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Giordania, la terra che ha conquistato anche Chiara Ferragni

Terra ospitale fin dai tempi antichissimi, la Giordania racchiude monumenti spettacolari che da sempre attirano viaggiatori da tutto il mondo. Non stupisce, quindi, che il suo fascino abbia stregato anche Chiara Ferragni, che ha approfittato del ponte dei morti per la sua prima vacanza nella perla del Medio Oriente insieme agli amici. Per l’occasione, la nota influencer ha scelto di soggiornare nel cuore di Amman, al Ritz-Carlton, iconico hotel di lusso situato in posizione centrale nel quinto circolo della città, che spicca con eleganza nello skyline occidentale della capitale. L’inizio perfetto di un’esperienza da mille e una notte.

Amman, cosa vedere nella capitale della Giordania

La Giordania è una destinazione appagante anche per un viaggio breve, grazie alle sue dimensioni relativamente ridotte. Il miglior punto di partenza per conoscerne la storia è sicuramente Amman, una città ricca di contrasti di cui ci si innamora al primo sguardo. Situata in una zona collinare tra il deserto e la fertile Valle del Giordano, sorprende con il suo incomparabile mix di antico e moderno.

Nel suo cuore commerciale, lo sguardo si perde tra edifici ultra contemporanei, alberghi e ristoranti eleganti, boutique e gallerie d’arte che si affiancano a piccole botteghe artigiane e caffè tradizionali. Sulla sommità della sua collina più alta (Al Qala’a), invece, svela la sua anima più antica con la Cittadella, uno dei luoghi più seducenti della capitale, non a caso la prima attrazione visitata da Chiara Ferragni.

Il sito archeologico è situato a 850 metri sul livello del mare e custodisce i resti dell’antica Rabbat-Ammon. Le sue origini risalgono all’Età del Bronzo, ed è famoso per l’incredibile concentrazione di reperti risalenti a diverse civiltà e per monumenti straordinari come il Tempio di Ercole, di epoca romana, il complesso del Palazzo Omayyadi e i resti della Basilica Bizantina. Una delle magie imperdibili è il panorama dell’Anfiteatro Romano che sorge ai piedi della collina, dall’alto dell’acropoli: la veduta è ancora più emozionante al tramonto.

La capitale giordana è anche la meta preferita dagli appassionati dei Souk. Dal mercato di frutta, verdura e spezie nel centro storico della città a quello dei vestiti vintage, passando per prodotti di artigianato locale, tappeti, pop-up cafè, cibo di strada e spettacoli dal vivo di bande e musicisti locali. Un tripudio di sapori, profumi, colori, voci che porta alla scoperta di veri tesori.

Le meraviglie imperdibili della Giordania

Se volete sorprendervi ancora di più, c’è il magnifico sito archeologico di Petra, a circa 250 km a sud della capitale Amman, uno dei tesori nazionali della Giordania, Conosciuta come la ‘Città Rosa’ o la ‘Città Perduta’, è l’eredità dei Nabatei, un popolo arabo che si stabilì nel sud dell Paese più di 2.000 anni fa. Ammirata un tempo per l’architettura massiccia e l’ingegnoso complesso di dighe e canali d’acqua, è Patrimonio dell’umanità UNESCO e una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno.

Se amate le escursioni, un altro luogo senza tempo da visitare è il deserto roccioso Wadi Rum, dove il tempo e i venti hanno scolpito gli imponenti e maestosi grattacieli di roccia. Una destinazione perfetta per il benessere della mente e del corpo, con le sorgenti di Lawrence d’Arabia e la montagna dei “Sette Pilastri della Saggezza”. Lo scrittore gallese ed ufficiale Thomas Edward Lawrence, che qui stabilì la sua base operativa per guidare la rivolta araba nel 1917-18, definì questo luogo meraviglioso “immenso, echeggiante, simile ad una divinità”. Un influencer di altri tempi.

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È partito il treno passeggeri più lungo del mondo

Ha lasciato tutti a bocca aperta il treno passeggeri che è passato in Svizzera e che ha stabilito un record mondiale. Il convoglio lungo 1,9 chilometri della Rhaetian Railway è il più lungo del mondo.

Cento carrozze rosse di 25 unità multiple Capricorn hanno superato le Alpi Retiche attraversando ponti, montagne e verdi prati.

L’occasione era il festeggiamento del 175° anniversario delle ferrovie svizzere, che cade proprio nel 2022, ma sul profilo Instagram hanno spiegato così l’originale iniziativa: “A seguito del duro colpo subìto dovuto alla pandemia, la Rhaetian Railway spera che questo evento ricordi a tutti la bellezza dei viaggi in treno”. Ora che è entrata nel Guinness dei primati i turisti non mancheranno di certo.

