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Pila, piccola perla della Valle d’Aosta con vista sul Bianco e il Cervino

Cuore della Valle d’Aosta, dai suoi 1800 metri Pila domina la città di Aosta e gode di un invidiabile posizione panoramica con emozionante vista sui leggendari “4000” della regione: il Monte Bianco a ovest, il Cervino, il Grand Combin e, a est, il Monte Rosa.

Comprensorio sciistico d’eccellenza, è un’ambita località turistica in tutte le stagioni, capace di offrire divertimento e momenti indimenticabili a pieno contatto con una natura spettacolare.

Pila, estate tra sport e natura

In uno scenario idilliaco disegnato da ampi spazi, silenzio e aria cristallina, Pila è la meta ideale per lasciarsi alle spalle i rumori e la frenetica vita di città e per dedicarsi agli sport all’aria aperta: escursionismo, downhill, freeride, trekking e mountain bike.

Pila_estate

In estate, la splendida località spicca per la fitta rete di sentieri di varia difficoltà, in grado di soddisfare le esigenze sia delle famiglie con bambini sia degli escursionisti e alpinisti più esperti.

Imperdibile è, ad esempio, il Lago di Chamolé, limpido specchio d’acqua abbracciato da una verde conca da cui si apre un panorama favoloso sul Gran Combin, il Monte Bianco e la Valle del Gran San Bernardo: lo si raggiunge da Pila con la seggiovia di Chamolé che porta a quota 2003 metri e, da lì, imboccando il sentiero 19c, perfettamente segnalato.

Dal lago, i più esperti potranno proseguire alla volta del Col de Tza Sèche, della Becca di Nona a 3142 metri o impegnarsi nell’ascesa al Monte Emilius dove, sulla cresta ovest, è presente una via ferrata storica, destinata ai soli alpinisti con esperienza e buona resistenza fisica.

Pila valle d'aosta

Fonte: Ufficio Stampa

Passeggiate in quota a Pila

Novità del 2020, è poi il sentiero n. 22 che da Pila consente di arrivare a Chamolé e ammirare così tutta la bellezza del comprensorio al proprio ritmo.

Per gli appassionati delle due ruote, Pila è un assoluto punto di riferimento grazie al Bike Stadium di downhill ed enduro con 16 piste dai vari gradi di difficoltà: unica nel suo genere e molto ambita è la Pila-Aosta free ride, con un dislivello di 1170 metri e una lunghezza di 8 chilometri che possono arrivare fino a 11 sfruttando i tracciati più a monte.

La nuova flow trail è invece una pista divertente, adatta a tutti i bikers, anche ai più piccoli, da percorrere rigorosamente in discesa.

Sono poi attivi  i noleggi di bici ed e-bikes e due scuole di mtb con interessanti proposte per clienti individuali, gruppi e anche accompagnamento e-bike.

Centro di riferimento per lo sci in inverno

Durante la stagione invernale, il comprensorio sciistico di Pila attrae ogni anno migliaia di appassionati di sci e sport sulla neve con i suoi 70 chilometri di piste per tutti i livelli (4 piste nere, 21 rosse, 4 blu, più i tracciati percorribili con gli sci), che vanno da un’altitudine di oltre 1500 fino a quasi 2800 metri.

Pila-neve

Fonte: Snapseed

Le piste innevate di Pila in Valle d’Aosta

Ma non è tutto: Pila è una stazione “sci ai piedi” con accesso diretto agli impianti dai residence e dagli alberghi e offre uno snow park a circa 2200 metri di altitudine (un’area freestyle realizzata per soddisfare le esigenze degli acrobati della neve), piste per freeride, itinerari per racchette da neve, una pista Fun Slope, per il divertimento a ogni età, 15 impianti, fra seggiovie, ovovia e funivia per una comoda risalita, e due piste di scialpinismo.

Sono due le scuole di sci che, complessivamente, vantano oltre 170 maestri, accolgono allievi di tutte le età, livello e volontà per il grande debutto sulla neve o per perfezionare il proprio stile e soddisfare le proprie ambizioni.

Di rilievo anche l’architettura della stazione sciistica, realizzata negli Anni Settanta, con unità abitative e strutture alberghiere, ispirata alle stazioni montane francesi e modellata per forme e colori sull’orografia e sul paesaggio.

Riparata dalle avversità meteorologiche, Pila permette di sciare per tutto l’inverno fino a 2700 metri, ed è apprezzata per la qualità della battitura delle piste, per le svariate attività che si possono praticare sulla neve oltre lo sci e per l’indimenticabile qualità della gastronomia che utilizza le materie prime del territorio.

Inoltre, per coloro che non sciano (ma anche per gli sciatori), propone la conoscenza e l’esplorazione della natura in montagna organizzando escursioni con le ciaspole, con la preziosa conduzione delle guide ambientali naturalistiche.

D’inverno, da non perdere è l’evento più importante dell’anno: la Fiera di Sant’Orso che si tiene già ad Aosta, raggiungibile velocemente da Pila con la funivia. Ogni anno a fine gennaio (nel 2023 le date sono 30 e 31 gennaio e l’edizione è la numero 1.023) oltre mille gli artigiani espongono le loro opere lungo le vie del centro, ma ci sono anche musica, folklore e tradizioni per scoprire le eccellenze della Valle d’Aosta.

Fiera-Sant'Orso-Aosta

Fonte: @Regione autonoma Valle d’Aosta

Sculture di legno in mostra durante la Fiera di Sant’Orso ad Aosta

Le spettacolari piste per tutti i gusti, fino al fuoripista

Le piste di Pila sono ideate per consentire a tutti di dare soddisfazione alla propria voglia di sci. Si va dalle piste meno impegnative, come le Baby Pila, la Baby Gorraz e la Grimod, a quelle per i riders più esperti:

  • Platta de Grevon (Pista 27 sullo Skirama): pista per freerider con 510 metri di dislivello per quasi 1,8 chilometri di sviluppo e pura adrenalina.
    Doppio tracciato finale, uno più veloce e dinamico, l’altro, tradizionale, più dolce e graduale.
  • Du Bois (Pista 2 sullo Skirama): una pista dove liberare la propria voglia di libertà.
    La pendenza è sostenuta sull’intero tracciato e, pur essendo un tracciato per sciatori di buon livello, i passaggi non sono mai eccessivamente impegnativi.
  • Gorraz (Pista 3 sullo Skirama): questa pista presenta una sequenza di fantastici muri verticali di discreta lunghezza, alternati a tratti più riposanti e stimolanti cambi di pendenza.
  • Bellevue (Pista 10 sullo Skirama): una nera omologata anche per competizioni di alto livello, molto apprezzata dagli sciatori più esperti anche per la prima “S”, lunga e impegnativa.

