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Il Festival di Sanremo si trasferisce su una nave da crociera

In occasione della 72° edizione del Festival di Sanremo, per la prima volta l’evento si trasferisce – anche – a bordo di una nave da crociera. La Costa Toscana, la nuova nave “green” della compagnia di navigazione italiana, farà da palcoscenico galleggiante per i collegamenti in diretta di due star: Orietta Berti e Fabio Rovazzi.

Il Festival di Sanremo in crociera

Insieme alla coppia di conduttori “on board”, ci saranno molti artisti italiani che si esibiranno ogni sera sul palco di uno dei teatri della nave. Primo fra tutti, Ermal Meta. Oltre al palco del Teatro Ariston di Sanremo, quindi, anche la nave di Costa Crociere sarà una presenza fissa al festival.

“Ci auguriamo che la nostra iniziativa possa sostenere la ripresa del settore turistico, di cui l’Italia ha tanto bisogno”, ha commentato Mario Zanetti, direttore generale di Costa Crociere.

Orietta Berti e Fabio Rovazzi saranno anche gli interpreti di una web serie, trasmessa sui canali social di Costa, che racconterà la loro esperienza su Costa Toscana al Festival di Sanremo e permetterà di scoprire la nuova nave. I sei episodi della serie sono stati ideati dallo stesso Fabio Rovazzi insieme all’agenzia che si occupa dei social media di Costa. A bordo non è prevista la presenza di pubblico. La nave si fermerà dvanti al porto di Sanremo fino al 6 febbraio.

Com’è fatta la Costa Toscana

A partire dal 5 marzo, poi, salperà per la sua prima crociera in partenza da Savona. Costa Toscana è la nuova nave battente bandiera italiana di Costa. Costruita nel cantiere Meyer di Turku, in Finlandia, è stata progettata come una vera e propria “smart city” itinerante: la nave, infatti, è alimentata a gas naturale liquefatto, la tecnologia più avanzata nel settore marittimo per abbattere le emissioni. A bordo viene effettuato il 100% di raccolta differenziata e il riciclo di materiali come plastica, carta, vetro e alluminio. L’intero fabbisogno giornaliero di acqua è soddisfatto trasformando quella del mare tramite l’utilizzo di dissalatori. Il consumo energetico è ridotto al minimo, grazie a un sistema di efficientamento energetico intelligente.

La nave è un tributo alla nostra Toscana ed è il frutto di un progetto creativo curato da Adam D. Tihany, che ha voluto esaltare e far rivivere agli ospiti (fino a 6.554 passeggeri) il meglio di questa meravigliosa regione italiana che dà il nome non soltanto alla nave, ma anche ai ponti e alle principali aree pubbliche.

Tutto Made in Italy: arredamento, illuminazione, tessuti e accessori, di serie e disegnati appositamente per Costa Toscana da 15 partner altamente rappresentativi dell’eccellenza italiana. L’offerta di bordo si integra perfettamente in questo contesto straordinario: dalla Solemio Spa, alle aree dedicate al divertimento, dai bar tematici ai 16 ristoranti e aree dedicate alla “food experience”, tra cui il ristorante dedicato alle famiglie con bambini e il Ristorante LAB, dove sperimentare le proprie abilità in cucina sotto la guida degli chef della nave.

Il cuore della nuova ammiraglia, lunga 337 metri (più di tre campi da calcio) e con una stazza lorda di 185.000 tonnellate (circa quattro volte il Titanic) è il Colosseo, uno spazio al centro della nave sviluppato su tre ponti dedicato agli spettacoli. Gli schermi luminosi, posizionati sia sulle pareti sia sulla cupola, offrono la possibilità di creare una storia diversa in ogni porto di scalo e in ogni momento della vacanza.

Da non perdere anche la grande scalinata affacciata a poppa, su tre ponti: il luogo ideale per i momenti di intrattenimento degli ospiti, con una balconata all’aperto sull’ultimo ponte il cui pavimento di cristallo fa vivere l’emozione di volare sul mare. Per rilassarsi e godersi il sole a bordo ci sono quattro piscine, di cui una coperta con acqua salata, con il beach club, che ricrea l’atmosfera di un vero e proprio stabilimento balneare. Confortevoli ed eleganti anche le oltre 2.600 cabine che rispecchiano lo stile e il gusto italiani. La categoria di cabine con “terrazza sul mare” offre una splendida dependance dove fare colazione, sorseggiare un aperitivo o godersi il panorama.

Costa Toscana

La nuova nave da crociera Costa Toscana

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Scoperta sensazionale in Israele: così cambia la storia

La Galilea è una delle zone più interessanti di Israele. Dal punto di vista naturalistico, ma anche archeologico e nell’ambito della paleontologia. Oltre che per la tradizione spirituale, questa regione è davvero unica al mondo proprio per la straordinaria storia dell’uomo preistorico e per le evidenze qui lasciate.

È di recente una scoperta a dir poco sensazionale. Vicino al lago di Galilea, sono stati rinvenuti i resti di un insediamento che risale a 23mila anni fa. L’analisi dei resti animali ritrovati dimostra che qui gli antichi abitanti prosperavano in maniera straordinaria.

La scoperta straordinaria

Uno studio pubblicato a fine gennaio sulla rivista Plos One dal team dell’Istituto di archeologia dell’Università ebraica di Gerusalemme, infatti, ha messo in evidenza i ritrovamenti di resti di un campo di pescatori-cacciatori-raccoglitori precedentemente sommerso sulle rive del lago di Galilea. Attraverso un’attenta analisi della varietà e dell’uso dei resti di animali, il team ha concluso che questi sopravvissuti all’ultima era glaciale prosperavano, mentre la maggior parte dei loro contemporanei, in altre parti del mondo, erano quasi affamati, a causa della temperatura estremamente fredde.

La storia del sito israeliano

Il sito israeliano, noto come Ohalo II, fu occupato alla fine della massima espansione dell’ultima era glaciale, tra 23.500-22.500 anni fa. Ohalo II è noto per l’eccellente conservazione delle capanne a cespuglio e dei resti botanici. Lo studio, guidato dalla studentessa di dottorato dell’università Tikvah Steiner, sotto la supervisione della professoressa Rivka Rabinovich e dell’archeologo dell’Università di Haifa, il professor Dani Nadel che ha effettuato gli scavi del sito, ha esaminato la dieta e l’uso di parti di animali per determinare il benessere e lo stile di vita degli antichi abitanti di questa zona.

