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Lago Hiller, il paradiso rosa che sfida la logica e incanta il mondo

In Australia non mancano luoghi spettacolari, alcuni talmente belli da sembrare quasi irreali, come il lago Hillier. Avete mai sentito parlare di un “lago rosa”? Bene, è proprio lui, il lago australiano famoso in tutto il mondo per la colorazione rosa delle sue acque. Situato a Middle Island, l’isola più grande dell’arcipelago di Recherche, al largo della costa meridionale dell’Australia Occidentale, se ammirato dall’alto offre uno scenario difficile da dimenticare.

Il rosa vibrante delle sue acque, una tonalità permanente, è circondato da una rigogliosa vegetazione che lo separa dal mare, creando così un acceso contrasto di colori tra rosa, verde e diverse tonalità di blu. Sicuramente vi state domandando da cosa derivi questa particolare tonalità: ve lo raccontiamo qui preannunciandovi che, attualmente, il lago Hillier ha perso il suo colorito, ma può essere trovato in altri laghi d’Australia.

Perché il lago Hillier in Australia è rosa

La straordinaria varietà del clima e della geografia dell’Australia Occidentale ha dato origine ad alcuni dei fiumi, laghi e zone umide più singolari del pianeta, come il lago Hillier. Lungo circa 600 metri e largo 250 circa, il suo colore rosa è dovuto alla presenza della micro-alga verde “Dunaliella Salina” e dalla presenza di alcune specie di alobatteri.

Il primo a scoprirlo fu l’esploratore britannico Matthew Flinders nel 1802, il quale raccolse nei suoi scritti le informazioni riguardanti questa scoperta che potè fare ammirando il lago dalla vetta più alta dell’isola.

Sfortunatamente, però, il colore del lago non è più quel rosa acceso che l’ha reso famoso a causa di un’imponente precipitazione avvenuta al largo della costa nel 2022. Come hanno spiegato gli scienziati ambientali locali: “I nutrienti provenienti dalla vegetazione in decomposizione, a causa di quella pioggia davvero intensa, si sono riversati nel lago alterandone la colorazione”. Tuttavia, il lago potrebbe ritrovare il colore rosa nel corso del tempo, tutto dipenderà dalla diminuzione dell’acqua e dall’aumento del livello del sale e della micro-alga.

I laghi rosa dell’Australia

Hillier non è l’unico lago rosa australiano. Tra i luoghi più famosi c’è sicuramente Hutt Lagoon che a volte si presenta ai visitatori di un rosa acceso come la gomma da masticare, a volte lilla e, occasionalmente, persino rosso. Il momento ideale per ammirarlo è prima del tramonto, così da poter osservare i colori trasformarsi. Oppure, se ne avete l’occasione, potreste valutare un volo panoramico che vi offrirà una vista unica, con l’Oceano Indiano che crea un contrasto sorprendente con il lago rosa.

Un altro luogo molto conosciuto è Kati Thanda-Lake Eyre, contraddistinto da tonalità rosa, arancioni e gialle. Per godere appieno della sua bellezza, però, bisogna avere pazienza e un tocco di fortuna perché offre il meglio di sé solo quando è completamente inondato d’acqua. L’inondazione, infatti, porta con sé una vegetazione rigogliosa, stormi di uccelli e sognanti sfumature di rosa e arancione.

Infine, citiamo anche il lago Bumbunga: questo è non solo uno dei laghi rosa più accessibili del Paese, ma anche uno dei più fotogenici. Le sue rive color magenta attirano fotografi amatoriali e professionisti per catturare le sfumature di rosa e bianco, che cambiano in base alla salinità dell’acqua.

Lago rosa Australia

Fonte: iStock

Il lago rosa australiano Hutt Lagoon
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In Nuova Zelanda c’è una montagna che ha gli stessi diritti delle persone

Il parlamento della Nuova Zelanda ha approvato una legge che conferisce la personalità giuridica al Monte Taranaki, un vulcano dormiente alto più di 2.500 metri.

Si tratta di una decisione storica che segna un punto di svolta nella tutela dei diritti delle comunità indigene e nell’approccio alla difesa dell’ambiente.

Il Monte Taranaki è, infatti, di grande importanza per la comunità maori, che lo considera un antenato e un simbolo di cultura e tradizione. Inoltre, rappresenta ormai anche una popolare destinazione turistica, apprezzata da escursionisti e alpinisti.

La montagna come soggetto giuridico

Grazie alla nuova legge, il Monte Taranaki viene equiparato a una persona giuridica.

Ciò significa che può possedere beni, essere parte di un contratto, contrarre debiti o persino intentare cause legali contro individui o entità che minacciano la sua integrità.

La misura non ha soltanto implicazioni pratiche, ma anche un forte valore simbolico: offre un riconoscimento alle comunità maori che abitavano la regione prima dell’arrivo dei colonizzatori europei e garantisce una maggiore tutela di un territorio legato a doppio filo alla loro storia e al loro patrimonio culturale.

Riparare le ingiustizie del passato

L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di riconciliazione tra il governo neozelandese e le popolazioni indigene.

Da anni, la Nuova Zelanda sta lavorando per restituire ai maori il controllo delle terre che furono sottratte con la forza o tramite acquisizioni illecite. Nella regione di Taranaki, nella seconda metà dell’Ottocento, i colonizzatori europei confiscarono quasi 5mila chilometri quadrati di territorio appartenente alle comunità maori. Queste terre furono poi assegnate ai militari che avevano combattuto contro i maori, alimentando un conflitto che ha lasciato ferite ancora aperte.

La legge approvata di recente riconosce ufficialmente che quelle confische violarono il trattato di Waitangi, un accordo firmato nel 1840 tra i capi delle comunità maori e i rappresentanti del Regno Unito. Il trattato stabiliva i rapporti di potere tra la corona britannica e i maori, garantendo a questi ultimi gli stessi diritti dei sudditi britannici.

Tuttavia, a causa di una doppia traduzione del testo e di interpretazioni scorrette, i maori furono spesso privati dei diritti loro riconosciuti.

Oggi, il trattato di Waitangi costituisce la base giuridica su cui le comunità indigene fanno leva per rivendicare autonomia, ricevere compensazioni per le discriminazioni subite e riottenere il possesso delle terre degli antenati.

