Categorie
Curiosità Idee di Viaggio lago Lago Di Como Los Angeles panorami vacanza natura Viaggi vip

Sul Lago di Como, nei luoghi più amati dai vip d’oltreoceano

È una vera e propria perla del nord Italia, un gioello blu incastonato tra il verde delle montagne, punteggiato di paesi spettacolari e da ville e residenze esclusive. Stiamo parlando del Lago di Como, amatissimo anche dai vip oltreoceano: tanti luoghi che si specchiano sulle sue acque sono stati scelti come residenza per una vacanza o per acquistare casa, da tanti celeb.

Perché Hollywood ha casa qui, tra la natura lussureggiante e panorami che tolgono il fiato: i luoghi più amati dai vip oltreoceano (ma anche nostrani) sul Lago di Como.

Laglio, un luogo amato dai vip oltreoceano

In Italia c’è un posto che è amatissimo dalle star: è il lago di Como dove hanno comprato casa numerosi personaggi famosi. E un viaggio alla scoperta dei luoghi più amati dai vip oltreoceano sul lago di Como non può che partire da Laglio. Il perché è presto detto, qui ha trovato casa (due volte) uno degli attori più amati di Hollywood: George Clooney. In principio è stata Villa Oleandra, che ha acquistato dalla famiglia Heinz, alla quale poi si è aggiunta Villa Margerita, le due sono collegate da un ponticello.

Si era parlato di una possibile vendita del primo immobile, ma l’attore aveva smentito categoricamente tramite il proprio portavoce scrivendo a People. Addirittura, sarebbe proprio qui che Clooney ha incontrato colei che poi è divenuta sua moglie, Amal, avvocata e giurista libanese e mamma dei due gemelli. La coppia ospita spesso amici vip.

A quanto pare, lì vicino ha acquistato casa anche lo sceneggiatore Anthony McCarten (solo per citare qualche pellicola I due papi e Bohemian Rapsody).

Laglio, quindi, è il punto di partenza perfetto ed è un paesino bellissimo, immerso tra il verde delle montagne e il blu del cielo e del lago. Qui ci sono alcune meraviglie architettoniche da vedere, che si aggiungono alla suggestione che regala il paesaggio. Dalla chiesa di San Giorgio datata verso la metà del 1600, all’oratorio a essa collegato, senza dimenticare le tante ville eleganti e affascinanti che si possono incontrare. Inoltre, si può raggiungere il Buco dell’Orso dove sono stati trovati resti dell’orso delle caverne vissuto nel Pleistocene.

Menaggio, amato dalle star

Un’altra tappa imperdibile è a Menaggio dove pare abbia acquistato una villa qualche anno fa l’attore inglese Robert Pattinson, una magione che si sviluppa su 800 metro quadrati, dotata anche di un grande giardino.

Posto in una posizione particolarmente centrale, questo comune è il luogo ideale per trascorrere una vacanza sul Lago di Como e andare alla scoperta delle tante località, ma anche delle montagne intorno. Ci sono tanti appuntamenti da non perdere, ma anche numerose attività da fare e architetture da cui lasciarsi affascinare. Basta passeggiare per il pase per intercettare scorci magnifici e opere del passato in cui riecheggia la storia.

Menaggio sul Lago di Como amata dalle star

Fonte: iStock

Menaggio è una località molto apprezzata dalle star

Pognana Lario, la meta dei famosi nostrani

Anche i vip nostrani hanno scelto il lago di Como per acquistare una proprietà. È il caso di Chiara Ferragni e Fedez che avevano comprato villa Matilda, una splendida dimora a Pognana Lario. A quanto pare, però, dopo la recente separazione della coppia, sarebbe già stata messa in vendita.

Il borgo è davvero suggestivo e anche questo è un piccolo gioello che spicca sulle sponde del  lago.

Le location più amate dai vip oltreoceano sul lago di Como

Non solo case e ville, ma anche ristoranti e hotel di lusso, il lago di Como è una meta raffinata, tranquilla, in cui il relax la fa da padrone mentre gli occhi si colmano di bellezza.

Oltre alle tante dimore vip, vi sono locali e hotel di lusso in cui nel tempo sono stati visti passare numerosi personaggi famosi. Come il Grand Hotel Tremezzo, luogo di grande eleganza in cui la bellezza del passato si mescola alla comodità del presente. Qui, ad esempio, ha soggiornato Greta Garbo ed è la location perfetta per sentirsi una star. E qui sono stati visti Jennifer Lopez e Ben Affleck freschi sposini prima di raggiungere casa di Clooney.

Grand Hotel Tremezzo location amata dalle star oltreoceano

Fonte: iStock

Grand Hotel Tremezzo è uno luogo molto amato dalle star oltreoceano

Alcune ville sono state scelte come set di film, è il caso di Villa del Balbianello che si può ammirare in 007 Casino Royale. Oppure Villa Erba a Cernobbio, paese che è un’altra meta top, che si può riconoscere in alcune scene di Ocean’s Twelve e anche di Murder Mystery con Jennifer Aniston e Adam Sandler. Mentre Alan Howard ha scelt,o per festeggiare le sue nozze con Caroline Byron, Villa Olmo a Como, qui era presente anche Lady Gaga.

Dal lago di Como è passata anche Paris Hilton, che sui suoi profili social ha pubblicato diversi scatti in alcune location diverse. Qualche anno fa, invece, ha soggiornato in una villa della zona (poco distante da Clooney) Mariah Carey.

Cernobbio, gli indirizzi delle star

Vi sono numerosi indirizzi amati dalle star, tra questi a Cernobbio si può ricordare il ristorante Il Gatto Nero dove transitano diversi vip anche oltreoceano, pare siano passati di qui come Angelina Jolie a Roberto De Niro.

A Cernobbio vi è anche Villa d’Este, uno splendido hotel: tra gli ultimi vip che sono stati visti qui si deve citare Valery Kaufman, top model e angelo di Victoria’s Secret, che l’ha scelta come sito per le nozze con Dimitri Varsano. Questa splendida struttura è un magnifico hotel cinque stelle dotato di un parco favoloso. Location perfetta per giurarsi amore eterno.

Bellagio, tra le località più apprezzate

Nel viaggio alla scoperta delle location amate dai vip oltreoceano sul Lago di Como, come non citare Bellagio? Ad esempio, un indirizzo da star è il ristorante Bilacus, basti pensare che qualche anno fa qui sono stati avvistati Kurt Russell, Goldie Hawn e Paul Young.

Bellagio sul Lago di Como tra i luoghi amati dai Vip Oltreoceano

Fonte: iStock

Lago di Como, Bellagio tra i luoghi che piacciono ai vip Oltreoceano

Oppure si deve assolutamente citare la meravigliosa Villa Serbelloni, luxury hotel cinque stelle. Mentre Eva Longoria pare essere stata nel ristorante Le Darsene di Loppia, che si trova sempre a Bellagio.

Ma una cosa è certa: ovunque ci si giri sul lago di Como si viene travolti dalla bellezza di un luogo meraviglioso, in cui lo scenario realizzato della natura è stato impreziosito dalla mano dell’uomo che qui ha creato veri e propri capolavori. Tanto da attirare vip da tutto il mondo.

