odeon

La prima meraviglia che si incontra varcando l’ingresso di Efeso è l’Odeon, che un tempo era il luogo di incontro per la vita politica e religiosa della città. Costruito in epoca augustea, poteva contenere fino a 5.000 persone che qui si riunivano per presenziare alle riunioni cittadine.

Agorà

Al cospetto dell’Odeon c’è l‘Agorà, ovvero quella che in passato rappresentava la parte più importante della città, dove si concentravano le attività politiche e sociali. Presenta una pianta rettangolare e, stando ai documenti, era circondata da alcuni degli edifici più importanti di Efeso, oltre a essere la culla di un tempio dedicato ad Augusto il cui scopo era divinizzare gli imperatori romani.

Prytaneion

Molto interessanti sono anche i resti del Prytaneion, la sede del senato cittadino. Pare, infatti, che proprio qui fosse custodito il focolare sacro di Efeso difeso dalla dea Vesta, la protettrice del senato romano. La fiamma era tenuta sempre accesa, come fosse eterna, e ardeva al centro della sala cerimoniale. Qui, tra le altre cose, dagli archeologi sono state ritrovate anche due statue di Artemide, oggi esposte nel Museo di Efeso.

Tempio di Domiziano

Decisamente affascinante è anche quel che rimane del Tempio di Domiziano, ovvero un magnifico architrave sorretto da due splendide colonne e due cariatidi. Tale tempio porta il nome di Domiziano perché fu lui a farlo costruire, ma in realtà fu dedicato a suo padre Vespasiano per via della damnatio memoriae (una pratica usata nell’antica Roma per cancellare ogni traccia dell’esistenza di una persona caduta in disgrazia) pronunciata nei suoi confronti.

Con le sue dimensioni di 50 x 100 metri, era uno degli edifici più imponenti di Efeso e conteneva alcune statue colossali, una delle quali (alta circa 5 metri) risiede oggi nel Museo di Efeso.

Tempio di Domiziano, Efeso

Fonte: iStock

Veduta dei resti del Tempio di Domiziano

Via dei Cureti

La Via dei Cureti era la seconda strada più importante della città e, ancora adesso, sfoggia una splendida pavimentazione in marmo. Vi sono anche resti di sepolcri, terme e templi e serviva per collegare l’Agorà Superiore all’Agorà Civile, dove si svolgeva il mercato popolare. Tale arteria stradale era intitolata ai Cureti perché erano dei semidei della mitologia greca che, si narra, avrebbero assistito Latona durante la nascita di Apollo e Artemide.

Domus terrazzate

Quel che rimane della Domus terrazzate fa capire quanto fossero eleganti e belle le residenze nobiliari della città, che si affacciavano persino sui palazzi più suggestivi di Efeso stessa. Con terrazzi, affreschi e mosaici ben conservati, erano dotate anche di impianti idraulici, riscaldamento a pavimento e bagni privati.

Tempio di Adriano

Originariamente possedeva un raffinato tetto in legno. Oggi non c’è più, ma è ancora possibile notare il suo maestoso arco principale sostenuto da quattro colonne corinzie. Il fregio del Tempio di Adriano è ricco di raffigurazioni mitologiche, tra cui scene di divinità e sacrifici rituali ed è perfettamente in grado di dare un’idea della magnificenza di quello che era l’edificio in passato.

Biblioteca di Celso

La Biblioteca di Celso è probabilmente il monumento più sorprendente di Efeso, un capolavoro ottimamente conservato e che non può non lasciare a bocca aperta. Eretta nel 114 d.C. per ricordare Caio Giulio Celso Polemeano (era il suo luogo di sepoltura e infatti vi è ancora custodito il suo sarcofago), vi erano conservate ben oltre 12.000 pergamene, tanto da essere una delle più grandi biblioteche del mondo.

Attualmente presenta una facciata monumentale, con colonne corinzie, nicchie con statue e un grande portale, che è stata progettata per creare un particolarissimo effetto ottico: dà un senso di maggiore altezza.

Via di Marmo

Come dice il nome, Via di Marmo, è una strada totalmente caratterizzata da questa pavimentazione. Un tempo era molto frequentata, mentre oggi è ornata dai resti di statue e colonne. Vi è inoltre anche Ninfeo di Traiano, una fontana che ospitava la statua dell’imperatore.

Teatro

Non poteva di certo mancare il Teatro di Efeso, le cui gradinate sono costruite sulla pendenza naturale del terreno. In stile ellenistico, poteva contenere fino a 25.000 spettatori ed è stato citato nel Nuovo Testamento come il luogo in cui San Paolo predicò il Cristianesimo, scatenando la reazione dei seguaci di Artemide. Una piccola curiosità: anche oggi è utilizzato, in alcune particolari occasioni, per concerti ed eventi.

Teatro di Efeso, Turchia

Fonte: iStock

Tutta la bellezza del Teatro di Efeso

Dove si trova e come arrivare a Efeso

Efeso sorge a poca distanza dalla città di Selçuk, nella provincia di Smirne (İzmir), sulla costa occidentale della Turchia. L’aeroporto più vicino è quello di Izmir Adnan Menderes (ADB), e da qui si possono prendere treni o autobus per Selçuk (circa 1 ora), ma anche taxi o auto a noleggio.

Il sito è meraviglioso, ma essendo molto esposto al sole è sempre il caso di portarsi acqua e cappello. In più, occorre indossare scarpe comode per via della pavimentazione e mettere in conto una visita di almeno 2-3 ore.

Orari e costi

Il sito archeologico di Efeso è aperto tutto l’anno, ma gli orari variano in base alla stagione:​

  • Orario invernale (1 ottobre – 31 marzo): 8:30 – 18:30​;
  • Orario estivo (1 aprile – 30 settembre): 8:00 – 20:00.

Per evitare code è consigliabile acquistare i biglietti in anticipo online o presso rivenditori autorizzati. Va comunque specificato che il biglietto d’ingresso non prevede la visita delle Domus terrazzate, per le quali è disponibile un pagamento a parte o un ticket cumulativo. Tuttavia, si consiglia di verificare gli orari e i prezzi aggiornati prima della visita, poiché non possiamo escludere che possano subire variazioni.

Categorie
Arte e cultura Europa patrimonio dell'umanità Posti incredibili Spagna Viaggi

El Capricho di Gaudí: il gioiello nascosto della Cantabria

Antoni Gaudí è stato uno degli artisti più straordinari del periodo a cavallo tra il Diciannovesimo e Ventesimo Secolo, conosciuto anche come il “plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro”. Quando si parla di lui la mente vola subito a Barcellona, dove sette delle sue opere rientrano nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO: la Sagrada Familia, Casa Batlló, Casa Milà e il Parco Güell.

Ma in pochi sanno che nel nord della Spagna, a Comillas, si trova un’altra meraviglia firmata dal famoso architetto catalano. El Capricho di Gaudí è il gioiello nascosto della Cantabria, regione autonoma e provincia della parte settentrionale del Paese.

Un capolavoro architettonico tra natura e fantasia

L’opera è stata realizzata tra il 1883 e il 1885 per l’avvocato Máximo Díaz de Quijano, un grande appassionato di musica. Proprio da questa passione prende il nome della costruzione: “capriccio” è un termine musicale, infatti, che indica una composizione libera e fantasiosa. Questa stessa idea di creatività si riflette proprio nel design di Gaudí, che rese El Capricho un’opera unica nel suo genere.

Dove si trova? In uno scenario incantevole e si distingue per il suo stile eclettico, dove si notano influenze orientali, gotiche e naturalistiche. Insieme al palazzo e ai padiglioni Güell e alla casa Vicens, El Capricho è una delle opere del periodo orientalista di Gaudí, durante il quale l’architetto ha esplorato forme decisamente audaci per le sue opere, utilizzando materiali in combinazioni mai viste prima.