Un fenomeno globale

Il caso del monte Taranaki non è isolato. In Nuova Zelanda, altri elementi naturali hanno ottenuto la personalità giuridica in passato, tra cui un fiume e un parco naturale. Esperienze simili si sono verificate anche in Bolivia, Messico, Colombia, Australia e Bangladesh, spesso grazie alla pressione esercitata dalle comunità indigene per la salvaguardia dei loro territori e dell’ambiente.

In alcuni casi, il riconoscimento giuridico ha avuto un ruolo chiave: un esempio recente arriva dall’Ecuador, dove nel 2024 un tribunale ha riconosciuto i diritti giuridici del fiume Machángara sulla base della Costituzione ecuadoriana, che garantisce protezione alla “Pacha Mama”, ovvero la “Madre Terra” nella lingua quechua. I giudici hanno utilizzato tale norma in varie sentenze per affrontare questioni ambientali.

Nel luglio dello stesso anno, un tribunale ha stabilito che il comune di Quito aveva violato i diritti del fiume permettendone l’inquinamento e ha ordinato alle autorità locali di intervenire per ripulirlo.

Un modello per il futuro

L’attribuzione della personalità giuridica a elementi naturali rappresenta un nuovo approccio nella cura dell’ambiente e nella protezione dei diritti delle popolazioni indigene, con una visione che riconosce come un’entità con diritti propri, che deve essere difesa dagli abusi umani.

Il caso del monte Taranaki dimostra come la legislazione possa essere impiegata per correggere le ingiustizie del passato e, allo stesso tempo, creare nuovi strumenti per la salvaguardia dell’ambiente.

Se un simile modello si diffonderà in altre parti del mondo, potrebbe segnare un cambiamento significativo nel nostro rapporto con la natura e trasformare il modo in cui le società affrontano i problemi ambientali e i diritti delle popolazioni indigene.

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Nauru Notizie Oceania Viaggi

La storia dell’isola che vende passaporti per combattere il riscaldamento globale

L’isola di Nauru, situata tra l’Australia e le Hawaii, è uno dei luoghi più remoti del mondo. Eppure, la lontananza da tutto e tutti non la salva dalle drammatiche conseguenze del riscaldamento globale. Anzi, tutt’altro. La nazione insulare sta attualmente affrontando significative inondazioni che mettono in pericolo le abitazioni locali, gli edifici governativi e il suo unico aeroporto, situato vicino all’oceano.

In risposta Nauru, il terzo Paese più piccolo del mondo, sta lavorando per trasferire i suoi residenti in zone più elevate. Per farlo, ovviamente, ha bisogno di soldi. Dove trovarli? Per coprire i costi del trasferimento di circa 10.000 residenti dalle loro abitazioni, situate in zone a rischio inondazione, sta vendendo passaporti.

La storia di Nauru: da luogo incontaminato a isola ad alto rischio di estinzione

Fino all’arrivo degli inglesi nel 1798, questa era un’isola che, per le sue bellezze e caratteristiche, poteva essere considerata un luogo tranquillo e incontaminato. Nel corso degli anni, più i contatti con il mondo esterno si intensificavano, più l’isola diventava un luogo di violenza e sfruttamenti ambientali. Nel corso del 1800 divenne l’isola-rifugio dei criminali che riuscivano a scappare dall’isola di Norfolk, un’ex colonia penale britannica situata a circa 900 miglia a est dell’Australia.

Furono loro ad aiutare i nauruani a barattare con gli europei di passaggio, introducendo così sull’isola armi, tabacco e alcolici. Il vero inizio della fine per Nauru, però, fu la scoperta fatta da un geologo alla fine del 1800: dopo varie ricerche, realizzò che l’80% dell’intera isola, in particolare l’altopiano centrale rialzato, chiamato “Topside” dai nauruani, era ricco di fosfato di calcio.

Nei primi anni Venti, Nauru esportava all’incirca 200.000 tonnellate metriche di fosfati all’anno; due decenni più tardi, aveva superato di quattro volte quella quantità. Inutile dirvi che questo causò numerosi problemi all’ambiente, rendendo l’entroterra inadatto all’agricoltura e distruggendo l’ecosistema una volta ricco di flora e fauna.

Nel corso degli anni ’90 le esportazioni di fosfato subirono un declino costante e, a partire dal 2004, il periodo di prosperità di Nauru era ormai concluso. E il cambiamento climatico sta portando ancora più problemi: siccità e tempeste si stanno intensificando, mentre l’innalzamento del livello del mare sta erodendo la costa costringendo gli abitanti a trasferirsi.

La vendita dei passaporti per trasferire gli abitanti di Nauru

Nauru, minacciata dalle inondazioni e da anni di estrazione di fosfati, si ritrova oggi a dover affrontare le conseguenze del riscaldamento globale vendendo passaporti. Per sostenere questo sforzo, è stato lanciato il Programma di Cittadinanza per la Resilienza Economica e Climatica di Nauru.

Questo programma permette agli stranieri di ottenere una seconda cittadinanza acquisendo un passaporto di Nauru, che offre diversi vantaggi, tra cui l’accesso senza visto a 89 Paesi, tra cui Hong Kong, Singapore, il Regno Unito e gli Emirati Arabi Uniti, la possibilità di includere nella domanda coniuge e familiari a carico e nessun limite al soggiorno minimo o ai requisiti di visita.

Tuttavia, considerata la situazione, è probabile che gli stranieri disposti a pagare oltre 130.000 dollari americani per acquistare il passaporto non visiteranno mai veramente l’isola né vi risiederanno. Il presidente David Adeang, secondo Bloomberg, sta cercando di raccogliere una cifra iniziale di 65 milioni di dollari per procedere con i lavori di trasformazione dell’entroterra, destinato a ospitare una nuova cittadina, fattorie e luoghi di lavoro, dove gli abitanti delle zone costiere potranno iniziare una nuova vita.

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L’artista David McCracken ha costruito la scala infinita per il paradiso

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per andare alla scoperta di città e capitali d’arte, di luoghi iconici che sono diventati simboli di Paesi interi, per scoprire culture, tradizioni e costumi lontani dai nostri. Lo facciamo anche per osservare le straordinarie creazioni di Madre Natura e quelle dell’uomo che, spesso, si fondono e si confondono dano vita a capolavori di immensa bellezza.

