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I nuovi giardini italiani, che valgono un viaggio

Sono cinque i nuovi giardini d’Italia, veri capolavori di bellezza, che sono entrati a far parte del circuito dei Grandi giardini italiani e che rendono il nostro Paese la meraviglia che è. Con questi nuovi cinque giardini, se ne contano oggi ben 147 lungo tutto lo Stivale.

I cinque giardini appena entrati a far parte del circuito sono: Villa di Montruglio, vicino a Vicenza, nel Veneto, Villa Bell’Aspetto a Nettuno, nel Lazio, Villa Rezzola a Lerici, in Liguria, il Giardino dell’Impossibile sull’isola di Favignana, in Sicilia, e la Biblioteca degli Alberi, il più recente giardino sorto a Milano.

Villa di Montruglio “Pigafetta-Camerini”, Mossano

Villa di Montruglio “Pigafetta-Camerini”, sui Colli Berici a 18 chilometri da Vicenza, è uno dei grandi giardini storici del Veneto tra Seicento e Settecento. Opera del Muttoni, con statue attribuite al Marinali e affreschi nelle sale di Francesco Aviani, è circondata da un grande prato affacciato sul paesaggio, un brolo e un parco ottocentesco di cedri del Libano, lecci, querce e cipressi. Intrigante l’intervento recente, che si innesta sull’impianto antico e lo completa, del paesaggista Ermanno Casasco, che ha restaurato lo spazio interno della corte retrostante il portico della Barchessa. Nella vallata esposta a Sud, dietro il giardino, si estende un vigneto di 10 ettari che dà vini pregiati con lo stesso nome della villa.

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Villa di Montruglio “Pigafetta-Camerini”, Mossano (VI)

Villa Bell’Aspetto, Nettuno

Di qualche decennio antecedente è Villa Bell’Aspetto a Nettuno (Roma), progettata nel 1647 dall’architetto Antonio de Rossi sulle alture prospicenti il mare. L’acquisto negli Anni Trenta dell’Ottocento da parte di Camillo Borghese e Paolina Bonaparte ha determinato importanti modifiche alla villa, ma il parco è rimasto lo stesso, tra boschi informali e un giardino all’italiana. Un arricchimento della già ricca dotazione di verde mediterraneo con specie esotiche è stato voluto da Lydia Borghese e continua con la sua discendenza, mentre all’architetto paesaggista Paolo Pejrone è stato demandato il compito di rendere fiorito nelle diverse stagioni il piazzale principale.

I giardini di Villa Bell’Aspetto, a Nettuno

Villa Rezzola, Lerici

Guarda il mare del Golfo dei Poeti, nella Liguria di Levante, Villa Rezzola, a Lerici, una proprietà signorile documentata fin dal Settecento. In una spettacolare posizione panoramica, ha subìto diverse modifiche nel corso dei secoli, soprattutto a partire dal 1900, quando è stata acquistata dagli inglesi Helen Lavinia e William Percy Cochrane. Trentacinque anni dopo, è passata ai conti Braida Carnevali, che di recente l’hanno lasciata in eredità al FAI. Ricco e diversificato il giardino a terrazze, che annovera un roseto, una lunga pergola di glicine, un vasto prato, aiuole di fiori da taglio prodotti nelle serre della villa, un grande viale, una terrazza davanti alla villa ornata di vasi e conche fiorite, un bosco di lecci e numerose piante volute dall’ultima proprietaria, Pupa Carnevale Miniati, appassionata di botanica.

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Il giardino di Villa Rezzola, a Lerici

Il Giardino dell’Impossibile, Favignana

Il Giardino dell’Impossibile, sull’isola di Favignana, in Sicilia, è nato a partire dagli Anni Sessanta attorno alla villa di famiglia di Maria Gabriella Campo. Si sviluppa ora su quattro ettari di cave dismesse di calcarenite (tufo bianco) e, a riprova che nulla è impossibile se ci sono capacità visionarie e volontà caparbia di perseguire l’obiettivo, è diventato un incantato giardino nella roccia, con un tripudio di piante mediterranee ed esotiche che legano, in un unico percorso, più cave. L’enorme lavoro di rimozione dei detriti, raccordo dei livelli, messa in sicurezza e piantagione è stato anche un omaggio alle pirrere (cave), che hanno rappresentato per secoli la principale attività economica di Favignana, insieme alle tonnare e un ricordo del padre, che in quelle cave aveva lavorato. Appassionata di botanica, la signora Campo ha ampliato lil verde con collezioni di Hibiscus e plumerie, vasche di acquatiche e ninfee, pelargoni odorosi, alberi esotici di ogni tipo, insomma un giardino botanico di oltre 500 specie diverse.

