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Riparte il treno storico sulla Ferrovia del Basso Monferrato

Dopo 11 anni di sospensione, domenica 2 ottobre torna sui binari il treno del Basso Monferrato. L’occasione è la Fiera nazionale del tartufo di Montiglio Monferrato che dura fino al 9 ottobre.

Il treno storico parte da Torino e arriva a Montiglio, in provincia di Asti, un delizioso paese in cima a un colle sovrastato dal castello che domina la Valle Versa. parte del circuito dei “Castelli aperti” del Basso Monferrato.

Il viaggio a bordo del treno storico

Il treno storico, composto da carrozze Corbellini degli Anni ’50, parte alle 9.00 dalla stazione di Torino Porta Nuova per arrivare a Chivasso alle ore 9.30.

Alla stazione di Chivasso, in passato capitale di quello che nell’XI secolo era il Marchesato del Monferrato, è prevista una sosta per consentire ai passeggeri di partecipare agli eventi organizzati dall’amministrazione comunale in occasione della Sagra del nocciolino e, poco prima della ripartenza del treno, la breve cerimonia del simbolico taglio del nastro.

Montiglio-Monferrato

Fonte: Wikimedia Commons @Ziegler175

Il paese di Montiglio Monferrato

Il treno storico riparte poi da Chivasso, trainato da una locomotiva a vapore, percorrendo i binari della suggestiva linea ferroviaria che penetra nel cuore del Basso Monferrato, con tappe a Cavagnolo e Brozolo. L’arrivo a destinazione a Montiglio Murisengo è previsto per mezzogiorno.

Qui si potrà fare visita alle mostre sulla Linea Chivasso-Asti, di ammirare le numerose meridiane per cui il paese è famoso e naturalmente pranzare alla Fiera nazionale del tartufo di Montiglio Monferrato.

Nel pomeriggio, al rientro (il treno riparte alle 15.45), il treno sosta per un’ora a Cavagnolo Brusasco dove, per l’occasione, sarà allestito un “Expo del Monferrato torinese” nel piazzale della Stazione con stand dei Comuni, delle Associazioni e delle Aziende agricole del territorio. Il treno riparte da qui alle 17.05 e fa tappa a Chivasso alle 17.30 per arrivare in stazione Torino alle 18.20.

Con l’acquisto del biglietto di andata e ritorno del treno storico sarà possibile usufruire di un “pranzo al Tartufo” organizzato della Pro Loco di Montiglio a un prezzo agevolato di 30 euro per gli adulti e 20 per ragazzi dai 4 ai 12 anni (è gratuito sotto i 4 anni).

Quanto costa il viaggio

Il treno di andata e ritorno che parte dalla stazione di Torino Porta Nuova costa 25 euro per gli adulti (a partire dai 12 anni), mentre per i ragazzi dai 4 ai 12 anni non compiuti costa 15 euro. Fino ai 4 anni non compiuti il viaggio invece è gratis, senza diritto al posto a sedere.

Saranno ben due i treni storici della Fondazione FS che celebreranno la riapertura della “Ferrovia del Basso Monferrato”, la dodicesima linea ferroviaria riaperta per usi turistici nell’ambito del progetto “Binari senza Tempo”.

Montiglio_stazione-ferroviaria

Fonte: Wikimedia Commons @Giorgio Stagni

La stazione ferroviaria di Montiglio Monferrato
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L’Italia torna a essere una delle mete più amate dai turisti stranieri: l’interessante report di Campeggi.com

Dopo due anni davvero complicati, finalmente il nostro Paese è di nuovo al centro dell’interesse del turismo estero. A svelare quanto appena detto è Campeggi.com, il portale leader d’Italia per campeggi e villaggi vacanze, che con il suo Camping Report (CaRe) ha confermato che il 2022 è stato l’anno della ripresa.

Il report nel dettaglio

Fino a questo momento il 2022 è stato un anno di successi a livello turistico per il nostro Paese, e in particolare per il mondo del turismo all’aria aperta che negli ultimi mesi ha conquistato soprattutto i turisti stranieri.

Il report, infatti, ha rivelato che nei primi otto mesi del 2022 i mercati esteri hanno registrato un +38% rispetto al 2021 e un +78% rispetto al 2020, quando le restrizioni imposte
dall’emergenza sanitaria avevano ridotto notevolmente l’afflusso di turisti stranieri verso il Belpaese.

Quest’anno l’Italia ha fatto breccia nel cuore dei viaggiatori tedeschi, così come in quello degli olandesi, danesi, polacchi e spagnoli. Ma dove hanno scelto di villeggiare i tanti stranieri arrivati nel nostro Paese? La medaglia d’oro delle regioni più amate dai campeggiatori europei è del Veneto (58%), affiancato sul podio da Toscana (10%) e Trentino-Alto Adige (6%); seguono Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Sardegna, Marche, Puglia, Campania e Sicilia.

Toscana (14%) e Veneto (10%) guidano, insieme alla Puglia (11%) la Top 10 delle destinazioni preferite dai viaggiatori italiani, che sono quindi ben distribuite tra nord, centro e sud. Completano la classifica Marche, Sardegna, Emilia-Romagna, Campania, Trentino-Alto Adige, Liguria e Abruzzo.

Estate 2022 all’insegna della famiglia

La famiglia, amici a quattro zampe compresi, è stata la regina dell’estate 2022 — che ha inoltre registrato un +5% in termini di ricerche rispetto a quella del 2019.

Come ha evidenziato il report, i viaggiatori hanno cercato soprattutto camping e villaggi pet e family friendly (rispettivamente 24% e 15%). Tra i servizi più richiesti un posto d’onore se lo sono aggiudicato anche le piscine e l’accesso diretto alla spiaggia, entrambi all’11%.