Il fascino delle racchette da neve

Con le ciaspole è possibile seguire diversi itinerari, sia in autonomia che con la guida ambientale naturalistica, di giorno oppure in notturna.

Un itinerario da provare conduce verso l’Alpeggio Grivel e sale poi all’alpeggio Grimondet: entrambe le mete vantano una straordinaria vista a tutto tondo sul fondovalle e sui 4000
valdostani, tra cui il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Combin.

Il percorso si snoda tra fiabesche abetaie, avvolte dal silenzio e dalla neve, lontane dalle piste affollate e a stretto contatto con la natura.

Pila per i più piccoli

Pila ha molto da offrire ai bambini, un mondo di vero divertimento.

Il Fun Park, nella zona di Chacard, offre un tapis roulant di 114 metri che accompagna a due percorsi: uno dedicato a bob e slittini, l’altro allo snow tubing con gommoni morbidi e colorati.
Non mancano tappeti elastici e gonfiabili colorati.

La Scuola di sci di Pila propone invece, nella tipica atmosfera delle costruzioni di montagna, il servizio di MiniClub Pila, per i bambini dai 2 anni in su, con personale educativo, qualificato e di esperienza.

Il progetto della nuova telecabina “Pila – Couis”

Si tratta del nuovo impianto di risalita del comprensorio di Pila che cambierà radicalmente la fruibilità del resort montano e renderà accessibile uno dei punti panoramici più iconici della Val d’Aosta e che dovrebbe essere ultimato nel 2024

Il progetto prevede una cabinovia a 10 posti che, collegherà la zona di arrivo della esistente telecabina Aosta-Pila con la zona della Platta de Grevon (ovvero Cima Couis 1), sullo spartiacque tra la Conca di Pila e la valle di Cogne. La stazione di partenza a Pila  a 1.800 metri di altitudine, è posizionata posteriormente alla stazione di arrivo della telecabina Aosta-Pila e presenterà un innovativo centro servizi. Mentre la stazione di arrivo a monte sulla Cima Couis – motrice – è caratterizzata da un particolare disegno a stella con le punte orientate verso i diversi 4.000 della Valle d’Aosta e conterrà al suo interno anche un bar-ristorante panoramico e servizi per il pubblico.

Con una portata di 2.400 persone all’ora alla velocità di 6 metri al secondo sarà possibile percorrere la lunghezza totale di 3,8 chilometri e un dislivello di 923 metri in 13 minuti. Attualmente per raggiungere Cima Couis da Pila, sci ai piedi, sono necessari 3 impianti ed un tempo complessivo di circa 60 minuti.

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Valle della Dordogna, uno dei paesaggi più belli d’Europa

C’è una zona in Europa dove il tempo scorre lentamente e in cui tra grotte ornate, villaggi incantevoli e maestosi castelli, si può comprendere l’epopea degli uomini della Preistoria, le storie dei cavalieri del Medioevo e la fioritura delle arti del Rinascimento.

Siamo nella Valle della Dordogna, in Francia, un territorio eccezionale che vi lascerà davvero a bocca aperta.

Valle della Dordogna, coda sapere

La Valle della Dordogna si trova in Nouvelle-Aquitaine, una regione che offre un’infinità di spunti e di meraviglie da visitare. Questa magica zona francese è anche conosciuta come Dordogne – Périgord, due nomi che in realtà indicano la stessa area. Tuttavia, il primo è quello che possiamo definire il “nome storico”.

Ma non solo. Questo particolare territorio è conosciuto anche come “la regione dei mille e uno castelli” perché costellato di bellissimi manieri medievali e rinascimentali. Inoltre, è costituita da 4 zone chiamate “I 4 Périgord”:

  • bianco: per il colore della pietra locale;
  • nero: perché vi prendono vita numerosissimi lecci dalle sfumature molto scure;
  • rosso: per le calde tonalità delle foglie nelle vigne in autunno;
  • verde: grazie alla sua vegetazione lussureggiante.
Valle della Dordogna

Fonte: iStock

Un angolo della Valle della Dordogna

Cosa vedere nella Valle della Dordogna

Non è facile fare una selezione dei luoghi da visitare assolutamente presso la Valle della Dordogna. Del resto parliamo di una zona che è una delle più grandi riserve della biosfera del mondo, ma anche di un posto pregno di siti storici di particolare interesse e in cui fare delle esperienze culturali e gastronomiche di altissimo livello. Scopriamo insieme cosa non perdere assolutamente.

La Roque Gageac, il paese della roccia

La prima tappa che vi consigliamo di fare si trova nel Périgord nero ed è un vero e proprio paesino scolpito nella roccia: La Roque Gageac. Considerato uno dei villaggi più belli di Francia, sorge tra una falesia calcarea e il placido fiume Dordogna.

L’atmosfera che si respira è idilliaca e sospesa nel tempo, ma anche impreziosita dalla presenza di palme, piante di banane e limoni. Il modo migliore per visitarlo è passeggiando tra i suoi viottoli per ammirare gli edifici che sembrano prendere vita direttamente dalla roccia e tutti caratterizzati da tetti spioventi e appuntiti. In sostanza, sembra di essere stati catapultati dentro un vero e proprio libro di fiabe.

A sorprendervi, inoltre, sarà il perfetto equilibrio di colori: le strutture in pietra ambrata con i tetti in ardesia si confondono magistralmente con la falesia retrostante quasi a renderli una cosa sola. Da non perdere, senza ombra di dubbio, è il Palazzo Tarde che dalla sua posizione domina il grazioso villaggio.

La Roque Gageac francia

Fonte: iStock – Ph: OSTILL

La bellissima La Roque Gageac

Le Grotte di Lascaux, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO

Gli amanti della storia non possono di certo perdersi le Grotte di Lascaux che sono persino Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Scoperte nel 1940 per puro caso da quattro adolescenti, sono alcune delle più importanti caverne decorate del Paleolitico.

Vi basti pensare che una di queste è persino soprannominata la “Cappella Sistina della Preistoria”. Non a caso, al loro interno sono conservate opere d’arte parietale vecchie di 17.000 anni.

Périgueux, con edifici che hanno attraversato i secoli

Molto interessante anche Périgueux, una magnifica città d’arte e storia che fa parte del Périgord bianco. Si distingue per essere una realtà puntellata da un vasto numero di edifici che hanno attraversato i secoli, come la Cattedrale di San Front che è caratterizzata da due grandi cupole che la rendono particolarmente somigliante a Montmartre.