Perché visitare El Capricho di Gaudí?

El Capricho, nonostante sia una meta meno famosa rispetto alla Sagrada Familia, al Parco Güell e Casa Battlò, è una meta imperdibile per gli amanti dell’arte e dell’architettura. Un’opera in grado di raccontare un lato probabilmente meno noto di Gaudí, immersa in un luogo incantevole come il borgo di Comillas, nella fantastica provincia di Cantabria, un territorio tutto da scoprire.

Visitare El Capricho di Gaudí è un’esperienza culturale unica. Non si tratta di una semplice villa, ma di una scoperta visiva e sensoriale senza precedenti. La torre cilindrica, ricoperta di piastrelle verdi e gialle, ricorda un minareto, in grado di donare un tocco esotico alla struttura, mentre le decorazioni a girasole riescono a donare luminosità alla facciata e gli interni, simboleggiando anche l’armonia che l’opera ha con la natura, con materiali come pietra, mattoni, ferro e ceramica, che creano un gioco di texture e colori unico. Insomma, un’opera di visitare, ma assolutamente da fotografare!

Quanto costa visitare l’opera di Gaudí?

Per visitare El Capricho è possibile acquistare i ticket sul sito ufficiale della villa. È possibile acquistare fra diverse opzioni. L’ingresso e la visita libera hanno un prezzo di 7€, o di 10€ se si sceglie l’ingresso libero e senza vincoli di data e ora, mentre l’ingresso e la visita guidata costano 10€, oppure 15€ se si sceglie l’ingresso libero.

La villa è aperta tutti i giorni, in Inverno, da Novembre a Febbraio, dalle 10.00 alle 17.30, in Primavera o Autunno, quindi da Marzo a Giugno ed Ottobre, dalle 10.00 alle 20.00, in Estate (Luglio e Agosto) dalle 10.00 alle 21.00 e a Settembre dalle 10.00 alle 20.00.

Le guide consigliano una permanenza minima all’interno di El Capricho di circa 30 minuti, per apprezzare l’opera in tutto il suo splendore e coglierne i dettagli.

Come arrivarci? El Capricho, a Comillas, dista circa 50 km da Santander, città dalla quale è possibile raggiungere l’opera in auto o in autobus, con collegamenti diretti.

Per chi ama l’architettura, l’arte e la natura, una visita a El Capricho di Gaudí è un’esperienza da non perdere, un tesoro nascosto della Cantabria che permette di ammirare il genio di Gaudí in un contesto davvero affascinante e lontano dalle solite mete turistiche.

Categorie
Arte e cultura Europa Grecia Idee di Viaggio luoghi misteriosi patrimonio dell'umanità Viaggi

Delfi, il sacro ombelico del mondo antico tra miti e profezie

Che la Grecia abbia una storia che affonda le sue radici in tempi assai lontani è noto a tutti, ma in molti forse non sanno che proprio in questo straordinario Paese risiedeva quello che era ritenuto il centro del mondo antico. La città in questione è Delfi, l’ombelico del mondo nella mitologia greca, che sorge tra i maestosi pendii del Monte Parnaso nella Focide e di fronte al Peloponneso, in quello che senza ombra di dubbio è un paesaggio naturale che incanta chiunque abbia il piacere di ammirarlo.

Inserita nel 1987 dall’UNESCO nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità, si distingue per essere un luogo di straordinaria importanza culturale e spirituale, uno di quelli in cui vale la pena arrivare almeno una volta nella vita. Del resto, era proprio qui che risiedeva il famoso Oracolo, una donna che, seduta su uno scranno d’oro, entrava in una sorta di trance per mettersi contatto con il dio Apollo e predire il futuro.

Cosa vedere nel sito archeologico di Delfi

Il sito archeologico di Delfi, in Grecia, permette di fare un vero e proprio viaggio nella storia, tanto da essere una tappa fondamentale per gli appassionati di Grecia antica. Basta una giornata per scoprire tutte le sue straordinarie meraviglie, attrazioni legate ad antiche leggende e molto altro ancora.

Tempio di Apollo

Il Tempio di Apollo è il fulcro di questa straordinaria città e simboleggia l’importanza spirituale e culturale dell’antica Grecia. Risale VI secolo a.C. e il visitatore oggi può osservare colonne e frammenti di sculture, che nonostante il passare del tempo sono ancora in grado di evocarne la grandezza.

Tesoro di Sifnos

È praticamente impossibile rimanere impassibili quando si arriva al Tesoro di Sifnos: è un esempio eccellente di arte e architettura dell’antica Grecia. Si caratterizza per un elegante stile ionico, e in passato era impreziosito con sculture che narravano miti e leggende.

Tesoro degli Ateniesi

Non è di certo da meno il Tesoro degli Ateniesi, che è stato edificato per commemorare la vittoria degli Ateniesi nella Battaglia di Maratona (490 a.C.). Si tratta di un edificio in stile dorico in cui venivano depositate offerte votive e tesori dedicati ad Apollo, e che simboleggiava la potenza e la gratitudine di Atene nei confronti del dio.

Teatro

Sul fianco del Monte Parnaso è possibile ammirare, scavato nella roccia, il Teatro di Delfi che in tempi assai lontani poteva ospitare circa 5.000 spettatori, che riuscivano ad assistere a spettacoli e a una vista mozzafiato sulla valle sottostante e sul santuario di Apollo.

Teatro di Delfi, Grecia

Fonte: iStock

L’incredibile Teatro di Delfi, in Grecia

Stadio

C’è poi lo Stadio che è posto sulla sommità del sito archeologico e che può vantare la caratteristica di essere uno dei meglio conservati dell’antica Grecia. In passato ospitava i Giochi Pitici (secondi per importanza solo a quelli Olimpici).

Ginnasio

Non poteva di certo mancare il Ginnasio, con palestre per l’allenamento, aule per lezioni e discussioni filosofiche, e persino spazi per il bagno rituale.

Santuario di Atena Pronaia

Infine il Santuario di Atena Pronaia che rappresentava l’ingresso al Tempio di Apollo. A colpire era soprattutto il Tholos, un’architettura circolare con colonne doriche e corinzie, che simboleggiava armonia e bellezza.

Perché Delfi è il centro del mondo antico?

Ci sono varie versioni di miti e leggende sul perché Delfi sia l’ombelico del mondo antico, ma tutte sono d’accordo su un punto in particolare: la città rivestiva all’interno della religione e della civiltà greche un ruolo ben più che importante.

Secondo la mitologia, infatti, proprio da queste parti si incontrarono due aquile mandate da Zeus e partite dai confini dell’universo, il cui scopo era quello di trovare il centro del mondo dell’epoca. Stando ad altre leggende, Delfi, prima di questo evento, era legata al culto della Madre Terra, la dea primordiale Gea, e custodita dal temibile serpente Pitone.

Tempio di Apollo, Delfi

Fonte: iStock

Veduta del Tempio di Apollo

Apollo, travestito da delfino, giunse fin qui per fondare il suo Tempio, ma per farlo dovette uccidere lo stesso Pitone, figlio di Gea. Fu così che, nell’esatto punto in cui venne effettuato l’assassinio, fu posto un “omphalos”, ovvero un masso sacro che simboleggiava il centro del mondo.

Come accennato, inoltre, il nome di Delfi è anche indissolubilmente legato al più venerato e rispettato Oracolo della religione greca che, sempre stando alla tradizione, era una donna: la sacerdotessa Pizia.

Perché è importante l’oracolo di Delfi

All’epoca tale Oracolo era considerato la fonte religiosa più autorevole che esistesse e Pizia, ovvero colei attraverso cui si esprimeva Apollo, era in grado di fornire diversi importanti responsi, come quello riguardante la fondazione di Siracusa e Crotone. In sostanza, le risposte che elargiva erano sì enigmatiche, ma anche del tutto capaci di condizionare le scelte su vari temi, come l’entrare in guerra o il luogo in cui dare vita a una nuova città.