E un capolavoro, unico nel suo genere, è sicuramente la scala infinita che di David McCracken, artista neozelandese che ha voluto sfidare ogni legge tangibile per creare un’opera d’arte suggestiva ed emozionante che oggi caratterizza in maniera univoca il paesaggio dei giardini botanici di Christchurch, situati nell’omonima cittadina della Nuova Zelanda.

Cosa rende così speciale speciale quest’opera, che prende il nome di Diminish and Ascend, sono le foto stesse ad anticiparlo. La scala che squarcia l’atmosfera che va verso il cielo, e oltre, sembra infinita. In realtà si tratta di un gioco di prospettive e illusioni che l’artista ha sapientemente plasmato per creare una delle installazioni più suggestive del mondo intero.

Diminish and Ascend, la scala che porta al paradiso

Posizionandosi davanti ai gradini della scala, e seguendoli uno a uno con lo sguardo, si ha davvero la sensazione di poter raggiungere luoghi in cui nessuno è stato mai. E su questo, David McCracken, è stato un talentuoso scultore illusorio, perché è di questo che si tratta: un’illusione che, però, non priva l’opera della sua bellezza intrinseca.

Diminish and Ascend, ribattezzata dai più come la scala che porta al paradiso, è completamente realizzata in alluminio. È lunga 13 metri ed è composta da gradini di diverse dimensioni che creano l’illusione ottica dell’infinito: quelli in basso sono più larghi, mentre le dimensioni si riducono salendo. È proprio questa peculiarità a garantire l’effetto finale che ha lasciato il mondo intero senza fiato.

Sin dalla sua presentazione, avvenuta in occasione dell’evento Sculpture by the Sea organizzato a Bondi Beach, una delle spiagge australiane più famose al mondo, l’opera ha riscosso un successo mondiale e ancora oggi, a distanza di anni, fa parlare di sé al punto tale da essersi trasformata in una vera e propria attrazione turistica.

Molteplici sono i significati e le suggestioni dell’installazione: una scala che porta in paradiso, un percorso che conduce oltre i sogni, i limiti e l’immaginazione, una fuga surreale, una via d’accesso per l’uomo e il suo vagare. La stessa scelta della scala, inoltre, è perfettamente in linea con l’operato dell’artista che spesso sceglie oggetti di utilità ordinaria per trasformarli in qualcosa di straordinario come Diminish and Ascend, appunto.

Dove si trova la scala infinita

La scala è stata realizzata da David McCracken nel 2013 e presentata al grande pubblico in occasione dell’evento Sculpture by the Sea tenutosi a Bondi Beach, in Australia. Successivamente è stata esposta a Waiheke Island e dal 2016 dimora in maniera permanente all’interno dei Giardini Botanici di Christchurch, nell’omonima città. Per ammirarla in tutto il suo splendore potete recarvi Kiosk Lake: è lì, proprio in mezzo al lago, che la scala infinita campeggia maestosa.

Negli anni l’opera è stata più volte elogiata dai media internazionali: l’Huffington Post l’ha paragonata a un disegno reale di MC Escher mentre la rivista americana AD l’ha inserita nella lista delle 38 sculture più affascinanti del mondo.

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SiViaggia regala il magazine GATE numero 46

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda, costume e attualità. Alle pagine 41-45 del numero 46, trovate l’ultimissimo articolo di SiViaggia dedicato a Perth, porta d’accesso all’Australia e a un meraviglioso territorio che occupa un terzo del continente, ricco di biodiversità, di storia e di tradizioni, a partire dalle popolazioni aborigene.

Inoltre, sfogliando le pagine del magazine trovate anche qualche utile consiglio per organizzare i prossimi weekend in alcuni dei musei più nuovi (o rinnovati) d’Italia, alla scoperta delle nostre radici storiche. È sufficiente registrarsi gratuitamente per poter effettuare il download.

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Australia, il villaggio sotterraneo di Coober Pedy

È famosa in tutto il mondo per essere la capitale mondiale dell’opale e per la sua estrazione da Guinness, ma è anche una tappa turistica in quanto è una città dall’incredibile vita sotterranea. Coober Pedy si trova nell’Australia meridionale, in un’area totalmente desertica a circa 850 chilometri a Nord di Adelaide, e conta circa 2.500 abitanti provenienti da 45 diverse nazioni. Un meltin pot di razze e colori per uno dei poli principali al mondo dell’industria estrattiva dell’opale. Quando si arriva, sembra un deserto, invece c’è vita, ma è tutta sottoterra.

Vivere nella città sotterranea nel deserto australiano

La maggior parte dei residenti  di Coober Pady vive nel sottosuolo e lavora nelle miniere della zona, che oggi sono arrivate a ben 70. Le case sotterranee, anche dette “dugouts”, raggiungono una temperatura costante tutto l’anno, mentre vivere sulla superficie sarebbe molto più difficile per il clima arido e torrido di giorno (si toccano anche i 50°C) e molto rigido di notte. Nell’underground della città si affollano case, aziende, chiese. Persino hotel: i viaggiatori sono sempre curiosi di sperimentare la vita da “talpa” che si può sperimentare qui, nel bel mezzo del nulla.

La storia di Coober Pady

Per migliaia di anni, popolazioni nomadi hanno attraversato questo territorio desertico, lasciandolo però anche in poco tempo, a causa del clima infame e della carenza di acqua. Solo recentemente il problema idrico è stato risolto, con la costruzione di una fonte sotterranea posta 24 km a Nord della città che ha cambiato tutto. Il primo insediamento risale al 1915, quando Jim Hutchison e il figlio arrivarono fin qui alla ricerca dell’oro. Ricerca vana, ma in compenso trovarono l’opale. E la città conobbe una nuova vita. Anche se sotterranea. Il boom vero e proprio fu quando venne completata la ferrovia trans-continentale nel 1917, che favorì lo sviluppo della cittadina e l’insediamento di un gran numero di reduci della Prima guerra mondiale. Oggi, questo tratto ferroviario viene percorso anche da uno dei treni più famosi e panoramici del mondo, The Ghan, che attraversa il continente australiano da Darwin, nel Northern Territory, fino ad Adelaide, percorrendo 2.979 chilometri in tre giorni.