Categorie
America Centrale Giamaica Idee di Viaggio itinerari culturali panorami turismo enogastronomico Viaggi

Le Blue Mountains, il gioiello nascosto della Giamaica

La Giamaica non è solo spiagge e palme da cocco ma custodisce un fantastico segreto, un luogo incantato dove osservare incredibili panorami montani, dedicarsi all’approfondimento culturale, fare attività sportiva e gustare dell’ottimo cibo: stiamo parlando delle Blue Mountain, la zona d’origine fresca e nebbiosa di uno dei caffè più pregiati e costosi del mondo. Le Blue Mountain formano la catena montuosa più lunga dell’isola, al confine orientale della Giamaica e presentano scenari maestosi, un’area ancora poco esplorata che è anche la fonte del profumatissimo Blue Mountain Coffee, famoso in tutto il mondo. Visitare la Giamaica non sarebbe un’esperienza completa senza trascorrere qualche giorno alle Blue Mountain e ricorda di portare con te dell’abbigliamento pesante, visto che ti troverai sulla quinta vetta più alta di tutti i Caraibi e nelle giornate più limpide, dalla cima potrai vedere persino Haiti e Cuba. Per chi cerca di scaricare l’adrenalina o per chi cerca un’esperienza più intima e rilassante, la montagna offre proprio tutto questo. Qui l’aria è un po’ più frizzantina, l’acqua un po’ più fresca e il cielo un po’ più blu. Andare alle Blue Mountain significa lasciarsi sorprendere e trasportare oltre i sentieri battuti.

blue mountains

Fonte: iStock

Panorama sulla catena delle Blue Mountains

Scoprire le Blue Mountain

Quest’area della Giamaica difficilmente viene raggiunto dai turisti stranieri, eppure è un vero gioiello. La vetta più alta delle Blue Mountain supera di quasi 500 metri la più grande stazione sciistica della Francia. Qui, i maiali selvatici e il coniglio, simile a un porcellino d’India, si aggirano nella “foresta elfica” sotto i pini avvolti nella nebbia. Viste panoramiche, cascate e foreste pluviali lussureggianti: le Blue Mountain offrono un ambiente rilassato ideale per gli amanti della natura che desiderano vivere un’esperienza al di fuori dei sentieri battuti (o del trambusto della città), e per chi vuole conoscere meglio la Giamaica.

La montagna offre la possibilità di godere della natura al suo massimo splendore sia per gli spiriti più avventurosi che per coloro che desiderano un’esperienza più rilassata. Potrai provare l’adrenalina dei sentieri escursionistici a piedi o in bicicletta, oppure rilassarti con un picnic in vetta ascoltando le fresche cascate che scendono dalle cime. Sali in bicicletta e scendi dolcemente di 1200 metri: ti troverai accanto a mandarini e alberi di soursop, senza quasi pedalare, fino a raggiungere una cascata nella giungla e una piscina. Assaggia il caffè giamaicano e tocca i chicchi che crescono nei campi. Consuma un abbondante pranzo e per finire, percorri la zipline più alta e più lunga della Giamaica. La montagna è una bellezza assoluta e un tesoro che aspetta di essere esplorato e vissuto.

uccellino giamaica

Fonte: iStock

Il Todu della Giamaica che potrai osservare durante la tua escursione alle Blue Mountain

Andare in bicicletta sulle Blue Mountain

Si dice che i modi migliori per vivere questa zona siano a piedi e in bicicletta. Le Blue Mountain ti offrono la splendida opportunità di vedere la Giamaica attraverso un tour in bicicletta in discesa che ti terrà con il fiato sospeso, letteralmente! Immergiti nella ricca storia e cultura dei Caraibi e crea ricordi straordinari mentre pedali attraverso il terreno montuoso. Catturerai momenti bellissimi con le persone che ami in un’avventura unica nella vita, che mette in mostra i panorami della Giamaica che si possono ammirare solo dalla vetta più alta del Paese.

Escursioni sulle colline

Si dice che l’escursionismo offra numerosi benefici a chi cerca di mantenere uno stile di vita sano. Inoltre, rilassa e concentra la mente e offre l’opportunità di godere di una vista panoramica sulle vette e sui pendii della valle. Esplora i fitti sentieri boscosi, respira l’aria fresca e pulita ascoltando il cinguettio delle oltre cento specie di uccelli che incontrerai lungo il sentiero e goditi l’avventura. Ci sono percorsi escursionistici per diversi livelli di abilità. I sentieri brevi sono adatti a coloro che desiderano una passeggiata facile tra la flora e la fauna e i sentieri più lunghi per coloro che desiderano qualcosa di più impegnativo dal punto di vista fisico. Si può anche scegliere di fare un’escursione notturna. È molto più tranquilla, completamente al buio tranne che per le torce dei partecipanti, e ti porterà in cima in tempo per assistere a un’alba mozzafiato. Una volta arrivati in cima, ci si rende conto che il viaggio ne è valso la pena. Questa attività non è adatta a tutti: non è necessario essere degli sportivi di alto livello per completare questo tour, ma preparati a camminare per circa 3 o 4 ore per raggiungere la vetta e altrettante per il ritorno.

Cascate meravigliose

In Giamaica si dice che sia possibile lavare via le preoccupazioni presso una qualsiasi delle cascate situate nelle Blue Mountain. Dopo aver fatto escursioni a piedi o in bicicletta tra le montagne, bagnati i capelli tuffandoti nelle cascate e goditi la freschezza dell’acqua. Forse farà un po’ freddo, ma vivrai la natura nella sua forma più pura e incontaminata, mentre l’acqua batte e massaggia via tutti i tuoi dolori e problemi.

Blue Mountains cascate

Fonte: iStock

Fai un tuffo negli specchi d’acqua delle Blue Mountains

Picnic in vetta

Un po’ di buon cibo e una splendida vista: un’esperienza perfetta. Sulla vetta della Blue Mountain, a circa 2000 metri, potrai goderti un bellissimo picnic. Le montagne offrono lo spazio necessarui per srotolare i teli da picnic e diventare un tutt’uno con la natura, respirando l’aria fresca di montagna, guardando il cielo azzurro e gustando del buon cibo. Prenditi un momento di relax, di distensione e, come dicono i giamaicani, di “full yuh belly” (pancia piena), crogiolandoti nella splendida flora e fauna che vi circonda. Difficile trovare di meglio.

caffè blue mountains

Fonte: iStock

Osserva da vicino la famosa varietà di caffè Blue Mountains

Caffè e conversazione

Blue Mountains è sinonimo di caffè: famoso in tutto il mondo, viene coltivato tra i 2.000 e i 3.000 metri di altitudine in un terreno molto ricco di sostanze nutritive. I pendii più alti sono invece mantenuti allo stato naturale di foreste. Il caffè normalmente consumato in tutto il mondo è il frutto di miscele di caffè di qualità diversa. Quello delle Blue Mountain della Giamaica è conosciuto ovunque perché è un caffè monorigine. Che tu ci creda o no, non sono in molti ad aver bevuto un caffè monorigine e un caffè di questa natura fa davvero la differenza.
Ciò che lo rende così eccezionale sono l’altitudine, la copertura forestale e il clima, che forniscono le condizioni ideali per la coltivazione del miglior caffè del mondo. Alle Blue Mountain potrai partecipare ai vari tour delle piantagioni di caffè: ce ne sono molte in giro, alcune grandi e altre piccole. Potrai osservare i chicchi di caffè prima della loro lavorazione sulle piante che costeggiano i sentieri escursionistici, ma anche passeggiare tra i terreni coltivati e ascoltare il racconto dei contadini di prima mano nei loro campi. È incredibile vedere quei piccoli chicchi rossi e immaginare come possano essere trasformati nel ricco caffè giamaicano, amato e gustato da molti in tutto il mondo. I visitatori possono vedere come i chicchi di caffè vengono raccolti e lavorati per ottenere la preziosa bevanda. Assicurati di portare via con te un po’ di caffè per il tuo picnic in vetta e di acquistarne un po’ anche da riportare a casa.

Categorie
Idee di Viaggio isole itinerari culturali mare panorami Sardegna vacanza natura Viaggi

Figarolo, l’isola a forma di piramide che svetta nel mare sardo

La Sardegna è famosa per le sue bellezze naturali e per i suoi arcipelaghi, scrigni di tesori inestimabili di Madre Natura: un angolo di paradiso terrestre è sicuramente la peculiare isola di Figarolo, nota per la sua bizzarra forma piramidale. Situata nella costa nord-orientale della Sardegna, questo splendido promontorio di pietra calcarea custodisce antichi siti di importanza storica, immersi in uno scenario paesaggistico bello da togliere il fiato.

Cosa vedere a Figarolo: Capo Figari

Lungo le spiagge dorate del Golfo Aranci, nel territorio della Gallura, in Sardegna, Figarolo è una piccola isola caratterizzata da una forma insolita, che racchiude in sé diversi tesori, non solo naturalistici. Capo Figari è il vicino promontorio, da raggiungere dopo una tappa alla splendida spiaggia di Cala Moresca, accoccolata in una baia ombreggiata da una rigogliosa e profumata pineta.

Sulla cima del promontorio di Capo Figari  – distante circa 3 km da Cala Moresca – è possibile dare un’occhiata a ciò che rimane del vecchio semaforo appartenente alla Marina militare: questo venne inaugurato nel lontano 1890 e divenne in un certo qual modo celebre per via di Guglielmo Marconi, il quale nel 1932 vi installo un ponte radio a onde corte, direttamente collegato con Rocca di Papa e la sua trasmittente, nei pressi della capitale italiana.