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Il Giardino dell’Impossibile, a Favignana

La Biblioteca degli alberi, Milano

La Biblioteca degli alberi di Milano – meglio conosciuta come BAM – è un giardino botanico realizzato nell’ambito della riqualificazione urbana nel quartiere di Porta Nuova, sotto il celebre Bosco Verticale, e consegnato definitivamente ai milanesi nell’ottobre 2018, con il proposito di far vivere agli abitanti un’esperienza culturale a contatto con la natura, anche in ottemperanza agli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 dell’ONU. Progettato dallo studio olandese Inside Outside e realizzato in parte con la piantagione partecipata degli abitanti e un importante intervento del paesaggista-vivaista Piet Oudolf, ospita oltre cento specie vegetali, più di 500 alberi che formano 22 foreste circolari e 135mila piante, rampicanti, acquatiche o bulbose. Gestito in partnership pubblico-privato, il BAM è il terzo parco di Milano per dimensioni e ha l’ambizione di rappresentare un nuovo modello di verde urbano e di fruizione culturale della natura.

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La Biblioteca degli alberi di Milano

I Grandi giardini italiani sono una serie di parchi e giardini nati 25 anni fa dall’idea di Judith Wade, la “signora dei giardini”, australiana di nascita, ma cresciuta in Inghilterra, e approdata nel nostro Paese alla fine degli Anni ’90. Qui ha fondato il circuito “Grandi Giardini Italiani” con lo scopo di promuovere, anche con successo a livello internazionale, il patrimonio culturale dei giardini d’Italia. Tra i Grandi giardini italiani ci sono luoghi incantevoli e molto noti del calibro dei Giardini Vaticani, quelli di Castel Gandolfo, la Reggia di Caserta e la Reggia di Venaria.

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A bordo del treno più romantico d’Italia

Non solo è la tratta ferroviaria più panoramica d’Italia, ma salire a bordo di questo treno è anche l’esperienza più romantica che si possa fare. Stiamo parlando della Vigezzina Centovalli, una ferrovia a scartamento ridotto che svolge il servizio tra Domodossola e la svizzera Locarno.

Il percorso di questo particolare treno si snoda tra la Val Vigezzo conosciuta come la Valle dei Pittori per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti, e le Centovalli, per concludersi nel Canton Ticino. Si tratta di un territorio di un’assoluta bellezza e di un altissimo valore ambientale e paesaggistico. Fare questo viaggio con il proprio o la propria partner è incredibilmente romantico.

In occasione di San Valentino, le coppie possono viaggiare a bordo del treno della Vigezzina Centovalli con sconti fino al 50%. La promozione si chiama “Due cuori e un biglietto”, è valida per viaggiare tra il 12 e il 14 febbraio 2022 ed è perfetta per chi desidera godersi il magnifico panorama di questa parte inedita del Piemonte.

Sette sono i Comuni della valle, con le loro frazioni e mantengono intatto il ricordo del passato, con ambienti rurali ed eleganti edifici dall’architettura raffinata.

La storia della Ferrovia Vigezzina Centovalli

La Ferrovia Vigezzina Centovalli nacque dall’esigenza delle popolazioni locali di avere un proprio sistema di collegamento che servisse le valli alpine nel modo migliore possibile e che si inerpicasse facilmente lungo i pendii montani.

La costruzione di questa linea, complementare a quella del Sempione, è stata il simbolo del progresso portato dal nuovo secolo. La Vigezzina (così è conosciuta la parte italiana della Centovalli) parte da Domodossola e si snoda attraverso paesaggi suggestivi dominati da fitti boschi, montagne che si alternano a verdi vallate, profonde forre scavate dai torrenti, corsi d’acqua e cascate di rara bellezza. Tutto ciò viene visionato dal viaggiatore che resta letteralmente a bocca aperta e incantato dal susseguirsi di scenari incantevoli.

ll percorso è lungo poco più di 50 chilometri e prevede 83 ponti e 31 gallerie e s’immerge totalmente nella natura. Il caratteristico trenino blu, non appena supera la Val Vigezzo, si insinua in territorio svizzero, attraversando il Canton Ticino. Si possono ammirare le Cento Valli, caratterizzate da una fitta vegetazione composta da boschi di faggio, corsi d’acqua e montagne dai fianchi frastagliati che donano al viaggiatore la bellezza di paesaggi unici.

Info utili

Il biglietto è acquistabile online sul sito della Ferrovia Vigezzina Centovalli e include un viaggio di andata e ritorno in Seconda classe, con prenotazione del posto a sedere e si possono scegliere diversi itinerari: da Domodossola a Locarno e viceversa (22 euro a coppia), da Domodossola a Santa Maria Maggiore (15 a coppia) e da Locarno a Santa Maria Maggiore (18 euro a coppia). Il biglietto speciale non prevede la possibilità di effettuare una fermata intermedia lungo il percorso.

