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I luoghi di Iddu, il film con Elio Germano e Toni Servillo sul latitante Matteo Messina Denaro

Una Sicilia assolata e polverosa fa da sfondo a Iddu, il film di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia che porta sullo schermo un ritratto del famoso latitante Matteo Messina Denaro. Toni Servillo ed Elio Germano guidano la scena nei panni dei due protagonisti principali, muovendosi tra location caratteristiche della regione, perfette come sfondo di una storia criminale avvincente, drammatica e autentica. La produzione ha scelto di girare gran parte del film in alcuni luoghi natali del boss siciliano, tra la provincia di Trapani e Palermo. “L’ispirazione iniziale per Iddu sono stati i numerosi pizzini ritrovati nel corso dei tanti, troppi, anni della latitanza di Matteo Messina Denaro, prima del suo arresto. Attraverso queste insolite lettere gestiva la sua vita in clandestinità e i suoi affari, ma i pizzini trascendevano la funzione pratica di comunicazione criminale e lasciavano emergere la sua personalità e il mondo insensato, tragico e ridicolo, che nel latitante si specchiava e intorno a lui volteggiava spericolatamente” hanno dichiarato gli autori.

Matteo Messina Denaro è stato arrestato nel gennaio 2023 dopo una trentennale latitanza ed è deceduto 8 mesi dopo. La sceneggiatura del film è liberamente ispirata dal carteggio del 2004 tra il latitante e l’ex sindaco di Castelvetrano e dal contesto tragico e ridicolo che emerge da quelle lettere. Ne viene fuori una commedia nera che ha come protagonisti Matteo, interpretato da Elio Germano e il personaggio immaginario di Catello Palumbo interpretato da Toni Servillo.

La trama di Iddu

Siamo nella Sicilia dei primi anni 2000 quando, dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare Matteo Messina Denaro, l’ultimo grande latitante di mafia in circolazione, l’uomo coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca d’approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio.

Iddu cast

Fonte: Ufficio stampa

Elio Germano e Toni Servillo nel film Iddu

Dove è stato girato

Iddu è stato girato nella provincia di Trapani, alternando interni a suggestive riprese nella Riserva Naturale del Fiume Belice e nei dintorni del Parco archeologico di Selinunte, ma alcune scene sono state girate anche a Salemi e Sciacca. Girato principalmente in interni, il film mostra comunque alcuni paesaggi naturali.

Sciacca e Selinunte

A Sciacca, in particolare, alcune scene sono state realizzate all’interno della struttura del Mangia’s Torre del Barone Resort, strutturato di recente e diventato un hotel di lusso a 5 stelle. I registi volevano sottolineare la vita agiata del boss in Sicilia negli anni 80, mentre costruiva la sua fortuna nell’ombra e hanno selezionato alcune location che raccontano la sua condizione nel periodo migliore e poi nella latitanza. Il paese di Sciacca sembra tuffarsi nel mare con un centro storico racchiuso tra le mura e un reticolo di vicoli ciechi e cortili in stile arabo.

I romani lo chiamavano Terme Selinuntine perchè nacque come stabilimento termale dipendente dalla vicina Selinunte. Passeggiando per Sciacca si può ammirare il Palazzo Steripinto realizzato da Carlo V d’Asburgo e ammirare la produzione ceramica artigianale. Questa cittadina si può dividere in tre quartieri adagiati su piani di roccia inclinati verso il mare: il primo tra la piazza Scandaliato e Corso Vittorio Emanuele e via Licata; il quartiere di Terravecchia d’impronta araba con tante stradine e delimitato da una cinta muraria bastionata; e infine il quartiere dei marinai e vasai ceramisti. Da non perdere una visita al Castello Luna.

Sciacca

Fonte: iStock

Sciacca in Sicilia

Riserva Naturale del Fiume Belice

La Riserva Naturale Foce del Fiume Belice rappresenta un territorio costiero da non perdere a livello naturalistico. Si estende per 5km tra Marinella di Selinunte e Porto Palo di Menfi ed è considerata una delle zone costiere siciliane meglio tutelate. L’ambiente è umido e ricco di vegetazione palustre e nidificano molte specie di uccelli. Le dune sabbiose modellate dal vento e dalla forza del mare, creano un paesaggio suggestivo e ospitano una fauna interessante. Per esempio qui nidifica la tartaruga marina Ceretta Caretta, una specie minacciata nel Mediterraneo.

Salemi

Salemi è una piccola città arabo-medievale nel cuore della Valle del Belice, in provincia di Trapani. Prima Capitale del Regno d’Italia, questo luogo magico con una storia antica, ha visto Garibaldi sventolare il tricolore dalla torre del castello. Un evento documentato da un regio decreto custodito nel Polo mussale cittadino. Nei secoli molte civiltà se la sono contesa, come i Greci, gli Elimi, i Romani, i Bizantini, ma il nome Salemi è opera degli Arabi. Da vedere se capitate da queste parti è sicuramente il Castello Normanno Svevo, la Chiesa Matrice, il Museo del Risorgimento, il Museo della Mafia e l’ex Collegio Gesuitico.

Salemi
L’antica città di Salemi in Sicilia

Trapani

Trapani è una città siciliana molto nota che si trova ai piedi del Monte Erice e tra due mari. Il centro storico denuncia le varie dominazioni nel corso dei secoli, ma le strade più antiche sono via Garibaldi, Corso Italia e Corso Vittorio Emanuele. Se si visita Trapani tra le cose da vedere c’è la Torre di Ligny, uno dei simboli della città costruita durante la dominazione spagnola che offre una vista bellissima sul Canale di Sicilia e il mar Tirreno e ospita il Museo Civico della Preistoria. Poi la Torre dell’Orologio è la porta più antica della città e sulla facciata presenta un orologio del 1596 con due quadranti circolari.

La Chiesa del Purgatorio custodisce 20 gruppi scultorei chiamati i “Misteri” che raccontano la Passione di Cristo, mentre la Chiesa di Sant’Agostino è l’ex Cappella dei Templari costruita vicino alla cinta muraria medievale e dedicata a San Giovanni Battista in un primo momento. Da vedere a Trapani poi anche la Cattedrale di San Lorenzo Martire, la Fontana di Saturno nella piazzetta della Chiesa di Sant’Agostino, il Museo Pepoli con opere siciliane dal XIII e XIX secolo e Villa Margherita, un parco urbano aperto al pubblico dal 1889. Se si è in auto si può infine spostarsi di circa mezz’ora da Trapani per visitare le Saline di Marsala e Mozia che offrono un tuffo nel passato con una laguna poetica ed evocativa che regala un tramonto bellissimo.

 

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Come in una fiaba, il giardino Villa Giulia a Palermo sembra magico

Ci sono luoghi nel mondo in cui natura, storia e bellezza si intrecciano dando vita a scenari fiabeschi, affascinanti e che sembrano magici. Sono quelli che vale la pena raggiungere per fare il pieno di meraviglia e per conoscere di più i posti che si visitano.

