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Piatti tipici della Nuova Zelanda che dovresti assolutamente provare

Da sempre, sono le influenze a rendere unica e riconoscibile una cucina nel mondo: in Nuova Zelanda, si fa sentire, in particolare, l’influsso della cucina maori, oltre che di quella moderna, a seguito dell’immigrazione degli europei (prima dei britannici e poi del Sudest Asiatico). La cucina neozelandese è pronta a stupire i viaggiatori con manicaretti e specialità d’eccezione: qui il pesce è tra gli ingredienti fondamentali, insieme alle patate dolci, alle costolette d’agnello, alle spezie e alla carne. Ti sveliamo i piatti tipici della Nuova Zelanda da provare.

Kiwi breakfast

Cosa si mangia per colazione in Nuova Zelanda? Non potevamo non iniziare dal pasto più importante della giornata, che farai in vacanza esplorando questo territorio unico: il pasto mattutino neozelandese permette (davvero) di fare un carico extra di energie. Non facciamoci trarre in inganno dal nome: alla fine, è molto simile a quella inglese, poiché è composta da uova, pancetta, tortino di patate (ovvero hash brown), salsicce, funghi e fagioli.

Fish and chips

Come anticipato, la tradizione britannica si fa sentire a tavola in Nuova Zelanda: la contaminazione inglese è piuttosto forte, quindi puoi ordinare a pranzo o cena molti piatti che già ti suonano familiari, come l’iconico fish and chips, ovvero pesce fritto e patatine. Non è, però, il più amato dai neozelandesi, che infatti prediligono un regime alimentare a base di carne.

Meat pie

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una delle ricette che, per eccellenza, è di derivazione inglese: il meat pie, ovvero il tortino di carne, è ovunque. Bar, ristoranti, localini: tutti si sfidano a chi prepara il tortino migliore, più gustoso e saporito. Viene realizzato con carne di manzo e l’immancabile salsa gravy, ma non mancano varianti vegetariane, come con formaggio e funghi. Oppure con uova e bacon. Come contorno, un buon purè di patate.

Rewena

Abbiamo anticipato che le patate rientrano tra gli ingredienti più usati in Nuova Zelanda. Quindi, non è possibile perdersi il Rewena, il tradizionale pane Maori. Viene preparato usando la patata fermentata al posto del lievito, ed è questo a renderlo tanto particolare: oltre alla nota acidula, c’è quel tocco di “dolcezza”. Rewena, del resto, significa proprio “pane fatto con lievito di patate”, a cui vengono aggiunte farina e zucchero. La pagnotta, nonostante il retrogusto dolciastro, viene comunque usata per preparare gli hamburger.

Agnello arrosto

Come anticipato, la carne in Nuova Zelanda è tra gli ingredienti preferiti, e in particolare l’agnello neozelandese è conosciuto per l’altissima qualità, oltre che per il sapore prelibato. La carne è tenerissima: da più di 150 anni, i neozelandesi si dedicano all’allevamento con pratiche naturali e sostenibili (i costi, infatti, sono elevati). Qui l’agnello viene proposto arrosto, alla griglia o fritto, accompagnato da contorni a base di verdure e pochi condimenti (come rosmarino).

Paua

Sono una vera e propria istituzione in Nuova Zelanda: la lumaca di mare commestibile viene cucinata in tantissimi modi, per esempio insieme al curry, una spezia che completa il piatto con un sapore deciso, oppure in brodo. O persino in omelette, in alcuni ristoranti. I gusci delle lumache di mare vengono poi impiegati in bigiotteria. E per chi lo desidera, per provare l’autentica cucina di mare neozelandese, consigliamo i bianchetti, che sono sottoposti a una stagione di pesca specifica (dal primo settembre fino al 30 ottobre). Vengono proposte in frittella, esattamente come in alcune zone d’Italia.

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Visto per l’Australia: tutte le informazioni per richiedere quello giusto per il tuo viaggio

Alzi la mano chi non ha mai sognato di fare un viaggio in Australia? Quello che viene comunemente chiamato “the world down under” attira viaggiatori di ogni età e con ogni tipo di interesse. L’Australia non è solo una nazione ma è anche il territorio più grande da esplorare in Oceania. La sua ricchezza di paesaggi diversi, di luoghi capaci di farci sognare, di posti incredibili che sembrano arrivare da un romanzo di fantascienza oppure, ancora, i tanti animali più unici che rari presenti su quella grande isola sono solo quattro dei motivi che portano le persone ad organizzare un viaggio a Sydney, Melbourne o addirittura in pieno bush.

L’Australia è un paese compreso nel grande insieme delle ex colonie britanniche e rientra nel Commonwealth. Ognuno di queste nazioni richiede delle condizioni particolari per l’ingresso sul proprio territorio. Sono tanti i tipi di visto per l’Australia che possono essere richiesti. Ecco qualche consiglio su come orientarsi per capire quale sia l’autorizzazione giusta da richiedere.

I diversi tipi di visto per l’Australia

C’è una domanda da farsi quando si organizza un viaggio in Australia: qual è il motivo che ci porta in quella nazione così interessante? La scelta della tipologia di autorizzazione da richiedere si trova proprio nella nostra risposta. C’è chi viaggia per turismo o anche chi può andare da quelle parti per tanti motivi diversi. Quanti tipi di visto per l’Australia esistono? La prima cosa che devi sapere è che i visti per l’Australia hanno un nome e una sorta di “cognome chiamato “Subclass”, ovvero sottoclasse. Di seguito, i tre tipi di autorizzazione più comune per chi fa un viaggio in Australia per turismo:

  • Visto ETA (Subclass 601)
  • eVisitor (Subclass 651)
  • Visto turistico o Visitor Visa (Subclass 600)

Ovviamente, ci si può recare in Australia anche per lavoro. Anzi, sono proprio molti i giovani europei che, per esempio, richiedono un determinato tipo di visto per unire un’esperienza di lavoro a quella di una vacanza in Australia, magari per raggiungere la splendida barriera corallina. Questi sono:

  • Working Holiday Visa (Subclass 471)
  • Temporary Skill Shortage Visa (Subclass 482)
  • Skilled Independent Visa (Subclass 189)
  • Business Innovation and Investment Visa (Subclass 188)

Ognuno di questi, come vedremo, riguarda una diversa situazione di lavoro.

Infine, ci sono i visti per ragioni particolari:

  • Student Visa (Subclass 500)
  • Partner Visa (Subclass 820/801 e 309/100)
  • Medical Treatment Visa (Subclass 602)

Ognuno di questi tipi di visto per l’Australia ha un suo proprio iter di rilascio e richiede documentazione diversa. La costante è, ovviamente, essere in possesso di un regolare passaporto italiano o della nazione di cui si ha la cittadinanza e che questo passaporto copra tutta la durata del viaggio.

Ogni visto per l’Australia è ben descritto sul sito governativo della nazione e, nel caso di dubbi, ci sono dei video tutorial che guidano i viaggiatori, passo dopo passo.

I diversi tipi di visto per l'Australia

Fonte: iStock

Come richiedere il visto per l’Australia

Visto ETA (Subclass 601)

ETA signfica Electronic Travel Authorisation ed è una sigla che accomuna le richieste di ingresso turistico di molti paesi del Commonwealth come, per esempio, il Canada. Sarà anche il nome della nuova autorizzazione da richiedere da Aprile 2025 per entrare in Gran Bretagna.