Per l’ingresso in Italia dalla Svizzera è richiesta la compilazione del Plf, mentre per l’ingresso in Svizzera dall’Italia è necessario essere in possesso del Green Pass base. Per viaggiare a bordo dei treni è obbligatorio indossare la mascherina (tipo Ffp2 per l’Italia).

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Ferrovia Vigezzina Centovalli, un ponte in muratura

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Finalmente anche l’Australia riapre i confini: cosa sapere

Per quasi due anni, l’Australia ha mantenuto i suoi confini ben chiusi con l’intento di proteggere il Paese da una più drastica diffusione del Covid. Le sue misure di sicurezza sono state tra le più stringenti mai adottate in tutto il mondo, tanto che persino i suoi stessi cittadini all’estero non hanno potuto fare ritorno a casa per lunghissimo tempo. Ma qualcosa sta finalmente cambiando: dopo un primo allentamento delle restrizioni, ora le autorità australiane hanno annunciato la riapertura delle frontiere.

Australia, quando riaprono le frontiere

Oltre 600 giorni di chiusura hanno impedito (salvo pochissime eccezioni) l’ingresso a turisti, viaggiatori d’affari e persino cittadini australiani. Ma le autorità del Paese hanno deciso di fare un passo avanti, annunciando la riapertura dei confini. In realtà, una prima novità si era fatta strada già alla fine dello scorso anno, quando l’Australia aveva iniziato ad accogliere nuovamente turisti provenienti da svariati luoghi di tutto il mondo. A partire dal 15 dicembre 2021, secondo le regole ancora attualmente in vigore, i viaggiatori stranieri possono entrare nel Paese, purché in possesso di un adeguato visto temporaneo e di alcuni stringenti requisiti.

In particolare, è fatto obbligo ai turisti di compilare il modulo disponibile su questo sito almeno 3 giorni prima della partenza, di possedere un certificato di vaccinazione completa (da almeno 7 giorni) e di avere l’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare effettuato rispettivamente nelle 24 ore o nelle 72 ore precedenti l’imbarco. A seconda del luogo verso cui si viaggia, è poi possibile che vi sia l’obbligo di sottoporsi a quarantena: le disposizioni, a questo proposito, variano da regione a regione.

Presto, come abbiamo detto, le cose cambieranno: il governo australiano ha annunciato la completa riapertura dei propri confini. “Sono passati quasi due anni da quando abbiamo deciso di chiudere le frontiere, e ora l’Australia riaprirà a tutti i titolari di visto dal 21 febbraio” – ha spiegato il primo ministro Scott Morrison. Una novità tanto attesa, che era ormai nell’aria da tempo e che ci aspettavamo proprio per i primi mesi di quest’anno. L’Australia rientra dunque a pieno titolo tra i Paesi che riaprono le frontiere nel 2022.

Come viaggiare in Australia

Naturalmente, per poter varcare i confini australiani è importante essere in possesso di alcuni requisiti. Sebbene non siano ancora state diffuse le linee guida complete, è stato lo stesso primo ministro ad annunciare che i viaggiatori dovranno essere completamente vaccinati. Saranno quindi necessarie due dosi di vaccino effettuate ad almeno 14 giorni di distanza, tra quelli attualmente approvati e riconosciuti nel Paese (ovvero Astrazeneca, Pfizer, Moderna, Sinovac, Bharat, Sinopharm, Sputnik, Novavax e Johnson & Johnson, di cui è sufficiente una sola dose).

L’Australia si aggiunge ai numerosi Paesi verso cui è possibile viaggiare solamente se si è vaccinati – in alcuni casi addirittura solo con dose booster. Di recente, sono stati Thailandia (per cui è previsto anche un corridoio Covid-free, limitatamente all’isola di Phuket) e Filippine ad aver riaperto i confini senza obbligo di quarantena ai turisti con vaccinazione completa. Mentre alcuni continuano a mantenere una linea dura. È il caso del Giappone, che ha prolungato sino al 28 febbraio il divieto di ingresso nel suo territorio ai viaggiatori provenienti da qualsiasi Paese per motivi turistici.

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È l’Italia la destinazione migliore dove andare a sciare

L’inverno è ancora lungo, e sono molte le persone che stanno organizzando proprio ora la classica settimana bianca. Un’abitudine che, dopo il blocco dello scorso anno, torna a coinvolgere migliaia di turisti. Ma quali sono le località migliori dove andare, che possano vantare un ottimo rapporto qualità/prezzo? Lo svela il nuovo Ski Resort Report, che mette al primo posto l’Italia.