Il viaggio del super treno

Il treno ha percorso 25 km sulle Alpi svizzere nella tratta tra Preda (1.789 metri), ai piedi dell’Albulapass e all’ingresso della galleria ferroviaria dell’Albula che porta in Engadina, e Alvaneu, nei Grigioni, su un itinerario di montagna inserito nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

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Fonte: @Getty Images

Un treno di cento carrozze ha stabilito il record mondiale

Il viaggio del treno da Guinness è stato molto impegnativo. Ha dovuto attraversare due tunnel elicoidali e il famosissimo Viadotto Landwasser, uno spettacolare ponte a sei archi fatto di pietra che passa sopra una profonda gola dove scorre il torrente Landwasser, da cui prende il nome.

Gli aspetti tecnici

Il cento vagoni e la locomotiva che li ha trainato pesavano la bellezza di 3.000 tonnellate. Alla guida del super treno sono stati necessari addirittura sette macchinisti, ma a bordo si trovavano anche 21 tecnici, oltre a 150 fortunatissimi ospiti che si sono potuti godere il meraviglioso viaggio in mezzo alla natura svizzera e ai colori del foliage autunnale.

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Quasi due km di serpentone rosso sono passati silenziosamente sotto gli ogghi di migliaia di persone, tra cui anche moltissimi turisti, accorsi dalle zone limitrofe e dall’estero per ammirare e fotografare la lunga scia del super treno.

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Fonte: @Getty Images

Il serpentone rosso passa sotto gli occhi dei turisti
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Finalmente si potrà ‘visitare’ l’itinerario sommerso di un famoso relitto

Giugno 2023: una data da segnare sul calendario per tutti gli amanti della storia e dell’archeologia. Sarà questo, infatti, il mese in cui sarà possibile visitare l’itinerario sommerso di uno tra i relitti più famosi.

Si tratta del “Relitto del Lombardo“, il piroscafo che, insieme al Piemonte, scortò Garibaldi e i Mille nella celebre spedizione per l’Unità d’Italia, naufragato dopo qualche anno al largo delle Isole Tremiti, in Puglia.

L’annuncio è arrivato durante la XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico con le parole di Barbara Davidde, Soprintendente Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo nel corso della 2ª Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo.

La Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo del MiC – ha raccontato – sta portando avanti il percorso di realizzazione del progetto Amphitrite volto a creare itinerari subacquei all’interno di cinque Aree Marine Protette italiane: quella delle Isole Tremiti in Puglia, le Cinque Terre e Portofino in Liguria, Baia in Campania, Crotone in Calabria, Capo Testa, Punta Falcone in Sardegna. Alcuni di questi itinerari saranno dotati di una rete di nodi sensori che, grazie all’internet underwater things, permetterà la visita dei siti con dei tablet che hanno al loro interno la realtà aumentata e la ricostruzione di come doveva essere in antico il sito sommerso. Questo tipo di visita esiste già nel Parco di Baia e sarà realizzato nelle Isole Tremiti sicuramente sul relitto del Lombardo e forse anche sul Relitto delle Tre Senghe per il quale stiamo terminando gli studi propedeutici”.

Il Lombardo, uno dei piroscafi dei Mille

La storia del Lombardo, il cui itinerario sarà presto visitabile grazie alla realtà aumentata, ha inizio nel 1841, costruito a Venezia e immatricolato a Livorno. Fu poi acquistato dalla compagnia Rubattino nel 1864 e utilizzato, durante il Regno di Sardegna, per il trasporto delle truppe nel corso della Guerra di Crimea.

La notte tra il 5 e il 6 maggio 1860, al porto di Genova, alcuni garibaldini guidati da Nino Bixio si impadronirono del piroscafo (e anche del Piemonte) per dare il via alla storica “Spedizione dei Mille“. Arrivati a Marsala, l’11 maggio 1860, il Lombardo si arenò e venne colpito dai colpi di cannone delle truppe borboniche: semiaffondato, fu poi recuperato dal Porto di Marsala nel luglio dello stesso anno e traghettato fino all’Arsenale di Palermo per essere rimesso a nuovo e iscritto alla marina dittatoriale siciliana.