Essa, inoltre, è una tappa del Cammino di Santiago di Compostela. Decisamente peculiari anche il Palazzo Abzac de Ladouze, Palazzo Gilles Lagrange o Palazzo di Fayolle.

Périgueux francia

Fonte: iStock

La splendida città di Périgueux

Sorges, meta imperdibile per buongustai

I buongustai non possono certo perdersi una vera a propria perla del Périgord bianco: Sorges. Tale località, infatti, è considerata la Capitale del tartufo nero, il “tuber melanosporum”. E no, non c’è da sottovalutare questo nomignolo in quanto, secondo gli esperti, il tartufo di Sorges offre una fragranza e, al contempo, rivela i suoi sapori in maniera davvero unica al mondo.

Inoltre, potrete esplorare un museo dedicato a questo pregiato tubero e anche partecipare al mercato del tartufo, di cui però vanno sempre verificate le date online.

Bourdeilles, con un castello da favola

Nel Périgord verde da non perdere è Bourdeilles, un altro dei villaggi più belli di Francia, che regala ai visitatori un’imponente fortezza medievale del XIII secolo e un elegante castello rinascimentale.

Quest’ultimo, inoltre, consente di poter fare una visita guidata nella torre più alta di tutto il Périgord.

Bourdeilles francia

Fonte: iStock

Il Castello di Bourdeilles

Brantôme en Périgord, una delle più belle

Brantôme en Périgord, sempre facente parte della zona considerata verde, è per molti una delle più belle e incantevoli cittadine di tutta la regione.

Un luogo dove scoprire un piccolo centro raffinato in cui svetta fiera un’imponente abbazia benedettina, risalente al 769, costruita all’interno di una falesia.

Limeuil, in una pozione straordinaria

Una delle tappe da fare assolutamente nel Périgord rosso è Limeuil, un antico paesino che si trova in una posizione straordinaria: alla confluenza dei fiumi Dordogna e Vézère. È considerato uno dei villaggi medievali più belli di tutta la valle ed è un vero e proprio susseguirsi di edifici in pietra ricoperti di rose e case a graticcio.

Bellissimi, inoltre, sono le Jardins Panoramiques de Limeuil, dei giardini botanici situati sul sito dell’antico castello fortificato che, come dice il nome, regalano delle viste davvero splendide.

Limeuil, francia

Fonte: iStock

Lo splendido villaggio di Limeuil

Bergerac, la patria di Cyrano

L’ultima tappa che vi consigliamo di fare nel Périgord rosso è Bergerac anche conosciuta come la patria di Cyrano, celebre commedia-tragedia teatrale del poeta francese Edmond Rostand che si è ispirata alla figura storica di Savinien Cyrano de Bergerac, uno dei più estrosi scrittori del seicento francese, precursore della letteratura fantascientifica.

Una città, quindi, ricca di storia e il cui centro storico ospita splendidi vicoli medievali, case a graticcio, finestre antiche e incantevoli porte rinascimentali. Non mancano statue dedicate a Cyrano de Bergerac, così come la possibilità di fare una crociera a bordo di una gabarre, la tradizionale barca regionale dal fondo piatto.

Insomma, la Valle della Dordogna è in grado di regalare paesaggi e luoghi altamente affascinanti.

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Tra i paesaggi innevati sul treno più romantico d’Italia

Per il percorso che effettua e i paesaggi che attraversa, dicono sia il treno più romantico che esista in Italia. Un viaggio, quello a bordo della Ferrovia Vigezzina-Centovalli, da fare in ogni stagione, ma che d’inverno diventa davvero magico.

Attraversa paesaggi innevati, solitari e silenziosi, tra boschi di piani carichi di neve fresca, borghi che sembrano usciti da un libro di fiabe e cittadine tutte da scoprire.

A bordo del treno più romantico

La Vigezzina-Centovalli è una ferrovia a scartamento ridotto. Il percorso di questo particolare treno si snoda tra la Val Vigezzo conosciuta come la Valle dei Pittori, per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti, e le Centovalli, per concludersi nel Canton Ticino.

Attraversa un territorio di un’assoluta bellezza e di un altissimo valore ambientale e paesaggistico. Fare questo viaggio con il proprio o la propria partner è incredibilmente romantico. E, fino alla fine di febbraio, sulla Ferrovia Vigezzina-Centovalli si viaggia in due pagando un solo biglietto. E proprio nell’anno del suo centenario. Infatti, da cent’anni, questa ferrovia alpina collega ogni giorno l’Italia con la Svizzera. Un viaggio iniziato il 23 novembre del 1923.

La Vigezzina-Centovalli offre una promozione inedita e particolarmente vantaggiosa per tutti coloro che acquistano due biglietti per la tratta Domodossola-Locarno o Locarno-Domodossola, validi uno o due giorni, con la possibilità di effettuare una sosta intermedia.

La storia della Ferrovia Vigezzina-Centovalli

La Ferrovia Vigezzina-Centovalli nacque dall’esigenza delle popolazioni locali di avere un proprio sistema di collegamento che servisse le valli alpine nel modo migliore possibile e che si inerpicasse facilmente lungo i pendii montani.

La costruzione di questa linea, complementare a quella del Sempione, è stata il simbolo del progresso portato dal nuovo secolo. La Vigezzina (così è conosciuta la parte italiana della Centovalli) parte da Domodossola e si snoda attraverso paesaggi suggestivi dominati da fitti boschi, montagne che si alternano a verdi vallate, profonde forre scavate dai torrenti, corsi d’acqua e cascate di rara bellezza. Tutto ciò viene visionato dal viaggiatore che resta letteralmente a bocca aperta e incantato dal susseguirsi di scenari incantevoli.

Il percorso è lungo poco più di 50 chilometri e prevede 83 ponti e 31 gallerie e s’immerge totalmente nella natura. Il caratteristico trenino blu, non appena supera la Val Vigezzo, si insinua in territorio svizzero, attraversando il Canton Ticino. Si possono ammirare le Cento Valli, caratterizzate da una fitta vegetazione composta da boschi di faggio, corsi d’acqua e montagne dai fianchi frastagliati che donano al viaggiatore la bellezza di paesaggi unici.

Info utili

Il biglietto è acquistabile online sul sito della Ferrovia Vigezzina-Centovalli e include un viaggio di andata e ritorno in Seconda classe, con prenotazione del posto a sedere. Fino a fine febbraio, con la promo “Inverno per due” si viaggia tutti i giorni in due pagando un solo biglietto.