L’Italia è la meta migliore per la settimana bianca

Paesaggi da favola, piccoli borghi innevati che regalano panorami da cartolina e, naturalmente, impianti sciistici all’avanguardia: l’Italia merita a pieno titolo la vetta della classifica riguardante le località migliori da scegliere per la settimana bianca. A rivelarlo è l’annuale Ski Resort Report, redatto da Post Office, una guida molto importante per chi è alla ricerca della propria meta dove andare a sciare. In particolare, il nostro Paese vanta il miglior rapporto qualità/prezzo, soprattutto se si guarda alle strutture maggiormente indicate per le famiglie.

Come è stata redatta la classifica? Il rapporto ha preso in considerazione 32 località distribuite tra 7 Paesi europei, quelli dove il traffico turistico invernale è da sempre dominante. Gli esperti hanno poi esaminato i prezzi da pagare in queste destinazioni per trascorrere una settimana sulla neve: soggiorno, pasti e bevande, noleggio dell’attrezzatura, skipass ed eventuale scuola di sci. Il risultato è un elenco delle destinazioni europee dove andare a sciare è più economico, senza rinunciare alla qualità degli impianti e dei servizi offerti.

In questo, Italia e Bulgaria si sono rivelate le scelte migliori, mentre a seguire troviamo Andorra e la Finlandia. A poter beneficiare di prezzi notevolmente ridotti sono soprattutto le famiglie: il report ha infatti scoperto che le tariffe per una settimana bianca tra febbraio e marzo sono diminuiti in ben 19 delle 28 stazioni sciistiche prese in considerazione, tra quelle child friendly. Nel nostro Paese, a primeggiare sono località molto famose e da sempre apprezzate: Bardonecchia, Sestriere e Passo Tonale.

Per completezza d’informazione, lo Ski Resort Report ha individuato anche le destinazioni più costose in Europa. La prima è la Svizzera, che ha impianti sciistici tra i meno vantaggiosi per una vacanza in famiglia – in particolare, si parla delle località di Saas Fee e Grindelwald. Per chi invece sta pensando ad una settimana bianca in Francia, si segnalano notevoli aumenti nelle tariffe delle strutture di Tignes e Alpe d’Huez. Mentre ad avere un buon rapporto qualità/prezzo è la località di Morzine, che può dunque rappresentare una scelta abbastanza economica, se proprio si vuole andare oltralpe.

Settimana bianca in Italia, come fare

In periodo di Covid, organizzare la settimana bianca in Italia è un po’ più macchinoso. L’ultima ordinanza del Governo, in vigore sino al termine dello stato di emergenza, prevede infatti l’obbligo di essere in possesso del Super Green Pass (o Green Pass rafforzato) per poter accedere agli impianti di risalita, sia in zona bianca che in quelle gialla e arancione. Questa certificazione si può ottenere solamente mediante vaccinazione completa o guarigione dall’infezione. Non è quindi sufficiente possedere il Green Pass base, che si può avere anche effettuando semplicemente un test antigenico o molecolare.

Per via delle misure di sicurezza anti-Covid, è inoltre obbligatorio indossare la mascherina anche all’aperto. Mentre sui mezzi di trasporto pubblico e sugli impianti di risalita chiusi bisogna utilizzare le mascherine FFP2. Dal 1° gennaio 2022, infine, è obbligatorio essere in possesso di una polizza assicurativa per poter accedere alle piste da sci. Vi rimandiamo qui per un approfondimento sulle nuove regole per sciare.

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città Europa Notizie Parigi vacanze romantiche Viaggi

Un cuore gigante spunta nella città più romantica di sempre

Non che avessimo bisogno di un cuore dalle dimensioni maestose per ricordarci che Parigi è la città dell’amore per antonomasia, la più magica, suggestiva e romantica a ogni ora del giorno e della notte. Eppure è successo che una gigante installazione, dal colore rosso sangue, sia spuntata in questi giorni all’interno del Bercy Village e non è una coincidenza.

Il cuore gigante nel Bercy Village

Non lontano dalla Place d’Italie e dalla Butte aux Cailles, e raggiungibile a piedi dalla nuova fermata della metro meteor, il Bercy Village è un luogo meraviglioso tutto da scoprire. Negozi di tendenza, bar e ristoranti si susseguono in quello che sembra un villaggio commerciale all’aperto a tutti gli effetti dove trascorrere le giornate di un soggiorno parigino.

Ed è proprio qui che in questi giorni, l’artista Franck Pelletier ha esposto il suo Coup De Coeur, un capolavoro che celebra l’amore in ogni sua forma. Un cuore gigante, rigorosamente rosso, che campeggia nel villaggio dello shopping parigino ci ricorda che il giorno di San Valentino è vicino, ma anche che per gli innamorati ogni momento dell’anno è perfetto per festeggiare.

Contestualmente al cuore gigante apparso nelle strade del Bercy Village è stato inaugurato anche un concorso fotografico attivo dal 4 al 13 febbraio. Chiunque si trovi a passare da queste strade è invitato a scattarsi un’instantanea proprio davanti al cuore in formato XXL. Le immagini più belle, condivise su Instagram con l’hashtag #bercyvillage, saranno premiate con un voucher di 500 euro da spendere nei negozi del villaggio.