Durante la massima espansione dell’ultima era glaciale, le calotte glaciali coprivano gran parte del Nord America, del Nord Europa e dell’Asia, influenzando profondamente il clima terrestre causando siccità, desertificazione e un forte calo del livello del mare. Ironia della sorte, Ohalo II è stato scoperto nel 1989, in seguito a condizioni di siccità che hanno abbassato di diversi metri il livello dell’acqua del lago di Galilea.

Gli scavi archeologici

Gli scavi sono stati effettuati tra il 1989-1991 e di nuovo tra il 1998-2001. Il sito si estende per 2000 metri e si trova vicino alla punta meridionale della zona moderna del lago di Galilea, a circa 9 chilometri a Sud di Tiberiade. Il sito contiene i resti di sei capanne a cespuglio di forma ovale, focolari a cielo aperto, la tomba di un maschio adulto, oltre a varie installazioni e cumuli di rifiuti. Abbondanti materiali organici e inorganici forniscono una ricchezza di informazioni sullo stile di vita dei pescatori-cacciatori-raccoglitori che abitavano quest’area.

Una scoperta che cambia la storia

Da un’attenta analisi di 22.000 ossa di animali rinvenute nel sito, tra cui gazzelle, cervi, lepri e volpi, nonché dalla documentazione precedente sul numero di resti di piante carbonizzate, strumenti di selce e chicchi di cereali, il team ha concluso che Ohalo II presenta un quadro di sussistenza diverso rispetto alla maggior parte degli altri siti del periodo Mesolitico.

Le oscillazioni climatiche durante l’ultimo periodo della massima glaciazione hanno avuto effetti minimi sull’Alta Valle del Giordano, in particolare vicino a Ohalo II, consentendo a quelle persone di utilizzare un’ampia nicchia ecologica composta da varie piante commestibili, mammiferi, rettili, uccelli e pesci.

“Nonostante la loro capacità di cacciare animali anche di grandi dimensioni, questi abitanti cacciavano una vasta gamma di prede e avevano strumenti e tempo sufficienti per sfruttare appieno le carcasse di animali fino al midollo”, ha spiegato Steiner. Allo stesso modo si può notare come “le tartarughe siano state apparentemente selezionate secondo una specifica linea, il che potrebbe suggerire che i loro gusci da usare come ciotole, e non la loro carne, fossero l’obiettivo principale. La lepre e la volpe sono state probabilmente cacciate per le loro pelli”, ha concluso la ricercatrice.

Gli studi attuali si sono concentrato sui resti di rettili, uccelli e mammiferi trovati in una delle capanne durante le sue tre occupazioni consecutive. Nell’ambito dello studio, sono state effettuate l’identificazione e la quantificazione delle diverse specie animali: sono state misurate le dimensioni ossee e le superfici ossee sono state sottoposte ad esame spettroscopico per identificare segni di taglio e usura.

Inoltre, una studentessa post-dottorato all’Università ebraica ed esperta in erpetologia, la dott.ssa Rebecca Biton, ha scoperto che le tartarughe erano tutte di taglia uniforme, il che potrebbe indicare una selezione consapevole, da parte dei cacciatori, di una dimensione specifica di tartaruga per l’utilizzo del loro guscio.

Secondo il team dei ricercatori, Ohalo II è un meraviglioso esempio di una vera economia ad ampio spettro durante l’ultima era glaciale, proprio all’inizio del periodo epipaleolitico. Una scoperta sensazionale, insomma.

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Gli scavi archeologici a Ohalo II, in Israele

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Antico e sacro: riapre il sentiero più bello del mondo

C’è un luogo che incanta e affascina come poche altre cose al mondo. Stiamo parlando del Bhutan, il regno buddista sull’Himalaya orientale, il Paese della felicità, quello dei monasteri, delle fortezze e della spiritualità. Il luogo dove è possibile contemplare la natura che regna sovrana dai templi a strapiombo sulle montagne e dalle cime del più imponente sistema montuoso del mondo che abitiamo.

Lo stesso luogo che conosciamo anche come Terra del Drago del Tuono, quello che ospita uno dei sentieri più antichi, sacri e meravigliosi del nostro pianeta: il Trans Bhutan Trail.

Trans Bhutan Trail: la riapertura dell’antico sentiero

Sono passati 60 anni dall’ultima volta che questo percorso è stato attraversato e ora, finalmente, il Trans Bhutan Trail sarà restituito ai cittadini del mondo. Dopo due anni di ristrutturazione, infatti, lo storico itinerario che collega nove distretti, 28 governi locali, due comuni, un parco nazionale e 400 siti di interesse storico e culturale, sarà riaperto.

Il Trans Bhutan Trail, sacro e antico, si snoda per un percorso di circa 403 chilometri e attraversa i luoghi iconici, spirituali e straordinari del Paese, tra cui anche le montagne dell’Himalaya e i suggestivi templi buddisti. L’inaugurazione del sentiero avverrà a marzo mentre l’accesso a cittadini e viaggiatori internazionali sarò garantito, probabilmente, entro il mese di aprile.

L’avventura potrà essere condotta a piedi o in bicicletta e regalerà una delle esperienze più mistiche e suggestive di sempre. Un sogno che si avvera, questo, che permette a cittadini, viaggiatori e pellegrini di toccare con mano l’anima più autentica e affascinante di Bhutan.

La ristrutturazione, curata dalla fondazione Bhutan Canada e con il supporto del Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, ha permesso di riaprire una porta sul passato glorioso del Paese. Il Trans Bhutan Trail, infatti, è stato per secoli un vero e proprio punto di riferimento, la via dei pellegrinaggi buddisti, poi caduta in disuso negli anni ’60 con la costruzione di nuove strade e quartieri.

Trans Bhutan Trail: scoprire le meraviglie del Paese

18 ponti principali e 10000 gradini, e poi ancora il parco nazionale e luoghi intrisi di fascino, mistero, storia e cultura. Da Haa, vicino al confine con il Tibet, fino a Trashigang, che invece confina con lo stato indiano dell’Arunachal Pradesh.

Per compiere il sentiero per intero ci vuole almeno un mese, ma sarà fornito anche l’accesso a percorsi più brevi, così da permettere ai viaggiatori di fare escursioni dalla durata di 3 o 4 giorni, oppure una settimana. Lungo la strada poi, ci saranno campeggi, alberghi e famiglie pronte a ospitare i viandanti.