Ma non è finita qui, perché a confermare il trend delle vacanze in famiglia o di gruppo c’è anche il numero di viaggiatori per i quali sono stati richiesti i preventivi: per 3-4 persone nel 43% dei casi e per 5 persone nel 32%, mentre solo il 16% si è spostato in coppia.

La scelta di italiani, ma anche degli stranieri, è ricaduta soprattutto sui villaggi vacanze (58%), seguiti dai glamping e camping (entrambi al 16%) e dalle piazzole per camper (9%), con la maggior parte dei preventivi richiesti per soggiorni di 7 notti (55%).

Cristian Capizzi, CEO di KoobCamp, il network al quale appartiene Campeggi.com., ha spiegato che: “Quest’anno i viaggiatori hanno iniziato a prenotare le loro vacanze en plein air fin da gennaio, quando sono partite le ricerche per i soggiorni estivi, ma nel secondo quadrimestre del 2022 non sono mancate le prenotazioni last minute, concentrate in particolare nel mese di agosto, e quelle per settembre (25%)”.

Dati che mostrano la ripresa di un settore dopo due anni complessi, ma che soprattutto hanno superato i numeri del 2019 attirando nuovamente i viaggiatori da oltre confine.

In sostanza, secondo il report quello che fra qualche mese si concluderà è un anno di ottime notizie per il mondo dei campeggi e del turismo in generale.

Contenuto offerto da Campeggi.com

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A bordo della crociera del cioccolato

Le crociere a tema spesso hanno il difetto di escludere alcuni passeggeri da certi viaggi. Se non balli il tango non partecipi alla crociera del tango, se non pratichi yoga eviti anche questa. Ma una crociera sicuramente accontenta praticamente tutti: quella del cioccolato.

Sta per salpare una nave che regala l’esperienza più dolce che ci sia. La crociera prevede una settimana di eventi che ruotano intorno al cioccolato.

Dal 2 al 9 ottobre, per sette giorni si potranno fare le più prelibate esperienze gastronomiche a bordo della Costa Toscana di Costa Crociere.

Il programma della crociera del cioccolato

Alcuni maestri pasticceri di fama mondiale provenienti da Italia, Spagna, Francia e Germania, insieme gli chef della compagnia di navigazione si esibiranno durante la crociera nel Mediterraneo occidentale dedicata al cioccolato in tutte le sue declinazioni intitolata proprio “La Settimana del Cioccolato – I 7 vizi Capitali“.

Durante la settimana del cioccolato, si potranno gustare piatti speciali a base di cioccolato a colazione, pranzo e cena, sperimentare moltissime attività a tema cioccolato su tutta la nave, dai cocktail speciali nei bar alle degustazioni di cioccolato fuso e persino trattamenti nella spa a base di cioccolato e incontrare di persona i maestri pasticceri che, ogni giorno, sveleranno i loro segreti e proporranno degustazioni nel Colosseo della nave.

Durante l’itinerario, che prevede scali a Savona, Civitavecchia, Napoli, Ibiza, Valencia e Marsiglia, gli ospiti della nave potranno godere di un’esperienza culinaria completa, che comprende i piatti e i menu di tre chef di fama mondiale: la star della Tv Bruno Barbieri, Hélène Darroze, sei stelle Michelin, e Ángel León, che in Spagna è soprannominato “el Chef del Mar”.

A bordo della Costa Toscana

La nave è un omaggio alla splendida Regione italiana. A partire dai ponti che hanno tutti nomi delle città toscane: Montalcino, Pietrasanta, Viareggio, Montecatini, Lucca, Pienza, Bolgheri e Montepulciano.

Nella Piazza del Campo c’è poi una grande scalinata affacciata a poppa sviluppata su tre ponti, con una balconata all’aperto sull’ultimo ponte il cui pavimento di cristallo fa vivere l’esperienza di volare sul mare.

Un altro punto molto suggestivo e panoramico a bordo della Toscana è la Passeggiata Volare, che raggiunge il punto più alto della nave a 65 metri d‘altezza. A prua si trova la Piazza dei Miracoli, dove fare shopping, degustazioni e intrattenimento.

Sulla Costa Toscana, oltre alle cabine classiche, c’è anche una nuova tipologia di camere con “terrazza sul mare” e una splendida dependance dove fare colazione, prendere un aperitivo o semplicemente godersi il rumore delle onde (quella assegnata a Chiara Ferragni durante un suo recente viaggio di lavoro). Le camere a bordo della nave sono in totale 2.663, di cui 28 suite, 106 cabine con terrazza, 1.534 con balcone, 168 esterne e 827 interne.

Una nave al passo coi tempi

Viaggiare a bordo di questa nave è una vera esperienza. Costa Toscana è una “smart city” itinerante. Grazie all’utilizzo del gas naturale liquefatto (Gnl) con cui si riesce a eliminare quasi del tutto l’immissione di ossidi di zolfo nell’atmosfera, di ossido di azoto e di CO2 (fino al 20%) è una nave super green.

Oltre a zero emissioni, la nave offre tutta una serie di innovazioni tecnologiche all’avanguardia studiate per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale. L’intero fabbisogno giornaliero di acqua è soddisfatto trasformando quella del mare tramite l’utilizzo di dissalatori.

 

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Il nuovo itinerario tra edifici in pietra che tornano in vita

Un itinerario che passa tra edifici in pietra che tornano in vita, un modo originale per dare un nuovo volto ad alcuni patrimoni del nostro Paese che per molto tempo sono stati dimenticati. Strutture che risorgono dalle loro ceneri per regalare ai visitatori un’esperienza nuova ed emozionante.

Il Museo Diffuso dell’Abbandono lancia “Senti-Ieri”

Questo e molto altro è quello che sta per succedere nella Romagna appenninica grazie al lancio di un’app gratuita che permette di ascoltare le interviste di chi ha abitato questi luoghi, oltre a fornire una mini guida per pernottare e gustare i prodotti tipici del territorio.

