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Si chiama la Ferrovia della Morte, ed è incredibile

I viaggi in treno sono una delle tendenze più attuali, e la riscoperta di ferrovie storiche è un’esperienza che attira moltissimi turisti. Accanto alle strade ferrate più famose di tutti i tempi, ce ne sono altre molto meno conosciute, ma dal fascino incredibile. È il caso della Ferrovia della Morte, un tragitto lungo circa 415 km che attraversa paesaggi incredibili. Come si evince dal suo nome, tuttavia, dietro la sua costruzione c’è una storia tragica.

La Ferrovia della Morte, una storia terribile

La Ferrovia della Birmania è nota con molti nomi diversi: alcuni la conoscono come la Burma Railway, altri come la Ferrovia Siam-Birmania. Ma il modo forse più realistico per identificarla è Ferrovia della Morte. Oggi non esiste più, o per lo meno non è assolutamente più quella di una volta. La strada ferrata venne progettata nei primi anni ’40 del secolo scorso e costruita dall’Impero giapponese, con lo scopo di favorire il rifornimento di truppe e armi durante la Seconda Guerra Mondiale. Il tragitto originario, lungo circa 420 km, collegava Ban Pong (Thailandia) e Thanbyuzayat (Birmania), e da entrambi i fronti incrociata altre preesistenti ferrovie che permettevano di raggiungere Bangkok da una parte e Rangoon dall’altra.

Nella costruzione della linea ferroviaria vennero impiegati tantissimi uomini: secondo il governo australiano, furono circa 330mila persone a trovare lavoro in questo progetto, tra cui 61mila prigionieri di guerra alleati. Non essendo sufficienti per portare a termine rapidamente l’opera, ai militari vennero affiancati oltre 250mila civili asiatici, costretti ai lavori forzati. I giapponesi a guardia del cantiere trattarono i lavoratori in maniera terribile, fornendo loro cibo e assistenza medica del tutto inadeguati e obbligandoli a turni estenuanti. Si stima che circa 90mila civili e più di 16mila prigionieri di guerra persero la vita durante i lavori, molti dei quali morirono per colera, dissenteria, malaria o semplicemente per fame.

I paesaggi maestosi della Ferrovia della Morte

Dopo la fine della guerra, gran parte della linea ferroviaria cadde in disuso. Tuttavia, un lungo tratto venne restaurato e riaperto al traffico, che oggi è prevalentemente turistico. Il tragitto termina ora a Nam Tok, ma sono diversi i tratti successivi a questa stazione che sono stati rimessi in sesto, solamente in memoria di quella che fu una strada ferrata importantissima (e per omaggiare i tanti lavoratori che vi persero la vita). Il percorso segue il fiume Kwai, e una delle sue attrazioni più suggestive è proprio il ponte che attraversa il corso d’acqua.

Conosciuto come Ponte sul fiume Kwai e reso celebre dall’omonimo film del 1957 diretto da David Lean, venne pesantemente danneggiato dai bombardamenti durante la guerra. Sebbene fosse stato ripristinato in tempi brevi, negli ultimi anni venne costruito un nuovo ponte e quello vecchio chiuse definitivamente nel 2014. C’è poi un altro tratto ferroviario particolarmente affascinante: si tratta del Passo dell’Inferno (o Hellfire Pass), che si inerpica sui Monti del Tenasserim. Molti uomini morirono durante la sua realizzazione, viste le enormi difficoltà incontrate.

L’attuale ferrovia non arriva al Passo dell’Inferno, tuttavia questo importante patrimonio storico ha ritrovato il suo valore grazie alla realizzazione dell’Hellfire Pass Memorial Museum. Oggi il tratto ferroviario è un sito commemorativo, collegato mediante un percorso pedonale ad un museo che espone oggetti, foto e filmati dell’epoca, e che ripercorrono la tragica storia della Ferrovia della Morte.

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La nuova ciclovia, tra paesaggi incontaminati e gastronomia

È stata annunciata la creazione di una nuova rete ciclabile, che avrà lo scopo di valorizzare il turismo rurale e il patrimonio enogastronomico, grazie a un accordo raggiunto tra pubblico e privato. Questo network di percorsi ciclabili sarà realizzato secondo gli standard europei (European Cyclists’ Federation) e ha tutte le carte in regole per diventare un nuovo itinerario di grande successo.

La Ciclovia delle Alpi Orobie

La rete di piste ciclabili si chiamerà “Ciclovia delle Alpi Orobie” e il progetto “Orobikeando”. Si svilupperà in Lombardia, tra le province di Bergamo e Sondrio, per poi risalire verso le Alpi Orobie bergamasche, proseguendo poi sul versante valtellinese e arrivando fino a Tirano, al confine con la Svizzera.

Polmone verde impreziosito da pittoreschi borghi e da ambienti incontaminati, il territorio delle Alpi Orobie è un gioiello naturalistico perfetto per gli amanti della natura e delle attività all’aperto.