Figarolo, isola, Sardegna

Fonte: iStock

Vista sul mare e sull’isola di Figarolo in Sardegna

Questo trekking in salita sulla cima del promontorio di Capo Figari vale lo sforzo per ammirare il panorama che si apre sul golfo di Olbia e per scorgere anche Capo Ceraso e l’isola di Tavolara, le isole di Soffi e Mortorio e lo spettacolare background di tutta la Costa Smeralda, perla della Sardegna.

Ma per gli amanti del trekking in montagna le sorprese non finiscono qui: appena alle spalle di Cala Moresca è possibile raggiungere, mediante un sentiero escursionistico, un’antica fornace che un tempo serviva alla produzione di calce. Successivamente, il sentiero detto Filasca permette di raggiungere la batteria costiera Luigi Serra: si tratta di un reperto che risale ai tempo della Grande Guerra, con torrette e basamenti circolari oggi in rovina ma che all’epoca servivano come base su cui ancorare i cannoni da combattimento.

Non molto lontano da qui, è possibile proseguire il trekking fino a un cimitero, detto “degli inglesi” per via di un’antica sepoltura appartenente a un marinaio inglese, sulla cui lapide è possibile vedere una croce celtica (nonostante il piccolo cimitero sia principalmente il luogo dell’eterno riposo dei marinai italiani scomparsi nel corso dei naufragi).

Un tuffo nel mare vicino Figarolo

Se non siete ancora stanchi, potete proseguire il vostro avventuroso trekking nella natura sarda fino a Cala Greca: un fondale molto profondo fa sì che le acque di questa caletta abbiano una sfumatura di blu particolarmente intensa. Nelle vicinanze, invece, potrete ammirare la particolare roccia chiamata Mamma Chiatta: pare che a soprannominare così questa roccia siano stati i pescatori di Golfo Aranci a causa della sagoma che sembra ricordare quella di un’anziana signora un po’ sovrappeso (“chiatta” in dialetto locale significa “grassa”).

Ed è proprio davanti a Cala Moresca che si erge la “piramide” Figarolo: qui la natura è rigogliosa e l’isola prende infatti il nome dalla ricca presenza degli alberi di fico. Mufloni, cormorani e poiane sono solo alcune delle specie di fauna locale che popolano l’isola di Figarolo, insieme al maestoso corvo imperiale e al falco pellegrino. La flora dell’isola, invece, include lecci, lentischi e splendidi alberi olivastri millenari.

Muflone, Figarolo

Fonte: iStock

Un muflone sul promontorio di Capo Figari

Dopo un po’ di trekking, però, è il momento di fare un tuffo nel mare della Sardegna: preparatevi alle immersioni tra coralli neri, aragoste, spugne di mare, cernie e ad esplorare suggestive grotte sommerse nei fondali marini. E sebbene non sia il Titanic, un po’ più a largo di Figarolo giace ancora un relitto di un mercantile, di piccole dimensioni, che affondò in queste acque all’incirca nella metà del XX secolo.

Categorie
Consigli Curiosità Europa Grecia panorami Santorini tramonti vacanze Viaggi

Direzione Santorini: cosa mettere in valigia

Prenotato il viaggio? Prenotato anche l’albergo? Adesso non resta solo che pensare a cosa mettere in valigia per una vacanza direzione Santorini, in Grecia.

Questa stupenda isola è conosciuta in tutto il mondo per le sue bianche case tradizionali con i tetti blu, le sue vie acciottolate e, soprattutto, i suoi invidiabili panorami ed il suo tramonto unico, la cui luce riflette su case e piscine che si affacciano sul mare.

Queste sue caratteristiche ed il suo clima mite tutto l’anno e caratterizzato da pochissime piogge, rendono Santorini una meta del Mar Mediterraneo assolutamente da non perdere. Per visitare nel migliore dei modi l’isola e vivere al meglio e con serenità la vacanza, bisogna portare con sé in valigia tutto l’occorrente. Ecco cosa non può mancare.

Cosa mettere in valigia per un viaggio direzione Santorini?

Per chiunque voglia partire alla scoperta di Santorini, il primo consiglio utile che si può dare è quello di inserire in valigia vestiti leggeri ed estivi. Le temperature, infatti, soprattutto durante i periodi estivi, possono salire al di sopra dei 30 gradi e ciò potrebbe portare ad alcuni disagi nel caso in cui non ci si vesta nel migliore dei modi. Quindi si parla, per le donne, di shorts, t-shirts, gonne leggere, vestiti comodi e leggeri, oppure per gli uomini, t-shirts, pantaloni corti e leggeri e polo. Chiaramente non devono mancare i costumi da bagno, per godere dell’acqua turchese che bagna le coste dell’isola. Da non dimenticare vestiti eleganti o camicie, da poter utilizzare soprattutto durante serate ed eventi speciali sull’isola.

Come i vestiti, anche le calzature devono avere queste “caratteristiche estive”. Non possono mancare, quindi, delle scarpe comode e leggere per visitare l’isola di Santorini e scoprire tutte le sue attrazioni storiche e naturali, e dei sandali o ciabatte per le giornate di relax al mare o a bordo piscina.

Non va dimenticato che l’isola dell’Egeo, grazie alla sua natura vulcanica, è ricca di sentieri che portano sulle cime più alte per godere di panorami mozzafiato, a 360 gradi. Ecco perché nella valigia per il prossimo viaggio a Santorini non dovrebbero mancare anche indumenti sportivi, buoni alleati per gli amanti di escursioni e trekking, che decideranno di scoprire questo lato più selvaggio dell’isola.

Nonostante l’isola di Santorini sia una località decisamente calda e dalle temperature elevate, può capitare che i più freddolosi patiscano un po’ il fresco della sera. Infatti, quando soffia il vento marino, conosciuto dai locali con il nome di meltemi, è sempre bene avere in valigia una giacca o felpa leggera, oltre che un paio di pantaloni lunghi. Questi indumenti saranno a maggior ragione utili in caso di tour isolano su un motorino, il mezzo più utilizzato per spostarsi sull’isola greca.

Non bisogna dimenticarsi, poi, degli accessori personali. Il consiglio che si può dare è sicuramente quello di organizzare la valigia attraverso l’utilizzo di organizers, ovvero utili contenitori richiudibili con zip, nei quali suddividere indumenti ed accessori, e che aiutano a mantenere in ordine tutto il necessario.

Valigia con indumenti e accessori organizzati in organizer diversi, per tenere in ordine il contenuto

Fonte: iStock

Valigia con indumenti e accessori organizzati in organizer diversi

Quindi, per quanto riguarda gli accessori, non possono mancare per un viaggio destinazione Santorini due categorie:

  • Accessori personali: si tratta di quegli accessori per la cura della persona, ad esempio, come creme idratanti e creme solari, utili durante e dopo una giornata in spiaggia, ma anche spazzole o prodotti per la cura dei capelli, ed eventuali farmaci di cui si potrebbe aver bisogno quotidianamente;
  • Accessori high-tech: questi sono accessori diventati ormai di vitale importanza per un viaggiatore. Si parla di cavi vari per la ricarica dei cellulari, ma anche di fotocamere, pc portatili e cuffie. Inoltre, non può mai mancare un adattatore per la presa elettrica, che può essere molto comodo in svariate situazioni.

L’isola di Santorini è un tesoro del Mediterraneo, che si va ad aggiungere ad altre isole bellissime e, a volte, anche poco conosciute della Grecia, che rappresentano per questo Paese un’attrazione naturale senza eguali. Preparare, pertanto, la valigia direzione Santorini vuol dire partire con il piede giusto per godersi questi fantastici paesaggi plasmati dall’attività vulcanica.

Categorie
Catania Curiosità Etna panorami Reggio Calabria Sicilia Viaggi vulcani

Etna, tutte le leggende sul vulcano siciliano

L’Etna è un famoso complesso vulcanico siciliano ancora attivo, noto anche come Mongibello. Questo vulcano si trova sulla costa orientale dell’isola della Sicilia ed è uno dei vulcani più attivi del mondo, con un’altezza che supera addirittura i 3300 metri, che lo rende anche il più alto di tutto il continente europeo.