Lanciato dal Museo Diffuso dell’Abbandono, si chiama “Senti-Ieri” il nuovo itinerario che attraversa l’Appennino Romagnolo alla scoperta di vecchi edifici in pietra che “tornano in vita”. Un progetto che si pone l’obiettivo di valorizzare quei luoghi che possiamo definire “fantasma” e che mira a raccontare le trasformazioni sociali, culturali ed economiche della Romagna del’900. Il tutto, però, conservando e valorizzando storie e immagini di ieri e di oggi, la memoria di un patrimonio storico che rischia di essere dimenticato.

In cosa consiste l’itinerario

L’itinerario montano del museo, “Senti-Ieri”, è un vero e proprio viaggio tra storia, natura e memoria. Un’avventura che conduce i visitatori nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, una vera ricchezza del nostro Stivale. Situato a meno di 50 chilometri da Firenze e Forlì, a cavallo del crinale appenninico, è uno dei patrimoni forestali più importanti d’Italia, tanto da essere considerato un vero e proprio paradiso per gli amanti della montagna e della natura.

Un’area davvero molto particolare non solo perché propone una grande varietà di paesaggi, ma anche perché è in grado di offrire un ventaglio di opportunità, itinerari ed esperienze a dir poco incredibili. E ora, a tutto quello che già offre, si aggiunge un’altra straordinaria avventura.

Lungo il percorso immerso nel verde i visitatori incontreranno alcuni vecchi edifici in pietra della Romagna appenninica – borghi dimenticati, case di cui ormai sono rimasti solo i ruderi, antichi poderi che oggi sono foreste, ex scuole e chiese incustodite – testimonianza di mestieri e vite che, dal dopoguerra in avanti, iniziarono a trasformarsi in modo profondo.

Ronco del Cianco romagna

Fonte: Ufficio stampa – Encanto Public Relations – Ph: Stefano Belacchi

Ronco del Cianco

Un territorio straordinario e di cui si rivela molto utile raccontare il tempo passato, riscoprire le comunità che ci vivevano e i loro valori, saperi e conoscenze, poiché di esse non rimane quasi nessuna traccia. Ma altrettanto importante è sorprendersi della natura e della biodiversità del Parco Nazionale. Del resto, sono due mondi lontani anni luce, due scenari messi a confronto che lasciano spazio alla speranza che l’uomo possa tornare, anche se in punta di piedi.

Il nome “Senti-Ieri” è stato scelto perché è un gioco di parole che ha al suo interno valori profondi: il patrimonio di ricordi e storie di uomini e donne che hanno vissuto quei luoghi e che grazie all’app, IN LOCO, è possibile ascoltare durante il cammino.

Come funziona l’applicazione IN LOCO

Tramite l’uso dell’applicazione gratuita, infatti, i turisti potranno ascoltare le voci e le audio interviste di alcuni dei testimoni di quelle che un tempo erano le vite in questi territori, riscoprire le comunità che abitavano quei posti, i loro valori, i saperi e le loro conoscenze immaginando come potevano essere un tempo e come sia ancora viva e cara la memoria ai loro occhi, e non solo.

Grazie a questo sistema potranno diventare propri i diversi i racconti che permettono di conoscere meglio la storia di questo territorio: i ricordi delle feste e balli con gli scarponi, le lunghe distanze da percorre per svolgere la quotidianità, i riti, i giochi di una volta come per esempio le “sette merende” o le tecniche per la caccia ai ghiri nei castagneti. Memorie che sono ancora vive come ricorda Giorgio Amadori, nato a Villaneta nel 1944 lungo il sentiero 243 che scende da Campigna: “Era una vita come tante in montagna. Però non stavamo male, avevamo tutto quello che ci serviva”.

Passato, presente e futuro, tutto questo si può incontrare all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, mentre nel frattempo ci si lascia sorprendere della natura e della biodiversità che pian piano ha ripreso il suo splendore e il suo ruolo da protagonista.

Nel viaggio, immersi nella vegetazione e nella storia, è possibile pernottare, gustare proposte culinarie regionali a km 0 e ascoltare le storie delle persone, amici e amiche di Senti-Ieri, che abitano questo territorio ricco di fascino.

Cos’è il Museo diffuso dell’Abbandono

Gli spazi ormai lasciati in abbandono nel nostro Paese sono davvero tanti e ognuno rappresenta una ferita dei nostri tempi. Molti di questi luoghi meritano una seconda vita, anche se alcuni sono destinati a una inesorabile fine.

Ed è partendo da questi presupposti che nasce IN LOCO, un vero e proprio tentativo di tramandare la memoria di questi luoghi, uno strumento di conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di storie, racconti ed emozioni che descrive un territorio e le sue evoluzioni sociali, culturali ed economiche.

In poche parole, IN LOCO è un museo senza pareti o cancelli ma in continuo mutamento. È uno spazio dedicato all’esplorazione e di ricerca diffuso che connette e dà una lettura di insieme del territorio ai margini, per raccontare il paesaggio abbandonato e spingere ad andare sul posto, in loco, attraverso una guida alternativa e in perenne evoluzione.

Il museo incrocia così luoghi, memorie e persone, innescando percorsi di partecipazione e rigenerazione, aggregando intorno ai luoghi le comunità che vogliono portarli nel futuro. Tutto questo è possibile grazie a una mappatura che è attiva dal 2010 che è stata il punto di partenza per tracciare 7 itinerari di viaggio rivolti a fotografi, architetti, esploratori urbani o, più semplicemente, a tutte le persone che vogliono conoscere la storia e il territorio della Romagna in modo in modo nuovo e particolare.

L’insieme degli itinerari dà vita a una guida turistica, alternativa e in continua evoluzione, che permette ai visitatori di continuare l’esplorazione e rende disponibili contenuti multimediali creati ad hoc fruibili, appunto, solamente in loco, attraverso l’applicazione.