Le profezie accadevano durante i nove mesi più caldi di ogni anno, il settimo giorno di ogni mese, e la Pizia accettava domande da tutti i membri della società greca.

Si narra, tuttavia, che ci fu persino un caso in cui l’Oracolo si rifiutò di dare risposte, ovvero quando arrivò al suo cospetto (in uno stato di alterazione) Eracle, figlio di Alcmena e di Zeus. Stando al mito, infatti, fu Apollo in persona a dover intervenire per placarlo.

Categorie
Bangkok Città d'Arte Cosa vedere in 1 giorno Idee di Viaggio itinerari culturali patrimonio dell'umanità Viaggi Viaggi Relax

Viaggio ad Ayutthaya, l’antica Capitale della Thailandia

Tutti conosciamo Bangkok come la Capitale della Thailandia, ma guardando indietro nel tempo basta poco per scoprire che non è sempre stato così: quando il Paese si chiamava Regno del Siam la città principale era Ayutthaya, che ha rivestito il ruolo di Capitale per ben quattro secoli. Da queste parti, oggi, sopravvivono ancora tantissime rovine che raccontano la sua gloriosa storia, quella di una località che sorge alla confluenza di tre importanti fiumi: il Chao Phraya, il Pa San e il Lopburi e che per la sua rilevanza storica ed archeologica è stata inserita fra i patrimoni dell’umanità UNESCO nel 1991.

Sono diversi i punti d’interesse da visitare, poiché in passato vantava ben 3 palazzi reali e quasi 400 templi. Oggi, purtroppo, sono rimasti in piedi molti meno ma con una gita di un giorno da Bangkok è davvero possibile ammirare tutto il meglio di questa antica città, attualmente trasformata in parco storico. Scopriamo insieme cosa vedere assolutamente.

Wat Phra Si Sanphet

Il Wat Phra Si Sanphet è una di quelle attrazioni che bisogna scoprire ad Ayutthaya obbligatoriamente: è il complesso più grande e importante dell’antica città, da molti ritenuto come il più bel luogo sacro dell’area. Distrutto in parte durante la conquista birmana del 1767, in passato ospitava anche una veneratissima statua del Buddha alta 16 metri ricoperta d’oro, mentre oggi si distingue per la presenza di tre peculiari edifici a punta, così incredibili che hanno persino ispirato il modello per la costruzione del Palazzo Reale di Bangkok.

Wat Phra Mahathat

Non è di certo da meno il Wat Phra Mahathat, che anzi incuriosisce perché qui è custodita un’opera dedicata al Buddha assai bizzarra: la testa di questa importante figura spirituale e religiosa è conservata tra i rami e le radici di un albero di banyan, come se fosse diventata tutt’uno con la natura. Inoltre, questo è anche uno dei monumenti più datati dell’antica Capitale della Thailandia e persino un edificio nato per rappresentare il Buddha stesso.

Wat Phra Mahathat, Thailandia

Fonte: iStock

La testa del Buddha nel Wat Phra Mahathat

Di notevole interesse sono anche le antiche torri (dove sono stati rinvenuti un gran numero di oggetti preziosi), la pagoda ottagonale, la base in gesso di un’immagine del Buddha, il Prang con dipinti sulla vita del Buddha, la sala adibita a residenza del Patriarca supremo buddista e altri piccoli Viharn.

Wat Chaiwatthanaram

Il nome tradotto è “Tempio della Prosperità e della Vittoria”, e ancora oggi il Wat Chaiwatthanaram è considerato uno dei più grandiosi ed imponenti templi di Ayutthaya. Oltre ad avere un’affascinante posizione, colpisce per la presenza di una grandiosa torre centrale che raggiunge i 35 metri di altezza e per le sue 8 torri decorate con 120 statue di Buddha seduti (decapitati).

Wat Ratchaburana

Poi ancora il Wat Ratchaburana, conosciuto nella storia come il luogo in cui i due fratelli del re Boromaraja si affrontarono in combattimento per la successione al trono. Lo scontro finì con la morte di entrambi, e per questo il sovrano fece costruire il tempio, quindi con il preciso scopo di custodirne le ceneri. Il visitatore non può che rimanere incantato dall’alto Prang centrale, uno dei più incredibili della città, circondato da quattro statue del Buddha in piedi e con intarsi in stucco di fiori di loto e creature mitologiche. Si ha anche l’opportunità di andare all’interno della torre e scendere fino alla piccola cripta con una volta affrescata.

Wat Lokayasutharam

Non si hanno molte informazioni precise sul Wat Lokayasutharam, se non che venne distrutto durante l’invasione birmana del 1767. Quel che resta oggi, infatti, è il Prang principale alto 30 metri, la Ubosot (Sala dell’Ordinazione), tre Viharn una a fianco dell’altra e un enorme Buddha sdraiato (è lungo ben 42 metri ed alto 8 metri).

Wat Lokayasutharam, Atuttaya

Fonte: iStock@Goldquest

Il Buddha sdraiato del Wat Lokayasutharam

Wat Phanan Choeng Worawihan

L’ultimo luogo di Ayutthaya che vale la pena scoprire durante una visita giornaliera è il Wat Phanan Choeng Worawihan, che comprende tre strutture principali:

  • Viharn: con una statua del Buddha di ben 19 metri in altezza considerata una delle immagini sacre più belle ed antiche della Thailandia;
  • Ubosot: con tre immagini del Buddha;
  • Santuario Cinese: realizzato in onore della principessa Soi Dok Mak.

Come arrivare ad Ayutthaya da Bangkok

Ayutthaya sorge a circa 80 km di distanza da Bangkok, e per questo (e anche per i facili ed economici collegamenti) è spesso inserita nel proprio itinerario come meta per una gita in giornata. A disposizione dei viaggiatori ci sono diversi mezzi di trasporto, come autobus, treno e traghetto. Il più gettonato è il treno in partenza da Bangkok, che richiede circa due ore di tempo per raggiungere Ayutthaya dalla stazione di Hua Lamphong.

I convogli partono ogni 30-60 minuti, ma è assolutamente consigliato controllare gli orari sul sito delle ferrovie thailandesi. In alternativa, si possono organizzare anche gite con minivan o tour privati comprensivi di guida turistica.

Come visitare Ayutthaya

Ayutthaya è molto grande e per tale motivo (soprattutto se si vogliono ottimizzare i tempi) non è consigliato visitarla a piedi. Tra le soluzione più amate dai viaggiatori c’è il noleggio di una bicicletta, anche perché il parco è tutto in pianura. È bene sapere, però, che occorre far salire la due ruote su una barca utile ad attraversare la sponda di un fiume, pagando un pedaggio di qualche centesimo di euro, per poi arrivare all’ingresso del parco archeologico.

Wat Chaiwatthanaram, Ayuttaya

Fonte: iStock

Il maestoso Wat Chaiwatthanaram

Oppure, è possibile affittare un motorino o utilizzare i pittoreschi tuk-tuk. Altre informazioni da sapere per visitare Ayutthaya sono che ognuno dei templi ha un costo diverso (il massimo a cui si arriva è di circa 50 bath, che corrispondono a 1,30 euro) e che si può optare anche per degli “abbonamenti” per più attrazioni a 200 bath (poco più di 5 euro). Infine gli orari di visita, ovvero dalle 8:30 del mattino fino alle 6 del pomeriggio, ma anche in questo caso vi consigliamo di visitare i siti di ufficiali.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali musei musica New Orleans patrimonio dell'umanità Viaggi

New Orleans, cosa vedere e cosa fare nella città del voodoo

Viene chiamata amichevolmente ‘The Big Easy”, un soprannome che evoca quella particolare atmosfera vivace e rilassata, il ricco patrimonio culturale, la scena musicale e lo stile di vita generalmente spensierato che differenzia la splendida New Orleans dalle altre città statunitensi. Inoltre, un’altra caratteristica che avvalora la sua atmosfera da vita lenta, è il fatto di essere una città facilmente esplorabile a piedi.

