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Il nuovo itinerario tra edifici in pietra che tornano in vita

Un itinerario che passa tra edifici in pietra che tornano in vita, un modo originale per dare un nuovo volto ad alcuni patrimoni del nostro Paese che per molto tempo sono stati dimenticati. Strutture che risorgono dalle loro ceneri per regalare ai visitatori un’esperienza nuova ed emozionante.

Il Museo Diffuso dell’Abbandono lancia “Senti-Ieri”

Questo e molto altro è quello che sta per succedere nella Romagna appenninica grazie al lancio di un’app gratuita che permette di ascoltare le interviste di chi ha abitato questi luoghi, oltre a fornire una mini guida per pernottare e gustare i prodotti tipici del territorio.

Lanciato dal Museo Diffuso dell’Abbandono, si chiama “Senti-Ieri” il nuovo itinerario che attraversa l’Appennino Romagnolo alla scoperta di vecchi edifici in pietra che “tornano in vita”. Un progetto che si pone l’obiettivo di valorizzare quei luoghi che possiamo definire “fantasma” e che mira a raccontare le trasformazioni sociali, culturali ed economiche della Romagna del’900. Il tutto, però, conservando e valorizzando storie e immagini di ieri e di oggi, la memoria di un patrimonio storico che rischia di essere dimenticato.

In cosa consiste l’itinerario

L’itinerario montano del museo, “Senti-Ieri”, è un vero e proprio viaggio tra storia, natura e memoria. Un’avventura che conduce i visitatori nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, una vera ricchezza del nostro Stivale. Situato a meno di 50 chilometri da Firenze e Forlì, a cavallo del crinale appenninico, è uno dei patrimoni forestali più importanti d’Italia, tanto da essere considerato un vero e proprio paradiso per gli amanti della montagna e della natura.

Un’area davvero molto particolare non solo perché propone una grande varietà di paesaggi, ma anche perché è in grado di offrire un ventaglio di opportunità, itinerari ed esperienze a dir poco incredibili. E ora, a tutto quello che già offre, si aggiunge un’altra straordinaria avventura.

Lungo il percorso immerso nel verde i visitatori incontreranno alcuni vecchi edifici in pietra della Romagna appenninica – borghi dimenticati, case di cui ormai sono rimasti solo i ruderi, antichi poderi che oggi sono foreste, ex scuole e chiese incustodite – testimonianza di mestieri e vite che, dal dopoguerra in avanti, iniziarono a trasformarsi in modo profondo.

Ronco del Cianco romagna

Fonte: Ufficio stampa – Encanto Public Relations – Ph: Stefano Belacchi

Ronco del Cianco

Un territorio straordinario e di cui si rivela molto utile raccontare il tempo passato, riscoprire le comunità che ci vivevano e i loro valori, saperi e conoscenze, poiché di esse non rimane quasi nessuna traccia. Ma altrettanto importante è sorprendersi della natura e della biodiversità del Parco Nazionale. Del resto, sono due mondi lontani anni luce, due scenari messi a confronto che lasciano spazio alla speranza che l’uomo possa tornare, anche se in punta di piedi.

Il nome “Senti-Ieri” è stato scelto perché è un gioco di parole che ha al suo interno valori profondi: il patrimonio di ricordi e storie di uomini e donne che hanno vissuto quei luoghi e che grazie all’app, IN LOCO, è possibile ascoltare durante il cammino.

Come funziona l’applicazione IN LOCO

Tramite l’uso dell’applicazione gratuita, infatti, i turisti potranno ascoltare le voci e le audio interviste di alcuni dei testimoni di quelle che un tempo erano le vite in questi territori, riscoprire le comunità che abitavano quei posti, i loro valori, i saperi e le loro conoscenze immaginando come potevano essere un tempo e come sia ancora viva e cara la memoria ai loro occhi, e non solo.

Grazie a questo sistema potranno diventare propri i diversi i racconti che permettono di conoscere meglio la storia di questo territorio: i ricordi delle feste e balli con gli scarponi, le lunghe distanze da percorre per svolgere la quotidianità, i riti, i giochi di una volta come per esempio le “sette merende” o le tecniche per la caccia ai ghiri nei castagneti. Memorie che sono ancora vive come ricorda Giorgio Amadori, nato a Villaneta nel 1944 lungo il sentiero 243 che scende da Campigna: “Era una vita come tante in montagna. Però non stavamo male, avevamo tutto quello che ci serviva”.

Passato, presente e futuro, tutto questo si può incontrare all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, mentre nel frattempo ci si lascia sorprendere della natura e della biodiversità che pian piano ha ripreso il suo splendore e il suo ruolo da protagonista.