Trans Bhutan Trail: informazioni utili

L’inaugurazione del Trans Bhutan Trail è prevista in primavera, e potrebbe coincidere con la riapertura totale o parziale del Paese nei confronti del turismo. Tuttavia, lista la situazione in continuo mutamento, l’invito è quello di verificare le notizie in tempo reale connettendovi ai siti istituzionali dei Paesi di destinazione e a quello del Ministero degli Esteri prima di organizzare un viaggio.

Quello che sappiamo per certo, invece, è che il Bhutan ha messo a punto una strategia per combattere l’overtourism e proteggere le meraviglie della sua terra. I turisti americani, infatti, devono pagare una tassa di 250 dollari al giorno per un viaggio organizzato.

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Green Pass, mascherine e viaggi: cosa cambia dall’1 febbraio

Ha avuto luogo il primo Consiglio dei Ministri (CDM) dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Una riunione che è durata solo mezz’ora e che ha apportato pochi cambiamenti rispetto a quelli già noti. Tuttavia, relativamente ai viaggi e al Green Pass, la data dell’1 febbraio vede scendere in campo nuove regole da rispettare.

Mascherine e discoteche chiuse per 10 giorni

Le novità fondamentali emerse con l’ultimo CDM e che interessano il settore del turismo, sono principalmente le norme riguardanti mascherine e discoteche. Il 31 gennaio, infatti, scadeva l’obbligo di indossare i sistemi di protezione all’aperto, anche in zona bianca, e la chiusura delle sale da ballo.

Il risultato ottenuto è una proroga di soli 10 giorni di tali misure: via le mascherine all’aperto dal 10 febbraio, e dalla stessa data si torna anche in discoteca.

Green Pass dall’1 febbraio, cosa cambia

Il Green Pass dal giorno 1 febbraio diventa obbligatorio per entrare nei principali negozi e attività commerciali, poste, banca e librerie comprese. In sostanza, è fondamentale averlo ovunque, esclusi i negozi essenziali. Cambia, inoltre, la sua scadenza che passa dai 9 ai 6 mesi. Per chi ha fatto la terza dose, invece, il Green Pass potrebbe diventare illimitato (ma questo è un provvedimento ancora da definire).

Modificata la durata del Green Pass anche in Europa, e sempre dalla stessa giornata: la certificazione verde è valida 9 mesi dal completamento della vaccinazione primaria. Per maggiori informazioni su questa norma potete cliccare qui.

A tal proposito va quindi specificato che ai soli fini dell’ingresso in Italia rimane ferma la validità del Green Pass a 9 mesi, mentre sul territorio nazionale, dall’1 febbraio, la durata della certificazione è ridotta a 6 mesi. Inoltre, nel Belpaese è possibile utilizzare il trasporto pubblico, i servizi di ristorazione, i servizi alberghieri e altre attività solo in presenza del cosiddetto Green Pass Rafforzato o Super Green Pass, quindi con vaccinazione o guarigione.

Arrivi in Italia dall’estero dai Paesi degli Elenchi C e D

Ve ne avevamo parlato qualche tempo fa: a partire dal giorno 1 febbraio, e fino al 15 marzo, i viaggiatori vaccinati e guariti dal Covid non hanno più bisogno dell’esito negativo di un tampone per rientrare in Italia, mentre i non vaccinati non devono più sottoporsi a isolamento.

Attenzione, però, queste regole valgono solo per gli ingressi dai Paesi dell’Elenco C, ovvero: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.

In questi casi i viaggiatori, a patto che non abbiano soggiornato o transitato in uno dei Paesi in Elenco E nei 14 giorni prima dell’ingresso in Italia, devono:

  • compilare il Passenger Locator Form (o dPLF), in versione digitale o cartacea;
  • presentare il Certificato Digitale UE/Green Pass di completamento del ciclo vaccinale per Covid-19, oppure il Certificato Digitale UE /Green Pass rilasciato a seguito di completa guarigione da Covid-19 e cessazione dell’obbligo di isolamento, o in alternativa il Certificato Digitale UE/Green Pass rilasciato a seguito di test molecolare o antigenico condotto con tampone e risultato negativo (test molecolare da effettuare nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia, test antigenico da effettuare nelle 48 ore precedenti l’ingresso in Italia).

Per i vaccinati e guariti, quindi, basta il Green Pass, mentre i non vaccinati debbono eseguire un tampone. È bene sapere, però, che l’assenza dei documenti richiesti prevede che l’ingresso in Italia sia consentito solo a condizione di sottoporsi a 5 giorni di isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria, seguiti da test molecolare o antigenico.

Nessuna buona nuova, invece, per quanto riguarda i Paesi dell’Elenco D, quindi le mete extra Ue nelle quali possiamo andare anche per turismo. Ciò vuol dire che sono state confermate tutte le destinazioni già contenute nella lista e che non vi è stata fatta alcuna aggiunta.

In poche parole, è possibile viaggiare dall’Italia verso: Argentina, Arabia Saudita, Australia, Bahrein, Canada, Cile, Colombia, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Indonesia, Israele, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Qatar, Ruanda, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale, basi britanniche nell’isola di Cipro), Repubblica di Corea, Stati Uniti d’America, Uruguay, Taiwan, Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao.

Al rientro nel nostro Paese è obbligatorio:

  • compilare il dPLF e presentarlo, sul proprio dispositivo mobile o in versione cartacea, al vettore al momento dell’imbarco e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli;
  • presentare alla compagnia aerea, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli, il Green Pass rilasciato al completamento del ciclo vaccinale, o certificazione equipollente emessa dalle autorità sanitarie competenti a seguito di vaccinazione validata dall’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali);
  • presentare al vettore, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli, un certificato che attesti il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, condotto con tampone, effettuato nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia (se test molecolare) o 24 ore (se test antigenico), da mostrare a chiunque sia preposto a effettuare questa verifica. Il termine è ridotto a 48 ore per il test molecolare dal Regno Unito, 24 ore per il test antigenico.

In caso di mancata presentazione del certificato di vaccinazione è comunque possibile entrare nei confini nazionali, ma è fatto obbligo di sottoporsi a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria per 5 giorni (informando la ASL competente) presso l’indirizzo indicato nel dPLF, raggiungibile solo con mezzo privato. Al termine del periodo di isolamento è fondamentale effettuare un ulteriore test molecolare o antigenico, condotto con tampone.

Più opportunità per i rientri da Canada, Stati Uniti e Giappone. Da questi Paesi, oltre al PLF e al tampone, basta anche un certificato di guarigione.