Gran parte del centro storico è stato progettato nel XVIII secolo, quindi le strade si prestano a essere percorse con una tranquilla passeggiata. Qui, a differenza della maggior parte delle città americane, viaggiare in auto è spesso superfluo. E così, lasciandovi avvolgere dal suo fascino d’altri tempi, scoprirete cosa vedere e cosa fare, dal visitare il Museo d’Arte o il Museo Nazionale della Seconda Guerra Mondiale all’assistere a un concerto di musica dal vivo. D’altronde siete a New Orleans, la musica non può assolutamente mancare nel vostro itinerario.

Dove si trova New Orleans

New Orleans si trova nel sud degli Stati Uniti d’America, precisamente nello stato della Louisiana. Appartiene alla regione del delta del Mississippi ed è situata lungo entrambe le rive del fiume: i suoi quartieri più famosi, come il celebre Quartiere Francese, si trovano sulla riva sinistra.

Cosa vedere a New Orleans

Qui abbiamo raccolto le nostre scelte su cosa vedere a New Orleans, coprendo sia i classici che le attrattive più insolite, così da aiutarvi a pianificare al meglio il vostro viaggio.

I cimiteri di New Orleans

Potrebbe essere un po’ insolita come cosa da vedere a New Orleans, ma in realtà i suoi cimiteri rappresentano un luogo fondamentale per approfondire la storia della città. Le famose tombe e i mausolei sono realizzati fuori terra in marmo, una soluzione elaborata in passato per contrastare il problema del terreno umido e paludoso. Spesso chiamati ‘città dei morti’, offrono un’esperienza allo stesso tempo cupa e affascinante che, nei cimiteri più famosi, può essere vissuta in compagnia di una guida che vi racconterà con cura la storia del luogo.

I cimiteri a New Orleans sono tantissimi e, a meno che non siate storici appassionati al tema, visitarli tutti è quasi impossibile. Se volete vederne alcuni, potete cominciare dal St. Louis Cemetery, location del famoso film Easy Rider, dov’è presente la tomba di Marie Laveau, la Voodoo Queen di New Orleans. Se siete appassionati di musica, sicuramente vi piacerebbe visitare il Lafayette 2 dove sono sepolti tanti musicisti famosi come Edgar “Dooky” Chase Jr., Paul Barbarin, Danny Barker ed Ernie K-Doe.

St. Charles Avenue

Tra le strade più famose di New Orleans c’è St. Charles Avenue. Estendendosi attraverso due quartieri (sia il centro che Uptown), la strada, ricca di storia, è lunga più di otto chilometri e possiede una propria linea di tram che sicuramente avrete visto nella maggior parte delle foto scattate in città. Conosciuta come una delle arterie residenziali più importanti della città, qui sono presenti numerose dimore storiche che cominciarono a comparire a partire dal 1800.

Il viale alberato St. Charles Avenue, infatti, ospita case maestose risalenti al XIX e XX secolo, le quali sfoggiano facciate a doppia galleria e dettagli in stile neoclassico greco e italiano. Gli appassionati di architettura si entusiasmeranno per siti come Gallier Hall, The Elms Mansion e la Wedding Cake House all’angolo tra Rosa Park e St. Charles.

Tram New Orleans

Fonte: iStock

Il tram storico che percorre St. Charles Avenue

I musei della città

Nella città di New Orleans c’è un museo per tutti! All’interno delle loro sale potrete scoprire le storie dietro i costumi e la cultura del Mardi Gras (il Carnevale) o immergervi nella più grande collezione d’arte degli Stati Uniti del Sud. Nel Museo d’Arte di New Orleans, infatti, troverete splendide collezioni con opere francesi e americane, oltre che mostre itineranti che spaziano dalla moda ai media digitali. Il museo merita una visita anche solo per l’edificio in cui è ospitato, situato all’interno di City Park, imponente e grandioso con le sue pareti di alabastro e le colonne greco-romane.

Particolarmente interessante è anche il Backstreet Cultural Museum, situato in uno dei più antichi quartieri afroamericani del Paese. Tra le collezioni più interessanti citiamo quella dedicata alle maschere e ai costumi di Mardi Gras, riccamente decorate con paillettes e perline, dalle influenze africane e dei nativi americani. La collezione include anche informazioni e manufatti relativi ai funerali jazz, alle “second lines” e ai “social aid and pleasure clubs”. Le mostre sono principalmente permanenti, anche se si tratta di un archivio in continua crescita di costumi, manufatti, cimeli, fotografie e film.

Le case degli scrittori americani più famosi

Non solo musicisti, l’atmosfera di New Orleans ha attirato a sé anche alcuni dei più importanti scrittori americani. “A New Orleans sentivo un piacevole sentimento di libertà. Qui potevo riprendere fiato”, lo disse durante un’intervista Tennessee Williams che visse in un appartamento al 722 di Toulouse dal 1938 al 1939 (ora parte della Historic New Orleans Collection), e in una casa a schiera al 632 di St. Peter St. nel 1946-1947. È qui che scrisse l’opera teatrale “Un tram che si chiama Desiderio”. Successivamente, nel 1962, Williams acquistò una casa a schiera al 1014 di Dumaine St.

Tra gli altri scrittori che vissero a New Orleans citiamo George Washington Cable, Kate Chopin e William Faulkner, che qui scrisse il romanzo “La paga dei soldati” mentre viveva al 624 di Pirate’s Alley, vicino all’iconica Cattedrale di St. Louis.

Cosa fare a New Orleans

Non solo cose da vedere, New Orleans è una città che si vive anche e soprattutto attraverso diverse esperienze, dall’ascoltare un concerto di musica jazz ai tour a bordo dei suoi tram storici.

Partecipare a un tour guidato

Soprattutto se avete poco tempo, il modo ideale per scoprire la città è partecipando a un tour guidato. A New Orleans sono davvero tantissimi! Dai classici tour a piedi, grazie ai quali visiterete i luoghi principali, dal French Quarter al Garden District, da Lafayette Cemetery a Frenchman Street, a quelli più particolari e divertenti come il ghost tour e il voodoo tour, organizzati solitamente di sera per creare un’atmosfera più inquietante.

Se cercate un tour più rilassato, l’ideale è salire sul battello a vapore Natchez per una crociera giornaliera che vi permetterà di approfondire la storia di New Orleans e del fiume Mississippi. In base al tour scelto, potreste avere anche musica jazz dal vivo. Oppure, se è proprio la musica l’aspetto che vi interessa, potreste partecipare al New Orleans Music & Heritage Tour: la visita inizia alla Louisiana Music Factory e racchiude tre secoli di storia musicale approfondendo luoghi storici come il Royal Orleans Hotel, da sempre uno dei preferiti di Led Zeppelin, Jefferson Airplane e The Grateful Dead, il tutto con i brani chiave condivisi tramite un altoparlante bluetooth.

Battello a vapore New Orleans

Fonte: iStock

Il battello a vapore Natchez

Salire sui tram storici

Tra i mezzi migliori per vedere la città ci sono i tram storici. Questi sono ideali per esplorare in modo economico e confortevole le numerose aree di New Orleans. Ci sono quattro linee distinte, ognuna con partenza dal centro, che vi porteranno attraverso il Quartiere Francese e oltre, in luoghi che altrimenti potreste non avere l’opportunità di visitare se non avete abbastanza tempo a vostra disposizione.

Prima di salire, ricordatevi alcune informazioni utili: se pagate in contanti, è necessario avere il resto esatto. Per gli adulti, il biglietto costa 1,25 dollari a corsa (i bambini dai cinque anni alla scuola superiore pagano 0,50 dollari e gli anziani/passeggeri con disabilità 0,40 dollari). Se volete pagare senza contanti, potete scaricare Le Pass, l’app ufficiale della New Orleans RTA, per visualizzare i percorsi con aggiornamenti in tempo reale, acquistare pass e ottenere maggiori informazioni sull’accessibilità.