In ottobre, Garibaldi decretò che sia il Lombardo che il Piemonte dovessero essere preservati come memoria della spedizione per l’Unità d’Italia ma ciò non avvenne: il Lombardo, infatti, entrò a far parte della Regia Marina dove trovò la sua fine, la notte tra il 12 e il 13 marzo 1864, naufragando nelle vicinanze dell’Isola di San Domino mentre trasportava alcuni detenuti alle Isole Tremiti.

Il relitto oggi, una nuova vita

Nelle acque nei pressi dell’isola il piroscafo è rimasto, solitario, per quasi mezzo secolo fino a quando, nel 2005, le operazioni della Soprintendenza ai Beni Archeologici e del gruppo di sommozzatori dei Carabinieri lo hanno riportato alla luce.

Anni prima, inoltre, lo storico Pietro Faggioli ne aveva individuato l’area del naufragio: tra Punta del Vapore e Cala degli Inglesi. Ora non resta che attendere il fondamentale contributo dell’internet underwater things per conoscere sempre meglio uno dei monumenti della storia italiana.

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Il castello costruito da un uomo solo è pura magia

“Castello” evoca scenari medievali, un immaginario di duelli, cavalieri, dame, e un’epoca remota: ma non sempre è così.

Anche in anni più recenti è esistito chi ha sempre desiderato possedere un maniero da fiaba in stile medievale e costruirlo con le proprie forze per vederlo crescere pietra su pietra.

Fiaba moderna, è quella che è avvenuta a Cebolleros, nel nord della Spagna, in provincia di Burgos: qui, nel 1935, nacque un uomo, Serafin Villaràn, che dedicò vent’anni della sua vita proprio a inseguire questo sogno.

Castillo de las Cuevas, il castello costruito da un solo uomo

Nel 1978, con ambizione e determinazione, Serafin inizia a dare vita al suo progetto ispirato dai disegni dei castelli delle favole, lui che non ne ha mai visto uno dal vivo, come riferito dai familiari. Compra un terreno e, da solo, senza conoscenze architettoniche, lavora al suo capolavoro utilizzando cemento e pietre e sassi dei vicini fiumi Trueba e Nela: materiali che non sono certo i più adatti per le opere in muratura poiché non si legano alla perfezione e necessitano di una grande quantità di malta per rimanere uno accanto all’altro.
Eppure, Villaràn dispone soltanto di pietre di fiume e quelle utilizza, motivato più che mai.

Il sogno di costruire un castello come quello dei libri dove vivere con la famiglia è così intenso che Serafin si dedica anima e corpo al progetto e, semplice saldatore in fabbrica, è artefice di uno splendido edificio nato spontaneamente, con geometrie e forme inventate momento per momento, senza un piano prestabilito.

Il Castillo de las Cuevas, “Castello delle Grotte”, grazie alla perseveranza, al duro lavoro e alla pazienza del suo costruttore nei fine settimana, diventa col tempo una piacevole realtà.

Il favoloso sogno continua

La meravigliosa struttura architettonica, in un riuscito mix tra stile medievale e moderno, oggi si staglia in posizione panoramica sulla Sierra de la Tesla e consta di cinque piani, un bar/cantina al piano terra dove le persone possono incontrarsi, un salone al primo piano e un forno al terzo per cucinare una grande quantità di cibo.

Le torri circolari e merlate, impreziosite dalle pietre arrotondate dei fiumi, gli conferiscono l’aspetto di un autentico castello da fiaba che dona notorietà alla piccola comunità e attira turisti da tutta la Spagna.

A raccogliere l’eredità del padre sognatore, scomparso nel 1998 senza vedere la sua grandiosa opera ultimata, sono stati i figli Yolanda e Luis che, ogni anno, hanno investito parecchio denaro sottratto al budget familiare per completare il castello di circa 300 metri quadrati.

I visitatori sono ben accetti e hanno la possibilità di visitare tutti gli spazi dell’edificio di foggia medievale per scoprire con i propri occhi la maestria di Serafin e lasciarsi sorprendere dal suo ingegno.

L’ingresso è libero ma è gradita una piccola donazione per contribuire a coprire gli alti costi di mantenimento del Castello: i figli di Villaràn non intendono però trasformare l’interesse dei turisti in un business poiché vogliono mantenere “puro” il grande sogno del loro papà, un uomo umile che, pur non avendo mai ammirato un castello dal vivo, ha saputo crearlo con le sue stesse mani.

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L’offerta di Ryanair per il Weekend dell’orrore

In occasione del lungo ponte di Halloween, Ryanair lancia la promozione “Weekend dell’orrore” con offerte imperdibili che scadranno alla mezzanotte di lunedì 31 ottobre 2022 per volare dal primo novembre al 15 dicembre a tariffe convenienti e scontate a partire da 19,99 euro (solo andata).

