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Weekend di pioggia coi bambini: i parchi al chiuso più belli d’Italia

Quando si hanno dei figli i fine settimana di brutto tempo possono diventare l’occasione perfetta per raggiungere uno dei numerosi parchi al chiuso che si trovano in Italia.

Capita infatti di dover affrontare dei weekend di pioggia, durante i quali l’opzione giardinetti o gita fuori porta diventa impossibile da programmare, ecco quindi che i parchi divertimento diventano la soluzione perfetta per far divertire grandi e piccini, ma non solo: si tratta infatti di luoghi in cui si possono costruire ricordi memorabili da conservare tra quelli più belli.

I parchi al chiuso in Italia, suddivisi per zone, da raggiungere con i bambini durante un weekend di pioggia per non rinunciare al divertimento.

Nord Italia: i parchi al chiuso

Se il meteo non è dalla nostra parte, questo non deve fermare il divertimento. Per questo, quando la pioggia incombe, si può optare per un parco divertimento al chiuso da raggiungere con i propri figli per trascorrere una giornata diversa dal solito e ricca di allegria.

Nel Nord Italia ci sono diverse strutture, ad esempio in Lombardia, nella provincia di Monza – Brianza, dove si trova l’Acquaword a Concorrezzo con aree pensate per tutte le età: dai bimbi più piccoli agli adulti e non solo in mezzo all’acqua, ma anche per giocare all’asciutto. È un parco acquatico coperto che si sviluppa su una superficie di 15mila metri quadrati con temperatura estiva, piscine riscaldate, area FUN e area SPA.

Un altro parco acquatico, per chi desidera divertirsi in acqua anche durante l’inverno, è Acquapark Acquain ad Andalo dove vi sono due vasche al coperto e riscaldate dotate di Spray park con acqua di 15 cm, acquascivolo, area baby, corsie per chi vuole nuotare e getti d’acqua. Vi è anche una spa per grandi e piccini per condividere un momento di relax tutti insieme.

A Binago, provincia di Como, vi è Il villaggio del piedone un parco con attrazioni pensate per diverse fasce d’età. Dall’area per i più piccoli con casette, scivoli e libri, ai gonfiabili, fino al circuito per i tricicli. Salendo con l’età si trovano lo spazio PlayGround, gonfiabile big e il cannone a palline.

In Liguria, invece, merita una visita La città dei bambini e dei ragazzi che si trova a Genova nell’area del Porto Antico. È stata ripensata nel 2022 ed è un percorso espositivo che usa i cinque sensi, come viene spiegato sul sito ufficiale. Adatto a bambini dai 2 ai 12 anni, si possono esplorare diverse sale da quella dell’udito a quella del tatto, senza dimenticare vista, gusto e olfatto, la casa in costruzione e playground spalsh dedicata ai bimbi tra i 2 e i 4 anni.

Per chi cerca una giornata all’insegna dell’adrenalina allora la meta è il Piemonte. Ci si può dirigere a Nichelino, comune che si trova nella città metropolitana di Torino, al Trampoline Parks Higher che si si sviluppa si 4mila metri quadrati e ha spazi e attività adatti anche ai bambini.

Si definisce il più grande Family Park della regione e si trova in Friuli – Venezia Giulia, più precisamente nel centro commerciale Montedoro di Muggia. Al suo interno si possono trovare un campo da calcetto, gonfiabili e un’area giochi per i più piccini.

Centro Italia: dove andare con i bimbi quando piove

Programmare un fine settimana con i bambini permette di staccare la spina e di divertirsi tutti insieme, ma quando piove le attività da fare si riducono: se non si possono organizzare gite alla scoperta del territorio, tra borghi e città, ecco che i parchi al chiuso sono la soluzione più adatta.

Tra i parchi al chiuso da raggiungere nel Centro Italia vi è il Piccolo Mondo a Pisa – in Toscana – che è dotato anche di un’area al coperto con percorsi playground composti da scivoli, labirinti e palline e giochi gonfiabili.

A Roma, invece, vicino a Ponte Milvio si trova Bimbalandia un parco giochi dove ci si può divertire tra piscine di palline e scivoli. Se si amano gli sport invernali allora si deve raggiungere Cinecittà World e l’area tematica Il regno del Ghiaccio, snow park al coperto per scivolare sulla neve, pattinare sul ghiaccio o sfide a palle di neve.

Nelle Marche e più precisamente a Monsano, in provincia di Ancona, ci si può mettere alla prova in una escape room: un’attività da fare tutti insieme e che può andare bene per diverse fasce di età. Si chiama Enigma Escape e la prenotazione è obbligatoria. Sul sito, nell’area FAQ, viene spiegato che non vi è un’età minima per giocare, perché non si tratta di situazioni che possono incutere paura, ma è dai dieci anni in poi che si può contribuire in maniera attiva alle risoluzioni degli enigmi.

In provincia di Ancona la struttura si trova all’interno del Paradise Playcenter dove vi sono un paco giochi baby con aree suddivise per età e gonfiabili, una pista di pattinaggio indoor e, se si hanno figli dai 12 anni di età in poi, vi è anche un’area per praticare softair.

Sud Italia: parchi al chiuso da raggiungere con i bambini

Per chi ama l’adrenalina a Salerno in Campania vi è il Blu Park. Si tratta di un kartodromo con una pista lunga, che si snoda su de piani e molto divertente. Non è aperto a tutti: i bimbi, infatti, devono avere un’altezza minima di 130 centimetri. È però aperto tutto l’anno ed è la meta perfetta da raggiungere anche quando piove.