Un’esperienza, dunque, davvero unica nel suo genere e al contempo ricca di bellezze ed emozioni.

Val di Covile romagna

Fonte: Ufficio stampa – Encanto Public Relations – Ph: Stefano Belacchi

La Val di Covile
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L’era delle low cost è finita: cosa sta succedendo

Sono anni molto complicati per il trasporto aereo. Dopo le strette dovute alla pandemia, ci si mette l’inflazione a dare la botta di grazia a questo settore. Su questo argomento è intervenuto Andreas Gruber, il responsabile delle attività tedesche della compagnia low cost Ryanair, che ha rilasciato delle dichiarazioni che non fanno ben sperare.

Addio ai voli low cost

Stando a quanto dichiarato da Gruber, i prezzi dei biglietti aerei della compagnia aerea Ryanair sono destinati a subire un’impennata nei prossimi mesi. Manco a dirlo, all’origine dei futuri rincari pianificati dal vettore irlandese c’è l’aumento del costo del carburante: “Il prezzo medio di un biglietto Ryanair aumenterà probabilmente da 40 a 50 euro, da 38,6 a 48,2 dollari in cinque anni“.

La compagnia aerea sta cercando di ridurre l’impatto dell’aumento dei prezzi del petrolio con contratti a termine che fissano i prezzi e acquistando paraffina a basso costo per le sue scorte, ma non può ammortizzare completamente l’aumento dei prezzi del carburante“, ha continuato Gruber.

A farci venire un minimo di speranza è però l’amministratore delegato del gruppo, Michael O’Leary, che sostiene che l’era dei voli low cost non sia affatto finita. Quello che ha fatto sapere è che attualmente i voli a 9,99 euro non sono sostenibili a causa del rincaro del carburante, ma appena il cherosene costerà di meno inevitabilmente scenderà anche la tariffa media.

Voli da incubo: tutte le compagnie che hanno aumentato i prezzi

Non è solo Ryanair ad aver aumentato i prezzi. Anche Lufthansa, la principale compagnia aerea tedesca, ha annunciato tariffe più alte per il resto dell’anno. Ma in generale basta fare un giro sui vari portali delle compagnie aeree o nei siti dedicati ai biglietti per capire che è davvero un’impresa trovare un volo a poco.

La crisi energetica, infatti, ha solo peggiorato la situazione e adesso le tariffe sono arrivate a costi spropositati. Vi basti pensare che secondo le ultime indagini dell’Istat, i voli intercontinentali sono quelli che hanno subito più rincari su base annua: un aumento del 176%, per i voli internazionali l’aumento è del 128,1% mentre i voli europei costano il 110,8% in più.

A tal proposito il Codacons ha condotto una ricerca sui rincari dei voli evidenziando che le tariffe del trasporto aereo sono arrivate a prezzi davvero fuori dal comune. Solo per andare in Cina, per esempio, si può spendere fino a 5mila euro facendo due scali.

Attualmente, chi vuole andare in Australia potrebbe arrivare a pagare anche 2mila euro a tratta con uno scalo. Mentre per volare verso Buenos Aires ne servono anche 1603 con un volo diretto. Non va meglio verso Tokyo, dove non si riesce a scendere sotto a 950 euro con uno scalo

In Europa, invece, per volare da Roma a Oslo si può spendere anche 450 euro solo andata. Per Londra la tariffa arriva a 369 euro, poco meno di 300 euro sono i soldi che servono per volare fino a Helsinki: Mentre per altre città come Istanbul o Tel-Aviv una tariffa media di sola andata non scende sotto i 200 euro.

Sfortunatamente, in questo momento storico volare costa sempre di più e fino a che la crisi energetica non terminerà sarà difficile vedere un cambiamento sostanziale e tornare a viaggiare low cost.

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L’ultima frontiera dei viaggi: l’apiturismo, dove farlo in Italia

Cresce il desiderio di fare le vacanze a stretto contatto con la natura, carpendone tutti i segreti più belli e antichi. Un nuovo modo di esplorare il territorio, sano, ecologico e sostenibile, andando alla scoperta di aziende locali che producono mieli prestigiosi e gustosi. L’apiturismo è la nuova frontiera dei viaggi a stretto contatto con le bellezze che ci circondano. E un ruolo importante nella diffusione del mondo delle api è quello delle Città del Miele, che ogni anno promuovono tantissimi appuntamenti in 17 città di 12 regioni italiane, che vedono la partecipazione di oltre 400 mila persone.

Si ha così la possibilità di viaggiare da Nord a Sud dell’Italia tra feste, sagre, fiere e incontri per degustare e conoscere i prodotti dell’alveare e le ricette locali di oltre 60 tipologie di miele, alcune delle quali uniche al mondo, poco conosciute e molto pregiate, come il corbezzolo della Sardegna, il rododendro delle regioni di montagna, il miele al girasole del Centro Italia o all’arancio e all’eucalipto delle regioni del Sud. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, l’associazione valorizza i mieli tradizionali di tutta Italia, coinvolgendo non soltanto gli apicoltori locali ma tutto il territorio e realtà ben integrate come “La Strada del miele tra Liguria e la Lunigiana” e “La strada del miele del Roero”.

La strada del miele tra Liguria e la Lunigiana

La strada del miele tra Liguria e la Lunigiana nasce dall’accordo tra tre città: Calice al Cornoviglio, Mulazzo e Tresana. L’itinerario ha lo scopo di valorizzare la qualità del prodotto, espressione delle tradizioni più antiche del comprensorio. L’apicoltura, infatti, ha radici antiche in questa terra, capace di offrire una produzione di qualità grazie agli apicoltori del territorio.