L’Etna, infatti, domina sulla vallata e sul golfo di Catania ed è visibile anche dalla città di Reggio Calabria e dai monti delle Madonie, che si trovano nella parte settentrionale della Sicilia. Il vulcano ha caratterizzato molto il paesaggio circostante, a causa del suo fuoco e della sua lava che hanno modificato continuamente il paesaggio, anche negli ultimi anni, creando non poche preoccupazioni nella popolazione vicina.

Le sue eruzioni, spesso spettacolari, hanno catturato l’immaginazione di molte persone, sin dai tempi antichi, e ciò ha portato alla nascita di numerose leggende legate alla sua grandezza ed alla sua enorme potenza. Tutto ciò ha reso l’Etna un simbolo culturale e mitologico conosciuto in tutto il mondo.

Ma quali sono le leggende legate al vulcano siciliano? Ce ne sono diverse: di epoca greca e romana, ma anche legate alla religione cristiana e alle tradizioni popolari siciliane.

La mitologia greca e l’Etna

Il dio del fuoco Efesto e la sua fucina

Una delle leggende più antiche legate all’Etna deriva dalla mitologia greca e riguarda storie legate al dio del fuoco e della metallurgia Efesto. Secondo questa leggenda, Efesto era noto per la sua abilità nel creare armi ed armature per gli dei dell’Olimpo e, secondo i greci, si diceva che la lava ed il fuoco che scaturivano, appunto, dall’Etna fossero una conseguenza dell’incessante lavoro di questo deo dell’Olimpo antico e della sua fucina sotterranea.

Tifone, il gigante ribelle a cento teste

Sempre nell’antica Grecia, si racconta di questo mostruoso gigante, dotato di cento teste di drago, chiamato Tifone. Questo essere, secondo questa leggende, venne sconfitto da Zeus ed imprigionato sotto il vulcano Etna. Proprio per questo, a causa di continui tentativi di liberarsi dalla prigione sotterranea, Tifone causò continui terremoti ed eruzioni vulcaniche.

Vista dalla città di Taormina dell'Etna innevato, con in primo piano le antiche rovine risalenti all'epoca degli Antichi Greci

Fonte: iStock

Vista dell’Etna dalle rovine greche della città di Taormina

Le leggende degli antichi romani

Anche in epoca romana nacquero delle leggende sul vulcano siciliano Etna, storie che non si discostano molto dalle loro versioni greche.

Encelado, uno dei titani ribelli sepolto sotto l’Etna

Una di queste leggende dell’epoca romana riguarda Encelado, ovvero uno dei titani che si ribellò contro gli dei dell’Olimpo. Un essere spaventoso, che possedeva mani enormi, una barba folta ed incolta, come pure le sopracciglia, e che al posto delle gambe aveva due squamose code di serpente. Questo spaventoso essere, dopo aver subito una sconfitta da Zeus, venne sepolto sotto l’Etna. I Romani credevano che i movimenti e le eruzioni del vulcano fossero causati dai tentativi di Encelado di liberarsi, come i greci pensavano che Tifone fosse la causa degli stessi avvenimenti.

La fucina di Vulcano e dei suoi ciclopi

Per il popolo romano, il vulcano siciliano era anche considerato come la fucina di Vulcano, considerato, come Efesto, il dio del fuoco. Come per i greci, anche in questo caso le eruzioni vulcaniche erano viste come il fumo e le scintille provenienti dalla fucina divina, dove Vulcano ed i ciclopi, ovvero i suoi aiutanti, forgiavano le armi sacre per gli dei.

Le leggende cristiane del Mongibello

Sono altre e diverse le leggende, invece, che provengono dal mondo cristiano. Infatti, con l’avvento del Cristianesimo, le leggende sul vulcano siciliano si trasformarono ed alle stesse vennero aggiunti elementi riconducenti alla religione.

La patrona della città di Catania: Sant’Agata

Una delle leggende più conosciute sarebbe quella legata a Sant’Agata, che è la patrona della città di Catania, che sorge proprio alle pendici dell’Etna. Si racconta che in passato ci fu un’eruzione molto violenta, che portò i cittadini catanesi a muoversi in massa verso il vulcano portando in processione il sacro velo di Sant’Agata, per chiedere ed implorando un suo intervento per fermare l’imminente catastrofe. Dopo questo gesto, l’eruzione si fermò, salvando così la vita alla popolazione siciliana e alla città di Catania. Da allora, la patrona Sant’Agata viene venerata come protettrice contro le eruzioni vulcaniche dell’Etna.

San Giorgio contro il drago Tifone

Quest’altra leggenda, invece, riporta all’antica Grecia. Si tratta nuovamente di Tifone, il dio ribelle che si mostrò ostile al volere degli dei grechi. Infatti, secondo il racconto di quest’epoca, San Giorgio avrebbe sconfitto un drago, spesso identificato con il nome di Tifone, che tentò di scappare alla prigionia sotto l’Etna, scatenando le eruzioni del vulcano e mettendo in pericolo la popolazione circostante.

Eruzione vulcanica dell'Etna, durante la quale è visibile anche la lava che fuoriesce dal cratere

Fonte: iStock

Eruzione dell’Etna, Sicilia

Le leggende popolari siciliane e dei popoli del nord

Nel corso dei secoli, storie e leggende relative a questo vulcano siciliano, hanno subito delle modifiche, con interferenze religiose e culturali. Sono nate sia leggende del popolo siciliano, ma anche da popolazioni del nord Europa.

La montagna e la luna e la sposa dell’Etna

La prima leggenda di stampo popolare siciliana, se così si può definire, è una delle più affascinanti. In questa leggenda si racconta come l’Etna fosse innamorato della luna e che ogni notte cercasse di raggiungerla, sfruttando il suo fuoco e le sue fiamme. Allora, la luna, commossa dall’amore della montagna, ovvero l’Etna, brillava sempre più luminosa, creando così uno spettacolo unico.

Questa leggenda riflette il fascino romantico che l’Etna riesce ad esercitare sugli abitanti della regione. Proprio da qui nasce un’altra leggenda popolare, ovvero la storia di una giovane donna, promessa sposa di un uomo considerato malvagio, la quale preferì gettarsi nell’Etna piuttosto che sposarlo. Da quel giorno, ogni volta che il vulcano siciliano erutta, si dice che ad uscire dal cratere siano le lacrime di questa sposa infelice.

Il mondo dei morti e la Regina Elisabetta I

Infine, una leggenda proveniente dai territori del Nord Europa e che riguarda un personaggio molto famoso della storia inglese: la Regina Elisabetta I. Questa leggenda, infatti, racconta che l’anima errante della Regina riposi nell’Etna, che era riconosciuto anche come il mondo dei morti, a causa di un patto che essa fece con il diavolo, in cambio del trono d’Inghilterra.

Come si è visto, l’Etna è ed è stato fonte inesauribile di leggende popolari e che hanno accompagnato le diverse popolazioni che hanno abitato la Sicilia. Queste leggende arricchiscono la cultura e la storia della Sicilia, ed aprono una finestra sul come gli esseri umani cerchino di comprendere, in qualsiasi modo, la forza di questo vulcano siciliano, il più attivo del pianeta terra.

Allo stesso tempo, queste leggende ne arricchiscono anche il fascino. Per chi visita l’Etna, il fatto di conoscere queste leggende, renderà l’esperienza ancora più profonda e significativa, ammirando probabilmente con occhi diversi una delle più belle meraviglie naturali della regione Sicilia e di tutto il territorio italiano.

Categorie
Consigli lago Lago Di Bolsena panorami Viaggi

Come raggiungere l’Isola Bisentina: un gioiello nel cuore del Lago di Bolsena

L’Isola Bisentina è la più grande delle due isole che punteggiano il Lago di Bolsena e raggiungerla è più semplice di quanto si possa pensare: basta seguire i passi giusti (e lasciarsi guidare dalla bellezza del paesaggio!).

Un tesoro nascosto nella Tuscia viterbese

L’isola si trova adagiata nel cuore del Lago di Bolsena, a poca distanza dal comune di Capodimonte. Un vero e proprio gioiello immerso nella Tuscia viterbese, facilmente raggiungibile dai principali centri della regione e del Lazio.

