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È in Italia il giardino più romantico del mondo

Dichiarato Monumento naturale dalla Regione Lazio nel 2000, il giardino di Ninfa è stato eletto dal New York Times il più “bello e romantico al mondo”. Sono migliaia i visitatori che vengono in questo luogo, Cisterna di Latina, al confine tra Norma e lo splendido borgo di Sermoneta, per ammirare i nove ettari di incanto in cui si estendono i giardini.

Scorci di incredibile e inedita bellezza si susseguono passo dopo passo, mentre piante provenienti da tutto il modo, adagiate sulle antiche rovine di una città medievale, accolgono i visitatori. Lo scrosciare dei corsi d’acqua cristallina è come una musica soave che accompagna le persone durante la passeggiata.

Ogni angolo, ogni scorcio e ogni prospettiva regalano un po’ di magia. Merito del bosco e della sorgente di bambù, del viale delle lavande e dei ciliegi giapponesi, del cedro del Marocco e delle magnolie orientali incastonate tra le rovine di una civiltà perduta, ma mai dimenticata.

La storia del Giardino di Ninfa

Il Giardino di Ninfa sorge nell’area della scomparsa cittadina medievale di Ninfa. I primi abitanti di questo luogo sorto lungo il fiume Ninfa arrivarono nell’VIII secolo. Fu nel XVI secolo, però, che il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, volle creare a Ninfa un “giardino delle delizie “, facendo realizzare, accanto a una rocca di origine rocca medievale un giardino delimitato dalle mura, coltivandovi pregiate varietà di agrumi, fra cui il Citrus Cajetani.

Nel XVII fu poi il Duca Francesco IV a far realizzare le polle d’acqua e le fontane. Alla fine dell’800, Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onoraro Caetani si occupò di Ninfa creandovi un giardino in stile anglosassone. Fece bonificare le paludi, piantare i primi cipressi, lecci, faggi, oggi maestosi, tantissime rose e restaurare alcune rovine, fra cui il palazzo baronale, che divenne la casa di campagna della famiglia, oggi sede di alcuni uffici della Fondazione Roffredo Caetani.

Fu poi Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, a introdurre nuove specie di arbusti e rose, ma soprattutto, negli anni Trenta del Novecento, ad aprire le porte del giardino al circolo di letterati e artisti legato alle riviste letterarie da lei fondate, “Commerce” e “Botteghe Oscure”.

L’ultima erede e giardiniera fu Lelia, figlia di Roffredo Caetani. Donna sensibile e delicata, curò il giardino come un grande quadro, essendo lei una pittrice, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature. Insieme alla madre Marguerite, introdusse magnolie, rose rampicanti e realizzò il “rock garden“, chiamato anche “colletto”.

Cosa vedere nel Giardino di Ninfa

All’interno del giardino di otto ettari si possono ammirare 1300 specie di piante tra cui 19 varietà di magnolia decidua, betulle, iris acquatici e aceri giapponesi. A primavera, i ciliegi ornamentali fioriscono creando un panorama spettacolare. Dal 1976 è stata istituita un’Oasi WWF a sostegno della flora e della fauna del luogo.

Per preservare la sua bellezza, la sua biodiversità e l’equilibrio ambientale vengono organizzate solo visite guidate durante i weekend, a partire dal 26 marzo e fino al 1° novembre. L’ingresso al parco è suddiviso in fasce orarie ogni dieci minuti. Ogni visita dura un’ora circa.

L’ingresso è regolato secondo l’ordine di arrivo nella propria fascia oraria. I bambini di età inferiore ai 12 anni accompagnati non devono essere indicati al momento della prenotazione.

Arrivati al giardino, è necessario mostrare il biglietto con il QR code o stampare il PDF di ogni biglietto ricevuto. È richiesto l’utilizzo della mascherina. Il biglietto d’ingresso costa 15 euro (+ 0,75 centesimi per la prevendita online).

 

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Una scoperta straordinaria che ci riporta indietro di almeno 4mila anni

Una nuova, incredibile scoperta è stata fatta a Saqqara, importante necropoli in Egitto situata a circa 30 km a sud del Cairo, che comprende il sito archeologico più vasto di tutto il Paese, nonché uno dei più rilevanti. Proprio in quest’area, infatti, sono rappresentate tutte le principali dinastie faraoniche ed è qui che si può ammirare la celebre piramide a gradoni di Djoser, considerata la più antica al mondo. Ma soprattutto, è qui che si concentrano alcuni dei più straordinari rinvenimenti degli ultimi anni, come quello avvenuto solo pochi giorni fa.

L’ultima, clamorosa scoperta avvenuta in Egitto

Questa volta, l’incredibile scoperta fatta nella necropoli faraonica di Saqqara, teatro di preziosi ritrovamenti, riguarda cinque tombe egizie di dignitari dell’Antico Regno e del Primo periodo Intermedio, quindi risalenti a un periodo compreso fra 4.700 e 4.000 anni fa circa.