Assistere a un concerto di musica jazz

Se volete assistere a un concerto in uno dei luoghi più autentici della città, andate al The Spotted Cat Music Club. In questo piccolo bar avrete l’occasione di ascoltare quartetti e quintetti di ottoni, assoli di clarinetto e voci potenti e swing. Il venerdì e il sabato sera potrebbe essere un po’ affollato, i giorni feriali invece sono una buona occasione per avvicinarsi alla band senza troppa folla. L’ingresso è gratuito, ma è necessario consumare almeno una bevanda.

Entrare alla Preservation Hall

Bisogna arrivare in anticipo e avere un po’ di pazienza per riuscire ad aggiudicarsi questa esperienza, ma ne vale davvero la pena. All’interno di un fatiscente edificio su St. Peters Street, nello storico Quartiere Francese, si trova uno dei locali di musica più rispettati al mondo, considerato la casa spirituale del jazz di New Orleans: la Preservation Hall.

Si tratta di una piccola stanza quadrata con alcuni posti a sedere e un piccolo palco dove la Preservation Hall Jazz Band, custode delle tradizioni del jazz di New Orleans com’era nel suo periodo d’oro cento anni fa, suona quattro o cinque set incandescenti di un’ora ogni sera per le circa 100 persone che riempiono le panchine.

Categorie
Asia itinerari culturali mete storiche Notizie patrimonio dell'umanità Siria siti archeologici Viaggi

Palmira potrebbe rinascere, la situazione nel sito archeologico in Siria

Distrutta dagli attacchi delle milizie dell’ISIS dieci anni fa, l’antica città di Palmira, in Siria, potrebbe tornare al suo originale splendore grazie all’opera di studiosi, storici e archeologi. Il sito, di enorme importanza nel corso dei secoli passati, crocevia di culture nel corso dei secoli, da quella greca all’islamica, passando per romani e persiani, nell’antichità era anche chiamata la Sposa del Deserto. Era considerata, infatti, una sorta di oasi per viaggiatori e mercanti che si cimentavano nell’attraversamento delle regioni desertiche della Siria e uno snodo chiave dell’antica rete della Via della Seta. Situata nel deserto siriano, a circa 250 chilometri da Damasco, è nota per le rovine di epoca romana risalenti a 2.000 anni fa. Nel 1980 era stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

La rinascita di Palmira

Di recente, gli esperti si sono ritrovati sul sito dell’antica città romana per capire come ripristinare l’area e tornare a farne un luogo di interesse turistico, gettando così le basi per un rilancio. A oggi, Palmira è in gran parte un insieme di colonne frantumate e di templi danneggiati. I lavori per il recupero di Palmira sono già iniziati qualche anno fa grazie ai fondi raccolti dall’Unesco che è intervenuta con 150mila dollari per il recupero del Portico del Tempio di Bel, nonostante ci siano dubbi sull’effettivo intervento.

Nell’ottobre del 2017 è stato, invece, completato il restauro del leone di Al-lāt (una scultura del I secolo d.C.) da parte del Museo Nazionale di Damasco. Anche l’Italia ha avuto un ruolo grazie all’invio di ricercatori che si sono resi protagonisti del restauro di due statue funerarie dal duplice valore, storico e morale. Queste vennero, infatti, nascoste fuori dalla città dall’archeologo e direttore del Museo e del sito archeologico di Palmira Khaled al-Asaad, ucciso proprio dall’ISIS, che fino all’ultimo provò in tutti i modi a tutelare questo patrimonio della Terra.

PALMIRA-SIRIA

Fonte: ANSA

Palmira, la Sposa del Deserto

Purtroppo, nel corso degli ultimi dieci anni, molte razzie sono state fatte, ha spiegato Ayman Nabu, ricercatore ed esperto di rovine. Sette delle sculture rubate per fortuna sono state recuperate e messe in un museo a Idlib, altre 22, invece, sono state portate fuori clandestinamente. Molti pezzi sono probabilmente finiti nei mercati clandestini o in collezioni private.

La distruzione di Palmira

Le milizie dell’ISIS distrussero il sito archeologico tra il 2015 e il 2016. Le immagini drammatiche della devastazione fecero il giro del mondo. Prima della rivolta siriana, iniziata già nel 2011 e poi degenerata in una guerra civile, Palmira era la principale destinazione turistica della Siria, in grado di attirare circa 150.000 visitatori al mese. I militanti dell’Isis hanno distrutto i templi storici di Bel e Baalshamin e l’Arco di Trionfo di Palmira, considerandoli monumenti all’idolatria. Molti degli edifici rimasti in piedi sono comunque stati danneggiati e gli affreschi ricoperti di scritte. Il lavoro di recupero sarà lungo, ma non perdiamo la speranza di poter tornare a visitare uno dei luoghi del potere più importanti del passato e soprattutto simbolo di civiltà.

Categorie
Europa Grecia itinerari culturali mete storiche musei Notizie patrimonio dell'umanità siti archeologici Viaggi

La Grecia avrà un nuovo museo, e sarà bellissimo

Su tutto il territorio greco sono presenti tantissimi siti archeologici, alcuni dei quali figurano con orgoglio nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Potreste facilmente organizzare un viaggio in Grecia esclusivamente a tema archeologico ed essere certi di non annoiarvi! Questo è quello che succede in superficie…e sott’acqua?

Lo studio dell’oceanografia riunisce diversi campi, compreso quello dell’archeologia. Gli archeologi marittimi, o subacquei, studiano i manufatti e i siti sommersi in laghi, fiumi e oceani riportandoli in superficie per analizzarli e approfondire così la conoscenza che abbiamo del passato storico di un luogo. Ed è proprio a questi reperti che la Grecia vuole dedicare un intero museo che prevede di aprire entro il 2026.

Il nuovo Museo delle Antichità Sommerse

Negli ultimi giorni, l’idea di creare uno dei più grandi progetti culturali della Grecia sta per diventare realtà. La ministra della cultura greca, Lina Mendoni, insieme al primo ministro Kyriakos Mitsotakis, hanno visitato il cantiere in cui verrà costruito il nuovo Museo delle Antichità Sommerse, pensato per valorizzare e far conoscere il profondo legame che il Paese ha con il mare in un periodo di oltre 3.000 anni.

Il museo, che occuperà una superficie di 26mila metri quadrati, finanziato dall’Unione Europea con un budget di oltre 93 milioni di euro, ospiterà oltre 2.500 reperti antichi rinvenuti nei mari greci, molti dei quali sono attualmente conservati a Pylos, nel Peloponneso, e nelle isole di Rodi e Paros.

Gli spazi del museo saranno pensati per permettere ai visitatori di esplorare diversi temi che spaziano dalla storia marittima antica alla navigazione moderna, nonché l’impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini. Il complesso museale comprenderà un anfiteatro, un’esposizione acquatica e conserverà punti di riferimento locali come la storica torre dell’orologio SILO del 1936.

Come ha dichiarato Mitsotakis: “Questo è un museo di cui la Grecia aveva bisogno da decenni. Data la profonda relazione della nostra nazione con il mare, i visitatori avranno l’opportunità di vivere questo patrimonio marittimo unico in un ambiente all’avanguardia“.

Dove e quando verrà aperto il nuovo museo

Questo ambizioso progetto esporrà la ricca storia marittima della Grecia attraverso reperti recuperati esclusivamente dal mare. Dove verrà costruito? La location del museo non è casuale. Questo, infatti, verrà costruito nel porto di Pireo, considerato oggi uno dei porti più importanti del Mediterraneo, lo era già nell’antichità. In passato, infatti, costituiva uno snodo cruciale per i commerci e le campagne belliche: è da qui che partivano le triremi, le navi da combattimento, per prendere il largo nell’Egeo.