In auto verso il Lago di Bolsena

Partendo da Roma bisogna prendere in direzione nord sull’autostrada A1, fino all’uscita Orte. Da qui, imboccate la E45 in direzione Orte-Terni e proseguite sulla SS675 verso Viterbo. Uscite a Bolsena e seguite le indicazioni per Capodimonte. Una volta arrivati, il porto dista solo 3 km. Per chi arriva invece da Firenze, il viaggio inizia sull’autostrada A1 però in direzione sud, con destinazione l’uscita Chiusi-Chianciano Terme. Proseguite sulla SS2 in direzione Orvieto e imboccate la SS675 verso Viterbo. Uscite a Bolsena e seguite le indicazioni per Capodimonte. Il porto si trova a circa 3 km dal paese e da qui partono i battelli.

Coi mezzi pubblici

Chi viaggia con i mezzi pubblici deve raggiungere il porto di Capodimonte, da cui partono i battelli verso l’Isola Bisentina. La traversata dura circa 15 minuti e il servizio è frequente specialmente nel periodo estivo. Se ci si sposta in treno: scendete alla stazione ferroviaria di Orvieto, la più vicina all’isola, situata a circa 20 km da Capodimonte. Da qui, potrete comodamente raggiungere il porto con un autobus o un taxi. In alternativa, numerose linee di autobus collegano le principali città della Tuscia e del Lazio con Capodimonte. Una volta arrivati, il porto dista solo 3 km.

Altre info

Ricordate che l’isola è raggiungibile solo in battello, e non è possibile attraccare con barche private. I biglietti per il battello possono essere acquistati direttamente al porto; ma in alta stagione, si consiglia di prenotare per evitare sorprese. L’Isola Bisentina è una meta per una gita fuori porta tutto l’anno, ma il suo fascino raggiunge il culmine da aprile a ottobre. In estate può essere particarmente affollata. Una volta sull’isola dimenticate l’auto e spostatevi a piedi o in bicicletta, scoprendo i suoi splendidi sentieri.

Categorie
Europa Malta Notizie panorami Viaggi

Swimtrek, un modo diverso di esplorare le isole maltesi

Immaginate di trovarvi di fronte alle acque purissime che abbracciano le isole di Malta, Gozo e Comino: è impossibile riuscire a trattenere quell’irrefrenabile desiderio di tuffarsi in mare che può cogliere soltanto al cospetto di certi panorami.

Ed è questo il motivo per cui Malta è la meta perfetta per lo swimtrek: un appassionante modo per esplorare un luogo, nuotando lungo la costa e lasciandosi cullare dalle onde con un punto di vista privilegiato sulla terra ferma.

Swimtrek, il nuovo e coinvolgente modo per godersi le isole maltesi

Considerata una vera e propria filosofia che permette di scoprire il mondo nuotando, lo swimtrek non è da intendersi come una competizione, ma più una sorta di meditazione: è sentirsi leggeri, muoversi senza fretta, lasciarsi avvolgere dalla natura e intanto ammirare e rendere indimenticabile il paesaggio tutt’intorno.

Per gli amanti del nuoto che scelgono una meta ponendo al primo posto la limpidezza delle acque, l’arcipelago maltese non può che essere una garanzia: qui la visibilità raggiunge anche i 50 metri e il mare è talmente cristallino che sembra che le barche si librino in aria. Le tonalità brillanti del blu nei pressi delle isole variano dal turchese all’indaco, quindi, sia che si nuoti lungo le acque più scure alle pendici di alte scogliere o vicino a graziose baie poco profonde, la qualità e la trasparenza dell’acqua rimangono ineguagliabili.

Potete ideare itinerari complessi e magari farvi accompagnare da un’imbarcazione d’appoggio mentre vi lasciate trasportare dalle docili correnti, oppure potete scegliere un tratto di costa da scoprire spostandovi da una baia all’altra con lo stile di nuoto che preferite tra i flutti del Mediterraneo.

Le meraviglie da esplorare

Imponenti archi di roccia, grotte, lagune incantevoli: Malta, Gozo e Comino vantano alcuni dei siti naturali più belli d’Europa.

Nuotare lungo le scogliere di Ta’ Cenc a Gozo vi farà comprendere la grandiosità della Natura così come galleggiare sopra i resti di quella che fu la Finestra Azzurra, l’iconico arco di roccia crollato per cause naturali nel 2017, vi offrirà uno scorcio sul vivace ecosistema sottomarino che in pochi anni si è creato proprio in quel punto.

Poco distante, in località Dwejra, con poche bracciate potrete attraversare il lungo e stretto passaggio di roccia che dal mare aperto conduce all’Inland Sea, e riposarvi in una piccola laguna dalla bellezza struggente. Inoltre, se nuotando riuscite a portare un piccolo contenitore ermetico per il denaro, lungo la costa di Gozo vi attende una golosa sosta per il pranzo a Mgarr Ix-Xini, piccolo fiordo amato dai diver, sulla cui spiaggia si trova un rinomato chiosco che offre deliziosi piatti a base di pesce freschissimo.

Mete altrettanto incantevoli non mancano poi sulle altre isole: è possibile nuotare attorno a Comino, la terza isola dell’arcipelago, per apprezzare le suggestive grotte che ne impreziosiscono la costa e poi fare pausa nella Baia di Santa Maria, uscire dall’acqua e concedersi una breve passeggiata fino alla Torre di avvistamento, che ne è il simbolo, da cui fare ritorno via mare raggiungendo un altro luogo iconico ovvero la fantastica Laguna Blu.

Mentre tutti gli altri turisti vi arrivano in barca, chi si dedica allo swimtrek potrà approcciarla in modo più soft per coglierne davvero ogni aspetto con un ritmo più lento e in sintonia con la natura straordinaria di questo paradiso.

Categorie
Cammini Lombardia panorami parchi naturali Sondrio vacanza natura Vacanze natura Viaggi

Tra le vie degli alpeggi della Valtellina, cammini da sogno

Con l’arrivo della primavera, torna un nuovo modo di vivere la montagna: non più sport sulla neve e panorami imbiancati, bensì lunghe camminate all’aria aperta tra prati verdi e natura incontaminata. La Valtellina è la meta perfetta per gli amanti del trekking, dove nasce l’iniziativa “In giro per alpeggi”. Si tratta di alcuni splendidi itinerari che raccontano la vita d’alta quota e ci offrono l’occasione per assaporare alcuni dei prodotti tipici che qui vengono preparati. Scopriamo qualcosa in più.

Gli alpeggi della Valtellina

Vivere l’esperienza di fare trekking in montagna: sono sempre più i turisti che si godono quest’avventura, andando alla scoperta di alcuni dei panorami più belli d’Italia. Una delle destinazioni perfette è la Valtellina, che si snoda nella provincia di Sondrio. Nasce così l’iniziativa “In giro per alpeggi”, con bellissimi sentieri che partono dalla bassa valle e raggiungono l’alta montagna, attraversando panorami naturali da sogno. I percorsi incrociano alcuni meravigliosi alpeggi che offrono ai turisti la possibilità di scoprire come si vive in alta quota e di cosa ci si nutre, assaporando i prodotti caseari tipici del luogo.

È stato creato anche un passaporto che permette di individuare tutti gli alpeggi presenti in Valtellina, con una loro breve descrizione e le indicazioni necessarie per raggiungerli a piedi. Per chi preferisce vivere un’esperienza diversa, è possibile scegliere un accompagnatore di media montagna per partecipare ad attività che forniscono una visione più coinvolgente e completa della vita d’alta quota. Sarà un’occasione unica per affiancare gli alpeggiatori, scoprendo così il loro duro lavoro e le antiche tradizioni che si tramandano di generazione in generazione.

Gli itinerari da scoprire

Scopriamo allora alcuni degli itinerari degli alpeggi della Valtellina, avventure meravigliose dove immergersi nella natura incontaminata. Uno dei cammini più suggestivi è quello che conduce a Bormio, nota meta turistica invernale, che durante la stagione calda offre la possibilità di esplorare le malghe dei dintorni. I contadini aprono le loro fattorie per permettere a grandi e piccini di vivere da vicino le tradizioni di montagna: dall’allevamento alla mungitura delle mucche, passando per il rispetto dell’ambiente e degli animali.