A segnalarlo, una nota diffusa dal Ministero del Turismo e Antichità egiziano. I sepolcri in pietra sono venuti alla luce durante scavi effettuati nell’area sul lato nord-orientale della piramide del re Merenra, e successivamente ispezionati dal ministro del Turismo e delle antichità egiziano, Khaled El-Enany, e dal segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, Mostafa Waziri.

“Tutte e cinque le tombe sono ben dipinte, ben decorate – ha spiegato Waziri – Gli scavi non si sono fermati. Abbiamo intenzione di proseguire. Crediamo di poter trovare altre tombe in questa zona“.

Le immagini pubblicate sui social media dal ministero egiziano mostrano anche delle fosse, attraverso cui si accedeva ai sepolcri, con pareti decorate con geroglifici e immagini di animali sacri, insieme ad elementi decorativi utilizzati abitualmente dagli Egizi nei luoghi di sepoltura. Il dicastero ha anche annunciato che saranno condotti altri studi per svelare ulteriori segreti relativi ai sepolcri. Intanto, ecco cosa è emerso finora.

Scoperta sensazionale riporta indietro millenni

Uno dei cinque sepolcri scoperti a Saqqara

Cosa sappiamo dei sepolcri rinvenuti a Saqqara

Come avevamo accennato, i cinque sepolcri rinvenuti nella necropoli egizia appartenevano ad alti funzionari dell’Antico Regno e del Primo periodo Intermedio, che ha rappresentato una fase di sfaldamento del potere centrale a favore dei governatori provinciali.

Nello specifico, una tomba apparteneva a un dignitario di nome Iry, ed è costituita da un profondo pozzo, che conduce ad una camera decorata con scene funerarie, dove è stato rinvenuto un sarcofago in pietra calcarea. Una seconda tomba sarebbe appartenuta a una donna che si pensa essere stata la moglie di un uomo di nome Yaret, ed è caratterizzata da un pozzo funerario rettangolare. Il terzo sepolcro, con un “pozzo funerario” profondo sei metri, sarebbe stato di un sacerdote e “purificatore”, il cui nome era Pepi Nefhany.

Un quarto pozzo, della stessa misura, sembrerebbe essere stato costruito per una donna di nome Petty, “l’unica responsabile dell’abbellimento del re e sacerdotessa di Hathor”, hanno spiegato gli archeologi. Infine, la quinta tomba dovrebbe essere stata allestita per un uomo di nome Henu, “sorvegliante e supervisore della casa reale”. Quest’ultima è costituita da un pozzo funerario rettangolare, profondo sette metri.

Gli archeologi hanno trovato non solo dipinti ben conservati, ma anche statuette e vasellame. Dichiarato Patrimonio deIl’Umanità dall’UNESCO, il sito archeologico di Saqqara non smette mai di stupire. D’altronde, fa parte della grande necropoli che faceva capo all’antica capitale di Menfi e che comprende le famose piramidi di Giza.

Dipinti e decorazioni sulle pareti dei cinque sepolcri

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Giornata Mondiale della Poesia, gli eventi imperdibili

Il giorno 21 marzo, in concomitanza con l’arrivo della primavera, si celebra la Giornata Mondiale della Poesia istituita dalla XXX Sessione della Conferenza generale dell’Unesco nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo dell’anno successivo. La ricorrenza ha l’obiettivo di riconoscere alla poesia un ruolo privilegiato nella promozione della comunicazione e della comprensione interculturale, della diversità linguistica, della comunicazione e della pace.

Giornata Mondiale della Poesia e delle Foreste 2022

Ma in realtà, in data 21 marzo, non si celebra solo la Giornata Mondiale della Poesia. Questa è anche la Giornata Internazionale delle Foreste, un evento che mira a ripristinare queste meraviglie della natura per contribuire a creare un mondo più sano.

Per questa occasione i Parchi Letterari italiani riuniscono i temi del viaggio, della letteratura e dell’ambiente per celebrare insieme il paesaggio in un lungo percorso naturale e poetico.

Quest’anno, sfortunatamente, sarà una ricorrenza  un po’ particolare: l’emergenza pandemica e le immagini che arrivano ogni giorno dai luoghi di guerra non lasciano grandi spazi per i festeggiamenti. Nonostante questo, con letture, incontri, percorsi naturalistici e letterari, case museo, mostre e articoli, la rete dei Parchi Letterari proverà a ritrovare insieme i motivi di ispirazione di alcune tra le più belle pagine della letteratura.

Quali sono i parchi Letterali in Italia

Sono tanti e si trovano in tutto il nostro Paese. Ne abbiamo selezionati alcuni imperdibili a partire dal Parco Letterario Eugenio Montale alle Cinque Terre. Nacque in occasione dei 40 anni dal Nobel per la letteratura al poeta. Il suo scopo è far rivivere al visitatore le emozioni intense che Montale ha sempre espresso tramite i versi delle sue liriche.

