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Scoperto il più antico insediamento di Homo sapiens in Europa

È stato scoperto in Francia il più antico insediamento di Homo sapiens in Europa. Precisamente nella grotta Mandrin, nella Valle del Rodano, che sarebbe stata occupata in quattro fasi alterne da Sapiens e Neanderthal. I resti risalgono a circa 54.000 anni fa: ciò significa che l’uomo moderno sarebbe arrivato nel Vecchio Continente quasi 10.000 anni prima di quanto pensassimo.

Lo studio è stato pubblicato su “Science Advances” da un team internazionale di archeologi guidato da Ludovic Slimak del Centro nazionale della ricerca scientifica francese (Cnrs).

La probabile coesistenza di Sapiens e Neanderthal in Europa

Negli ultimi 24 anni, Slimak ha diretto gli scavi nel sito preistorico della grotta Mandrin. Tra manufatti e ossa di animali portati di volta in volta alla luce, è stata appena fatta la scoperta eccezionale del molare di un bambino che, come dicevamo, anticipa di 10 mila anni i più antichi rinvenimenti di Homo sapiens finora registrati in Europa.

Analizzando alcuni denti fossili rivenuti nella grotta nella Valle del Rodano, i ricercatori sono riusciti a stabilire se appartenessero a Neandertal o Sapiens in base alle loro forme e dimensioni. In questo modo, sono riusciti a riconoscere che alcuni appartenevano all’uomo moderno, confermando così i sospetti sorti dopo il ritrovamento di manufatti di pietra molto simili ad altri trovati in precedenza in diversi siti di Homo sapiens nel Mediterraneo orientale (qui vi avevamo parlato dei gioielli più antichi del mondo scoperti in Marocco).

Stando a quanto ha commentato Marco Peresani, professore di archeologia del Paleolitico all’Università di Ferrara, “questa è la prova che cercavamo della coesistenza dei Sapiens e dei Neanderthal nello stesso territorio. Sapevamo che si erano incrociati e scambiati il patrimonio genetico, e questo implicava la coabitazione nelle stesse aree, ma finora mancava la pistola fumante”.

Una scoperta che potrebbe riscrivere la storia

Tecniche di luminescenza e datazione al radiocarbonio sono state fondamentali per dimostrare che lo strato di sedimenti in cui si trovavano questi reperti risale a un periodo che va da 56.800 a 51.700 anni fa. Una scoperta che rivoluziona ciò che pensavamo di sapere sulle nostre origini. Basti pensare che, finora, il record dell’insediamento più antico dell’uomo moderno in Europa era detenuto dalla grotta Bacho Kiro, vicino alla città di Dryanovo, in Bulgaria (terra ricca di meraviglie da vedere), dove nel 2020 sono stati trovati reperti risalenti a 47.000 anni fa.

La nuova scoperta francese conferma, quindi, che la storia dell’arrivo dei Sapiens in Europa è più complessa di quanto si pensasse. “Non è avvenuta con una sola ondata migratoria, ma con più ondate successive di popolazioni isolate, che talvolta si sono estinte per essere poi rimpiazzate da altri gruppi umani”, ha spiegato Peresani.

Dai reperti emersi nella grotta Mandrin, sembra ora che gruppi di Homo sapiens siano entrati periodicamente nell’Europa meridionale molto prima che i Neandertal si estinguessero. A sostenerlo, la paleoantropologa Isabelle Crevecoeur dell’Università di Bordeaux in Francia, secondo la quale l’arrivo dell’essere umano moderno nel continente dopo la scomparsa dei Neanderthal sarebbe stato probabilmente la fine di un lungo processo migratorio, a volte infruttuoso. Stando alle stime di Slimak, non si sarebbe trattato un accampamento di cacciatori-argicoltori di breve durata, ma di una “tentata colonizzazione dell’Europa”.

Scoperto il più antico insediamento di Homo sapiens in Europa

Il sito preistorico della grotta Mandrin, in Francia

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Ryanair: perché quest’estate i prezzi dei voli saliranno

Che lanci offerte che costano meno di una colazione al bar o che faccia previsioni catastrofiche, Michael O’Leary, numero uno di Ryanair, la prima compagnia aerea in Europa, fa spesso parlare di sé.

In un blitz fatto in Italia ieri, prima a Roma e poi a Milano, dove ha annunciato l’operativo della prossima estate, il più grande di sempre, che prevede diverse nuove rotte (qui il nostro articolo), nuovi hub, come l’aeroporto Marco Polo di Venezia, e ha anche fatto delle previsioni, non bellissime, che fanno riflettere.

Estate, boom di prezzi

Innanzitutto, O’Leary ha ricordato che l’offerta media di Ryanair, anche quando non ci sono tariffe che partono da 4,99 euro, è comunque la più conveniente di tutte, con un prezzo medio di 37 euro. Le offerte e le tariffe basse per volare, però, non dureranno molto. Chi vuole viaggiare a prezzi convenienti, spiega O’Leary, può farlo solo fino a maggio.

Per l’estate, infatti, i prezzi sono destinati a salire, e di molto. I motivi sono principalmente due: innanzitutto, grazie anche alle recenti riaperture dei Paesi d’Europa e alle nuove misure Covid, ci sarà sicuramente più richiesta di viaggi. La gente si muoverà di più, insomma, sia per le vacanze estive sia per via della migliore situazione pandemica.

Meno voli in Italia

Ma l’altro motivo è il fatto che ci sarà anche meno disponibilità di voli. Se Ryanair ha già introdotto 25 nuovi aeromobili sul territorio italiano, rispetto alla scorsa estate, ITA, la nostra nuova compagnia di bandiera che ha preso il posto di Alitalia, invece, vola verso meno destinazioni. Inoltre, O’Leary, in tono non poco polemico, ha ricordato che poiché in Italia le compagnie aeree sono costrette a pagare una tassa ambientale (cosa che non avviene in altri Paesi europei), anche meno compagnie sono interessate a volare nel nostro Paese rispetto ad altri più convenienti. Insomma, molta richiesta e poca disponiblità significano una sola cosa: prezzi elevati.