Questo tipo di visto per l’Australia è quello che per cui si fa domanda di norma, quando si fa una tipica vacanza nel paese. Esso permette l’ingresso nel paese per tutte le volte che si vuole, nell’arco di 12 mesi dall’emissione, e concede una permanenza massima, per volta, di tre mesi sul suolo australiano.

Si richiede tramite un’app sviluppata direttamente dal Governo Australiano. Il Visto ETA (Subclass 601) che richiede che siano attive le funzioni NCF sul proprio smartphone. Si tratta delle funzioni che, per esempio, ci permetto di utilizzare il nostro telefono al posto di un normale bancomat o carta di credito.

I viaggiatori con passaporto italiano che vogliono fare un viaggio per vedere le meraviglie di Perth, Sidney o altre zone richiedere questo tipo di visto per l’Australia, ovviamente prima del proprio viaggio. L’ETA per l’Australia, di per sé , è gratuito ma viene richiesto il pagamento di 20 AUD (circa 12€) per l’utilizzo dell’app ufficiale.

eVisitor (Subclass 651)

I passaporti dell’Unione Europea sono elegibili anche per questo tipo di visto per l’Australia che differisce per condizioni e modalità di richiesta dall’ETA. Siamo sempre nell’ambito delle autorizzazioni turistiche, con la differenza che questo visto concede anche di lavorare nel periodo di validità. Dura al massimo 12 mesi e non può essere esteso. Permette di restare nel paese per un massimo di tre mesi alla volta nell’anno di validità.

Va richiesto obbligatoriamente prima di arrivare nel paese e occorre:

  • Avere condizioni mediche idonee agli standard governativi
  • Non avere pendenze penali alcune con il proprio paese
  • Dimostrare di avere abbastanza denaro per mantenersi in Australia

Tutti i criteri per andare incontro a queste richieste specifiche del governo australiano sono disponibili sul sito ufficiale dell’Australia e tutte le informazioni sono reperibili anche nei consolati e in ambasciata. Questo tipo di visto, malgrado richieda maggiore documentazione rispetto all’ETA, è gratuito.

Visto turistico o Visitor Visa (Subclass 600)

Questa è l’ultima categoria di visto turistico per l’Australia e non può essere richiesto per motivazioni professionali. In cosa differisce, inoltre, dagli altri? Esso permette una permanenza sola di tre mesi che, su richiesta, può essere estesa fino a un massimo di un anno, entro la durata del visto stesso.

Rispetto agli altri visti di stampo turistico, esso non concede di uscire e rientrare (con la stessa autorizzazione) dall’Australia. Va sempre richiesto prima del viaggio e, per ottenerlo, si paga una tassa di circa 120€ (ovvero 195 AUD). Anche per il Visitor Visa sono richieste le stesse condizioni dell’eVisitor.

Working Holiday Visa per l'Australia

Fonte: iStock

Con il Working Holiday Visa puoi raccogliere frutta in Australia

Working Holiday Visa (Subclass 471)

Il Working Holiday Visa è una delle autorizzazioni più conosciute, soprattutto tra la popolazione under 30. Che cos’ha di speciale questo visto per l’Australia? In primis, il nome deriva da una sorta di programma di scambio culturale che concede, ai viaggiatori dei paesi aderenti, di fare un viaggio in Australia sia per visitare il paese che per lavorare. Si tratta del Working Holidat Maker Program.  Il fatto di ottenere un lavoro è un fatto centrale di questo visto. Permette ogni tipo di lavoro, sia esso full time o part-time e, tra le sue condizioni, è ammesso anche il volontariato. Durante un soggiorno in Australia con questo visto, si può anche studiare fino a un massimo di quattro mesi.

Per poter essere elegibili a questo visto occorre avere dai 18 ai 30 anni (35, per alcuni paesi) e non essere in cerca di un lavoro per emigrare in Australia definitivamente. La sua caratteristica è, infatti, quella di essere adatto a chi vuole, per esempio, trascorrere un anno sabbatico in Australia e, nel frattempo, avere l’occasione di mantenersi con tranquillità. Molte persone che ottengono questo visto, una volta in Australia, sono soliti lavorare delle aziende agricole del paese per raccogliere, per esempio, la frutta. Molte aziende che vedono crescere il loro lavoro in una parte dell’anno assumono spesso manodopera con questo visto.

Per ottenere il Working Holiday Visa è richiesta una documentazione precisa:

  • Occorre un documento finanziario (tipo una fidejussione) che attesti che si hanno fondi a sufficienza. Il minimo richiesto è di 5’000 AUD, ovvero poco più di 3’000€.
  • È necessario rispettare i requisiti sia sanitari che giudiziari.

Oltre a questo, ovviamente, occorre fornire un passaporto in corso di validità per tutto il periodo del viaggio. Questo tipo di visto per l’Australia costa 650 AUD (circa 400€) e non può essere esteso oltre i 12 mesi. Permette, però, di uscire e rientrare dal paese più volte.

Visto per lavorare in Australia

Fonte: iStock

Elizabeth Bridge a Perth

I tipi di visto per lavorare in Australia

Se il Working Holiday Visa può essere considerato un visto che mescola un viaggio di scoperta a un momento di lavoro, ci sono delle autorizzazioni apposite che possono essere richieste per chi decide di andare a lavorare in Australia, con intento maggiormente stabile e duraturo. Ugualmente, ci sono dei tipo di visto per l’Australia per chi viene inviato dalla propria azienda o chiamato da una compagnia australiana a esercitare una professione nel paese dei koala e canguri.

Questi tipi di autorizzazione a entrare e restare nel paese sono diversi per costo e concessioni ma richiedono documentazione simile. Si tratta di:

  • Temporary Skill Shortage Visa (Subclass 482)
  • Skilled Independent Visa (Subclass 189)
  • Business Innovation and Investment Visa (Subclass 188)

Il Temporary Skill Shortage Visa è il visto australiano da richiedere quando qualcuno è chiamato a lavorare in Australia da un’azienda locale che richiede manodopera estera perché più esperta e formata in un determinato ambito. Facendo un esempio, possiamo dire che si tratti dell’autorizzazione da richiedere quando una manifattura tessile richiede l’intervento di un tessitore italiano esperto per un dato periodo di tempo. In mancanza di tessitori con la stessa esperienza in Australia, questa azienda richiede del personale estero. Questo visto costa 1330 AUG (circa 800€) e concede di lavorare in Australia per un minimo di 2 anni e un massimo di 4. Per ottenerlo, serve la consueta documentazione richiesta anche per i turisti, con l’aggiunta della lettera di invito del datore di lavoro, nonché un certificato che attesti le qualifiche professionali richieste.

Lo Skilled Independent Visa è il vero e proprio visto di lavoro per l’Australia e non richiede di essere invitati a lavorare nel paese. Il suo costo è importante perché occorre pagare 4200 AUD (circa 2500€) per ottenerlo. Occorre rientrare, inoltre, nella lista delle professioni presenti nella Skilled Occupation List, un documento governativo che classifica le professioni di un certo tipo. Oltre a questo, occorre dimostrare ufficialmente di essere in grado di parlare e comprendere l’inglese. Per questo motivo, è bene munirsi di una certificazione TOEFL aggiornata al momento in cui si richiede il visto, dato che quel tipo di esame di lingua inglese è riconosciuto internazionalmente. Lo Skilled Independent Vista costa permette una residenza permanente in Australia, con possibilità di entrata e uscita dal paese. A seconda delle mansioni, potrebbe essere richiesta anche una valutazione professionale una volta arrivati in Australia.