I nuovi Corridoi turistici

Alcune novità riguardano anche i Corridoi turistici “Covid-free”. Fino al 30 giugno 2022 è possibile realizzare viaggi turistici organizzati e gestiti da professionisti, compresa la permanenza presso strutture ricettive selezionate, verso mete che altrimenti farebbero parte dell’Elenco E, e quindi non raggiungibili per turismo.

Ai Corridoi verso Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana ed Egitto (limitatamente alle zone turistiche di Sharm el-Sheikh e Marsa Alam), a partire dall’1 febbraio si aggiungono anche Cuba, Singapore, Turchia, Thailandia (ma solo l’Isola di Phuket), Oman e Polinesia francese.

Per maggiori informazioni sulle regole da seguire per viaggiare verso queste mete, vi invitiamo a leggere al nostro approfondimento.

Green Pass con terza dose e i colori delle regioni

Rimandate, per il momento, le questioni relative alla scadenza del Green Pass per chi ha avuto la terza dose di vaccino, e sul sistema di classificazione del livello di rischio delle regioni basato sui colori.

Le regioni hanno sottolineato la necessità di “avviare un percorso di normalizzazione della vita dei cittadini e dell’intero Paese” con una “semplificazione delle regole, basandole non più sulla suddivisione per zone di rischio ma concentrando esclusivamente l’attenzione sui cittadini, in relazione al completamento del ciclo vaccinale“.

In un futuro non troppo lontano, quindi, dovrebbe cadere il sistema delle fasce, ad eccezione della zona rossa e quindi in caso di estrema gravità dall’evoluzione del virus. Resta ancora da decidere se le misure debbano valere per tutti, così come è previsto dalle norme attuali, o se debba essere esentato chi ha la piena copertura vaccinale. Ed è probabile che su questo tema il governo chieda un parere al Comitato tecnico scientifico (CTS). Il CTS sarà chiamato anche a un’altra valutazione, quella sull’estensione della durata del Green Pass per chi si è sottoposto al booster: dal momento che non è ancora prevista una quarta dose di vaccino contro il Covid-19, probabilmente la certificazione verde potrebbe avere validità illimitata.

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Capitale italiana della Cultura: le 10 finaliste

Sono finalmente state annunciate le 10 finaliste per la Capitale italiana della Cultura per il 2024. Tutte incantevoli località del nostro Paese scelte da una giuria tra 24 città preselezionate tra quelle che avevano risposto al bando. A renderlo noto è il Ministero della Cultura.

Quali sono le 10 finaliste per il 2024

Le città che si contendono il titolo di Capitale italiana della Cultura per il 2024 sono una più bella dell’altra e tutte pronte a vincere il titolo. Tra le finaliste c’è Ascoli Piceno, sorta quasi 2.500 anni fa in epoca pre-romana e conosciuta come la “città delle cento torri”. Molto entusiasta il sindaco, Marco Fioravanti, nell’annunciare il risultato della candidatura che negli ultimi mesi ha fortemente impegnato lui, il Comune e l’intero territorio provinciale.”Il dossier è stato molto apprezzato dalla commissione, che ha riconosciuto l’egregio lavoro svolto con passione e dedizione dal nostro team. E allora il percorso prosegue, così come fatto finora: coinvolgendo tutti i Comuni della provincia, ma anche enti, stakeholders, associazioni e tutti i cittadini del Piceno. Perché la Cultura deve rappresentare il vero motore di rinascita del nostro territorio“, ha commentato il sindaco.

Ancora Marche ma questa volta con Pesaro, affacciata sul mare e attraversata dal fiume Foglia, per cui il sindaco, Matteo Ricci e il vicesindaco e assessore alla Bellezza, Daniele Vimini, hanno commentato: “Vogliamo giocare per vincere. Quello ottenuto è un grande risultato che porta con sé tanta responsabilità: quella di giocarsi la partita fino in fondo. Eravamo speranzosi ma nulla era scontato“.

Ascoli Piceno 2024

Piazza Arringo ad Ascoli Piceno

Anche per il Veneto sono le due le città che arrivano in finale: la splendida Chioggia in provincia di Venezia che sorge su un insieme di isolette connesse tra loro da ponti e Vicenza, città Patrimonio dell’Unesco che ospita tante meraviglie artistiche ed architettoniche. “Sapere che, per la prima volta, su 10 città candidate al riconoscimento di ‘Capitale italiana della cultura’ per l’anno 2024 due sono venete testimonia il valore dell’immenso patrimonio culturale posseduto dalla nostra Regione, capace di esprimere, attraverso due città dalla storia secolare e dai tratti identitari diversi e ugualmente molto forti, Vicenza e Chioggia, il suo carattere estremamente articolato“, con queste parole ha commentato il risultato ottenuto il presidente della regione Veneto Luca Zaia.

Vicenza 2024

Una splendida vista di Vicenza

Felicità anche per Grosseto in Toscana, città racchiusa tra bastioni perfettamente conservati. Il sindaco, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ha sottolineato: “Sono orgoglioso di annunciarvi che la nostra città è stata selezionata tra le dieci finaliste per il titolo di Capitale della Cultura 2024. Un risultato storico per Grosseto, possibile grazie all’impegno, al lavoro di squadra – ha poi continuato – ora, uniti e concentrati in vista dell’ultimo grande step: la selezione della città vincitrice che avverrà ai primi di marzo. La sfida continua!“.

Stessa sorte per Viareggio, conosciuta nel mondo come la città del Carnevale. Il sindaco, Giorgio Del Ghingaro ,su Facebook ha festeggiato con le seguenti parole: “Un primo importante risultato che conferma quanto la nostra città sia creativa, attraente, innovativa“.

Grosseto 2024

Piazza Dante a Grosseto

Tra le 10 finaliste anche Mesagne, in provincia di Brindisi, che si distingue per essere una città dalle molteplici sfaccettature e dalle numerose ricchezze. Unica località pugliese a correre per il prestigioso titolo per cui il sindaco, Antonio Matarrelli, ha commentato: “Ci abbiamo sperato e creduto, in tanti, tantissimi, mettendoci anima e cuore. Il sogno è ancora più vicino” Il primo cittadino ha poi aggiunto: “Che gioia, siamo in finale!“, rilanciando l’hashtag #mesagne2024.