Le novità dell’estate

Da Milano è prevista una programmazione Ryanair record, con 144 voli tra cui tre nuove rotte, quella per Francoforte, per Newcastle, in Inghilterra, e per l’isola di Madeira in Portogallo. Da Roma, è previsto l’operativo estivo più grande di sempre in partenza dalle due basi di Roma Fiumicino e Roma Ciampino, con 17 nuove rotte (82 in totale) in tutta Europa, tra cui Berlino, Gran Canaria e Preveza, in Grecia.

Naturalmente non c’è un annuncio senza un’offerta. Ecco allora che la compagnia low cost ha lanciato un’offerta speciale da prenotare entro i prossimi giorni, con tariffe a partire da 19,99 euro (a tratta). Si può prenotare entro l’11 febbraio per viaggiare fino a ottobre 2022.

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Michael O’Leary a Milano insieme ai diretti degli scali di Bergamo e Malpensa

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Assicurazione per viaggiare: in quali Paesi è obbligatoria

Il mondo sembra pian piano riaprire (e finalmente) le frontiere ai viaggiatori e spesso esclusivamente ai soli vaccinati. Tuttavia, a noi italiani non è ancora concesso viaggiare in tutti i Paesi del globo. Ma non solo. Anche a causa della comunque delicata condizione sanitaria, in molti di questi è prevista la stipulazione di un’assicurazione di viaggio obbligatoria che copra eventuali spese dovute a un’infezione da Covid-19. Cerchiamo di fare chiarezza a tal proposito.

Dove possono viaggiare gli italiani

Secondo la normativa vigente, e per il momento in vigore fino al 15 marzo 2022, gli italiani possono viaggiare verso i Paesi contenuti nell’Elenco C, D e per le destinazioni comprese nei cosiddetti Corridoi turistici “Covid-free”.

È bene ricordare, però, che in questo momento più che mai qualunque sia la destinazione scelta è sempre consigliato, anche quando non è obbligatorio, stipulare un’assicurazione sanitaria di viaggio. E il motivo è molto semplice: i costi dell’assistenza medica, del trasporto sanitario o di ricovero in molti Paesi sono esorbitanti.

Ma non è finita qui. Alcune mete di viaggio, infatti, potrebbero presentare strutture pubbliche ospedaliere carenti. Una polizza, dunque, permette di far fronte a tutte le spese mediche, anche quelle dovute al Covid. Senza dimenticare che un’assicurazione di viaggio Covid completa prevede anche una garanzia sull’annullamento che consente di recuperare le spese di viaggio nei casi in cui questo dovesse essere annullato per infezione da Covid a ridosso della partenza, o anche per la necessità di un periodo di quarantena.

Viaggiare nei Paesi dell’Elenco C, serve l’assicurazione o no

Per destinazioni contenute nell’Elenco C si intendono tutti i Paesi facenti parte dell’Unione Europea/Area Schengen: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.

Per viaggiare verso queste mete non è obbligatorio stipulare un’assicurazione di viaggio. Tuttavia, in caso di contagio all’estero, non è possibile viaggiare con mezzi commerciali e si è soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal Paese in cui ci si trova, spesso con spese a carico del turista.

Si raccomanda, pertanto, di pianificare con massima attenzione ogni aspetto dello spostamento, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a Covid-19.

Viaggi verso i Paesi dell’Elenco D, dove serve l’assicurazione

Dell’Elenco D fanno parte i Paesi extraueropei verso i quali è consentito (fondamentale controllare che la destinazione scelta sia effettivamente aperta al turismo) viaggiare dall’Italia anche per turismo. In questa lista sono contenute le seguenti destinazioni: Argentina, Arabia Saudita, Australia, Bahrein, Canada, Cile, Colombia, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Indonesia, Israele, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Qatar, Ruanda, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale, basi britanniche nell’isola di Cipro), Repubblica di Corea, Stati Uniti d’America, Uruguay, Taiwan, Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao.

Fermo restando che è sempre bene stipulare un’assicurazione di viaggio per tutte le mete, vediamo in quale di questi è effettivamente obbligatoria al fine di potervi fare ingresso.

Aperta al turismo, compresi gli italiani, è la splendida Argentina. Oltre al rispetto delle regole di ingresso, per poterci viaggiare è necessario stipulare un’assicurazione contro il Covid che includa ricovero o isolamento per l’intera durata di permanenza nel Paese. Obbligatoria l’assicurazione sanitaria anche in Arabia Saudita.

Frontiere aperte anche in Cile dove è fondamentale essere in possesso di un’assicurazione sanitaria che copra spese per Covid per almeno 30.000 dollari US.

Ancora impossibile viaggiare per turismo verso la paradisiaca Indonesia. Tuttavia, la splendida Isola di Bali ha finalmente riaperto le sue frontiere ai viaggiatori vaccinati il giorno 4 febbraio (per maggiori informazioni potete cliccare qui). E anche in questo caso è necessario disporre di un’assicurazione sanitaria con una copertura minima del valore di 25.000 USD, che includa anche l’eventuale contagio da Covid-19. Richiesta una copertura sanitaria anche per viaggiare verso l’Uruguay.

Corridoi turistici “Covid-free” e assicurazioni

Fino al 30 giugno 2022 continuerà la sperimentazione dei Corridoi turistici “Covid-free”, ossia gli itinerari in partenza e in arrivo sul territorio nazionale finalizzati a consentire la realizzazione di viaggi turistici controllati, compresa la permanenza presso strutture ricettive selezionate e secondo specifiche misure di sicurezza sanitaria.

