Categorie
Green Pass Notizie Viaggi

Green Pass senza scadenza e addio alle zone rosse

Anche in Italia, come in molti altri Paesi d’Europa, le regole relative al contenimento della diffusione del Covid-19 vengono allentate sempre di più. Tante sono le novità degli ultimi giorni, ma per quanto riguarda i viaggi le più importanti sono certamente quelle legate al Green Pass.

Green Pass senza scadenza

Una notizia che era nell’aria da tempo e che (finalmente) è diventata realtà: il Green Pass, per coloro che si sono sottoposti alla terza dose di vaccino, o che hanno completato il ciclo di vaccinazione primario e sono guariti dal Covid, ha scadenza illimitata.

Prolunghiamo la vigenza del Green Pass dopo il booster“. “Oggi è di 6 mesi e non avendo ancora le nostre autorità scientifiche individuato un percorso per la quarta dose, che sarà oggetto di un confronto sul piano tecnico-scientifico, la valutazione del Governo è di non porre limiti alla durata del Green Pass dopo il booster“, ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri sulle nuove misure di contrasto al Covid-19.

Rimane invariata, invece, la validità del Green Pass per coloro che si sono sottoposti a due dosi o al vaccino monodose: a partire dall’1 febbraio la scadenza è di 6 mesi dal completamento della vaccinazione e non più di 9.

Cosa bisogna fare per aggiornare il Green Pass

Il Ministero della Salute provvederà ad aggiornare automaticamente la piattaforma e il Certificato Verde. Un adeguamento che però dovrebbe avvenire solo nel momento in cui il decreto verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Zona rossa solo per i non vaccinati

Un’ulteriore novità riguarda le fasce di colori regionali. Infatti, verranno eliminate le restrizioni, anche in zona rossa, per tutte le persone che si sono vaccinate contro il Covid-19.

Ciò vuol dire che i divieti previsti nelle eventuali aree ad alto rischio rimarranno in vigore esclusivamente per le persone non vaccinate. In sostanza, chi avrà un Green Pass valido da vaccinazione o guarigione potrà condurre una vita normale e senza più distinzioni tra i colori delle regioni.

Arrivi dall’estero, le novità

Le norme sugli arrivi dall’estero sono già state allentate alcuni giorni fa e sono in vigore a partire dall’1 febbraio (per tutte le novità potete cliccare qui). Ma ulteriori sono arrivate con l’ultimo Consiglio dei Ministri.

Come risaputo, la scadenza del Green Pass in Europa è di 9 mesi, mentre all’interno dei confini nazionali è di 6. Tradotto vuol dire che per i rientri o gli arrivi dall’estero in Italia, il Green Pass dura 9 mesi, mentre per partecipare alle attività sul territorio nazionale ne vale 6, a meno che non ci si sia sottoposti alla terza dose di vaccino o che si sia guariti dal Covid dopo il completamento del ciclo vaccinale primario.

Per questo motivo, ai soggetti provenienti da uno Stato estero in possesso di un certificato rilasciato dalle competenti Autorità sanitarie estere di avvenuta guarigione o vaccinazione, con un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente in Italia, nel caso in cui siano trascorsi più di 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario o dall’avvenuta guarigione dal Covid, è consentito l’accesso ai servizi e alle attività per i quali sul territorio nazionale sussiste l’obbligo di possedere il Green Pass rafforzato, previa effettuazione di un tampone antigenico rapido (entro le 48 ore) o molecolare (entro le 72 ore) con esito negativo.

Nell’eventualità di vaccinazioni con sieri non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti in Italia, l’accesso ai servizi e alle attività è consentito in ogni caso a seguito dell’effettuazione di test rapido o molecolare (nelle stesse tempistiche riportate sopra).

Una norma che prende in considerazione una raccomandazione dell’Unione europea e che si è resa necessaria perché in altri Paesi del mondo il Green Pass ha una validità più lunga che da noi, 9 mesi contro 6. Chi arriva da fuori, quindi, dovrà fare il tampone per accedere a una lunga serie di servizi, come entrare in hotel o andare al ristorante.

Le novità sulle mascherine

Infine, vi ricordiamo che a breve non sarà più obbligatorio indossare le mascherine all’aperto. Nel dettaglio: dall’11 febbraio sarà necessario indossare i dispositivi di protezione esclusivamente nei luoghi al chiuso. Nei bar e nei ristoranti va messa soltanto quando ci si alza dal tavolo.

Nei cinema e nei teatri va indossata sempre. Nelle palestre e nei centri sportivi soltanto quando si sta nelle aree comuni e si può naturalmente togliere quando si fa attività sportiva. Su treni, aerei, navi e su tutti i mezzi del trasporto pubblico locale è obbligatorio indossare le FFP2. I contatti stretti dei positivi con terza dose da meno di 120 giorni non fanno quarantena, ma devono indossare per dieci giorni la FFP2 e rispettare l’autosorveglianza.

Categorie
mare Notizie Sardegna Viaggi

Il rifugio d’amore di Monica Vitti e Antonioni è in Sardegna

Una risata contagiosa, che racchiudeva mondi infiniti. Una voce roca che l’ha resa unica e inimitabile nel panorama cinematografico italiano, quel talento eccezionale che le permetteva di spaziare dal dramma alla commedia brillando nell’uno e nell’altra, come riescono a fare solo le vere stelle.

Si è spenta a 90 anni l’immensa Monica Vitti, attrice capace di interpretare ogni ruolo con intensa vitalità, ironia e carisma. Di bellezza e bravura ugualmente prorompenti, Maria Luisa Ceciarelli (questo il suo vero nome) è stata musa di registi del calibro di Ettore Scola, Mario Monicelli, Alberto Sordi e Michelangelo Antonioni. Con quest’ultimo, intrecciò una relazione artistica e sentimentale, diventando anche la protagonista nella celebre tetralogia cosiddetta “dell’incomunicabilità”. La coppia, per un po’ ha condiviso un nido d’amore speciale, in uno dei luoghi più belli della Sardegna.

Il rifugio d’amore di Vitti e Antonioni in Sardegna

A fare da sfondo alla storia d’amore tra Monica Vitti e Michelangelo Antonioni è la selvaggia e incontaminata Costa Paradiso, tra il blu del mare del Golfo dell’Asinara e un paesaggio granitico coperto dalla macchia mediterranea. Il territorio racchiude un tratto di costa della Sardegna nord-occidentale, ed è un sogno d’acqua cristallina e spiagge, panorami mozzafiato e piscine naturali delimitate da rocce scolpite dai venti.