Il viaggio di oggi ci porta in Sicilia e nel suo straordinario capoluogo, la città di Palermo: lì, infatti, sorge un parco che è un vero e proprio sogno per gli occhi. Si tratta del giardino Villa Giulia, dove andare per immergersi in una scenografia composta da piante, fiori, sculture, viali dove passeggiare, fontane e padiglioni.

Un posto lussureggiante, da esplorare, perfetto per una sosta nel verde, per lasciare che lo sguardo si colmi della bellezza e della meraviglia che la natura e la mano dell’uomo sanno regalare.

Tutto quello che c’è da sapere sul giardino Villa Giulia: dagli orari di apertura, a come raggiungerlo fino alla sua unicità che lo rende davvero speciale.

Dov’è il giardino Villa Giulia a Palermo

Per ammirare con i propri occhi la bellezza di Villa Giulia, meraviglioso giardino pubblico siciliano, bisogna raggiugere Palermo.

Questo spazio verde è stato realizzato vicino al quartiere Kalsa e all’orto botanico, in via Lincoln. In quel luogo, dove oggi sorge il parco, un tempo i pescatori ponevano le reti affinché si potessero asciugare, dopo – sempre lì – avevano luogo le esecuzioni capitali. La sua storia è antica, infatti a volerlo è stato il Pretore e Governatore della città Antonio La Grua e ha visto la luce tra il 1777 e il 1778. A dare il nome allo spazio verde è stata Giulia d’Avalos, che era la moglie del vicerè di Sicilia Marcantonio Colonna.

E da allora il giardino accoglie i visitatori con tutta la sua meraviglia, progettata dall’architetto Nicolò Palma. Non si tratta solo di un luogo in cui ammirare la bellezza della natura, ma anche di un posto che custodisce diversi tesori da vedere, perfetto per una passeggiata nel verde o per una sosta circondati dallo splendore.

Il luogo ideale da raggiungere se si visita Palermo, per conoscere un pezzo di storia di questa affascinante città della Sicilia. Un luogo che ha una sua precisa peculiarità che lo rende davvero speciale: infatti è stato il primo giardino pubblico d’Italia.

Villa Giulia, splendido giardino

Fonte: iStock

Villa Giulia, splendido giardino a Palermo

 Villa Giulia, cosa vedere nel suggestivo giardino a Palermo

Quando si visita una città, quando si va in esplorazione di un luogo, non si scoprono solo i suoi monumenti, i palazzi, l’arte e la cultura. Vale la pena, infatti, conoscere i parchi e giardini che sono delle vere e proprie attrazioni, non solo della nostra Penisola, ma anche nel resto d’Europa e del mondo.

Così, se si decide di raggiungere Palermo, tra le tappe di viaggio si deve inserire anche Villa Giulia: uno spazio verde che presenta un perimetro quadrato, con schema di giardino all’italiana che si traduce in viali simmetrici che si intrecciano andando a costruire un altro quadrato e una piazza rotonda e centrale. Una struttura geometrica ben precisa che si arricchisce di tante meraviglie da vedere.

A partire dalla recinzione in ferro datata 1855, senza dimenticare l’ingresso verso il mare con il suo portale che presenta alcune decorazioni: l’aquila, simbolo di Palermo, e due leoni ai lati.

Passeggiare lungo il viale permette di osservare tutte le gemme preziose che custodisce il giardino come le sculture datate 1763 e realizzate da Ignazio Marabitti, ovvero l’Abbondanza e la Gloria. A queste si aggiunge la celebre fontana del Genio di Palermo, con la statua che rappresenta il nume tutelare della città.

Nella piazza, invece, si possono vedere quattro padiglioni in stile neopompeiano il cui progetto è stato firmato da Giuseppe Damiani Almeyda: sono presenti a Villa Giulia dal 1866.

Sempre di Marabitti, infine, è la fontana con l’Atlante con un dodecaedro in marmo: questo serviva da orologio solare.

Il luogo ideale per una passeggiata nel mezzo della bellezza, quella che la mano dell’uomo ha plasmato con l’aiuto della natura, ma anche il luogo ideale per una sosta e un po’ di relax su una panchina. Da inserire nelle tappe di una vacanza a Palermo.

Quando andare a Villa Giulia

Il periodo migliore per visitare Villa Giulia a Palermo è senza dubbio la primavera quando le temperature non sono troppo calde e la natura esplode in tutta la sua bellezza. In alternativa si può raggiungere in autunno, poiché anche in questo caso il clima è più mite.

Le informazioni utili su Villa Giulia

Il parco è facilmente fruibile, i viali sono abbastanza ampi e sul sito ufficiale del comune di Palermo viene segnalato che è accessibile ai non vendenti e anche ai disabili con accompagnatore. Tra le informazioni utili il fatto che è aperto, con ingresso libero, dalle 7 alle 20.

Inoltre, è possibile programmare delle visite guidate su prenotazione.

Nella medesima area del giardino Villa Giulia vi è l’Orto botanico, istituzione museale e didattico scientifica che ospita circa 12mila specie diverse di piante. Anche questo luogo ha origini antiche, infatti ha preso il via nel 1779 quando è stata istituita la cattedra di Botanica e Materia medica all’interno dell’Accademia dei Regi Studi.

Sempre nella zona si trova il Foro Italico Umberto I, area verde che va a costituire uno dei lungomari della città. Insomma, un posto da conoscere di pace e bellezza, da visitare per carpire un po’ del fascino e della storia di Palermo.

Giardino Villa Giulia a Palermo

Fonte: iStock

Giardino Villa Giulia a Palermo: le info utili
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Il Teatro Massimo di Palermo: il cuore pulsante della lirica in Sicilia

Nel cuore della Sicilia, in una Palermo che tra Ottocento e Novecento sognava di imporsi come capitale della cultura e delle arti, nasceva un colosso dell’architettura teatrale: il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, ormai noto come “Teatro Massimo”.

Conosciamolo meglio.

La storia del Teatro

Inaugurato nel 1897 dopo oltre vent’anni di lavori, il maestoso edificio rappresenta il più grande teatro lirico d’Italia e il terzo in Europa dopo la Staatsoper di Vienna e l’Opéra National di Parigi, ed è simbolo indiscusso di prestigio e grandiosità che ancora oggi affascina chiunque varchi la sua soglia.

Il progetto prese vita nel 1864 grazie all’architetto Giovanni Battista Filippo Basile, che immaginò un teatro in grado di competere con i più importanti del Vecchio Continente. Alla sua morte, fu il figlio Ernesto a portare a termine l’opera, riuscendo a fondere classicismo e innovazione in una struttura senza precedenti. Il 16 maggio 1897 il sipario si alzò per la prima volta sulla rappresentazione del Falstaff di Giuseppe Verdi: era la nascita di un nuovo tempio della lirica.