Si tratta della prima vera Strada del Miele che consente ai visitatori di esplorare il prezioso nettare degli Dei in tutte le sue sfaccettature: dal visitare le aziende apistiche per assistere ai metodi di lavorazione, con possibilità di acquisti diretti, al degustare il miele utilizzato nella gastronomia, in ristoranti, trattorie e agriturismi. A guidare i turisti un’ottima segnaletica che facilita il percorso itinerante in un ambiente naturalistico incontaminato, che attraversa l’Altavia dei Monti liguri toccando centri d’interesse storico e artistico ben conservati e meritevoli di essere scoperti.

La strada del miele del Roero

La strada del miele che si snoda nel cuore del Roero è un ‘corridoio paesaggistico-culturale’ di circa 38 Km che parte da Bra e giunge a Cisterna d’Asti, passando per Ceresole d’Alba. Il percorso coinvolge 13 comuni, ognuno dei quali è un capitolo di sosta che propone uno specifico tema apistico. Un itinerario che valorizza il singolare intreccio tra un prodotto come il miele e le bellezze naturalistiche uniche delle ‘rocche’.

Il percorso è stato suddiviso in più anelli, percorribili anche per tratti più brevi e con diversi mezzi, a piedi o in mountain bike. L’obiettivo di fondo del progetto è quello di creare un’opportunità per i visitatori di assaporare e apprezzare ciò che il Roero offre: dai luoghi che conservano una bellezza incontaminata e selvaggia quali gli orridi, le forre e i pinnacoli di nuda sabbia delle rocche coi loro boscosi contorni, alle aziende agricole dedite all’apicoltura, dove osservare da vicino le diverse fasi del processo di creazione del dolcificante più antico conosciuto dall’essere umano.

L’apiario nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Tra le tappe più imperdibili dell’apiturismo c’è la mieloteca del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga presso la sede di Isola del Gran Sasso, in Abruzzo. Si tratta della prima mieloteca in un Parco Nazionale e una delle primissime a livello nazionale, dove si possono imparare a riconoscere le molteplici caratteristiche organolettiche dei mieli uniflorali e tipici del territorio, nonché perdersi negli aromi di erbe e fiori di montagna dei numerosissimi millefiori prodotti nelle aree protette.

La struttura è inserita in un percorso didattico che include un apiario, vero e proprio laboratorio a cielo aperto dove i visitatori hanno modo di conoscere le api e gli altri pronubi selvatici, apprezzarne l’importanza per la biodiversità e osservare da vicino questi operosi, quanto utili e preziosi insetti.

Châtillon, capitale valdostana del miele 

L’ultimo fine settimana di ottobre, il paese di Châtillon (meta imperdibile per gli amanti del foliage)si trasforma nella capitale valdostana del miele, ospitando la sagra dedicata a questo prodotto naturale e ai suoi derivati. Il centro storico diventa un allegro alveare di bancarelle e vetrine, e nelle vie del borgo si possono degustare e acquistare i mieli direttamente dai produttori, partecipando a tante manifestazioni: dalle esposizioni di antichi attrezzi per l’apicoltura presso il Museo del Miele agli show cooking, fino dalle degustazioni dei mieli vincitori del concorso a loro dedicato, e alle cene a tema. Si può, inoltre, abbinare la degustazione dei mieli di montagna alla visita del novecentesco castello Gamba, con i suoi affascinanti giardini, e dell’antico maniero di Ussel in posizione dominante sul borgo.

I giorni del Miele a Lazise

Un’altra tappa imperdibile per gli amanti dell’apiturismo è Lazise, sul lago di Garda, dove dal 30 settembre al 2 ottobre si tiene la fiera nazionale “I giorni del Miele”. 2400 mq di area espositiva accolgono la più grande mostra a livello italiano dove produttori e consumatori possono incontrarsi e valorizzare un prodotto di grande qualità. Qui, oltre a visitare le aziende dove si raccolgono i mieli di acacia, castagno e millefiori, ci sono tante attrazioni da scoprire, come le fortificazioni medievali che proteggevano il borgo, l’antica Dogana Veneta a ridosso del Porto vecchio e la suggestiva chiesetta romanica di San Nicolò.

La scuola di apicoltura dell’Etruria a Lubriano

I veri appassionati non possono perdersi la scuola di apicoltura dell’Etruria Lubriano, splendido borgo medievale i provincia di Viterbo, arroccato su una rupe tufacea tra la Valle del Tevere e il lago di Bolsena, al confine con l’Umbria.

Il corso è organizzato come un vero e proprio itinerario guidato alla conduzione biotecnica dell’alveare. La scuola è nata in collaborazione con il Museo Naturalistico di Lubriano, laboratorio affacciato nella Valle dei Calanchi che offre un “Percorso delle acque, dei fiori, dei frutti e delle erbe mangerecce”, portando a conoscere ed esplorare i segreti di questo splendido territorio.

In Sicilia per scoprire ‘l’oro dell’Etna’

Tra le tappe più belle dell’apiturismo non si può, infine, non menzionare Zafferana Etnea, alle porte di Catania, una delle città del miele per eccellenza. Qui si producono alcuni dei mieli più pregiati grazie alla presenza degli agrumi, del nespolo, della sulla, del timo, del castagno e soprattutto dell’ape nera, specie autoctona ormai quasi in via d’estinzione.

Un’occasione ideale anche per visitare questo delizioso borgo situato alle pendici orientali dell’Etna, con il suo interessante patrimonio architettonico, e scoprirne le affascinanti tradizioni.

Zafferana Etnea
In Sicilia, alla scoperta dell’oro dell’Etna
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La scoperta che ci riporta indietro di 1.200 anni

La scoperta appena avvenuta ci riporta indietro nel tempo di oltre 1.200 anni. Degli scavi subacquei, infatti, hanno riportato alla luce una nave antichissima, la più grande nel suo genere, e circa 200 anfore che contenevano ingredienti per la dieta mediterranea.