Installazione al Bercy Village

Installazione al Bercy Village

Franck Pelletier ha così realizzato un’opera magistrale dalla quale si rimane naturalmente affascinati per quel colore vivo e quella forma gigantesca e arrotondata. Così semplice, ma così poetica che conferma che Parigi è la capitale dell’amore. Una tappa imprescindibile per tutte le coppie che si trovano in viaggio nella capitale francese in questi giorni.

Ma non è certo l’unica, s’intende. Le strade e i quartieri, i parchi e le piazze della città, sono intrisi di romanticismo e suggestione. Scopriamo quali altri luoghi visitare per celebrare l’amore nella Ville Lumière.

I luoghi più romantici di Parigi

Vale da solo l’intero viaggio il suggestivo Parc Monceau, una delle mete preferite degli innamorati. Il parco parigino situato nel VIII arrondissement offre una miriade di scorci straordinari da contemplare tra le promesse d’amore. Ci sono i ruscelli, i laghetti, i boschetti e le statue degli artisti che creano un’atmosfera magica e sospesa nel tempo.

Parc Monceau

Parc Monceau

Non possiamo parlare di Parigi senza menzionare la Tour Eiffel e non possiamo menzionare la Tour Eiffel senza parlare d’amore. Icona della città di giorno, guardiana degli abitanti la notte, la torre metallica è il simbolo della città intera, nonché la visione più magica e suggestiva della capitale di Francia.

Meravigliosa a ogni ora del giorno, la Tour Eiffel regala il suo più splendido profilo di notte quando le sue luci illuminano l’intera città. L’orario perfetto per ammirarla in tutta la sua bellezza corrisponde all’una di notte: è in questo preciso momento che 20000 luci scintillanti si accendono per l’ultima volta per dare la buona notte all’intera città.

Tra i luoghi più romantici di Parigi troviamo anche il quartiere Montmartre, quello degli artisti e degli intellettuali, questo sospeso in un’atmosfera estremamente suggestiva. Il Moulin Rouge, il Café des deux Moulins e Le mur des Je T’Aime sono solo alcune delle tappe obbligate per tutte le coppie in visita alla città.

Se cercate un’avventura romantica, ma decisamente fuori dagli schemi, vi basterà salire sulla Linea 3 della metropolitana cittadina per raggiungere il cimitero di Père-Lachaise. In questo luogo mistico e quasi surreale riposano artisti e personaggi illustri come Oscar Wilde, Marcel Proust e Jim Morrison, ma troviamo anche la tomba di Abelardo ed Eloisa, i Romeo e Giulietta del Medioevo.

Père-Lachaise

Père-Lachaise

 

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Perché nel 2022 devi visitare Londra

Londra si prepara a tornare alla vita e a regalare momenti di svago e sollievo a cittadini e turisti: dal 2 al 5 giugno 2022, infatti, animeranno la capitale gli attesi festeggiamenti per i 70 anni di regno della Regina Elisabetta, il Giubileo di Platino.

Un’occasione per celebrare la prima sovrana britannica ad aver superato la soglia dei 70 anni di regno e per tornare a immergersi negli eventi e nella bellezza di una metropoli che non finisce mai di sorprendere.

Il programma del weekend del Giubileo di Platino

Un traguardo così importante non può certo passare inosservato: il weekend di festa inizierà il 2 giugno e proseguirà senza soste fino al 5 in un’atmosfera di rinnovata fiducia e spensieratezza.

Buckingham Palace ha già lanciato dei contest per coinvolgere la cittadinanza come, ad esempio, la “Pudding competition” in cui chi lo desidera può realizzare una nuova ricetta di pudding (tra i dolci più amati della regina) e provare ad aggiudicarsi un posto d’onore ai banchetti previsti per il Giubileo proprio con la ricetta ideata.

Imperdibile sarà la parata del 2 giugno, il colorato e festoso Trouping the colour, il compleanno ufficiale della Regina Elisabetta: raggiungere Londra e ricevere il saluto della famiglia reale dal balcone è un’emozione messa, quest’anno, ancora più in risalto dal fatto che non si teneva da due anni a causa della pandemia.
Rivedere la regina salutare la folla (seppur contenuta) sarà quindi un evento simbolo di una attesissima ripartenza.

Ma non è certo tutto.

Per celebrare un simile traguardo, altra iniziativa straordinaria è il “Big Jubilee Lunch“: chiunque potrà organizzare pranzi di quartiere e colorare, così, le strade della città che pulseranno di vita e di allegria ritrovata.
Tutti possono preparare un pranzo, invitare amici e parenti e festeggiare in maniera diffusa il compleanno della sovrana: passeggiare per le strade di Londra in quel periodo sarà ancora più coinvolgente!