Il parco porta il nome del poeta poiché proprio qui, a Monterosso, trascorreva le sue estati. Simbolo di questo parco letterario è infatti la casa in cui Montale soggiornò per lungo tempo e che lui stesso chiamava o “la pagoda giallognola” o “la casa delle due palme”.

Incredibile anche il Parco Letterario Pier Paolo Pasolini a Ostia. Quest’anno ricorre persino il centenario della sua nascita e in quest’area è possibile passeggiare tra citazioni e frasi tratte dalle sue opere e da percorsi bibliografici.

Nel parco, aperto ogni giorno dalle 9 al tramonto, sono promosse ogni anno numerose attività culturali e di valorizzazione del territorio, tra cui mostre, conferenze, visite guidate, attività di book-crossing, eventi letterari e artistici.

Ad Aliano, in provincia di Matera, sorge il Parco Letterario Carlo Levi che opera dal 1998. L’idea di base in questa circostanza è stata quella di utilizzare la fonte letteraria come codice di lettura del territorio, per scoprirne e valorizzarne i diversi aspetti che ne configurano l’identità.

Le molteplici iniziative vogliono, quindi, recuperare e valorizzare l’identità, la cultura, la storia e le tradizioni locali, svolgere programmi finalizzati alla diffusione e alla conoscenza della letteratura, delle arti figurative e dello spettacolo. Ma non solo. Vogliono anche promuovere studi, ricerche, convegni, pubblicazioni, mostre, spettacoli, concorsi, premi letterari di particolare interesse.

Per sapere quali saranno gli eventi che si terranno in Italia in occasione della Giornata Mondiale della Poesia e della Giornata internazionale delle Foreste, vi rimandiamo a questo sito in costante aggiornamento.

giornata mondiale poesia

Una veduta di Aliano

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Green Pass, aerei e hotel: tutte le novità

Manca poco al 1° aprile, data in cui, dopo due anni di pandemia, cesserà finalmente lo stato di emergenza. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge con le misure per tornare gradualmente alla normalità. Il testo finale non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, tuttavia ci sono già date e norme precise che accompagneranno l’Italia verso un’estate – si spera – più serena. Ci sarà un graduale allentamento delle restrizioni, che prevede per prima cosa la fine dell’obbligo di Green Pass all’aperto e per accedere a hotel e ad altre strutture ricettive. Vediamo, nello specifico, cosa cambia.

Green Pass: dove non sarà più richiesto

Dal 1° aprile non sarà più richiesto nessun tipo di Green Pass, quindi né certificato base né rafforzato, per consumare pasti o bevande seduti a un tavolo all’aperto, così come per le attività sportive, sempre all’aperto. Non servirà la certificazione verde nemmeno per accedere a negozi e attività commerciali, musei, mostre e altri luoghi della cultura. L’obbligo decade anche sui mezzi di trasporto pubblico locale, come metropolitane, autobus o tram, dove però continuerà a essere obbligatoria la mascherina Ffp2.

Infine, non sarà più necessario essere in possesso di Super Green Pass per soggiornare in hotel o altre strutture ricettive. Solo chi vi alloggia, però, potrà utilizzare il ristorante senza certificato verde. L’archiviazione del certificato verde è prevista anche per centri termali, parchi tematici e di divertimento, impianti di risalita.

Bisognerà, invece, continuare ad indossare la mascherina al chiuso almeno fino al 30 aprile, con obbligo di Ffp2 su tutti i mezzi di trasporto pubblico (aerei, treni, autobus, tram, metropolitane), così come in cinema, teatri, sale da concerto, stadi, palazzetti dello sport e discoteche (ad eccezione del momento del ballo). Le mascherine non dovrebbero più essere obbligatorie a partire dal 1° giugno 2022.

Dove e fino a quando servirà ancora il Green Pass

Dal 1° al 30 aprile sarà sufficiente il Green Pass base per i trasporti a lunga percorrenza, ossia aerei, navi, treni Alta velocità e intercity, e autobus di linea. Per Green Pass base, si intende la Certificazione verde Covid-19 per vaccinazione, guarigione, test antigenico rapido o molecolare con risultato negativo.

Il Super Green Pass resterà invece obbligatorio, fino al 30 aprile, solo al chiuso, per ristoranti, centri benessere, sale gioco, discoteche, cinema, teatri, sale concerto, piscine, palestre congressi, convegni. Servirà il certificato verde rafforzato anche per feste, battesimi, comunioni e matrimoni. È però prevista un’eccezione per i turisti stranieri nei ristoranti al chiuso già dal 1° aprile: per costoro sarà sufficiente solo la certificazione base.

Il vero ritorno alla normalità è previsto, tuttavia, dal primo maggio, quando si dovrebbe salutare il Green Pass anche al chiuso. L’obbligo del certificato rafforzato dovrebbe restare fino al 31 dicembre solo per le visite nelle Rsa e nei reparti di degenza degli ospedali. Intanto, la possibilità di ricorrere allo smart working (magari dall’ufficio dei sogni) nel settore privato, senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore, e quindi ancora con un regime semplificato, è stata prorogata dal 31 marzo al 30 giugno 2022, così come lo svolgimento del lavoro agile per i lavoratori fragili.