Sono, pertanto, esclusivamente viaggi organizzati e gestiti da operatori turistici che sono tenuti ad assicurare il rispetto delle numerose misure di sicurezza previsti dalla sperimentazione. Questi sono operativi verso:

  • Aruba;
  • Maldive;
  • Mauritius;
  • Seychelles;
  • Repubblica Dominicana;
  • Egitto (limitatamente alle zone turistiche di Sharm El Sheikh e Marsa Alam);
  • Cuba;
  • Singapore;
  • Turchia;
  • Thailandia (limitatamente all’isola di Phuket);
  • Oman;
  • Polinesia francese.

Possono avvalersi di questi viaggi esclusivamente i passeggeri muniti di certificazione che attesti il completamento del ciclo vaccinale o, in alternativa, certificazione di avvenuta guarigione. In sostanza il Green Pass da vaccinazione o guarigione.

I viaggiatori che rispondono a tali requisiti e sono autorizzati a viaggiare nell’ambito dei Corridoi Turistici “Covid-free” devono obbligatoriamente presentare al vettore all’atto dell’imbarco, e a chiunque è deputato a effettuare i controlli, l’attestazione rilasciata dall’operatore turistico, denominata “travel pass corridoi turistici”, contenente le informazioni relative agli spostamenti, alla permanenza presso le strutture e alla polizza Covid.

In sostanza, l’assicurazione sanitaria deve essere sempre prevista nell’ambito di viaggi organizzati secondo i protocolli stabiliti per i Corridoi turistici “Covid-free”. Per maggiori informazioni sul funzionamento di questi viaggi e sulle regole da seguire vi rimandiamo a questo nostro approfondimento.

In conclusione, a prescindere dai Paesi in cui è obbligatorio stipulare una polizza di viaggio, è bene sapere che l’assicurazione sanitaria è fondamentale per partire in sicurezza poiché tutela da tutti gli imprevisti che possono verificarsi nel corso del soggiorno, anzi, in molti casi lo fanno ancor prima di partire.

Vi ricordiamo, infine, che le regole di viaggio potrebbero cambiare velocemente. Per questo motivo vi invitiamo a visionare sempre i siti istituzionali del Paese di destinazione e la pagina web del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ViaggiareSicuri.

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Isola Di Bali Notizie Viaggi

Anche Bali riapre al turismo (finalmente)

In Indonesia le misure di sicurezza per evitare la diffusione del Covid sono state particolarmente severe sin dall’inizio della pandemia. E i provvedimenti hanno riguardato anche l’isola di Bali, una delle principali mete turistiche del Paese, che ha così visto completamente bloccato il suo traffico di viaggiatori provenienti da ogni angolo del mondo. Ma nelle ultime settimane le autorità hanno deciso di ricominciare ad accogliere i visitatori stranieri: ecco quali sono i requisiti per tornare ad esplorare questo splendido paradiso esotico.

Bali riapre ai turisti

Il governo indonesiano ha annunciato la riapertura dei confini balinesi ai viaggiatori stranieri completamente vaccinati, a partire dallo scorso 4 febbraio 2022. Questo provvedimento era già stato anticipato da un allentamento delle misure di sicurezza risalente allo scorso ottobre – quando l’isola aveva ufficialmente aperto le proprie frontiere ai turisti provenienti da alcuni Paesi (tra cui Giappone, Cina e Nuova Zelanda). Tuttavia, solo in questi ultimi giorni sono nuovamente tornati a decollare i primi voli internazionali diretti a Bali.

Si tratta di una bellissima notizia, che permette di guardare al futuro con più ottimismo. Nonostante la diffusione della variante Omicron, infatti, sono molti i Paesi che hanno deciso di tornare ad accogliere i viaggiatori, così da incentivare un settore – quello turistico – che negli ultimi due anni ha subito una crisi mondiale. Anche Bali, dunque, riapre ai visitatori dopo lunghissimi mesi che hanno visto il turismo completamente bloccato. Ma quali sono i requisiti per poter viaggiare sulla splendida isola indonesiana?

Come viaggiare a Bali

Per approdare a Bali, oltre all’obbligo di essere in possesso di un adeguato visto per motivi turistici, i viaggiatori dovranno essere completamente vaccinati da almeno 14 giorni e dovranno sottoporsi ad un periodo di quarantena della durata di 5 giorni, da trascorrere (a proprie spese) presso una delle strutture segnalate dalle autorità. L’isolamento rimane invece di 7 giorni per i turisti che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale. Mentre l’ingresso è del tutto vietato a coloro che non sono vaccinati. L’obbligo di vaccino non si applica ai minori di 12 anni.

È poi necessario, per varcare le frontiere indonesiane, effettuare un test PCR nelle 48 ore precedenti la partenza e un ulteriore tampone rapido al momento dell’arrivo in aeroporto. Il test deve essere ripetuto il penultimo giorno di quarantena – che termina solo in caso di esito negativo. Prima della partenza, infine, i viaggiatori devono sottoscrivere un’assicurazione sanitaria che includa anche l’eventuale contagio da Covid. Poiché le disposizioni sono soggette a cambiamenti anche dell’ultimo momento, se state organizzando una vacanza a Bali ricordate di verificare le condizioni d’accesso sul sito ufficiale di Viaggiare Sicuri.

Gli italiani possono andare a Bali?

Bali, e più in generale l’Indonesia, si trova nell’elenco D – secondo quanto previsto dall’ultimo aggiornamento attualmente in vigore. I Paesi inclusi in tale lista sono al di fuori dell’Unione Europea, ma ai cittadini italiani è consentito viaggiarvi anche per motivi turistici. Al rientro è tuttavia obbligatorio compilare il modulo PLF, presentare il Certificato Digitale UE Covid ed effettuare un tampone molecolare o antigenico (rispettivamente nelle 72 ore o nelle 24 ore precedenti l’ingresso in Italia). In caso di mancata esibizione del Certificato Digitale, è obbligatorio effettuare una quarantena fiduciaria di 5 giorni, al termine della quale sottoporsi ad un nuovo tampone.