Israele, la scoperta che riscrive la storia

Siamo in Israele, più precisamente al largo di quella che oggi è Maagan Michael, una comunità costiera tra Haifa e Hadera, nel Nord del Paese. Proprio qui, grazie a uno scavo sostenuto dalla Israel Science Foundation, dalla Honor Frost Foundation e dall’Institute of Nautical Archaeology della Texas A&M University, è stato rinvenuto un relitto risalente a oltre 1.200 anni fa con al suo interno circa 200 anfore che contenevano ancora ingredienti della dieta mediterranea, come la salsa di pesce, e una varietà di olive, datteri e fichi. Prodotti davvero particolari poiché erano delizie di zone lontane.

Non ci è ancora dato sapere come sia affondata. Il periodo, infatti, era molto turbolento e l’impero bizantino cedeva territori alla nascente potenza islamica. Tuttavia, l’esistenza stessa della nave testimonierebbe la persistenza del commercio in un Mediterraneo sempre più diviso.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

A spiegare quanto appena detto, e come riportato da Rai News, è stata Deborah Cvikel, archeologa nautica dell’Università di Haifa e direttrice dello scavo. In particolare ha dichiarato: “I libri di storia ci dicono che in quell’epoca non esistevano commerci internazionali nel Mediterraneo. E lo testimoniavano la scoperta soprattutto di navi di piccole dimensioni, in grado di navigare lungo la costa facendo cabotaggio“.

Ha poi aggiunto: “In questo caso, invece, abbiamo scoperto un grande relitto, che crediamo fosse una nave originariamente lunga circa 25 metri con un carico di merci provenienti da tutto il Mediterraneo”.

Una scoperta importantissima

I manufatti ritrovati sul ponte del relitto dimostrerebbero che la nave aveva attraccato a Cipro, in Egitto, forse in Turchia e che probabilmente si era spinta fino alla costa nordafricana.

La costa di Israele è ricca di scheletri di navi affondate nel corso dei millenni. I relitti, da queste parti, sono più accessibili allo studio che in altre zone del Mediterraneo. Questo si verifica perché il mare qui è poco profondo e il fondale sabbioso, condizioni ottimali per conservare reperti.

Infatti, come è successo con la nuova scoperta al largo di Maagan Michael, in queste acque è sufficiente una tempesta per riportare alla luce una nuova reliquia. In questo caso specifico, sono stati due subacquei dilettanti a individuare un pezzo di legno che sporgeva dal fondo. Una parte che si è rivelata essere di una nave mercantile, datata tra il VII e l’VIII secolo d.C, fatta di abeti e noci.

Gli scavi eseguiti dal team di Cvikel hanno mappato gran parte dello scheletro di legno, lungo ben 20 metri e largo cinque. Dopodiché degli aspiratori subacquei hanno ripulito 1,5 metri di sabbia e scoperto le oltre 200 anfore contenenti ancora ingredienti della dieta mediterranea. Ma non solo. Erano presenti persino strumenti per la navigazione come corde e oggetti personali tra cui pettini di legno, oltre ad animali, inclusi i resti di scarafaggi e sei topi.

Insomma, quella appena avvenuta è una scoperta che potrebbe persino riscrivere la storia del Mediterraneo.

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Cambiano le regole per le crociere: cosa sapere

Dopo il blocco quasi totale dei viaggi per turismo che il Covid ha provocato per ben due anni, finalmente negli ultimi mesi il settore è tornato a vedere la luce in fondo al tunnel. Anche le compagnie di navigazione sono ripartite alla grande, adottando alcune stringenti misure di sicurezza per prevenire il rischio di una pericolosa epidemia a bordo. Ma qualcosa sta cambiando: i protocolli sanitari si alleggeriscono, e le regole per chi vuole prenotare una crociera si fanno meno restrittive. Vediamo tutte le novità.

Le nuove regole per andare in crociera

Dall’obbligo di vaccino ai rigorosi test anti-Covid da effettuare poco prima della partenza: fino a questo momento, per andare in crociera era necessario sottoporsi ad un rigido protocollo volto a ridurre notevolmente il rischio di imbattersi nel virus durante le vacanze. Da quando abbiamo ripreso a viaggiare, sono state molte le novità cui ci siamo dovuti adeguare per motivi di sicurezza.

Ma l’emergenza si sta pian piano stemperando e, sebbene non sia ancora giunto il momento di dimenticare le basilari misure sanitarie come la frequente igienizzazione delle mani e l’autoisolamento in caso di sintomi, possiamo tornare a goderci una crociera in tutta serenità. La maggior parte delle compagnie di navigazione ha infatti deciso di allentare le proprie misure anti-Covid. Cosa dobbiamo quindi sapere se abbiamo intenzione di regalarci una vacanza in crociera?

Costa Crociere

Sono molte le novità che riguardano i viaggi organizzati da Costa Crociere, una delle principali compagnie di navigazione italiane. A partire dalle rotte riguardanti il Mediterraneo, il Sudamerica, i Caraibi e gli Emirati Arabi: in questo caso, i passeggeri che sono completamente vaccinati non hanno più l’obbligo di sottoporsi al tampone molecolare o antigenico prima dell’imbarco. E gli ospiti non vaccinati? Sulle navi che viaggiano nel Mediterraneo e nei Caraibi, possono salire a bordo solamente a seguito di un test antigenico negativo, effettuato entro due giorni prima della partenza.

Nel caso dei Caraibi, ci sono però delle norme più restrittive per chi vuole scendere a terra a Barbados, St. Vincent e St. Martin. Chi non è vaccinato deve infatti mostrare l’esito negativo di un tampone antigenico effettuato 24 o 48 ore prima dell’arrivo della nave. Lo stesso vale per le crociere in rotta verso il Marocco: per poter scendere sulla terraferma, è necessario effettuare un test molecolare nelle 48 ore che precedono l’ingresso nel Paese.