Il Business Innovation and Investment Visa è il tipo di visto per l’Australia da richiede se si vuole sviluppare un’attività propria nel paese o investire in eventuali progetti imprenditoriali. Questo è un visto temporaneo e dura 5 anni, dopo i quali c’è la possibilità di richiedere un visto di lavoro permanente. Dato che si tratta di un visto per imprenditori, con la domanda per ottenerlo verrà richiesto anche di attestare la propria attività imprenditoriale nel paese di residenza. Il suo costo è di 6270 AUD (ovvero 3800€).

Visto per studiare in Australia

Fonte: iStock

Fare Surf a Bondi Beach

I visti speciali per recarsi in Australia

Non sarebbe male studiare a Sidney e, una volta usciti dal college o dall’università, fare un tuffo a Bondi Beach, no? Piacerebbe a molti e, per poter studiare in Australia (senza lavorare) è necessario richiedere uno Student Visa (Subclass 500). Una delle condizioni chiave è di studiare a tempo pieno presso un istituto scolastico o università riconosciuta dal governo australiano. La sua durata è collegata a quella del corso di studi: una volta terminato questo, anche il visto cessa la sua validità. Il suo costo è di 630 AUD (poco più di 380€). Per ottenere lo Student Visa occorre presentare la conferma di iscrizione a un corso di studi australiano e, inoltre, è richiesta un’assicurazione sanitaria che copra tutto il periodo interessato. Oltre a questo, come per altri visti, è richiesto di certificare che si abbiano fondi sufficienti per mantenersi.

Di diversa natura è il Partner Visa (Subclass 820/801 e 309/100), autorizzazione richiesta per ricongiungimento famigliare. Questo tipo di visto per l’Australia era il più conosciuto tra gli Italiani negli Ann immigrati down under negli Anni ’50. Serviva per far sì che le proprie mogli (spesso sposate per procura) arrivassero nel paese. Anche al giorno d’oggi, è il visto per l’Australia più richiesto da chi vuole farsi raggiungere, in modo permanente, dalla propria famiglia. Il suo costo è molto alto, ovvero 8085 AUD, che corrispondono a circa 4900€. Questo visto richiede anche che si inviino tutti i documenti che attestano il legame famigliare. Ogni documento va tradotto dall’Italiano all’Inglese per poter essere considerato valido. La traduzione va poi approdava da un pubblico ufficiale.

L’ultima tipologia tra i tipi di visto più comuni per l’Australia è il Medical Treatment Visa (Subclass 602). Come dice il suo nome, si tratta dell’autorizzazione da richiedere per poter recarsi in Australia per delle cure mediche. Vale solo per la persona a cui è intestata la cartella clinica. Eventuali accompagnatori devono richiedere altri tipi di visto, a seconda della situazione. Per ottenere questo visto è necessario provare la necessità di cure mediche possibili solo in Australia. La sua durata è variabile e viene discussa caso per caso, trattandosi di un qualcosa di molto delicato e particolare. Il suo costo è di 330 AUD, che corrispondono a circa 200€.

Osservando tutti questi tipi di visto per l’Australia viene da pensare quanto sia difficile destreggiarsi con la burocrazia del governo di Canberra ma non è così. I tipi di autorizzazioni sono tante ma, il più delle volte, i documenti richiesti sono gli stessi: cambiano i costi e i moduli da presentare. Per fortuna, il sito ufficiale dell’ufficio immigrazione dell’Australia è ben fatto e riporta le procedure passo per passo.

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Viaggio in Nuova Zelanda: scopri l’iconico Beehive

Stai programmando un viaggio in Nuova Zelanda? In questo caso, pianifica una visita al Parlamento neozelandese e scopri il celebre Beehive. Durante il tour potrai conoscere il funzionamento del processo parlamentare del Paese, osservare alcune delle numerose opere d’arte e degli oggetti della Collezione parlamentare e conoscere i dettagli architettonici che lo hanno reso famoso. Sede della democrazia in Nuova Zelanda, il Beehive, l’alveare del Paese, è uno degli edifici più iconici di Wellington.

Come visitare  il Beehive, l’alveare di Wellington

Ci sono diversi modi per approfondire la propria conoscenza del Beehive, sia attraverso una visita guidata gratuita che prendendo una mappa e orientandosi da soli al suo interno. Quello che dovrai senz’altro fare è prenotare con un discreto anticipo la tua visita guidata – gli accessi sono limitati –  e monitorare eventuali comunicazioni in arrivo perchè, trattandosi di un edificio governativo, alcune aree potrebbero essere chiuse al pubblico in determinate giornate per ragioni di servizio. Se preferisci una visita in autonomia e vuoi stare all’aria aperta, sempre che non ti infastidisca il vento di Wellington, scarica la mappa auto-guidata ed esplora il parco al tuo ritmo. La mappa copre ogni aspetto, dalla storia degli edifici alle figure di spicco del passato politico della Nuova Zelanda fino a una capsula del tempo sepolta nel parco. Potrai ritirare una copia della mappa del tour esterno autoguidato presso il Centro visitatori o scaricarla qui. Nell’edificio potrai visitare le gallerie pubbliche  e i Comitati Ristretti.

Gallerie pubbliche

Le gallerie pubbliche della Camera dei Dibattiti sono aperte al pubblico in qualsiasi momento della seduta dell’Assemblea e da lì è possibile osservare i deputati mentre rispondono alle domande, discutono i temi del giorno e votano le leggi.

Comitati ristretti

I Comitati Ristretti lavorano per conto del Parlamento e riferiscono le loro conclusioni all’Assemblea. Esistono fino a 13 comitati ristretti per area tematica, più comitati ad hoc istituiti di volta in volta per scopi particolari. I comitati ristretti spesso richiedono contributi pubblici quando esaminano un progetto di legge o un’inchiesta. Molte delle riunioni dei comitati ristretti sono aperte al pubblico.

Informazioni utili per visitare il Beehive della Nuova Zelanda

Il pubblico che si trova all’interno del Parlamento neozelandese per visite guidate o altri motivi può scattare foto per scopi personali e non commerciali in alcune aree selezionate degli edifici. Fai attenzione però, le circostanze cambiano continuamente, pertanto le opportunità di fare delle foto saranno sempre indicate dalle guide sul momento.

Il Parlamento e gli edifici ad esso collegati sono ambienti di lavoro con una serie di misure di sicurezza. Alcuni edifici ospitano anche opere d’arte soggette a copyright. Per garantire la sicurezza del personale e l’assenza di violazioni dei diritti d’autore, l’uso di fotografie e telefoni cellulari da parte dei visitatori è soggetto ad alcune restrizioni.

Quando si visita il Parlamento, è necessario passare attraverso i controlli di sicurezza. Se arrivi per una visita guidata, per le gallerie pubbliche o per un comitato ristretto, assicurati di esser lì con almeno 15 minuti di anticipo per avere il tempo di passare i controlli prima dell’inizio della visita o della sessione.