È proprio qui che sorge una delle più importanti opere di architettura contemporanea della Sardegna. Venne battezzata “La Cupola” per via della sua particolare forma, e progettata dall’architetto Dante Bini come residenza estiva di Michelangelo Antonioni e Monica Vitti. La sua costruzione iniziò nel 1964 durante le riprese del film “Deserto Rosso”. Fu in quell’occasione che il regista conobbe l’imprenditore Pierino Tizzoni, che stava acquistando alcuni terreni sul mare sui quali costruire quello che poi sarebbe diventato il villaggio turistico di Costa Paradiso, oggi parte del territorio di Costa Rossa. Antonioni si innamorò perdutamente del fascino selvaggio di quei luoghi e affidò il progetto del rifugio d’amore suo e di Monica Vitti all’architetto che l’attrice aveva conosciuto durante le vacanze a Cortina d’Ampezzo.

Per realizzarla, venne utilizzata la tecnica sostenibile della binishell, successivamente ripresa in tutto il mondo, di cui il nido d’amore di una delle coppie più celebri del cinema di allora è stato l’esempio più famoso. Un’opera interessante dal punto di vista ingegneristico ma anche paesaggistico, perfettamente integrata con l’ambiente circostante, che divenne punto di incontro di tanti registi, attori, artisti e intellettuali dell’epoca.

La villa oggi versa in stato di totale abbandono, preda degli agenti atmosferici e del vandalismo. Nel 2015 il Ministero dei Beni Culturali, riconoscendone il notevole interesse culturale, ha vincolato la struttura al fine di tutelarla e salvaguardarla. Nel 2020 è stata candidata al Censimento dei Luoghi del Cuore del FAI, con lo scopo di riportare l’attenzione verso un bene culturale di importanza significativa a livello internazionale.

Costa Paradiso, uno dei luoghi amati da Monica Vitti

Scenario naturale di incomparabile bellezza, la Costa Paradiso, che in passato ha stregato anche Monica Vitti, è un villaggio residenziale su uno dei tratti più belli della celebre Costa Rossa in Gallura, dove il mare dai colori straordinari è lambito dalla costa rocciosa e frastagliata, e falesie dalle forme bizzarre. Da qui si gode dei più bei tramonti della Sardegna.

Le spiagge, tra cui la bellissima Li Cossi, sono selvaggi fazzoletti di sabbia e scogli, baie incantevoli che racchiudono gemme d’acqua salata, molte raggiungibili solo in barca o con lunghe camminate attraverso impervi sentieri. Un territorio di una bellezza che ha sicuramente commosso e ispirato la coppia Vitti-Antonioni, scenario naturale di una storia d’amore diventata immortale.

Rifugio amore Monica Vitti Antonioni Sardegna

La spiaggia di Li Cossi, tra le più belle di Costa Paradiso

Categorie
linee aeree Notizie offerte Viaggi

L’incredibile offerta di Wizz Air, biglietti aerei a 4,99 euro

È valida solo per oggi l’offerta di Wizz Air per volare a prezzi a dir poco ridicoli fino al 31 marzo. Ci sono biglietti aerei a 4,99 euro (a tratta) per tantissime destinazioni.

Abbiamo cercato le mete più interessanti raggiungibili a prezzi bassi e abbiamo trovato voli da Milano Bergamo a Varsavia e da Napoli a Nizza che vi consigliamo di prenotare.

Perché andare a Varsavia

Conosciuta la “Parigi del Nord” per i sontuosi palazzi neoclassici e i larghi viali alberati, Varsavia è una delle città più affascinanti d’Europa da visitare almeno una volta nella vita. La splendida Capitale della Polonia è tra le mete più ambite ed è in grado di stupire grazie a scorci suggestivi e alle innumerevoli attrazioni che testimoniano la sua lunga (e spesso difficile) storia.

Se decidete di organizzare la prossima vacanza a Varsavia, ecco le cinque esperienze che non potrete assolutamente lasciarvi sfuggire.

  1. Perdervi nella Città Vecchia: Patrimonio dell’Unesco, sorprende per i molti esempi di architettura rinascimentale e barocca, che il luogo ideale dove respirare arte, cultura e storia. Passeggiate senza fretta e lasciatevi incantare dalla Piazza del Castello, Piazza del Mercato, cuore e simbolo di Varsavia, e dalla Residenza di Wilanow, la Versailles polacca circondata da un parco spettacolare.
  2. Visitare il Castello Reale: residenza ufficiale dei monarchi polacchi, distrutto dai nazisti e poi definitivamente ricostruito nel 1984, conserva gli arredi originali e custodisce una pregevole collezione di dipinti tra cui spiccano due opere di Rembrandt.
  3. Passeggiare per il Parco Lazienki: in passato residenza reale estiva, oggi è un museo che custodisce incantevoli edifici storici tra cui il Palazzo sull’Acqua, il Palazzo Myśliewicki, la Casa Bianca, l’Orangeria, nonché numerosi templi e statue. Il monumento più visitato è quello dedicato a Chopin, la cui sublime musica risuona nel parco da primavera ad autunno inoltrato.
  4. Mangiare gli Smalec: non c’è viaggio senza cibo e provare gli Smalec è un must. Sono crostini di pane spalmati con strutto, cipolla e maggiorana (e a volte un po’ di vodka), un antipasto dal sapore aromatico ma, al tempo stesso, delicato.
  5. Salire sul Pkin: questo Palazzo della cultura e della scienza ha visto, nel corso degli anni, l’esibizione di numerosi artisti. L’edificio è alto 237 metri e ha 42 piani, su cui si distribuiscono cinema, uffici, teatri, sale congressi, musei e una piscina. Al 30° piano c’è una terrazza panoramica, aperta ogni giorno, da cui godere di una vista mozzafiato sulla Capitale.
Varsavia rinata

Varsavia, in Polonia

Categorie
crociere Notizie Viaggi

Nuove navi, nuove crociere e nuove (inedite) rotte

Quest’anno ci saranno tante novità per chi è amante delle crociere. MSC ha appena annunciato il calendario della prossima estate. Nuovi porti, nuove navi, nuove rotte, nuove misure anti Covid. Tanti motivi convincenti anche per chi non ha mai provato a partire per una crociera. Ecco tutte le novità.

Nuove navi da crociera

Salperanno quest’anno due nuovi classi di navi da crociera: la Seascape della classe Seaside Evo e la World Europa della World Class, la prima di una serie di navi “green” che vanno a Gas naturale liquefatto (GNL). In attesa di una supernave che arriverà nel 2023, la MSC Euribia, che sarà la più grande nave mai costruita da un cantiere italiano.