Cosa vedere a Coober Pady

Tra le attrazioni da non perdere a Coober Pady ci sono sicuramente la Catacomb Underground Church, la chiesa anglicana scavata nel sottosuolo durante la metà del 1970, e la Faye’s Underground Home, una casa sotterranea situata in un giardino deserto, abitata regolarmente da inquilini che mostrano ai turisti curiosi i vantaggi di vivere sottoterra. E poi musei sotterranei, negozi, la galleria d’arte e, naturalmente, le miniere di opale. Di notevole importanza simbolica, infine, è l’unico albero della città.

Soggiornare in un hotel sotterraneo

In città si può soggiornare in suggestivi hotel scavati nella roccia, come il Desert Cave Hotel, un 4 stelle con sole quattro deliziose camere ricavate nel sottosuolo, o anche in strutture più tradizionali come il The Opal Inn Hotel, Motel e Caravan Park nel centro di Coober Pedy.

Il periodo migliore per andare a Coober Pedy

Il periodo migliore per soggiornarvi è quello che va da aprile a ottobre, quando il clima è migliore. Da novembre a marzo, nel periodo estivo per l’Australia, le temperature possono variare da 35°C a 45 °C e le tempeste di sabbia sono occasionali.

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State già sognando l’estate? Ecco le migliori spiagge al mondo per il 2025

Quando si comincia a parlare di vacanze al mare, gli amanti dell’estate non hanno bisogno di incoraggiamento. In Italia non mancano le località balneari dove godersi un paesaggio incantevole, fare un bagno nell’acqua cristallina e coltivare una bella tintarella sotto il sole. Tuttavia per il 2025 sembra andare di moda la costa australiana. Infatti la guida annuale di Lonely Planet suggerisce Whitehaven Beach nel Queensland come la migliore spiaggia del mondo, e mette al secondo posto Squeaky Beach nel Victoria.

Alcuni esperti del settore turistico hanno evidenziato le destinazioni imperdibili in paesi, città e regioni, confermando che la scena balneare australiana quest’anno domina la scena. Dagli iconici vortici color acquamarina di Whitehaven alla sabbia di Squeaky Beach, questi tratti di costa non sono solo popolari tra la gente del posto, ma hanno ormai consolidato il loro posto sulla scena mondiale.

Con le tendenze di viaggio per il 2025 che si spostano verso la sostenibilità e il turismo incentrato sulla comunità, si prevede che queste destinazioni, tra cui le migliori spiagge australiane, registreranno un aumento significativo di visitatori. Ecco chi è stato selezionato e perché queste spiagge meritano un posto nella tua lista dei desideri del 2025.

Le 10 migliori spiagge del mondo per il 2025

Le belle spiagge in tutto il mondo non sono poche. Dalle Maldive ai Caraibi, dalla Sardegna all’Andalusia, dalla Grecia all’Italia, per non parlare della Polinesia o altri luoghi esotici dove la natura è ancora selvaggia e incontaminata, sono tante le destinazioni perfette per chi ama il mare, sole e relax. Di seguito però vi parliamo di dieci spiagge considerate tra le migliori da vivere nel nuovo anno per una vacanza da ricordare, in coppia, con amici o in famiglia.

Whitehaven Beach, Queensland, Australia

Le acque color acquamarina e i banchi di sabbia bianca come la polvere sono il sogno di ogni viaggiatore. Con una temperatura media dell’acqua di 26 °C tutto l’anno, questo posto in Australia è ideale per immergersi e rilassarsi.

Squeaky Beach, Victoria, Australia

Situata nel Wilsons Promontory, questa spiaggia è circondata da una natura selvaggia protetta e offre piscine naturali nascoste e acque limpide. Il caratteristico scricchiolio della sabbia di quarzo è un bonus giocoso.

Seychelles

Fonte: iStock

Una spiaggia delle Seychelles

Anse Source d’Argent, La Digue, Seychelles

Una spiaggia tropicale da cartolina sostenuta da massi di granito e acque turchesi poco profonde regala un soggiorno emozionante da sogno. Questa isola si differenzia per una natura incontaminata e paesaggi mozzafiato dove il tempo sembra essersi fermato. Il mondo sottomarino qui è molto vivace e colorato per chi ama fare snorkeling e le palme maestose ondeggiano nella brezza tropicale, convivendo con piantagioni di vaniglia e copra che caratterizzano il patrimonio agricolo delle Seychelles.

Sunset Beach, Trang, Thailandia

Nascosta nelle isole Trang sulla costa meridionale delle Andamane in Thailandia, questa piccola baia di fronte agli isolotti di Butang offre acque color smeraldo, colline ricoperte di giungla e, come suggerisce il nome, tramonti spettacolari. L’atmosfera è tranquilla e al centro della spiaggia si trova un piccolo chiosco con tappeti e tavolini bassi dove poter gustare un ottimo aperitivo.

Sarakiniko Beach, Milos, Grecia

Un paesaggio vulcanico surreale con scogliere di alabastro, grotte e archi di pietra. Questa spiaggia offre un sorprendente contrasto tra roccia bianca e mari blu infiniti. In Grecia le belle spiagge sono davvero numerose, dalle isole spesso più apprezzate dai turisti, al Peloponneso che custodisce alcuni angoli meno turistici e altrettanto evocativi.

Haukland Beach, Isole Lofoten, Norvegia

Una delle spiagge più belle della Norvegia, è un luogo in cui l’aurora boreale si riflette sulla sabbia bianca in inverno, mentre il sole di mezzanotte offre un bagliore etereo in estate. Riparata dal vento ai piedi dell’Himmeltindan offre un paesaggio difficile da dimenticare e dietro la spiaggia c’è un prato dove è possibile piantare una tenda per godersi lo spettacolo. A 15 minuti in auto da Leknes, questa ha un parcheggio gratuito e servizi igienici pubblici.

Playa Balandra, Baja California Sur, Messico

Una baia chiusa con acque poco profonde e turchesi riparate dal Golfo di California, perfetta per le famiglie. Offre kayak, paddleboarding ed escursioni panoramiche. Per chi ama nuotare e guadare questa spiaggia parzialmente attrezzata con lettini e ombrelloni, è l’ideale e fa parte del parco marino nazionale. Tutta l’attrezzatura è gratuita e il parcheggio è comodo, e non manca anche il bar con bibite e snack. Si consiglia di raggiungere l’Hongo de Balandra, una roccia a forma di fungo fuori dal comune da cui si possono fare foto bellissime.