La maggior parte dei tour prevede un video preliminare che inizia 5 minuti prima dell’orario di inizio del tour. Sebbene non sia indispensabile arrivare prima dell’inizio del video, ti consigliamo di lasciare il tempo necessario per passare il controllo e registrare i tuoi effetti personali prima dell’inizio del tour. Inoltre, in caso non arrivassi prima dell’orario di inizio del tour, il tuo posto potrebbe essere ceduto a qualcun altro. Per prepararsi al controllo, vanno rimossi tutti gli effetti personali dalle tasche (comprese chiavi, monete, ecc.) e inseriti nelle borse. Tutti gli effetti personali, comprese le borse, saranno custoditi nel guardaroba durante la visita. Se visiti anche la Public Gallery, dovrai sottoporti a un secondo controllo di sicurezza. Gli oggetti necessari per ragioni mediche possono essere tenuti in tasca (ad esempio gli inalatori).  Chiaramente, a causa di impegni parlamentari, alcune sale del percorso di visita potrebbero non essere disponibili durante la visita. L’Aula non è disponibile dopo le 13:00 nei giorni di seduta e altre sale sono periodicamente chiuse per eventi o altre attività.

beehive wellington sunset

Fonte: iStock

Un bel tramonto sull’iconico Beehive

Regole generali per foto e video:

Non è consentito fotografare oggetti o opere d’arte in generale, a meno che non sia indicato dalla guida ufficiale. La privacy e la sicurezza di coloro che lavorano o visitano il Parlamento neozelandese devono essere sempre rispettate. Non è consentito fotografare gli spazi di lavoro (corridoi, uffici, ecc.) e altre persone.
L’uso di macchine fotografiche è consentito in altre parti dei percorsi di visita. In considerazione degli altri visitatori, i telefoni cellulari non devono essere utilizzati durante il tour, a meno che non sia stato indicato dalla tua guida.
I visitatori che partecipano a eventi e riunioni possono essere autorizzati a scattare foto in alcune delle sale, previo l’assenso della guida ufficiale. I permessi dipendono dalle operazioni in corso al momento nel Parlamento; può succedere che ti venga richiesto di non scattare foto o di cancellare quelle realizzate. Queste regole si applicano a tutti i dispositivi, fotocamere, telefoni e tablet, e si estendono anche alla registrazione del suono. È sempre vietato l’uso di treppiedi. La mancata osservanza del protocollo fotografico può comportare l’allontanamento dal tour o dalla visita.

Come si arriva al Parlamento?

In auto, a piedi o in bicicletta

Il Parlamento si trova all’angolo tra Lambton Quay, Bowen Street e Molesworth Street. Non è possibile parcheggiare all’interno del Parlamento ma i posti auto a pagamento sono disponibili in Molesworth Street per un massimo di due ore e in altre strade laterali intorno al Parlamento. L’ingresso pubblico si trova nel piazzale del Parlamento e l’accesso senza gradini è disponibile dai cancelli di Molesworth Street.

In autobus

Il Parlamento è servito dagli autobus 2, 13, 33 e 34 su Bowen Street e 14, 22, 32x, 81 e 84 su Molesworth Street.

In treno

Il Parlamento si trova a 10 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria di Wellington. Seguire le indicazioni per Lambton Quay & Parliament dalla stazione.

beehive wellington

Fonte: iStock

Programma la tua visita al Parlamento della Nuova Zelanda

Visitare il Parlamento virtualmente

Sei in Nuova Zelanda ma il tuo viaggio ti ha portato lontano e non puoi visitare il Parlamento di persona? Esiste un’APP per la creazione di una serie di esperienze di realtà virtuale che ti porteranno al centro del Parlamento neozelandese, ovunque ti trovi nel Paese. L’applicazione Parliament XR è un tour in realtà virtuale che puoi scaricare direttamente sul tuo dispositivo Apple o Android. È disponibile gratuitamente su App Store o Google Play. Inoltre, vengono messe a disposizione anche delle visite guidate online su richiesta, con una guida dal vivo via Zoom.

Mangiare al Beehive

Per una vistia completa degli edifici del Parlamento neozelandese, concediti una pausa in uno dei punti ristoro presenti. Il caffè Copperfields è aperto al pubblico dalle 8:30 alle 15:00. Con un menu à la carte, una selezione di piatti caldi e freddi e una rotazione giornaliera di deliziose torte, fette e biscotti, Copperfields è un luogo ideale per un pranzo informale o un caffè e uno spuntino prima o dopo la visita del Parlamento.

Il ristorante Bellamys è aperto dal martedì al venerdì per pranzo e cena. Bellamys è uno dei più antichi ristoranti della Nuova Zelanda, creato per i primi membri del Parlamento che avevano bisogno di un posto dove mangiare e bere. Negli anni Ottanta del XIX secolo, Bellamys si è trasformato nel miglior ristorante e bar del paese. Il menu presenta tuttora il meglio della cucina neozelandese.

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Quali sono le location nella seconda stagione de Il Signore degli Anelli

I maestosi paesaggi della Nuova Zelanda sono ormai diventati, nell’immaginario collettivo, sinonimo degli adattamenti cinematografici della Terra di Mezzo di JRR Tolkein e delle avventure di hobbit, elfi e nani.

Ma per la seconda stagione della serie prequel di Prime Video The Rings of Power (Gli Anelli del Potere), la Terra di Mezzo si è trasferita in Gran Bretagna, terra natale del celebre scrittore.

Partiamo, allora, per un tour alla scoperta delle location chiave.

Windsor Great Park

Mentre lo scorso anno i membri della famiglia reale inglese e i leader mondiali si preparavano a riunirsi al Castello di Windsor per gli eventi dell’Incoronazione di Re Carlo III, un mondo fantastico popolato da orchi, elfi ed epiche battaglie ha preso vita a pochi passi di distanza.

Il Windsor Great Park, antico bosco di querce millenarie già scenario in “Harry Potter e i Doni della Morte” e in “World War Z”, è stato impiegato per ricreare i vari regni in Gli Anelli del Potere. Cercatelo nei momenti di apertura della seconda stagione, quando Elrond e Galadriel tornano per affrontare il Sommo Re e discutono su cosa fare con i tre anelli che possiedono.

Nel parco è stata girata anche l’epica battaglia che chiude la stagione, con una troupe di 1000 persone e 400 comparse coinvolte.

Virginia Water

Collocato all’estremità del Windsor Great Park, il parco che abbraccia il lago Virginia Water era in origine concepito come una sorta di “luna park” per i reali.

Le scene di “Gli Anelli del Potere” sono state girate alla Cascade, una fragorosa cascata artificiale che raggiunge altezze vertiginose.

High Rocks and Harrison Rocks, Kent

Nel primo episodio, le magnifiche e magiche High Rocks di arenaria si intravedono durante l’inseguimento di Elrond e Galadriel attraverso i boschi, e si rivelano una vincente “transizione” dal Windsor Great Park al mondo degli Elfi.

L’accesso per esplorare le imponenti rocce, note tra i turisti alla ricerca di avventura, prevede un modesto contributo di £6.

Anche la vicina Harrison Rocks è stata protagonista delle riprese per inscenare il regno elfico di Lindon.