Nei primi decenni del Novecento, il Teatro Massimo conobbe un periodo di assoluto splendore, sostenuto dalle famiglie aristocratiche e borghesi palermitane, tra cui i Florio e i Whitaker. Fu un’epoca dorata in cui la città si fece palcoscenico di rappresentazioni di altissimo livello. Ma nel 1974, dopo una storica esibizione del Nabucco, il teatro chiuse i battenti per lavori di restauro che si prolungarono per ben ventitré anni. Solo nel 1997, in occasione del centenario della sua inaugurazione, il sipario si riaprì e Palermo ritrovò così uno dei suoi gioielli più preziosi.

Il Teatro Massimo di Palermo: un vero capolavoro architettonico

Cupola del Teatro Massimo

Fonte: iStock

Sontuosa cupola del Teatro Massimo

Varcare la soglia del Teatro Massimo significa ritrovarsi in un universo di raffinata bellezza. La grandiosità della sua struttura si impone già all’esterno, con la scalinata monumentale e il maestoso portico che richiama i templi dell’antichità classica. Ma è all’interno che l’incanto si fa tangibile.

La sala principale, coronata da una cupola affrescata da Ettore De Maria Bergler e Rocco Lentini, è un tripudio di eleganza neoclassica, impreziosita da decorazioni dorate e velluti rossi. Il palco reale, riccamente decorato, domina lo spazio con la sua ampiezza, mentre i cinque ordini di palchi, ognuno lavorato nel dettaglio, creano un effetto scenografico unico.

L’acustica, studiata con una precisione quasi maniacale, garantisce una resa sonora impeccabile e fa del Teatro palermitano la cornice perfetta per l’opera e la musica sinfonica.

A rendere ancora più suggestivo cotanto scrigno della musica contribuiscono gli ambienti di rappresentanza, i saloni e il grandioso foyer, dominato dal busto di Vincenzo Bellini, omaggio a uno dei più grandi compositori italiani.

Dove si trova

Il Teatro Massimo si staglia nel centro di Palermo, in Piazza Verdi, un punto strategico che permette di raggiungere a piedi alcuni dei luoghi più importanti della città.

A pochi minuti di cammino troviamo, infatti, la vivace Piazza Ruggero Settimo e il pittoresco mercato del Capo, mentre in circa dieci minuti si raggiungono i Quattro Canti, uno dei simboli barocchi di Palermo.

La Cattedrale, il porto e la stazione centrale distano appena un quarto d’ora.

Info utili per visitarlo

Il Teatro Massimo apre le porte ai visitatori tutti i giorni dalle 9:30 alle 18:00, con l’ultima visita consentita alle 17:20. È possibile acquistare i biglietti direttamente in biglietteria, oppure online tramite TicketOne e Get Your Guide. Per i gruppi di almeno dieci persone è consigliata la prenotazione anticipata, contattando il teatro.

La visita guidata permette di scoprire ogni angolo della struttura, dalla platea al palco reale, fino ai suggestivi ambienti nascosti che raccontano oltre un secolo di storia e spettacolo. Un’occasione speciale per chi ama l’arte e la cultura.

Il Teatro Massimo di Palermo nei libri e in TV

Il Teatro Massimo non è soltanto un luogo di musica e rappresentazioni, ma anche un’icona che ha trovato spazio nella letteratura e nel cinema. Il suo profilo inconfondibile è entrato nell’immaginario collettivo grazie a Il Padrino – Parte III di Francis Ford Coppola, con Al Pacino nei panni di Michael Corleone. La scena finale, girata sull’imponente scalinata, è una delle più drammatiche della storia del cinema: un colpo di pistola spezza la vita di Mary Corleone, figlia del protagonista, mentre il padre assiste impotente, condannato a un’esistenza di dolore e rimorso.

Ancora, il Teatro Massimo è anche parte integrante della storia della famiglia Florio, raccontata nei romanzi di Stefania Auci I leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni. I libri, best seller in tutta Italia, hanno riportato alla luce l’epopea di una dinastia che contribuì a rendere Palermo una città d’arte e cultura.

Dalle pagine al piccolo schermo, la storia dei Florio è anche protagonista della fiction I leoni di Sicilia, con Miriam Leone e Michele Riondino nei ruoli principali.

Prossimi appuntamenti al Teatro Massimo

La stagione 2025 del Teatro Massimo promette emozioni indimenticabili, con un cartellone che spazia dalla grande opera al balletto:

  • Faust di Charles Gounod (19-25 marzo 2025), con la direzione di Daniel Oren e la regia di Fabio Ceresa;
  • L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti (11-18 aprile 2025), con Gabriele Ferro sul podio e la regia di Ruggero Cappuccio;
  • Anna di Paolo Buonvino (6-8 maggio 2025), una produzione originale che fonde musica e danza;
  • Salome di Richard Strauss (20-27 maggio 2025), con la direzione di Omer Meir Wellber e la regia di Bruno Ravella;
  • Giselle di Adolphe-Charles Adam (14-20 giugno 2025), un capolavoro del balletto classico che torna in scena in una nuova produzione.
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Gabriele Muccino ha creato un itinerario per scoprire Palermo attraverso il cinema

Un nuovo itinerario consente di scoprire Palermo attraverso una prospettiva unica. A idearlo, il celebre regista Gabriele Muccino, fresco di successo con il suo ultimo film Fino alla Fine, girato nel capoluogo siciliano e nella splendida cornice di Villa Igiea. E proprio dalla collaborazione con il prestigioso hotel è nato il percorso Set-Jetting, un tour che esplora le location di film iconici girati nella città e dintorni, rendendo omaggio al fascino senza tempo di Palermo, dove ogni tappa racconta una storia, ogni luogo svela un frammento dell’anima della città.

Palermo, città cinematografica

Palermo ha incantato registi di fama mondiale, da Luchino Visconti a Wim Wenders, e ora Gabriele Muccino. Le sue strade, i suoi palazzi aristocratici e le sue spiagge hanno fatto da sfondo a capolavori cinematografici, catturando l’immaginario di milioni di spettatori.

“Ho scelto Palermo come set perché è un crocevia di culture stratificate nei secoli”, ha dichiarato Muccino. “Qui si respira l’essenza del Mediterraneo, un luogo potente ed enigmatico, con un’anima antica e nobile. Palermo è lontana da tutto ciò che conosco, diversissima da Roma e Napoli. La sua intensità e complessità mi hanno catturato”.

Questa stessa intensità si riflette nel percorso Set-Jetting, che svela angoli nascosti della città, spesso inaccessibili al pubblico, attraverso una lente cinematografica. Ogni tappa è personalizzabile, consentendo ai visitatori di immergersi nell’atmosfera dei film girati a Palermo.

Le tappe principali dell’itinerario

Mondello e il centro storico, location di Fino alla Fine di Gabriele Muccino
Il viaggio inizia a Mondello, con la sua spiaggia iconica e le acque cristalline, amate da locali e turisti. Qui, dalle terrazze delle dimore d’epoca, si può ammirare la bellezza naturale del luogo, che ha fatto da sfondo a diverse scene del film di Muccino. L’itinerario prosegue nel cuore di Palermo, tra Vicolo Ponticello e Casa Professa, dove i protagonisti trovano una connessione speciale. La tappa finale è Piazza Bellini, con i suoi mosaici e le antiche chiese, un crocevia di storia e cultura.