Anche Livigno offre opportunità interessanti: la famosa destinazione sciistica, da giugno a settembre, si concentra su tutt’altra attività rispetto agli sport sulla neve. Le sue malghe sono il luogo perfetto per vivere una giornata a contatto con la natura, tra esperienze autentiche. Gli alpeggi di Federia, Alpe Mine e Alpe Vago consentono di fermarsi per riposare un po’ dopo una lunga escursione, assaporando prodotti tipici valtellinesi.

Spostiamoci poi a Madesimo, dove si arriva sino all’Alpe Groppera affrontando un itinerario più impegnativo (incontrando il lago Azzurro) oppure uno più adatto alle famiglie (passando dall’Alpe Motta). L’attività principale? Assistere alla preparazione di alcuni formaggi del luogo, da poter poi degustare per imparare ad apprezzare i sapori della montagna. Molto suggestivo è poi il villaggio di Montespluga, dove gli alpeggiatori portano il loro bestiame a pascolare tra i prati verdi. Infine, nel borgo di Mese si può visitare il Museo del Latte, per ammirare gli strumenti che venivano utilizzati in passato per la produzione dei formaggi.

Categorie
itinerari lago Lago Di Garda montagna panorami piste ciclabili Vacanze natura Viaggi viaggiare

Pista ciclabile del Lago di Garda: le tappe del percorso attorno al Benaco

La pista ciclabile del Lago di Garda è un percorso suggestivo tra montagne e lago, lungo paesaggi incantevoli punteggiati da borghi medievali, limonaie e distese di oliveti e vigneti. Un viaggio attraverso le tre province che si dividono il Benaco (l’altro nome del Lago di Garda): Brescia, Trento e Verona.

Sebbene alcuni tratti siano da percorrere sulla Strada Gardesana, l’itinerario che compie il giro del Lago di Garda è composto anche da numerose piste ciclabili e ciclopedonali che permettono di godere in sicurezza del viaggio sulle due ruote.

Il giro del Lago di Garda in bicicletta

In totale sono 140 chilometri di un percorso di medio-alta difficoltà, sia per la lunghezza del tragitto, sia per alcuni tratti che presentano dislivelli. Per via della sua difficoltà e la presenza di tratti su strada trafficata, il percorso è largamente sconsigliato ai bambini, agli anziani e ai pattinatori. È invece più adatto a persone con una buona preparazione tecnica e fisica e una maggiore esperienza su bici da strada. Percorrendo la strada i ciclisti dovranno fare varie soste per dissetarsi e riposare, un’ottima scusa per visitare i vari centri abitati che si affacciano sulle sponde del lago e riposarsi sdraiati su una delle tante spiaggette, in estate.

Il giro in bici lungo la pista ciclabile del lago di Garda inizia nella località di Toscolano Maderno (BS), a metà della costa occidentale del bacino lacustre, e punta verso nord fino a Riva del Garda, per poi ridiscendere lungo la costa orientale fino a Lazise e Peschiera. Attraversa poi la costa sud e raggiunge nuovamente il punto di partenza iniziale. Il giro completo del lago può essere suddiviso a metà: sia che si opti per il giro alto del Lago di Garda o per il giro basso, arrivando a Torri del Benaco (in provincia di Verona), è possibile prendere il traghetto che attraversa il lago fino a Toscolano Maderno.

Andiamo alla scoperta del percorso che parte da Toscolano Maderno e compie il giro del Lago di Garda, attraverso le sue molteplici tappe panoramiche.

Vista splendida su Toscolano Maderno, affacciato sul lago di Garda

Fonte: 123RF

Toscolano Maderno

Da Toscolano Maderno a Limone Sul Garda: storia e paesaggi suggestivi

Il giro del Lago di Garda in sella alla bici ha inizio nel paese di Toscolano Maderno (BS), splendida località affacciata sul lago che porta ancora le testimonianze degli antichi mulini che durante il medioevo servivano per la produzione della carta (a tal proposito merita una visita il Museo delle Cartiere di Toscolano).

Si procede in direzione direzione Nord, verso Gargnano. In questo tratto di strada non c’è ancora la pista ciclabile (che collegherà l’intero lago di Garda), ma per molti tratti è possibile uscire dalla Strada Statale ed entrare nei centri abitati affacciati sullo specchio d’acqua, ricchi di punti storici e tratti caratteristici della costa occidentale. Si entra quindi nel piccolo borgo di Bogliaco e successivamente nella località di Villa, prima di addentrarsi nel meraviglioso centro storico del paese di Gargano, tra vicoletti, palazzi storici e scorci romantici sul lago di Garda sulle bellissime limonaie.

Seguendo Via della Remembranza si passa a fianco di Villa Feltrinelli, storico palazzo di lusso (oggi hotel), che ospitò, tra le varie figure culturali di spicco nel periodo della Prima Guerra Mondiale, anche Gabriele D’Annunzio.

Si prosegue questo viaggio suggestivo tra montagne e lago seguendo Via San Giacomo, una stradina panoramica che si ricongiunge successivamente alla Statale con le sue gallerie. Questo è il tratto in cui porre maggiore attenzione alle vetture, soprattutto in estate quando la strada principale è molto più trafficata. Al termine della galleria che giunge al porticciolo di Tignale, con la sua spiaggetta Pra De La Fam, meta di molti amanti del windsurf e del Kitesurf, e la meravigliosa limonaia affacciata sul lago. Si raggiunge poi un’altra galleria caratterizzata da colore bianco e da una striscia laterale rossa. Qui, attraversando un cancelletto laterale, si prende la vecchia gardesana, che evita la strada principale trafficata, alla quale si riallaccia più avanti.

Il percorso prosegue fino alla lunga galleria dalla quale si esce per Campione del Garda, una delle 18 piccole frazioni che compongono il paese di Tremosine. Qui si può fare una sosta sulla graziosa spiaggetta, prima di prendere un altro tratto della vecchia Gardesana, con brevi gallerie scavate nella roccia, che si collega con il primo tornante della spettacolare strada della Forra, una delle più belle del mondo. Si torna con la bicicletta sulla Gardesana per circa 5 chilometri prima di raggiungere Limone Sul Garda.

Da Limone Sul Garda a Riva del Garda: la ciclopedonale più bella d’Europa

Questo è uno dei tratti più spettacolari del giro del Lago di Garda in bicicletta. Una volta attraversate le viuzze di Limone Sul Garda, con le sue meravigliose limonaie e il lungolago da cartolina, si prende il Sentiero del Sole. Dopo una breve salita si raggiunge la ciclopedonale del Garda, parallela alla Gardesana fino a Capo Reamol. Qui inizia il tratto più suggestivo dell’intero percorso: la passerella di Limone, definita “la pista ciclabile più bella d’Europa“. Un percorso di 2 chilometri sospeso sul lago con viste straordinarie sullo strapiombo e sul paesaggio circostante. Attenzione però, perché la passerella è molto frequentata, soprattutto nei festivi e durante l’estate, ed è importante fare attenzione ai numerosi pedoni lungo il tragitto.

La pista ciclopedonale di Limone Sul Garda, a strapiombo sul lago di Garda

Fonte: iStock

La pista ciclopedonale di Limone Sul Garda

Questo percorso termina nuovamente sulla terraferma, al monumento dedicato alle persone che hanno sacrificato la loro vita per la costruzione della “moderna” Gardesana, che venne inaugurata nel 1931. Da questo punto si lascia la provincia di Brescia per entrare nella provincia di Trento. L’ultimo tragitto è interamente sulla Statale, quindi serve fare molta attenzione ai veicoli. Si attraversano infine alcune gallerie per poi raggiungere Riva del Garda, il punto più a nord di questo incantevole itinerario alla scoperta delle meraviglie del lago di Garda.

Da Riva del Garda a Torbole: la pista ciclabile della Valle dell’Adige

Dopo una sosta nella cittadina di Riva del Garda, dove meritano una visita la Rocca di Riva e la Torre Apponale affacciate al porticciolo, si può ripartire alla volta di Torbole. Si attraversa quindi la cittadina seguendo la pista ciclabile della Valle dell’Adige che si sviluppa lungo le rive del lago, fino a raggiungere il porticcolo di San Nicolò. Qui, evitando di prendere la galleria, si prosegue sulla pista ciclabile che la costeggia e passa per la spiaggia della località Linfano, fino a raggiungere il suggestivo ponte che attraversa la foce del fiume Sarca (qui parte la ciclabile che si addentra nella Valle dei Laghi). Si arriva così a Torbole, il luogo perfetto per gli sport acquatici, per rilassarsi in riva al lago e immergersi nella storia e nelle tradizioni locali.