Frensham Common, Surrey

Il Frensham Common del Surrey è stato utilizzato per rappresentare i “battiti intermedi tra i regni” quando i personaggi compiono viaggi attraverso la Terra di Mezzo.

Di proprietà del National Trust, si tratta di un’area incredibile che si estende su circa 4 chilometri di brughiera aperta, pini e boschi misti, un mosaico colorato di ruggine e verde, viola e malva.

Si trova all’interno dell’Area di straordinaria bellezza naturale delle colline del Surrey (AONB) ed è designata Sito di interesse scientifico speciale (SSSI) da Natural England, zona di protezione speciale (ZPS) e zona speciale di conservazione (ZSC).

Frensham Common è stata location anche per le riprese della serie Netflix “The Witcher”, e i laghi hanno riprodotto il  fiume Nilo nel classico cult “La Mummia”.

La scena che è stata girata a Tenerife

La produzione si è poi spostata a Tenerife per alcune scene della seconda stagione.

In particolare, il Parco Nazionale del Teide, all’ombra del Monte Teide, con affioramenti rocciosi, colline ricoperte di sabbia e pianure vulcaniche, è protagonista negli episodi iniziali che vedono lo Straniero attraversare il pericoloso paesaggio di Rhûn con i suoi compagni Piedilerti. Rhûn è una zona della mappa della Terra di Mezzo per la quale Tolkien non ha fornito molti dettagli nei suoi scritti, lasciando al team di Rings of Power più flessibilità nell’ideazione dei panorami.

Durante il difficile viaggio, il trio incontra il misterioso anziano e amato personaggio di Tolkien, Tom Bombadil. L’interno della sua dimora è stato ricostruito con cura in un teatro di posa presso i Bray Studios nel Regno Unito, ma le riprese esterne sono state girate sul posto a Tenerife.

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Il clima e la temperatura di Wellington, la capitale della Nuova Zelanda

Una frase di uso comune afferma che la Nuova Zelanda sia esattamente dall’altro lato del globo terrestre rispetto all’Italia e, in parte, la saggezza popolare ha ragione. Wellington, la capitale di questa nazione dell’Oceania, non è la città più conosciuta dai turisti di mezzo mondo ma è una città interessante, perfetta per essere una base utile per esplorare entrambe le isole che compongono la Nuova Zelanda.

Situata sulla punta meridionale dell’Isola del Nord, la città è affacciata sullo stretto di Cook, luogo che prende il nome proprio dal capitano James Cook. La sua posizione geografica le conferisce un clima molto simile a quello italiano… ma a stagioni capovolte, dato il diverso emisfero. Quali sono le caratteristiche di clima e temperatura di Wellington e quando fare un viaggio da quelle parti?

Il clima e la temperatura a Wellington: che tempo fa agli antipodi dell’Italia?

Il clima di Wellington è caratterizzato da estati fresche e inverni miti, con temperature che raramente raggiungono estremi. L’ambito climatico della capitale della Nuova Zelanda è influenzato dai venti dominanti che soffiano attraverso il canale dello stretto di Cook. Questi venti sono spesso frequenti e molto intensi e hanno valso a Wellington il soprannome di “Windy Wellington“. Del resto, la Nuova Zelanda è proprio il paese dove le barche a vela spopolano.

Durante i mesi estivi (che, per l’emisfero australe vanno da dicembre a febbraio), le temperature medie si posizionano tra i 15°C e i 21°C. Le giornate sono spesso soleggiate a Wellington, proprio perché il vento contribuisce a tenere pulito il cielo. C’è un’altra cosa che le correnti d’aria fanno al clima di Wellington: abbassare, anche nell’arco di poco, le temperature. Può succedere, anche in estate, che ci sia quello che i meteorologi chiamano “drop”, proprio per l’arrivo di aria fresca.

Avere una giacca antivento o un kway sembra essere l’opzione migliore durante un viaggio estivo in Nuova Zelanda. La primavera (da settembre a novembre) e l’autunno (da marzo a maggio) sono due stagioni in cui il clima e la temperatura di Wellington sono molto simili. La differenza sta spesso nella variabilità delle precipitazioni, che si presentano maggiormente nell’autunno australe.

L’inverno (che corrisponde alla nostra estate, ovvero da giugno a inizio settembre) è mite rispetto agli standard di molte città italiane, con temperature medie che variano dai 6°C ai 12°C. Il mare rende la temperatura mite anche in questa stagione ma ci pensa il vento dell’Antartide a far percepire qualche grado in meno. Nevica, in inverno, a Wellington? La neve, in città, è veramente rara. Se, il tuo viaggio in Nuova Zelanda, si spingesse anche alle estremità dell’Isola del Sud, la situazione potrebbe essere davvero molto diversa.

Clima e temperatura di Wellington, la capitale della Nuova Zelanda
Wellington, una capitale agli antipodi

Quando organizzare un viaggio a Wellington

Un viaggio alla scoperta di Wellington e della Nuova Zelanda è un’ottima idea in ogni stagione e la tua scelta dipende dalla tua agenda e dal tuo budget. Tieni sempre presente, leggendo questi consigli, che stiamo indicando le stagioni australi, quindi al contrario rispetto a quelle italiane.

L’estate è il periodo di alta stagione ma non c’è nessun momento dell’anno sbagliato. In questo momento dell’anno, le giornate sono lunghe e la città si mostra al meglio di sé, sia dal punto di vista fisico che da quello degli eventi. Del resto, l’autunno è un gran momento per gli amanti della natura e per chi ama viaggiare con meno folla e con colori molto caldi. Anche primavera e inverno hanno le loro belle sorprese per chi intraprende un viaggio down under.

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Mount Victoria Lookout di Wellington: sentieri e informazioni da sapere

Il Mount Victoria Lookout, o Monte Vittoria di Wellington in Nuova Zelanda, rappresenta, per tutti gli appassionati di natura e trekking, un’occasione unica, poiché, organizzandosi in anticipo, è possibile ammirare viste mozzafiato e percorrere sentieri escursionistici che ripagano di tutta la fatica. Una vista a 360 gradi di Wellington, il cui panorama è di certo pittoresco ed evocativo. Questo punto di osservazione, soprattutto nelle giornate limpide, ti permette di ammirare Hutt Valley a nord o Remutaka Range a est.

Mount Victoria Lookout di Wellington: come raggiungere il punto panoramico

Il punto panoramico più importante (e impressionante) di Wellington, la Capitale della Nuova Zelanda, è una sorta di “tesoro promesso”. Il tratto urbano della città è minimo, cui spiccano colline verdeggianti e il porto di Wellington: questo belvedere è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Ma quali sono le informazioni da sapere assolutamente prima di mettersi in “cammino”?

Bisogna partire dalla città e attraversare la foresta di pini per arrivare al Mount Victoria Lookout: il tempo di percorrenza è di circa 2 ore, il percorso a piedi è facile, e puoi anche percorrerlo in mountain bike. La passerella, di circa 4,5 km, inizia esattamente da Courtenay Place, così da raggiungere il belvedere per apprezzare pienamente la vista panoramica sulla città. La salita è in alcuni punti ripida, ma ne vale sicuramente la pena.