È quindi il momento più adatto per pensare alla prossima vacanza low cost e staccare la spina dalla frenetica routine quotidiana prima delle tanto attese Festività di fine anno. Sono davvero molte le destinazioni tra cui è possibile scegliere: per questo, noi di SiViaggia abbiamo selezionato per voi alcune mete da non perdere.

La scenografica Pafos sulla magnifica isola di Cipro

A tre ore di volo dall’Italia, l’isola di Cipro, culla della Dea Afrodite, è famosa per le bianche spiagge lambite dal mare turchese e l’entroterra punteggiato da vigneti.

Con partenza da Milano Bergamo, a 19,99 euro solo andata, è possibile raggiungere Pafos, un tempo capitale, e oggi scenografica città portuale tutta da scoprire a partire dal centro storico, un dedalo di strade pedonali che abbracciano Piazza Kennedy su cui si affacciano i giardini, il Municipio e la biblioteca, in stile tipico dell’antica Grecia con capitelli e colonne.

La città è oggi suddivisa in due zone, la parte bassa (Kato Pafos) più turistica e vivace con locali e negozi di souvenir, e la parte alta (Ktima Pafos) dove il ritmo della vita scorre lento e immutato da secoli tra bellissimi palazzi coloniali, interessanti musei e moltissime attrazioni culturali.

La costa, poi, è un gioiello: le spiagge sono per tutti i gusti e le esigenze e il mare un vero incanto.

Stoccolma, tra le città più belle della Scandinavia

Da Roma Fiumicino, un volo a 19,99 euro solo andata porta a Stoccolma, edificata su 14 isole e 57 ponti, una delle mete più affascinanti della Scandinavia.

La capitale svedese sa, infatti come sorprendere: il pittoresco centro di impronta medievale, i canali, i moderni elementi di design e i verdi parchi la rendono indimenticabile, in qualsiasi stagione dell’anno.

Il punto di partenza ideale per scoprire la città è il Gamla Stan, uno dei centri medievali meglio conservati in Europa, caratterizzato dalle case color pastello e dai vicoletti dove sentirsi catapultati nel passato: fiore all’occhiello della zona è il Palazzo Reale, con 600 stanze, ricche collezioni di cimeli e musei come l’Armeria Reale.

Durante un tour a piedi della Città Vecchia, non dimenticate di raggiungere il Mårten Trotzigs gränd, il vicolo più stretto della capitale con soli 90 centimetri di larghezza.

Siviglia: tutto il fascino dell’Andalusia

Infine, sempre con un biglietto di sola andata a 19,99 euro, da Catania volate a Siviglia, una delle perle dell’Andalusia, sospesa tra tradizione e modernità e un particolare connubio di architettura araba, spagnola e influenze gitane.

Tra le testimonianze del passato, meritano una sosta l’imponente Cattedrale con la Torre della Giralda alta 90 metri, in origine minareto della moschea sulle cui rovine venne costruita la cattedrale, e l’Alcazar, straordinario complesso monumentale in centro città, ideato e costruito dai Mori, fulgido esempio di architettura mudejar: entrambe le attrazioni sono Patrimonio UNESCO.

Chiese, palazzi storici, la Plaza de Toros, perla di architettura barocca, e anche un tocco di modernità con attrazioni futuristiche quali, ad esempio, il Metropol Parasol, autentico simbolo della Siviglia all’avanguardia.

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Fonte: iStock

Siviglia, Spagna
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La “Città d’oro” perduta riaffiora dalle sabbie del deserto

L’edizione 2022 dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, il premio intitolato all’Archeologo del sito di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è andata alla scoperta della città d’oro fondata da Amenhotep III, ritrovata in buono stato di conservazione dall’equipe di Zahi Hawass, già Ministro delle Antichità e Direttore della Missione Archeologica al lavoro nel tempio funerario di Tutankhamon.

Grazie al Premio, istituito nel 2015, la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e la rivista Archeo intendono dare il giusto contributo alle nuove scoperte e riconoscere appieno il lavoro degli archeologi che, quotidianamente, con dedizione, sacrificio, competenza e ricerca scientifica affrontano il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.

Inoltre, la cerimonia di consegna, alla presenza della figlia archeologa di Khaled Fayrouz Asaad e di Mohamad Saleh Ultimo Direttore del Turismo di Palmira, è l’occasione per tenere sempre viva la memoria di ciò che accadde in Siria e continuare a creare un collegamento tra le città di Paestum e Palmira, unite qualche anno fa dal gemellaggio siglato proprio durante la BMTA.