Per la Liguria c’è Sestri Levante con il Tigullio in povincia di Genova. Una vera e propria soddisfazione per i 6 magici Comuni promotori – Sestri Levante, Chiavari, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Camogli, Recco –, e per tutti coloro che hanno partecipato al progetto e per la regione. “Un primo, importantissimo traguardo che premia un percorso in cui abbiamo creduto fortemente e a cui abbiamo lavorato con grande intensità nei mesi scorsi – ha dichiarato la sindaca di Sestri Levante, Valentina Ghio a nome dei Comuni promotori e di tutti i Comuni aderenti al progetto -. Non posso nascondere una grande soddisfazione che nasce dal riconoscimento ottenuto e anche e soprattutto dalla capacità che abbiamo avuto di lavorare in maniera coordinata e complementare per tutto il territorio.”

capitale cultura 2024

Uno scatto meraviglioso di Sestri Levante

Poi Siracusa, definita da Cicerone “La città più bella della Magnagrecia”. E qui il sindaco, Francesco Italia, ha fatto sapere che “Con grande gioia apprendiamo di essere tra le 10 città finaliste per il prestigioso titolo. Il mio ringraziamento va innanzitutto all’assessore Fabio Granata che ha lanciato e creduto nella candidatura, da me subito condivisa. Insieme a Fabio Granata, ringrazio tutte le associazioni e le istituzioni cittadine che hanno sostenuto coralmente l’ambizioso progetto“.

Infine, ma non per importanza, in corsa per diventare Capitale della Cultura 2024 anche l’Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento in provincia di Salerno, formata da località  eccezionali come Agropoli, Capaccio, Cicerale, Laureana Cilento, Lustra, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino e Torchiara. “Essere tra i dieci finalisti per il titolo di Città italiana della Cultura per l’anno 2024 è per noi motivo di orgoglio e di grande soddisfazione. E posso dire già oggi che, a prescindere dall’esito, il programma che abbiamo realizzato per questa candidatura sarà interamente realizzato – ha dichiarato Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente dell’Unione dei Comuni – L’intuizione di candidare l’Unione ci sta premiando: la cultura genera cambiamento solo se è diffusa“.

Agropoli 2024

Vista panoramica di Agropoli

Le precedenti Capitali della Cultura e come nasce l’evento

Il progetto della Capitale Italiana della Cultura è nato nel 2014 da un’idea di Dario Franceschini, ministro della Cultura, a seguito della proclamazione della città di Matera a Capitale europea della Cultura 2019. L’iniziativa ha, tra gli obiettivi, quello di “valorizzare i beni culturali e paesaggistici” e di “migliorare i servizi rivolti ai turisti”.

Fino a questo momento in Italia a ottenere questo titolo sono state: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena nel 2015; Mantova nel 2016; Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018, Parma nel 2020 e nel 2021, Procida è la capitale del 2022, Bergamo e Brescia saranno le capitali nel 2023.

Per il ministro della Cultura, Dario Franceschini, “la storia pluriennale di questa sfida ha dimostrato tutta la capacità della cultura di mettere in moto dei meccanismi virtuosi e percorsi di valorizzazione di tutte le città al di là della vincitrice“.

Il passo successivo sarà un’audizione in video-conferenza davanti alla giuria – da effettuare il 3 e 4 marzo – che dovrà poi indicare a Dario Franceschini la candidatura ritenuta più idonea.

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È la Val Gardena la migliore destinazione sciistica italiana

È la Val Gardena la migliore destinazione per gli appassionati di sci in Italia. A confermarlo sono i “World Ski Awards”, il riconoscimento internazionale più prestigioso del turismo invernale. Giunta alla nona edizione, la rassegna ha proclamato ancora una volta il comprensorio delle Dolomiti per eccellenza regina indiscussa delle mete sciistiche del Belapese.

Val Gardena, paradiso per gli amanti degli sci

D’inverno si trasforma in un bianco paesaggio incantato, mentre nei mesi caldi diventa una straordinaria esplosione di bellezze naturali. Valle da sogno per gli esploratori delle Dolomiti, Patrimonio Mondiale UNESCO, la Val Gardena è un vero e proprio paradiso ladino, dove si possono ammirare fenomeni naturali unici: dai contrasti in primavera alla flora alpina che sboccia sugli alpeggi a inizio estate, dall’Eldorado per gli escursionisti, i climber e i mountain biker, alle mistiche giornate autunnali, con gli impressionanti paesaggi montani infuocati delle “Burning Dolomites”. Fino ad arrivare alla stagione invernale, quando diventa la meta più ambita per gli amanti degli sci.

La Val Gardena offre infatti un’ampia area per gli sport invernali, con 500 km di piste uniche, moderni impianti di risalita, 30 km di sentieri per escursioni e 115 km di piste per lo sci di fondo. La si può scoprire a piedi, con gli sci, facendo scialpinismo, con le ciaspole o lo slittino. Oppure, ci si può rilassare, godendo di un paesaggio da sogno e ammirando le montagne direttamente dalla piscina. Un indiscusso punto di riferimento per gli sportivi invernali, grazie al collegamento con Dolomiti Superski, il più grande carosello sciistico al mondo, la Sellaronda e la vicina Alpe di Siusi.

Emozioni uniche sulle “Legendary 8”

Il comprensorio sciistico della Val Gardena è sinonimo di sci eccellente e propone un’offerta estremamente varia di piste, per tutti i livelli di difficoltà, ognuna con una sua storia. Le “Legendary 8” sono le piste più belle e ricche di significato della valle e si sviluppano per un totale di 36 chilometri, tra Ortisei, Santa Cristina e Selva di Val Gardena. Comprendono: la Saslong – la pista dove si svolge la discesa libera di Coppa del mondo, La Longia – la più lunga delle Dolomiti, la Ciampinoi 3, insieme alla Pilat, la Cir, la Bravo, la Falk e la Gardenissima.

Non solo sci: tutto il bello della Val Gardena

Il regno dei “monti pallidi” è una vera scoperta in ogni stagione, per la varietà e particolarità dei suoi paesaggi. Tra queste spettacolari cime sono racchiusi borghi custodi di numerose attrazioni artistiche e culturali, come l’affascinante Ortisei, con l’isola pedonale considerata la più bella delle Dolomiti, o Santa Cristina, splendido paese baciato dal sole ai piedi del Sassolungo. La Val Gardena è anche il regno delle escursioni, tra sentieri pittoreschi che conducono a punti panoramici meravigliosi, rifugi accoglienti ed esperienze naturalistiche uniche.