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Viaggio a Guilin, uno dei paesaggi più belli della Cina (e non solo)

La Cina è uno scrigno di sorprese affascinanti, di paesaggi variegati e di città meravigliose: una di queste è Guilin, considerata tra le più pittoresche di tutto il Paese. Una reputazione assolutamente meritata, dal momento che si trova incastonata in un panorama mozzafiato caratterizzato da colline rigogliose e verdi campagne, dove si snoda un lungo nastro turchese che conosciamo come Lijang, un bellissimo fiume. Scopriamo quali sono le attrazioni più suggestive di Guilin, una città così sorprendente da essere stata persino ritratta in una delle banconote in uso nella Repubblica Popolare Cinese.

Guilin, cosa vedere nella splendida città cinese

Situata nella regione del Guangxi, nell’area meridionale della Cina, la bellissima città di Guilin è incastonata in una cornice naturale da sogno. Si snoda lungo la sponda occidentale del fiume Lijang, in una posizione che storicamente aveva grande rilievo politico e commerciale: è qui infatti che in antichità venne scavato un importante canale che collegava il fiume Azzurro con il fiume delle Perle, due fondamentali vie di comunicazione cinesi. Nel suo passato più recente, la città è stata un grande polo industriale. Ma negli ultimi anni molte fabbriche hanno chiuso per lasciar spazio ad un turismo sempre più importante.

Caratterizzata da uno dei paesaggi carsici più spettacolari al mondo, Guilin offre molte attrazioni naturali davvero fantastiche. La più famosa è forse la Collina della Proboscide dell’Elefante, un imponente promontorio roccioso con uno spuntone che si tuffa nell’acqua del fiume Lijang quasi come fosse un elefante che si sta abbeverando. È qui che la roccia ha dato vita ad una grotta di rara bellezza, che alla luce della luna offre un panorama fatato. Al suo interno, ci sono incise bellissime poesie. A poca distanza si può visitare il Parco delle Sette Stelle, un’importante area verde che sorge nel cuore della città. Vi trovano spazio un bellissimo zoo, giardini fioriti a non finire e alcune splendide grotte tutte da visitare.

Collina della Proboscide dell'Elefante

Fonte: iStock | Ph. pawopa3336

La Collina della Proboscide dell’Elefante

Per chi ama la vita mondana, c’è poi la strada pedonale Zhengyang: tra negozi dove fare un po’ di shopping, bar e locali di ogni tipo e ristoranti per una pausa ricca di sapori, qui il tempo corre velocissimo. La sera, invece, il mercato notturno di Guilin prende vita e si anima di decine di bancarelle rosse dove trovano spazio prodotti di artigianato, souvenir e prelibatezze tipiche locali. Un’ultima tappa da non perdere è il Lijang Waterfall Hotel, che di notte, sotto la luce della luna, apre le sue cascate artificiali di ben 40 metri d’altezza per regalare uno spettacolo unico al mondo ai visitatori.

Le bellezze da visitare nei dintorni di Guilin

La città di Guilin, seconda solo a Pechino in quanto alle principali attrazioni turistiche della Cina, è immersa in un paesaggio d’acqua meraviglioso: oltre al fiume Lijian e ai suoi affluenti che si snodano nei dintorni, ci sono anche quattro laghi affascinanti assolutamente da esplorare, tutti collegati da una serie di canali. Perché non farlo a bordo di una crociera suggestiva, che percorre l’intero itinerario acquatico? Questo è il modo migliore per ammirare i panorami incredibili di Guilin: i ponti illuminati che collegano le isole alla terraferma e le pagode costruite a pelo d’acqua sono tra le attrazioni più belle di tutta la città.

I laghi di Guilin

Fonte: iStock

I laghi di Guilin
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Ras Al Khaimah, il nuovo emirato da scoprire

Ras Al Khaimah è l’emirato che sta registrando la più rapida crescita di tutta la regione. Si trova negli Emirati Arabi Uniti ed è noto per i suoi paesaggi unici che comprendono 64 chilometri di spiagge, un vasto deserto e soprattutto le montagne, che danno la possibilità di vivere tante emozioni e di provare avventurose attività sportive.

L’emirato di Ras Al Khaimah vanta una ricca cultura e una lunga storia che risale a 7.000 anni fa. Vi sono siti archeologici che risalgono al III secolo a.C. e panorami naturali mozzafiato, spiagge di sabbia dorata, suggestive dune e una cintura verde fatta di palme da datteri fino a Jebel Jais, la montagna più alta degli Emirati Arabi Uniti.

Gran parte della sua popolarità è data dalla facilità con cui si può raggiungere l’emirato. Oggi è ancor più vicino all’Italia grazie a un nuovo volo della compagnia aerea low cost Air Arabia che parte da Bergamo e che arriva all’aeroporto di Sharja, a metà strada tra Ras e Dubai.

La spiaggia di Ras Al Khaimah

L’emirato delle montagne

La particolarità del piccolo emirato di Ras Al Khaimah e che lo differenzia dagli altri sette Emirati Arabi Uniti sta proprio nella catena montuosa che ne caratterizza il territorio. Montagne che sfiorano i duemila metri, al confine con l’Oman.

Così, oltre alle attività marine e ai safari tra le dune del deserto, a Ras si viene per l’alta montagna e per le tante attività che offre. Prima fra tutte la zipline più lunga e più alta del mondo che è stata da poco inaugurata sul monte di Jebel Jais. Si sfreccia a 160 chilometri orari sospesi a 1.680 metri di altezza. Decisamente per i più coraggiosi.

Per i più fifoni, tra le ultime attrazioni c’è la Jais Sledder, una monorotaia che, curva parabolica dopo curva parabolica, scende dalla montagna rocciosa, il monte Hajar, alla velocità di 40 km orari. In soli otto minuti si percorrono 1.840 metri, ma si ha tutto il tempo di ammirare il paesaggio addirittura fino al mare.

Un’attività di grande attrattiva turistica, visto che nell’emirato sono migliaia gli appassionati di montagna – anche perché quassù fa decisamente meno caldo – è il trekking. Alcuni tratti, facili e segnati si possono percorrere anche in autonomia, ma la maggior parte dei sentieri devono essere accompagnati da una guida esperta, che organizza eventualmente il pernottamento in un camp in quota.

Ora esiste un solo glamping, il Camp 1770, il  più alto degli Emirati Arabi Uniti, ma entro il 2024 saranno aperti due nuovi ecolodge.