Pfeiffer Beach, California, USA

Famosa per il Keyhole Arch che si illumina di oro al tramonto, questa spiaggia del Big Sur si trasforma anche in una spiaggia “viola” dopo la pioggia, grazie al suo contenuto minerale unico. Sulla costa del Pacifico, questa perla abitata da formazioni rocciose suggestive, risulta romantica e maestosa allo stesso tempo. Si trova a circa 250 km da San Francisco e un’oretta di viaggio da Monterey.

Hanalei Bay, Hawaii, USA

Una mezzaluna di sabbia dorata lunga 3,2 km sulla costa settentrionale dell’isola di Kauai, Hanalei Bay è ugualmente affascinante per i bagnanti e i surfisti. Le Hawaii sono il sogno nel cassetto per molti europei per le tante ore di volo e i prezzi previsti non molto economici. La baia semicircolare è caratterizzata da coste basse e sabbiose e le onde sono perfette per i surfisti professionisti nei mesi invernali.

Platja Illetes, Formentera, Spagna

Un paradiso mediterraneo con acque cristalline, questa spiaggia evoca tutto il fascino e l’atmosfera rilassata di un rifugio su un’isola nascosta. Tra le migliori spiagge del Mediterraneo, vanta un’acqua cristallina color turchese acceso e una sabbia bianca e si trova sulla punta settentrionale dell’isola di Formentera.

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Perth, la meta australiana più vicina all’Italia, cosa vedere in città e nei dintorni

Raggiungibile con un volo diretto dall’Italia ogni estate (il resto dell’anno con uno scalo a Singapore o in una città degli Emirati Arabi Uniti), Perth è la Capitale del Western Australia, un meraviglioso territorio che occupa un terzo dell’intero continente – ma che è per lo più disabitato, tant’è vero che, al di fuori dei centri urbani, la presenza dell’uomo è appena percettibile -, facendo di questo angolo di mondo un’oasi dalla biodiversità. Perth è anche la città australiana più “vicina” a noi, ma anche poco considerata dai turisti italiani che puntano sempre e solo su Sydney e Melbourne.

Invece, Perth è una bellissima città affacciata sul mare lungo la costa occidentale dell’Australia, moderna (grazie alla scoperta delle miniere alla fine dell’800), ma anche con molti edifici coloniali, i cosiddetti State Buildings, testimoni del passato della città, divenuti tra la fine dell’800 e la metà del ‘900 edifici statali e riconvertiti ora in hotel, come il COMO The Treasury, ristoranti, come il Wildflower, con una cucina a base di ingredienti australiani che rappresenta le sei stagioni indigene, e luoghi turistici. Una città dove non si respira soltanto la contemporaneità, ma anche la storia e la tradizione della popolazione aborigena che abita questa terra da 50mila anni.

È la città che più di tutte incarna al meglio le molteplici sfaccettature del continente australiano: qui, infatti, i grattacieli ultramoderni si fondono alla perfezione con gli immensi spazi verdi e le lunghe e splendide spiagge dalla sabbia dorata che si trovano nei dintorni. Dalle modernissime vie dello shopping ai lussureggianti parchi cittadini, fino alle acque dell’oceano e una scena culturale multietnica e ricca di vitalità, Perth è una città dai mille volti, che offre tante attrazioni e luoghi dal fascino unico che vi lasceranno senza parole. Votata come una delle città più vivibili al mondo, Perth è l’unica città dell’Australia dove, in mezz’ora, si può esplorare una regione vitivinicola (quella della vicina Swan Valley e di Margaret River), visitare una delle più antiche zone di conservazione e osservare il Sole che tramonta nell’oceano.

Perth The Treasury

Fonte: @COMO

Uno degli edificio storici di Perth, COMO The Treasury, in mezzo ai grattacieli moderni

Cosa vedere a Perth

Perth gode di una posizione privilegiata, a metà strada tra l’Oceano Indiano e la vallata delle Darling Ranges, adagiata su una lingua di terra che si affaccia sul corso dello Swan River, il fiume cittadino che attraversa tutta la metropoli. Perché prediligere Perth alle altre più famose metropoli australiane? I motivi sono tanti.

Kings Park

Innanzitutto, il suo gigantesco Kings Park and Botanic Garden (Boorloo, nella lingua dei Noongar, i primi abitanti del Western Australia o più semplicemente WA), il polmone verde di Perth, è stato nominato come migliore attrazione d’Australia in occasione dei Tripadvisor Travellers’ Choice Awards, superando addirittura le più note attrazioni australiane come la Sydney Opera House e l’Harbour Bridge. Affacciato sulla baia, questo parco che si erge su Mount Eliza e che più grande di Central Park a New York regala una bellissima vista dello skyline di Perth, ma con le sue oltre 3.000 specie di piante autoctone del Western Australia rappresenta un ricco patrimonio culturale e naturale – da cui ancora oggi si estraggono alimenti e medicinali – e lo si può visitare in compagnia di una guida aborigena, in grado di trasmettere ai visitatori la storia e i valori della cultura vivente più antica al mondo.

Perth-parco-skyline

Fonte: @SiViaggia – Ilaria-Santi

Kings Park and Botanic Garden a Perth

Central Buisness District

Il centro di Perth lo si scopre benissimo a piedi, tra vie pedonali e passaggi coperti detti “activated lane” che attraversano gli edifici. Il modo migliore per esplorare la città è addentrarsi tra i vicoli variopinti, dove le linee moderne e sofisticate dei grattacieli si alternando ai deliziosi quartieri in stile vittoriano. Il Central Buisness District (CBD) è il cuore economico e commerciale della città, dove si concentra la maggior parte delle attività, ed è il punto di partenza ideale per visitare Perth. Il centro si sviluppa intorno a due arterie principali, Murray Street Mall e Hay Street Mall, le principali vie dello shopping, con centri commerciali e grattacieli che si susseguono su entrambi i lati. Ci si imbatte, di tanto in tanto, in installazioni artistiche negli angoli più disparati e in murales che raccontano la storia della città sotto forma di street art.