Nel viaggio, immersi nella vegetazione e nella storia, è possibile pernottare, gustare proposte culinarie regionali a km 0 e ascoltare le storie delle persone, amici e amiche di Senti-Ieri, che abitano questo territorio ricco di fascino.

Cos’è il Museo diffuso dell’Abbandono

Gli spazi ormai lasciati in abbandono nel nostro Paese sono davvero tanti e ognuno rappresenta una ferita dei nostri tempi. Molti di questi luoghi meritano una seconda vita, anche se alcuni sono destinati a una inesorabile fine.

Ed è partendo da questi presupposti che nasce IN LOCO, un vero e proprio tentativo di tramandare la memoria di questi luoghi, uno strumento di conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di storie, racconti ed emozioni che descrive un territorio e le sue evoluzioni sociali, culturali ed economiche.

In poche parole, IN LOCO è un museo senza pareti o cancelli ma in continuo mutamento. È uno spazio dedicato all’esplorazione e di ricerca diffuso che connette e dà una lettura di insieme del territorio ai margini, per raccontare il paesaggio abbandonato e spingere ad andare sul posto, in loco, attraverso una guida alternativa e in perenne evoluzione.

Il museo incrocia così luoghi, memorie e persone, innescando percorsi di partecipazione e rigenerazione, aggregando intorno ai luoghi le comunità che vogliono portarli nel futuro. Tutto questo è possibile grazie a una mappatura che è attiva dal 2010 che è stata il punto di partenza per tracciare 7 itinerari di viaggio rivolti a fotografi, architetti, esploratori urbani o, più semplicemente, a tutte le persone che vogliono conoscere la storia e il territorio della Romagna in modo in modo nuovo e particolare.

L’insieme degli itinerari dà vita a una guida turistica, alternativa e in continua evoluzione, che permette ai visitatori di continuare l’esplorazione e rende disponibili contenuti multimediali creati ad hoc fruibili, appunto, solamente in loco, attraverso l’applicazione.

Un’esperienza, dunque, davvero unica nel suo genere e al contempo ricca di bellezze ed emozioni.

Val di Covile romagna

Fonte: Ufficio stampa – Encanto Public Relations – Ph: Stefano Belacchi

La Val di Covile
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L’era delle low cost è finita: cosa sta succedendo

Sono anni molto complicati per il trasporto aereo. Dopo le strette dovute alla pandemia, ci si mette l’inflazione a dare la botta di grazia a questo settore. Su questo argomento è intervenuto Andreas Gruber, il responsabile delle attività tedesche della compagnia low cost Ryanair, che ha rilasciato delle dichiarazioni che non fanno ben sperare.

Addio ai voli low cost

Stando a quanto dichiarato da Gruber, i prezzi dei biglietti aerei della compagnia aerea Ryanair sono destinati a subire un’impennata nei prossimi mesi. Manco a dirlo, all’origine dei futuri rincari pianificati dal vettore irlandese c’è l’aumento del costo del carburante: “Il prezzo medio di un biglietto Ryanair aumenterà probabilmente da 40 a 50 euro, da 38,6 a 48,2 dollari in cinque anni“.

La compagnia aerea sta cercando di ridurre l’impatto dell’aumento dei prezzi del petrolio con contratti a termine che fissano i prezzi e acquistando paraffina a basso costo per le sue scorte, ma non può ammortizzare completamente l’aumento dei prezzi del carburante“, ha continuato Gruber.

A farci venire un minimo di speranza è però l’amministratore delegato del gruppo, Michael O’Leary, che sostiene che l’era dei voli low cost non sia affatto finita. Quello che ha fatto sapere è che attualmente i voli a 9,99 euro non sono sostenibili a causa del rincaro del carburante, ma appena il cherosene costerà di meno inevitabilmente scenderà anche la tariffa media.

Voli da incubo: tutte le compagnie che hanno aumentato i prezzi

Non è solo Ryanair ad aver aumentato i prezzi. Anche Lufthansa, la principale compagnia aerea tedesca, ha annunciato tariffe più alte per il resto dell’anno. Ma in generale basta fare un giro sui vari portali delle compagnie aeree o nei siti dedicati ai biglietti per capire che è davvero un’impresa trovare un volo a poco.

La crisi energetica, infatti, ha solo peggiorato la situazione e adesso le tariffe sono arrivate a costi spropositati. Vi basti pensare che secondo le ultime indagini dell’Istat, i voli intercontinentali sono quelli che hanno subito più rincari su base annua: un aumento del 176%, per i voli internazionali l’aumento è del 128,1% mentre i voli europei costano il 110,8% in più.