Le montagne di Ras Al Khaimah

Il deserto Al Wadi

Non c’è emirato senza deserto e naturalmente anche Ras Al Khaimah ne ha una bella porzione. Si trova racchiuso in una riserva naturale, la Al Wadi Nature Reserve, di cui fa parte anche uno dei resort più belli dell’emirato, il Ritz Carlton, con lussuosissimi lodge immersi tra le dune e circondati da animali allo stato brado, tra cui il famoso orice, simbolo degli Emirati Arabi Uniti.

Il deserto, in parte roccioso e in parte di dune di sabbia dorate, offre diverse attrattive. Lo si può percorrere con le jeep, accompagnati da guide esperte, o con la mountain bike o a dorso di cammello, seguendo i sentieri indicati. Si può assistere a spettacoli di falconeria o fare stargazing per ammirare le costellazioni grazie alla completa assenza di inquinamento luminoso del deserto.

Mare e spiagge di Ras Al Khaimah

Gli appassionati dei luoghi caldi e della tintarella non resteranno delusi dall’emirato. La costa offre spiagge dorate lunghissime e tanti resort a cinque stelle in riva al mare, molto meno costosi di quelli che si trovano a Dubai.

Per chi ama le attività acquatiche, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Molti resort si trovano anche sull’isola artificiale di Al Marjan, l’arcipelago a forma di corallo. Dicono che qui ci sia il mare più bello di tutti gli UAE.

Marjan Island, l’isola resort di Ras Al Khaimah

Storia e cultura dell’emirato

Chi sceglie di trascorrere una vacanza a Ras Al Khaimah avrà una vasta scelta di attività tra cui spaziare, dalle più attive alle più rilassanti. Con anche un bel po’ di cultura.

Vale la pena infatti visitare il Museo nazionale ricavato all’interno di un’antica fortezza che ospita una ricca collezione di manufatti, documenti e manoscritti dei primi abitanti di questa zona.

Il Museo nazionale di Ras Al Khaimah

Da non perdere anche quel che resta del Forte Dhayah, candidato a entrare a fare parte della lista dei patrimoni dell’Unesco, che risale al XVI secolo. Si erge su una collina a una ventina di chilometri dalla città, circondato da un’oasi di palme, domina tutto il golfo. Da quassù si gode di un bellissimo panorama.

Alle porte dell’omonima Capitale, Ras Al Khaimah, si trova la ghost town di Jazirat al-Hamra, un piccolo villaggio di pescatori abbandonato dopo il boom del petrolio, ma conservato benissimo grazie all’aria asciutta del deserto che ne ha preservato gli edifici così com’erano. Un tempo, infatti, la popolazione viveva di pesca e della raccolta delle perle, attività che viene ancora praticata da un solo produttore chiamato Suwaidi Pearls.

Si può visitare la sua “fabbrica” su una piattaforma in mezzo al mare e farsi raccontare da Abdulla Al Suwaidi in persona la storia millenaria di quest’antica arte, di quando Ras Al Khaimah era il primo produttore di perle al mondo grazie al quale vantava il primato porto commerciale più importante della regione.

Gli italiani sono stati i primi a scoprire questo emirato vent’anni fa e a venirci in vacanza nell’unico hotel che allora era stato aperto. Oggi non sono ancora tantissimi i turisti che ci vengono, ma va bene così perché lo scopo è proprio quello di contenere il numero di arrivi internazionali prediligendo un tipo di turismo naturalistico e volto alla sostenibilità ambientale.

Se vi abbiamo fatto venire voglia di scoprirlo, sappiate che è un viaggio da fare al più presto, prima che Ras Al Khaimah venga scoperto dalla folla di turisti e perda la sua autenticità.

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Piancastagnaio, il borgo antico arroccato su un ripiano

La Toscana è ricca di gioielli talvolta ancora poco noti, che vale la pena scoprire. Ad esempio, il versante sud-orientale del Monte Amiata svela lo splendido borgo di Piancastagnaio, un villaggio agricolo sorto probabilmente nel X secolo, che domina la valle del Paglia e la Cassia dal ripiano su cui è arroccato, e prende il nome dagli alberi di castagno che rendono unico e speciale il paesaggio che lo circonda.

Alla scoperta del borgo di Piancastagnaio

La storia di Piancastagnaio è la storia della sua Rocca, all’ombra della quale nacque il paese, dentro le cui mura si raccolsero le popolazioni che dalla Val di Paglia erano salite sul monte per trovarvi un rifugio sicuro. Nel Medioevo, le vicende del villaggio si sono intrecciate con quelle di Orvieto, Siena e Pitigliano, fino a che è stata acquisita dalla Repubblica di Siena tra il 1415 e il 1430.

Nel corso dei secoli, la Rocca Aldobrandesca è stata interessata da diversi restauri, tra cui il più recente nel 1990. Oggi è una delle attrazioni principali del borgo toscano, che attrae artisti e artigiani di importanza internazionale come sede prediletta per l’esposizione delle proprie opere. Lo spazio tra la Rocca e la chiesa di Santa Maria era un piccolo pianoro da cui si snodavano le vie che lo collegavano alle porte. Era naturale, quindi, che questa piazza sarebbe diventata il centro della vita paesana. Qui, tra il Palazzo Comunale e il Palazzo del Podestà si trovava, in passato, la loggia della mercanzia, di fianco alla quale è stata costruita la Torre dell’Orologio, che anticamente veniva regolata da un signore retribuito in castagne.

Addentrandosi nel cuore del paese, si scoprono chiese ricche di fascino, come la Chiesa di San Francesco affacciata su un prato che accoglie un castagno secolare, al cui interno sono conservati frammenti di affreschi di scuola senese del Trecento. La chiesa è parte del Convento di San Bartolomeo, splendido complesso di fine ‘200, di stile medioevale, realizzato per volontà dal vescovo di Sovana. È composto da tre edifici con un elegante chiostro coperto, un ampio giardino e uno spazio verde di “belvedere” con vista sulla Val di Paglia. Grazie a un accurato restauro, sono ben visibili affreschi quattrocenteschi di grande pregio ed importanza che si sono aggiunti ai reperti storici artistici già presenti. Molti sono, inoltre, gli ambienti ben conservati e di pregio come l’antichissimo forno, la cantina con le botti di fine Ottocento, le sale che danno sul chiostro coperto, tra cui la sala Capitolare. Inserito nell’elenco delle dimore storiche, il convento è oggi uno spazio utilizzato per matrimoni ed eventi privati, ma ne è possibile la visita guidata il secondo venerdì del mese alle ore 17.00, prenotando entro il lunedì precedente.