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Europa linee aeree Notizie offerte Viaggi

Voli in offerta per le nuove mete low cost d’Europa

Ryanair ha appena annunciato l’operativo dei propri voli in partenza dall’Italia della prossima estate. Da Milano è prevista una programmazione record, con 144 voli tra cui tre nuove rotte, quella per Francoforte, per Newcastle, in Inghilterra, e per l’isola di Madeira in Portogallo. Da Roma, è previsto l’operativo estivo più grande di sempre dalle due basi di Roma Fiumicino e Ciampino, con 17 nuove rotte (82 in totale) in tutta Europa, tra cui Berlino, Gran Canaria e Preveza, in Grecia.

Per festeggiare la notizia, la compagnia low cost ha lanciato un’offerta speciale da prenotare entro i prossimi tre giorni, con tariffe a partire da 19,99 euro (a tratta). Si può prenotare entro l’11 febbraio per viaggiare fino a ottobre 2022.

Tra le nuove rotte raggiungibili dai voli Ryanair ce ne sono alcune davvero imperdibili, specie d’estate. Ecco i nostri consigli su dove volare, cosa vedere e perché andarci.

Perché visitare l’isola di Madeira

Conosciuta anche come “giardino galleggiante”, Madeira ha ricevuto proprio pochi mesi fa il World Travel Awards, un prestigioso premio del settore turismo, e per l’ottavo anno consecutivo. A soli 500 chilometri dalle coste africane, grazie alla sua posizione, a Madeira è primavera tutto l’anno. Spiagge, trekking, degustazioni di vino liquoroso locale, il Madera, appunto, surf e vegetazione rigogliosa sono i punti forti di questa meta.

La natura è la protagonista assoluta sull’isola di Madeira. A Funchal, capoluogo dell’isola, è nato quel fenomeno di Cristiano Ronaldo e chissà quante volte è salito sul promontorio di Cabo Girão che, con i suoi 589 metri, è una delle più alte falesie d’Europa oppure ha visitato il villaggio di Santana, quello con la maggior concentrazione di casette colorate. Una vera cartolina di isola.

Perché andare a Preveza, in Grecia

Antico porto di pescatori, ancora poco noto agli italiani, Preveza è la località di mare dove andare in vacanza la prossima estate. Affacciata sul Mar Ionio e nell’estremo Sud-Ovest dell’Epiro, è una tappa imperdibile di chi trascorre le vacanze in barca, che scelgono questo attracco perché molto riparato dai venti settentrionali e orientali.

Un tempo era circondata da forti, molti dei quali ormai distrutti, m alle spalle del delizioso centro storico sono rimasti ben tre castelli, ciò che resta di una storia travagliata, che racconta un susseguirsi di dominazioni, dagli Ottomani ai Veneziani, greci, italiani e persino tedeschi. Lungo i suoi 60 km di costa, s’incontrano alcune tra le più rinomate spiagge, come quella di Monolithi e quella caraibica di Alonaki Fanariou.

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Preveza, in Grecia

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Solo un viaggio potrebbe convincere i “no vax” a vaccinarsi

Un recente studio dimostra che il 77% degli italiani non vaccinati accetterebbe il vaccino se fosse obbligatorio per poter prendere un aereo. Lo studio, condotto dalla dottoressa Valentina Moise, Direttore commerciale di ParkVia, committente della ricerca, dimostra la forte attrattività dei viaggi in aereo e suggerisce che, forse, ci sono dei metodi di approccio più morbidi dell’obbligo vaccinale, che potrebbero incentivare chi non l’ha ancora fatto a vaccinarsi e, di conseguenza, che porterebbero a imporre anche meno restrizioni.

I risultati dello studio sono stati pubblicati dopo l’entrata in vigore delle nuove linee guida introdotte dal Consiglio dell’Unione europea, che prevedono che le restrizioni di viaggio dovrebbero essere su base individuale e mettere in evidenza la vaccinazione o la guarigione dei viaggiatori.

Come viaggiano i “no vax”

Per poter effettuare l’ingresso negli altri Paesi dell’Ue, gli Italiani non vaccinati devono attualmente dimostrare o di essere guariti dal Covid-19 negli ultimi 180 giorni o presentare un tampone negativo effettuato nelle ultime 72 ore (per il test molecolare) o nelle ultime 24 ore (per il test rapido).

E, tra le persone interpellate per la ricerca, soltanto il 14% ha dichiarato di non pensare di vaccinarsi contro il Covid-19 se dovesse diventare un requisito per poter prendere un aereo.

La percentuale della popolazione (dai 12 anni in su) che ha concluso l’intero ciclo vaccinale in Italia è attualmente del 88%. Con i provvedimenti introdotti per gli over 50 non vaccinati e con l’obbligo vaccinale messo in essere da alcuni Paesi europei, i risultati di questo sondaggio suggeriscono che l’obbligo di vaccino per poter prendere l’aereo potrebbe essere una politica efficace per incoraggiare le persone a vaccinarsi.

Voli cancellati per Covid

Il 33% degli intervistati ha dichiarato di aver deciso di cancellare un viaggio in aereo già prenotato a causa di fattori legati al Covid-19. Il principale motivo che gli intervistati hanno indicato per la cancellazione è stato il timore di contrarre il virus mentre si trovavano in viaggio.