World Ski Awards: le migliori piste sciistiche

Iniziati nel 2013, i World Ski Awards mirano a migliorare gli standard dell’industria dello sci, premiando le organizzazioni che sono leader nei rispettivi campi. Centinaia di migliaia di professionisti e di semplici utenti, provenienti da tutto il mondo, votano per i prodotti, le destinazioni e i marchi preferiti, eleggendo la migliore stazione sciistica, il migliore hotel per lo sci, il migliore chalet e così via, per ciascuna delle 25 principali nazioni prese in considerazione.

A vincere il premio di migliore località sciistica nel mondo è stato il comprensorio di Verbier, in Svizzera. In Austria ha trionfato Kitzbuehel, in Francia la Val Thorens, in Slovenia Krvavec, in Germania Obersdorf, neg Stati Uniti Deer Valley e in Canada Lake Louise.

Val Gardena migliore destinazione sciistica italiana

Val Gardena, la migliore destinazione sciistica italiana

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Nuove regole per la Svizzera, ora è più facile andarci

Il mondo sembra, finalmente, ammorbidire e semplificare le regole di viaggio. Molti sono i Paesi europei, Italia compresa, che stanno allentando le misure di sicurezza per il contenimento della diffusione del Covid-19. Tra questi c’è anche la vicina e fiabesca Svizzera, che ha cambiato le sue regole d’ingresso sia per i viaggiatori vaccinati, sia per coloro che non lo sono.

Le nuove regole per viaggiare in Svizzera

A partire dal 22 gennaio, le persone che vogliono dirigersi in Svizzera, se completamente vaccinate o guarite dal virus, non devono più presentare il risultato negativo di un tampone. In sostanza, basta esibire il Green Pass che mostra di essere stati vaccinati – con ciclo completo – contro il Covid-19, o di essersi totalmente ripresi dall’infezione.

I non vaccinati e i non guariti, a partire dai 16 anni, devono obbligatoriamente esporre il referto di un test PCR negativo, quindi un tampone molecolare, effettuato non più di 72 ore prima dell’ingresso o, in alternativa, un test antigenico rapido negativo eseguito nelle 24 ore antecedenti il viaggio.

Necessaria per tutti coloro che fanno ingresso in Svizzera in aereo o con gli autobus a lunga percorrenza, la compilazione del modulo d’entrata online, il Passenger Locator Form. Al completamento di tale documento farà seguito un’e-mail contenente un codice QR di conferma che servirà per i controlli al varco d’ingresso nel Paese. Nel caso di mancata compilazione del modulo suddetto, l’Autorità di controllo potrebbe fare una multa di 100 franchi, pari a circa 96 euro. Stessa situazione per chi riempie il modulo fornendo indicazioni non veritiere.

Si consiglia vivamente, prima di mettersi in viaggio, di consultare il sito dell’Ufficio federale della sanità pubblica, e di verificare i provvedimenti in vigore attraverso il Travelcheck interattivo, che fornisce indicazioni specifiche e sempre aggiornate per ogni tipologia di viaggiatore.

Entrata in Svizzera con i minori

L’obbligo di compilare il modulo di ingresso vale anche per i bambini e gli adolescenti di tutte le età che vogliono viaggiare verso la Svizzera, in aereo o in autobus a lunga percorrenza. I minori possono, però, essere inseriti nel documento di un adulto che viaggia con loro.

Le persone al di sotto dei 16 anni sono esentate dall’obbligo del test, a meno che non provengano da un Paese con una variante preoccupante del virus. In tal caso, devono fare un tampone prima dell’imbarco su un velivolo o un autobus, e uno dopo l’entrata in Svizzera.

Regole per il contenimento del Covid sul territorio Svizzero

A seguito della diffusione della variante Omicron, la Svizzera ha parzialmente inasprito le regole di igiene e comportamento da osservare nel Paese.

Mascherine obbligatorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, fondamentale anche all’aperto se non si può tenere costantemente una distanza di sicurezza di 1,5 metri da altre persone.

Per quanto riguarda ristoranti e bar, l’accesso – a partire dai 16 anni – è limitato a coloro che possono dimostrare di essere vaccinati o guariti dal Covid. Possibile togliere la mascherina solo al tavolo e consumare esclusivamente stando seduti (vincolo che decade se le persone vaccinate o guarite dispongono anche di un test negativo). Nelle aree esterne i gestori possono scegliere se limitare l’accesso o meno.

Anche in discoteche e sale da ballo possono accedere solo le persone vaccinate o guarite dal Covid, ma che abbiano anche il risultato negativo di un tampone. Strutture e attività culturali, sportive e per il tempo libero sono aperte e usufruibili solo da coloro che sono vaccinati o guariti.

Chi viola le regole di igiene e comportamento vigenti, rischia una multa che va dai 50 ai 200 franchi, a seconda della gravità dell’infrazione.

Tuttavia, è bene sapere che l’obbligo di presentare il Green Pass potrebbe presto essere soppresso in Svizzera, secondo quanto appreso da autorevoli fonti di governo.

Cosa fare al rientro in Italia dalla Svizzera

Fino al 31 gennaio, coloro che rientrano in Italia dalla Svizzera, oltre a presentare il Green Pass da guarigione o vaccinazione, devono mostrare il risultato negativo di un tampone molecolare effettuato entro 48 ore dal viaggio, o di un test antigenico rapido condotto nelle 24 ore antecedenti il rientro.

I non vaccinati, invece, in aggiunta al risultato del tampone, devono sottoporsi a un isolamento fiduciario di 5 giorni al termine del quale condurre un ulteriore test con esito negativo. Obbligatorio in tutti i casi compilare il modulo di localizzazione, PLF.

Cosa cambia con la nuova Ordinanza

A partire dal giorno 1 febbraio, e fino al 15 marzo, entra in vigore una nuova Ordinanza che alleggerisce le regole di ingresso in Italia, grazie all’abolizione del tampone per i vaccinati e guariti. Scopriamo nel dettaglio cosa fare per il rientro in Italia dalla Svizzera:

  • presentare il Passenger Locator Form debitamente compilato, in versione digitale o cartacea;
  • presentare il Certificato Digitale UE/Green Pass di completamento del ciclo vaccinale con vaccino autorizzato dall’EMA (o certificato equivalente). In alternativa, è possibile mostrare il Certificato Digitale UE /Green Pass rilasciato a seguito della completa guarigione dal virus e cessazione dell’obbligo di isolamento (o certificato equivalente), oppure il Certificato Digitale UE/Green Pass (o certificato equivalente) rilasciato a seguito di test molecolare o antigenico condotto con tampone e risultato negativo (il test molecolare da effettuare nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia, il test antigenico da effettuare nelle 48 ore precedenti il viaggio).