Intanto, mentre i Paesi di tutto il mondo si apprestano a eliminare quasi del tutto le limitazioni di viaggio legate al Covid, il Consiglio dell’Unione europea ha approvato la proroga del Digital Covid Certificate europeo per un altro anno, vale a dire fino a giugno 2023.

 

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Il bilancio del turismo post pandemia, tra timori e traguardi

Non è un periodo felice per il turismo. Già messo a dura prova dalla pandemia, il settore deve ora fare i conti con le conseguenze del conflitto russo-ucraino. Pesa quindi – ancora – l’incertezza degli spostamenti, con un calo medio delle prenotazioni nel primo trimestre 2022, del -53% rispetto al 2019.

A scattare una fotografia della situazione del comparto turistico sono le Associazioni del Turismo Organizzato ASTOI Confindustria Viaggi, AIDIT-Federturismo Confindustria, Assoviaggi-Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi-Conflavoro PMI, in occasione della 25° edizione della BMT presso la Mostra d’Oltremare a Napoli.

Turismo: i traguardi raggiunti

Nonostante la dura e lunga crisi del settore turistico, sono per fortuna molti i i traguardi raggiunti, per la sopravvivenza del comparto, grazie alla collaborazione tra le associazioni e al lavoro comune di interfaccia con il Governo

Tanto per cominciare, il decreto Milleproroghe 2022, entrato in vigore lo scorso 1° marzo, ha allungato a 30 mesi il periodo di validità dei voucher emessi per viaggi, pacchetti turistici, gite scolastiche, non fruiti a causa della pandemia da Covid-19.

Tra gli obiettivi portati a segno, ci sono inoltre:

  • il fondo per Tour Operator e Agenzie di Viaggio pari a 625 milioni per i danni subiti nel 2020;
  • i Tax credit affitti;
  • l’introduzione e la proroga della cassa Covid e semplificazioni per l’accesso retroattivo agli ammortizzatori ordinari del primo trimestre 2022 per un totale di 95 settimane dall’inizio della crisi;
  • l’istituzione dei Corridoi Turistici Covid free per 6 destinazioni (settembre 2021), proroga e loro ampliamento per 12 mete totali (gennaio 2022) ed eliminazione del divieto sui viaggi extra UE (febbraio 2022).

L’impatto della crisi e del conflitto sul settore

La ripartenza del settore era stata avviata con l’ordinanza del Ministero della Salute che finalmente autorizzava gli spostamenti per turismo in qualsiasi parte del mondo. Tuttavia, in contemporanea si è innescato il conflitto tra Russia e Ucraina, che ha generato, da un lato un’instabilità geopolitica, e dall’altro una significativa diminuzione del potere d’acquisto degli italiani, costretti a fronteggiare significativi aumenti del costo di beni e servizi.

Sul fronte incoming, nel 2019 gli arrivi dalla Russia erano pari a circa 1,8 milioni di persone. Ma i turisti russi non saranno i soli a non visitare il nostro Paese. Diminuiscono, infatti, anche i visitatori americani, che nel 2019 avevano fatto registrare oltre 6 milioni di arrivi, con oltre 16 milioni di pernottamenti. I dati Banca d’Italia-Eurosistema indicano nel 2021 ancora -50% sulla spesa complessiva dei turisti stranieri in Italia e, con lo scenario di incertezza internazionale in atto, si attende un ulteriore decremento per il 2022.

Proprio per questo, le Associazioni del Turismo Organizzato ritengono che, “in vista della Pasqua, l’allentamento delle restrizioni deciso dal Governo, al fine di agevolare l’incoming, avrebbe potuto essere più coraggioso per consentire ai turisti di prenotare serenamente le proprie vacanze in Italia, prendendo come esempio la Francia ed altri Paesi dove tutte le limitazioni sono già state tolte”.

Per quanto riguarda l’outgoing, dopo i primi positivi segnali di ripresa, si sta assistendo ad un raffreddamento delle prenotazioni dei viaggi internazionali, dovuto al clima di timore e di incertezza generato dal conflitto bellico. Stando ai dati ASTOI Confindustria Viaggi, l’andamento delle prenotazioni relativo ai primi trimestri del 2021 e 2022 rispetto al 2019 evidenzia un calo medio rispettivamente del 95% nel 2021 e del 53% nel 2022.

Le richieste al Governo

Le Associazioni del Turismo Organizzato chiedono che il Governo, in considerazione della scarsità delle risorse disponibili e a fronte dei gravissimi problemi evidenziati, provveda, quanto prima, a deliberare un nuovo scostamento di bilancio per mettere a disposizione del settore sostegni adeguati.