Il Premio viene assegnato in collaborazione con le testate archeologiche internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), AiD Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).

La scoperta dell’anno: la “Città d’Oro” perduta

Il sito archeologico scelto per la premiazione del 2022 è stato rinvenuto nelle vicinanze del palazzo del faraone Amenhotep III, dalla parte opposta del fiume Nilo rispetto alla città e capitale di Tebe (oggi Luxor).

Le iscrizioni in geroglifico indicano che la “città d’oro perduta“, di cui alcune muri a zig zag erano stati scoperti negli anni Trenta dai francesi Robichon e Varille a 100 metri di distanza, si chiamava Tjehen-Aten, o Aton, “abbagliante” e che venne fondata dal nonno di Tutankhamon, Amenhotep III.

Gli ambienti custodiscono oggetti in uso nella vita di tutti i giorni: scarabei, anelli preziosi, vasi di ceramica colorata, mattoni di fango con i sigilli a cartiglio di Amenhotep III e iscrizioni geroglifiche su tappi di argilla dei vasi di vino, che hanno contribuito a datare l’insediamento.
È stata ritrovata anche una panetteria, zona per cucinare e preparare il cibo con stoviglie di stoccaggio e forni.

La seconda area, ancora in gran parte sepolta, rappresenta il quartiere residenziale e amministrativo, circondato da mura a zig zag, mentre la terza era attrezzata per i laboratori: qui si trovano, infatti, numerosi stampi da fonderia per l’elaborazione di amuleti e delicati elementi decorativi e la zona di produzione dei mattoni di fango utilizzati per costruire templi e annessi.

Sorprendenti le sepolture ritrovate all’interno di una delle stanze: una mucca o un toro e una persona con le braccia distese lungo i fianchi e i resti di una corda avvolta intorno alle ginocchia.
A nord del sito, anche un grande cimitero con un gruppo di tombe scavate nella roccia di varie dimensioni.

Le parole di soddisfazione degli esperti

Palmira e Paestum condividono un’atmosfera, una tradizione, una gloriosa storia passata” ha ricordato Mohamad Saleh Ultimo Direttore del Turismo di Palmira “desideriamo presto tradurre questo gemellaggio in un progetto comune sul campo per aiutare le persone che tornano in Siria e fare un training mirato sul recupero del patrimonio culturale perduto ma anche sul restauro delle rovine della città nuova. Speriamo di cominciare già il prossimo anno”.

Il Fondatore e Direttore della BMTA Ugo Picarelli ha evidenziato come “L’International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad è un momento molto sentito e importante per la Borsa. “Sin dalle prime edizioni abbiamo voluto concretizzare il tema della cooperazione culturale invitando i Paesi internazionali come l’Egitto, che è stato anche il primo Paese ospite ufficiale. Quando in Siria è accaduto quel terribile episodio, abbiamo ritenuto doveroso dare un segnale. Ringrazio per la loro presenza a questa importante cerimonia i rappresentanti delle istituzioni del Bahrein, del Libano, della Repubblica popolare cinese, della Grecia, del Guatemala”.

Da remoto è giunto anche il saluto di Mounir Bouchenaki Presidente Onorario della BMTA: “La Borsa” ha detto “lavora con le grandi istituzioni internazionali e nazionali. È un incontro unico al mondo in cui gli esperti dell’archeologia e del turismo dialogano. Migliaia di giovani universitari e liceali giungono a Paestum per la Borsa, che diventa sempre più importante e non solo nel Mediterraneo”.

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Il rifugio di benessere della regina Camilla

A Bangalore, capitale dello Stato Indiano meridionale di Karnataka, esiste un luogo in cui è possibile prendersi cura del corpo e dello spirito, utilizzando i principi dell’ayurveda. Una pratica indiana dalle origini antichissime e molto diffusa ancora oggi, che si basa su un approccio olistico rivolto alla totalità della persona, prefissandosi il raggiungimento di un equilibrio e un’armonia tra mente, corpo e spirito, in accordo con i ritmi della natura.

Un posto unico, in cui ricaricarsi sia dentro che fuori, grazie a una serie di programmi mirati per la salute dell’organismo intero, aiutandolo a purificarsi, ridurre lo stress e portare benessere ed energia a corpo e mente. Si tratta del centro olistico di Soukya a Whitefield, meta d’eccellenza per il turismo volto al proprio benessere psicofisico e luogo amatissimo da Camilla, Regina consorte del Regno Unito e moglie, ormai da molti anni, del neo Re Carlo III.