In sostanza, i vaccinati e guariti possono entrare con il proprio Green Pass, mentre i non vaccinati debbono sottoporsi a tampone per fare ingresso in Italia. In caso di mancata presentazione dei documenti richiesti, l’entrata nel nostro Paese è consentita solo a condizione di sottoporsi a 5 giorni di isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria, seguiti da test molecolare o antigenico.

Si rammenta, inoltre, che il PLF è sempre necessario e che in caso di mancata compilazione può essere negato l’imbarco.

Ai soli fini dell’ingresso in Italia, rimane ferma la validità dei certificati digitali UE di vaccinazione prevista dai relativi Regolamenti UE di 9 mesi, mentre sul territorio nazionale, dal giorno 1 febbraio, la validità del Green Pass o certificato equivalente rilasciato a seguito di vaccinazione completa è ridotta a 6 mesi.

Per quanto riguarda i minori, da 0 a 5 anni (quindi fino a 6 anni non compiuti), sono sempre esentati dall’effettuazione del test molecolare o antigenico.

Infine, vi ricordiamo che le regole di viaggio sono in continuo mutamento. Per questo motivo, prima di intraprendere qualsiasi esperienza all’estero, vi invitiamo a visionare i siti istituzionali del Paese di destinazione, e la pagina web del Ministero degli Affari Esteri ViaggiareSicuri.

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Il Lago di Lungern, meraviglia della Svizzera

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Acireale, scoperta una cripta con affresco raffigurante Gesù in croce

Una nuova e importantissima scoperta è avvenuta in Italia e più precisamente ad Acireale, deliziosa località in provincia di Catania: nella sua maestosa Cattedrale è venuta alla luce una cripta al cui interno è contenuto un affresco con Gesù in croce.

Chi ha fatto la scoperta ad Acireale

È stato l’architetto Paolo Bella a condurre gli studi storico-architettonici nelle splendida Cattedrale di Acireale. Lavori che nello specifico hanno interessato l’aspetto più nascosto dell’intero edificio monumentale. Gli studi di ricerca, effettuati grazie all’ausilio di apparecchiature termografiche ed endoscopiche, hanno permesso di individuare la presenza di un vano sepolcrale posto al di sotto della pavimentazione. Si pensa, infatti, che l’attuale Cattedrale ricopra un’area che un tempo era adibita a zona cimiteriale

In seguito alle autorizzazioni pervenute dagli Uffici di Curia e dalla Soprintendenza di Catania, lunedì 24 gennaio alla presenza di Bella, del parroco don Mario Fresta, dell’architetto Antonio Caruso e dei restauratori Gianluca Musumeci e Carmelo Calvagna, si è provveduto alla rimozione di una porzione della pavimentazione posta all’interno della struttura religiosa.

Cosa è stato scoperto nella Cattedrale di Acireale

Grazie all’apertura creata, è stato possibile accedere alla cripta – mantenuta in buono stato – e scoprire il pregevole affresco raffigurante Gesù crocifisso con ai piedi anime del Purgatorio avvolte dalle fiamme. Il vano, come detto, si presenta in buono stato conservativo, sia per quanto riguarda gli intonaci, sia per la struttura muraria, come anche i colatoi.

Una scoperta non indifferente e che dimostra quanto il sottosuolo siciliano, ma di tutto il nostro Paese, sia ricco di opere e manufatti ancora celati. Tuttavia, non si hanno notizie precise relativamente alla datazione di tale dipinto. Sono ancora in corso, infatti, i lavori di studio e messa in sicurezza del sito per accertare a quale periodo storico risalga il ritrovamento.

Cattedrale di Acireale, uno spettacolo

Diventa ancora più bella, quindi, la Cattedrale dedicata a Maria Santissima Annunziata, ma comunemente legata al culto di Santa Venera, protettrice della città, le cui reliquie sono custodite all’interno.

Una chiesa che risale al XV secolo e che nel corso degli anni ha subito numerosi rimaneggiamenti e fino al 1872, periodo nel quale fu insignita del titolo di “Cattedrale”, poiché Acireale divenne diocesi autonoma.

Bellissime anche le opere custodite al suo interno come la Cappella di Santa Venera, dove sono gelosamente mantenute le reliquie della Santa, la statua che la raffigura scolpita da Mario D’Angelo nel 1651 e il fercolo argenteo risalente al 1658-1670.

Non mancano gli affreschi, tutti dipinti da Antonio Filocamo, mentre gli altri nel transetto e nella cupola sono a opera di Pietro Paolo Vasta, tra il 1738-1739. La volta invece è stata decorata da Giuseppe Sciuti alla fine del XIX secolo. Molto suggestiva è la meridiana ornata con i segni dello zodiaco custodita nel transetto e realizzata da C.F. Peters nel 1844 e decorata da G. F. Boccaccini poco dopo.

E fra qualche tempo, grazie a questa importante scoperta, avremo anche la possibilità di ammirare una cripta (in buone condizioni) con al suo interno un affresco di Gesù in croce che si pensa risalgano al 1500-1600, anche se solo ulteriori studi potranno dare maggiori informazioni in merito.

Cattedrale di Acireale scoperta

La facciata della Cattedrale di Acireale

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Tutti i Paesi europei che allentano le restrizioni Covid

In tutta Europa i governatori stanno disponendo un generale allentamento delle misure restrittive per arginare la diffusione dei contagi. I primi Paesi ad aver eliminato divieti e limitazioni sono stati Francia e Regno Unito. Ora si aggiungono l’ Austria, che ha eliminato il lockdown per i non vaccinati, e la Danimarca, che ha di fatto tolto ogni restrizione. In Svezia, invece, le misure anti contagio rimarranno per altre due settimane.

In Francia: via la mascherina all’aperto e riprenderanno i concerti

In Francia dal 2 febbraio non ci sarà più l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Cesseranno anche i limiti alle capienze nei vari locali pubblici, e l’obbligo di lavoro a distanza per almeno tre giorni a settimana. Un ulteriore step verso le riaperture si avrà a partire dal 16 febbraio, quando riapriranno le discoteche, riprenderanno i concerti e sarà nuovamente possibile consumare cibo e bevande al cinema, allo stadio e sui mezzi di trasporto.