Tante ciclabili ne fanno una sola

Per realizzare la nuova ciclovia saranno riqualificati e collegati tra loro i percorsi ciclabili già esistenti, realizzando una vera e propria rete ciclabile delle Orobie che darà un forte impulso al turismo e quindi anche all’economia delle province di Bergamo e Sondrio, territori ricchi di tesori paesaggistici ed enogastronomici.

In particolare, la ciclovia si svilupperà lungo una superficie di 795 chilometri e comprenderà 64 tracciati che si snoderanno nel territorio di 139 Comuni. Il 47% dei percorsi ciclabili passano su aree protette. Inoltre, la Valtellina, la Val Brembana, la Val Seriana e il Lago di Iseo circondano una catena montuosa imponente con cime fino a 3.000 metri, laghetti, torrenti e cascate.

Pensati con l’obiettivo di essere percorsi da tutti, i tracciati ipotizzati dallo studio di fattibilità saranno di difficoltà varia. Dalle ciclopedonali classiche, con sede propria, agli itinerari con strade moderate e a basso traffico. Senza dimenticare la viabilità agro-silvo-pastorale e le strade campestri.

Le eccellenze gastronomiche

La ciclovia attraverserà un territorio che è anche ricco di eccellenze agroalimentari. Si contano infatti cinque formaggi DOP, diversi vini e vitigni, la famosa bresaola, la mela I.G.P., l’olio e varai frutti.

Sul percorso, lo studio ipotizza anche diverse tipologie di servizi, dalle aree di sosta breve a quelle dedicate alla sosta escursionistica fino a quelle di sosta prolungate dove ristorarsi. A questi potranno affiancarsi punti ristoro mobili, servizi di prossimità, come bar, rifugi, aziende agricole, negozi, punti noleggio e guide turistiche.

Passo San Marco, Alpi Orobie

Il Passo San Marco sulle Alpi Orobie in provincia di Bergamo

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Nelle Marche dal mare all’entroterra a bordo dei treni storici

Dopo l’enorme successo dei convogli inaugurali lo scorso autunno, nelle Marche tornano i treni storici che condurranno i passeggeri alla scoperta delle bellezze del territorio dal 18 aprile al 18 dicembre con venti appuntamenti in programma.

A bordo di affascinanti carrozze d’epoca, quelli lungo la Ferrovia Subappennina Italica saranno viaggi lenti e romantici, un autentico ritorno al passato in chiave slow mentre dal finestrino scorre un paesaggio plasmato dalla dolci colline e dalla costa sull’itinerario Ancona – Fabriano – Pergola.

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Campagna marchigiana vicino Pergola

L’iniziativa per promuovere il territorio grazie ai convogli d’epoca

L’Assessorato alle Infrastrutture della Regione Marche ha fortemente voluto la riapertura della linea ferroviaria Fabriano – Pergola a scopo turistico in collaborazione con Fondazione FS e Rete Ferroviaria Italiana: l’accordo reciproco prevede un contratto triennale per la realizzazione di corse con convogli d’epoca fino al 2024.

Ogni treno potrà ospitare 250 viaggiatori per un totale di 5000 posti a disposizione durante tutto l’anno e tre dei viaggi previsti si fregeranno del suggestivo contributo di locomotive a vapore.

Ma non è tutto.

Nel 2023 sono previsti i lavori per la riqualificazione delle ex Officine di Fabriano con l’obiettivo di rendere fruibili i locali dell’antico Deposito Locomotive ai passeggeri dei treni storici in transito da Ancona a Pergola: verranno così trasformate in Polo Museale con una porzione adibita al rimessaggio delle locomotive a vapore.

La ferrovia Fabriano – Pergola rinasce per i turisti

La Subappennina Italica nacque come parte di un progetto che avrebbe dovuto unire le Marche all’Emilia Romagna con capoluogo Sant’Arcangelo di Romagna: il tratto tra Fabriano e Pergola, di 31,6 chilometri, fu inaugurato il 28 aprile 1895 e, tre anni dopo, la linea venne prolungata fino a Urbino.

Nel 2013, a causa di una frana, il servizio ferroviario venne interrotto e sostituito da bus: il 26 settembre 2021 la riapertura in chiave turistica con il primo treno storico che ne ha percorso di nuovo i binari dopo otto anni di sospensione.

Un “Viaggio romantico nel tempo” tra bellezze paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche

I treni storici consacrano una nuova forma di turismo slow, colto, sostenibile che va alla ricerca delle eccellenze meno conosciute ma straordinarie che le Marche custodiscono con cura: aree archeologiche, eremi, monasteri, musei, tradizioni, artigianato, tartufo e vini.

La ferrovia Fabriano – Pergola attraversa la Valle del Cesano, cuore verde d’Italia tra montagna e mare: dopo 16 chilometri, dalla stazione di Fabriano si arriva a Sassoferrato, uno dei Borghi Più Belli d’Italia.