Tamponi pre-imbarco (per sicurezza)

A prescindere dalla fine dell’obbligo di tampone prima della partenza per i viaggiatori vaccinati per entrare in molti Paesi dell’Ue a partire dall’inizio di febbraio, il sondaggio mostra anche che il 78% degli italiani continuerà a fare i tamponi su base volontaria prima di salire a bordo di un aereo, con il 9% che ha invece dichiarato che non si sottoporrà più a tampone, qualora non fosse più obbligatorio. Il che “suggerisce che le attuali regole di viaggio all’interno dello spazio Schengen per le persone vaccinate e non vaccinate probabilmente hanno trovato il giusto equilibrio”, spiega la dottoressa.

Sull’alta percentuale di italiani non vaccinati che potrebbero vaccinarsi contro il Covid-19 per poter viaggiare in aereo, la Moise ha detto di essere sorpresa e di aspettarsi “che le persone che non hanno ancora fatto il vaccino fossero meno disposte a cambiare idea per viaggiare e andare in vacanza più facilmente”. E ha aggiunto: “In un certo senso, questo è incoraggiante, perché dimostra la forte attrattività dei viaggi in aereo e suggerisce che forse ci sono dei metodi di approccio più morbidi dell’obbligo vaccinale che potrebbero comunque incentivare un alto tasso di vaccinazione e che potrebbero in ultima istanza portare a meno restrizioni”.

“Con il numero di passeggeri ancora in forte calo rispetto al periodo pre-pandemia, volevamo avere una idea più chiara di come il Covid-19 e i fattori a esso legati, come il vaccino e i tamponi, abbiano influenzato il comportamento delle persone nei confronti dei viaggi in aereo. Sebbene le rigide restrizioni, l’aggiunta dei disagi e la paura di contrarre il virus si siano combinati con il risultato di mantenere la domanda di viaggi aerei molto inferiore rispetto all’epoca pre-pandemia, volevamo capire meglio l’importanza dei fattori più scoraggianti per le persone che pensano di prenotare dei voli”.

Viaggi e restrizioni

Il sondaggio ha rivelato che soltanto il 17% degli intervistati sicuramente non pensa di viaggiare in aereo finché sono ancora in vigore le restrizioni di viaggio legate al Covid-19.

Inoltre, la cosa più scoraggiante per i passeggeri per quanto riguarda il viaggio in aereo è senza dubbio il rischio di vedere il volo cancellato con un breve preavviso. Oltre la metà (il 51%) degli intervistati ha dichiarato che se dovessero viaggiare entro i prossimi tre mesi, sarebbe questo il fattore più scoraggiante del viaggio, con il costo e la scomodità dei test anti-Covid obbligatori e il rischio di perdere il volo a causa delle lunghe code all’aeroporto, che sono stati selezionati dal 19% degli intervistati come il secondo aspetto più scoraggiante.

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Il turismo di nicchia sta spopolando tra i giovani

Ma quali mete di turismo di massa o solite destinazioni: il turismo di nicchia sta crescendo tra i giovani viaggiatori e i Millenials. A rivelare il nuovo trend è stato GlobalData, che ha recentemente pubblicato il rapporto “Niche Tourism, 2022 Update – Thematic Research “, risultato di una ricerca sui dati degli ultimi tre anni in merito al cambiamento dell’approccio dei turisti, nel tempo.

Il viaggio è personalizzato e di nicchia

Ebbene, il pacchetto pre confezionato, l’esperienza standard e la meta sulle solite rotte, non piacciono più. A farla da padrone è il su misura, il luogo scelto per le attività da svolgere o per i prodotti enogastronomici locali. Un turismo di nicchia che sta crescendo maggiormente e in modo decisamente veloce, tra le giovani generazioni, Gen Z e Millennials che preferiscono itinerari personalizzati di ogni tipo, sia che si tratti di vacanze outdoor avventurose, tour di gusto o viaggi spirituali incentrati sulla pratica dello yoga.

Tra gli esempi di viaggi di nicchia ci sono le vacanze attive ispirate a discipline come trekking, Nordic Walking, yoga, surf, ma anche sci, golf e soprattutto cicloturismo. E poi ancora, il turismo rurale con birdwatching, trekking, ma anche vita contadina fatta di lavoro in fattoria e in stalla, dalla raccolta dei prodotti alla vendemmia, fino alla cura degli animali. Allo stesso modo stanno prendendo sempre più piede, le vacanze sostenibili, a basso impatto ambientale e all’insegna del rispetto di ecosistema e tradizioni locali, e i viaggi pet-friendly.

Viaggiatori Gen Z e Millenials

Chi sono questi viaggiatori che amano sempre di più destinazioni ed esperienze inusuali ed autentiche? Sono giovani nati tra il 1991 e il 2005, i cosiddetti appartenenti alla “Generation Hashtag”: il 27% degli intervistati della Gen Z e il 26% dei Millennials hanno risposto che preferirebbero sempre un prodotto personalizzato rispetto a uno più generico, nell’organizzazione di un viaggio e nella scelta di una meta.

A crescere maggiormente negli ultimi tre anni, inoltre, sono state alcune categorie di viaggio specifiche: avventura, gastronomia, LGBTQ+, benessere o viaggi ecologici con grande interesse al tema della sostenibilità e del green.

Perché i viaggi di nicchia attraggono i giovani?

Verrebbe da dire: perché sono inusuali, nuovi, più interessanti. Ed è tutto vero, ma a giocare un ruolo determinante sono ancora una volta i social network. La generazione hashtag, infatti, utilizza moltissimo i social media, rispetto alle altre generazioni, e agiscono con una mentalità da influencer, anche senza lavorare come tali. Mostrando sui propri canali, attraverso foto, video, e contenuti, le destinazioni o i luoghi poco conosciuti ai propri follower, riescono a suscitare interesse negli altri. Le esperienze uniche, meno scontate, hanno decisamente più appeal. Spesso, poi, è la stessa “instagrammabilità”, e quindi il funzionare bene sui social, ad indirizzare le scelte una meta piuttosto che un’altra.