Particolarmente suggestiva è anche la Pieve di Santa Maria Assunta (in origine Santa Maria de Cuntaria) nel centro storico del borgo, documentata dal 1118. Alla chiesa, priva di facciata, con copertura a capriate, finestre monofore e bifore e campanile romanico merlato, si accede al termine di una lunga scalinata posta sul fianco sinistro dell’edificio.

Al margine dell’abitato si trova, invece, l’imponente Palazzo Bourbon del Monte, che costituisce un’eccezione nel panorama dei feudi e una costruzione non comune nello stesso Granducato di Toscana dove, nel periodo a cavallo fra il ‘500 e il ‘600, non si hanno molte costruzioni di dimensioni analoghe nemmeno nelle grandi città. Il Palazzo è noto anche per ill misterioso Piatto delle Streghe: la fontana degli antichi giardini dell’edificio della quale è rimasta soltanto una pietra levigata dal tempo, tanto da somigliare a un piatto. La leggenda popolare narra che in questo luogo le streghe vi andassero a celebrare i loro riti.

Gli eventi imperdibili di Piancastagnaio

Ogni anno, il 18 agosto, si tiene la corsa del Palio delle Contrade di Piancastagnaio. Il borgo è suddiviso, infatti, in quattro contrade storiche: Borgo, Castello, Coro e Voltaia. Durante la giornata, i rappresentanti delle contrade sfilano in costumi tipici medievali. La corsa si svolge allo stadio comunale e i fantini corrono sui cavalli senza sella, o come si dice in gergo “a pelo”. La contrada vincente si aggiudica il cencio, il noto drappo di seta dipinto a mano.

Un altro appuntamento annuale imperdibile, dal 1967, è il Crastatone, la famosa sagra della “crastata” ossia la caldarrosta, che si tiene ogni anno nella settimana della festa dei Santi (1 Novembre) all’interno del centro storico. Durante la festa si possono degustare piatti tipici, molti a base di castagne, e vengono aperte cantine, stand, e banchetti lungo tutte le vie del paese, dove l’atmosfera si riempie di profumi e allegria. La pregiata Castagna del Monte Amiata IGP si raccoglie proprio in questo territorio, da metà settembre a metà novembre. Piatto tipico di Piancastagnaio è la Brodolese, una minestra di castagne, insaporita con il finocchio selvatico.

Itinerari ed escursioni

Dal borgo si sviluppano vari sentieri che permettono di effettuare escursioni sul Monte Amiata e nella Riserva Naturale del Pigelleto. Piancastagnaio è, inoltre, incluso nel Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata, perché nel territorio, per l’esattezza in località Cancelli, si estraeva il cinabro (minerale del mercurio).

Se siete degli amanti del trekking potete dedicare qualche giorno alla scoperta dei numerosi percorsi dislocati su questa splendida montagna. I sentieri sono divisi per difficoltà, altimetria e tempi di percorrenza, e ci sono tante proposte anche per i bikers. Tra i percorsi più belli c’è La Strada della Castagna, situata all’interno di un territorio specifico del Monte Amiata indicato come Riserva Naturale del Pigelleto. La zona è ricoperta da boschi, in cui sono presenti sia l’abete bianco che il tasso, specie arboree in via di estinzione e sottoposte a un controllo rigoroso. Qui dimora anche un un variegato numero di animali e si possono avvistare uccelli rapaci e specie avicole meno conosciute. All’interno della Riserva c’è la Miniera di Siele, la prima miniera di cinabro attiva in Italia, e il villaggio minerario, entrambi visitabili.

Avventurarsi per i sentieri della Strada della Castagna significa ripercorrere la storia del popolo amiatino. Per giovare appieno di questi luoghi e facilitare la visita e l’osservazione, sono stati scelti all’interno di questo ampio territorio sette itinerari, tutti di facile percorribilità.

I percorsi in bicicletta e il viaggio su un treno d’epoca

Fare un tour in bicicletta è uno dei modi migliori per conoscere il territorio e vivere al meglio la natura nei dintorni di Piancastagnaio. Qui troverete 5 itinerari imperdibili: Itinerario ad anello per bici da Abbadia San Salvatore; Tappa San Quirico-Radicofani – Castello di Spedaletto; Versteckte Gasse; Paesaggi eroici – Campigliola, la Torre; Sorano Itinerario ad anello da Montebuono.

Si può inoltre vivere l’emozione di fare un giro nel Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia a bordo di un treno d’epoca che, partendo da Siena, si ferma in alcuni degli incantevoli borghi della zona come Buonconvento, Montalcino, Castiglione d’Orcia e Piancastagnaio.

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Il borgo che racchiude un’incredibile quantità di storia da scoprire

L’incredibile magia che si cela tra strette viuzze e piccole casette in pietra è unica al mondo: i più suggestivi borghi italiani celano un vero patrimonio inestimabile, di arte e cultura ma anche di paesaggi bellissimi e di natura incontaminata. Ed è proprio nella splendida cornice di colline verdeggianti e montagne che si stagliano in lontananza che possiamo andare alla scoperta di un borgo davvero speciale. Un concentrato di storia che è giunta sino ai nostri giorni in testimonianze architettoniche (e non solo): scopriamola insieme.

Morrovalle, un incantevole borgo tra le colline marchigiane

Oltre alle sue spiagge meravigliose e al profilo maestoso del Monte Conero, che si tuffa a precipizio in un mare cristallino, le Marche hanno tanti altri panorami fantastici da offrire. Nell’entroterra si possono visitare alcuni borghi davvero graziosi, in un tuffo indietro nel tempo. Come Morrovalle, paesino medievale incastonato tra le colline del maceratese, dal quale – nelle giornate più limpide – lo sguardo si spinge addirittura fino alle prime vette degli Appennini. Questo è un luogo ricco di storia, che affonda le sue radici indietro nei secoli.

Sebbene il centro abitato sia stato fondato probabilmente attorno al I o al II secolo d.C., come dimostrano alcuni preziosissimi mosaici appartenuti ad antiche domus romane, le prime tracce della presenza dell’uomo risalgono nientemeno che alla preistoria. Non molto lontano dal borgo, è stato trovato infatti un monolito cilindrico in tufo che riporta incisa l’epigrafe più antica di tutto il Piceno. Questo piccolo insediamento arroccato su una collina, in posizione difensiva, visse poi vicende alterne passando di mano in mano, subendo numerose invasioni (come quella normanna e quella longobarda). Mentre in epoca più recente ebbe un ruolo fondamentale nella battaglia per l’annessione delle Marche al neonato Regno d’Italia.