Il Passe Vaccinale– l’equivalente del nostro Super Green Pass – , per i maggiori di 16 anni, andrà a sostituire il passe sanitaire (ottenibile anche con un tampone negativo) ossia il nostro Green Pass base. Servirà per accedere a: ristoranti, teatri, stadi, aerei e treni ad alta velocità.

In Inghilterra: niente pass sanitario per accedere ai locali. Mascherine solo al chiuso

In Inghilterra è cessato l’obbligo di indossare le mascherine, suggerendo di indossarle comunque in luoghi chiusi o affollati, ma non nelle scuole, e sono state revocate alcune restrizioni. Ci si affida al buonsenso, insomma.  Il lavoro a distanza non verrà più raccomandato ufficialmente e il pass sanitario non sarà più necessario per accedere ai locali e partecipare agli eventi.

L’Austria elimina il lockdown per i non vaccinati

In Austria, dal 1 febbraio – in cui scatta l’obbligo vaccinale per gli over 18. -nonostante la variante Omicron non abbia ancora raggiunto l’apice, è stato eliminato il lockdown per i soggetti non vaccinati. Una scelta, a detta del governo di Vienna, orientata a limitare il più possibile provvedimenti drastici e restrittivi. Intanto il 4 febbraio scatterà l’obbligo di vaccinazione anti Covid: sarà il primo caso in Europa.

Va ricordato che per entrare in Austria, dall’estero, è richiesto il certificato vaccinale,  con validità di 270 giorni a partire dalla seconda dose o dal monodose o prova di guarigione dal Covid negli ultimi 6 mesi. E’ inoltre necessario in aggiunta, un test molecolare PCR con esito negativo effettuato nelle 72 ore precedenti. Chi è sprovvisto di certificato vaccinale o di guarigione validi, è obligatorio registrarsi on line, al sito https://entry.ptc.gv.at/, e osservare una quarantena di 10 giorni, che può essere interrotta effettuando un test molecolare, che deve avere esito negativo, non prima di 5 giorni dopo l’ingresso nel Paese.

Meno restrizioni in Danimarca

Anche in Danimarca la direzione è quella di eliminare completamente le restrizioni a partire dall’1 febbraio. La proposta del ministro della Salute Magnus Heunicke è ancora in attesa dell’approvazione del Parlamento.  Più cauti in Svezia dove si è invece deciso di prolungare le misure restrittive per altre due settimane.

La variante Omicron, secondo il governo svedese, è ancora in fase calda di diffusione nel Paese scandinavo, quindi bar e ristoranti continueranno ad abbassare le serrande alle 23, con un limite di 500 persone all’interno di locali al coperto.

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Sul Treno Rosso del Bernina, il trenino dell’amore

È rosso come l’amore, ed è uno dei viaggi più romantici che si possano fare. Quello a bordo del Bernina Express o Treno Rosso del Bernina, il treno panoramico che parte da Tirano, in Valtellina, e che arriva fino a St Moritz, in Svizzera, e che è diventato un Patrimonio mondiale dell’Unesco.

Per tutto il mese di febbraio, si viaggia in due sul Trenino Rosso del Bernina a 99 euro con un pranzo a St. Moritz incluso, prima che il treno vi riporti a Tirano. Un viaggio che vale assolutamente provare.

I paesaggi che attraversa il Bernina Express sono tra i più belli dell’arco alpino. Un’esperienza che fa davvero innamorare.

Non un semplice treno

È un insieme di ingegneria meccanica e civile, per il suo percorso che sfrutta ponti, gallerie e passaggi mozzafiato. Come il viadotto elicoidale di Brusio, il vero emblema della linea del Bernina. Una volta passata la stazione di Brusio, la linea ferroviaria compie un intero giro su se stessa, permettendo al treno di superare un notevole dislivello senza attraversare un solo tunnel. Il percorso, all’aperto, al di sopra del viadotto, offre ai passeggeri un’ottima visuale su quest’opera magistrale della tecnica ferroviaria e sul fantastico panorama svizzero.

O come la curva di Montebello. Il Bernina Express supera questa curva dietro a Morteratsch e offre, guardando a sinistra in direzione di marcia, una vista da sogno sul massiccio del Bernina e sul ghiacciaio del Morteratsch, il terzo ghiacciaio delle Alpi orientali situato nell’omonima valle. Anche la vetta più alta delle Alpi orientali si staglia imponente sulla scena: il Piz Bernina, alto 4.049 metri.

O ancora, la galleria elicoidale tra Preda e Bergün dove, in una tratta di soli 6 chilometri, ci sono 418 metri di dislivello. Per questo, è stato necessario raddoppiare la lunghezza della linea ferroviaria per non superare il dislivello massimo del 35 per mille. La ferrovia attraversa in tutto cinque gallerie elicoidali, quattro vallate e numerosi tunnel, viadotti, dighe e burroni più piccoli.

Paesaggi da cartolina

Il Trenino Rosso del Bernina costeggia anche paesaggi fiabeschi, che sembrano usciti da una cartolina. Il Lago di Poschiavo è uno di questi. E il Bernina Express lo costeggia in parte. Un altro punto incredibile è all’altezza dell’Ospizio Bernina. Il valico del passo è uno dei momenti clou del percorso a bordo del treno. Con i suoi 2.253 metri d’altitudine, l’Ospizio Bernina, sull’omonimo passo, è la stazione più alta della Ferrovia retica. Prima di salire in quota, il treno supera lo spartiacque tra il Mar Nero e l’Adriatico, con i tre laghi Lej Pitschen, Lej Nair e Lago Bianco.

Nel tratto tra Celerina e Bever, si possono ammirare le case engadinesi, le tipiche costruzioni contadine con gli imponenti muri di pietra, le profonde finestre allineate e gli “sgraffiti”, una particolare decorazione che abbellisce le facciate.

Per non parlare dei castelli. Il comune di Domleschg è una delle zone più ricche di castelli d’Europa, vista la sua posizione di passaggio per i passi alpini dello Spluga, del San Bernardino e del Giulio. La costruzione più imponente è il castello di Ortenstein, che veglia dall’alto di uno strapiombo di120 metri sul Comune di Tomils.

Il viaggio a bordo del Bernina Express è una delle esperienze più belle che si possano fare, d’estate come d’inverno. Quando i paesaggi sono completamente innevati i treno sembra viaggiare sospeso nello spazio. E nel tempo.

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Il Bernina Express viaggia in mezzo alla neve