È lo stile di viaggio a cambiare. Viene cucito su misura in base alle esigenze, i gusti e le preferenze del viaggiatore. Anche le strutture ricettive, alla luce di questo trend, stanno puntando sempre di più sulla differenziazione e personalizzazione del servizio, due caratteristiche che abbiamo visto essere i fondamenti dei nuovi trend turistici.

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I puffi (e non solo) diventano protagonisti dei passaporti belgi

Probabilmente il passaporto è uno dei documenti più cari a ogni viaggiatore, dato che è proprio grazie a questo che è possibile entrare e passare per altri stati, per poi tornare in quello della propria cittadinanza. Uno strumento di identificazione individuale che spesso si traduce in un vero e proprio omaggio ai nostri viaggi più belli.

Chi ama viaggiare, infatti, conserva con orgoglio il proprio passaporto perché è li che sono custoditi, alla stregua di un tesoro prezioso, i timbri di ingresso e di uscita. Si tratta di simboli di vanto che testimoniano le esperienze e le avventure e che in qualche modo preservano il ricordo del viaggio. Alcuni, poi, sono davvero singolari e bellissimi, degni da collezione.

Passaporti Belgio: originali e bellissimi

Perché oggi vi parliamo di passaporti? Perché presto tutti i cittadini del Belgio potranno sfoggiare un documento di viaggio davvero unico e bellissimo, ma anche più sicuro. A partire dall’8 febbraio 2022, infatti, i passaporti belgi saranno contraddistinti da colori e disegni che altro non sono che raffigurazione di avventure di Tintin e dei Puffi.

Forse non tutti sanno che il Paese è la patria di alcuni dei fumetti più amati al mondo, motivo per il quale è stato scelto di introdurre questi disegni in documento così importante. Una vera e propria valorizzazione dell’identità del Belgio che ha dato vita a personaggi iconici come quelli dei Puffi, nati come fumetto e trasformati in cartoni animati e film, Lucky Luke, Blake e Mortimer nati dalle menti creativa e visionaria di Hergé e Peyo.

In Belgio, ora non si parla d’altro. E come potrebbe essere altrimenti? Da quando la ministra degli esteri di Bruxelles, Sophie Wilmès, ha dato la notizia, questa è rimbalzata da una parte all’altra del Paese e del web. Per la prima volta, infatti, il passaporto, da documento imprescindibile del viaggio, diventa anche uno strumento per omaggiare la cultura locale.

Inoltre, la ministra degli esteri, ha fatto sapere che le novità non riguardano solo il design originale e unico, che rende quasi il documento un oggetto da collezione, ma anche la sicurezza che viene aumentata per contrastare le truffe.

Belgio, la patria dei fumetti

Dopo l’entusiasmo della notizia vale la pena scoprire le motivazioni che si nascondono dopo questo cambiamento che, come vi abbiamo anticipato, riguarda la cultura stessa del Paese che ha dato vita ad alcuni dei personaggi più iconici della nostra infanzia.

I Puffi, Tintin e Lucky Luke sono solo alcuni dei protagonisti dell’immaginario fumettistico che tutti conosciamo, gli stessi che sono nati dalle penne di creatori e artisti del Belgio. Una realtà, questa, che ha reso inevitabilmente il Paese come la patria della nona arte.

Le avventure di Tintin, che portano la firma di Hergé dal lontano 1929, sono forse quelle più conosciute in tutto il Belgio e non solo, dato che le vicende che si snodano attorno all’omonimo personaggio principale, sono state tradotte in più di 50 lingue. A lui si affiancano i personaggi blu che tutti conosciamo.

I Puffi sono stati ideati nel 1958 da Peyo come personaggi secondari nella striscia a fumetti di John e Solfamì. Visto il loro grande successo, però, in poco tempo hanno meritato delle avventure tutte loro e si sono trasformati prima in cortometraggi a disegni animati, poi in cartoni e film.

Questa storia d’amore tra il Paese e i fumetti è celebrata anche a Bruxelles, non solo capitale del Belgio, ma anche città dei fumetti. Tra le strade, i quartieri e le piazze, infatti, eroine e gli eroi delle strisce a fumetti sono diventati parte integrante della scena urbana con raffigurazioni che fanno capolino tra i muri e gli edifici della città.

Iconica è la celebre Comic Book Route, conosciuta anche come strada dei fumetti di Bruxelles, che conserva oltre 50 murales tra gli edifici dei quartieri di Laeken e Auderghem.

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Piemonte: la caccia più romantica dell’anno ha inizio

Uno strano e suggestivo fermento c’è nell’aria nei giorni immediatamente precedenti a San Valentino e questo non stupisce. Le coppie di viaggiatori di tutto il mondo sono alla ricerca di nuove destinazioni da raggiungere, siano queste estremamente romantiche, magiche o avventurose.

Ma non sono gli unici a manifestare un certo fervore, dall’altra parte, infatti, le strade, i quartieri e le piazze delle città che conosciamo si abbigliano a dovere con il solo obiettivo di celebrare l’amore universale. Ed è quello che sta succedendo in una regione d’Italia, e più precisamente nelle città del basso Piemonte, dove sta per partire un’originale caccia al tesoro dedicata agli innamorati d’Italia e del mondo intero.

Romantiche postazioni in Piemonte

Sono 17 i comuni del basso Piemonte del Distretto del Novese che hanno aderito a quella che possiamo considerare l’esperienza più romantica e avventurosa di questo San Valentino dedicata ai cittadini e alle coppie di viaggiatori.

Succede che in questi giorni, tutte le panchine che puntellano l’intero territorio, siano queste panoramiche o solo di passaggio, si preparano a trasformarsi nel luogo perfetto dove celebrare l’amore. Le sedute in città, infatti, saranno addobbate con cuori e simboli romantici di ogni forma e dimensione. Un vero e proprio Selfie Corner da condividere con la propria dolce metà per celebrare l’amore e San Valentino.