A tal proposito il Codacons ha condotto una ricerca sui rincari dei voli evidenziando che le tariffe del trasporto aereo sono arrivate a prezzi davvero fuori dal comune. Solo per andare in Cina, per esempio, si può spendere fino a 5mila euro facendo due scali.

Attualmente, chi vuole andare in Australia potrebbe arrivare a pagare anche 2mila euro a tratta con uno scalo. Mentre per volare verso Buenos Aires ne servono anche 1603 con un volo diretto. Non va meglio verso Tokyo, dove non si riesce a scendere sotto a 950 euro con uno scalo

In Europa, invece, per volare da Roma a Oslo si può spendere anche 450 euro solo andata. Per Londra la tariffa arriva a 369 euro, poco meno di 300 euro sono i soldi che servono per volare fino a Helsinki: Mentre per altre città come Istanbul o Tel-Aviv una tariffa media di sola andata non scende sotto i 200 euro.

Sfortunatamente, in questo momento storico volare costa sempre di più e fino a che la crisi energetica non terminerà sarà difficile vedere un cambiamento sostanziale e tornare a viaggiare low cost.

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L’ultima frontiera dei viaggi: l’apiturismo, dove farlo in Italia

Cresce il desiderio di fare le vacanze a stretto contatto con la natura, carpendone tutti i segreti più belli e antichi. Un nuovo modo di esplorare il territorio, sano, ecologico e sostenibile, andando alla scoperta di aziende locali che producono mieli prestigiosi e gustosi. L’apiturismo è la nuova frontiera dei viaggi a stretto contatto con le bellezze che ci circondano. E un ruolo importante nella diffusione del mondo delle api è quello delle Città del Miele, che ogni anno promuovono tantissimi appuntamenti in 17 città di 12 regioni italiane, che vedono la partecipazione di oltre 400 mila persone.

Si ha così la possibilità di viaggiare da Nord a Sud dell’Italia tra feste, sagre, fiere e incontri per degustare e conoscere i prodotti dell’alveare e le ricette locali di oltre 60 tipologie di miele, alcune delle quali uniche al mondo, poco conosciute e molto pregiate, come il corbezzolo della Sardegna, il rododendro delle regioni di montagna, il miele al girasole del Centro Italia o all’arancio e all’eucalipto delle regioni del Sud. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, l’associazione valorizza i mieli tradizionali di tutta Italia, coinvolgendo non soltanto gli apicoltori locali ma tutto il territorio e realtà ben integrate come “La Strada del miele tra Liguria e la Lunigiana” e “La strada del miele del Roero”.

La strada del miele tra Liguria e la Lunigiana

La strada del miele tra Liguria e la Lunigiana nasce dall’accordo tra tre città: Calice al Cornoviglio, Mulazzo e Tresana. L’itinerario ha lo scopo di valorizzare la qualità del prodotto, espressione delle tradizioni più antiche del comprensorio. L’apicoltura, infatti, ha radici antiche in questa terra, capace di offrire una produzione di qualità grazie agli apicoltori del territorio.

Si tratta della prima vera Strada del Miele che consente ai visitatori di esplorare il prezioso nettare degli Dei in tutte le sue sfaccettature: dal visitare le aziende apistiche per assistere ai metodi di lavorazione, con possibilità di acquisti diretti, al degustare il miele utilizzato nella gastronomia, in ristoranti, trattorie e agriturismi. A guidare i turisti un’ottima segnaletica che facilita il percorso itinerante in un ambiente naturalistico incontaminato, che attraversa l’Altavia dei Monti liguri toccando centri d’interesse storico e artistico ben conservati e meritevoli di essere scoperti.

La strada del miele del Roero

La strada del miele che si snoda nel cuore del Roero è un ‘corridoio paesaggistico-culturale’ di circa 38 Km che parte da Bra e giunge a Cisterna d’Asti, passando per Ceresole d’Alba. Il percorso coinvolge 13 comuni, ognuno dei quali è un capitolo di sosta che propone uno specifico tema apistico. Un itinerario che valorizza il singolare intreccio tra un prodotto come il miele e le bellezze naturalistiche uniche delle ‘rocche’.