Da Torbole a Brenzone: la ciclopedonale sulle sponde del lago

Dal centro di Torbole si riprende la lunga pedalata alla scoperta del Lago di Garda iniziando a discendere la sponda est del Benaco, percorrendo la Gardesana Orientale con tratti in galleria. Si arriva prima a Navene, una piccola località ai piedi del Monte Baldo con splendide spiaggette in cui potersi rilassare. Ci troviamo ora nella terza provincia che si divide questo splendido lago, quella di Verona.

Dal borghetto di Navene si prende la ciclopedonale asfaltata che si allunga sulle rive del Benaco e ai lati della Statale, fino a raggiungere il bellissimo Castello Scaligero di Malcesine, la fortezza medievale che domina la cittadina. Usciti dal centro abitato di Malcesine, la pista ciclabile continua a costeggiare la spiaggia verso sud, fino a Brenzone sul Garda passando per la baia di Val di Sogno e Cassone.

Il centro abitato di Malcesine, sulla sponda orientale del lago Garda

Fonte: iStock

Malcesine

Da Brenzone a Punta San Vigilio: panorami da sogno

Sono circa 15 i chilometri che dividono Brenzone da Punta San Vigilio, una località che offre alcuni tra i panorami più belli sul Lago di Garda. Da qui si può ammirare l’acqua cristallina del lago circondato da colline verdi adagiate ai piedi del Monte Baldo. Prima di giungere a Punta San Vigilio si percorre la ciclopedonale che segue le coste del lago e che passa per Torri del Benaco. Qui ci si immerge in un borgo medievale con stradine acciottolate, palazzi storici e il Castello affacciato sul lungolago.

Questo è anche il punto nel quale si può prendere il traghetto che attraversa il lago e giunge a Toscolano Maderno, scelto da coloro che intendono percorrere soltanto il giro alto del Lago di Garda.

Da Punta San Vigilio a Lazise: la pista tra i borghi medievali

Il giro del lago prosegue uscendo dal centro abitato di Punta San Vigilio e costeggiando lo specchio d’acqua lungo la pista ciclabile. In un tragitto lungo circa 14 chilometri, si attraversano due borghi di incredibile bellezza: Garda, con i suoi archi, vicoli stretti, ville monumentali e case antiche, e Bardolino, nel cuore della Riviera degli Olivi e luogo dedito anche alla produzione di un ottimi vini.

Si giunge infine a Lazise, splendida cittadina medievale ricca di fascino. Non distante dal centro storico si trovano anche splendide terme naturali, con numerose proprietà benefiche, in cui godersi una pausa rilassante.

Da Lazise a Desenzano, passando per Sirmione

Dal meraviglioso centro di Lazise si sale nuovamente in sella per viaggiare attraverso la costa meridionale del Lago di Garda che attraversa due località: Peschiera e Sirmione. La prima è la cittadina storica che ospita anche il famoso parco giochi Gardaland, mentre la seconda è una delle zone più incredibili del Benaco.

Arrivati a Sirmione si apre davanti agli occhi la meraviglia. Si tratta di una lingua di terra che entra nel lago di immensa bellezza. Qui si possono ammirare le Grotte di Catullo, i resti di una villa romana del I secolo d.C. situata sulla punta più settentrionale della penisola con splendide viste sul lago, il Castello Scaligero con le sue imponenti mura e il suo pittoresco centro ricco di negozietti e ristoranti, le Terme di Sirmione e varie spiagge paradisiache che sembrano appartenere a isole caraibiche.

In questo tragitto si percorre spesso la Strada Gardesana, non essendo totalmente servito da piste ciclabili, fino a raggiungere la cittadina di Desenzano, nota per il suo caratteristico centro storico con il porticciolo, il lungolago e le spiaggette in cui rilassarsi.

La splendida vista dall'alto su Sirmione, sul lago di Garda

Fonte: iStock

Sirmione

Da Desenzano a Toscolano Maderno

Per l’ultimo tragitto che parte da Desenzano e si ricongiunge con Toscolano Maderno, si attraversano i magnifici paesaggi della Valtenesi, meglio se percorrendo le strade secondarie dove i borghi punteggiano una zona collinare ricca di vigneti e oliveti. Così, si possono ammirare le bellezze naturali e architettoniche di Moniga (con il suo Castello e le splendide spiagge), Manerba (con il suggestivo Parco Archeologico della “Rocca” e la sua splendida spiaggia), Salò (con i suoi numerosi palazzi antichi e il vivo centro storico con il lungolago), Gardone Riviera (che ospita il Vittoriale degli Italiani, la casa di Gabriele D’Annunzio ora trasformata in un bellissimo museo) e, infine Toscolano Maderno, l’originario punto di partenza di questo tour in bicicletta dai variopinti panorami suggestivi.

Categorie
Cammini itinerari panorami pellegrinaggi turismo religioso Viaggi

Cinque cammini di pellegrinaggio nel Centro Italia

L’Italia è ricca di itinerari magici, che offrono alla sguardo paesaggi indescrivibili e permettono ai viandanti di oggi di addentrarsi a passo lento nella natura, pronta a svelare testimonianze storiche e tracce fondamentali di coloro che li hanno preceduti nel passaggio, secoli e secoli prima. Per chi desidera ammirare i luoghi più caratteristici del Centro Italia, ecco 5 cammini di pellegrinaggio pronti a svelare meraviglie assolute e imperdibili.

La Via Francigena nel Lazio

Il Lazio è punto di arrivo e di partenza della Via Francigena europea. Il tratto, che svela borghi medievali, paesaggi spettacolari e storie secolari intrecciate tra di loro, ricopre un ruolo chiave per lo sviluppo del Cammino, prima di tutto perché è qui che si trova la meta pellegrinale più ricercata dai viaggiatori, ossia Roma, e in secondo luogo perché indirizza i viaggiatori verso Santa Maria di Leuca, centro spirituale più importante del Salento.

La Via Francigena laziale si sviluppa in ventuno tappe a piedi, dieci a nord della Città Eterna, partendo da Proceno, nel cuore della Tuscia, primo comune dopo il percorso toscano, e undici a sud della Capitale, lungo l’antica Via Appia, fino a Castelforte e al confine con la Campania. Tra i luoghi di interesse, la Basilica del Santo Sepolcro di Acquapendente, il bellissimo lago di Bolsena, la Rocca dei Papi a Montefiascone e il caratteristico Ponte del Diavolo nel borgo medievale di Canino. Attraversare il territorio laziale permette di esplorare una varietà infinita di panorami, epoche e storie, tra scorci sospesi tra  terra e mari, e tradizioni locali da scoprire.

Consigli utili prima di mettersi in cammino

Ecco alcuni consigli utili per percorrere con tranquillità la Via Francigena.

  • Per prima cosa, è bene allenarsi adeguatamente così da arrivare preparati al cammino.
  • Informatevi sull’itinerario da seguire, sulle varie tappe del cammino e sui luoghi che vi piacerebbe visitare.
  • Non sottovalutate la lunghezza del cammino, il tempo di percorrenza, la difficoltà e il dislivello delle diverse tappe. Queste informazioni vi saranno di aiuto per stabilire se il cammino è giusto per voi e per capire quanti giorni vi serviranno per portarlo a termine.
  • È fondamentale consultare le previsioni meteo nella pianificazione del viaggio, avendo al seguito carta escursionistica, bussola e altri strumenti utili.
  • Fate una lista delle cose da mettere nello zaino, attenendovi alle indicazioni sui siti dedicati. In particolare, dovete fare molta attenzione nella scelta delle scarpe per affrontare il lungo percorso.
  • Procuratevi una guida per avere più informazioni sul cammino e per arrivare preparati in caso di imprevisti lungo il tragitto.
  • In base all’itinerario, informatevi sui punti di ristoro, sulle strutture per alloggiare e sui camping, soprattutto qualora non si dovesse raggiungere la tappa stabilita in precedenza.
  • È particolarmente utile tenere informati amici o familiari sul vostro percorso.
Il Santuario della Madonna dell’Ambro, nelle Marche

Fonte: iStock

Il Santuario della Madonna dell’Ambro, tra le attrazioni del Cammino dei Cappuccini, nelle Marche

Cammino dei Cappuccini

Il Cammino dei Cappuccini attraversa da nord a sud la dorsale interna della Marche, con un percorso di quasi 400 km che ripercorre i luoghi delle origini dell’Ordine. Si tratta di un itinerario molto ricco sotto il profilo spirituale, storico, artistico e naturalistico. La prima parte del Cammino – di 220 km suddivisi in 10 tappe – Inizia a Fossombrone, nella provincia di Pesaro e Urbino, dal Colle dei Santi, dove è situato il convento dei Cappuccini, e arriva a Camerino, sede del primo convento dell’Ordine. Tra le tappe, l’incantevole Gola del Furlo, l’antico monastero di Fonte Avellana e Cingoli, il “balcone delle Marche”, da cui si gode un ampio panorama sulla regione.