Da qui, la linea si immette nella galleria Fontanaldo per raggiungere il punto più alto del tragitto a circa 430 metri: proseguendo verso Monterosso Marche e Bellisio-Solfare (dove è possibile visitare la Miniera di Cabernardi, parte del Parco museo minerario delle miniere dello zolfo delle Marche) lo sguardo incontra lo splendido Santuario della Madonna del Sasso, risalente all’epoca dei Longobardi.

La Valle del Cesano è perfetta per l’outdoor, ricca di sentieri dove praticare escursioni, trekking e biking, la cornice ideale per una vacanza a contatto con la natura e il relax dei verdi prati: scoprirla affacciati al finestrino a bordo dei treni storici diventa un valore aggiunto e un’esperienza indimenticabile davvero da non perdere.

treno vapore

Treno a vapore

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Migliori viaggi in treno da fare in Europa, c’è anche l’Italia

L’Europa ospita una rete ferroviaria superba, che offre viaggi davvero spettacolari che già da soli possono essere una vacanza in sé. La CNN celebra alcuni dei tragitti più belli ed emozionanti, che portano alla scoperta di paesaggi europei unici e sorprendenti, inclusi quelli italiani, tra i protagonisti di questo racconto su binari senza tempo.

I migliori viaggi in treno da fare in Italia per la CNN

“Solo in Italia uno dei percorsi principali del Paese può essere così bello”. Esordisce così Julia Buckley, giornalista della CNN, parlando del viaggio in treno che va da Firenze a Orvieto e da qui a Napoli, dove si svelano allo sguardo “alcuni dei paesaggi più classici d’Italia”. Arrivare in treno a Firenze è già un viaggio che lascia a bocca aperta: la stazione di Santa Maria Novella si trova, infatti, a pochi passi dalla Basilica, capolavoro del Rinascimento fiorentino, riconoscibile per la sua facciata in marmo bianco e verde scuro. Si attraversa poi l’Arno, prima di immergersi nei colori dei paesaggi della Toscana, con le colline che fanno capolino su entrambi i lati.

“Siediti a sinistra per la vista delle cime frastagliate dell’Appennino; scegli i posti a destra e vedrai Orvieto, una delle più belle città antiche dell’Italia centrale, scolpita su una roccia di tufo dalla civiltà etrusca”, suggerisce Buckley. Arrivando a Roma, i passeggeri possono ammirare le antiche mura della città. Lasciata la Capitale, il viaggio prosegue verso Napoli, che accoglie con una vista spettacolare del Vesuvio mentre ci si addentra nella sua storia millenaria.

Da non perdere, per la CNN, anche il viaggio in treno che va da Nizza a Ventimiglia, toccando Francia, Principato di Monaco e Italia. Un percorso che raccoglie tre Paesi in meno di un’ora, regalando vedute mozzafiato dello scintillante Mediterraneo, e attraversando alcune delle sue città più deliziose. Si toccano alcune delle città più famose della Costa Azzurra, come Èze e Mentone, godendo di una vista privilegiata di Montecarlo, fino ad approdare a Ventimiglia, tappa della Ferrovia delle Meraviglie. “Saprete di aver raggiunto l’Italia quando sentirete il profumo delle bouganville in fiore invadere l’aria”, commenta Julia Buckley.

I viaggi in treno più belli d’Europa

Tra i tragitti in treno più belli d’Europa secondo la CNN c’è quello da Barcellona al Montserrat, in Spagna. La linea ferroviaria di oltre 35 miglia attraversa la campagna fino ai piedi della montagna della Catalogna, dove i vagoni della ferrovia a cremagliera trasportano i passeggeri dal 1892 (con una pausa dal 1957 al 2003).

L’Italia ricompare anche nel viaggio a bordo del famoso Semmering, in Austria. Si tratta di una delle più spettacolari ferrovie panoramiche d’Europa, da cui si ammirano paesaggi mozzafiato. Inizia in Bassa Austria e arriva in Stiria, ed è stata la prima ferrovia ad essere inclusa tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO. Per la CNN è assolutamente da prendere se si sta viaggiando tra Vienna e Venezia, così da godere di un tragitto ancora più stupefacente tra due delle più belle città europee.

Chi ama le avventure nordiche, non può perdersi la Ferrovia di Bergen, considerato uno dei migliori viaggi in treno al mondo. Si snoda tra Oslo e Bergen attraversando l’Hardangervidda, il più elevato altopiano montuoso d’Europa. Si collega, inoltre, alla straordinaria Ferrovia di Flåm, una delle linee ferroviarie più ripide del pianeta.