Se si è in Sicilia è bene sapere che esiste un bellissimo parco divertimenti. Si tratta del Pifferaio Magico a San Catalto (Caltanisetta) ed è il più grande, al chiuso, della regione. Al suo interno si trovano tante attrazioni come un cinema 7D, oppure si può salire sulle Bumpers cars, che a guardarle ricordano tanto le navicelle spaziali. I bimbi possono anche provare l’ebrezza della una moto e lasciarsi trascinare dalla realtà virtuale immersiva, oppure giocare nell’area gonfiabili, “perdersi” in un labirinto e divertirsi con tantissime altre attività.

Infine, in Sardegna si può scoprire il parco divertimenti Verticalpark Sardinia Indoor a Sestu, per far vivere momenti avventurosi sia ai grandi sia ai piccini, a partire dagli otto anni e dai 130 cm di altezza. Si può anche mangiare.

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Le meraviglie del Cervino, tra grotte, laghi e percorsi di trekking

Lo splendore delle imponenti montagne alpine è in grado di ipnotizzare chiunque, tra vette, grotte di ghiaccio, natura incontaminata, laghetti glaciali e percorsi di trekking con viste spettacolari che esplorano ogni angolo di questo meraviglioso paesaggio.

Ci troviamo in Valle d’Aosta, l’incantevole regione italiana costellata da alcune delle vette più alte e imponenti d’Italia e d’Europa, che non ha bisogno di presentazioni. Sul confine tra questa splendida regione e la Svizzera (Canton Vallese) sorge imponente il Monte Cervino, conosciuto anche con il nome tedesco Matterhorn. La sua forma piramidale distintiva, con le sue quattro facce rocciose ripidamente inclinate, e la sua maestosità lo rendono una delle montagne più simboliche delle Alpi, conosciuta in tutto il mondo e meta di escursioni suggestive.

Andiamo alla scoperta delle meraviglie del Cervino, tra grotte, laghetti, viste panoramiche e tanto altro: un paesaggio da cartolina perfetto per una vacanza immersa totalmente nella natura più selvaggia, lontano dai rumori delle città e ad un passo dal cielo.

Grotta di ghiaccio: perla delle Alpi

La grotta del Piccolo Cervino è uno dei luoghi più intriganti che le Alpi abbiano da offrire. Si tratta della grotta di ghiaccio più alta in Europa, essendo posta a ben quattromila metri. Avventurarsi fin qui è un’esperienza incredibile, che molti decidono di intraprendere per poi restare assolutamente appagati alla vista di questa particolare creazione naturale, incastonata nel ghiacciaio del Klein Mattherhorn.

Ogni anno migliaia di turisti si avventurano nella grotta, raggiungibile grazie alla funivia, giungendo al Piccolo Cervino. Allo stesso modo è possibile arrivare fin qui dalla stazione, sfruttando una magnifica galleria di 50 metri scavata interamente nel ghiaccio vivo. Fantastici i giochi di luce che è possibile apprezzare nella grotta, posta a 15 metri di profondità, per una visita allietata da dolci musiche che conferiscono all’avventura uno stato quasi magico.

Il suggestivo percorso lungo la Grotta di Ghiaccio, Monte Cervino

Fonte: iStock

Percorso della Grotta di Ghiaccio

Il Lago Blu, lo specchio d’acqua incantano

Adagiato ai piedi del Monte Cervino, tra prati e boschi rigogliosi vicino a Breuil-Cervinia, troviamo il Lago Blu. La sua origine è glaciale e il suo nome non è di certo stato scelto casualmente. Si tratta di un suggestivo specchio d’acqua dalle intense sfumature di blu che sono uno spettacolo per gli occhi di chi coloro che hanno l’occasione di visitarlo.

Situato a 2395 metri di altitudine, vicino alla stazione di arrivo della funivia del Plateau Rosa, uno dei punti panoramici più spettacolari sopra Cervinia, il Lago Blu è uno spettacolo naturale mozzafiato: nelle sue acque si specchia il Cervino e le altre maestose montagne innevate che lo circondano in un abbraccio.

Non lontano da un altro lago suggestivo creato da una diga, ossia il Lago Goillet, il Lago Blu è una meta popolare soprattutto in estate e coperto da una coltre di neve in inverno, il lago è raggiungibile facilmente a piedi lungo i sentieri ben segnalati.

Conca di Cheneil: magia fuori dal tempo

Tanti i percorsi dedicati al trekking sul Cervino. Uno di questi, a pochi chilometri da Cervinia, conduce direttamente alla conca di Cheneil, raggiungibile unicamente a piedi, mettendo alla prova la propria resistenza. Si tratta della terrazza più nota tra quelle presenti sul crinale tra la Val d’Ayas e Valtournenche.

La conca è circondata da splendidi panorami montani, con prati verdi, fitti boschi di conifere e viste spettacolari sulle vette circostanti, tra cui il Cervino. È il luogo ideale in cui rilassarsi, passeggiare e godere della tranquillità della natura più incontaminata.

Ai turisti e ai locali è offerto un servizio gratuito, aperto 24 ore su 24. Si tratta dell’ascensore di arroccamento che parte da La Barma, dove poter comodamente parcheggiare la propria vettura, per poi giungere all’imbocco di Cheneil. Inutile dire che avventurarsi a piedi in questo paesaggio è qualcosa di caldamente consigliato, per dare vita a ricordi indelebili.

Dalla Conca di Cheneil partono diversi sentieri che esplorano il territorio circostante, tra laghetti, pascoli e rifugi montani in cui rifocillarsi. Quando la neve ricopre il terreno, poi, si possono fare divertenti ciaspolate e cimentarsi nello sci alpinismo.

La splendida vetta del Monte Cervino, la famosa "piramide" della Valle d'Aosta

Fonte: iStock

Monte Cervino

Trekking sul Cervino immersi nella natura

Il paesaggio del Cervino si presta per ottime escursioni, a piedi o in bici, e scalate con percorsi di trekking caratterizzati da diversi gradi di difficoltà, perfetti per ogni esigenza e livello di preparazione.