La nuova MSC Seascape

La Seascape sarà la gemella della Seashore battezzata lo scorso novembre. Innovativa e high tech, questa nave avrà spazi esterni pensati per il relax, il buon cibo e l’intrattenimento, grazie a 13.000 metri quadrati di ponti scoperti, una passerella fronte mare fiancheggiata da aree dove mangiare, bere, nuotare e prendere il sole, una piscina di poppa, Infinity Aft, ascensori panoramici e il mozzafiato skywalk di vetro, Bridge of Sighs.
Su questa nave ci sarà per la prima volta in mare MSC RoboCoaster, un’emozionante esperienza per tutti gli amanti dell’adrenalina a bordo.

I nomi delle aree a bordo della nave saranno ispirati a New York City, con un’imponente replica alta tre metri della Statua della Libertà nel cuore del casinò e un’ampia area commerciale e di intrattenimento chiamata Times Square. La caratteristica principale di questa nuova area è una parete Led alta 8,5 metri che si estende su quattro ponti, con una proiezione dell’iconico skyline di Manhattan che può cambiare dal giorno alla notte. Con 703 metri quadrati di spazi dedicati ai bambini, la nave avrà l’area bimbi più grande della flotta e con i suoi 339 metri, la Seascape sarà la nave più lunga di MSC.

La nuova MSC World Europa

La MSC World Europa sarà una gigantesca nave dal design futuristico e una prua a 90° a forma di freccia che potrà ospitare 6.314 passeggeri in 2.631 cabine di tantissime tipologie. La forma a “Y” a poppa si aprirà sull’Europa Promenade, lunga 104 metri, che offrirà una vista mozzafiato sul mare e sarà divisa in una parte aperta e un’altra coperta da un imponente schermo a LED, che trasmetterà giochi di luci durante l’intero arco della giornata. Da dicembre, poi, la nave si trasferirà negli Emirati. Una delle caratteristiche della promenade sarà The Spiral, un elemento architettonico centrale sotto forma di uno scivolo a secco che si estenderà per 11 ponti. Le dimensioni della nave consentiranno di avere aree completamente distinte, ognuna con il proprio stile e le proprie esperienze. Si potrà passare da una tranquilla area zen per soli adulti alla vivace Promenade con intrattenimento, negozi e bar, fino a un’area separata per le famiglie che ospiterà ben dieci nuove strutture per bambini. A bordo anche l’immancabile Aurea Spa e lo Yacht Club, una nave nella nave.

La Seascape e la World Europa andranno così ad aggiungersi alle altre navi MSC. Saranno 15 le navi della compagnia in servizio la prossima estate con 110 itinerari tra cui scegliere.

Nuovi porti e nuovi itinerari

Solo in Italia ci saranno ben 15 porti, tra cui anche alcuni nuovi. Come il proto di Olbia, in Sardegna, dove faranno tappa le navi che navigheranno nel Mediterraneo occidentale dirette in Spagna. Poiché sono previste anche delle nuove rotte – alcune dopo l’estate – tra i nuovi porti ci saranno anche Southampton, in Gran Bretagna, Tunisi e Haifa, in Israele. Il presidio della compagnia sarà quindi elevatissimo.

Sono quattro, infatti, le aree geografiche dove si potrà andare in crociera. Oltre al Mediterraneo Orientale e Occidentale, anche il Nord Europa, i Caraibi e gli Emirati Arabi Uniti, per un totale di 450 diverse crociere.

La maggior parte delle navi solcherà il Mediterraneo (11). Ce ne saranno cinque posizionate nel Nord Europa, due nel Mar dei Caraibi – con tappa obbligata nella meravigliosa isola privata di MSC, Ocean Cay, alle Bahamas – e una, la MSC Bellissima, una delle prime navi smart mai costruite, che da aprile a giugno sarà fissa negli Emirati.

Novità per le escursioni

Tornare alla normalità è la vera notizia che tutti quanti aspettavamo. Da quest’anno, si potranno fare escursioni in autonomia, sempre se le normative del Paese che si visita lo permetteranno, naturalmente. Tra i punti di forza del protocollo anti Covid studiato da MSC, infatti, finora c’era l’obbligo di prendere parte solo ed esclusivamente a escursioni organizzate dalla compagnia perché protette. Una sorta di “bolla” per evitare di venire a contatto con esterni non vaccinati o non tamponati. Poiché per salire a bordo di una nave da crociera MSC, invece, è necessario sottoporsi a tamponi oltre che aver fatto il ciclo vaccinale, la crociera si è dimostrata essere il tipo di vacanza più sicuro in assoluto. A bordo delle navi MSC, tutti gli ospiti dai 12 anni in su devono essere vaccinati e tutti, a partire dai 2 anni di età, sono tenuti a presentare un test con esito negativo prima dell’imbarco

Crociere sempre più sicure

Oltre al protocollo già sperimentato, e che ha funzionato talmente bene da essere stato preso a esempio per altri tipi di viaggi, MSC ha deciso di implementare ulteriormente le misure a favore dei passeggeri con un’assicurazione supplettiva solo per il Covid.

Inoltre, le prenotazioni delle crociere saranno sempre più flessibili. Non solo il passeggero può riprogrammare il proprio viaggio, ma può anche cambiare i nominativi della prenotazione. Si possono effettuare modifiche fino a 15 giorni prima della partenza senza alcuna penale (21 giorni nel caso di prenotazioni Fly&Crcuise).

MSC-Bellissima

La MSC Bellissima

Categorie
crociere Notizie Viaggi

Il Festival di Sanremo si trasferisce su una nave da crociera

In occasione della 72° edizione del Festival di Sanremo, per la prima volta l’evento si trasferisce – anche – a bordo di una nave da crociera. La Costa Toscana, la nuova nave “green” della compagnia di navigazione italiana, farà da palcoscenico galleggiante per i collegamenti in diretta di due star: Orietta Berti e Fabio Rovazzi.

Il Festival di Sanremo in crociera

Insieme alla coppia di conduttori “on board”, ci saranno molti artisti italiani che si esibiranno ogni sera sul palco di uno dei teatri della nave. Primo fra tutti, Ermal Meta. Oltre al palco del Teatro Ariston di Sanremo, quindi, anche la nave di Costa Crociere sarà una presenza fissa al festival.