Ancora, imperdibile la “Platinum Jubilee Pageant“, sfilata di ben 5000 artisti, performers e ballerini che racconteranno attraverso la loro esibizione la storia del regno di Elisabetta per le vie della città.

Un grande senso di comunità e appartenenza pervaderà quindi Londra durante il weekend dal 2 al 5 giugno e sarà al centro di tutte le celebrazioni così attese e sentite: se visitare la capitale britannica è sempre un sogno, organizzare (situazione permettendo) una vacanza proprio in quel periodo è il modo migliore per farsi un regalo e scoprire un suo lato inedito, gioioso e festoso.

Cosa vedere assolutamente a Londra

Tra una celebrazione e un’altra in un clima, finalmente, di festa, Londra regala sempre mete e punti di interesse che non è possibile tralasciare: oltre a Buckingham Palace, meritano una sosta il celebre British Museum, l’iconico Museo delle Cere di Madame Tussauds, la National Gallery e il Natural History Museum.

Tra i quartieri da non perdere ci sono Nothing Hill, raffinato e romantico quartiere residenziale, il creativo Covent Garden, il trasgressivo Soho, l’affascinante Smithfield e South Bank dove spiccano lo Shard, il grattacielo più alto d’Europa, e il London Eye, la ruota panoramica più alta.

Infine, per godersi momenti di relax nel verde, è perfetto passeggiare tra i viali dei numerosi parchi londinesi: Hyde Park, St.James Park e Regent’s Park, solo per citarne alcuni.

londra

Il Big Ben e il Palazzo del Parlamento a Londra

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Turismo sostenibile: la Sardegna propone nuovi viaggi slow

Scoprire la Sardegna a passo lento, godendo appieno delle sue innumerevoli bellezze, al di là della celebre costa. Un viaggio che svela interessanti siti archeologici e parchi, monumenti, chiese e un patrimonio che va raccontato e protetto, tra tappe inedite che che mettono in sintonia spirito e natura. Fino alle passeggiate notturne sotto un cielo scintillante di stelle.

‘Slow’ e ‘astronomico’ sono due degli aggettivi chiave dei 21 progetti di ‘Sardegna Ricerche’ finanziati con 3,4 milioni di euro per promuovere un turismo che non consumi il territorio. L’obiettivo del bando è quello di unire le forze in reti d’impresa in grado di attirare un turismo eco-sostenibile, puntando su aspetti unici per arrivare a sviluppare una serie di iniziative che portino al prolungamento della stagione turistica, oltre l’estate.

Riscoprire la Sardegna, con calma e sotto le stelle

La calma è l’elemento chiave del progetto “Rete Sardinia long stay”, nato con l’obiettivo di convincere il turista a trasformarsi per un breve periodo della sua vita in un “temporary citizen”, ossia un cittadino a tempo, così da godere di ciò che di meglio la destinazione ha da offrire, tra enogastronomia, tradizioni, bellezze paesaggistiche e un interessante patrimonio storico e identitario.

Un modo unico di riscoprire borghi incantevoli, come Dorgali, tra le location di “Travolti da un insolito destino”, meta imperdibile per gli amanti della natura e delle attività all’aria aperta. O Posada, uno dei centri abitati sardi più antichi in assoluto, che dall’alto di una rupe calcarea guarda allo splendido panorama costiero.

Il progetto “Astroturismo Sardegna, un viaggio nello spazio e nel tempo’” unisce, invece, astroturismo, archeologia e archeoastronomia, con emozionanti percorsi in cui esperti del settore spiegheranno ai visitatori il collegamento tra pietre e astri. Un nuovo modo di esplorare l’isola, con passeggiate notturne sotto il cielo di un territorio che non sa cosa sia l’inquinamento luminoso.

Spicca anche “Lakesos 2020”, con cui si va alla scoperta dei territori del Logudoro e Meilogu, con la Valle dei Nuraghi, il compendio del lago Coghinas, il circuito delle Chiese Romaniche e altri siti di interesse spirituale e ambientale, a cui si aggiungono l’ippodromo di Chilivani e l’autodromo di Mores.

Esplorare l’entroterra sardo in bicicletta

Tra i progetti che puntano a incentivare la creazione di reti tra imprese, con l’obiettivo di ampliare l’offerta turistica sostenibile in Sardegna, rientra “Sardinia Ride: riciclovia dei giganti’”. Pensato per chi desidera esplorare in bicicletta le meraviglie di un territorio straordinario come quello sardo, mira a sviluppare un doppio anello di 600 km che tocchi tutti i capoluoghi di provincia e i punti principali dell’isola, in termini paesaggistici e di rilevanza culturale.