La salita fino alla cima del monte (a circa 4.478 metri sul livello del mare), che segue la Cresta del Leone (dal versante svizzero) e la Cresta del Leone Italiana (nel versante italiano), è molto impegnativa e richiede un’ottima preparazione tecnica e fisica. Meta molto ambita tra gli alpinisti esperti, a ricordarne la difficoltà e la pericolosità è quella che fu la prima ascensione al Cervino, avvenuta il 14 luglio 1865, che venne segnata dalla tragica morte di quattro membri della cordata, un evento ricordato come la “tragedia del Cervino”. Per questo è consigliato solo agli escursionisti più esperti e con il supporto di una guida alpina.

Tra i percorsi di trekking più adatti anche ai meno esperti troviamo la Gran Balconata del Cervino: un percorso mozzafiato ad anello lungo 70 chilometri, posto al cospetto del Cervino. Fascino e timore s’intrecciano dinnanzi al gigante di roccia, meta ideale per ogni appassionato di alpinismo. Percorribile interamente in 5/6 giorni, il cammino inizia ad Antey Saint André e finisce a Chatillon/Saint Vincent. Coloro che non vogliono completare l’intero anello, possono percorrere anche solo una parte di questo tragitto facile e adatto a tutti.

Un altro lungo itinerario, invece, conduce i viaggiatori attraverso la valle alpina della Valtournenche, che ha goduto negli ultimi anni di un particolare sviluppo. È un percorso particolarmente faticoso, questo, che non presenta però difficoltà tecniche. Ciò vuol dire che non è riservato ai soli esploratori esperti ma quasi a chiunque: non ci sono scuse, dunque, questo è uno spettacolo da non perdere.

Non solo trekking nel territorio del Cervino. Queste sono montagne molto conosciute per lo sci, soprattutto nelle vicine località di Zermatt in Svizzera (che merita una visita) o di Breuil-Cervinia in Italia. Proprio da Breuil-Cervinia si può raggiungere uno dei paradisi per gli sport sulla neve, ossia il panoramico Plateau Rosa. Questo territorio dalle molteplici risorse è perfetto anche per escursioni in mountain bike, per arrampicate sulle pareti rocciose dei monti, per il golf estivo a 2050 metri di altitudine, mentre i più impavidi possono vivere l’esperienza adrenalinica del parapendio.

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In treno alla scoperta dei più bei parchi archeologici d’Italia

La Campania vanta uno dei patrimoni archeologici più ricchi d’Italia, ma i collegamenti pubblici non sono sempre così efficienti nel consentire ai visitatori di raggiungere i vari parchi – molti dei quali hanno persino risonanza internazionale. Torna così il servizio di Trenitalia che ha già riscosso molto successo nelle precedenti stagioni: si tratta di Parchi Line, gli itinerari che conducono alla scoperta dei principali siti archeologici regionali, a bordo di treni e altri mezzi pubblici facilmente prenotabili anche online. Ecco di cosa si tratta.

Parchi Line, l’iniziativa di Trenitalia

Raggiungere la città di Napoli in treno è certo molto comodo, ma poi da qui come si può arrivare, ad esempio, al Parco Archeologico di Pompei? E che dire di tutti gli altri siti, a volte meno conosciuti, che però meritano assolutamente una visita? Nasce così Parchi Line, l’iniziativa di Trenitalia che ha già ottenuto grandi consensi in passato: il servizio torna, a partire da sabato 6 aprile 2024, per tutti i weekend e i giorni festivi fino al prossimo 7 ottobre 2024. Ci saranno oltre 3mila posti in più per i tanti turisti che, soprattutto durante la stagione primaverile e quella estiva, affollano i principali siti archeologici della regione.

Regionale di Trenitalia, società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane, organizza un nuovo collegamento dalla stazione di Napoli Centrale a quella di Sapri, con numerose fermate intermedie da cui partono altri servizi intermodali (treno+bus) diretti verso le più importanti attrazioni storiche e archeologiche della Campania. Sono previsti, in particolare, due nuovi treni: quello da Napoli Centrale parte alle ore 9:15 e arriva a Sapri alle ore 12:15, mentre il viaggio di ritorno parte da Sapri alle ore 16:40 e arriva a Napoli Centrale alle ore 19:37.

Tutti i viaggi a bordo di Parchi Line, inclusi i collegamenti link (ovvero quelli che prevedono l’uso di treno+bus per raggiungere alcune speciali destinazioni), sono acquistabili sul sito ufficiale di Trenitalia. Si tratta di un modo intelligente di viaggiare, che consente di scoprire diversi luoghi meravigliosi della Campania anche nella stessa giornata, sfruttando i mezzi pubblici presenti sul territorio. Non ci resta ora che vedere nel dettaglio quali sono le tappe effettuate dal treno, per visitare le più belle attrazioni regionali.

Gli itinerari di Parchi Line

Il viaggio parte da Napoli Centrale, e dopo poche fermate è già possibile raggiungere il primo sito di interesse storico: si tratta del Museo Ferroviario di Pietrarsa, allestito all’interno delle ex Officine che si trovano proprio davanti alla spiaggia. Vi sono custoditi numerosi materiali rotabili, ricostruzioni di antichi mezzi storici e tante altre curiosità sul mondo ferroviario del passato. La seconda tappa è invece ad Ercolano, dove si possono visitare le famose rovine della città romana travolta, quasi 2mila anni fa, dall’eruzione del Vesuvio.