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In Italia c’è un eden tropicale sospeso tra cielo e acqua

Sospeso tra il cielo terso e le acque cristalline di uno dei laghi più belli del BelPaese, si apre questo paesaggio silente, suggestivo e incantato. Un eden tropicale dove convivono, in perfetto equilibrio, piante rare e fiori esotici, splendidi pavoni e pappagalli colorati, insieme a fagiani di diverse specie. Ci sono anche le camelie che, insieme ai rododendri, ai cedri e ai limoni creano un paesaggio inedito e fuori dall’ordinario. Un paradiso terrestre che sembra trasportare in mondi lontani e sconosciuti e che invece si trova qui, tra le meraviglie del nostro stivale.

Ci troviamo al cospetto delle Isole Borromee sul Lago Maggiore, un arcipelago situato nel golfo omonimo che comprende in tutto tre isole, un isolotto e uno scoglio che incantano da sempre per la grande bellezza che preservano. Ma una, più di tutte, ha l’onere e l’onore di ospitare quello che forse è il giardino botanico più bello del mondo.

Accessibile in traghetto da Stresa, Isola Madre è un luogo onirico caratterizzato da colori straordinari e profumi inebrianti. Ospita un giardino che parla di passato, presente e futuro, e lo fa attraverso l’eleganza, la bellezza e una cura minuziosa che viene perpetuata da secoli.

Isola madre

Isola madre

Isola Madre: il giardino botanico

Allo scrittore francese Gustave Flaubert è bastato guardare l’Isola Madre, col suo patrimonio botanico unico, per descriverla come il luogo più voluttuoso visto al mondo. E in effetti quell’eden tropicale che abbraccia lo sguardo dei visitatori incanta e stordisce tutti i sensi celebrando la grande bellezza della natura.

L’attuale Parco Botanico dell’Isola Madre, che segue i dettami dei giardini all’inglese, è stato realizzato tra la fine del 700 e i primi anni dell’800 per volere del conte Vitaliano Borromeo. Il suo aspetto originario è stato mantenuto nei secoli e il giardino è diventato con il tempo meta imprescindibile di personaggi illustri come scrittori, artisti e imperatori.

Da quel momento è diventato la casa di piante, fiori e alberi provenienti da tutto il mondo, e suddivisi in diversi giardini, che qui hanno trovato l’habitat ideale grazie alle temperature miti e favorevoli.

I colori più belli della natura qui esplodono durante ogni stagione dell’anno e fanno da cornice ai boschetti e agli agrumi che si snodano tutto intorno, e agli alberi che svettano verso il cielo. Il risultato è un paesaggio onirico e quasi magico ottenuto dal lavoro sapiente di esperti giardinieri che, da anni e giorno dopo giorno, si prendono cura di tutti gli esemplari presenti nel giardino.

A completare la visione da sogno che il parco botanico offre ci pensano gli animali che qui vivono e passeggiano in libertà. Fanno capolino, dai cespugli e dai fiori, fagiani di diverse specie, pappagalli e meravigliosi pavoni.

Isola madre

Isola madre

Dall’antico cipresso alle protee: il giardino più bello del mondo

Una passeggiata all’interno del Parco Botanico dell’Isola Madre può trasformarsi in una vera e propria esperienza sensoriale, un viaggio intorno al mondo che passa per la visione di esemplari vegetali provenienti da ogni dove. Dai boschi di bambù a quelli di magnolie, passando per le fioriture di glicine e per i filari di agrumi che si perdono a vista d’occhio.

Ci sono le ninfee e i fiori di loto che danno vita a una sogno orientale e poi, ancora, le fioriture primaverili che incantano come solo loro sanno fare. Tra gli esemplari più rari e suggestivi troviamo le protee, fiori preistorici e simbolo del Sudafrica, che si snodano su una grande terrazza mettendo in scena una bellezza rara e indescrivibile.

Al centro del giardino campeggia il Palazzo Borromeo, un edificio costruito nel XVI secolo sui resti dell’antica Chiesa dedicata a San Vittore. I suoi interni, oggi aperti al pubblico, sono stati riportati al loro antico splendore grazie alla ricostruzione di arredi tipici dell’epoca.

Ed è proprio sul palazzo che ombreggia, imponente e maestoso, il più grande e antico esemplare europeo di cipresso portato qui nel 1862 dall’Himalaya, che sembra vegliare sull’isola e su tutte le sue meraviglie.

Isola Madre

Isola Madre

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La passerella impressionante che svela un paesaggio finora inesplorato

È stata da poco inaugurata una passerella che regala uno spettacolo a dir poco mozzafiato. È il Ponte sulle Cassandre del Mallero, un collegamento aereo sopra uno dei luoghi naturali fino ad oggi sconosciuti. Un’incredibile opera di ingegneria “sospesa” sopra uno spettacolare orrido creato dal torrente Mallero, in Valmalenco.

Siamo nella zona di Sondrio. La passerella, che può essere percorsa a piedi ma anche in bicicletta, è sospesa sopra il torrente collegando le due piccole frazioni di Mossini, una contrada di Maioni, e Ponchiera.

