Dichiarato Monumento naturale dalla Regione Lazio nel 2000, il giardino di Ninfa è stato eletto dal New York Times il più “bello e romantico al mondo”. Sono migliaia i visitatori che vengono in questo luogo, Cisterna di Latina, al confine tra Norma e lo splendido borgo di Sermoneta, per ammirare i nove ettari di incanto in cui si estendono i giardini.
Scorci di incredibile e inedita bellezza si susseguono passo dopo passo, mentre piante provenienti da tutto il modo, adagiate sulle antiche rovine di una città medievale, accolgono i visitatori. Lo scrosciare dei corsi d’acqua cristallina è come una musica soave che accompagna le persone durante la passeggiata.
Ogni angolo, ogni scorcio e ogni prospettiva regalano un po’ di magia. Merito del bosco e della sorgente di bambù, del viale delle lavande e dei ciliegi giapponesi, del cedro del Marocco e delle magnolie orientali incastonate tra le rovine di una civiltà perduta, ma mai dimenticata.
La storia del Giardino di Ninfa
Il Giardino di Ninfa sorge nell’area della scomparsa cittadina medievale di Ninfa. I primi abitanti di questo luogo sorto lungo il fiume Ninfa arrivarono nell’VIII secolo. Fu nel XVI secolo, però, che il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, volle creare a Ninfa un “giardino delle delizie “, facendo realizzare, accanto a una rocca di origine rocca medievale un giardino delimitato dalle mura, coltivandovi pregiate varietà di agrumi, fra cui il Citrus Cajetani.
Nel XVII fu poi il Duca Francesco IV a far realizzare le polle d’acqua e le fontane. Alla fine dell’800, Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onoraro Caetani si occupò di Ninfa creandovi un giardino in stile anglosassone. Fece bonificare le paludi, piantare i primi cipressi, lecci, faggi, oggi maestosi, tantissime rose e restaurare alcune rovine, fra cui il palazzo baronale, che divenne la casa di campagna della famiglia, oggi sede di alcuni uffici della Fondazione Roffredo Caetani.
Fu poi Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, a introdurre nuove specie di arbusti e rose, ma soprattutto, negli anni Trenta del Novecento, ad aprire le porte del giardino al circolo di letterati e artisti legato alle riviste letterarie da lei fondate, “Commerce” e “Botteghe Oscure”.
L’ultima erede e giardiniera fu Lelia, figlia di Roffredo Caetani. Donna sensibile e delicata, curò il giardino come un grande quadro, essendo lei una pittrice, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature. Insieme alla madre Marguerite, introdusse magnolie, rose rampicanti e realizzò il “rock garden“, chiamato anche “colletto”.
Cosa vedere nel Giardino di Ninfa
All’interno del giardino di otto ettari si possono ammirare 1300 specie di piante tra cui 19 varietà di magnolia decidua, betulle, iris acquatici e aceri giapponesi. A primavera, i ciliegi ornamentali fioriscono creando un panorama spettacolare. Dal 1976 è stata istituita un’Oasi WWF a sostegno della flora e della fauna del luogo.
Per preservare la sua bellezza, la sua biodiversità e l’equilibrio ambientale vengono organizzate solo visite guidate durante i weekend, a partire dal 26 marzo e fino al 1° novembre. L’ingresso al parco è suddiviso in fasce orarie ogni dieci minuti. Ogni visita dura un’ora circa.
L’ingresso è regolato secondo l’ordine di arrivo nella propria fascia oraria. I bambini di età inferiore ai 12 anni accompagnati non devono essere indicati al momento della prenotazione.
Arrivati al giardino, è necessario mostrare il biglietto con il QR code o stampare il PDF di ogni biglietto ricevuto. È richiesto l’utilizzo della mascherina. Il biglietto d’ingresso costa 15 euro (+ 0,75 centesimi per la prevendita online).