C’è poi la possibilità di fare tappa presso gli Scavi di Oplontis e la Villa di Poppea a Torre Annunziata. L’itinerario principale prosegue fino a Pompei, dove parte il primo collegamento link: si tratta di un bus che consente di raggiungere il Parco Archeologico di Pompei, con le rovine sepolte sotto strati di cenere e lapilli. E ancora, ci sono Vesuvio link e Certosa link, rispettivamente per andare a visitare il Parco del Vesuvio e la Certosa di Padula. Un’altra ottima opportunità consiste nello sfruttare il Cilento link, per scoprire il Parco Archeologico di Velia. Infine, con Paestum link si va verso il Parco Archeologico di Paestum e la Riserva Naturale Foce Sele-Tanagro.

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Riapre il parco più bello d’Italia: qual è e dove si trova

La primavera è sinonimo di novità, bellezza e rinascita e, ad essere del tutto onesti, anche di riaperture. Dopo la consueta chiusura invernale, infatti, finalmente rispalanca le porte il parco più bello d’Italia, una meraviglia di 60 ettari che contiene numerose attrazioni naturalistiche e storiche.

Quando apre il Parco giardino Sigurtà

Parliamo del Parco giardino Sigurtà, un vero e proprio incanto che sorge a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, che è pronto a riaccogliere il pubblico a partire dal 8 marzo, giorno in cui ricorre anche la Festa della Donna, per poi richiudere i battenti domenica 10 novembre.

Il giorno dell’inaugurazione della nuova stagione tutte le donne potranno fare ingresso in questo angolo di paradiso a titolo completamente gratuito, mentre gli uomini che accompagneranno una donna potranno usufruire di un biglietto ridotto per l’entrata: 14 euro invece di 18 euro.

Ma non è finita qui, perché giovedì 7 marzo ci sarà un’apertura straordinaria in anteprima con ingresso in esclusiva per gli abbonati, mentre sabato 9 questo incanto sarà aperto a tutti, con ingresso gratuito per i residenti di Valeggio sul Mincio.

Le fioriture del parco

Questo fiabesco parco veneto è una vera e propria esplosione di fioriture:

  • Marzo e aprile:sono due mesi importantissimi perché sbocciano un milione di tulipani, che ne rappresentano la fioritura più importante in Italia e la più ricca del Sud Europa. Le prime a schiudersi sono le bulbacee, tra cui giacinti, muscari e narcisi dalle mille sfumature.
  • Da maggio a settembre: i visitatori possono godere di un viale con ben 30 000 rose rifiorenti e anche di iris che impreziosiscono questo territorio che è già affascinante di suo;
  • Tra giugno e luglio: in 18 graziosi specchi d’acqua fioriscono le piante acquatiche. Poi ancora le fioriture delle dalie (in trenta varietà diverse) e di canna indica (piante bulbose e rustiche che si mostrano nel giardino in diverse varietà, tra cui quella Tigrata);
  • In autunno: è il periodo dell’anno in cui germogliano gli aster, venti varietà di sunpatiens, i coleus, i tagetes, le begonie e le zinnie.

Le altre meraviglie da visitare

Tra immensi prati verdi e fiori dai mille colori, il Parco giardino Sigurtà conserva anche attrazione di rilevante valore storico e architettonico. Ne è un esempio il Labirinto del parco, inaugurato nel luglio 2011, che si distingue per essere una pregevole composizione geometrica che ospita 1.500 esemplari di piante di Tasso, alte più di due metri.

Progettato dal Conte Giuseppe Inga Sigurtà con la collaborazione di Adrian Fisher, è dominato da una torre con una cupola rivestita di rame e di due scale che permettono ai visitatori di godere della vista dell’intera geometria.

È bene sapere, tuttavia, che tale labirinto è ancora incompleto: in futuro si prevede l’apertura di un tunnel sotterraneo che verrà collegato con la torretta centrale all’interno della quale sorgerà il museo dei fossili collezionati dal Prof. Enzo Inga Sigurtà.

Da visitare, inoltre, ci sono gli edifici storici, come l’Eremo e il Castelletto, i Giardini Acquatici e il Grande Tappeto Erboso. Insomma, l’8 marzo riapre il giardino più bello d’Italia e il secondo parco più bello d’Europa, un luogo da visitare almeno una volta nella vita.

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Jutland del Nord, la Danimarca più autentica

Non solo Copenhagen: oltre alla sua splendida e vivace capitale, la Danimarca ha molto altro da offrire ai turisti. In particolare, nella penisola dello Jutland si possono vivere esperienze meravigliose a contatto con la natura incontaminata, in modo da scoprire il volto più autentico del Paese. Questa volta vogliamo portarvi alla scoperta della regione dello Jutland del Nord, dove incantevoli cittadine ricche di storia si fondono con paesaggi naturali da sogno. Ecco le mete imperdibili.

Dove si trova lo Jutland del Nord

Il Nord Jutland (conosciuto anche come lo Jutland del Nord o lo Jutland settentrionale) è la regione più estrema della penisola dello Jutland, che si divide a cavallo tra la Germania e la Danimarca. È un luogo ricco di bellezze naturali e non solo, cinto dal Mar del Nord sul versante occidentale e affacciato sulle placide acque dello stretto di Kattegat lungo il versante orientale. Sebbene sia una regione ancora poco conosciuta e non affollata dai turisti, non è affatto difficile da raggiungere. La città di Aalborg ospita infatti un aeroporto internazionale presso cui arrivano voli quotidiani dall’Italia, con un solo scalo. È dunque la meta perfetta per vivere l’atmosfera più autentica della Danimarca, in un posto non ancora contaminato dal turismo di massa.