La Passerella sulle Cassandre

Sospesa a un centinaio di metri sopra il torrente e le sue cassandre, le gole selvagge nelle quali si getta il torrente, è un’esperienza che lascerà senza fiato. Il ponte è sorretto da due funi portanti agganciate ai piloni ed è reso stabile da delle funi al livello inferiore.

Sono 145 metri da brivido, ma se si riesce a restare con gli occhi bene aperti, si può scorgere un paesaggio inedito ed estremamente suggestivo, tra la Via dei Terrazzamenti e la Strada del Vino, due splendidi itinerari che caratterizzano la media e la bassa Valtellina.

Questo inedito percorso ciclopedonale può essere abbinato a degustazioni dei rinomati prodotti agroalimentari e dei vini della Valtellina. Infatti, per il weekend del 9 e 10 aprile è previsto l’evento “Assaggi all’altezza”, con piatti gourmet che saranno serviti “tra cielo e terra” a orari definiti agli ospiti che godranno del superbo panorama naturale sotto i loro piedi.

Un territorio da scoprire

Da quando è stato inaugurato lo scorso mese di novembre, il Ponte sulle Cassandre ha portato però scompiglio ai due paesini abituati al silenzio e alla tranquillità che da allora sono stati completamente stravolti. La passerella, infatti, è aperta tutti i giorni dalle 8.30 alle 17.30. Per i turisti, che possono andarci quando vogliono, anche durante la settimana, è una buona notizia, ma non lo è per gli abitanti dei due piccoli Comuni di Sondrio che sono costretti a convivere con il traffico mai visto finora.

E dire che anche le due contrade potrebbero godere del passaggio dei turisti. Basti pensare che a Ponchiera, proprio di recente, sono emerse tracce di insediamenti romani. La parte vecchia del borgo, invece, è fatta di edifici del XVI e XVII secolo, come la chiesa parrocchiale della SS. Trinità, già esistente nel 1506. Da essa proviene un prezioso calice d’argento, fatto realizzare dagli emigranti a Napoli nel 1692, ora custodito presso il Museo valtellinese di storia e arte.

Mossini, invece, è un microscopico abitato fatto di case rurali, il cui edificio più importante è la chiesa di San Bartolomeo del XV secolo. Questo paese è però famoso per i vigneti, che godono di una splendida vista sull’abitato di Sondrio.

Il ponte è stato realizzato non soltanto come attrazione a sé, ma anche allo scopo di dare continuità a percorsi pedonali già esistenti, oltre che a contribuire allo sviluppo del territorio e alla sua valorizzazione in chiave turistica.

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La Passerella delle Cassandre

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Questo treno con la locomotiva a vapore attraversa paesaggi iconici

Il Treno Natura che sta per partire attraversa uno dei paesaggi più iconici d’Italia: la Val d’Orcia. Dal 2014, questa valle toscana è tutelata dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E un viaggio a bordo di questo treno è un’esperienza unica.

Si viaggia a bordo di un treno a vapore che percorre una suggestiva linea ferroviaria, chiusa all’esercizio ordinario nel 1996 e mantenuta in vita come linea a esclusivo uso turistico fino ai nostri giorni. Oggi, la Ferrovia della Val d’Orcia, con i suoi 51,2 chilometri che collegano le province di Siena (Asciano) e Grosseto (Monte Antico), rappresenta il miglior modo per trascorrere una giornata nel cuore più autentico della Toscana e provare un’esperienza di viaggio “slow”.

Salire a bordo del Treno Natura significa viaggiare all’insegna della storia e delle tradizioni gastronomiche, da Siena attraversando il cuore di questo spettacolare territorio che offre infinite attrattività turistiche, tra incantevoli borghi medievali, luoghi da visitare e percorsi di turismo esperienziale.

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L’iconica Val d’Orcia, in Toscana

L’itinerario del Treno Natura

Tante sono le attrattive turistiche in poco più di 50 km. Il percorso a bordo del treno d’epoca ha origine a Siena, “Città del Palio”, a bordo delle antiche carrozze “Centoporte”, trainate da locomotive a vapore finemente restaurate dalla Fondazione FS. La prima stazione che s’incrocia è quella del borgo trecentesco di Buonconvento, da cui è facilmente raggiungibile San Quirico d’Orcia, punto di partenza di una delle tappe più belle e suggestive della Via Francigena, la famosa via di pellegrinaggio che parte a Canterbury e arriva fino a Roma. Siamo immersi tra distese di grano, vigneti e campi di girasoli, in uno scenario di impareggiabile bellezza che si apre a borghi antichi abbarbicati sulle colline e distese pianeggianti dai colori uniformi.

Il tragitto continua piegando verso Sud-Ovest dove, da Monte Antico, inizia il viaggio lungo la ferrovia storica e, costeggiando la linea del fiume Ombrone, si giunge a Monte Amiata. A pochi chilometri dalla stazione, si trova la splendida Abbazia di Sant’Antimo, un complesso monastico il cui primo nucleo risale all’VIII secolo, uno degli esempi più importanti del romanico toscano. Proseguendo per alcuni chilometri, attraversando i vigneti del rinomato Brunello, è possibile raggiungere in bus Montalcino, piccolo gioiello medievale che s’affaccia sul panorama spettacolare delle crete senesi e delle colline maremmane.