La seconda parte del Cammino – 160 km in 7 tappe – riprende da Camerino con arrivo ad Ascoli Piceno, passando per attrazioni imperdibili come il Santuario della Madonna dell’Ambro, incastonato nei Monti Sibillini, e il Santuario di San Serafino da Montegranaro, il Santo dei Frati Cappuccini delle Marche, ultima tappa che conclude l’itinerario.

Come prepararsi al Cammino dei Cappuccini

Il Cammino dei Cappuccini è molto impegnativo dal punto di vista fisico, a causa della fisionomia dell’entroterra marchigiano, caratterizzato da un continuo alternarsi di saliscendi, con numerose tappe dai dislivelli importanti. È del tutto sconsigliato, quindi, intraprendere il percorso senza una buona dose di allenamento.

A tal proposito, si consiglia di cominciare con brevi passeggiate su terreni pianeggianti, per poi aumentare progressivamente i chilometri e i dislivelli, variando il tipo di terreno, al fine di abituare il corpo a sentieri di montagna all’aperto o sottobosco, strade di campagna brecciate o sterrate. Il Cammino è percorribile in molti mesi dell’anno, ma è sconsigliato nei mesi invernali, perché diverse tappe sono montuose e potrebbero essere innevate.

La Via di Francesco

La Via di Francesco è un altro cammino di pellegrinaggio nel Centro Italia da fare almeno una volta nella vita. Un itinerario a piedi, in bicicletta e a cavallo, lungo quasi 500 km, che collega alcuni luoghi che testimoniano la vita e la predicazione del Santo di Assisi. Un viaggio senza tempo attraverso eremi, santuari, antiche foreste e borghi medievali che ispirarono Francesco e che si snoda attraverso i luoghi dove ha vissuto.

Il Cammino parte al nord della Rupe della Verna, al centro dell’Appennino toscano, luogo noto per il miracolo delle stigmate di San Francesco che qui fece costruire il santuario ancora oggi visitabile, per poi scendere verso Gubbio e Assisi e proseguire attraverso le colline dell’Umbria e verso i monasteri del reatino in direzione di Roma. Il tratto laziale – che può essere percorso da nord a sud verso la Capitale, oppure in senso inverso se si vuole raggiungere Assisi – inizia sul confine tra Umbria e Lazio, nei pressi di Labro per il percorso principale e nei pressi di Greccio per i percorsi alternativi, che sono: Percorso della Valle Santa Reatina, Direttrice Tiberina, Variante di Farfa.

La Credenziale del pellegrino

Come per tutte le più importanti vie di pellegrinaggio, anche per la Via di Francesco esiste una Credenziale del pellegrino e un attestato di fine percorso ufficiali. La Credenziale viene rilasciata a coloro che intendono effettuare un pellegrinaggio a piedi, in bicicletta o a cavallo e che s’impegnano ad accettarne il senso e lo spirito. Va richiesta almeno 3 settimane prima della partenza per consentirne l’invio per posta. Il servizio d’invio è gratuito e a cura delle famiglie francescane di Assisi, tuttavia è gradita un’offerta per coprire le spese di spedizione.

Abbazia di Montecassino, monastero benedettino nel Lazio

Fonte: iStock

L’Abbazia di Montecassino, tappa finale del Cammino di San Benedetto

Cammino di San Benedetto

Il Cammino di San Benedetto unisce i tre più importanti luoghi benedettini: Norcia, luogo natale del Santo, Subiaco, dove visse trent’anni e fondò numerosi monasteri, fino all’Abbazia di Montecassino, dove trascorse l’ultima parte della vita, e fondò la Regola che porta il suo nome.

Poco più di 300 km, da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo, attraverso il cuore verde dell’Italia, in un itinerario fatto di sentieri, tratturi, carrarecce e strade secondarie, che muove dall’Umbria, entra nel Lazio e lo percorre fino al suo estremo confine meridionale, a pochi passi dalla Campania. Il Cammino non è soltanto un viaggio nel mondo benedettino, ma anche un pellegrinaggio sui luoghi di altri santi popolari, come Rita da Cascia, Francesco d’Assisi e Tommaso d’Aquino, o meno noti.

Consigli per il Cammino di San Benedetto in bicicletta

Nonostante sia ben segnalato, si suggerisce di percorrere il Cammino con l’ausilio dell’omonima guida, che propone una suddivisione in 16 tappe a piedi, o 7 in bicicletta. Chi desidera percorrerlo su due ruote, troverà un percorso ciclistico segnalato, pensato per essere affrontato in mountain-bike, equipaggiata con sacche. È consigliato portare con sé un kit per le riparazioni, composto da un paio di camere d’aria di scorta, pompa, chiavi a brugola, filo del freno e del cambio, smagliacatena e tendiraggi.

Cammino di San Tommaso

Il Cammino di San Tommaso è un itinerario culturale, naturalistico e spirituale che collega la città di Roma, con la Basilica di San Pietro, a Ortona, dove si trova la Cattedrale di San Tommaso, custode delle reliquie dell’apostolo sin dal 1258. Questo percorso, di circa 316 km, attraversa il cuore dell’Abruzzo più autentico, mettendone in luce le eccellenze paesaggistiche e i luoghi della fede quali chiese, eremi e abbazie. L’itinerario è percorribile a piedi, in bici su strada e su sterrato, e a cavallo.

Il Cammino è anche una forma di pellegrinaggio moderno sulle orme di Santa Brigida di Svezia, che tra il 1365 e il 1368 giunse a Ortona a seguito della rivelazione della presenza delle ossa di San Tommaso nella cattedrale della città. Prendendo come punto di riferimento l’antica strada consolare Tiburtina Valeria, che conduceva all’Adriatico, si potrà scoprire il paesaggio abruzzese e il tratto laziale grazie ai sentieri naturalistici più suggestivi, che attraversano il Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani, il Parco Naturale dei Monti Simbruini, il Parco Naturale Sirente-Velino, Parco del Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco Nazionale della Majella. Si potranno, inoltre, ammirare i tanti graziosi borghi del Lazio e dell’Abruzzo che si incontrano durante il Cammino.

Le tappe del Cammino di San Tommaso

Il tracciato del Cammino di San Tommaso attraversa gli Appenini, da Roma all’Adriatico, con un percorso che unisce fede e natura, cultura e tradizione. È percorribile a piedi idealmente in 16 giorni. Di seguito, tutte le tappe.

  • Tappa 1: Piazza San Pietro (Roma) – Albano Laziale
  • Tappa 2: Albano Laziale – Artena
  • Tappa 3: Artena – Genazzano
  • Tappa 4: Genazzano – Subiaco
  • Tappa 5: Subiaco – Monte Livata
  • Tappa 6: Monte Livata – Camporotondo
  • Tappa 7: Camporotondo – Tagliacozzo
  • Tappa 8: Tagliacozzo – Massa d’Albe
  • Tappa 9: Massa d’Albe – Rocca di Mezzo
  • Tappa 10: Rocca di Mezzo – Fontecchio
  • Tappa 11: Fontecchio – Capestrano
  • Tappa 12: Capestrano – Pescosansonesco
  • Tappa 13: Pescosansonesco – Manoppello
  • Tappa 14: Manoppello – San Martino sulla Marrucina
  • Tappa 15: Da San Martino sulla Marrucina – Crecchio
  • Tappa 16: Crecchio – Cattedrale di San Tommaso (Ortona)
Il Castello Colonna a Genazzano, partenza del Cammino di San Tommaso

Fonte: iStock – Ph: Stefano_Pellicciari

Il Castello Colonna a Genazzano, punto di partenza del Cammino di San Tommaso