“Ci auguriamo che la nostra iniziativa possa sostenere la ripresa del settore turistico, di cui l’Italia ha tanto bisogno”, ha commentato Mario Zanetti, direttore generale di Costa Crociere.

Orietta Berti e Fabio Rovazzi saranno anche gli interpreti di una web serie, trasmessa sui canali social di Costa, che racconterà la loro esperienza su Costa Toscana al Festival di Sanremo e permetterà di scoprire la nuova nave. I sei episodi della serie sono stati ideati dallo stesso Fabio Rovazzi insieme all’agenzia che si occupa dei social media di Costa. A bordo non è prevista la presenza di pubblico. La nave si fermerà dvanti al porto di Sanremo fino al 6 febbraio.

Com’è fatta la Costa Toscana

A partire dal 5 marzo, poi, salperà per la sua prima crociera in partenza da Savona. Costa Toscana è la nuova nave battente bandiera italiana di Costa. Costruita nel cantiere Meyer di Turku, in Finlandia, è stata progettata come una vera e propria “smart city” itinerante: la nave, infatti, è alimentata a gas naturale liquefatto, la tecnologia più avanzata nel settore marittimo per abbattere le emissioni. A bordo viene effettuato il 100% di raccolta differenziata e il riciclo di materiali come plastica, carta, vetro e alluminio. L’intero fabbisogno giornaliero di acqua è soddisfatto trasformando quella del mare tramite l’utilizzo di dissalatori. Il consumo energetico è ridotto al minimo, grazie a un sistema di efficientamento energetico intelligente.

La nave è un tributo alla nostra Toscana ed è il frutto di un progetto creativo curato da Adam D. Tihany, che ha voluto esaltare e far rivivere agli ospiti (fino a 6.554 passeggeri) il meglio di questa meravigliosa regione italiana che dà il nome non soltanto alla nave, ma anche ai ponti e alle principali aree pubbliche.

Tutto Made in Italy: arredamento, illuminazione, tessuti e accessori, di serie e disegnati appositamente per Costa Toscana da 15 partner altamente rappresentativi dell’eccellenza italiana. L’offerta di bordo si integra perfettamente in questo contesto straordinario: dalla Solemio Spa, alle aree dedicate al divertimento, dai bar tematici ai 16 ristoranti e aree dedicate alla “food experience”, tra cui il ristorante dedicato alle famiglie con bambini e il Ristorante LAB, dove sperimentare le proprie abilità in cucina sotto la guida degli chef della nave.

Il cuore della nuova ammiraglia, lunga 337 metri (più di tre campi da calcio) e con una stazza lorda di 185.000 tonnellate (circa quattro volte il Titanic) è il Colosseo, uno spazio al centro della nave sviluppato su tre ponti dedicato agli spettacoli. Gli schermi luminosi, posizionati sia sulle pareti sia sulla cupola, offrono la possibilità di creare una storia diversa in ogni porto di scalo e in ogni momento della vacanza.

Da non perdere anche la grande scalinata affacciata a poppa, su tre ponti: il luogo ideale per i momenti di intrattenimento degli ospiti, con una balconata all’aperto sull’ultimo ponte il cui pavimento di cristallo fa vivere l’emozione di volare sul mare. Per rilassarsi e godersi il sole a bordo ci sono quattro piscine, di cui una coperta con acqua salata, con il beach club, che ricrea l’atmosfera di un vero e proprio stabilimento balneare. Confortevoli ed eleganti anche le oltre 2.600 cabine che rispecchiano lo stile e il gusto italiani. La categoria di cabine con “terrazza sul mare” offre una splendida dependance dove fare colazione, sorseggiare un aperitivo o godersi il panorama.

Costa Toscana

La nuova nave da crociera Costa Toscana

Categorie
Asia Israele itinerari culturali Notizie Viaggi

Scoperta sensazionale in Israele: così cambia la storia

La Galilea è una delle zone più interessanti di Israele. Dal punto di vista naturalistico, ma anche archeologico e nell’ambito della paleontologia. Oltre che per la tradizione spirituale, questa regione è davvero unica al mondo proprio per la straordinaria storia dell’uomo preistorico e per le evidenze qui lasciate.

È di recente una scoperta a dir poco sensazionale. Vicino al lago di Galilea, sono stati rinvenuti i resti di un insediamento che risale a 23mila anni fa. L’analisi dei resti animali ritrovati dimostra che qui gli antichi abitanti prosperavano in maniera straordinaria.

La scoperta straordinaria

Uno studio pubblicato a fine gennaio sulla rivista Plos One dal team dell’Istituto di archeologia dell’Università ebraica di Gerusalemme, infatti, ha messo in evidenza i ritrovamenti di resti di un campo di pescatori-cacciatori-raccoglitori precedentemente sommerso sulle rive del lago di Galilea. Attraverso un’attenta analisi della varietà e dell’uso dei resti di animali, il team ha concluso che questi sopravvissuti all’ultima era glaciale prosperavano, mentre la maggior parte dei loro contemporanei, in altre parti del mondo, erano quasi affamati, a causa della temperatura estremamente fredde.

La storia del sito israeliano

Il sito israeliano, noto come Ohalo II, fu occupato alla fine della massima espansione dell’ultima era glaciale, tra 23.500-22.500 anni fa. Ohalo II è noto per l’eccellente conservazione delle capanne a cespuglio e dei resti botanici. Lo studio, guidato dalla studentessa di dottorato dell’università Tikvah Steiner, sotto la supervisione della professoressa Rivka Rabinovich e dell’archeologo dell’Università di Haifa, il professor Dani Nadel che ha effettuato gli scavi del sito, ha esaminato la dieta e l’uso di parti di animali per determinare il benessere e lo stile di vita degli antichi abitanti di questa zona.

Durante la massima espansione dell’ultima era glaciale, le calotte glaciali coprivano gran parte del Nord America, del Nord Europa e dell’Asia, influenzando profondamente il clima terrestre causando siccità, desertificazione e un forte calo del livello del mare. Ironia della sorte, Ohalo II è stato scoperto nel 1989, in seguito a condizioni di siccità che hanno abbassato di diversi metri il livello dell’acqua del lago di Galilea.

Gli scavi archeologici

Gli scavi sono stati effettuati tra il 1989-1991 e di nuovo tra il 1998-2001. Il sito si estende per 2000 metri e si trova vicino alla punta meridionale della zona moderna del lago di Galilea, a circa 9 chilometri a Sud di Tiberiade. Il sito contiene i resti di sei capanne a cespuglio di forma ovale, focolari a cielo aperto, la tomba di un maschio adulto, oltre a varie installazioni e cumuli di rifiuti. Abbondanti materiali organici e inorganici forniscono una ricchezza di informazioni sullo stile di vita dei pescatori-cacciatori-raccoglitori che abitavano quest’area.