La città

Secondo il The Times of India, infatti, sembrerebbe che Camilla stia trascorrendo del tempo con le amiche proprio nel centro benessere olistico di Bangalore, città dinamica e in forte crescita, in cui poter ammirare il bellissimo centro storico, le sue aree verdi, il mercato ma anche i maestosi edifici sparsi per le vie e i tanti bazar di spezie in cui riscoprire i profumi tipici della tradizione e della cultura indiana.

Ma anche una città in cui, proprio grazie a centri come quello di Soukya, è possibile ritrovare se stessi, fermandosi e allontanandosi dal caos e lo stress quotidiano, per affidarsi alle mani esperte di persone che, seguendo i principi dell’ayurveda, aiutano i visitatori a ritrovare la pace. Una serenità che abbraccia l’intero organismo e che, forse proprio per questo, ha riscosso molto successo in chi lo frequenta, diventando uno dei luoghi abituali frequentati da Camilla e da personaggi di fama mondiale.

Il centro di Soukya

All’interno del centro, infatti, esistono diversi trattamenti, espressamente formulati per affrontare in modo mirato i bisogni singoli di chi si avvicina alla pratica olistica dell’ayurveda. Programmi che vengono monitorati e rivisti quotidianamente, per permettere di essere modificati a seconda delle esigenze personali e individuali di ciascuno e che si basano su un’attenta valutazione della persona e su una serie di visite e consulti preliminari da parte dei medici. Ma non solo.

All’interno del centro di Soukya si vive un’esperienza di benessere a 360°, cosa che comprende anche una dieta a base vegetariana e biologica, la pratica dello yoga, terapie complementari come digitopressione, idroterapia, massoterapia, meditazione, ecc., il tutto volto al benessere del corpo ma, soprattutto, della parte più profonda di sé. E non a caso questo posto è così amato da Camilla, che soprattutto negli ultimi mesi deve aver vissuto non poche preoccupazioni e stress visti gli accadimenti che hanno colpito la famiglia reale inglese.

Una meta che quindi, oltre a prendersi cura di sé in modo profondo e attento alla persona in ogni sua parte, permette anche di godere della bellezza della città stessa in cui il centro è sito. Vivendo a pieno gli insegnamenti e le tradizioni del luogo in un viaggio in questa destinazione esclusiva e amata anche dai reali.

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National Geographic: la via Appia tra i migliori viaggi da fare nel 2023

Come ogni anno, il National Geographic elegge alcune mete come “Best of the World“, un suggerimento per chi desidera visitare un posto nuovo e che gli esperti del magazine vanno spesso a esplorare in anteprima.

Non è il caso della meta italiana che si è aggiudicata il premio adesso, ma sicuramente la menzione speciale data dal National contribuirà a fare scoprire, anche a chi non lo conosce, questo luogo unico al mondo e di enorme importanza storico-culturale.

Per il 2023 ci sono diverse mete segnalate, divise per categoria: Avventura, Natura, Famiglia, Community e Cultura. Ed è proprio in quest’ultima categoria che l’Italia viene segnalata. Tra i migliori luoghi culturali del mondo da visitare l’anno prossimo c’è la nostra antica via Appia, “l’autostrada romana”, come la definisce il National.

Cosa scrive il National Geographic sulla via Appia

“Se tutte le strade portano a Roma”, scrive il National “questa antica autostrada costruita 2.300 anni fa è la madre di tutte le strade”. Ed elogia un progetto tutto italiano che, quindi, farà il giro del mondo.

“Trascurata dopo la caduta di Roma, ma mai dimenticata”, prosegue il magazine “questa strada sta attraversando un momento di rinascita grazie al governo italiano che sta cercando di ripristinarla e di sistemare le antiche pietre al fine di trasformare la via Appia in una strada pedonale per viaggiatori moderni. L’intento è quello di dare vita a un pellegrinaggio attraverso la storia, con tappe in villaggi pittoreschi e siti archeologici, provvedendo anche all’organizzazione di sistemazioni per ogni tappa”.

Con i tempi italiani, però, chissà quando vedrà la luce questo bellissimo progetto di sviluppo turistico-culturale della via Appia.

“Nel frattempo”, scrive quindi la giornalista del National Geographic Nina Strochlic, che proprio di recente ha camminato sulla via Appia, “gli amanti dei cammini possono approfittare della cucina moderna italiana. In Puglia, andate dritti nella prima panetteria e chiedete del Rustico, una pasta sfoglia ripiena di besciamella, mozzarella e pomodoro”.