Per sostenere la domanda sarebbe, inoltre, importante attivare un meccanismo di detraibilità fiscale delle spese per vacanza – sul modello di quelle sanitarie – sostenute dai consumatori per l’acquisto di pacchetti o servizi turistici presso Agenzie Viaggi /Tour Operator, prevedendo un triennio di sperimentazione.

“L’impatto sul comparto è stato importante e continuerà purtroppo ad esserlo anche quest’anno. Le conseguenze per imprese e addetti, senza ulteriori sostegni, saranno gravi ed irreversibili. Auspichiamo, pertanto, che il Governo intervenga subito tenendo seriamente conto di tutti i fattori che stanno determinando un inaspettato prolungamento della crisi con effetti devastanti sul settore, minando radicalmente la ripresa prevista nel 2022”, il commento del Presidente di ASTOI Confindustria Viaggi, Pier Ezhaya.

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Scoperto a Notre-Dame un misterioso sarcofago

Proseguono i lavori di ristrutturazione di Notre-Dame, la maestosa cattedrale metropolitana di Parigi, dopo l’incendio del 2019. Oltre al suo immenso patrimonio fatto di tantissimi tesori di storia e d’arte, a quanto pare ci sono meraviglie ancora sconosciute, come il misterioso sarcofago recentemente scoperto.

Notre-Dame, dall’incendio alla scoperta

Era il 15 aprile del 2019 e tutto il mondo guardava incredulo le immagini dell‘incendio di Notre-Dame, una delle più belle cattedrali del mondo. Costruita a partire dal 1160, a causa del fuoco aveva visto collassare le guglie del suo tetto.

Ma nel posizionare le impalcature nella navata, sono stati scoperti un sarcofago in piombo perfettamente conservato -probabilmente del XIV secolo, – e diversi luoghi di sepoltura sotto il pavimento, assieme a delle sculture. Meraviglie rinvenute sotto il livello del transetto della cattedrale, parzialmente distrutto dall’incendio dell’aprile 2019.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Ad annunciarlo è stato il ministero della Cultura che ha dichiarato che le vestigia ritrovate sono “di notevole qualità scientifica”. Fra le sepolture rinvenute, “è stato estratto un sarcofago antropomorfo in piombo, integralmente conservato“.

Potrebbe trattarsi, aggiunge, di quello “di un alto dignitario, probabilmente risalente al XIV secolo”. L’operazione di estrazione delle sepolture ha messo anche in evidenza, immediatamente al di sotto del livello di pavimentazione attuale della cattedrale, “l’esistenza di una fossa nella quale sono stati depositati elementi scolpiti policromi identificati come appartenenti alla cosiddetta “jubé“, la tribuna su archi costruita attraverso la navata principale delle chiese per isolare il coro. Un ambiente, quindi, riservato ai monaci o ai canonici.

Durante i lavori condotto della metà del XIX secolo, Viollet-le-Duc, che ideò la guglia, aveva ritrovato altri frammenti della “jubé” che oggi sono esposti al museo del Louvre.

Siamo stati in grado di inviare una piccola fotocamera all’interno che mostrava resti di stoffa, materia organica come capelli, ma anche resti di piante. Il fatto che questi resti siano lì indica che il contenuto è stato preservato nel migliore dei modi”, ha affermato Christophe Besnier dell’Istituto Archeologico Nazionale francese.

Quando riapre Notre-Dame

Stando a quanto dichiarato dalla ministra francese della cultura Roselyne Bachelot e il presidente Emmanuel Macron, Notre-Dame riaprirà nel 2024. All’epoca dei fatti, Macron aveva invocato la ricostruzione del monumento gotico – tra i simboli della Francia, ma anche dell’Europa intera – in tempo per le Olimpiadi di Parigi 2024.

Anche il generale Jean-Louis Georgelin, che segue il cantiere per conto di Macron, ha garantito che Notre-Dame potrà riaprire nel 2024. Una celebrazione liturgica di ringraziamento è già fissata per il 16 aprile, anche se i lavori non dovessero essere del tutto conclusi per quella giornata.

In attesa della sua riapertura, la cattedrale si arricchisce grazie anche a queste significative scoperte, che rendono la storia di questa meraviglia parigina ancor più importante.

I ritrovamenti avvenuti aiuteranno gli archeologi a comprendere meglio le pratiche funebri che avvenivano durante il Medioevo francese. Ma la verità è che non c’è tempo da perdere: il ministro della cultura, Roselyne Bachelot-Narquin, ha fatto sapere che gli studiosi potranno condurre ulteriori ricerche nell’area degli scavi fino al 25 marzo, con lo scopo anche di sfruttarne al massimo le sue potenzialità.

sarcofago notre dame

Il ritrovamento del sarcofago

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Sembra una fiaba: la neve rossa è un incanto

In questi giorni non si parla d’altro che della neve rossa che ha colorato, come d’incanto, le nostre catene montuose. Ma non si tratta di una magnifica opera temporanea di land art, né tanto meno di una set di un film girato nel continente. È la natura che, ancora una volta, ci restituisce le più belle visioni di sempre e ci spinge, ancora una volta, a esplorare il mondo che abitiamo, perché questo è un luogo straordinario.