Una volta giunta al belvedere, sono presenti ulteriori informazioni, oltre al Byrd Memorial, dedicato a Richard Byrd, esploratore e aviatore americano, oltre a un cannone in bronzo attivo ogni giorno tra il 1877 e il 1900: aveva il compito di segnalare mezzogiorno. Il punto panoramico della città, in ogni caso, è servito anche da un bus: il numero 20, per l’esattezza. Si può raggiungere in auto? Sì, in cima trovi un ampio parcheggio, oltre a un’area di sosta con servizi igienici. Non prevede biglietto d’ingresso: secondo i viaggiatori, l’alba e il tramonto da questo punto sono mozzafiato.

Mount Victoria Lookout: informazioni utili sui sentieri

Il meteo è talvolta imprevedibile, anche in base alla stagione in cui hai scelto di visitare la Nuova Zelanda: il consiglio che ti diamo, prima di intraprendere il sentiero a piedi, è di portare con te un cappello e una comoda giacca a vento. Ai piedi, rigorosamente scarponi comodi, da trekking, che ti consentono di vivere pienamente questo momento e di immergerti nella natura incontaminata.

Preferibilmente, è bene optare per una giornata limpida, poiché si possono scattare tantissime foto uniche. In cima, trovi anche un piccolo parco giochi, dove si trova uno degli scivoli più lunghi di Wellington.

Volendo, ci sono due sentieri che portano al punto panoramico: puoi percorrere a piedi l’intero anello di 4,6 km da Courtenay Place fino a Marjoribanks Street fino alla cima (in questo modo passi da Oriental Bay): circa due orette, anche in base al proprio allenamento. E poi c’è l’anello più corto, un giro panoramico di 2,6 km, circa un’ora, all’interno della Town Belt. Il suggerimento che diamo, in ogni caso, è di scaricare una mappa per una maggiore sicurezza durante il cammino: il paesaggio, alla fine, ripagherà di ogni fatica.

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Museo Te Papa Tongarewa a Wellington: tutte le info utili

Se stai programmando un viaggio in Nuova Zelanda e hai deciso di visitare anche la sua capitale, Wellington, non puoi non fare una sosta al Museum New Zealand Te Papa Tongarewa – il museo nazionale della Nuova Zelanda – un vero e proprio scrigno di tesori attraverso i quali potrai toccare con mano la storia e la cultura di questa meravigliosa terra. Non è infatti un caso che il nome del museo nella lingua tradizionale Māori significhi proprio “la scatola dei tesori”. Inaugurato nel 1998, la sua popolarità attira ogni anno una media di circa 1 milione di persone incoronandolo alla 58esima posizione nella lista delle gallerie d’arte più visitate al mondo. In questo articolo abbiamo raccolto tutte le informazioni che devi sapere per goderti al meglio la tua visita al Museum New Zealand Te Papa Tongarewa, a Wellington.

Sulle tracce del passato: breve storia del Te Papa Tongarewa a Wellington

Il Museo Te Papa Tongarewa vede le sue origini nel 1865, quando venne fondato il Museo Coloniale di Wellington. Uno spazio espositivo che si concentrava inizialmente sulle collezioni scientifiche ma che, ben presto, iniziò ad aprire le sue porte anche a opere d’arte, collezioni etnografiche e manufatti di carattere storico. Nel 1907, il museo assunse il nuovo nome di Dominion Museum e sottoscrisse una nuova importantissima missione: raccogliere sotto lo stesso tetto la scienza, l’arte e la cultura. Il progetto di dare spazio anche all’arte si sviluppò ulteriormente e raggiunse il suo apice quando, nel 1934, venne inaugurata la National Art Gallery – sempre nello stesso edificio del Dominion Museum. Questo progetto potè godere di ampie donazioni da parte di lungimiranti collezionisti e privati. Infine, nel 1998, a seguito della fusione tra il Museo Nazionale della Nuova Zelanda e la Galleria d’Arte Nazionale, nacque il Te Papa Tongarewa come lo conosciamo oggi. Il nuovo museo venne progettato con una nuova missione, più contemporanea rispetto a quella precedente: rappresentare la diversità culturale e storica della Nuova Zelanda, con una particolare attenzione ai tesori del popolo Māori e del Pacifico.

Cosa si cela all’interno del Te Papa Tongarewa: le collezioni

Ingresso visitatori del Museo Te Papa Tongarewa

Fonte: iStock

L’ingresso del Museo Te Papa Tongarewa Wellington in Nuova Zelanda

Con i suoi sei piani distribuiti per un totale di 36.000 metri quadrati, il museo Te Papa Tongarewa ospita un patrimonio culturale e artistico senza eguali in Nuova Zelanda. Il museo ospita oltre 800.000 pezzi, tra opere d’arte, oggetti e reperti storici; inoltre, ospita mostre di varia natura interattiva con un approccio sempre avanguardistico e biculturale, nello specifico:

  • Collezione permanente: la collezione perenne del museo include qualsiasi tipo di oggetto storico; dagli abiti del XVII secolo a un’intera sezione dedicata alle isole del Pacifico passando per un’enorme esposizione naturalistica. Proprio in quest’ultima, tra le cose più importanti messe a disposizione dei visitatori, ci sono un erbario di circa 250.000 esemplari essiccati e una collezione di esemplari di uccelli, anfibi, rettili e mammiferi di grande rilievo per il territorio neozelandese. Per la gioia dei più piccoli, nel museo si nasconde il più grande esemplare di calamaro colossale che, con i suoi 4,2 metri di lunghezza e i suoi quasi 500 chili, lascia a bocca aperta chiunque. Il museo Te Papa Tongarewa ospita anche il Toi Art, una galleria che espone opere interattive e immersive e che custodisce anche la collezione d’arte nazionale, con oltre 40.000 opere che spaziano tra tutte le arti figurative.
  • Collezioni temporanee: come raccontavamo all’inizio, il museo, oltre alla collezione permanente, ospita ogni anno numerose mostre itineranti o temporanee, ti consigliamo di monitorare il sito del museo per scoprire cosa c’è in programma nel periodo del tuo viaggio nella capitale della Nuova Zelanda.

Tutte le informazioni che ti servono per visitare il Te Papa Tongarewa

  • Location: il Museo Te Papa Tongarewa si trova sullo splendido lungomare di Wellington e, più precisamente, al 55 Cable Street.
  • Come arrivarci: Te Papa è a pochi passi dalla maggior parte delle attrazioni nel centro di Wellington ed è perfettamente collegato grazie all’efficiente rete di mezzi di trasporto della città. Oppure puoi optare per un taxi o, se l’hai noleggiata, per la tua auto personale (in questo caso potrai parcheggiare comodamente nei pressi del museo).
  • Orari di visita: il museo è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00 tranne il giorno di Natale in cui è completamente chiuso.
  • Biglietti e costi di accesso: l’ingresso è gratuito per quanto riguarda le esposizioni permanenti. Tuttavia, alcune mostre temporanee o determinati eventi potrebbero richiedere l’acquisto di un biglietto. Consigliamo sempre di monitorare il sito ufficiale del Te Papa.
  • Visite guidate: prenotando in anticipo è possibile partecipare a visite guidate a pagamento. Le opzioni includono un’introduzione generale al Te Papa, il tour Mana Māori, e il tour serale Te Papa at Twilight. Se hai tempo, scegliere un tour guidato è un’ottima strategia per scoprire meglio i tesori di questo museo concentrandoti sulle parti più importanti.