Il percorso è stato suddiviso in più anelli, percorribili anche per tratti più brevi e con diversi mezzi, a piedi o in mountain bike. L’obiettivo di fondo del progetto è quello di creare un’opportunità per i visitatori di assaporare e apprezzare ciò che il Roero offre: dai luoghi che conservano una bellezza incontaminata e selvaggia quali gli orridi, le forre e i pinnacoli di nuda sabbia delle rocche coi loro boscosi contorni, alle aziende agricole dedite all’apicoltura, dove osservare da vicino le diverse fasi del processo di creazione del dolcificante più antico conosciuto dall’essere umano.

L’apiario nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Tra le tappe più imperdibili dell’apiturismo c’è la mieloteca del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga presso la sede di Isola del Gran Sasso, in Abruzzo. Si tratta della prima mieloteca in un Parco Nazionale e una delle primissime a livello nazionale, dove si possono imparare a riconoscere le molteplici caratteristiche organolettiche dei mieli uniflorali e tipici del territorio, nonché perdersi negli aromi di erbe e fiori di montagna dei numerosissimi millefiori prodotti nelle aree protette.

La struttura è inserita in un percorso didattico che include un apiario, vero e proprio laboratorio a cielo aperto dove i visitatori hanno modo di conoscere le api e gli altri pronubi selvatici, apprezzarne l’importanza per la biodiversità e osservare da vicino questi operosi, quanto utili e preziosi insetti.

Châtillon, capitale valdostana del miele 

L’ultimo fine settimana di ottobre, il paese di Châtillon (meta imperdibile per gli amanti del foliage)si trasforma nella capitale valdostana del miele, ospitando la sagra dedicata a questo prodotto naturale e ai suoi derivati. Il centro storico diventa un allegro alveare di bancarelle e vetrine, e nelle vie del borgo si possono degustare e acquistare i mieli direttamente dai produttori, partecipando a tante manifestazioni: dalle esposizioni di antichi attrezzi per l’apicoltura presso il Museo del Miele agli show cooking, fino dalle degustazioni dei mieli vincitori del concorso a loro dedicato, e alle cene a tema. Si può, inoltre, abbinare la degustazione dei mieli di montagna alla visita del novecentesco castello Gamba, con i suoi affascinanti giardini, e dell’antico maniero di Ussel in posizione dominante sul borgo.

I giorni del Miele a Lazise

Un’altra tappa imperdibile per gli amanti dell’apiturismo è Lazise, sul lago di Garda, dove dal 30 settembre al 2 ottobre si tiene la fiera nazionale “I giorni del Miele”. 2400 mq di area espositiva accolgono la più grande mostra a livello italiano dove produttori e consumatori possono incontrarsi e valorizzare un prodotto di grande qualità. Qui, oltre a visitare le aziende dove si raccolgono i mieli di acacia, castagno e millefiori, ci sono tante attrazioni da scoprire, come le fortificazioni medievali che proteggevano il borgo, l’antica Dogana Veneta a ridosso del Porto vecchio e la suggestiva chiesetta romanica di San Nicolò.

La scuola di apicoltura dell’Etruria a Lubriano

I veri appassionati non possono perdersi la scuola di apicoltura dell’Etruria Lubriano, splendido borgo medievale i provincia di Viterbo, arroccato su una rupe tufacea tra la Valle del Tevere e il lago di Bolsena, al confine con l’Umbria.

Il corso è organizzato come un vero e proprio itinerario guidato alla conduzione biotecnica dell’alveare. La scuola è nata in collaborazione con il Museo Naturalistico di Lubriano, laboratorio affacciato nella Valle dei Calanchi che offre un “Percorso delle acque, dei fiori, dei frutti e delle erbe mangerecce”, portando a conoscere ed esplorare i segreti di questo splendido territorio.

In Sicilia per scoprire ‘l’oro dell’Etna’

Tra le tappe più belle dell’apiturismo non si può, infine, non menzionare Zafferana Etnea, alle porte di Catania, una delle città del miele per eccellenza. Qui si producono alcuni dei mieli più pregiati grazie alla presenza degli agrumi, del nespolo, della sulla, del timo, del castagno e soprattutto dell’ape nera, specie autoctona ormai quasi in via d’estinzione.

Un’occasione ideale anche per visitare questo delizioso borgo situato alle pendici orientali dell’Etna, con il suo interessante patrimonio architettonico, e scoprirne le affascinanti tradizioni.

Zafferana Etnea
In Sicilia, alla scoperta dell’oro dell’Etna
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Asia Israele itinerari culturali Notizie Viaggi

La scoperta che ci riporta indietro di 1.200 anni

La scoperta appena avvenuta ci riporta indietro nel tempo di oltre 1.200 anni. Degli scavi subacquei, infatti, hanno riportato alla luce una nave antichissima, la più grande nel suo genere, e circa 200 anfore che contenevano ingredienti per la dieta mediterranea.