Tonnara di Scopello location di Ocean’s Twelve di Steven Soderbergh
Un salto fuori città porta alla storica Tonnara di Scopello, incastonata tra le rocce della Riserva Naturale dello Zingaro. Qui sono state girate scene memorabili di Ocean’s Twelve, con star del calibro di George Clooney e Brad Pitt. Passeggiare nella caletta della tonnara è come rivivere la magia del grande schermo.

Palazzo Gangi location di Il Gattopardo di Luchino Visconti
Nel cuore di Palermo si trova Palazzo Gangi, la dimora dei Principi di Valguarnera, famosa per aver ospitato la celebre scena del ballo in Il Gattopardo. Durante il tour, i visitatori possono ammirare il sontuoso salone, ascoltando aneddoti sulle riprese raccontati dalla Principessa Vanni Calvello. Un tuffo nell’eleganza aristocratica che ha reso indimenticabile il capolavoro di Visconti.

Palazzo Abatellis location di Palermo Shooting di Wim Wenders
Il magnifico Palazzo Abatellis, con la sua Galleria Regionale curata da Carlo Scarpa, è un gioiello fuori dai circuiti turistici tradizionali. Custodisce opere come la Madonna dell’Annunziata di Antonello da Messina ed è stato scelto da Wim Wenders per una scena di Palermo Shooting. Un luogo suggestivo, dove arte e cinema si incontrano.

Villa Palagonia location di L’Avventura di Michelangelo Antonioni
L’ultima tappa conduce a Villa Palagonia, nota per il suo fascino magnetico. Qui Michelangelo Antonioni e, successivamente, Giuseppe Tornatore hanno trovato ispirazione per i loro film. Durante il walking tour, guidato da un artista visivo siciliano, si esplorano i saloni storici e il suggestivo viale alberato della tenuta.

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Palermo, Agrigento e Porto Empedocle a bordo del treno turistico di Fs

Esattamente 150 anni fa, il 1° novembre 1874, veniva inaugurato un tratto ferroviario che avrebbe giocato un ruolo cruciale nello sviluppo economico e sociale della Sicilia: la linea Comitini-Girgenti (oggi Agrigento)-Porto Empedocle, parte della tratta Palermo-Roccapalumba-Porto Empedocle. Lunga complessivamente 144 chilometri, questa ferrovia nasceva con l’obiettivo di favorire il trasporto dei minerali di zolfo dall’entroterra siciliano fino al porto di Porto Empedocle, epicentro di un’industria mineraria allora fiorente.

Con il crollo del mercato dello zolfo e la chiusura delle miniere locali, la tratta perse gradualmente la sua funzione primaria, ma continuò a operare per decenni come un’importante via di trasporto merci. Tuttavia, negli anni ’90 del secolo scorso, con la chiusura della linea a scartamento ridotto per Sciacca e Castelvetrano, anche il traffico ferroviario della stazione di Porto Empedocle subì un drastico calo, segnando un lungo periodo di decadenza.

Negli anni 2000, la tratta è stata rilanciata grazie a un’intuizione strategica per il turismo locale con la creazione della fermata “Tempio di Vulcano”, situata all’interno del Parco Archeologico di Agrigento, che offre ai visitatori la possibilità di raggiungere il cuore della Valle dei Templi su un treno d’epoca. La Fondazione FS Italiane ha quindi investito nel recupero e nella valorizzazione di questa linea, inserendola nel progetto “Binari senza Tempo” e lanciando un’ampia opera di riqualificazione dell’ottocentesca stazione di Porto Empedocle per trasformarla in un parco ferroviario.

Le iniziative della Fondazione FS per il 150° anniversario

In occasione del 150° anniversario dell’attivazione del tronco Comitini-Agrigento-Porto Empedocle, la Fondazione FS Italiane organizzerà il 20 e 21 novembre una serie di eventi per festeggiare questo traguardo storico e per inaugurare il nuovo assetto dell’area ferroviaria di Porto Empedocle, riconvertita in un polo culturale e turistico, segnando un nuovo capitolo nella storia della Ferrovia dei Templi.

La celebrazione prevede per la prima volta il viaggio di un “Espresso” storico, operato da FS Treni Turistici Italiani, che collegherà Palermo a Porto Empedocle lungo l’intero tragitto originario. Questo convoglio turistico, parte dell’offerta di punta di FSTTI, simboleggia il rinnovato interesse per il turismo ferroviario in Sicilia, con l’obiettivo di promuovere un’esperienza che unisce il fascino della storia alla bellezza paesaggistica e archeologica della regione.

Il restauro dell’area ferroviaria di Porto Empedocle

Nel corso delle celebrazioni, la Fondazione FS presenterà il completamento dei restauri della stazione di Porto Empedocle, che includono la riqualificazione dell’ex Magazzino Merci, oggi trasformato in una sala conferenze multimediale e all’avanguardia, e il restauro del Fabbricato Viaggiatori della stazione di Porto Empedocle Succursale, capolinea della tratta. Questi spazi, accessibili al pubblico nei giorni delle celebrazioni, saranno teatro di eventi culturali, esibizioni e incontri.

Nel pomeriggio del 20 novembre e per tutta la giornata del 21, i treni storici della Fondazione FS effettueranno vari collegamenti tra le stazioni di Agrigento Centrale, Agrigento Bassa, Tempio di Vulcano, Porto Empedocle Centrale e Porto Empedocle Succursale, consentendo ai passeggeri di ammirare i suggestivi paesaggi della Valle dei Templi, viaggiando su carrozze d’epoca che evocano il fascino delle ferrovie d’altri tempi. L’area ferroviaria di Porto Empedocle sarà accessibile al pubblico grazie alla collaborazione dei tecnici della Fondazione FS e dell’Associazione Ferrovie Kaos. Saranno inoltre esposti modellini ferroviari in scala, foto d’epoca e cimeli storici, dando ai visitatori l’opportunità di immergersi nel passato ferroviario siciliano e scoprire come la ferrovia abbia influenzato lo sviluppo della regione.

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Napoli Notizie Palermo Viaggi

Una nave di libri: il viaggio letterario di Grimaldi Lines

Grimaldi Lines Tour Operator continua a sorprendere con i suoi eventi speciali, e dal 13 al 17 novembre 2024 propone un’edizione esclusiva di “Una nave di libri“, organizzata in collaborazione con Agra Editrice e la testata Leggere. Si tratta di un affascinante viaggio culturale che si svolgerà a bordo della Cruise Ausonia, lungo la tratta Napoli-Palermo, con una sosta nella splendida città siciliana.

Un fitto calendario di eventi

Durante la navigazione, gli ospiti avranno l’opportunità di partecipare a una serie di incontri letterari, spettacoli musicali e momenti di animazione.