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Fonte: IPA

Street art tra William Street e Murray Street Mall nel Central Business District di Perth

L’unico edificio gotico di tutta l’Australia è si trova qui ed è quello che ospita il municipio, mentre il palazzo più pittoresco è il London Court, un finto edificio Tudor che ospita un centro commerciale sulla cui facciata si trova un orologio da cui ogni 15 minuti escono quattro cavalieri meccanici. È un’attrazione che attira tutti i visitatori di Perth. London Court sfocia su St. George Terrace, dove si può ammirare la Town Hall, il municipio cittadino con la sua torre vertiginosa, e la maestosa St. George’s Cathedral, risalente al 1800. In questa zona si concentrano anche i principali edifici governativi, tra cui la zecca di stato all’interno di Perth Mint, dove si può assistere al procedimento della colata dell’oro e apprendere la storia dei primi cercatori d’oro che ha fatto di Perth la città ricca e moderna che è ancora oggi.

Swan River

Le acque dello Swan River scorrono tranquille, incorniciando il profilo dell’intera città. Si può fare una gita in barca al calar del sole per veder sfilare i grattacieli lungo le rive del fiume e ammirare le luci della città che si riflettono sull’acqua. Il quartiere principale è Elizabeth Quay, che si sviluppa sul lungofiume, tra luna park e locali alla moda che offrono musica dal vivo. Dall’Elizabeth Quay Bridge, inoltre, è possibile ammirare un incredibile panorama dello skyline di Perth. Una tappa imperdibile è la Swan Bell Tower, una torre ad anelli in vetro e rame che ospita 18 campane realizzate per festeggiare il bicentenario della fondazione dell’Australia nel 1888.

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Fonte: IPA

London Court nel cntro di Perth

Northbridge

Situato immediatamente a Nord del CBD, il quartiere di Northbridge è anche detto Perth Cultural Centre. Infatti, Perth vanta un vasto panorama culturale che vede fiorire l’arte in ogni sua forma. Nella zona settentrionale della città sono infatti concentrate tutte le principali gallerie d’arte e strutture culturali che la capitale del West Australia ha da offrire. Il Cultural Centre include musei come il Western Australian Museum Boola Bardip, aperto nel 1891 e completamente rifatto duecento anni dopo, racconta la storia e la geografia del continente australiano, della popolazione aborigena e ospita regolarmente mostre temporanee. Ci sono anche l’Art Gallery of Western Australia, il Perth Institute of Contemporary Arts (PICA), la State Library of Western Australia, ma anche moltissimi teatri come il Perth Central Theater e auditorium musicali come la Concert Hall.

East Perth

La zona Est di Perth è una delle più belle della città, ricca di spazi verdi e di luoghi da visitare. Claisebrook Cove è un suggestivo quartiere sviluppato lungo la riva opposta dello Swan River. Da vedere assolutamente sono il Victoria Park e Heirisson Island, un tranquillo isolotto immerso nel verde, dove si aggirano i canguri in libertà a un passo dalla città. A East Perth si trovano anche i Queens Garden con graziosi laghetti e la chiesa principale, St. Mary’s Cathedral.

Escursioni nei dintorni di Perth

Perth è la porta d’accesso al Western Australia. Senza andare troppo lontano dalla città, in mezz’ora, massimo un’ora, si possono fare tante escursioni e tante esperienze, culturali, ludiche e gastronomiche.

Fremantle

Ad appena quaranta minuti di strada dal centro di Perth, raggiungibile anche in mezz’ora di treno, si trova Fremantle, considerata di fatto la Old Town di Perth, una cittadina portuale dalla personalità decisamente hipster, con un importante passato coloniale che si riflette nell’architettura cittadina: passeggiando tra i viali di “Freo”, inseriti nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco, si ha infatti la sensazione di tornare nell’Europa d’altri tempi, con palazzi e piazze dal gusto antico e raffinato. È in questo porto che arrivavano le navi dall’Europa piene di detenuti impiegati per la costruzione del nuovo grande Paese. Da non perdere, infatti, è l’antica colonia penale, anch’essa Patrimonio Unesco, il Fremantle Market, un grande mercato coperto che offre ogni genere di leccornia della tradizione australiana, come l’imperdibile fish and chips, e un vasto assortimento di artigianato locale. Essendo una città fluviale, anche la zona del porto e le numerose spiagge sono molto graziose e piene di locali e ristoranti. Accanto al Fremantle Harbour, bisogna per forza visitare il WA Maritime Museum che ospita Australia II, l’imbarcazione vincitrice dell’America’s Cup del 1983 che
si è svolta nelle acque di Newport, Rhode Island, strappando per la prima volta la vittoria agli americani.

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Fonte: IPA

Fremantle, la Old Town di Perth

Rottnest Island

Da non perdere è sicuramente una gita in traghetto a Rottnest Island, raggiungibile proprio da Fremantle, dove nel dicembre del 1696 approdarono tre navi della flotta comandata dall’olandese Willem de Vlamingh dando inizio alla colonizzazione dell’Australia, importando galeotti dall’Europa per la costruzione dei primi edifici che diedero origine a Perth. La Government House e la Perth Town Hall sono stati costruiti proprio grazie a loro. Rottnest Island è un’area protetta dalla natura incontaminata, dove ci si può spostare unicamente a piedi o in bicicletta in quanto le auto sono bandite. L’isola ospita anche una vasta colonia di quokka, piccoli e deliziosi marsupiali simili ai canguri che stanno diventando sempre più rari.