Rimangono infine inalterate le misure di sicurezza già in vigore per le crociere che fanno scalo in Grecia: in questo caso, possono imbarcarsi solamente i passeggeri completamente o parzialmente vaccinati e guariti, purché si sottopongano ad un tampone antigenico nelle 48 ore che precedono la partenza. Ovvero, l’imbarco è limitato a chi ha effettuato entrambe le dosi di vaccino (o il monodose Johnson & Johnson) più il booster, oppure a chi ha effettuato una o più dosi di vaccino e sia poi guarito dal Covid.

MSC Crociere

Molto più restrittive sono le norme anti-Covid adottate da MSC Crociere, che mantiene alta l’allerta per evitare il rischio di epidemie a bordo. I passeggeri sopra i 18 anni di età possono imbarcarsi solamente se hanno effettuato due dosi di vaccino (o il monodose Johnson & Johnson), se hanno effettuato almeno una dose di vaccino e siano poi guariti dal Covid o se hanno solamente il certificato di guarigione dalla malattia con data non superiore ai sei mesi, anche senza alcuna dose di vaccino. Per i bambini tra i 2 e i 18 anni, invece, è obbligatorio effettuare un tampone antigenico nelle 48 ore precedenti la partenza.

Per le crociere in partenza dopo il 1° ottobre, le misure si allentano: non è più obbligatorio (ma rimane caldamente consigliato) essere completamente vaccinati per l’imbarco. Tuttavia, i passeggeri non vaccinati o guariti di età superiore ai 5 anni devono effettuare un tampone antigenico o molecolare 48 ore prima della partenza.

Anche in questo caso, le crociere con rotta verso i Caraibi hanno misure di sicurezza più restrittive. Per poter scendere a terra, i cittadini non residenti negli Stati Uniti devono essere completamente vaccinati (se di età superiore ai 12 anni) e devono mostrare l’esito negativo di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza della nave. Il solo test è sufficiente per i passeggeri di età compresa tra i 2 e i 12 anni. Non sono accettati test fai-da-te, e allo stesso modo il certificato di guarigione non è considerato alla stregua di una vaccinazione completa.

Norwegian Cruise Line

La NCL ha già snellito le proprie misure di sicurezza, per rendere più agevole partire in crociera. Dallo scorso 3 settembre, sono infatti ammessi a bordo anche passeggeri non vaccinati, che però devono mostrare il risultato negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato sotto supervisione medica non più di 72 ore prima dell’imbarco. Non ci sono invece particolari norme sanitarie da rispettare per i più piccini, di età inferiore ai 12 anni. Questo alleggerimento delle procedure anti-Covid sono valide su tutte le navi della compagnia.

Alcune eccezioni riguardano gli scali in Paesi presso cui le norme sono ancora caratterizzate da maggior rigore. È il caso della Grecia, dove ad esempio è necessario esibire (per i passeggeri over 12 anni) l’esito negativo di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore prima della partenza. Non è invece consentito lo sbarco in Canada e in Costa Rica per gli ospiti non vaccinati (limite che riguarda rispettivamente chi ha più di 12 anni e chi ha più di 5 anni).

Royal Caribbean

Anche la Royal Caribbean ha aggiornato le norme per l’imbarco. In via generale, a partire dal 5 settembre possono viaggiare tutti i passeggeri indipendentemente dal loro stato di vaccinazione. Nel caso di crociere di durata uguale o inferiore alle 9 notti, solo gli ospiti non vaccinati di età superiore ai 5 anni (per rotte negli Stati Uniti) o di età superiore ai 12 anni (per rotte in Europa) hanno l’obbligo di presentare l’esito negativo di un tampone anti-Covid, anche fai-da-te. Per le crociere di oltre 10 notti, invece, tutti devono sottoporsi ad un test antigenico effettuato entro i tre giorni precedenti la partenza.

Ci sono eccezioni particolari, anche in questo caso, per sbarcare presso alcuni Paesi. È ancora una volta il caso della Grecia, per cui valgono ancora le precedenti restrizioni sanitarie: possono sbarcare a terra solo i passeggeri che hanno effettuato un test antigenico o molecolare (rispettivamente 48 o 72 ore prima della partenza), a prescindere dalla durata della crociera. Questa disposizione è valida solamente per i viaggiatori di età superiore ai 12 anni.

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Borgo Universo si colora ancora. È più bello ed è green

C’è un luogo incredibile, immerso nell’entroterra abruzzese, che è così bello da non sembrare reale. Si tratta di un piccolo borgo circondato da strade panoramiche, campi sterminati e montagne verdeggianti.

Un posto fatto di colori e di parole, di forme e di memorie, di poesie e opere letterarie. Un luogo in cui l’arte è diventata strumento per comunicare e comunicazione stessa, proprio lei che ha cambiato definitivamente il volto di questo paese trasformandolo in un microcosmo fiabesco e surreale.

Stiamo parlando di Aielli, il piccolo comune medievale in provincia dell’Aquila dove è nato Borgo Universo, un museo a cielo aperto che ospita i capolavori murali di street artist provenienti da tutto il mondo. E ne ha inaugurato un altro. Ancora più bello, ancora più significativo, perché è il primo eco murale del paese.

Bentornati ad Aielli

Aielli è un gioiello, è un tesoro prezioso da proteggere e valorizzare. È un viaggio nella storia, nell’arte e nella bellezza, è un’immersione tra presente e passato. È un museo a cielo aperto che incanta viaggiatori provenienti da ogni parte del Paese e che qui scelgono di restare per lasciarsi ammaliare dai più straordinari capolavori visivi e murali.