Nel piccolo museo archeologico della città sono attualmente esposti un ariete navale in bronzo e l’occhio in marmo di una trireme del IV secolo. Presto, a partire dall’estate del 2026, avrete l’opportunità di ammirare questi e gli altri reperti che verranno esposti all’interno del nuovissimo Museo delle Antichità Sommerse.

Una volta a Pireo, dopo aver visitato il museo e prima di partire alla scoperta delle isole, fermatevi qualche giorno: si tratta di una città vivace ricca di taverne, caffè e negozi. E non dimenticate di salire sulla collina sopra Pasalimani, Kastella, uno dei quartieri più interessanti del Pireo, dal quale godrete di una vista panoramica unica.

Categorie
Cracovia Idee di Viaggio itinerari culturali Monumenti musei patrimonio dell'umanità Viaggi viaggiare

Cosa vedere a Cracovia: guida alla scoperta di musei e monumenti

Quando si consultano i siti di comparatori prezzo per i voli low cost, tra le città europee da raggiungere in poche ore di volo dall’Italia si trova spesso Cracovia. La città tra le più amate della Polonia conosciuta per il centro storico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO ha tanto da raccontare a livello culturale, storico e artistico ma anche nightlife e esperienze culinarie attirano numerosi turisti. Non solo castelli e piazze medievali, se c’è un aggettivo con cui potremmo definirla è poliedrica: sono tanti i volti che mostra. Zaini in spalla (sì, basta un weekend per visitarla!) e partiamo alla scoperta di Cracovia: ecco cosa vedere, monumenti e attrazioni da non perdere.

Piazza Rynek Glówny e la città vecchia

Non possiamo non partire dal cuore della città vecchia se vogliamo esplorare Cracovia. La zona è dominata da piazza Rynek Główny con una pianta tipicamente medievale e riconosciuta come una delle piazze più grandi d’Europa. Risale al XIII secolo e lo spazio davvero ampio è poi circondato di locali, caffè e ristoranti che rivelano una vitalità quotidiana. Al centro a conquistare il ruolo di protagonista c’è l’antico mercato dei tessuti, il Sukiennice che oggi è in realtà il luogo adatto dove acquistare qualche oggetto d’artigianato come souvenir.

Spostandosi a piedi, ma di pochi passi, si inizia ad esplorare la città vecchia con il centro storico premiato come Patrimonio Unesco: in alcuni minuti si raggiunge la torre del municipio, unica parte superstite dell’antico palazzo e che offre una splendida vista sulla piazza. Il dedalo di vie conduce in alcuni angoli nascosti ma autentici, ad esempio si può visitare l’università Jagellonica tra le più antiche dell’UE. Altrettanto suggestiva la visita alla struttura medievale conosciuta con il nome di Barbacane: era di epoca medievale ma è ancora oggi perfettamente conservata.

Restando in piazza e nel cuore della città vecchia il campanile rivela la basilica gotica di Santa Maria con numerose influenze polacche. Ad attirare lo sguardo sono le due torri asimmetriche, inconfondibili e che rendono la costruzione riconoscibile da qualsiasi punto della città. Al suo interno c’è l’altare di Veit Stoss, un’opera d’arte lignea di dimensioni e bellezza impressionanti risalente al XV secolo e con affigurata la vita della Vergine Maria e la Passione di Cristo. Ogni ora per intrattenere i turisti e ricordare l’antico rituale, suona uno squillo di tromba dalla torre più alta.

basilica gotica di Santa Maria a Cracovia

Fonte: iStock

Le iconiche torri della basilica gotica di Santa Maria

Collegium Maius

Come accennato, visitando l’università Jagellonica in città vecchia si fa un viaggio indietro nel tempo. Qui consiglio di raggiungere il Collegium Maius, l’edificio più antico collegato e fondato nel XV secolo. Non è solo il complesso gotico ad attirare lo sguardo ma sapere che qui vi hanno soggiornato ospiti illustri tra cui Niccolò Copernico. Attraverso una visita guidata si potranno scoprire la stanza del rettore, l’aula delle lezioni storiche e la sala degli astronomi.

Castello del Wawel e cattedrale

Uno dei monumenti di Cracovia più amati è il castello del Wawel: si tratta di un simbolo di regalità che domina la collina arroccato in una posizione strategica direttamente sul fiume Vistola. Costruito con un mix di stili tra gotico, rinascimentale e barocco ha ospitato i monarchi e diversi personaggi illustri. Oggi è tra i più visitati e racchiude attrazioni quali le camere reali arredate con mobili di pregio e arazzi, il tesoro della corona dove vengono custoditi i gioielli e non lontana si raggiunge la cattedrale.

Si tratta di un luogo di culto e incoronazione per i sovrani polacchi. Al suo interno, si possono visitare tombe monumentali, splendide cappelle e la celebre campana di Sigismondo, il cui rintocco accompagna i momenti più solenni della nazione. Tappa imperdibile la cripta reale: basta scendere alcune scale per scoprire che proprio qui riposano alcune figure importanti della storia. Una chicca? I local la chiamano la grotta del drago ed è una caverna legata al mito di Smok Wawelski.

Castello del Wawel a Cracovia

Fonte: iStock

Castello del Wawel e cattedrale di Cracovia

Quartiere Kazimier e Stara Synagoga

Un quartiere simbolo di Cracovia è quello di Kazimierz: il luogo storico, racconta la comunità ebraica di un tempo e oggi è simbolo della rinascita culturale e storica diventando un eclettico centro artistico e gastronomico.

All’interno del quartiere Kazimier tra i monumenti più suggestivi della cultura ebraica c’è la Stara Synagoga. L’edificio datato XV secolo è tra le più antiche d’Europa e la più antica in assoluto della Polonia. A lasciare a bocca aperta ci pensa la struttura con un’architettura sobria ma solenne e oggi è sede del museo storico. Al suo interno si possono scoprire collezioni di oggetti liturgici, documenti e fotografie che raccontano la vita della comunità ebraica di Cracovia. Entrati ci si rende conto che i dettagli gotici prendono il sopravvento, un luogo di culto, di silenzio e riflessione. La visita dà modo di ricordare una pagina buia della storia come quella dell’olocausto che ha colpito molto duramente la comunità ebraica di Cracovia. Nei dintorni è anche possibile visitare il cimitero Remuh.

Museo Czartoryski

Tra le tappe imperdibili per chi visita Cracovia c’è il museo Czartoryski. Apprezzato da chi ama l’arte, è stato fondato nel XVIII secolo su richiesta della principessa Izabela Czartoryska. Al suo interno tantissimi i pezzi di pregio ma in modo particolare molti lo visitano per poter vedere Dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci. Non si tratta però dell’unico tesoro: qui sono esposti anche diversi capolavori di Rembrandt.

Museo Czartoryski di Cracovia

Fonte: iStock

Museo Czartoryski a Cracovia

Nowa Huta

Viene spesso soprannominato il quartiere socialista; Noewa Huta è al di fuori dei classici itinerari turistici ma credo abbia molto da raccontare. È stato progettato negli anni ’50 come città operaia, seguendo il modello del regime comunista. Oggi è strano passeggiarci, sembra proprio di fare un tuffo nel passato.

Jordan Park

Una vera e propria oasi verde nel cuore della città: il Jordan Park non è un semplice giardino in cui rilassarsi ma il luogo fondato nel 1889 dal medico Henryk Jordan, pioniere della medicina sportiva che lo ha fortemente desiderato per promuovere benessere fisico e mentale invitando le persone a fare attività all’aperto. Sentieri per passeggiate, piste ciclabili e aree giochi lo rendono ancora attuale e molto frequentato dalla comunità locale.