Per concludere, il Museo Te Papa Tongarewa a Wellington, rappresenta un caposaldo di cultura e innovazione nel cuore della Nuova Zelanda. Con un corredo storico risalente al 1865 e una missione socio-culturale che mira ad abbracciare la preziosissima diversità di quella magnifica terra che è la Nuova Zelanda, il Museo Te Papa Tongarewa offre un’esperienza unica e coinvolgente per tutti i visitatori di tutte le età. Grazie al suo facile accesso dal lungomare, all’ingresso gratuito e all’apertura 364 giorni su 365; il museo è una tappa imperdibile per chi desidera esplorare la ricca eredità culturale del paese e vivere un’esperienza museale all’avanguardia. Ancora di più per tutti quelli che vorranno scavare nel profondo bagaglio culturale neozelandese accompagnati da una guida esperta che renderà questa visita più che memorabile.

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Dove andare in Nuova Zelanda per scoprire la cultura Maori

Un luogo da sogno, da esplorare, in cui sentire vivido il richiamo della natura, della sete di conoscenza e del viaggio. Benvenuti in Nuova Zelanda, terra meravigliosa e ricca di luoghi da scoprire. Ad esempio, scegliendo quelli in cui poter approfondire la cultura Maori che qui ha la sua culla.

Una popolazione che è giunta in questi posti – pare – dalla Polinesia durante il tardo Medioevo e che ha dato vita a una vera e propria civiltà che non ha incontrato i coloni europei fino al 1642, quando arrivarono gli olandesi e, poi al 1769, quando è giunto l’esploratore britannico James Cook. Una civiltà tutta da conoscere, scoprendola attraverso la Nuova Zelanda. Le tappe da non perdere per approfondire la cultura Maori.

Alla ricerca della cultura Maori in Nuova Zelanda

Ci sono dei dettagli preziosi che caratterizzano la cultura Maori e l’hanno resa nota in tutto il mondo. Come la tradizione dei tatuaggi, il moko, che viene fatto sul volto dei guerrieri e delle loro mogli (sul mento), oppure il kirituhi, che va bene per tutti.

Celebre anche la danza haka, che è conosciuta soprattutto grazie agli All Blacks, la nazionale di rugby, che la esegue prima di ogni match regalando un vero e proprio spettacolo.

Tradizioni che si possono vivere da vicino visitando la Nuova Zelanda, per catturare un po’ dell’autenticità di quel popolo che ha abitato per primo questa terra, che si trova proprio agli antipodi dell’Italia.

I luoghi da raggiungere per conoscere la cultura Maori

Tra i luoghi da raggiungere, per fare un’immersione nella cultura Maori, vi è senza alcun dubbio la zona di Rotorua. Qui ci sono tantissimi posti da visitare come Ohinemutu, un antico villaggio dove vedere il mix di culture diverse che si sono amalgamate insieme. Da vedere anche Te Puia e il Maori Arts & Crafts Institute, una scuola dove vengono tramandate le tradizioni Maori.

Il Tamaki Maori Village, invece, si trova poco distante da Rotorua e offre diverse esperienze per vivere e conoscere da vicino questa civiltà sia dal punto di vista culturale sia da quello gastronomico.

Nella zona vi è anche il monte Tarawera, un vulcano che è eruttato nel 1866 e che ha sepolto il villaggio Te Wairoa, insediamento Maori ed europeo, oggi è diventato un sito archeologico e permette ai visitatori di ammirare i resti e conoscerne la storia. Se vogliamo una sorta di Pompei neozelandese.

Sempre a Rotorua vi è la “Porta dell’inferno” ovvero Hell’s gate, una riserva geotermica dove vivere un’esperienza spa che comprende un bagno nel fango come hanno fatto intere generazioni di Maori.

Le altre tappe per conoscere la cultura Maori: le grandi città

Tra le tappe imperdibili per conoscere e approfondire la cultura Maori vi è il Te Papa che si trova a Wellington. Questa è la capitale della Nuova Zelanda ed è la seconda città del Paese per quanto riguarda il numero di abitanti. Un luogo in cui la qualità della vita è molto elevata e che offre tantissime cose da fare.

Ma senza dubbio vale la pena visitare il museo Te Papa, che in maori significa “Il nostro posto”. Il luogo ideale per conoscere la storia della Nuova Zelanda, proprio da quella che è stata la colonizzazione dei Maori in poi. Qui si può festeggiare anche il Matariki, ovvero l’inizio di un nuovo anno.

On può mancare Auckland nelle tappe di viaggio alla scoperta della Nuova Zelanda e della sua civiltà antica. Si può, ad esempio, visitare il Museo Marittimo per ammirare la storia del legame con il mare e approfondirla a partire dalle imbarcazioni tipiche, che ricordano quelle con cui i primi Maori arrivarono in Nuova Zelanda, fino a oggi. Da non perdere anche l’All Blacks tour per vivere un’esperienza indimenticabile alla scoperta del rugby e della haka.

Tra danze, tatuaggi e i celebri saluti naso naso, la cultura Maori è ancora viva più che mai e la Nuova Zelanda è la terra da raggiungere per scoprire la sua anima.

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Tonga: 170 isole che sono un sogno a occhi aperti

Avete mai sentito parlare di Tonga? O meglio, del Regno di Tonga? Ve lo chiediamo perché è un Paese lontanissimo, spesso al di fuori del radar dei viaggiatori italiani per i costi necessari per raggiungerlo e per il tempo che ci vuole, ma che in realtà è un posto da fiaba, uno di quelli da visitare almeno una volta nella vita: è composto da 170 isole che sono una più bella dell’altra.

Dove si trova Tonga

Il Regno di Tonga è uno straordinario Stato insulare che sorge in Oceania, più precisamente in Polinesia. Lambito dall’Oceano Pacifico meridionale, prende vita a sud delle Samoa e a est delle Fiji.

Solo 36 delle sue bellissime 170 isole sono abitate, incredibili fazzoletti di terra che a loro volta sono divisi in tre gruppi principali, ovvero Vava’u, Ha’apai e Tongatapu. Ciò non toglie che anche le altre siano dei paradisi in terra fatti di spiagge bianche, barriere coralline e poi ancora foreste tropicali.

Nel 2022 sono state, purtroppo, colpite da una violenta eruzione vulcanica sottomarina che ha generato uno spaventoso tsunami che a sua volta ha comportato diversi danni. Per fortuna, ormai tutto questo è solo un lontano ricordo e Tonga è tornata ad essere l’Eden che è sempre stato, come anche le “isole degli amici”, un soprannome che questo Regno si è profondamente guadagnato per via del vibrante e accogliente carattere dei suoi abitanti.

Tongatapu, l’isola principale

Tongatapu è l’isola principale di questo meraviglioso angolo di mondo ed anche il bellissimo fazzoletto di terra in cui sorge la Capitale, Nuku’alofa, che offre un affascinante palazzo reale che illumina il lungomare. Tale edificio venne costruito nel 1867 in Nuova Zelanda in puro stile vittoriano, per poi venire trasportato sull’isola. Purtroppo non è visitabile all’interno, ma ciò non toglie che si possa facilmente ammirare l’esterno.