Montalcino

Panorama di Montalcino

Risalendo verso Siena, s’incrocia la stazione di Torrenieri, anch’essa collegata da bus di linea a San Quirico d’Orcia, ma dalla quale sono anche facilmente raggiungibili altre meraviglie toscane, come il complesso termale della frazione Bagno Vignoni, con la sua vasca rettangolare di origine cinquecentesca, e Castiglione d’Orcia, il cui centro abitato sorge ai piedi della suggestiva Rocca degli Aldobrandeschi.

Da Torrenieri a Trequanda si risale la valle del torrente Asso, per rimmergersi in un panorama che, tra gallerie e viadotti, attraversa calanchi e paesaggi collinari aspri e arriva ad Asciano, l’antico borgo di origini etrusche, dove termina il tratto lungo la ferrovia storica.

La piazza termale di Bagno Vignoni

La famosa piazza termale di Bagno Vignoni

Quando parte il Treno Natura

Il Treno Natura della Toscana percorre diversi itinerari a seconda della data di partenza. Quello del 27 marzo è il “Treno Natura: il tartufo marzolo” che, da Siena, arriva a S. Giovanni d’Asso, attraversando la Valle dell’Arbia e la valle dell’Ombrone. Dopo aver attraversato il Parco della Val d’Orcia, le zone del Brunello di Montalcino e le Crete Senesi, il convoglio sosterà alla stazione di San Giovanni d’Asso. I viaggiatori potranno fare visita al castello, dove per l’occasione si svolgerà la mostra “Mercato del Tartufo”. Nelle vie del paese saranno allestiti dei mercatini con prodotti tipici dell’artigianato locale accompagnati da spettacoli itineranti.

Il 18 aprile partirà il “Treno Natura: fiera regionale antiquaria” che, sempre da Siena, arriva a Buonconvento. Dopo aver attraversato le Crete Senesi, il Parco della Val d’Orcia e le zone del Brunello di Montalcino, il convoglio sosterà alla stazione di Buonconvento, un piccolo paese fortificato che sorge lungo l’antica Via Francigena. Sarà possibile visitare la Fiera regionale dell’antiquariato, attraverso le vie del borgo, ma anche i musei cittadini. In alternativa, su prenotazione, i viaggiatori potranno partecipare a un trekking.

Il 23 aprile si potrà salire a bordo del “Treno Natura: festa del vino” che giunge a Torrenieri e a S. Quirico d’Orcia, dove i passeggeri del treno storico potranno partecipare alla festa dedicata al nettare degli dèi.

Invece, il 25 aprile partirà il “Treno Natura: primavera in Val d’Orcia” alla volta di Torrenieri e poi, in pullman, di Castiglione d’Orcia. Nel centro cittadino sarà possibile gustare i prodotti tipici della gastronomia locale e visitare il mercatino di prodotti locali e intrattenersi con la musica degli artisti di strada.

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La fortezza di Castiglione d’Orcia

Cosa sapere prima di partire

Per viaggiare a bordo dei treni storici è obbligatorio essere il possesso di Green Pass Rafforzato valido, a esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti. È obbligatorio indossare la mascherina di tipo FFP2 o superiore per la protezione del naso e della bocca. La violazione di tali obblighi comporta l’intervento delle forze dell’ordine e l’interruzione del servizio alla prima stazione utile.

A seguito delle disposizioni emanate dalle autorità competenti, al fine di massimizzare la tutela della salute di viaggiatori e dipendenti, la Fondazione FS ha attivato misure e iniziative in materia di prevenzione della diffusione del Coronavirus. In particolare, sono state potenziate le attività di sanificazione e disinfezione dei treni, sono stati installati a bordo dei treni dispenser di disinfettante per le mani ed è stato introdotto un nuovo criterio di prenotazione dei posti a bordo che garantisce il rispetto delle distanze di sicurezza prescritte dalle autorità sanitarie.

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Il trekking più mozzafiato d’Italia (con altalena panoramica)

Un piccolo Comune della provincia di Como è diventato uno degli angoli più belli d’Italia, da dove godere di un panorama mozzafiato che dà direttamente sul lago. Siamo a Gera Lario, al confine tra la Provincia di Como e la Provincia di Sondrio, sulla punta estrema del lago di Como. Lontano, quindi, da quei borghi così famosi, come Bellagio, Varenna, Tremezzo, Laglio divenuti ormai famosi in tutto il mondo.

Se non la si conosce o se nessuno ce la racconta, difficilmente verrà in mente di andare alla scoperta di questa zona meno nota di uno dei laghi più amati e visitati al mondo.