Tra i protagonisti vi sarà lo scrittore siciliano Roberto Disma, che presenterà il suo ultimo romanzo Venus Malus, accompagnato dalle note della chitarra, riproponendo così l’atmosfera dei cantastorie di un tempo. Sarà presente anche Lorenzo Marone, noto autore napoletano, con la sua più recente opera.

Emilia Costantini, critica teatrale e giornalista, introdurrà il suo libro Tu dentro di me, mentre la cantautrice Patrizia Cirulli proporrà un repertorio di canzoni ispirate alle poesie di Eduardo De Filippo e altri poeti dialettali.

Ma l’evento non si limita alla letteratura: in programma anche un focus sull’enogastronomia, con Dario Stefano, promotore della rinascita del vino pugliese e autore del libro Enoturismo 4.0, che condurrà una degustazione del vino rosato Tacco Rosa, prodotto da uve negroamaro. Una combinazione perfetta di cultura, musica e sapori per un viaggio unico nel suo genere.

Una sosta culturale ed enogastronomica a Palermo

Palermo, Sicilia

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Palermo

Durante la tappa a Palermo, gli ospiti potranno esplorare la città grazie a tour guidati che includono visite a luoghi di grande interesse storico e culturale, come la splendida Cappella Palatina, il maestoso Duomo di Monreale, e le eleganti ville aristocratiche settecentesche di Bagheria.

Anche in questa fase del viaggio, non mancherà l’elemento enogastronomico. Mario Liberto, presidente dell’Accademia Enogastronomica Epulae, guiderà una speciale degustazione curata dallo chef stellato Nino Ferreri. I partecipanti avranno anche l’occasione di visitare l’azienda vinicola Duca di Salaparuta, che celebra i suoi 200 anni di attività, e scoprire l’eccellenza della pasticceria siciliana tramite le creazioni dei maestri pasticceri Salvatore Cappello e Salvatore Garofalo.

Il tour guidato di Napoli

Il viaggio si conclude con un emozionante tour guidato di Napoli per scoprire le meraviglie di una delle città storiche d’Europa. Il tour includerà una visita al Museo di Capodimonte, rinomato per la sua straordinaria collezione d’arte e per la vista mozzafiato sullo skyline. Un momento conclusivo che rappresenta una preziosa chance per approfondire la storia e la cultura partenopea, coronando così un viaggio ricco di esperienze indimenticabili.

Informazioni pratiche

Il pacchetto di viaggio parte da 463 euro a persona e comprende:

  • viaggio a bordo della nave Cruise Ausonia da Napoli a Palermo e ritorno;
  • sistemazione in cabina tripla interna sulla nave;
  • pernottamento in camera tripla in un hotel a 4 stelle a Palermo;
  • due colazioni e due cene presso il self-service di bordo;
  • colazioni e cene presso l’hotel a Palermo;
  • trasferimento in bus privato dal porto all’hotel;
  • escursioni con pullman e guida privata secondo il programma dettagliato disponibile su grimaldi-touroperator.com;
  • diritti fissi e costi Eu Ets;
  • assicurazione per assistenza medica.
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In Sicilia nasce l’itinerario dell’acqua: i luoghi

Sono ormai molte le persone che scelgono di fare una vacanza attiva alla scoperta di luoghi bellissimi: il trekking è una delle attività preferite, ed è per questo che in tutta Italia continuano a nascere nuovi itinerari, per ampliare un’offerta sempre più ricca. È in questo contesto che, in Sicilia, vede la luce un tour davvero speciale. Si tratta di un’iniziativa volta a far conoscere il patrimonio idrico delle Madonie, attraverso i posti che forniscono acqua alla città di Palermo. Ecco cosa sappiamo.

La nuova associazione per il turismo sostenibile

La Sicilia è una delle mete turistiche per eccellenza, soprattutto durante il periodo estivo. Ma non sono solo le sue spiagge a regalarci sorprese: l’associazione LOTs – Libero Osservatorio Territoriale sud nasce con il proposito di sostenere un turismo più sostenibile e responsabile, focalizzato alla scoperta di luoghi meno conosciuti. L’obiettivo principale consiste non soltanto nel promuovere una soluzione al problema dell’overtourism, ma anche nel recuperare l’identità di borghi e località rurali che meritano di essere valorizzate.

Fondata nel 2020, l’associazione si propone di dare un’alternativa alla narrativa turistica mainstream della Sicilia. E uno dei modi migliori per farlo è a passo d’uomo: nuovi itinerari di trekking offrono la possibilità di esplorare il territorio in una vacanza slow che sempre più spesso fa presa sui turisti. Gli operatori di LOTs hanno così individuato alcuni tour che ci consentiranno di scoprire il volto più autentico dell’isola. Il primo è l’itinerario “Salti d’Acqua”, la cui inaugurazione è prevista per il 16 marzo 2024. Vediamo di cosa si tratta.

L’itinerario “Salti d’Acqua”

Le Madonie rappresentano l’ultimo tratto dell’Appennino Siculo, le cui propaggini arrivano sin quasi alla costa. È qui che si sviluppano numerosi corsi d’acqua, i quali forniscono preziose risorse idriche anche alla città di Palermo. L’itinerario “Salti d’Acqua” è dunque dedicato ad un elemento fondamentale, che sostiene la vita e che dobbiamo proteggere ad ogni costo. Purtroppo, le sorgenti situate nelle Madonie sono oggi a rischio, a causa di incuria e trascuratezza. I siti in cui si trovano sembrano quasi essere stati dimenticati.

Ecco dunque che il tour potrebbe tornare a valorizzare luoghi di importanza vitale, consentendo al tempo stesso ai turisti di immergersi in una natura ricca di suggestioni. “Immersi tra i monti occidentali delle Madonie, risaliremo l’abitato di Scillato alla ricerca delle sorgenti che forniscono acqua alla città di Palermo” – spiegano Francesca Gattello, Zeno Franchini e Martina Motta, fondatori di LOTs. Durante il percorso, ci sarà la possibilità di approfondire alcuni temi di grande rilievo, come lo sfruttamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche.

Ma quali sono le tappe del tour “Salti d’Acqua”? Una volta raggiunto il borgo di Scillato, si salirà verso le pendici del Monte Fanusi dove si trova un importante acquedotto, raggiungendo poi il paesino di Sclafani Bagni. Quest’ultimo racchiude un antico stabilimento termale e delle sorgenti sulfuree, immersi nella natura. “Le acque che ancora scorrono in questi luoghi rendono il paesaggio fortemente vitale, invitando il camminatore all’ascolto naturale da una parte e ad una riflessione critica dall’altra, nei confronti del contesto attuale”.

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Cosa visitare nei dintorni di Palermo

Per una gita fuori porta tra Palermo e dintorni quali sono i posti più belli da visitare? La capitale siciliana offre tanti piccoli angoli di paradiso, facili da raggiungere in treno, in pullman o meglio ancora comodamente in auto, percorrendo pochi chilometri di autostrada o di strade provinciali.