Le città più belle da visitare

Nello Jutland del Nord ci sono alcune graziose cittadine e piccoli villaggi di pescatori che meritano assolutamente una visita. Non possiamo che partire proprio da Aalborg, la capitale della regione: il suo affascinante centro storico, seppur piccino, è una vera meraviglia da scoprire, tra architetture antiche e moderne opere di street art. Uno dei luoghi più sorprendenti è il Centro Culturale Utzon, nato sul lungomare per opera dell’artista Jørn Utzon, colui che ha dato vita all’incredibile Opera House di Sydney. Completato nel 2008, ospita numerose mostre interessanti e un’esposizione dedicata al grande architetto.

Non meno suggestivo è il museo di Kunsten, realizzato stavolta dall’architetto finlandese Alvar Aalto: al suo interno sono custodite opere di arte moderna ed esposizioni temporanee di artisti provenienti da ogni angolo del mondo. Per gli amanti della natura, non resta che visitare il parco zoologico di Aalborg, che accoglie più di 100 specie di animali esotici (tra cui armadilli e capibara). Mentre il Vestre Fjordpark offre la possibilità di vivere una giornata in un panorama meraviglioso, sia per rilassarsi un po’ che per fare dello sport all’aria aperta – via libera al nuoto, al canottaggio e al windsurf!

Un’altra città da visitare è Skagen, la più settentrionale del Paese: in passato, fu il luogo scelto da molti artisti per immortalare nei loro dipinti la splendida luce che illumina il suo panorama – opere che oggi si trovano presso il museo locale. Ma sono i dintorni a sorprendere maggiormente, piccole perle dove la natura regna incontrastata. Si può ammirare, ad esempio, la penisola di Grenen dove il Mar del Nord mescola le sue acque con quelle del Mar Baltico, dando vita allo stretto di Kattegat. O ancora perdersi nel fascino incredibile di Råbjerg Mile, una gigantesca duna migratoria che sembra quasi un deserto in miniatura.

I luoghi iconici da scoprire

Oltre alle sue bellissime città, lo Jutland del Nord ospita alcuni luoghi diventati ormai iconici (proprio come il “deserto” di Råbjerg Mile). Quali non possiamo assolutamente perdere? Iniziamo dal celebre Rubjerg Knude Fyr, l’imponente faro che si erge da una gigantesca duna di sabbia, da cui si gode di un panorama mozzafiato sul Mar del Nord. L’edificio, diventato simbolo della Danimarca, si è trovato negli ultimi anni a rischio di scomparire a causa della progressiva erosione della scogliera affacciata sul mare. Per questo motivo, grazie ad un ambizioso progetto che ha avuto successo, è stato spostato in posizione più arretrata.

Avete mai sentito parlare della chiesa sepolta nella sabbia? Si tratta della Chiesa di St. Laurentius, situata a poca distanza da Skagen: incastonata tra le dune, per 400 anni è stato un importante luogo di culto. Ma nel ‘700, a causa della sabbia che aveva pian piano sommerso la via d’accesso alla chiesa, i fedeli furono costretti a trovare un altro posto dove celebrare le funzioni. Di essa non resta che il campanile, il quale svetta dalla sabbia ed è attualmente visitabile. Infine, merita una visita anche il Castello di Voergaard: il suo aspetto rinascimentale è davvero suggestivo, così come il fossato pieno d’acqua che lo cinge. Al suo interno si può visitare un’importante collezione d’arte.

Le esperienze imperdibili nella natura

Molte sono le attività da praticare all’aperto, immergendosi nella natura selvaggia dello Jutland del Nord. Abbiamo già visto il Vestre Fjordpark, bellissimo parco cittadino dove potersi dedicare a molti sport acquatici (e non solo). Scopriamo allora altri luoghi incontaminati da visitare, per vivere esperienze meravigliose. Uno di essi è l’isola di Læsø, cinta dalle acque dello stretto di Kattegat e facilmente raggiungibile in traghetto. Considerata una delle mete naturalistiche per eccellenza in tutta la Danimarca, è anche il posto migliore per chi ama andare in bici.

Ci sono numerosi sentieri che si addentrano nei luoghi più belli dell’isola, portando i turisti alla scoperta delle antiche tradizioni che gli abitanti continuano a tenere vive. Come ad esempio la produzione di sale, un’attività che risale al Medioevo e che oggigiorno alimenta le terme di Læsø, dove vengono praticati numerosi trattamenti benessere. O ancora la coltivazione delle alghe marine, che vengono utilizzate come ingredienti per moltissimi piatti locali (da assaporare nei tipici locali dell’isola) o per ricoprire i tetti delle case tradizionali.

Amanti del surf e delle onde mozzafiato? Presso la città di Klitmoller si trova una costa selvaggia, dove la potenza del mare si esprime al massimo: qui sorge il Cold Hawaii Surf Camp, il luogo ideale dove cimentarsi sulla tavola, anche se si è alle prime armi. Infine, un posto meraviglioso da non lasciarsi sfuggire è Bulbjerg, un’imponente scogliera calcarea che si tuffa nello stretto di Skarregar. Qui si possono avvistare numerosi uccelli di mare, come il gabbiano dalle zampe nere e il fulmaro. In passato vi si poteva ammirare anche lo Skarreklit, una colonna rocciosa che spuntava in mezzo al mare, distrutta da una tempesta nel 1978: durante la bassa marea è possibile vedere ancora la sua base.

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Dove trovare i campi di tulipani più belli d’Italia

È una fioritura bellissima quella dei tulipani, un trionfo di colori e profumi che rallegra la primavera e adorna aiuole e giardini. Per ammirarli al meglio della loro fioritura, non c’è niente di meglio che godersi l’opportunità offerta dai parchi italiani Tulipark, nel periodo che va, all’incirca, da metà marzo alla fine di aprile: si tratta del più grande festival di tulipani in Italia, accompagnato da svariate attrazioni e spettacoli di intrattenimento.

Qui i visitatori possono apprezzare le distese di fioriture di oltre un milione di tulipani con più di 75 varietà, scattare magnifiche fotografie e raccogliere gli esemplari che più gradiscono per comporre deliziosi bouquet personalizzati.