Tra le tappe, si incontra, ad esempio, Barumini, custode del sito archeologico Su Nuraxi, l’esempio più noto di nuraghe, una particolare tipologia di struttura difensiva dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Il percorso tocca il cuore della Sardegna, che da millenni custodisce l’essenza della cultura dell’isola, conducendo a Orgosolo, paese-museo celebre per i suoi murales, ai piedi del Supramonte, e a Mamoiada, borgo del vino Cannonau e dei Mamuthones, maschere tipiche del carnevale pagano sardo.

Si ha poi la possibilità di attraversare strade panoramiche come quella che collega Bosa ad Alghero, un nastro grigio sospeso tra mare e montagna, o l’Orientale Sarda nel tratto Genna Silana. Itinerari che offrono l’opportunità di ammirare alcuni angoli della Sardegna poco conosciuti al turismo di massa, che vale davvero la pena scoprire.

Turismo sostenibile Sardegna propone nuovi viaggi slow

Su Nuraxi, tra le imperdibili attrazioni della Sardegna

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Green Pass Notizie Viaggi

Green Pass, probabilmente servirà anche nel 2023

Dalla Commissione Europea arriva la proposta di estendere di un anno il Green Pass, ossia fino al 30 giugno 2023. È quanto annunciato da Christian Wigand, portavoce della Commissione Europea, che ha tenuto a precisare che il certificato Covid digitale dell’Ue è una misura eccezionale, che mira a facilitare gli spostamenti.

Oltre alla proroga del regolamento Ue sul Green Pass, la Commissione ha proposto anche alcune modifiche per includere test antigenici di laboratorio di alta qualità, tra i tipi di tampone per i quali può essere rilasciato un certificato. L’intento è di ampliare la portata delle tipologie di test diagnostici in un momento in cui ce n’è una gran richiesta.

Green Pass: cosa cambierebbe e cosa no

Il regolamento che istituisce il Green Pass, entrato in vigore il primo luglio 2021, aveva una durata di un anno, pertanto la scadenza era stata fissata al 30 giugno 2022. La Commissione Europea ha, però, deciso di chiederne l’estensione per permettere la libera circolazione senza restrizioni per l’estate. Stando a quanto spiegato in una nota, l’estensione del Green Pass “garantirà che i viaggiatori possano continuare a utilizzare il proprio certificato digitale quando viaggiano nell’Unione dove gli Stati membri mantengono determinate misure di salute pubblica”.

Cose ben diversa è la durata di validità del certificato verde, che è stata fissata a 6 mesi dal completamento della vaccinazione e non più di 9 per chi è stato sottoposto a due dosi o al vaccino monodose. Per coloro che si sono sottoposti alla terza dose di vaccino, o che hanno completato il ciclo di vaccinazione primario e sono guariti dal Covid, il Green Pass ha invece scadenza illimitata.

Un’altra cosa ancora sono la validità e l’uso della certificazione a fini interni, che gli Stati possono decidere in autonomia, proprio come ha fatto l’Italia con il Super Green Pass. Il regolamento Ue mira, quindi, a facilitare gli spostamenti all’interno dell’Unione europea.

Green Pass: gli obiettivi dell’Ue

Riguardo ai certificati di vaccinazione, l’Unione europea intende garantire che questi contengano il numero complessivo corretto di dosi somministrate in qualsiasi Stato membro, non solo nel Paese che rilascia il certificato. Una modifica che si è resa necessaria per affrontare le preoccupazioni pratiche sollevate dai cittadini in merito ai certificati che indicano un numero errato di dosi quando le ricevono in diversi Stati membri.

Finora, i Paesi Ue hanno rilasciato più di 1,2 miliardi di certificati a coloro che sono stati vaccinati contro il Covid-19, a coloro che sono guariti dalla malattia, così come a coloro che sono risultati negativi al tampone prima del loro viaggio.

Dal 1 luglio 2021, il Green Pass ha facilitato i viaggi da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e altri Paesi europei come Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra e Principato di Monaco. Il Regolamento europeo sulla Certificazione verde Covid-19 prevede che gli Stati dell’Ue non possano imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati – come quarantena, autoisolamento o test – a meno che “non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica”.

In Europa, il Green Pass deve attestare una delle seguenti condizioni:

  • aver completato il ciclo vaccinale prescritto anti-SARS-CoV-2 (la validità del certificato di vaccinazione è pari a 270 giorni dalla data dell’effettuazione dell’ultima dose);
  • oppure essere guariti da Covid-19 (la validità del certificato di guarigione è pari a 180 giorni dalla data del primo tampone positivo);
  • in alternativa, aver fatto un tampone molecolare o antigenico rapido con esito negativo.

La Commissione Europea ha invitato il Parlamento Europeo e il Consiglio ad adottare rapidamente la proposta per garantire che la proroga entri in vigore in tempo, ossia prima del 30 giugno 2022, attuale data di scadenza del regolamento Ue sui certificati digitali.