Una scoperta che cambia la storia

Da un’attenta analisi di 22.000 ossa di animali rinvenute nel sito, tra cui gazzelle, cervi, lepri e volpi, nonché dalla documentazione precedente sul numero di resti di piante carbonizzate, strumenti di selce e chicchi di cereali, il team ha concluso che Ohalo II presenta un quadro di sussistenza diverso rispetto alla maggior parte degli altri siti del periodo Mesolitico.

Le oscillazioni climatiche durante l’ultimo periodo della massima glaciazione hanno avuto effetti minimi sull’Alta Valle del Giordano, in particolare vicino a Ohalo II, consentendo a quelle persone di utilizzare un’ampia nicchia ecologica composta da varie piante commestibili, mammiferi, rettili, uccelli e pesci.

“Nonostante la loro capacità di cacciare animali anche di grandi dimensioni, questi abitanti cacciavano una vasta gamma di prede e avevano strumenti e tempo sufficienti per sfruttare appieno le carcasse di animali fino al midollo”, ha spiegato Steiner. Allo stesso modo si può notare come “le tartarughe siano state apparentemente selezionate secondo una specifica linea, il che potrebbe suggerire che i loro gusci da usare come ciotole, e non la loro carne, fossero l’obiettivo principale. La lepre e la volpe sono state probabilmente cacciate per le loro pelli”, ha concluso la ricercatrice.

Gli studi attuali si sono concentrato sui resti di rettili, uccelli e mammiferi trovati in una delle capanne durante le sue tre occupazioni consecutive. Nell’ambito dello studio, sono state effettuate l’identificazione e la quantificazione delle diverse specie animali: sono state misurate le dimensioni ossee e le superfici ossee sono state sottoposte ad esame spettroscopico per identificare segni di taglio e usura.

Inoltre, una studentessa post-dottorato all’Università ebraica ed esperta in erpetologia, la dott.ssa Rebecca Biton, ha scoperto che le tartarughe erano tutte di taglia uniforme, il che potrebbe indicare una selezione consapevole, da parte dei cacciatori, di una dimensione specifica di tartaruga per l’utilizzo del loro guscio.

Secondo il team dei ricercatori, Ohalo II è un meraviglioso esempio di una vera economia ad ampio spettro durante l’ultima era glaciale, proprio all’inizio del periodo epipaleolitico. Una scoperta sensazionale, insomma.

scoperta-israele-lago-galilea

Gli scavi archeologici a Ohalo II, in Israele

Categorie
Notizie trekking vacanze avventura Viaggi

Antico e sacro: riapre il sentiero più bello del mondo

C’è un luogo che incanta e affascina come poche altre cose al mondo. Stiamo parlando del Bhutan, il regno buddista sull’Himalaya orientale, il Paese della felicità, quello dei monasteri, delle fortezze e della spiritualità. Il luogo dove è possibile contemplare la natura che regna sovrana dai templi a strapiombo sulle montagne e dalle cime del più imponente sistema montuoso del mondo che abitiamo.

Lo stesso luogo che conosciamo anche come Terra del Drago del Tuono, quello che ospita uno dei sentieri più antichi, sacri e meravigliosi del nostro pianeta: il Trans Bhutan Trail.

Trans Bhutan Trail: la riapertura dell’antico sentiero

Sono passati 60 anni dall’ultima volta che questo percorso è stato attraversato e ora, finalmente, il Trans Bhutan Trail sarà restituito ai cittadini del mondo. Dopo due anni di ristrutturazione, infatti, lo storico itinerario che collega nove distretti, 28 governi locali, due comuni, un parco nazionale e 400 siti di interesse storico e culturale, sarà riaperto.

Il Trans Bhutan Trail, sacro e antico, si snoda per un percorso di circa 403 chilometri e attraversa i luoghi iconici, spirituali e straordinari del Paese, tra cui anche le montagne dell’Himalaya e i suggestivi templi buddisti. L’inaugurazione del sentiero avverrà a marzo mentre l’accesso a cittadini e viaggiatori internazionali sarò garantito, probabilmente, entro il mese di aprile.

L’avventura potrà essere condotta a piedi o in bicicletta e regalerà una delle esperienze più mistiche e suggestive di sempre. Un sogno che si avvera, questo, che permette a cittadini, viaggiatori e pellegrini di toccare con mano l’anima più autentica e affascinante di Bhutan.

La ristrutturazione, curata dalla fondazione Bhutan Canada e con il supporto del Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, ha permesso di riaprire una porta sul passato glorioso del Paese. Il Trans Bhutan Trail, infatti, è stato per secoli un vero e proprio punto di riferimento, la via dei pellegrinaggi buddisti, poi caduta in disuso negli anni ’60 con la costruzione di nuove strade e quartieri.

Trans Bhutan Trail: scoprire le meraviglie del Paese

18 ponti principali e 10000 gradini, e poi ancora il parco nazionale e luoghi intrisi di fascino, mistero, storia e cultura. Da Haa, vicino al confine con il Tibet, fino a Trashigang, che invece confina con lo stato indiano dell’Arunachal Pradesh.

Per compiere il sentiero per intero ci vuole almeno un mese, ma sarà fornito anche l’accesso a percorsi più brevi, così da permettere ai viaggiatori di fare escursioni dalla durata di 3 o 4 giorni, oppure una settimana. Lungo la strada poi, ci saranno campeggi, alberghi e famiglie pronte a ospitare i viandanti.

Trans Bhutan Trail: informazioni utili

L’inaugurazione del Trans Bhutan Trail è prevista in primavera, e potrebbe coincidere con la riapertura totale o parziale del Paese nei confronti del turismo. Tuttavia, lista la situazione in continuo mutamento, l’invito è quello di verificare le notizie in tempo reale connettendovi ai siti istituzionali dei Paesi di destinazione e a quello del Ministero degli Esteri prima di organizzare un viaggio.

Quello che sappiamo per certo, invece, è che il Bhutan ha messo a punto una strategia per combattere l’overtourism e proteggere le meraviglie della sua terra. I turisti americani, infatti, devono pagare una tassa di 250 dollari al giorno per un viaggio organizzato.