La via Appia

L’antica strada romana, che collegava Roma con Brindisi – e quindi con gli sbocchi verso l’Oriente allora conosciuto -, era considerata dai Romani la “Regina Viarum”, la regina delle strade.

Quando, verso la fine del IV secolo a.C., fu tracciata, era una delle più grandi opere di ingegneria civile al mondo, con un enorme impatto economico, militare ma anche culturale.

Questa strada fece da esempio per tutte le successive in quanto era larga poco più di quattro metri – 4,1 corrispondenti a 14 piedi romani – consentendo di essere percorsa in entrambi i sensi, oltre era fiancheggiata da larghi marciapiedi così da poter andare anche a piedi e raggiungere facilmente i villaggi che s’incrociavano.

Lungo l’intero tracciato, s’incontrano luoghi che costituiscono un patrimonio culturale importantissimo, tra cui le antiche terme di Caracalla, splendide ville (Villa di Massenzio con il Circo di Massenzio, per esempio) e persino sepolcri, come il Sepolcro degli Scipioni. L’Appia fu anche la prima delle grandi strade romane a prendere il nome non dal luogo verso cui era diretta, bensì dal magistrato – Appio Claudio Cieco – che l’aveva costruita.

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Fonte: 123rf

Le Terme di Caracalla lungo la via Appia

Buona parte dell’Appia Antica oggi è scomparsa, ma ne restano ancora ben visibili e percorribili dei tratti, specie nei dintorni di Roma, divenuti meta di turismo archeologico. Nel 2016, infatti, è nato il Parco archeologico dell’Appia Antica, che ha lo scopo di tutelare e valorizzare i monumenti antichi dell’area della Capitale e dei Comuni di Ciampino e di Marino.

Oltre ad aver vinto questa prestigiosa menzione, è candidata all’Unesco.

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Le Piramidi di Giza si illuminano di meraviglia

È un viaggio unico, straordinario e incredibile quello che ci conduce al cospetto di un patrimonio di immenso valore per tutta l’umanità, un tesoro prezioso che ha attraversato il tempo e le epoche fino ad arrivare ai giorni nostri. Stiamo parlando della Necropoli di Giza, un complesso di monumenti antichissimi che raccontano e conservano le testimonianze della civiltà egizia.

Ci troviamo in Egitto, a meno di 30 chilometri dal centro del Cairo. È qui che un tempo sorgeva una delle grandi necropoli di Menfi, la capitale dell’Antico Regno Egizio. Oggi una parte di quel grandioso passato è raccontata proprio dalle piramidi. C’è quella di Cheope, l’unica tra le sette meraviglie del mondo antico sopravvissuta fino ai giorni nostri, c’è la Piramide di Chefren e ci sono la Piramide di Micerino e la Sfinge, tutte incorniciate da altri piccoli edifici, templi funerari e cimiteri di varie epoche.

Ed è proprio qui, tra le meraviglie del mondo antico, che è accaduto qualcosa di straordinario. Una luce delicata si è diffusa ai piedi delle Piramidi accedendo il sito di magia.

La luce illumina le Piramidi di Giza: è magia

Quello che ci porta a scoprire l’antico Egitto, e più precisamente la necropoli di Giza, è un viaggio che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita, perché grazie a questo possiamo immergerci all’interno di un pezzo di storia della nostra umanità.

Organizzare questo viaggio adesso, però, vuol dire anche prendere parte a un progetto straordinario di valorizzazione che ha coinvolto proprio l’Altopiano di Giza. Si tratta di un’installazione temporanea site specific realizzata nell’ambito dell’iniziativa Forever Is Now II.

A firmarla è stato l’artista italiano Emilio Ferro che, con il suo Portal of Light, ha dato vita a un’esperienza artistica unica che ha disegnato un percorso di luce capace di attraversare la storia e lo spazio.

Portal of Light di Emilio Ferro

Fonte: Roberto Conte

Portal of Light di Emilio Ferro

Portal of Light, l’installazione di Emilio Ferro

La prima installazione temporanea di luce artistica realizzata ai piedi delle Piramidi di Giza porta la firma di Emilio Ferro e sarà visibile e attraversabile dal 27 ottobre al 30 novembre 2022.

Il suo nome è Portal of Light, ed è un’installazione site specific che indaga il tema della soglia e della luce: la vita e la morte da una parte, e il culto del Sole dall’altra, in un contesto straordinario che è quello dell’Antico Egitto.