Si possono scattare fotografie, con la garanzia che queste siano davvero instagrammabili, o ci si può semplicemente riposare e rilassare dopo una passeggiata in città. Quelle più panoramiche offrono una suggestione in più: la vista su un territorio meraviglioso tutto da conoscere ed esplorare.

L’obiettivo, del resto, è proprio quello di offrire nella semplicità di una panchina, la visione sugli scorci della città, da una postazione estremamente romantica, per trascorrere una giornata e un momento condiviso all’insegna dell’amore.

A caccia di panchine romantiche: come funziona l’iniziativa

Che stiate organizzato un viaggio in Piemonte in occasione di San Valentino o una gita fuori porta in questo magico territorio, è doveroso partecipare a questa bizzarra e divertente avventura. La caccia al tesoro, o meglio alla panchina, inizierà il 13 febbraio e avrete dalla vostra parte più di un aiuto per trovarle tutte, o solo quelle che più vi ispirano.

Sono 17 i comuni che al momento hanno aderito a questa iniziativa romantica, ma altri potrebbero presto aggiungersi, e sono Arquata Scrivia, Borghetto di Borbera, Capriata d’Orba, Carrosio, Cassano Spinola, Fresonara, Grondona, Lerma, Montaldeo, Mornese, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, Serravalle Scrivia, Tassarolo, Villalvernia e Voltaggio.

Ad aiutare le coppie in questa caccia al tesoro ci penserà l’applicazione Visit Distretto del Novese che, proprio nei prossimi giorni, pubblicherà le coordinate per trovare le panchine trasformate in romantici Selfie Corner dal 13 febbraio fino a fine mese.

Non solo panchine, però, questa caccia al tesoro permetterà a cittadini e viaggiatori di scoprire e riscoprire i luoghi più suggestivi del territorio attraverso l’arte, la cultura e i panorami che lasciano senza fiato. Non mancano, ovviamente, le eccellenze gastronomiche.

Prima di raggiungere la vostra panchina, infatti, vi raccomandiamo di fare scorta di baci di dama, per concludere l’esperienza nel mondo più dolce che c’è.

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Viaggi: le scadenze del Green Pass Paese per Paese

Il Certificato Covid digitale dell’Ue, meglio conosciuto come Green Pass, è entrato in vigore il 1º luglio 2021 e garantisce alle persone di circolare liberamente all’interno dell’Unione Europa e dei Paesi dell’Area Schengen. Tuttavia, dal 1º febbraio 2022 sono in vigore nuove norme che stabiliscono un periodo di accettazione vincolante di 9 mesi per i certificati di vaccinazione utilizzati per i viaggi tra gli Stati membri.

In sostanza, ogni Nazione deve accettare i certificati di vaccinazione dei viaggiatori per 9 mesi a decorrere dalla somministrazione dell’ultima dose della vaccinazione primaria: per il vaccino Johnson & Johnson 270 giorni dalla prima e unica dose, mentre per un vaccino bidose 270 giorni dalla seconda dose o, in linea con la strategia di vaccinazione dello Stato membro di vaccinazione, dalla prima e unica dose somministrata dopo la guarigione dal virus.

Quanto vale il Green Pass in Europa e in Italia

Le norme suddette sono valide solo per l’uso dei Green Pass da vaccinazione per viaggiare all’interno dell’Ue. Gli Stati, infatti, possono applicare regole diverse per quanto concerne l’uso del certificato Covid nel contesto nazionale. È il caso dell’Italia, per esempio, dove il Green Pass per coloro che vengono dall’estero vale 9 mesi ai soli fini dell’ingresso nel territorio nazionale, mentre una volta all’interno il certificato ha validità di 6 mesi – a meno che non ci si sottoponga a una terza dose di vaccino, in quel caso la durata è illimitata.

Fermo restando che in Ue, per spostarsi da un Paese all’altro, il Green Pass vale 9 mesi e che tutti gli Stati sono invitati ad adeguarsi, il Belpaese non è l’unico ad adottare norme diverse rispetto alle raccomandazioni europee per quanto riguarda la scadenza, e quindi l’uso del Green Pass sul territorio nazionale. Per questo motivo abbiamo deciso di fare chiarezza illustrandovi le scadenze della certificazione verde in ogni luogo d’Europa.

I Paesi che non utilizzano il Green Pass

Dal giorno 1 febbraio 2022 non vi sono più restrizioni per Covid-19 in Danimarca. Questo vuol dire che non è necessaria la certificazione vaccinale all’interno del territorio nazionale.

Anche in Irlanda il Green Pass non è più obbligatorio per accedere a luoghi ed eventi al coperto, tra cui cinema e teatri, palestre e centri ricreativi, bar e ristoranti degli hotel.

A partire dal 5 febbraio, i certificati di vaccinazione, di recupero o di esito negativo del test non sono più necessari per entrare nei luoghi al chiuso della Lituania.

Vi ricordiamo, tuttavia, che in questi Paesi il Green Pass rimane obbligatorio per farvi ingresso, e quindi per superare le frontiere (con validità di 9 mesi).

Tutti i Paesi in cui il Green Pass vale 12 mesi

Contrariamente a tutti i Paesi dell’Ue/Area Schengen, la Bulgaria non ha inserito alcuna data di scadenza sul certificato di vaccinazione. L’ispettore sanitario capo dello Stato bulgaro, Angel Kunchev, ha dichiarato all’inizio di gennaio che i certificati di vaccinazione continueranno a rimanere validi per 12 mesi. Mentre per coloro che riceveranno una dose aggiuntiva, il periodo di validità sarà indefinito. Obbligatorio l’uso della certificazione per quasi tutte le attività al chiuso.