Categorie
Notizie Viaggi

Green Pass, mascherine e viaggi: cosa cambia dall’1 febbraio

Ha avuto luogo il primo Consiglio dei Ministri (CDM) dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Una riunione che è durata solo mezz’ora e che ha apportato pochi cambiamenti rispetto a quelli già noti. Tuttavia, relativamente ai viaggi e al Green Pass, la data dell’1 febbraio vede scendere in campo nuove regole da rispettare.

Mascherine e discoteche chiuse per 10 giorni

Le novità fondamentali emerse con l’ultimo CDM e che interessano il settore del turismo, sono principalmente le norme riguardanti mascherine e discoteche. Il 31 gennaio, infatti, scadeva l’obbligo di indossare i sistemi di protezione all’aperto, anche in zona bianca, e la chiusura delle sale da ballo.

Il risultato ottenuto è una proroga di soli 10 giorni di tali misure: via le mascherine all’aperto dal 10 febbraio, e dalla stessa data si torna anche in discoteca.

Green Pass dall’1 febbraio, cosa cambia

Il Green Pass dal giorno 1 febbraio diventa obbligatorio per entrare nei principali negozi e attività commerciali, poste, banca e librerie comprese. In sostanza, è fondamentale averlo ovunque, esclusi i negozi essenziali. Cambia, inoltre, la sua scadenza che passa dai 9 ai 6 mesi. Per chi ha fatto la terza dose, invece, il Green Pass potrebbe diventare illimitato (ma questo è un provvedimento ancora da definire).

Modificata la durata del Green Pass anche in Europa, e sempre dalla stessa giornata: la certificazione verde è valida 9 mesi dal completamento della vaccinazione primaria. Per maggiori informazioni su questa norma potete cliccare qui.

A tal proposito va quindi specificato che ai soli fini dell’ingresso in Italia rimane ferma la validità del Green Pass a 9 mesi, mentre sul territorio nazionale, dall’1 febbraio, la durata della certificazione è ridotta a 6 mesi. Inoltre, nel Belpaese è possibile utilizzare il trasporto pubblico, i servizi di ristorazione, i servizi alberghieri e altre attività solo in presenza del cosiddetto Green Pass Rafforzato o Super Green Pass, quindi con vaccinazione o guarigione.

Arrivi in Italia dall’estero dai Paesi degli Elenchi C e D

Ve ne avevamo parlato qualche tempo fa: a partire dal giorno 1 febbraio, e fino al 15 marzo, i viaggiatori vaccinati e guariti dal Covid non hanno più bisogno dell’esito negativo di un tampone per rientrare in Italia, mentre i non vaccinati non devono più sottoporsi a isolamento.

Attenzione, però, queste regole valgono solo per gli ingressi dai Paesi dell’Elenco C, ovvero: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.

In questi casi i viaggiatori, a patto che non abbiano soggiornato o transitato in uno dei Paesi in Elenco E nei 14 giorni prima dell’ingresso in Italia, devono:

  • compilare il Passenger Locator Form (o dPLF), in versione digitale o cartacea;
  • presentare il Certificato Digitale UE/Green Pass di completamento del ciclo vaccinale per Covid-19, oppure il Certificato Digitale UE /Green Pass rilasciato a seguito di completa guarigione da Covid-19 e cessazione dell’obbligo di isolamento, o in alternativa il Certificato Digitale UE/Green Pass rilasciato a seguito di test molecolare o antigenico condotto con tampone e risultato negativo (test molecolare da effettuare nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia, test antigenico da effettuare nelle 48 ore precedenti l’ingresso in Italia).

Per i vaccinati e guariti, quindi, basta il Green Pass, mentre i non vaccinati debbono eseguire un tampone. È bene sapere, però, che l’assenza dei documenti richiesti prevede che l’ingresso in Italia sia consentito solo a condizione di sottoporsi a 5 giorni di isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria, seguiti da test molecolare o antigenico.

Nessuna buona nuova, invece, per quanto riguarda i Paesi dell’Elenco D, quindi le mete extra Ue nelle quali possiamo andare anche per turismo. Ciò vuol dire che sono state confermate tutte le destinazioni già contenute nella lista e che non vi è stata fatta alcuna aggiunta.

In poche parole, è possibile viaggiare dall’Italia verso: Argentina, Arabia Saudita, Australia, Bahrein, Canada, Cile, Colombia, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Indonesia, Israele, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Qatar, Ruanda, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale, basi britanniche nell’isola di Cipro), Repubblica di Corea, Stati Uniti d’America, Uruguay, Taiwan, Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao.

Al rientro nel nostro Paese è obbligatorio:

  • compilare il dPLF e presentarlo, sul proprio dispositivo mobile o in versione cartacea, al vettore al momento dell’imbarco e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli;
  • presentare alla compagnia aerea, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli, il Green Pass rilasciato al completamento del ciclo vaccinale, o certificazione equipollente emessa dalle autorità sanitarie competenti a seguito di vaccinazione validata dall’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali);
  • presentare al vettore, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli, un certificato che attesti il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, condotto con tampone, effettuato nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia (se test molecolare) o 24 ore (se test antigenico), da mostrare a chiunque sia preposto a effettuare questa verifica. Il termine è ridotto a 48 ore per il test molecolare dal Regno Unito, 24 ore per il test antigenico.

In caso di mancata presentazione del certificato di vaccinazione è comunque possibile entrare nei confini nazionali, ma è fatto obbligo di sottoporsi a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria per 5 giorni (informando la ASL competente) presso l’indirizzo indicato nel dPLF, raggiungibile solo con mezzo privato. Al termine del periodo di isolamento è fondamentale effettuare un ulteriore test molecolare o antigenico, condotto con tampone.

Più opportunità per i rientri da Canada, Stati Uniti e Giappone. Da questi Paesi, oltre al PLF e al tampone, basta anche un certificato di guarigione.

I nuovi Corridoi turistici

Alcune novità riguardano anche i Corridoi turistici “Covid-free”. Fino al 30 giugno 2022 è possibile realizzare viaggi turistici organizzati e gestiti da professionisti, compresa la permanenza presso strutture ricettive selezionate, verso mete che altrimenti farebbero parte dell’Elenco E, e quindi non raggiungibili per turismo.

Ai Corridoi verso Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana ed Egitto (limitatamente alle zone turistiche di Sharm el-Sheikh e Marsa Alam), a partire dall’1 febbraio si aggiungono anche Cuba, Singapore, Turchia, Thailandia (ma solo l’Isola di Phuket), Oman e Polinesia francese.

Per maggiori informazioni sulle regole da seguire per viaggiare verso queste mete, vi invitiamo a leggere al nostro approfondimento.