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Fonte: IPA

Rottnest Island al largo di Fremantle

Mandurah

A meno di un’ora da Perth, Mandurah è la più vasta località di mare del Western Australia con splendide spiagge e un estuario grande il doppio del porto di Sydney. In origine era chiamata Manjoogoordap, che significa “il luogo d’incontro del cuore” e quando si arriva si capisce subito perché è stata incoronata Top Tourism Town 2023 dell’Australia. Molto amata dai turisti per i canali navigabili e per la ricca popolazione di delfini, è il luogo ideale per avvistare questi simpaticissimi mammiferi che seguiranno la vostra barca al largo della costa, dove sono state posizionate delle originali installazioni artistiche all’aperto chiamate Giants of Mandurah realizzate dal celebre “attivista dell’arte del riciclo” danese Thomas Dambo.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Escursione con i delfini a Mandurah

Le spiagge di Perth

Perth è soprannominata anche la città dall’estate perenne. Grazie alla sua posizione geografica, infatti, qui il sole splende per quasi nove ore al giorno tutto l’anno, e le temperature si mantengono sempre intorno ai 27-30°C. La città è circondata da moltissime spiagge, dove turisti e locals amano andare per tovare un po’ di relax in riva al mare: sabbia bianca e finissima e acque cristalline caratterizzano gran parte delle spiagge di questa zona dell’Australia. La più vicina e anche frequentata dalle famiglie è la City Beach che si trova a circa 15 minuti di auto. Qui le onde sono spesso molto alte e il vento soffia piuttosto forte.

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Fonte: IPA

Il pontile di North Beach a Perth

Mettams Pool è una delle spiagge più famose di Perth e si trova vicino al punto panoramico costiero della West Coast Highway. È l’ideale per fare snorkeling, non è un punto molto profondo, ma si possono ammirare pesci, stelle marine e polpi di ogni dimensione e colore. A Cottesloe Beach si possono cavalcare le onde insieme ai surfisti e fare snorkeling. Altre spiagge molto gettonate nei dintorni di Perth sono Trigg Beach, dove si pratica ogni sorta di sport acquatico, e North Beach, con le sue incredibili piscine naturali. Ma ce n’è una dove sembra di stare ai Caraibi: si tratta di Leighton Beach, una spiaggia di 1,5 km di un bianco accecante che colora le acque poco profonde di un azzurro chiarissimo.

Ma questo è solo un piccolo assaggio del Western Australia che, come abbiamo detto, occupa circa un terzo dell’Australia, quindi un territorio molto vasto e molto vario. Ma questo è un altro viaggio.

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Fonte: IPA

Cottesloe Beach alle porte di Perth
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Better Man, i luoghi del film su Robbie Williams

“L’età si ferma nel momento in cui diventi una persona di successo”, ha dichiarato Robbie Williams sul biopic che uscirà nelle sale italiane il 1° gennaio 2025 distribuito da Lucky Red. Un film diverso rispetto ai classici biopic musicali (vedasi Bohemian Rapsody su Freddy Mercury e Rocketman su Elton John) ai quali siamo stati abituati negli ultimi anni, una diversità che si nota fin da subito: la popstar inglese, infatti, si racconta utilizzando un avatar impersonato da una scimmia.

Il biopic, diretto da Michael Gracey, al secondo film dopo il successo di “The Greatest Showman”, porta sullo schermo la parabola dell’artista: successi, insuccessi, sfide nella vita personale come nella carriera. Il tutto è stato girato soprattutto nello stato di Victoria, in Australia, precisamente a Melbourne, mentre alcune scene sono state fatte a Londra e nella città natale di Robbie Williams, situata a Stoke-on-Trent, nella contea dello Staffordshire.

La trama del film Better Man

È un passato glorioso, ma anche burrascoso, quello vissuto dalla popstar inglese Robbie Williams. Un percorso che lo avvicina a tanti altri artisti del mondo della musica e, allo stesso tempo, lo differenzia. Il film ci accompagna nelle diverse fasi della sua vita: dall’infanzia trascorsa nella città del Regno Unito, Stoke-on-Trent, e dall’ombra proiettata su di lui dal padre, attore e comico, fino agli infelici anni delle boy band, alle dolorose rotture con i Take That e con Nicole Appleton degli All Saints e, infine, alla redenzione sotto forma di una incredibile carriera solista.

Con un ritmo travolgente, il film ha trasformato in immagini oltre un anno e mezzo di chiacchierate tra Robbie Williams e il regista Michael Gracey. “As my soul heals the shame, I will grow through this pain“, canta in Better Man, la canzone che da il nome alla pellicola e che racchiude la sua essenza, un percorso fatto di successo, ma anche dolori e caos, un percorso che l’ha portato, comunque, a essere un “uomo migliore“.

Le location del biopic su Robbie Williams

Il biopic su Robbie Williams è stato girato nel 2022 soprattutto nello stato di Victoria, in Australia. Nel dettaglio, molte scene sono state girate all’interno del Docklands Studios a Melbourne, un importante complesso di produzione cinematografica e televisiva situato nel quartiere riqualificato di Docklands. Non è un caso che il film sia stato girato in questo stato, e soprattutto a Melbourne, considerando che il regista proviene proprio da qui e desiderava contribuire allo sviluppo della città nell’ambito della produzione cinematografica.

Alcune scene sono state girate a Londra, precisamente a Regent Street, una delle strade più importanti della città, situata nel cuore del West End londinese e considerata la destinazione per eccellenza del lifestyle e dello shopping. Altre, invece, hanno avuto luogo anche nella città natale dell’artista, coinvolgendo alcuni locali come comparse, seppur non nella zona esatta in cui è nato e cresciuto. La crew, infatti, si è recata a Woodgate Street a Meir per creare uno ‘sfondo digitale’ per il film. Questa strada è situata nella zona sud di Stoke-on-Trent, mentre Robbie Williams è cresciuto nella zona nord.

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Il clima in Tasmania, quando andare e cosa aspettarsi in ogni stagione

Situata nell’Oceano Pacifico meridionale a sud dell’Australia continentale, da cui è separata dallo stretto di Bass, la Tasmania ha un clima molto variabile, influenzato dalla sua posizione geografica e dalla prossimità all’Oceano Antartico. Una collocazione che le conferisce un clima oceanico temperato, con variazioni stagionali ben definite e condizioni meteorologiche spesso imprevedibili.

Essendo situata a una latitudine di circa 40° sud, la più grande isola dell’Australia vanta un clima che combina elementi oceanici e continentali, con le stagioni invertite rispetto all’emisfero boreale. Quindi quando da noi è estate, in Tasmania è inverno.

L’isola gode di una certa frescura durante tutto l’anno, grazie alla vicinanza con le correnti fredde provenienti dall’Antartide. Anche se le temperature non raggiungono mai i picchi estremi di alcune regioni australiane, il clima della Tasmania può essere piuttosto mutevole, con bruschi cambiamenti metereologici anche nello stesso giorno.