Rynek Underground

Si tratta di un museo interattivo posizionato sotto la piazza di Rynek Główny. L’esposizione sotterranea si sviluppa sotto uno dei punti principali della città e qui alcuni resti archeologici rivelano il passato della città tra il XII e il XIV secolo. Passeggiando su alcune passerelle si potranno ammirare i numerosi reperti e fare un vero e proprio viaggio nel tempo, anche grazie alle simulazioni e alle innovazioni tecnologiche che rendono l’esperienza più immersiva.

Podgorze, il ghetto ebraico

Podgorze è il nome del ghetto ebraico di Cracovia. Qui si passeggia all’interno di una delle pagine nere della storia; durante la Seconda Guerra Mondiale i peggiori crimini e le angherie sono rimaste indelebili trasformando la località in un luogo simbolo dell’olocausto. Tra i luoghi cult piazza degli eroi del ghetto dove oggi si ergono 33 sedie in ferro, un memoriale toccante per omaggiare una storia di speranza e resilienza.

Quartiere ebraico di Cracovia

Fonte: iStock

Il quartiere Podgorze di Cracovia

Stained Glass Museum

Tra i musei da visitare assolutamente c’è quello dedicato all’arte del vetro colorato: esposizioni e dimostrazioni dal vivo fanno scoprire quello che è uno dei cardini dell’artigianato locale. Consigliato soprattutto ad appassionati di arte e design, durante l’anno ha in calendario diversi workshop.

Fabbrica di Schndler

Chi non ha mai visto il film Shindler’s List? Il capolavoro cinematografico ha come protagonista la fabbrica che oggi è stata trasformata in museo per raccontare il periodo di occupazione nazista della città. L’allestimento è curato nei minimi dettagli e fa in modo di vivere la quotidianità della località durante il conflitto. L’emozione è palpabile soprattutto nello scoprire le storie dei lavoratori salvati da Oskar Schindler, un imprenditore armato di coraggio che ha fatto la differenza salvando centinaia di persone dalla deportazione.

Mocac: il museo d’arte contemporanea

Se sei un amante dell’arte moderna tra le destinazioni top che non può mancare c’è il MOCAK. Si trova non lontano dal centro e dai punti già citati e qui sono ospitate opere di artisti internazionali tra collezioni permanenti ed esposizioni temporanee che toccano temi quali identità, società contemporanea e memoria. La struttura stessa è di enorme prestigio per il settore dell’architettura contemporanea e si integra al tempo stesso con il contesto storico del quartiere.

Visita ad Auschwitz e la miniera di Sale di Wieliczka

Nonostante non siano propriamente nella città di Cracovia ma poco distanti, fanno parte delle cose da vedere assolutamente per chi si ferma in città per più di un solo weekend. La prima tappa obbligata è quella di Aushwitz-Birkenau: un luogo difficile da visitare emotivamente ma necessario per ricordare attraverso il museo memoriale tutte le vittime dell’olocausto. Il complesso visitabile ha due aree principali. Il campo di lavoro accoglie ancora oggi con la scritta “arbeit macht frei” rivelando poi l’opera di sterminio che in realtà era.

Miniera di sale Cracovia

Fonte: iStock

cappella di santa Kinga nella miniera di sale

Altro must to see è la miniera del sale di Wieliczka: dista meno di 15 km dal centro della città e si sviluppa in sotterranea su nove livelli. I visitatori hanno modo, con l’aiuto di una guida, di esplorare circa 3 km di gallerie così da scoprire laghi sotterranei persino sculture realizzate dai minatori. Una delle attrazioni principali è la cappella di santa Kinga: una vera e propria cattedrale sotterranea realizzata con cristalli di sale.

Categorie
Bologna castelli eventi itinerari culturali lusso Modena Notizie patrimonio dell'umanità Viaggi viaggiare ville

Alla scoperta di ville e castelli tra Bologna e Modena, gli appuntamenti da non perdere

Nel 2025 un’iniziativa turistico-culturale offre l’occasione di immergersi nelle bellezze architettoniche e nell’arte delle province di Modena e Bologna. Si tratta della rassegna “Alla scoperta di ville e castelli tra Bologna e Modena“, promossa dal Territorio turistico Bologna-Modena, formato da Provincia di Modena e dalla Città metropolitana di Bologna con il Comune di Bologna, in collaborazione con il Comune di Modena. Per l’occasione saranno aperti al pubblico in esclusiva castelli, ville, palazzi storici, torri e monumenti per circa 60 appuntamenti previsti nel corso dell’anno. A partire dal 1° febbraio, tutte le domeniche e un sabato al mese sarà possibile partecipare e fare un viaggio nel tempo.

Siamo certi che questa formula innovativa sarà accolta con entusiasmo dai visitatori – ha detto Mattia Santori, presidente del Territorio Turistico – Bologna e Modena insieme vantano un patrimonio unico e la rassegna vuole aprire le porte di questo tesoro comune a un pubblico sempre più ampio. È un’iniziativa che coniuga tradizione e innovazione, mettendo a disposizione esperienze autentiche e inedite per promuovere il territorio in modo originale“.

Modena

Fonte: iStock

Centro di Modena

Weekend a Modena, quali ville e castelli visitare

Questa iniziativa propone ai visitatori un viaggio emozionante attraverso i secoli per vivere in prima persona luoghi affascinanti che custodiscono una storia. Ville, palazzi nobiliari, castelli e ville maestose presenti nei territori tra Modena e Bologna sono ideali per approfondire epoche come il Medioevo e il Rinascimento, apprezzandone l’architettura e gli ambienti, nonché lo stile e leggende tramandate. A Modena gli appuntamenti da non perdere sono i seguenti:

  • 1 febbraio: Palazzo Coccapani d’Aragona a Modena. Sede dell’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti, questo palazzo ha origine nel 600 ed è noto per uno scalone imperiale imponente a tre rampe decorato on affreschi e stucchi preziosi. Ora: 14.30 e 16.00
  • 2 febbraio: Castello di Spezzano – Fiorano Modenese. All’interno lasciano senza parole alcuni affreschi storici che rappresentano i borghi e castelli della zona e si può visitare la mostra sulla produzione di piastrelle nel distretto tra il 1889 e il 1939. Ora: 15.00
  • 8 marzo: Palazzo dei Pio di Carpi – Carpi. Visitare questo palazzo è un’esperienza speciale poichè è considerato uno dei monumenti rinascimentali dell’Emilia Romagna più importanti. Per questa rassegna saranno aperti al pubblico anche aree che di solito non lo sono, come la Salita alla Torre del Passeggino e il Guerriero. Ora: 15.00
  • 9 marzo: Villa San Donnino – Modena. Questa villa liberty è bellissima da ammirare, e gli appassionati di cinema potrebbero riconoscere gli ambienti che sono apparsi nel famoso film di Bertolucci, Novecento. Questa visita prevista per il 2025 include l’acetata di produzione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Ora: 15.00

Bologna, le visite dei weekend in ville e castelli

Guide turistiche specializzate sono a disposizione dei visitatori per queste aperture eccezionali nei vari weekend di febbraio e marzo 2025. Nel territorio bolognese le date da segnarsi sono queste per intraprendere un viaggio nella storia e scoprire le trasformazioni del territorio e della società, ammirare capolavori artistici e architettonici del nostro paese.