Green Pass con terza dose e i colori delle regioni

Rimandate, per il momento, le questioni relative alla scadenza del Green Pass per chi ha avuto la terza dose di vaccino, e sul sistema di classificazione del livello di rischio delle regioni basato sui colori.

Le regioni hanno sottolineato la necessità di “avviare un percorso di normalizzazione della vita dei cittadini e dell’intero Paese” con una “semplificazione delle regole, basandole non più sulla suddivisione per zone di rischio ma concentrando esclusivamente l’attenzione sui cittadini, in relazione al completamento del ciclo vaccinale“.

In un futuro non troppo lontano, quindi, dovrebbe cadere il sistema delle fasce, ad eccezione della zona rossa e quindi in caso di estrema gravità dall’evoluzione del virus. Resta ancora da decidere se le misure debbano valere per tutti, così come è previsto dalle norme attuali, o se debba essere esentato chi ha la piena copertura vaccinale. Ed è probabile che su questo tema il governo chieda un parere al Comitato tecnico scientifico (CTS). Il CTS sarà chiamato anche a un’altra valutazione, quella sull’estensione della durata del Green Pass per chi si è sottoposto al booster: dal momento che non è ancora prevista una quarta dose di vaccino contro il Covid-19, probabilmente la certificazione verde potrebbe avere validità illimitata.

Categorie
itinerari culturali Notizie Viaggi

Capitale italiana della Cultura: le 10 finaliste

Sono finalmente state annunciate le 10 finaliste per la Capitale italiana della Cultura per il 2024. Tutte incantevoli località del nostro Paese scelte da una giuria tra 24 città preselezionate tra quelle che avevano risposto al bando. A renderlo noto è il Ministero della Cultura.

Quali sono le 10 finaliste per il 2024

Le città che si contendono il titolo di Capitale italiana della Cultura per il 2024 sono una più bella dell’altra e tutte pronte a vincere il titolo. Tra le finaliste c’è Ascoli Piceno, sorta quasi 2.500 anni fa in epoca pre-romana e conosciuta come la “città delle cento torri”. Molto entusiasta il sindaco, Marco Fioravanti, nell’annunciare il risultato della candidatura che negli ultimi mesi ha fortemente impegnato lui, il Comune e l’intero territorio provinciale.”Il dossier è stato molto apprezzato dalla commissione, che ha riconosciuto l’egregio lavoro svolto con passione e dedizione dal nostro team. E allora il percorso prosegue, così come fatto finora: coinvolgendo tutti i Comuni della provincia, ma anche enti, stakeholders, associazioni e tutti i cittadini del Piceno. Perché la Cultura deve rappresentare il vero motore di rinascita del nostro territorio“, ha commentato il sindaco.

Ancora Marche ma questa volta con Pesaro, affacciata sul mare e attraversata dal fiume Foglia, per cui il sindaco, Matteo Ricci e il vicesindaco e assessore alla Bellezza, Daniele Vimini, hanno commentato: “Vogliamo giocare per vincere. Quello ottenuto è un grande risultato che porta con sé tanta responsabilità: quella di giocarsi la partita fino in fondo. Eravamo speranzosi ma nulla era scontato“.

Ascoli Piceno 2024

Piazza Arringo ad Ascoli Piceno

Anche per il Veneto sono le due le città che arrivano in finale: la splendida Chioggia in provincia di Venezia che sorge su un insieme di isolette connesse tra loro da ponti e Vicenza, città Patrimonio dell’Unesco che ospita tante meraviglie artistiche ed architettoniche. “Sapere che, per la prima volta, su 10 città candidate al riconoscimento di ‘Capitale italiana della cultura’ per l’anno 2024 due sono venete testimonia il valore dell’immenso patrimonio culturale posseduto dalla nostra Regione, capace di esprimere, attraverso due città dalla storia secolare e dai tratti identitari diversi e ugualmente molto forti, Vicenza e Chioggia, il suo carattere estremamente articolato“, con queste parole ha commentato il risultato ottenuto il presidente della regione Veneto Luca Zaia.

Vicenza 2024

Una splendida vista di Vicenza

Felicità anche per Grosseto in Toscana, città racchiusa tra bastioni perfettamente conservati. Il sindaco, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ha sottolineato: “Sono orgoglioso di annunciarvi che la nostra città è stata selezionata tra le dieci finaliste per il titolo di Capitale della Cultura 2024. Un risultato storico per Grosseto, possibile grazie all’impegno, al lavoro di squadra – ha poi continuato – ora, uniti e concentrati in vista dell’ultimo grande step: la selezione della città vincitrice che avverrà ai primi di marzo. La sfida continua!“.

Stessa sorte per Viareggio, conosciuta nel mondo come la città del Carnevale. Il sindaco, Giorgio Del Ghingaro ,su Facebook ha festeggiato con le seguenti parole: “Un primo importante risultato che conferma quanto la nostra città sia creativa, attraente, innovativa“.

Grosseto 2024

Piazza Dante a Grosseto

Tra le 10 finaliste anche Mesagne, in provincia di Brindisi, che si distingue per essere una città dalle molteplici sfaccettature e dalle numerose ricchezze. Unica località pugliese a correre per il prestigioso titolo per cui il sindaco, Antonio Matarrelli, ha commentato: “Ci abbiamo sperato e creduto, in tanti, tantissimi, mettendoci anima e cuore. Il sogno è ancora più vicino” Il primo cittadino ha poi aggiunto: “Che gioia, siamo in finale!“, rilanciando l’hashtag #mesagne2024.

Per la Liguria c’è Sestri Levante con il Tigullio in povincia di Genova. Una vera e propria soddisfazione per i 6 magici Comuni promotori – Sestri Levante, Chiavari, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Camogli, Recco –, e per tutti coloro che hanno partecipato al progetto e per la regione. “Un primo, importantissimo traguardo che premia un percorso in cui abbiamo creduto fortemente e a cui abbiamo lavorato con grande intensità nei mesi scorsi – ha dichiarato la sindaca di Sestri Levante, Valentina Ghio a nome dei Comuni promotori e di tutti i Comuni aderenti al progetto -. Non posso nascondere una grande soddisfazione che nasce dal riconoscimento ottenuto e anche e soprattutto dalla capacità che abbiamo avuto di lavorare in maniera coordinata e complementare per tutto il territorio.”

capitale cultura 2024

Uno scatto meraviglioso di Sestri Levante

Poi Siracusa, definita da Cicerone “La città più bella della Magnagrecia”. E qui il sindaco, Francesco Italia, ha fatto sapere che “Con grande gioia apprendiamo di essere tra le 10 città finaliste per il prestigioso titolo. Il mio ringraziamento va innanzitutto all’assessore Fabio Granata che ha lanciato e creduto nella candidatura, da me subito condivisa. Insieme a Fabio Granata, ringrazio tutte le associazioni e le istituzioni cittadine che hanno sostenuto coralmente l’ambizioso progetto“.