Da qui, parte un itinerario di trekking – non troppo difficile -, che porta fin sul Monte Berlinghera. A 1.930 metri di quota, questo monte è considerato uno dei balconi panoramici più belli che esistano nel nostro Paese.

Il sentiero si svolge lungo sterrati e mulattiere, attraversa boschi di querce, abeti e faggi e altipiani, incrocia piccole pievi e baite con vista sul lago di Como. Lo possono percorrere anche i bambini.

Il trekking del Monte Berlinghera

Lungo tutto il percorso, che dura circa due ore, con un dislivello di circa 700 metri, il paesaggio regala paesaggi bellissimi e tante emozioni. Come quando si giunge alle baite di pietra, dove il tempo sembra essersi fermato. Qui si possono ammirare da una parte l’Alpe di Mezzo (a 1540 metri) e dall’altra l’Alpe Pescedo (1560 metri).

L’altalena gigante vista lago

Seguendo le indicazioni verso Bocchetta di Chiaro, ci s’imbatte in uno degli scorci più belli di questo trekking. A più di 1.600 metri è stata posizionata un’altalena panoramica gigantesca fatta di legno che farà la gioia dei bambini, ma anche dei grandi. Dondolarsi, qui, è come gettarsi nelle acque del lago sottostante.

Il panorama dei due laghi

Una volta giunti in cima al Monte Berlighera, una vetta delle Alpi Lepontine, dove sono visibili i resti di una cappella dedicata agli alpini, oltre alla spettacolare vista del Lario ci sarà un’altra sorpresa: si scorgerà anche il piccolo lago di Mezzola, con le sue acque color smeraldo, che si trova più a Nord del lago di Como, dal quale è separato dall’ultimo tratto del fiume Mera (che alimenta, in parte, il lago di Como).

Tutt’intorno le montagne: la Valchiavenna ovvero il cuore verde della Lombardia, il Pian di Spagna, il maestoso Monte Legnone che, con i suoi 2.609 metri, è la cima più alta della provincia di Lecco e del settore più occidentale delle Alpi Orobie, e tutte le vette che fanno da corona al lago di Como.

Come arrivare

Si può arrivare fino a un certo punto in auto. Poi si prosegue a piedi. Si lascia l’auto a San Bartolomeo, dopo aver percorso la strada statale 340 fino a Gera Lario; una volta giunti all’altezza del ponte sul torrente San Vincenzo, si seguono le indicazioni per Bugiallo. Dopo circa 3 km in salita, a un bivio bisogna girare a destra e continuare sulla strada stretta ma asfaltata che porta fino a San Bartolomeo (da Gera Lario sono circa 12 km), dove si trova l’omonima chiesa e dove di deve parcheggiare.

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Panorama del lago di Como e del lago di Mezzola dal Monte Berlinghera

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A bordo del treno più romantico d’Italia

Non solo è la tratta ferroviaria più panoramica d’Italia, ma salire a bordo di questo treno è anche l’esperienza più romantica che si possa fare. Stiamo parlando della Vigezzina Centovalli, una ferrovia a scartamento ridotto che svolge il servizio tra Domodossola e la svizzera Locarno.

Il percorso di questo particolare treno si snoda tra la Val Vigezzo conosciuta come la Valle dei Pittori per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti, e le Centovalli, per concludersi nel Canton Ticino. Si tratta di un territorio di un’assoluta bellezza e di un altissimo valore ambientale e paesaggistico. Fare questo viaggio con il proprio o la propria partner è incredibilmente romantico.

In occasione di San Valentino, le coppie possono viaggiare a bordo del treno della Vigezzina Centovalli con sconti fino al 50%. La promozione si chiama “Due cuori e un biglietto”, è valida per viaggiare tra il 12 e il 14 febbraio 2022 ed è perfetta per chi desidera godersi il magnifico panorama di questa parte inedita del Piemonte.

Sette sono i Comuni della valle, con le loro frazioni e mantengono intatto il ricordo del passato, con ambienti rurali ed eleganti edifici dall’architettura raffinata.

La storia della Ferrovia Vigezzina Centovalli

La Ferrovia Vigezzina Centovalli nacque dall’esigenza delle popolazioni locali di avere un proprio sistema di collegamento che servisse le valli alpine nel modo migliore possibile e che si inerpicasse facilmente lungo i pendii montani.

La costruzione di questa linea, complementare a quella del Sempione, è stata il simbolo del progresso portato dal nuovo secolo. La Vigezzina (così è conosciuta la parte italiana della Centovalli) parte da Domodossola e si snoda attraverso paesaggi suggestivi dominati da fitti boschi, montagne che si alternano a verdi vallate, profonde forre scavate dai torrenti, corsi d’acqua e cascate di rara bellezza. Tutto ciò viene visionato dal viaggiatore che resta letteralmente a bocca aperta e incantato dal susseguirsi di scenari incantevoli.

ll percorso è lungo poco più di 50 chilometri e prevede 83 ponti e 31 gallerie e s’immerge totalmente nella natura. Il caratteristico trenino blu, non appena supera la Val Vigezzo, si insinua in territorio svizzero, attraversando il Canton Ticino. Si possono ammirare le Cento Valli, caratterizzate da una fitta vegetazione composta da boschi di faggio, corsi d’acqua e montagne dai fianchi frastagliati che donano al viaggiatore la bellezza di paesaggi unici.