Di questa ricchissima e variegata storia, Morrovalle porta ancora numerose tracce nelle tante testimonianze architettoniche presenti sul suo territorio. È possibile ammirare, ben conservate, le porte d’accesso che un tempo consentivano di varcare la cinta muraria e entrare nel nucleo abitato, dove si trovano gli edifici più antichi del paese. Come ad esempio il convento dei frati agostiniani, risalente al XIII secolo: solo pochi decenni fa è stato letteralmente trasformato e oggi accoglie il Museo Internazionale del Presepe, dove sono esposti oltre 900 presepi provenienti da tutto il mondo.

Cosa vedere a Morrovalle

Passeggiare tra i vicoletti di Morrovalle è un’esperienza davvero affascinante, ma ci sono in particolare alcune tappe imperdibili che conquistano ogni visitatore. Una di queste è la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo, nel cuore del centro storico, che spicca con la sua facciata in stile neoclassico. E ancora, ad appena due passi, la Chiesa di Sant’Agostino che custodisce al suo interno una Madonna in cuoio risalente al ‘200. Il Palazzo Comunale, altra piccola perla del borgo medievale, sorge accanto alla Torre Civica trecentesca che presenta un’enorme campana di ben 13 tonnellate.

Non resta poi che visitare Palazzo Lazzarini, splendido edificio gotico che oggi ospita il Museo Civico: molto prestigiosa è la collezione di opere pittoriche che vanno dal XVI al XIX secolo, così come la raccolta di ritratti di uomini illustri appartenuta all’umanista Paolo Giovio. Un’ultima tappa è il Colle Belvedere, a poca distanza dal paese: dall’alto si può godere di una vista mozzafiato su Morrovalle, ma anche sull’intera Valle del Chianti e sui Monti Sibillini. È qualcosa di davvero sensazionale, un’emozione unica al mondo.

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Anche l’Italia ha il suo castello delle fiabe: è spettacolare

Il castello nell’immaginario collettivo è un luogo meraviglioso, immerso in scenari fantastici pieni di mistero e di quella magia che è difficile spiegare a parole. Il Castel Savoia che si trova a Gressoney-Saint-Jean, in Valle d’Aosta, rispecchia in pieno tutte queste caratteristiche. Una volta arrivati si staglia davanti ai nostri occhi un paesaggio mozzafiato, complice il fatto di essere posizionato a 1350 metri di altitudine che ne fanno un piccolo gioiellino degno delle migliori favole. In inverno come in estate è il luogo in cui la natura regna incontaminata.

Fatto costruire dalla Regina Margherita nel 1899, che era solita trascorrere il periodo estivo proprio a Gressoney, domina tutta la vallata e le cime del Monte Rosa.

Un castello solo apparentemente austero

Costruito in una posizione spettacolare, il meraviglioso castello riesce a far convivere contemporaneamente differenti stili che tutti insieme, riescono ad armonizzare e a restituire un paesaggio fiabesco come pochi.

L’austerità delle cinque torri si nota subito dal rivestimento in mattoncini ma la presenza di numerose finestre esaltano la bellezza della struttura, soprattutto quando è ricoperta dalla neve o quando viene baciata dai raggi del sole.

Una volta varcata la soglia, quello che può sembrare a prima vista un ambiente freddo si riscalda e diventa accogliente grazie alla maestosa scala in legno di rovere riccamente decorata con intagli.

È uno degli elementi architettonici più affascinati di questo edificio e conduce direttamente a quello che a inizio ‘900 era il piano nobile. Qui infatti si trovano l’appartamento del Re Umberto I e le stanze della Regina Margherita. Il pianterreno invece era destinato alla sala da pranzo, a diversi salottini e alla veranda dalla quale si può ammirare il paesaggio. Il tratto distintivo di ogni ambiente è quello di essere decorato con pitture e arredi che richiamano lo stile medievale e non solo. Molte decorazioni si ispirano alla margherita, proprio in onore del nome della regina.

Agli arredi che riportano a un’epoca lontana si contrappongono dei servizi che per l’epoca potevano considerarsi all’avanguardia. Infatti, la sovrana aveva a disposizione acqua calda, termosifoni, l’illuminazione elettrica e addirittura un binario sotterraneo che serviva come mezzo di comunicazione tra la sala da pranzo e la cucina collocata in un altro edificio.

Castel Savoia a Gressoney interno

Fonte: Getty Images

Una delle stanze di Castel Savoia a Gressoney

A contatto con la natura: la passeggiata della Regina

Il panorama senza eguali e la grande passione per la montagna e l’escursionismo hanno fatto sì che la moglie di Umberto I scegliesse Castel Savoia come sua dimora estiva. La Regina Margherita, infatti, amava stare a contatto con la natura e immergersi in essa per scoprire ogni sua meraviglia.

Non è un caso che dal castello parta quella che oggi viene chiamata la “passeggiata della Regina”. Il sentiero facile da percorrere è lungo circa 3 km e arriva fino a Tschemenoal, una delle frazioni più pittoresche di Gressoney. Il sentiero ancora oggi conserva tutte quelle caratteristiche che hanno fatto innamorare perdutamente la sovrana come pini, abeti e un verde che spicca su ogni altra cosa. A rendere ancora più incantevole il panorama c’è poi il Lago di Gover, di origine artificiale, il luogo ideale in cui rilassarsi e la classica ciliegina sulla torta di un viaggio rigenerante.

Paesaggio Castel Savoia a Gressoney

Fonte: iStock/afinocchiaro

Il paesaggio mozzafiato di Castel Savoia a Gressoney
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Borghi lago Lago Di Como panorami vacanze romantiche Viaggi

Moltrasio, il romantico borgo del lago

Tra parchi in fiore, verdi boschi, il fascino dell’arco alpino, l’aria “luminosa” e splendide ville, il Lago di Como offre panorami unici e graziosi borghi, uno più incantevole dell’altro.

Uno di questi è Moltrasio, una delle perle del Lario, dal clima mite e soleggiato e dagli idilliaci scorci lacustri, che si estende in undici frazioni dal lungolago fino alle pendici del Monte Bisbino, luogo ideale di villeggiatura all’insegna della bellezza e del relax.

Una storia millenaria

Le origini del borgo si perdono nella notte dei tempi: il ritrovamento di una tomba gallica e di un’ascia risalenti al 2000 a.C fanno comprendere come il territorio fosse abitato già in epoca remota.