Infine, ma non per importanza, in corsa per diventare Capitale della Cultura 2024 anche l’Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento in provincia di Salerno, formata da località  eccezionali come Agropoli, Capaccio, Cicerale, Laureana Cilento, Lustra, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino e Torchiara. “Essere tra i dieci finalisti per il titolo di Città italiana della Cultura per l’anno 2024 è per noi motivo di orgoglio e di grande soddisfazione. E posso dire già oggi che, a prescindere dall’esito, il programma che abbiamo realizzato per questa candidatura sarà interamente realizzato – ha dichiarato Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente dell’Unione dei Comuni – L’intuizione di candidare l’Unione ci sta premiando: la cultura genera cambiamento solo se è diffusa“.

Agropoli 2024

Vista panoramica di Agropoli

Le precedenti Capitali della Cultura e come nasce l’evento

Il progetto della Capitale Italiana della Cultura è nato nel 2014 da un’idea di Dario Franceschini, ministro della Cultura, a seguito della proclamazione della città di Matera a Capitale europea della Cultura 2019. L’iniziativa ha, tra gli obiettivi, quello di “valorizzare i beni culturali e paesaggistici” e di “migliorare i servizi rivolti ai turisti”.

Fino a questo momento in Italia a ottenere questo titolo sono state: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena nel 2015; Mantova nel 2016; Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018, Parma nel 2020 e nel 2021, Procida è la capitale del 2022, Bergamo e Brescia saranno le capitali nel 2023.

Per il ministro della Cultura, Dario Franceschini, “la storia pluriennale di questa sfida ha dimostrato tutta la capacità della cultura di mettere in moto dei meccanismi virtuosi e percorsi di valorizzazione di tutte le città al di là della vincitrice“.

Il passo successivo sarà un’audizione in video-conferenza davanti alla giuria – da effettuare il 3 e 4 marzo – che dovrà poi indicare a Dario Franceschini la candidatura ritenuta più idonea.

Categorie
Notizie Viaggi

È la Val Gardena la migliore destinazione sciistica italiana

È la Val Gardena la migliore destinazione per gli appassionati di sci in Italia. A confermarlo sono i “World Ski Awards”, il riconoscimento internazionale più prestigioso del turismo invernale. Giunta alla nona edizione, la rassegna ha proclamato ancora una volta il comprensorio delle Dolomiti per eccellenza regina indiscussa delle mete sciistiche del Belapese.

Val Gardena, paradiso per gli amanti degli sci

D’inverno si trasforma in un bianco paesaggio incantato, mentre nei mesi caldi diventa una straordinaria esplosione di bellezze naturali. Valle da sogno per gli esploratori delle Dolomiti, Patrimonio Mondiale UNESCO, la Val Gardena è un vero e proprio paradiso ladino, dove si possono ammirare fenomeni naturali unici: dai contrasti in primavera alla flora alpina che sboccia sugli alpeggi a inizio estate, dall’Eldorado per gli escursionisti, i climber e i mountain biker, alle mistiche giornate autunnali, con gli impressionanti paesaggi montani infuocati delle “Burning Dolomites”. Fino ad arrivare alla stagione invernale, quando diventa la meta più ambita per gli amanti degli sci.

La Val Gardena offre infatti un’ampia area per gli sport invernali, con 500 km di piste uniche, moderni impianti di risalita, 30 km di sentieri per escursioni e 115 km di piste per lo sci di fondo. La si può scoprire a piedi, con gli sci, facendo scialpinismo, con le ciaspole o lo slittino. Oppure, ci si può rilassare, godendo di un paesaggio da sogno e ammirando le montagne direttamente dalla piscina. Un indiscusso punto di riferimento per gli sportivi invernali, grazie al collegamento con Dolomiti Superski, il più grande carosello sciistico al mondo, la Sellaronda e la vicina Alpe di Siusi.

Emozioni uniche sulle “Legendary 8”

Il comprensorio sciistico della Val Gardena è sinonimo di sci eccellente e propone un’offerta estremamente varia di piste, per tutti i livelli di difficoltà, ognuna con una sua storia. Le “Legendary 8” sono le piste più belle e ricche di significato della valle e si sviluppano per un totale di 36 chilometri, tra Ortisei, Santa Cristina e Selva di Val Gardena. Comprendono: la Saslong – la pista dove si svolge la discesa libera di Coppa del mondo, La Longia – la più lunga delle Dolomiti, la Ciampinoi 3, insieme alla Pilat, la Cir, la Bravo, la Falk e la Gardenissima.

Non solo sci: tutto il bello della Val Gardena

Il regno dei “monti pallidi” è una vera scoperta in ogni stagione, per la varietà e particolarità dei suoi paesaggi. Tra queste spettacolari cime sono racchiusi borghi custodi di numerose attrazioni artistiche e culturali, come l’affascinante Ortisei, con l’isola pedonale considerata la più bella delle Dolomiti, o Santa Cristina, splendido paese baciato dal sole ai piedi del Sassolungo. La Val Gardena è anche il regno delle escursioni, tra sentieri pittoreschi che conducono a punti panoramici meravigliosi, rifugi accoglienti ed esperienze naturalistiche uniche.

World Ski Awards: le migliori piste sciistiche

Iniziati nel 2013, i World Ski Awards mirano a migliorare gli standard dell’industria dello sci, premiando le organizzazioni che sono leader nei rispettivi campi. Centinaia di migliaia di professionisti e di semplici utenti, provenienti da tutto il mondo, votano per i prodotti, le destinazioni e i marchi preferiti, eleggendo la migliore stazione sciistica, il migliore hotel per lo sci, il migliore chalet e così via, per ciascuna delle 25 principali nazioni prese in considerazione.

A vincere il premio di migliore località sciistica nel mondo è stato il comprensorio di Verbier, in Svizzera. In Austria ha trionfato Kitzbuehel, in Francia la Val Thorens, in Slovenia Krvavec, in Germania Obersdorf, neg Stati Uniti Deer Valley e in Canada Lake Louise.

Val Gardena migliore destinazione sciistica italiana

Val Gardena, la migliore destinazione sciistica italiana