Info utili

Il biglietto è acquistabile online sul sito della Ferrovia Vigezzina Centovalli e include un viaggio di andata e ritorno in Seconda classe, con prenotazione del posto a sedere e si possono scegliere diversi itinerari: da Domodossola a Locarno e viceversa (22 euro a coppia), da Domodossola a Santa Maria Maggiore (15 a coppia) e da Locarno a Santa Maria Maggiore (18 euro a coppia). Il biglietto speciale non prevede la possibilità di effettuare una fermata intermedia lungo il percorso.

Per l’ingresso in Italia dalla Svizzera è richiesta la compilazione del Plf, mentre per l’ingresso in Svizzera dall’Italia è necessario essere in possesso del Green Pass base. Per viaggiare a bordo dei treni è obbligatorio indossare la mascherina (tipo Ffp2 per l’Italia).

Ferrovia-Vigezzina-Centovalli-Ponte-in-muratura-Centovalli

Ferrovia Vigezzina Centovalli, un ponte in muratura

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Dormire in un faro sulla costa scozzese: l’esperienza da sogno

Immerso in un paesaggio idilliaco dove natura selvaggia e tradizioni antiche convivono da secoli, esiste un alloggio da sogno, un luogo di partenza e di arrivo per tutti gli avventurieri in grado di caratterizzare in maniera univoca l’intera esperienza di viaggio. Si tratta di un faro che affaccia direttamente dove è possibile osservare l’infinito, quel punto esatto in cui i confini tra cielo e mare si annullano, dove la notte fa capolino una dolce ninna nanna che accompagna i sogni degli ospiti.

Ci troviamo all’interno del Lighthouse Point, l’ex alloggio del guardiano del faro, con viste mozzafiato sul mare e su tutto il territorio di Argyll e Bute. Il faro, inaugurato nel 1812, è stato adibito oggi a cottage di lusso che offre tutti i comfort ai viaggiatori, ma soprattutto permette di rigenerarsi e ritrovare le energie al primo sguardo vero il panorama circostante.

Dormire in un faro in Scozia

Gli alloggi sono diventati sempre più importanti per la scelta delle destinazioni dei nostri viaggi, perché è loro il compito di trasformare le esperienze, di renderle ancora più uniche e straordinarie. Così, negli ultimi tempi, nuove e inedite proposte si sono affiancate agli hotel e alle tradizionali strutture ricettive. Tra queste anche i fari.

Possiamo quindi partire alla scoperta delle meravigliose, selvagge e suggestive coste scozzesi e alloggiare all’interno di un faro situato ad Argyll e Bute, la regione della costa occidentale della Scozia, che confina con le Highland, conosciuta per la sua selvaggia bellezza.

L’alloggio, poi, è dotato di tutti i confort. Dalla zona notte con letto king size alla zona living con veranda. Non manca, ovviamente, una cucina completamente attrezzata.

È qui che è possibile staccare da tutto e da tutti, ritirarsi negli interni accoglienti e da quelli godere delle ampie viste sull’oceano che bagnano la contea di Argyll. Un rifugio perfetto per chi è alla ricerca di pace e tranquillità, di una nuova e straordinaria connessione con la natura autentica e primordiale.

Alla pace e alla calma si aggiunge anche un’esperienza di gusto. Il Lighthouse Point, infatti, è il perfetto punto di partenza per andare alla scoperta delle più celebri distillerie di whisky del mondo, situate proprio nei villaggi e nelle città di questa regione.

Argyll e Bute: cosa vedere e cosa fare

Il faro, prenotabile su Airbnb, è situato nei pressi del piccolo villaggio di Innellan. Qui potrete sperimentare uno stile di vita di altri tempi all’insegna della tranquillità e passare serate spensierate all’interno dell’unico pub della zona. A circa 7 km, invece, troviamo la turistica e animata città di Dunoon, perfetto punto di partenza per raggiungere Glasgow o gli altri punti di interesse nei dintorni come le pittoresche isole che caratterizzano tutto il territorio.

La bellezza di questo territorio permette di creare un itinerario personalizzato che vede la natura assoluta protagonista. Da Innellan si può partire alla scoperta di Argyll e Bute, della sua campagna e del suo litorale, luoghi che ospitano e preservano una fauna incredibile. Altrettanti sono i sentieri escursionistici e le gire fuori porta per andare a scoprire le meraviglie del territorio.

Dormire in un faro in Scozia

Dormire in un faro in Scozia