  • 9 febbraio: Torrioni di Castel Guelfo –  Castel Guelfo. Questo sito ha una storia millenaria e presenta torrioni difensivi che testimoniano un passato segnato da numerosi conflitti tra famiglie del territorio. Ora: 10.30
  • 16 febbraio: Rocchetta Mattei – Grizzana Morandi. Immerso tra le colline bolognesi sopra Riola, questo edificio voluto da Cesare Mattei è un castello fiabesco che incanta per la sua architettura moresca, medievale e liberty. Ora: 10.30
  • 23 febbraio: Castello di Galeazza – Crevalcore. Un antico castello intorno a una torre del 300 voluto da Galeanno Pepoli è stato trasformato nel 1870 in una villa neomedievale con un grande giardino dove godersi il contatto con la natura. Ora: 10.30
  • 2 marzo: Chiesa di Riviera – Casalfiumanese. Nella Valle del Santerno, questo santuario è un gioiello architettonico in sasso che custodisce la storia antica di un luogo di culto mariano della zona. Ora: 10.30
  • 16 marzo: Paciu Maison – Ponte Rizzoli. Questa residenza ideata dall’artista Harry Baldissera, presenta all’interno moltissime stanze diverse tra loro, ma connesse attraverso l’arte in qualche modo. Uno spettacolo unico, da vivere. Ora: 10.00
  • 23 marzo: Palazzo Comunale di San Giovanni in Persiceto. Questo gioiello del XV secolo è ricco di affreschi e decorazioni che vanno dal Rinascimento al Novecento, e offre ai visitatori l’opportunità di scoprire la storia e l’arte del borgo di San Giovanni in Persiceto. Ora: 10.30

Info utili

Il prezzo del biglietto intero è di 15 euro, mentre il ridotto per bambini dai 6 ai 12 anni è di 6 euro. I possessori di card cultura e i soci FAI pagano 12 euro, e i bambini fino ai 5 anni entrano gratis. Le visite sono su prenotazione, basta visitare il sito ufficiale visitmodena.it o extrabo.com/it oppure chiedere agli uffici turistici di Modena e Bologna. Si può approfittare di questa iniziativa fino a esaurimento posti e iniziare l’anno con un’esperienza culturale davvero unica. “La forza di questa iniziativa risiede nella collaborazione tra istituzioni e operatori pubblici e privati. Offriamo un calendario strutturato per un intero anno e tour garantiti anche senza numero minimo di adesioni” ha precisato Santori.

Categorie
Firenze itinerari culturali musei Notizie patrimonio dell'umanità ristoranti Viaggi

Firenze, la città che secondo il Times vive un secondo Rinascimento

Dopo decenni di sguardi al passato, assistiamo a un “nuovo Rinascimento fiorentino” che non solo premia il patrimonio del magnifico capoluogo toscano, ma lo mantiene vivo.

I ristoranti aggiornano ricette secolari e tornano ai prodotti del territorio, i musei ridisegnano le collezioni per mostrarle al meglio e per far dialogare l’arte moderna con i capolavori rinascimentali, gli abitanti hanno salvato dall’estinzione l’arte di navigare sull’Arno con la tecnica del “punting”: insomma, la culla del Rinascimento non è più “cristallizzata nel tempo” e oggi si respira un dinamismo che non si vedeva dai tempi dei grandi duchi di Toscana.

Naturalmente, l’altra grande novità di Firenze è il turismo di massa, compresi i visitatori dei weekend. Ma come trascorrere 48 ore in una città dove non basterebbero 48 vite? La risposta sta nell’unire le esperienze. Dai grandi classici alle realtà meno conosciute, vi è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, in qualsiasi stagione, da oltre 500 anni.

Ed è proprio così che il noto quotidiano britannico Times elogia Firenze e ne racconta il “secondo Rinascimento” proponendo due intense giornate tra arte, bellezza e buon cibo.

Cosa fare a Firenze secondo il Times

La visita non può non partire dai celeberrimi Uffizi che, negli ultimi dieci anni, hanno visto una trasformazione straordinaria. I capolavori più celebri sono ora esposti in teche anti-riflesso, così da permettere di cogliere dettagli mai visti prima, come nella celebre Primavera di Botticelli. Inoltre, è stata inaugurata una nuova ala dedicata agli autoritratti, e le mostre temporanee mettono in contatto opere contemporanee con le austere sale cinquecentesche.

Non può mancare una tappa al museo Orsanmichele, riaperto quest’anno, uno dei più affascinanti e meno affollati di Firenze. In passato granaio e chiesa, oggi disegna un viaggio impareggiabile tra affreschi e sculture al piano terra. Passaggi segreti, botole e scale nascoste raccontano la sua antica funzione di mercato del grano della Repubblica Fiorentina. Al piano superiore, dove si conservavano i cereali, sono esposte 13 delle 14 statue che ornavano l’esterno, opere di maestri come Donatello, Verrocchio e Ghiberti.

Villa Bardini, con gli splendidi giardini traboccanti di fiori e i panorami incredibili sullo skyline fiorentino, si adagia sulle colline dell’Oltrarno. Il percorso è ripido, ma strategico: si può iniziare dalla sommità, raggiungendola in taxi e scendendo a piedi, oppure partire dal basso e conquistare la salita per guadagnarsi una cena presso La Leggenda dei Frati.

Ma siamo appena all’inizio.

Per secoli, i renaioli navigavano l’Arno con i barchetti da rena per raccogliere sabbia dal fondale. Una tradizione quasi scomparsa, finché, nel 1994, tre intraprendenti fiorentini hanno restaurato tre barche centenarie per proporre romantiche escursioni private lungo l’Arno: 45 minuti indimenticabili che consentono di ammirare Firenze da una prospettiva inedita, scivolando accanto agli Uffizi, sotto il Ponte Vecchio e fino all’Oltrarno.

Vale poi la pena di visitare il Museo di San Marco, l’antico monastero frequentato dal monaco Savonarola e dall’artista Beato Angelico, che affrescò ogni cella del piano superiore, e le Cappelle Medicee, dove Michelangelo ebbe piena libertà creativa nel progettare e scolpire i monumenti funerari dei Medici.

Cosa mangiare e dove

Il Times non si limita a stilare un elenco di proposte su cosa vedere a Firenze in due giorni ma dà uno sguardo anche ai locali da provare per impreziosire la permanenza grazie a esperienze gastronomiche sopraffine.

  • Ino
    Se avete poco tempo per il pranzo, Ino è la scelta ideale: i suoi panini sono stati premiati come i migliori d’Italia. Ingredienti di alta qualità provenienti da piccoli produttori toscani si combinano con creatività tra due fette di pane tipo schiacciata, arricchiti da formaggi, marmellate e verdure originali e saporite.
  • Picteau
    Alle pareti troverete disegni di maestri come Picasso e Cocteau, mentre dalle finestre a tutta altezza potrete ammirare l’Arno. Il bar è all’interno del raffinato Hotel Lungarno ed è uno dei pochi locali ad affacciarsi direttamente sul fiume, grazie a una terrazza esterna sospesa sull’acqua.
  • La Leggenda dei Frati
    Tra i giardini incantevoli (e scoscesi) di Villa Bardini, lo chef Filippo Saporito reinventa con maestria i classici toscani e siciliani utilizzando prodotti locali. Dai ravioli ripieni di pollo alla cacciatora ai dolci ispirati al Duomo di Firenze, ogni piatto è una sorpresa. In estate, la cena viene servita su una terrazza con vista mozzafiato sulla città.
  • Tecum
    Nel 2021, i fratelli Claudia e Francesco hanno aperto questo delizioso bistrò nel quartiere San Jacopino, a cinque minuti di tram dalla stazione. Il focus è sul cibo locale e sostenibile: frattaglie e tagli meno noti (tipici della tradizione toscana), una vasta scelta di verdure (molte coltivate nel loro orto) e vini di piccoli produttori locali.
  • Giacosa 1815
    Luogo iconico del XIX secolo, è qui che, nel 1919, sarebbe nato il negroni. Riaperto lo scorso anno con un’eleganza art déco, vanta banconi imbottiti di velluto e un menu che celebra il famoso cocktail in tutte le sue varianti, tra cui una versione spritz assolutamente da provare.
  • Trattoria 4 Leoni
    Oltre il Ponte Vecchio, la trattoria alla moda propone interpretazioni moderne dei piatti tradizionali toscani. Dai crostini alla pappa al pomodoro, ogni portata è di stagione, locale e davvero gustosa.