In linea generale, la Tasmania ha estati miti, autunni piovosi, inverni freddi e primavere umide. Le medie annuali si aggirano tra i 5°C e i 20°C, con inverni rigidi e, in alcune aree montuose, nevicate significative. Tuttavia, la sua posizione geografica e la sua topografia varia creano un mosaico climatico affascinante, con notevoli differenze tra le varie regioni. Sulle coste, il clima è tipicamente oceanico, con temperature miti tutto l’anno.

Gli inverni sono freschi e umidi, mentre le estati sono piacevoli e soleggiate. Man mano che ci si addenta nell’entroterra, il clima diventa più continentale, con inverni più freddi ed estati più calde. Le montagne possono ricevere abbondanti nevicate durante i mesi invernali.
Ecco una guida alle stagioni della Tasmania, utile per capire quando è il momento migliore per visitarla.

Il clima in Tasmania in estate (dicembre – febbraio)

L’estate è una delle stagioni più indicate per visitare la Tasmania. Con temperature medie comprese tra i 12°C e i 24°C, il clima è perfetto per esplorare l’isola. Durante i mesi estivi, il cielo è in genere terso e le giornate sono lunghe e soleggiate, ideali per escursioni, avventure all’aria aperta e attività acquatiche.

Le aree costiere, come Hobart e Launceston, sono leggermente più fresche rispetto all’entroterra, con temperature massime in media comprese tra 20 e 24°C lungo la costa, mentre nelle valli a ovest di Hobart superano regolarmente i 25 gradi Celsius. L’altopiano centrale è l’area più fredda della Tasmania, con temperature che vanno dai 4°C fino a superare raramente i 17°C.

Questa stagione è particolarmente adatta per visitare i parchi nazionali della Tasmania, come il Cradle Mountain-Lake St. Clair National Park e il Freycinet National Park. Inoltre, è il momento perfetto per assistere agli eventi locali, come il famoso Festival della Regata di Sydney-Hobart, che si svolge proprio durante il periodo natalizio. Di conseguenza, si verifica anche un certo aumento del numero di turisti, soprattutto durante le vacanze di fine anno.

Il clima in Tasmania in autunno (marzo – maggio)

L’autunno in Tasmania è una stagione magica, caratterizzata da colori intensi e paesaggi spettacolari. Le temperature iniziano a calare, con medie che si attestano tra i 10°C e i 20°C. Le massime sono appena superiori a 20°C nelle valli e 15°C lungo la costa, con minime comprese tra 11°C e 7°C. Tuttavia, le giornate sono ancora piacevoli, anche se possono diventare umide e piovose, soprattutto verso la fine della stagione.

L’autunno è ideale per chi cerca una vacanza più rilassante e lontana dalla folla, con i paesaggi che si tingono di tonalità dorate e rosse, offrendo uno spettacolo naturale unico dove fare belle escursioni. È anche il momento migliore per degustare le eccellenze gastronomiche dell’isola, partecipando a eventi come il Taste of Tasmania, un festival culinario che celebra la ricchezza enogastronomica locale.

Il clima in Tasmania in inverno (giugno – agosto)

L’inverno è solitamente la stagione meno frequentata dai turisti, ma è anche il periodo in cui si può scoprire una Tasmania completamente diversa. I mesi di giugno, luglio e agosto sono i più freddi e piovosi, e alle quote più elevate cadono abbondanti nevicate. Tuttavia le temperature sono generalmente più miti rispetto all’Australia continentale e raramente scendono sotto lo zero.

Le massime diurne vanno da 12°C sulla costa a 3°C nell’entroterra, ma possono scendere fino a 0°C nelle zone interne elevate, mentre lungo le coste, come a Hobart, raramente scendono sotto i 5°C. Nelle aree montuose, come Cradle Mountain e Mount Field, si verificano spesso nevicate, rendendo l’inverno un periodo ottimale per gli amanti della neve e degli sport invernali.

L’inverno in Tasmania offre esperienze uniche a chi cerca una vacanza invernale alternativa e tranquilla, facendo trekking sulla neve, visitando grotte di ghiaccio e scoprendo la magia dei paesaggi innevati. In questo periodo, inoltre, si svolge il Festival del Solstizio d’Inverno a Hobart, un evento unico che celebra il giorno più corto dell’anno con luci, musica e spettacoli.

Il clima in Tasmania in primavera (settembre – novembre)

La primavera è la stagione della rinascita in Tasmania, con temperature in genere comprese tra 8°C e 17°C. La natura esplode in una varietà di colori e profumi, i fiori sbocciano ovunque e la fauna locale torna attiva. Le piogge, sebbene frequenti, sono generalmente di breve durata, lasciando spazio a cieli sereni e arcobaleni luminosi.

Tuttavia, è anche una stagione di cambiamenti repentini e le nevicate sono ancora comuni in montagna fino a ottobre. Questo è anche il periodo più ventoso dell’anno. Le temperature medie nella parte settentrionale variano da 15°C nell’entroterra e 19°C sulla costa fino a minime di 7°C e 10°C, rispettivamente.

Questo periodo dell’anno è perfetto per esplorare le meraviglie naturali dell’isola senza il caldo estivo, in particolare per osservare la fauna selvatica, con molte specie di uccelli e mammiferi che si avvicinano alle aree turistiche. Tra gli eventi da non perdere ci sono il Festival dei Tulipani a Wynyard, che celebra la fioritura dei tulipani, e la stagione dei mercati locali, dove si possono assaporare prodotti freschi dell’isola.

Quando andare in Tasmania

La scelta della stagione migliore per visitare la Tasmania dipende dal tipo di esperienza che si desidera vivere. L’estate è ideale per coloro che vogliono esplorare l’isola con temperature miti e cieli limpidi, mentre l’autunno e la primavera offrono atmosfere più tranquille e paesaggi spettacolari. L’inverno, sebbene sia freddo, rappresenta una scelta affascinante per chi cerca un’esperienza più intima e insolita, con paesaggi innevati e festival unici.

Indipendentemente dalla stagione scelta, la Tasmania è un’isola che sa conquistare i visitatori con i suoi paesaggi spettacolari, la ricchezza della sua natura e l’accoglienza dei suoi abitanti. Una destinazione perfetta per chi ama la natura, la cultura e le avventure all’aria aperta.