Come potrai immaginare in queste vaste aree della Sicilia le località marittime si distinguono per la bellezza del mare e degli edifici architettonici senza tempo, in un connubio di arte e storia che difficilmente si può trovare altrove. Se hai a disposizione un po’ di tempo in più da poter trascorrere nelle vicinanze di questa città non puoi assolutamente perdere l’occasione di visitare i dintorni della capitale siciliana.

Se non sai quali scegliere ecco quali sono le più belle località che si trovano a poca distanza da Palermo, per una gita di un giorno da fare in un weekend lungo. Buona lettura!

Cefalù

Iniziamo il tour di Palermo e dintorni con la splendida Cefalù, una delle perle della Sicilia, un luogo di cui ti innamorerai a prima vista. La rocca che si sporge sul mare cristallino è uno scenario indimenticabile che solamente qui puoi trovare.

Questa piccola località risalente al periodo normanno è unica non solo per le acque azzurrine, ma addentrandoti per una passeggiata tra le stradine centrali ti potrai imbattere nei monumenti in stile arabo-normanno, come il bellissimo Duomo, conosciuto come la Cattedrale della Trasfigurazione ed edificato nel 1131, con la sua pianta a croce latina che domina la piazza sempre gremita di gente.

Una volta visitato il centro storico puoi dirigerti verso il mare: le spiagge di Cefalù sono molte e ben attrezzate, in ognuna troverai un mare chiaro e sempre limpido. Tra le più note e più amate c’è la Spiaggia di Cefalù, il lido principale della città, che costeggia il centro storico, e la Spiaggia Salinelle, un arenile lungo 15 chilometri fatto di sabbia e ciottoli.

Monreale

Dopo aver terminato la visita di Cefalù con solamente un’ora di auto puoi raggiungere Monreale, situata a 10 chilometri da Palermo, un meraviglioso comune famoso in tutto il mondo per la sua maestosa cattedrale.

La Cattedrale di Santa Maria Nuova venne costruita nel 1172 per volere di Guglielmo II d’Altavilla, l’attuale Re di Sicilia, e dal 2015 fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco per il suo altissimo valore artistico e architettonico.

Il suo interno è un tripudio di absidi, cappelle e mosaici preziosi dall’inestimabile valore mondiale, mentre all’esterno è dominata dalle due inconfondibili torri che inquadrano la facciata. È un luogo assolutamente da visitare, per questo motivo ti consiglio partecipare a una visita guidata con un esperto che ti darà tutte le informazioni relative alla storia e all’arte di questa famosa cattedrale. Puoi prenotarla comodamente online.

Una volta visitata la Cattedrale puoi perderti nel borgo che le si snoda tutto intorno, e immergerti nell’atmosfera locale del tutto particolare, fatta di diversi colori, sapori ed etnie.

Segesta

Per una gita di una giornata da mattina a sera Segesta, Erice e le Saline sono una meta ideale. In un solo giorno potrai vedere queste tre località tipiche siciliane, tutte e tre diverse tra loro per le caratteristiche naturalistiche e storiche.

Iniziamo da Segesta, un interessante sito archeologico sulle pendici del Monte Barbaro, fondato nel lontano IX secolo a.C. probabilmente per mano degli Elimi, una popolazione di profughi troiani.

Il parco archeologico di Segesta è famoso per le sue due opere architettoniche principali, il Tempio Dorico e il Teatro Greco. Il primo, costruito intorno al V secolo a.C., è un’imponente struttura di 36 colonne di 10 metri ben conservata. Il secondo è un teatro edificato dagli abitanti di Segesta in cima al Monte Barbaro, probabilmente intorno al III secolo a.C., ed è caratterizzato da uno stile tipicamente greco. Ad oggi viene utilizzato per le rappresentazioni teatrali, e può ospitare fino a 4000 persone.

Erice

Una volta tornati indietro nel tempo tra le rovine di Segesta puoi proseguire il tour di una giornata visitando il grazioso borghetto medievale di Erice, arroccato sul Golfo di Trapani. Ciliegina sulla torta di questo luogo incantato è il Castello di Venere, dedicato alla dea Afrodite. Una passeggiata sulle strade acciottolate di Erice e ti sembrerà di essere nel Medioevo!

Saline di Trapani

Prosegui il tuo tour di un giorno diretto verso le Saline di Trapani, un luogo naturalistico di rara bellezza per la varietà di specie animali e vegetali che ne fanno un luogo protetto per la biodiversità. Il giro delle saline dura circa due ore, ed è visitabile gratuitamente.

Se questa gita di una giornata puoi affidarti a un tour organizzato e prenotare la tua partecipazione online, la cancellazione è gratuita fino a 24 ore prima della data scelta. Come ti dicevo basta una sola giornata per visitare tutte e tre le località, che ti consiglio di non perdere per la loro unicità.

Bagheria

Proseguiamo la scoperta di Palermo e dintorni con Bagheria, un piccolo comune siciliano chiamato anche la Città delle Ville, divenuto celebre per il film omonimo, di Giuseppe Tornatore, che prende il nome dalla pronuncia siciliana della città, Baarìa.

Aneddoti a parte, Bagheria ha tantissime cose da vedere: dalle spiagge ai monumenti, un giorno potrebbe non bastare, ma dista da Palermo solamente poco più di 14 chilometri. Partendo la mattina puoi goderti qui una giornata di un giorno e rientrare la sera stessa a Palermo.

La Città delle Ville ha un centro storico ricco di ville, appunto, risalenti al XVIII secolo in stile barocco, come Palazzo Butera – Branciforti, o Villa Palagonia, la “Villa dei Mostri”, così chiamata per le “mostruose” decorazioni che la caratterizzano.

Oltre alle numerose chiese del centro storico, tra cui la Chiesa delle Anime Sante o la Chiesa Madrice di Bagheria, sono degne di nota anche le spiagge sabbiose e rocciose dal mare cristallino, come Capo Zafferano o la Spiaggia dei Francesi.

In un tour di Palermo e dintorni la visita a Bagheria non può non terminare con un assaggio delle tipiche prelibatezze culinarie del luogo, in una delle osterie caratteristiche sparse per il paese.

Se preferisci puoi abbinare una visita alla Villa con un itinerario di street food, e combinare l’esperienza culturale con quella culinaria. È possibile prenotare il tour qui. Non te ne pentirai!

Mondello

Se ami la Sicilia avrai sicuramente sentito parlare di Mondello, con la sua spiaggia che abbraccia la costa con una baia semicircolare a circa 10 km da Palermo, nella parte nord-occidentale.

Questo luogo è un mix di vegetazioni e paesaggi marini, trovandosi tra due monti predominanti sulla costa, il Monte Pellegrino e il Monte Gallo, e incastonata tra una fitta vegetazione mediterranea e il mare dalle sfumature celesti che bagna la spiaggia di sabbia bianca.