Ogni stagione che ci prepariamo ad accogliere, o a salutare, porta con sé una serie di fenomeni meravigliosi che portano la firma di Madre Natura. Dalla neve, bianca e candida che avvolge gli edifici, le strade e le intere città, alla primavera che, con il suo risveglio, ci catapulta direttamente nel mondo dei balocchi.

Ma c’è qualcosa che, probabilmente, in molti non avevano mai visto perché forse non ne erano neanche a conoscenza. Stiamo parlando di un particolare fenomeno che tinge la neve di rosso che, a sua volta, colora tutto intorno, come per magia.

Come in un film: quando la neve si colora di rosso

Capita, durante i viaggi che organizziamo, di ritrovarsi davanti a quelli che sembrano essere dei veri e propri caleidoscopi di colore. Sorgenti d’acqua calda che prendono in prestito i colori dall’arcobaleno, deserti aridi che si trasformano in tappeti di fiori e poi, ancora, laghi salati che si trasformano in dipinti che fanno sognare.

Così succede anche alla neve che, lascia da parte il suo candido colore bianco per tingersi di diverse sfumature di rosso. Un fenomeno che è possibile ammirare in alta montagna e nelle regioni polari. Ma da cosa è dovuto?

A prima vista sembrerebbe quasi scontato pensare a una colorazione artificiale fatta da qualcuno per creare un suggestivo spettacolo per chi guarda. E invece, come vi abbiamo anticipato, si tratta di un fenomeno del tutto naturale che può verificarsi per due motivi.

La neve rossa, infatti, può verificarsi a causa della presenza di organismi unicellulari del genere Chlamydomonas, appartenenti alla categoria delle alghe verdi. Questi organismi hanno una particolarità: sono ricchi di carotenoidi, tra cui l’astasantina, che gli permette di proteggersi dai raggi ultravioletti, ma che crea anche questa inedita e particolare tinta di rosso, che può essere più chiara o più scura in base alla quantità di alghe presenti.

Gli organismi che proliferarono sotto gli strati di neve, iniziano a sporificare e quando la neve si discioglie questi appaiono in superficie. È quello il momento in cui si verifica questo straordinario e inedito cambio colore della neve che prende anche il nome di watermelon snow o blood snow.

Tuttavia c’è anche un altro fenomeno che tinge la neve, e che ci riguarda più da vicino. A volte, infatti, la neve rossa non è dovuta alle spore dell’alga, ma al deposito della sabbia del deserto. Questa viene trasportata dal vento sui territori di alta montagna e qui si ferma, fino a creare degli scenari surreali e quasi fantascientifici.

Neve rossa in Italia: quando e dove

La neve che cambia colore per la presenza della sabbia del deserto trasportata dai venti è un fenomeno che ci riguarda da vicino. A causa dei forti venti di Scirocco, i granelli del deserto del Sahara viaggiano fino a noi creando uno spettacolo insolito e affascinante.

Le montagne dei Pirenei e quelle delle Alpi occidentali, nei scorsi giorni, si sono colorate di un rosso più o meno intenso, creando dei paesaggi quasi alieni, ma estremamente successivi. Anche le Dolomiti e la meravigliosa Sierra Nevada sono diventate le protagoniste di questo show. Ma non è finita perché, secondo gli esperti, la neve rossa potrebbe intensificarsi nei prossimi giorni.

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Nuove rotte easyJet, per un’estate da sogno

Sarà un’estate incredibile, all’insegna del divertimento e dell’avventura: gli ultimi due anni sono stati particolarmente difficili per il turismo, ma ora sembra davvero giunto il momento di tornare a viaggiare. E easyJet vuole ripartire alla grande, aggiungendo ben 10 nuovi collegamenti dall’Italia, verso tante splendide mete estive. Scopriamo quali sono.

easyJet, le nuove rotte per l’estate

La compagnia aerea low cost, pronta a rilanciarsi nel turismo estivo dopo due anni di stop, ha già annunciato molte interessanti novità per il suo network europeo. E alcune riguardano proprio i viaggiatori italiani: sono infatti addirittura 10 le nuove rotte che collegano il nostro Paese ad alcune delle più suggestive (e ricercate) destinazioni in tutta Europa. E ci sono anche due new entry, finora mai toccate da easyJet. La prima è Lampedusa, che dal 29 giugno sarà collegata a Napoli da un volo settimanale e dal 1° luglio a Milano Malpensa da tre voli settimanali.

La seconda è invece la bellissima isola greca di Skiathos: a partire dal 27 giugno, vi saranno ben quattro partenze settimanali da Milano Malpensa e altre tre dallo scalo partenopeo. E a proposito di Grecia, i turisti in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia potranno tornare a visitare la splendida isola di Corfù grazie ai due voli settimanali che debutteranno anch’essi il prossimo 27 giugno. Infine, tra le nuove mete balneari raggiungibili dall’Italia si aggiunge anche la movimentata Palma de Mallorca. Il 28 marzo prenderà infatti il via la rotta quotidiana (ad esclusione della domenica) che collegherà l’aeroporto di Milano Linate alle Baleari.