Nuku’alofa, Tonga

Fonte: iStock

Il lungomare di Nuku’alofa

La struttura è affiancata da un parco pubblico, il Pangao, in cui può capitare persino di assistere a cerimonie ufficiali e feste colorate. Ma le gioie sono anche per gli sportivi: qui il sabato mattina si può partecipare con entusiasmo e tifo ad una partita di calcio o di rugby. Quest’ultimo, tra l’altro, è anche lo sport nazionale.

Molto interessanti sono le tombe reali e le varie chiese della città, come la Basilica di Sant’Antonio da Padova, al cui interno le stazioni della croce sono state create con il legno della palma da cocco e impreziosite da intarsi in madreperla.

Chi vuole conoscere più a fondo la cultura del luogo deve invece dirigersi presso il mercato di Talamahu, pieno di prodotti agricoli locali, o il mercato delle pulci per gli oggetti d’artigianato.

L’isola di Tongatapu ha una forma che ricorda un triangolo e lungo la sua superficie regala numerosi punti panoramici, di interesse storico e anche spiagge che sembrano cadute direttamente dal paradiso.

Il posto ideale per scappare dalla routine, per dedicarsi alle vacanze di mare e agli sport acquatici, perché qui è davvero possibile passare le proprie giornate in spiaggia, godendo del sole e delle acque cristalline dell’oceano. E poi si può fare snorkeling e ammirare la diverssissima vita, rispetto alla nostra, degli abitanti della zona.

Le meravigliosa Vava’u

Non è di certo da meno Vava’u, un arcipelago che in molti potrebbero definire come uno dei luoghi più belli che si possano visitare al mondo. Formato da un’isola principale e una cinquantina di isole minori separate da tantissimi canali, trova uno dei suoi luoghi più eccezionale nella baia principale di Neiafu, Port of Refuge, ovvero uno dei più caratteristici golfi di approdo del sud Pacifico.

Vava'u, Tonga

Fonte: iStock

Una veduta della meravigliosa Vava’u

Uno posto davvero peculiare perché è una sorta di lungo porto circondato da numerose isole che sono disposte intorno e che lo proteggono dai venti. Si tratta anche di un luogo ideale per alloggiare, così come per fare snorkelling e diving grazie ai suoi fondali scintillati. Non mancano le possibilità di effettuare attività come kajak o crociere di più giorni su splendidi yacht.

L’Arcipelago di Ha’apai

Anche Ha’apai è un magnifico arcipelago del Regno di Tonga, come anche il luogo che rappresenta il centro geologico e geografico del Paese.

Circa 50 delle sue isole si distinguono per essere dei piatti atolli corallini e poi così, d’improvviso, ecco svettare nei cieli i vulcani Tofoa e Kao che permettono di fare un’immersione nella natura più ruvida e primordiale.

Gli abitati sono particolarmente cordiali e genuini, un popolo ospitale che vive in isole idilliache fatte di eccezionali lagune e chilometri di sabbia bianca accarezzate da un oceano limpido.

Per il resto, da non perdere sono anche le grotte del Regno di Tonga, così come vale assolutamente le pena fare un’escursione a piedi nella foresta pluviale per arrivare al cospetto di laghi vulcanici e bocche eruttive.

Infine, sappiate che è possibile scendere sulle pareti delle scogliere marine, aggrappandosi a delle corde che vi sono state appositamente posizionate.

Insomma, il Regno di Tonga è uno di quei posti che occorre visitare almeno una volta nella vita.

Ha'apai, Tonga

Fonte: iStock

Una bellissima veduta di Ha’apai
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Perth, la torre di legno più alta del mondo sarà costruita in Australia

La città di South Perth, situata nell’area metropolitana di Perth, è in fermento. Dopo la notizia dell’approvazione del progetto, e della conseguente autorizzazione ai lavori, l’Australia Occidentale si prepara a ospitare la torre di legno ibrida più alta del mondo. Ecco cosa ci aspetta.

South Perth: la città si prepara a ospitare un grattacielo unico

Negli ultimi anni, le grandi aree metropolitane del mondo ci hanno stupito e incantato con opere architettoniche futuristiche e mozzafiato. Edifici stratosferici e grattacieli che si perdono tra le nuvole hanno cambiato il volto di intere città, trasformandosi nel loro simbolo. Vere e proprie attrazioni turistiche che, negli anni, sono state raggiunte, contemplate e fotografate dai viaggiatori di tutto il mondo.

Ne sono un esempio, giusto per citarne alcune, il Burj Khalifa, l’Edge di New York e la Torre di Jeddah, ancora in work in progress sulle rive del Mar Rosso in Arabia Saudita. Strutture dalle altezze vertiginose che cambiano gli skyline e che mirano a conquistare il cielo, ergendosi imponenti dalla terra, e che ospitano hotel, ristoranti e terrazze panoramiche dalle quali godere di scorci mozzafiato.

Ed è proprio tra questi grandi colossi nel mondo che vuole inserirsi anche l’Australia come non aveva mai fatto prima di questo momento. A South Perth, infatti, da anni si parla della costruzione di un nuovo edificio, un grattacielo ibrido che ambisce a diventare la torre di legno più alta del mondo. Dopo diverse trattative e modifiche al disegno iniziale, il progetto messo a punto da Fraser & Partners e promosso da Grange Development Consulting sta per diventare realtà e presto una costruzione eco sostenibile di 350 piani svetterà sugli edifici preesistenti di South Perth cambiando, definitivamente, il panorama urbano.

Le prime immagini diffuse che mostrano come sarà la torre di legno ibrida più alta del mondo

Fonte: ABACA/IPA

Le prime immagini diffuse che mostrano come sarà la torre di legno ibrida più alta del mondo

La torre di legno più alta del mondo

Non conosciamo ancora la data di inizio cantieri, né sappiamo quando potremmo ammirare la nuova costruzione in tutto il suo splendore. Quello che sappiamo per certo è che il progetto è stato approvato e che presto Perth avrà il suo iconico grattacielo.

Non raggiungerà le altezze stratosferiche degli edifici che dominano lo skyline delle megalopoli, eppure questo grattacielo si prepara a guadagnare un importante e inedito primato, anzi più di uno. C6, questo il suo nome, prende il nome dal simbolo del carbonio, e ha l’ambizione di diventare il primo edificio a zero emissioni di carbonio di tutta l’Australia Occidentale. Ma non è solo questo il motivo che rende il progetto straordinario.

La torre, infatti, avrà un cuore ecosostenibile dato che il materiale di maggior impiego sarà proprio il legno (più del 40% della costruzione), unito poi all’acciaio, al vetro e al cemento. Questo renderà il grattacielo un edificio ibrido, il più alto mai costruito nel mondo che vanterà un’altezza di 190 metri. Due primati incredibili, questi, che vanno a sommarsi all’identità di quello che si appresta a diventare il simbolo di una città e di un Paese intero.

La torre di legno, che ridefinirà lo skyline di Sout Perth, si snoderà per 350 piani e ospiterà 251 appartamenti, una piazza panoramica all’aperto, un’area di intrattenimento e 4 piani dedicati a servizi per i cittadini.

Ecco come sarà C6, la torre ibrida più alta del mondo

Fonte: ABACA/IPA

Ecco come sarà C6, la torre ibrida più alta del mondo