Il Tulipark di Bologna

Iniziamo il viaggio alla scoperta dei campi di tulipani più affascinanti d’Italia (non è necessario andare fino in Olanda per lasciarsi incantare da questo fiore unico) con il Tulipark di Bologna, in Via dell’Arcoveggio 58/60, un parco in stile olandese che vanta la fioritura di circa 500mila bulbi dalle molteplici sfumature che lo fanno assomigliare a un dipinto.

Un percorso guidato e illustrato accompagnerà alla scoperta della storia, dei segreti e delle curiosità del tulipano, e non mancheranno l’occasione di comporre un bouquet con le varietà preferite, un mega mulino a vento, golose specialità dello street food olandese, il klompen gigante (la curiosa scarpa olandese) dove poter entrare per scattare foto memorabili, e la mucca frisona.

La stagione, quest’anno, ha inizio il 25 marzo e termina il 19 aprile e il parco è aperto (anche in caso di pioggia) tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00.

Biglietto di ingresso 8 euro a persona (senza tulipani), bambini sotto il metro gratis.

Il Tulipark di Roma

A quattro chilometri dal Colosseo, in Via dei Gordiani 73 accanto a Villa De Sanctis, torna per il 2024 il Tulipark della Capitale che, per la VI edizione, ha in programma di aprire i battenti il 23 marzo e rimanere visitabile fino alla metà di aprile (la data esatta è da confermare in base alle fioriture).

All’ingresso del parco, una guida accoglie e orienta i visitatori, dopodiché basta munirsi di secchiello, scegliere i tulipani che più catturano lo sguardo, sfilarli con delicatezza dal terreno e portali all’apposito gazebo dove verranno incartati.

Anche presso il parco di Roma (aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 pure in caso di pioggia) sarà presente lo street food olandese e incanteranno il mulino a vento, la gigantesca scarpa olandese klompen e la mucca frisona.

Il Tulipark di Spoleto

Il primo giardino u-pick in stile olandese dell’Umbria, dove apprezzare lo spettacolo di migliaia di tulipani fioriti a perdita d’occhio, è nato a Spoleto nel 2022, e precisamente a Baiano di Spoleto in Via Lenin 39 (a circa 7 chilometri dal centro).

Anche in questo caso, siamo di fronte a un’occasione straordinaria per fare la conoscenza con i profumati e coloratissimi fiori primaverili, passeggiare tra le aiuole, scattare foto al maxi mulino a vento e al klompen gigante, e comporre il proprio bouquet che verrà incartato dagli addetti.

Il parco è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 anche in caso di pioggia.

Il Tulipark di Bari

Infine, la magia dei tulipani si regala a Bari dove è iniziato il conto alla rovescia per la visita al Tulipark con oltre 120mila bulbi.

Ancora riservata (ma manca davvero poco) la data di apertura per il parco novità del 2024!

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Il parco tulipani più bello del mondo ha una nuova specie floreale: è dedicata a Re Carlo III

Immaginiamo una distesa di fiori multicolori, che segnano la rinascita della primavera e regalano agli occhi un’esplosione di bellezza. Le fioriture sono sempre un ottimo spunto di viaggio, soprattutto se si ama vedere come la natura sia in grado di regalarci spettacoli sempre nuovi. E se a questi si aggiunge anche la mano sapiente dell’uomo, allora è inutile dire che la magia è servita.

E quest’anno ancora più speciale, infatti se si visita il parco di tulipani più bello del mondo si potrà ammirare una nuova specie, dedicata a Re Carlo III. Per farlo bisogna raggiungere Keukenhof, il suggestivo parco floreale che si trova vicino ad Amsterdam in Olanda che riaprirà i battenti dal 21 marzo al 12 maggio. Ma non solo, perché questi specialissimi bulbi sono stati spediti anche in Gran Bretagna dove saranno visibili in tre location diverse.

I tulipani dedicati a Re Carlo III

È in arrivo una fioritura davvero speciale, perché dedicata a Re Carlo III: nello specifico è stata piantata lo scorso autunno e a breve questa speciale tipologia di tulipani potrà essere ammirata in tutta la sua bellezza. Lo racconta una nota in cui viene ricostruita la genesi del fiore e viene spiegato dove lo si potrà guardare prestissimo.

A piantare i bulbi sono stati Joanna Roper, ambasciatrice britannica nei Paesi Bassi, la direttrice del Keukenhof Sandra Bechtholt e il giardiniere Patrick van Dijk. E il risultato sarà visibile questa primavera non solo nel parco olandese. Infatti: “I suoi fiori potranno essere visti anche in Gran Bretagna – si legge -. Attraverso l’ambasciata olandese a Londra, gli speciali bulbi di tulipano sono stati spediti nell’Herfordshire. Qui i bulbi di Re Carlo III sono stati piantati nel giardino di Longmeadow, nei giardini di Monty Don e nel BBC Gardener’s World”.

L’ambasciatrice ha così commentato: “I tulipani sono forse il simbolo più famoso dei Paesi Bassi e dare a questo tulipano il nome di Sua Maestà il Re Carlo III è un modo meraviglioso per sottolineare gli stretti legami tra il Regno Unito e i Paesi Bassi. Non vedo l’ora di vedere questo tulipano in fiore, sia nel mio giardino che nel famoso Keukenhof”.

Va anche sottolineato che non si tratta della prima volta che ciò succede: basti pensare che nel 1952 era accaduto anche con un’altra tipologia dedicata alla Regina Elisabetta II. Il tulipano dedicato al Re arriverà sul mercato tra le metà del 2027 e il 2028, ma intanto sarà possibile ammirarlo prestissimo.