12 mesi di validità anche per la Finlandia. Il Paese, infatti, deve ancora annunciare se seguirà la raccomandazione dell’Ue a tal proposito. Anche in questo caso, il Green Pass è obbligatorio per accedere a molte attività al coperto come musei, spazi espositivi e altri luoghi culturali simili.

Green Pass valido 9 mesi: dove

Green Pass valido 9 mesi all’interno del territorio nazionale in Croazia. Ciò vuol dire che coloro che hanno assunto l’ultima dose di vaccino più di 270 giorni fa devono ricevere un’iniezione di richiamo poiché considerati non vaccinati.

A partire dal giorno 1 febbraio anche in Estonia il certificato di vaccinazione ha una validità di 9 mesi. Necessario per accedere a tutti gli spazi interni e i luoghi al chiuso, la validità sarà a breve prolungata a 15 mesi per i minori di età compresa tra i 12 e i 18 anni.

Obbligatorio per entrare nei posti al coperto e con validità di 9 mesi è anche il pass della Germania. Stessa situazione in Grecia, ma a partire dal 21 febbraio. Per coloro che si sono sottoposti alla terza dose la durata del documento è illimitata.

Green Pass che scade a 9 mesi, e quindi necessità di fare la dose booster, anche in Islanda e a partire dal 15 gennaio. Pure la Lettonia ha ridotto la validità del Green Pass. Attualmente, infatti, il Paese riconosce solo i certificati di vaccinazione che dimostrano che il titolare è stato completamente immunizzato negli ultimi 270 giorni.

Coloro che hanno ricevuto l’ultima dose di vaccino più di nove mesi fa, quindi, saranno soggetti a regole di ingresso aggiuntive. La norma di validità non si applica ai bambini di età inferiore ai 18 anni.

La Norvegia ha ridotto la validità dei certificati di vaccinazione a 270 giorni rendendo di fatto necessaria una dose di richiamo del vaccino contro il Covid-19 per estenderne la durata. Inoltre, è bene sapere che i comuni norvegesi possono adottare ulteriori misure restrittive valide a livello locale.

Obbligatorio il Green Pass per entrare negli spazi al chiuso anche nei Paesi Bassi. Ma non solo. Dal 1° febbraio sono riconosciuti esclusivamente i certificati di vaccinazione che indicano che il titolare ha assunto l’ultima dose di vaccino negli ultimi 9 mesi. Stessa situazione in Polonia e in Romania.

Green Pass necessario per fare ingresso in strutture culturali, ricreative e sportive, ristoranti e bar, strutture turistiche, fiere e conferenze al coperto, casinò e altre sedi anche in Slovenia. Il Paese, inoltre, ha accolto la richiesta dell’Ue di rendere valida la certificazione vaccinale per 9 mesi.

Più articolata la situazione in Spagna dove ogni regione segue proprie regole. In molte di queste, il Green Pass è necessario per accedere a spazi pubblici, quali bar e ristoranti, musei, piscine, grandi eventi e alcuni mezzi di trasporto pubblico. In sostanza, le comunità autonome spagnole possono attuare regolamenti territoriali specifici. Al momento, ove richiesto, il Green Pass ha validità di 9 mesi.

La Svizzera ha da poco aggiornato le sue regole di ingresso, tra cui la validità del certificato verde a 9 mesi. Tale decisione è stata presa dal Consiglio federale svizzero e significa che i cittadini del Paese, così come i viaggiatori, devono ricevere un vaccino aggiuntivo affinché il loro pass sia accettato. Le stesso regole sono seguite in Liechtenstein.

Infine l’Ungheria che, analogamente alla maggior parte dei paesi dell’Ue, ridurrà la validità dei Green Pass a 270 giorni.

Green Pass valido dai 3 ai 7 mesi

In Europa c’è anche chi ha ridotto la validità del Green Pass a 7 mesi e chi ha fissato la scadenza del documento a soli 3 mesi dall’ultima vaccinazione. Scopriamo di quali Paesi stiamo parlando.

In Austria, oltre all’obbligo vaccinale, dal 1º febbraio la validità dei certificati di vaccinazione per uso nazionale e quindi per ristoranti, alloggi, strutture ricreative e sportive, ecc. è ridotta a 180 giorni (6 mesi), 210 se si è minori di 18 anni. Coloro che hanno ricevuto la dose di richiamo hanno, invece, un Green Pass valido per 9 mesi.

Le Autorità belghe hanno deciso di imporre un periodo di validità più breve ai certificati di vaccinazione. In una riunione tenutasi il 21 gennaio, il Belgio ha voluto ridurre la durata del Green Passi da 270 a 150 giorni, e a partire dal giorno 1 marzo.

Attualmente in Francia il pass vaccinale è necessario per accedere a molti servizi al chiuso. Inoltre, la sua validità è di 7 mesi, ma dal 15 febbraio tale periodo sarà ridotto a 4 mesi.

Situazione molto particolare a Malta che ha la durata del Green Pass in assoluto più breve di tutto il continente: solo 3 mesi. Una decisione molto criticata e per cui l’Ue ha richiesto un chiarimento.

Infine il Portogallo che accetta Green Pass che indicano che il titolare è stato completamente vaccinato negli ultimi 180 giorni (6 mesi). Per estendere la validità, tutti sono tenuti a ricevere una dose di vaccino aggiuntiva.

Insomma, per viaggiare in Europa e per trascorrere vacanze più protetti e con la possibilità di accedere alle attività al chiuso o negli alberghi, è strettamente necessario sottoporsi alla terza dose di vaccino. È bene sapere, però, che le norme sono in continuo mutamento anche per quanto concerne la validità dei Green Pass. Per questo motivo, prima di organizzare un viaggio, è fondamentale controllare il sito Re-open EU che fornisce informazioni sulle misure sanitarie e di viaggio nell’Ue e nei Paesi associati Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera) durante la pandemia di Covid-19. Per maggiori informazioni sul funzionamento potete cliccare qui.