È stata finalmente annunciata la Capitale Italiana della Cultura 2024, un titolo che viene assegnato per la durata di un anno e per cui la città vincitrice riceverà un milione di euro per la realizzazione del progetto. Sarà Pesaro nella splendida regione Marche, luogo che si aggiudica questo successo “battendo” ben 10 città di cui vi avevamo parlato qui.
Perché ha vinto Pesaro
“La città di Pesaro offre al Paese una eccellente candidatura basata su un progetto culturale che, valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistico-ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, l’innovazione, lo sviluppo socio-economico“.
Viene introdotta così la motivazione che ha portato alla proclamazione di Pesaro Città della Cultura 2024. La giuria presieduta da Silvia Calandrelli ha fatto sapere che: “In questa prospettiva la proposta conferisce il giusto equilibrio a natura, cultura e tecnologia, tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. L’enfasi data al valore della cittadinanza come riconoscimento e come pratica attraverso concreti esercizi, oggi più che mai, afferma una direzione che può generare contributi per altre esperienze future. Lo sforzo di coinvolgimento delle giovani generazioni in un programma impegnativo appare particolarmente interessante alla luce delle sfide che l’incertezza dei tempi propone. La valorizzazione del rapporto tra città e territorio con un programma esteso in modo articolato a tutti i comuni della provincia integra voci rendendo corale il conseguimento del titolo di Capitale della Cultura“.
La vittoria dedicata a Kharkhiv
Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, ha festeggiato questo prestigioso riconoscimento salutando con una doppia foglia di Ginkus Biloba, una pianta sopravvissuta alla bomba atomica di Hiroshima, con i colori della bandiera Ucraina e dedicando la vittoria a Kharkiv, città ucraina “musicale” come Pesaro.
Il sindaco ha ringraziato la sua squadra che ha proposto un progetto che ha convinto la giuria, basato sull’identità musicale della città, sede del prestigiosissimo Festival Rossiniano.
Un percorso, inoltre, in cui Pesaro non sarà sola perché è stata attivata una “strategia collettiva” che mira a coinvolgere tutti i 50 Comuni della Provincia di Pesaro e Urbino e il sistema di enti, associazioni e professionisti della cultura con cui la città del Rossini Opera Festival ha intrecciato negli anni rapporti ormai solidi.
Cosa vedere a Pesaro
Pesaro è una delle città più animate e variegate delle Marche, un posto che è in grado di offrire differenti tipi di vacanza che vanno dal mare alla collina, dallo sport alla musica, passando anche per arte e cultura.
La prima cosa da non perdere è certamente Piazzale delle Libertà e “La Sfera Grande di Pomodoro”, un’opera dell’artista Arnaldo Pomodoro datata 1998. Oggi è una delle sue icone, simbolo di unione tra uomo e natura.
Bellissimo anche il Villino Ruggeri, un edificio in stile Liberty edificato da Giuseppe Brega nel 1902. Al suo esterno spiccano i ricchi e fantasiosi stucchi zoomorfi e fitomorfi marini.
Davvero straordinaria è Piazza del Popolo, il cuore vivo di questa affascinante città. Al suo centro svetta una bellissima fontana, “La Pupilla di Pesaro”, che si presenta con un Giglio in pietra d’Istria e marmo veronese con sfumature rosse. Ad arricchirla anche quattro tritoni, quattro delfini e quattro cavalli marini. Da visitare, poi, il Palazzo Ducale, il Palazzo Baviera o Municipale e la Piaggeria.
Infine, ma le meraviglio di Pesaro non sono finite qui, 7 i chilometri di litorale che si sviluppano dal Monte San Bartolo con le sue spiagge incontaminate e piccole baie, fino a Baia Flaminia, zona che vanta lidi più grandi di sabbia fine e tanti servizi e locali.