L’opera è caratterizzata da due parallelepipedi in metallo, il primo custodisce il corpo illuminante e genera il fascio di luce che attraversa il secondo portale e che si estende per centinaia di metri.

Quando il sole tramonta, e lascia spazio al crepuscolo, le persone sono invitate a varcare il portale e a seguire il fascio di luce per vivere un’avventura immersiva sotto il cielo notturno di Giza. L’opera può essere attraversata anche di giorno però, perché è stata costruita tenendo conto del tragitto del sole. Sarà proprio la luce naturale a guidare le persone verso l’esperienza.

Molto più di un’opera d’arte, Portal of Light è una vera e propria esperienza immersiva e sensoriale arricchita anche da effetti sonori. Dopo aver registrato il vento che soffia sull’Altopiano di Giza, Emilio Ferro e ha campionato il suono per comporre la colonna sonora che avvolge la sua opera e le persone che l’attraversano.

Portal of Light di Emilio Ferro

Fonte: Roberto Conte

Portal of Light di Emilio Ferro
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Il caffè si beve a Dublino, nel primo bar firmato LEGO

Organizzare un viaggio a Dublino è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Irlanda, situata sulla costa orientale del Paese, è una città che non smette mai di sorprendere. Non è un caso che, proprio qui, migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo scelgono di organizzare viaggi e vacanze in ogni periodo dell’anno.

Lo fanno per raggiungere il castello cittadino, che conserva i resti di una storia che risale al XII secolo, ma anche per esplorare l’imponente e maestosa Cattedrale di San Patrizio. Lo fanno per passeggiare nel centro urbano, tra gli edifici storici e caratteristici, ma anche per raggiungere i parchi e per esplorare lo straordinario patrimonio naturalistico e paesaggistico che si snoda fuori ai dintorni di Dublino.

E come se tutto questo non fosse già abbastanza, per prendere un’aereo e raggiungere la capitale dell’Isola di Smeraldo, c’è un altro motivo per andare a Dublino adesso. Si tratta dell’apertura di un nuovo bar, non uno qualsiasi, ma la il primo Brick Café firmato LEGO.

Si beve caffè e si gioca con i mattoncini: succede a Dublino

Uomini e donne, adulti e bambini, nessuno resta immune dal fascino dei mattoncini più celebri del mondo, quelli firmati LEGO. Lo dimostra il fatto che qualsiasi attrazione a tema, si rivela sempre un successo.

E dopo il parco a tema LEGO in Italia, il Legoland Resort in Germania e il Brick Burger nelle Filippine, giusto per citarne alcuni, tocca alla città di Dublino che, proprio in questi giorni, ha inaugurato il primo LEGO Brick Café.

Ci troviamo nel cuore della capitale irlandese, e più precisamente nel quartiere Blackpitts, uno dei più cool di tutta la città. A circa un chilometro dal centro, in questa zona possiamo trovare l’Hen’s Teeth, un concept store che ospita un ristorante, un negozio, una caffetteria e anche una galleria. Ed è proprio al suo interno che è stato inaugurato il Brick Café firmato LEGO.

Si tratta di un progetto sperimentale dedicato esclusivamente agli adulti. Tutti qui sono invitati a entrare, a mettersi alla prova e a costruire, mattone dopo mattone, creazioni incredibili tra un caffè, una cioccolata calda o una birra.

LEGO Brick Cafe
LEGO Brick Cafe

LEGO Brick Café

È un progetto sperimentale, unico e sensazionale che sta entusiasmando tutti i fan del celebre mattoncino. Il LEGO Brick Café, infatti, è il primo del suo genere e ha una missione: quella di assistere e stimolare le persone nello sviluppo della creatività e nel gioco. Lo spazio creato all’interno dell’Hen’s Teeth di Dublino, infatti, è dedicato esclusivamente agli adulti.

Inaugurato in occasione del mese dedicato alla salute mentale, questo spazio è nato grazie alla collaborazione tra Lego Lead User Lab e l’agenzia creativa Boys+Girls. Come abbiamo anticipato, però, si tratta di un progetto sperimentale che permetterà a cittadini e viaggiatori, in visita a Dublino, di immergersi all’interno del fantastico mondo dei LEGO il 26 e il 27 ottobre.

All’interno del bar le persone possono scegliere tra un’ampia selezione di set e mattoncini LEGO, per giocare, sperimentare e creare case, castelli, città e qualsiasi altro progetto. Durante i due giorni saranno organizzati anche dei workshop sulle infinite possibilità creative che i mattoncini in questione offrono.

LEGO Brick Cafe

Fonte: IPA

LEGO Brick Cafe