Il primo documento che attesta la nascita del comune è datato, invece, 1058, durante il Medioevo quando Moltrasio conosce un notevole sviluppo e vede realizzati gli edifici più significativi che ancora oggi catturano lo sguardo.

Supera con slancio i periodi bui della peste e delle Guerre anche grazie alla pratica di attività non più svolte altrove come, ad esempio, la lavorazione della pietra estratta dalle cave di “Pietra Moltrasina” utilizzata dai Maestri Comacini per la costruzione di chiese, ville e i tipici “crotti“, gli ambienti dove veniva conservato il vino locale per mantenerlo frizzante e fresco.

Oggi è un romantico borgo che si specchia nel blu del lago, da scoprire e da vivere passo dopo passo con un’occhiata anche ai classici terrazzamenti con muretti a secco, eco del passato, riconvertiti in larga parte come orti e giardini privati.

Passeggiando a Moltrasio: i punti di interesse

Sono in primis le numerose chiese e le favolose ville a catturare l’attenzione tra le vie e le frazioni di Moltrasio.

Le chiese

Nella centrale frazione “Borgo”, ecco allora la Chiesa di San Martino, il cui interno è impreziosito da pregevoli affreschi e dipinti (i più antichi risalgono al XVII secolo), dalla magnifica pala cinquecentesca del pittore Alvise, dall’altare maggiore e dalla cappella laterale custode della reliquia della Sacra Spina.

chiesa san martino

Fonte: iStock

Chiesa San Martino

Altrettanto meritevole è la Chiesa di Sant’Agata, nella frazione Vignola, risalente alla seconda metà del XI secolo, con bellissimi affreschi del Cinquecento: la si raggiunge percorrendo la Scala Santa, altro vanto di Moltrasio, ovvero la ripida scalinata in pietra che unisce Via Besana con Via Regina sul lago.

Nella frazione di Tosnacco si staglia la Chiesa Regina Pacis, costruita tra il 1945 e il 1946, sul cui piazzale è posto un crocifisso in bronzo fuso dallo scultore e pittore locale Franco Pizzotti; infine, degno di nota è l’Oratorio di San Rocco, restaurato in epoca barocca, con grazioso portale e interno a sola navata con abside poligonale.

Le ville

La villa più significativa del borgo è Villa Passalacqua, costruita a fine Settecento per volere della famiglia Odescalchi e acquistata, nel 1787, dal conte Giovanni Battista Lucini Passalacqua, il cui figlio Andrea ne affidò l’ampliamento all’architetto Felice Soave: sorge sulla sommità di un grande parco terrazzato donando una vista incredibile sull’azzurro del lago.
Ospitò, tra il 1829 e il 1833, il musicista Vincenzo Bellini che era solito soggiornare in paese e che proprio a Moltrasio compose “La sonnambula” e “La straniera”: per celebrare il legame con l’artista, nel viale lungolago gli è stato dedicato un monumento realizzato da Massimo Clerici.

Non sono da meno Villa Pizzo, contraddistinta da fontane e cascate, Villa Fontanella, che fu dimora di Gianni Versace, Villa Le Rose, nota per i favolosi giardini, e Villa Fasola, all’ingresso della frazione di Vergonzano.

Da vedere ancora

Camminando senza fretta tra le vie di Montralsio, si può compiere un salto nel passato: alla fine di via Besana, ad esempio, ecco uno dei principali lavatoi, realizzato all’inizio del XX secolo.

In Via al Noce, da notare invece una delle trenta fontanelle dell’acqua potabile sparse lungo il territorio, la cui prima costruzione risale alla fine del XIX secolo.

Infine, non perdete i punti panoramici mozzafiato sul lungolago e gli svariati itinerari che si snodano dal borgo e risalgono i monti di Bisbino, Lenno e Liscione, eden per gli appassionati di escursioni e trekking.

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La ciclabile a sbalzo sul lago di Como sarà la più panoramica d’Italia

Visto il grande successo della pista ciclopedonale sul lago di Garda, inaugurata qualche anno fa ma non ancora conclusa, su un altro lago sta per nascerne una ancora più bella e, soprattutto, più lunga.

La famosa Garda by Lake, infatti, al momento misura soltanto un paio di chilometri, ma è nelle intenzioni delle amministrazioni locali estendere il percorso attraversando tre regioni italiane: Lombardia, Veneto e Trentino, creando così un itinerario ad anello intorno al lago.

La ciclopedonale più panoramica d’Italia

In attesa che questa ciclabile sia pronta, ce ne sarà un’altra super panoramica sul lago di Como. È proprio di questi giorni la notizia che sarà realizzata una pista ciclopedonale a sbalzo nel tratto lariano del lago che collegherà – inizialmente – i Comuni di Pradello e di Abbadia Lariana, in provincia di Lecco.

Saranno circa 25 chilometri di tratto da percorrere a piedi o in bicicletta letteralmente sull’acqua. La nuova pista sarà costruita a ridosso della strada già esistente e all’esterno delle gallerie, completamente a sbalzo sulle acque del lago, lontana quindi dal rumore e dal traffico.

Non si ancora molto della realizzazione che dovrebbe partire a inizio 2023 per essere pronta nei mesi successivi (sarebbe bello entro la prossima estate). Se avete seguito la costruzione della ciclabile del Garda, sapete che per realizzarla è stata ingaggiata una squadra di ingegneri acrobati, proprio per agganciare la pista alla montagna e lavorare praticamente appesi a funi d’acciaio.

Molto probabilmente, vista l’ubicazione di questa nuova pista, sarà necessario replicare le acrobazie sul lago per cui gli “umarell” (definizione milanese dei vecchietti che guardano i cantieri) andaranno matti.

La ciclabile del lago di Como è destinata ad avere grande successo anche perché, oltre ad attraversare luoghi bellissimi, regalerà una vista impagabile sulla sponda comasca e sui suoi splendidi borghi.

L’itinerario

Partendo da Pradello, la ciclopedonale attraverserà i borghi di Bellano, Varenna e Mandello al Lario, giusto per citare i più famosi.

Pedalando (o camminando) si potranno ammirare alcuni dei borghi più pittoreschi del lago di Como, primo fra tutti Bellagio, ma anche Menaggio, Sant’Abbondio e molti altri, come le tante ville d’epoca che si possono scorgere solo dall’acqua, luoghi carichi di storia, di leggende e di bellezze.

Non solo sarà fatta con una struttura super leggera che si integrerà benissimo con il paesaggio del lago, ma sarà anche un modo sicuro per i ciclisti che attualmente rischiano la vita per percorrere i tratti stradali lungo il lago dove sfrecciano anche auto e camion.