Dove ammirare i tulipani del Re

La data da segnare in agenda è quella del 21 marzo quando la mostra dei fiori del parco Keukenhof aprirà i battenti al pubblico e resterà tale per quasi otto settimane, durante le quali ci si potrà lasciare avvolgere dalla magia dei colori e della natura. Milioni di tulipani, narcisi, ma non solo, saranno pronti ad accogliere i quasi 1,4 milioni di visitatori attesi da tutto il mondo. Va anche ricordato che il 2024 per il parco è un anno speciale, perché si celebrano anche i 75 anni di apertura al pubblico.

Questo luogo è raggiungibile facilmente da Amsterdam, per cui è perfetto come tappa di un viaggio in Olanda. Aperto tutti i giorni dalle 8 alle 19,30, dista circa 40 chilometri dalla capitale dei Paesi Bassi ed è un’esplosione di bellezza e la rappresentazione visiva del fascino della natura.

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Lago di Piano, immerso in una riserva naturale

La Lombardia è una terra ricca di laghi, che offrono un panorama davvero affascinante: tutti conoscono il lago di Como e quello di Garda, due popolari mete turistiche in grado di richiamare visitatori da ogni parte del mondo. Molto meno noto è il piccolo lago di Piano, che è tuttavia una vera perla. Situato a poca distanza dal confine con la Svizzera, è incastonato in un paesaggio naturale meraviglioso. Scopriamolo insieme.

La bellezza del lago di Piano

Avete mai sentito parlare della Val Menaggio? È quella rigogliosa vallata lombarda che unisce il lago di Como (e più precisamente il borgo di Menaggio) a quello di Lugano, al confine con la Svizzera. Si tratta di un luogo idilliaco, dove poter vivere un’esperienza a contatto con la natura. È proprio qui che si trova il piccolo lago di Piano, conosciuto anche con il nome di lago di Romazza: di origine glaciale, è alimentato dalle acque del torrente Civagno, che nasce sulla cima del monte di Tremezzo, e ha come emissario il canale artificiale Lagadone, risalente al ‘700.

Il lago è situato a poca distanza dal borgo di Porlezza (prov. di Como), ed è inserito in un’oasi naturalistica che da esso prende il nome. La Riserva Naturale Lago di Piano è un sito di importanza comunitaria, rilevante soprattutto per la sua ricca fauna: le acque lacustri sono abitate da notevoli colonie di ninfea bianca, mentre le sponde vantano rigogliosi salici grigi e piante a canna. Per quanto riguarda la fauna, il bacino è frequentato da 17 specie di pesci, 6 di rettili, 26 di mammiferi e ben 141 di uccelli. Non a caso è uno dei posti migliori per chi ama fare birdwatching.

Lago di Piano: cosa fare e cosa vedere

Il lago di Piano è un’ottima meta per concedersi una giornata di relax in mezzo al verde: durante la bella stagione, i numerosi campeggi che sorgono sulle sue sponde si affollano di turisti alla ricerca di un po’ di fresco per sopportare meglio l’afa estiva. È anche il luogo ideale per un pic nic primaverile o autunnale, approfittando della natura che cambia per riposarsi un po’ ammirando panorami da sogno.

E in inverno? Essendo non troppo profondo e sorgendo ai piedi del Monte Galbiga, che fa molta ombra, il lago tende a ghiacciare nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Ecco dunque che la sua superficie si trasforma in una pista di pattinaggio, molto amata da grandi e piccini.

Questo piccolo angolo di paradiso è poi il punto di partenza ideale per chi ama fare trekking: nei dintorni ci sono numerosi sentieri da percorrere a piedi, immergendosi in un bellissimo paesaggio naturale. Infine, si può sfruttare l’occasione per visitare qualche borgo nelle vicinanze. Uno dei più suggestivi è Castel San Pietro, un piccolo centro abitato che conserva intatto il suo aspetto medievale, a partire dalle mura che lo circondano. Molto affascinante è poi il paese di Porlezza, con i suoi monumenti storici da visitare – come la Chiesa di San Vittore – e le bellezze naturali, prime tra tutte le vicine cascate.

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In questo parco gli animali celebrano San Valentino con dolci baci

È finalmente giunto il momento più dolce dell’anno, il giorno in cui l’amore permea l’aria e avvolge tutto ciò che ci circonda. E non sono solo gli esseri umani ad essere travolti dalla magia di San Valentino! Anche i nostri amici animali, con le loro tenere effusioni, ci ricordano che questo sentimento non conosce barriere di specie.

Lo sanno bene gli ospiti del Parco Faunistico Le Cornelle che, con i loro gesti affettuosi, ci ricordano quanto sia profondo e universale il linguaggio dell’amore. È un’emozionante conferma di quanto il sentimento più puro possa unire anche le anime più disparate. Accompagnati da teneri abbracci e piccoli baci, questi incontri ci rivelano che l’amore è universale e si manifesta in ogni forma di vita. Sono immagini dolcissime che ci ricordano quanto sia bello e prezioso il legame che ci unisce tutti, indipendentemente dalle nostre differenze.

L’amore selvaggio avvolge il Parco Faunistico Le Cornelle

Parco Faunistico Le Cornelle

Fonte: Leonardo Delfini per Parco Faunistico Le Cornelle

Parco Faunistico Le Cornelle

Nel Parco Faunistico Le Cornelle, la bellezza della natura si manifesta non solo nella sua vastità e diversità, ma anche nell’intimità e nella delicatezza dei legami che si creano tra le sue creature. Tra le 120 specie ospitate, dalle maestose foche ai veloci ghepardi, dalle eleganti gru agli imponenti ippopotami, dai fieri leoni ai grintosi puma, ogni animale sembra essere contagiato dalla poesia di San Valentino.