Modello è facilmente raggiungibile in autobus o in auto, ed è molto amata sia dai palermitani che dai turisti. Non solo mare incontaminato, ma anche tanti locali per divertirsi e trascorrere una serata in compagnia alla vista di un meraviglioso tramonto. Se ami la cucina siciliana non resterai deluso dalle piccole trattorie sul mare, pronte a cucinare tipici piatti espressi di pesce fresco.

Castellammare del Golfo

Un tour di Palermo e dintorni è soprattutto mare, mare e ancora mare, perché di questi luoghi non se ne ha mai abbastanza!

E allora non può mancare una tappa in un’altra splendida località marittima, Castellammare del Golfo. Solo 65 chilometri la separano da Palermo, rendendola un luogo ideale per una gita al mare in giornata.

Anche qui troverai molti edifici architettonici risalenti all’epoca normanna come la Chiesa Madre e il Castello Arabo Normanno, ma senza dubbio la maggiore attrazione di questo luogo è proprio il mare con le spiagge della Riserva dello Zingaro e la Tonnara di Scopello, due luoghi assolutamente da visitare.

A Castellammare del Golfo c’è la possibilità di vivere un’esperienza di totale divertimento e relax prenotando una gita con barca privata. La gita in barca è l’ideale per godere appieno delle bellezze di questo luogo, per saperne di più puoi prendere informazioni e prenotarti qui.

Per gli appassionati del trekking non può mancare una passeggiata tra le pendici del Monte Inici, un massiccio alto 1064 metri sul livello del mare dalle origini antichissime e luogo di ritrovamento di interessanti reperti storici e rare conformazioni naturalistiche. Le escursioni sul Monte Inici sono disponibili tramite l’organizzazione CAI.

Il nostro tour di Palermo e dintorni finisce qui, ma i luoghi da visitare non sono ancora finiti. Qui ti abbiamo proposto i più bei posti da visitare nelle vicinanze con una gita di una giornata, nel caso in cui ti trovassi a Palermo e avessi un po’ più di tempo a disposizione per curiosare nei dintorni.

La Sicilia è una splendida regione visitabile tutto l’anno grazie alle temperature sempre miti, un vantaggio non indifferente, e ai costi non esageratamente elevati. Inoltre, se hai a disposizione la tua auto gli spostamenti sono rapidi e agevoli. Mi raccomando, qualsiasi sia la stagione, non dimenticarti il costume da bagno. Sarebbe un vero peccato!

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Palermo, tour inedito dei Florio, sui luoghi di “I leoni di Sicilia”

I romanzi di Stefania Auci, “L’inverno dei leoni” e “I leoni di Sicilia” (e che a breve diventeranno una fiction televisiva), hanno appassionato milioni di italiani che da qualche anno si recano in Sicilia, sui luoghi narrati tra le pagine dei libri, le cui vicende hanno fatto la storia d’Italia.

Al centro degli eventi c’è la città di Palermo, tanto che ancora oggi sono tanti i luoghi storici tra vie e sontuosi palazzi raccontati nei romanzi, ma vi sono alcuni tesori artistici che pochi conoscono e che sono meno visitati, ma che meritano assolutamente di essere visti.

La famiglia Florio ha reso Palermo il centro economico, artistico e culturale più importante nel periodo della Belle Époque, attirando teste coronate e la migliore borghesia europea così come artisti e scrittori e il bel mondo dell’epoca.

Il tour inedito dei “Leoni di Sicilia”

La drogheria di via dei Materassai

Ecco perché un tour sui luoghi dell’epopea dei Florio non può che partire da quella via dei Materassai, nel pieno centro storico della Vucciria, che spesso ricorre tra i capitoli di “I Leoni di Sicilia”, dove ancora oggi si può notare lo stemma della famiglia, quello del “Leo bibens”, riprodotto all’ingresso della prima drogheria dove ebbe inizio la loro fortuna. E nella stessa via si trova anche la prima abitazione dove visse la famiglia dei due fratelli Paolo e Ignazio Florio trasferitasi dalla Calabria.

L’Olivuzza

Dalla bottega bisogna camminare per una mezz’oretta per giungere a Palazzo Wirz all’Olivuzza o ex Palazzo Florio che si trova in viale Regina Margherita, nei pressi della Zisa – che prende il nome dal castello -, un edificio che non passa di certo inosservato. Un tempo tutt’intorno c’era solo vegetazione e l’Olivuzza era l’abitazione principale dei Florio, dove venivano organizzate le più fastose feste di Palermo dell’epoca. Oggi è immerso tra i caseggiati.

Il Villino Florio

Nel 1900, nel parco venne eretto il Villino Florio, fu realizzato in memoria del figlio primogenito di Ignazio junior e Franca, scomparso all’età di soli 12 anni. Questa palazzina non passa di certo inosservata. Il villino fu commissionato dai Florio all’architetto Ernesto Basile che lo costruì tra il 1899 e il 1902. Si tratta di una delle prime opere architettoniche in stile Liberty d’Italia ed è l’esempio concreto di ciò che il celebre architetto intendeva per “progettazione integrale” ovvero un insieme di elementi medievali, barocchi, moderni e nordici, con motivi floreali, torrette che ricordano i castelli francesi, colonnine romaniche e bugnati rinascimentali. È uno dei capolavori dell’Art Nouveau. Oggi è di proprietà della Regione Sicilia.

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Fonte: Wikimedia Commons – GiuseppeT

Il Villino Florio all’Olivuzza, Palermo

Palazzo Florio (Fitalia)

Pochi minuti a piedi e si raggiunge un altro palazzo appartenuto alla famiglia Florio: Palazzo Florio-Fitalia. Si affacciava su piazza Principe di Camporeale e un tempo si trovava all’interno di un’immensa proprietà di cui resta ben poco. Il complesso fu realizzato con l’acquisizione nel corso degli anni di diversi edifici e aree verdi da parte di Vincenzo Florio e poi dai suoi eredi. Nel 1893 fu la residenza di Ignazio e Franca Florio. La stanza più bella da vedere è quella che ospita la camera da letto di Donna Franca, con il celebre pavimento di maioliche che rappresentano petali di rose, mentre la grande sala da pranzo fu trasformata in una cappella.

Palazzo Florio

Questo palazzo si trova al civico 2 di via Catania 2, una ventina di minuti a piedi dall’omonimo palazzo di piazza Principe di Camporeale. Questa zona era di moda tra la borghesia siciliana dell’epoca e, per alcuni anni, Vincenzo Florio junior visse con la seconda moglie, la francese Lucie Henry. Al piano terra c’era la sede della storica “Targa Florio” che si corre ancora oggi, presieduta dallo stesso Vincenzo.

La Palazzina dei Quattro Pizzi

Più avanti negli anni la famiglia fece costruire all’architetto Carlo Giachery un altro edificio, la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella, vicino al mare e alla Tonnara Florio. In stile neogotico, è ancora oggi ben riconoscibile per le quattro torrette che ricordano una chiesa più che una casa. Divenne la dimora privata di Vincenzo Florio – a cui è stata dedicata una statuta che si trova lungo il Foro Italico – e della famiglia.