In questo borgo dell’entroterra abruzzese, in provincia dell’Aquila, ci sono già 39 murales che portano la firma di artisti di fama mondiale. Tra questi spicca il libro Fontamara di Ignazio Silone, testo che è diventato il simbolo della rinascita del luogo, al quale si aggiungono il murale della Costituzione Italiana e quello che riporta i versi della Divina Commedia.

Ogni anno, questo museo en plein air si arricchisce di nuovi murales tra luglio e agosto, mesi in cui si tiene il Festival Borgo Universo. A firmare la nuova opera, la prima eco-green dell’intero progetto, sono stati gli street artis Zoer e Giovanni Anastasia.

Nuru, l'eco-murale di Borgo Universo. Zoer e Giovanni Anastasia

Fonte: Ufficio Stampa

Nuru, l’eco-murale di Borgo Universo. Zoer e Giovanni Anastasia

Borgo universo diventa eco, diventa green

Si chiama Nuru, che nella lingua africana swahili significa “giorno di luce”, ed è il primo eco-murale di Borgo Universo firmato dal duo Zoer – Giovanni Anastasia. A credere nel progetto che ha preso vita con le pennellate rigorose degli street artist è stato Costellazioni di Negroni, che ha messo a disposizione degli artisti Airlite, una vernice speciale che trasforma la parete in un naturale depuratore d’aria.

Questa nuova parete d’autore, che si affianca a tutti i capolavori che nel corso degli anni hanno cambiato il volto del borgo, è diventata già il simbolo della sostenibilità che si affianca alla riqualificazione urbana che da tempo ha coinvolto il comune di Aielli e più in generale tutte le realtà che utilizzano la street art proprio come uno strumento di trasformazione.

Il simbolismo dell’opera, anticipato sia dal nome che dall’utilizzo di una vernice che purifica l’aria, si concentra sul significato dell’equilibrio, così precario, così in costante trasformazione. Un equilibrio che riguarda l’uomo e la natura e che può esistere solo attraverso il rispetto.

Un equilibrio che racconta in qualche modo anche la storia stessa di Aielli, del prosciugamento del lago di Fucino da cui sorgeva, e dalla rinascita del paese grazie a Borgo Universo.

Nuru, l'eco-murale di Borgo Universo. Zoer e Giovanni Anastasia

Fonte: Ufficio Stampa

Nuru, l’eco-murale di Borgo Universo. Zoer e Giovanni Anastasia

 

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Sarà questa la futura Capitale del divertimento

A qualcuno suonerà ancora come un nome sconosciuto ma siamo certi che nel giro di poco sarà una delle località più nominate e prenotate dagli amanti delle movida e del divertimento. Parliamo di Canggu, una città che si trova sulla costa meridionale di Bali, in Indonesia, e più precisamente a ovest di Kuta, Seminyak e Legian. Un luogo che, se fino a poco tempo fa poteva non dire nulla a chi ne sentiva il nome, adesso sta diventando una meta sempre più gettonata e tra le più quotate per diventare la nuova Capitale del divertimento.

Addio a città come Amsterdam, Ibiza e Rio de Janeiro quindi? Sicuramente no, ma tra queste località dalla grande energia e vitalità, soprattutto in tema di svago e attività serali, deve entrare a pieno titolo anche Canggu e le sue infinite possibilità per vivere un’esperienza davvero unica e indimenticabile.

La storia di Canggu, da villaggio a città del divertimento

Solo 10 anni fa, Canggu era un villaggio costiero rurale che ospitava (raramente) alcune migliaia di surfisti e viaggiatori in cerca di tranquillità rispetto alle vicine spiagge e località più conosciute e frequentate. Nel giro di poco, però, questo luogo ha avuto una rapidissima ascesa in termini di sviluppo, incrementando tantissimo la sua offerta in ambito leisure e costruendo tutta una serie di lussuosi alberghi e beach club, in cui poter godere della bellezza del luogo e della sua vita notturna.

Come non citare, per esempio, il famoso Finns Beach Club, considerato come il miglior beach club di Bali grazie alla sue attrattive tra cui quattro piscine, otto bar (due dei quali sull’acqua) e cinque ristoranti diversi. Un luogo unico da cui poter osservare lo spettacolo del tramonto e proseguire con musica e festeggiamenti per tutta la notte. O l’Atlas Beach Club, aperto nel luglio 2022 ma che sta già lasciando il segno trasformandosi velocemente nel miglior luogo di intrattenimento di Bali. Ma non solo.

Tra feste e benessere

Perché una delle caratteristiche che rendono Canggu una meta che trabocca di possibilità è anche la sua capacità di coniugare divertimento a relax, movida a sport, benessere e salute.

Qui, infatti, oltre ad alberghi super forniti ma alla portata di tutti e locali in cui divertirsi e trascorrere piacevoli nottate, ci sono anche moltissime palestre, scuole di surf e centri termali, per consentire ai viaggiatori di prendersi cura di sé e della propria salute nonostante la voglia di far festa che rappresenta il mood delle vacanze di molti turisti e visitatori del luogo. Offrendo così una serie di servizi ad ampio raggio capaci di soddisfare richieste ed esigenze diverse.

Tutte validissime ragioni che spingono molti viaggiatori, influencer, travel blogger, ecc. a scegliere Canggu come meta ideale per le loro vacanze. Portandola di diritto tra le località top per vivere una vacanza all’insegna del divertimento e che sappia soddisfare tutti i sensi.

Un’occasione per chi non la conosce ma un “problema” per chi è sempre stato abituato a vivere Canggu nella sua semplicità e quotidianità. Tanto che si stanno adottando misure ad hoc per garantire che questo luogo possa sostenere il suo sviluppo senza ripercussioni di alcun genere. Un lavoro doveroso e necessario per preservare la tranquillità dei locali ma senza compromettere l’enorme potenziale di questa nuova destinazione del benessere e del divertimento.