Le foche, con la loro grazia e agilità, si scambiano dolci carezze mentre si divertono nell’acqua cristallina dei loro habitat. Le gru, invece, con le loro danze eleganti e maestose, si uniscono tra i riflessi dorati del sole che filtrano tra gli alberi, creando uno spettacolo di bellezza e armonia. E poi ci sono i leoni, simbolo di forza e regalità, che si riposano fianco a fianco sotto la calda luce del sole, offrendo un raro spettacolo di pace e serenità, mentre i puma si accoccolano vicini in un abbraccio fraterno.

Quindi, mentre ti avventuri tra i sentieri ombrosi e gli ambienti naturali del parco, lasciati trasportare dall’emozione di questo amore selvaggio, che celebra la forza del nobile sentimento nella sua forma più pura e autentica.

Un viaggio emozionante nel cuore della natura

Fondato nel lontano 1981, il Parco Faunistico Le Cornelle, situato nelle vicinanze di Bergamo, rappresenta un’oasi di meraviglia naturale estesa su una superficie di 126.000 metri quadrati. Qui, oltre 120 specie di animali, tra mammiferi, volatili e rettili, convivono in un ambiente che riflette la bellezza e la diversità della vita selvaggia. Il nome stesso del parco deriva dai sassi levigati del vicino fiume Brembo, chiamati appunto cornelle, che conferiscono un’atmosfera unica e suggestiva a questo luogo suggestivo.

I visitatori possono immergersi completamente nella natura, esplorando a piedi un percorso didattico che permette di osservare gli animali nel loro ambiente naturale. In alternativa, è possibile optare per una visita guidata condotta da esperti naturalisti, che arricchisce ulteriormente l’esperienza offrendo conoscenze approfondite sulla vita e sui comportamenti degli animali.

Tra le numerose attrazioni, la Selva Tropicale si distingue per la sua capacità di ricreare l’atmosfera unica della foresta pluviale, mentre la zona denominata Pinnawala è il regno degli elefanti, in cui è possibile osservare questi magnifici animali nel loro habitat simulato. Dalla Savana con le sue antilopi, zebre e rinoceronti, all’Oasi dei Ghepardi, fino all’isola di Aldabra che riproduce fedelmente un’isola dell’Oceano Indiano, popolata dalle rare tartarughe delle Seychelles, ogni angolo offre un’opportunità unica e una lezione preziosa sull’importanza della conservazione e del rispetto per il nostro pianeta.

Parco Faunistico Le Cornelle

Fonte: Leonardo Delfini per Parco Faunistico Le Cornelle

Parco Faunistico Le Cornelle
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La canzone “Romagna mia” è stata scritta nel parco di questo hotel

Era il 1954 quando Aurelio Casadei, detto Secondo, compose una delle canzoni più celebri del panorama musicale italiano: “Romagna mia”. Lo fece nel giardino di un albergo che compie anch’esso 70 anni e che si trova a Gatteo Mare, nel cuore della Romagna.

Questo brano, rappresentativo del ballo liscio – entrato di diritto a far parte della tradizione, della cultura popolare e del costume italiano e oggi candidato a Patrimonio dell’Unesco – è diventato il simbolo e l’inno della Romagna. E oggi c’è la fila per poter soggiornare là dove tutto è nato e che ricorda questo importantissimo momento storico per l’Italia.

Dove è nata “Romagna mia”

La struttura si chiama Villa Mia e appartiene alla famiglia Ricci, romagnola doc, proprietaria ormai di diversi hotel lungo la Riviera Romagnola. Oggi la villetta color rosa confetto è un apart-hotel nel centro dell’isola pedonale di Gatteo Mare-Villamarina a 200 metri dalla spiaggia.

Il nome della villetta è dedicato proprio alla canzone “Romagna mia” e gli ospiti possono rilassarsi in quel giardino che fa parte della proprietà e che ispirò il re del liscio. Sulla facciata della casa è riportato il testo della canzone.

Curiosità su “Romagna mia”

Il titolo originale del brano, in realtà, era “Casetta mia” e Secondo – anche se poi sarà suo nipote Raoul Casadei a farne il fiore occhiello della sua orchestra – l’aveva già scritto, dedicandolo alla propria casa di Gatteo a Mare, ma non l’aveva mai proposto. Poi gli fu consigliato di cambiargli il titolo e di dedicarlo alla sua Romagna. Il successo fu immediato e non soltanto in Italia, ma anche all’estero, proprio grazie ai turisti stranieri che già in quegli anni frequentavano la Riviera Romagnola e le sue balere.

La stessa famiglia di Secondo Casadei ha gestito per lunghissimo tempo la “Ca’ del Liscio“, la mega balera, considerata il tempio della musica romagnola, che si trova a Ravenna, accogliendo i più grandi artisti internazionali e mondiali oltre naturalmente alle orchestre più popolari, con un’enorme affluenza di pubblico che arrivava da tutta Italia.

La Romagna e il liscio

Per chi è appassionato di liscio e di musica nazionalpopolare, da non perdere è una visita alla sede della casa discografica dei Casadei, la Casadei Sonora e all’abitazione di Secondo Casadei a Savignano sul Rubicone in provincia di Forlì-Cesena, che nel 2017 sono entrate a far parte delle oltre cento Case della Memoria in Italia, insieme a quella Giacomo Puccini, Giovanni Pascoli, Enrico Caruso, Luciano Pavarotti, Leonardo Da Vinci, Dante Alighieri e moltissimi altri personaggi della storia della cultura del nostro Paese.

Si tratta di un singolare piccolo viaggio nella “Romagna in musica”, in cui si possono apprendere la storia e le curiosità di questa tradizione musicale e si possono visionare manoscritti e spartiti originali, strumenti, foto d’epoca e i numerosi riconoscimenti di una carriera lunga 50 anni.