Ma l’estate non è sinonimo solamente di mare: sono moltissimi i turisti che approfittano delle incantevoli giornate di sole e del clima bollente per visitare alcune splendide città d’arte, mischiandosi tra la folla e respirando l’atmosfera di Paesi diversi. Per tutti questi viaggiatori, easyJet ha pensato ad alcune rotte interessanti. Da giugno saranno infatti disponibili nuovi collegamenti tra Napoli e lo scalo di Parigi Charles de Gaulle e tra Alghero e Nizza. Mentre chi vorrà raggiungere Amsterdam potrà farlo partendo sia da Pisa che da Brindisi.

Le rotte easyJet riconfermate per il 2022

Naturalmente, le novità dell’estate sono solo parte del grande progetto easyJet per tornare a pieno ritmo su tutto il network europeo. La compagnia aerea sta infatti lavorando per ripristinare alcune delle sue rotte più importanti sul territorio italiano, proprio in vista della stagione calda (e dei tantissimi turisti che hanno finalmente voglia di ripartire). Una è quella che collega Venezia Marco Polo alla splendida Cefalonia, una delle mete balneari più amate dai nostri viaggiatori. A partire dal prossimo 27 giugno, saranno operativi due voli a settimana.

Sempre in tema grandi città europee, invece, presto sarà il turno anche di due altri collegamenti che in passato avevano raccolto grandi consensi. Si tratta della rotta Lamezia-Berlino, che porta alla scoperta della meravigliosa capitale tedesca, e di quella Cagliari-Basilea, che collega la nostra splendida Sardegna alla piccola città-gioiello svizzera. Entrambe le due rotte ripartiranno dal prossimo mese di giugno, per inaugurare al meglio una nuova estate che si avvicina.

“Con l’annuncio di oggi, arrivano a 17 le nuove rotte che easyJet opererà nell’estate 2022 da e per l’Italia, portando il totale a quasi 220 rotte” – ha spiegato Lorenzo Lagorio, Country Manager easyJet Italia – “È un’ottima notizia per gli italiani che avranno ancora più scelta nella pianificazione delle vacanze estive, ma anche per il nostro Paese, considerato che i nuovi collegamenti contribuiranno alla ripresa del nostro settore turistico.

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Valencia è diventata il palcoscenico di un teatro delle meraviglie

C’è qualcosa di straordinario che sta succedendo proprio adesso tra le strade di Valencia. Un grande spettacolo che ha trasformato, per pochi giorni, la città spagnola in un palcoscenico teatrale a cielo aperto che ospita spettacoli e attori meravigliosi. Si tratta di Las Fallas, molto più di una festa tradizionale cittadina, ma vero e proprio simbolo dell’identità nazionale.

Le Fallas sono le feste che si svolgono ogni anno, nei giorni che precedono la primavera, nella città spagnola di Valencia e in alcuni paesi della Comunità Valenzana. Dichiarate Patrimonio Mondiale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco nel 2016, ogni anno attirano nel territorio migliaia di viaggiatori per ammirare il grande show che si snoda tra le strade della città.

Quest’anno poi, la festa di Las Fallas è ancora più grandiosa dopo i due anni di fermo a causa della pandemia mondiale, il secondo stop in tutta la sua storia. Scopriamola insieme.

Las Fallas

Las Fallas

Las Fallas: lo spettacolo grandioso a Valencia

Las Fallas è molto più di una festa che intrattiene cittadini e attira viaggiatori. Si tratta, infatti, di una vera e propria celebrazione dell’identità nazionale, nonché la festa più attesa dell’anno da tutto il Paese.

Le origini sono antichissime, tutto è nato diversi secoli fa quando i falegnami di Valencia realizzavano delle lampade in legno, conosciute come parot, che servivano a illuminare i loro laboratori e che, in occasione della festa di San Giuseppe, bruciavano per tradizione.

Non erano lampade qualunque, però, ma delle vere e proprie sculture in legno che assumevano l’aspetto di esseri umani e che in alcuni casi venivano poi abbigliati con abiti e vecchi stracci. Le piccole lampade, a partire dal XIX secolo, iniziarono ad assumere proporzioni sempre più grandiose, superando di gran lunga quelle umane fino a diventare dei monumentali personaggi che, durante il mese di marzo, sfilano per le strade della città.

Le statue, che oggi sono realizzate principalmente in sughero o cartapesta, diventano per pochi giorni gli stravaganti e maestosi abitanti di Valencia, superando anche i 30 metri d’altezza. Per onorare l’antica tradizione, queste vengono bruciate l’ultimo giorno della festa dando vita a uno spettacolo unico e straordinario, quasi surreale.