All’epoca, ospitò persino i sovrani Borbone e lo zar Nicola I di Russia. La zarina, in particolare, si appassionò della costruzione tanto da acquistare i progetti originali dall’architetto e farsi costruire un edificio simile a Peterhof, la residenza estiva in Russia. Apparteneva ai discendenti della famiglia Florio fino a pochi anni fa.

Villa Igiea

A un quarto d’ora a piedi dall’Arenella, ma sempre sul lungomare, nella borgata dell’Acquasanta, sorge la meravigliosa Villa Igiea, voluta da Ignazio Florio inizialmente come sanatorio di lusso per malati di tubercolosi. Il palazzo era di proprietà dell’ammiraglio inglese Sir William Domville, dal quale Ignazio la acquistò. Era così bello che Franca Florio, la moglie, la regina di Palermo, decise di farne un resort termale e di andarci a vivere affidando i lavori ancora una volta al Basile.

Villa_Igiea-palermo

La scelta del nome della villa, Igiea, viene dalla ninfa greca Hygìeia, dea dell’igiene e protettrice della salute. Dall’esterno sembra un castello, con tanto di torri merlate, ma tutto sommato piuttosto sobrio. Immerso in una enorme parco, doveva servire come luogo di degenza per i malati ma anche per le lunghe passeggiate degli ospiti. È una volta entrati che stupisce per i ricchi decori. Il Salone degli specchi in stile Liberty è un tripudio di figure e di colori, i cosiddetti “floralia”.

Qui si tenevano feste meravigliose e memorabili a cui partecipava tutto il bel mondo della politica e della cultura – tra cui anche personalità del calibro di Gabriele D’Annunzio e Giacomo Puccini – e l’aristocrazia dell’epoca. Oggi che Villa Igiea è un hotel di lusso del gruppo Rocco Forte ha mantenuto intatti la maggior parte degli affreschi ed è forse il più bell’albergo della città se non addirittura della Sicilia. Ospita star di Hollywood e molte celebrity.

Villa Pignatelli Florio ai Colli

Nei romanzi della Auci non se ne parla, ma fu anche questa una delle residenze della famiglia Florio, forse la preferita per le vacanze. Vincenzo Florio senior la acquistò nel 1839 e la fece ristrutturare sempre dal Basile. Si trova tra i giardini della Piana dei Colli a San Lorenzo e risale alla fine del Settecento. Ignazio junior e Donna Franca iniziarono a trascorrervi i mesi estivi dopo la morte del padre, ma la morte improvvisa della figlia Giovanna fece sì che abbandonarono la villa nel 1902. La proprietà venne acquistata dall’Opera Pia Pignatelli che la trasformò in un collegio femminile.

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Alla scoperta dell’Orto Botanico di Palermo e delle sue meraviglie naturalistiche

Storia e natura si intrecciano mirabilmente in questo grande parco rigoglioso che sorge nel cuore della città di Palermo: si tratta dell’Orto Botanico, un gioiellino della natura che ospita migliaia di specie vegetali, alcune provenienti persino dall’altra parte del mondo. In un viaggio alla scoperta del capoluogo siciliano, un luogo ricco di bellezze e monumenti storici, non può davvero mancare una visita ai giardini e alle sue tantissime sorprese naturalistiche.

L’Orto Botanico di Palermo, tra storia e natura

Incastonato tra i rigogliosi giardini di Villa Giulia e il vivace via vai del quartiere Kelsa di Palermo, questo angolo di paradiso dista due passi dal lungomare e offre un’esperienza meravigliosa: varcare la soglia dell’Orto Botanico è come entrare in un mondo nuovo, lasciandosi alle spalle il caos della città e immergendosi nella natura. Afferente all’Università degli Studi di Palermo in quanto istituzione museale, ha una storia davvero sorprendente. Il primo giardino botanico venne realizzato nel lontano 1779, contemporaneamente all’istituzione della cattedra di Botanica e Materia medica.

Nel giro di pochi anni, il piccolo appezzamento di terreno coltivato con piante medicinali si dimostrò insufficiente per le esigenze degli studenti: fu così che venne trasferito nella sua attuale sede, trasformando un luogo dal passato sanguinoso (qui venivano praticati i roghi della Santa Inquisizione) in un gioiello naturalistico. Persino Goethe, che ebbe modo di visitare l’Orto Botanico, lo descrisse con splendide parole che, ancora oggi, esprimono la bellezza di questo posto quasi magico. Pian piano, nel corso degli anni, il giardino è diventato sempre più grande e ricco di infinite varietà vegetali che attirano esperti e curiosi da tutto il mondo.

Orto Botanico di Palermo

Fonte: iStock

Orto Botanico di Palermo

Cosa vedere nell’Orto Botanico di Palermo

Già a partire dal suo ingresso monumentale, appare chiaro che una visita all’Orto Botanico di Palermo è un’esperienza unica. Davanti ai cancelli si staglia il Gymnasium, splendido edificio in stile neoclassico che ospitava la sede della Schola Regia Botanice e la dimora del direttore. Accanto ad esso, due altri gioiellini neoclassici: il Calidarium, che accoglieva le piante abituate ai climi caldi, e il Tepidarium, che invece aveva al suo interno una ricca collezione di specie vegetali viventi in un clima temperato. Addentrandosi nel giardino, ecco aprirsi ai nostri occhi le sue meraviglie. Il giardino vanta oltre 12.000 varietà di piante di ogni tipo, ben suddivise in settori.

C’è ad esempio il Sistema di Linneo, il settore più antico, diviso in quattro aiuole che ospitano le piante e i fiori originariamente messi a dimora nell’Orto Botanico – uno dei più belli d’Italia. Molto affascinante è poi l’Aquarium, una grande vasca circolare che racchiude moltissime specie acquatiche, tra cui bellissime ninfee. Diverse serre sono state pian piano aggiunte al giardino, come la Serra Maria Carolina (intitolata alla Regina Maria Carolina d’Austria), oggi ricostruita in ghisa. Vi sono spazi destinati alle piante esotiche, come la Serra sperimentale che accoglie banani e papaye, oppure quelli dedicati alle succulente – c’è anche in corso un progetto per la loro salvaguardia.

E poi i lunghi viali alberati, ricchi di colori e profumi inebrianti, tra cui passeggiare per godersi un momento di relax: l’occhio è continuamente attirato da bellissime piante rigogliose, che si stagliano verso il cielo. Come ad esempio il grande Ginko biloba o il più maestoso Ficus magnolioides, un esemplare meraviglioso importato dalla Nuova Zelanda, che oggi costituisce il simbolo dell’Orto Botanico di Palermo. Non mancano infine i palmeti, le piante provenienti dalle regioni più calde del mondo, gli agrumeti, le piante carnivore e i fiori più suggestivi, come le orchidee.

Orto Botanico di Palermo

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Orto Botanico di Palermo