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crociere Notizie Viaggi

Trovato il relitto della nave del capitano James Cook, ma è polemica

James Cook, importante esploratore britannico, navigò a bordo del suo “Endeavour” per uno storico viaggio in Australia e Nuova Zelanda fra il 1768 e il 1771. Una nave che affondò davanti al porto di Newport durante la Guerra d’Indipendenza americana, rimanendo lì per più di due secoli.

Ma la buona nuova è che sembrerebbe che il relitto dell’imbarcazione sia stato localizzato al largo delle coste dello stato americano di Rhode Island, stando a quanto dichiarato da alcuni ricercatori australiani. Eppure non mancano le polemiche.

Cos’era l’Endeavour

L’Endeavour era la nave con cui Cook salpò dall’Inghilterra diretto a Tahiti e poi in Nuova Zelanda prima di raggiungere l’Australia nel 1770 e tracciare la mappa della costa orientale del continente.

Quando il veliero affondò nel porto di Newport nell’agosto 1778, fu ribattezzato ‘Lord Sandwich‘ e venne utilizzato dagli inglesi come carcere per i prigionieri di guerra durante la rivoluzione americana.

Gli inglesi affondarono la nave con lo scopo di impedire a una flotta francese di navigare nel porto di Newport per supportare gli americani. L’evento precedette di pochi mesi la morte di Cook, alle Hawaii nel febbraio 1779.

In cosa consiste il ritrovamento

Dal 1999 stiamo ispezionando diversi relitti del 18esimo secolo in un’area di due miglia quadrate dove riteniamo che l’Endeavour sia affondato“, ha spiegato in una conferenza stampa Kevin Sumption, direttore del Museo nazionale marittimo australiano. “In base a evidenze d’archivio e archeologiche, sono convinto che si tratti dell’Endeavour“.

Sumption, già nel 2018, si era detto certo che i resti dell’Endeavour si trovassero nel sito di Rhode Island, ma che comunque sarebbero state necessarie ulteriori verifiche.

Le prove presentate dal Museo marittimo australiano per dimostrare che il relitto indicato con il codice RI 2394 e’ l’Endeavour, partono dal fatto che cinque navi furono affondate deliberatamente dalla marina britannica nel 1778 a nord di Goat Island a Newport: una di queste era proprio il Lord Sandwich.

Tutte le imbarcazioni dell’epoca naufragarono a causa di alcuni buchi nello scafo. Elementi che sono stati trovati anche nel relitto RI 2394. “Sappiamo – spiega il Museo – che il Lord Sandwich era la nave più grande tra quelle affondate: RI 2394 è il relitto più grande tra quelli del diciottesimo secolo trovati nell’area e la sua lunghezza combacia quasi alla perfezione con le dimensioni indicate nei progetti di costruzione dell’Endeavour“.

Altre prove riguardano il tonnellaggio della nave, a cui i ricercatori sono risaliti attraverso la misurazione di diversi pezzi di legno. A quanto pare, il relitto ritrovato ha le stesse dimensioni dell’Endeavour. E, in modo particolare, colpisce la forma della prua, adatta al trasporto di carbone, ovvero la ragione per cui la nave fu inizialmente costruita.

Infine, coincidono con i progetti di costruzione dell’Endeavour il fondo piatto del relitto, i punti in cui sorgevano gli alberi, e la qualità del legno: proviene dall’Inghilterra o dall’Europa, mentre gli altri relitti nell’area sono di navi costruite in America. “Messi insieme – conclude sul proprio sito il Museo – tutti questi indizi indicano che RI 2394 è ciò che rimane dell’Endeavour“.

La polemica sul ritrovamento

Nonostante quanto appena detto è scoppiata una grande polemica. Secondo Rhode Island Marine Archaeology Project, infatti, è troppo presto per trarre questa conclusione. In una dichiarazione, la direttrice esecutiva del progetto, DK (Kathy) Abbass, ha sottolineato che l’annuncio sia una “violazione del contratto“.

Le conclusioni“, ha poi aggiunto, “saranno guidate da un adeguato processo scientifico e da emozioni o politica australiane“.

Un portavoce del museo australiano ha replicato che Abbass aveva “il diritto alla propria opinione sulla grande quantità di prove che abbiamo accumulato“, ma che non si ritiene di aver violato alcun contratto.

Tra australiani e americani, una volta alleati nella ricerca dell’Endeavour, è quindi “battaglia” dopo l’annuncio del ritrovamento del relitto di James Cook. Se per Sumption ciò che si trova nel mare di Rhode Island è la leggendaria nave dell’esploratore, di diverso avviso è il team che guida da anni le ricerche.

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Casa galleggiante in Costa Azzurra

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