Las Fallas

Las Fallas, Valencia

Las Fallas: la festa ha inizio

Las Fallas è diventato con gli anni un appuntamento imperdibile per i cittadini di Valencia, per gli abitanti del Paese intero e per i viaggiatori che vogliono toccare con mano questa straordinaria tradizione.

L’appuntamento di quest’anno, dopo due anni di stop, è a Valencia ovviamente dal 14 al 19 marzo. Le foto che circolano online ci confermano che la festa è ufficialmente iniziata ed è meravigliosa. Come un teatro a cielo aperto, così è Valencia popolata da gigantesche statue che artisti e scultori locali realizzano durante tutto il corso dell’anno.

La città inaugura le celebrazioni con gli spettacoli pirotecnici già i primi giorni di marzo, ma durante la notte del 15 del mese che più di 500 figure vengono portate e montate nelle piazze e nelle strade della città. Così i cittadini si risvegliano all’interno di una sorta di paese delle meraviglie.

La festa culmina con il grande falò finale: il cremà. È questo il momento in cui tutte le figure che popolano la città vengono bruciate. Le fiamme, la musica in sottofondo, e i fuochi d’artificio in cielo, creano uno spettacolo di fuoco e fiamme che stordisce e incanta.

Las Fallas, Valencia

Las Fallas, Valencia

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Notizie Viaggi

Vi presentiamo le destinazioni più instagrammabili dell’anno

I social network hanno condizionato il nostro modo di viaggiare. Non solo sono diventati delle vere e proprie guide di viaggio che ci aiutano a scegliere le prossime destinazioni da raggiungere, ma si sono trasformati nello strumento che utilizziamo per condividere le meraviglie del mondo che abitiamo.

E a guardarle, le bellezze che appartengono alla terra che abitiamo, è impossibile non cedere alla tentazione di scattare istantanee da condividere su Instagram. Edifici colorati, sabbie bianche, acque cristalline e cieli tersi: questi sono solo alcuni dei soggetti che vengono costantemente fotografati e condivisi con l’obiettivo di far sognare tutti i follower.

Ma c’è una meta che, più di tutte, sembra essere la perfetta sceneggiatura delle nostre istantanee. Un luogo certamente fotogenico che è un vero e proprio paradiso terrestre da raggiungere per una vacanza all’insegna della bellezza e dei like. Stiamo parlando dell’isola di Boracay.

Borocay

Boracay

Boracay: la meta più instagrammabile del 2022

L’isola di Boracay, probabilmente, non ha bisogno di presentazioni dato che è la regina indiscussa di tutto l’arcipelago filippino. Ed è proprio lei, oggi, a ritrovarsi ai primi posti della classifica dei luoghi più instagrammabili del mondo redatta dal sito Big 7 Travel, seconda solo a Singapore.

La sfida World’s Most Instagrammable Places 2022, giunta alla quarta edizione, ha visto trionfare proprio L’isola di Boracay con un meritatissimo secondo posto come destinazione più attraente e fotografata del mondo. Il motivo è facilmente intuibile.

Con oltre sette chilometri ininterrotti di spiaggia bagnata da acque cristalline e trasparenti, non è una sorpresa che Boracay sia stata nominata una delle destinazioni più instagrammabili del mondo. In questo lembo di terra, infatti, non esistono artifizi, c’è solo la natura con i suoi splendidi colori a dominare l’intero scenario, dalle sfumature di blu del cielo e del mare, passando per il bianco delle nuvole che in pendant con quello della sabbia.

Inoltre, dopo la chiusura dell’isola al turismo, che ha messo a punto un intensivo progetto ecosostenibile, Boracay è ritornata alla sua autentica bellezza, pronta per essere esplorata e fotografata.

Boracay

Boracay

Destinazioni a prova di Instagram

Sono 50 in tutto le destinazioni incluse nella classifica World’s Most Instagrammable Places 2022. Si tratta di luoghi che si sono distinti per fascino e bellezza e che, negli ultimi mesi, hanno popolato i feed di Instagram di tutto il mondo.

Al primo posto troviamo la piccola città-stato della Malesia meridionale: Singapore pullula di luoghi straordinari che si prestano a fotografie affascinanti e suggestive, dall’iconico Gardens by the Bay alla coloratissima street art di Haji Lane.

Alla classifica si aggiungono anche la cosmopolita Buenos Aires, le colorate e romantiche strade di Parigi e le straordinarie isole della baia di Ha Long in Vietnam. Completano la lista dei luoghi instagrammabili anche Istanbul e Dublino.

Anche l’Italia ha il suo perfetto set fotografico, stiamo parlando della Costiera Amalfitana che si è guadagnata il settimo posto all’interno della classifica dei luoghi più instagrammabili del mondo. E a guardare le case colorate che si affacciano sul luccicante mare e le falesie a picco sull’acqua, è facilmente intuibile il perché.

Costiera Amalfitana

Costiera Amalfitana