Israele, la scoperta che riscrive la storia

Siamo in Israele, più precisamente al largo di quella che oggi è Maagan Michael, una comunità costiera tra Haifa e Hadera, nel Nord del Paese. Proprio qui, grazie a uno scavo sostenuto dalla Israel Science Foundation, dalla Honor Frost Foundation e dall’Institute of Nautical Archaeology della Texas A&M University, è stato rinvenuto un relitto risalente a oltre 1.200 anni fa con al suo interno circa 200 anfore che contenevano ancora ingredienti della dieta mediterranea, come la salsa di pesce, e una varietà di olive, datteri e fichi. Prodotti davvero particolari poiché erano delizie di zone lontane.

Non ci è ancora dato sapere come sia affondata. Il periodo, infatti, era molto turbolento e l’impero bizantino cedeva territori alla nascente potenza islamica. Tuttavia, l’esistenza stessa della nave testimonierebbe la persistenza del commercio in un Mediterraneo sempre più diviso.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

A spiegare quanto appena detto, e come riportato da Rai News, è stata Deborah Cvikel, archeologa nautica dell’Università di Haifa e direttrice dello scavo. In particolare ha dichiarato: “I libri di storia ci dicono che in quell’epoca non esistevano commerci internazionali nel Mediterraneo. E lo testimoniavano la scoperta soprattutto di navi di piccole dimensioni, in grado di navigare lungo la costa facendo cabotaggio“.

Ha poi aggiunto: “In questo caso, invece, abbiamo scoperto un grande relitto, che crediamo fosse una nave originariamente lunga circa 25 metri con un carico di merci provenienti da tutto il Mediterraneo”.

Una scoperta importantissima

I manufatti ritrovati sul ponte del relitto dimostrerebbero che la nave aveva attraccato a Cipro, in Egitto, forse in Turchia e che probabilmente si era spinta fino alla costa nordafricana.

La costa di Israele è ricca di scheletri di navi affondate nel corso dei millenni. I relitti, da queste parti, sono più accessibili allo studio che in altre zone del Mediterraneo. Questo si verifica perché il mare qui è poco profondo e il fondale sabbioso, condizioni ottimali per conservare reperti.

Infatti, come è successo con la nuova scoperta al largo di Maagan Michael, in queste acque è sufficiente una tempesta per riportare alla luce una nuova reliquia. In questo caso specifico, sono stati due subacquei dilettanti a individuare un pezzo di legno che sporgeva dal fondo. Una parte che si è rivelata essere di una nave mercantile, datata tra il VII e l’VIII secolo d.C, fatta di abeti e noci.

Gli scavi eseguiti dal team di Cvikel hanno mappato gran parte dello scheletro di legno, lungo ben 20 metri e largo cinque. Dopodiché degli aspiratori subacquei hanno ripulito 1,5 metri di sabbia e scoperto le oltre 200 anfore contenenti ancora ingredienti della dieta mediterranea. Ma non solo. Erano presenti persino strumenti per la navigazione come corde e oggetti personali tra cui pettini di legno, oltre ad animali, inclusi i resti di scarafaggi e sei topi.

Insomma, quella appena avvenuta è una scoperta che potrebbe persino riscrivere la storia del Mediterraneo.

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Cambiano le regole per le crociere: cosa sapere

Dopo il blocco quasi totale dei viaggi per turismo che il Covid ha provocato per ben due anni, finalmente negli ultimi mesi il settore è tornato a vedere la luce in fondo al tunnel. Anche le compagnie di navigazione sono ripartite alla grande, adottando alcune stringenti misure di sicurezza per prevenire il rischio di una pericolosa epidemia a bordo. Ma qualcosa sta cambiando: i protocolli sanitari si alleggeriscono, e le regole per chi vuole prenotare una crociera si fanno meno restrittive. Vediamo tutte le novità.

Le nuove regole per andare in crociera

Dall’obbligo di vaccino ai rigorosi test anti-Covid da effettuare poco prima della partenza: fino a questo momento, per andare in crociera era necessario sottoporsi ad un rigido protocollo volto a ridurre notevolmente il rischio di imbattersi nel virus durante le vacanze. Da quando abbiamo ripreso a viaggiare, sono state molte le novità cui ci siamo dovuti adeguare per motivi di sicurezza.

Ma l’emergenza si sta pian piano stemperando e, sebbene non sia ancora giunto il momento di dimenticare le basilari misure sanitarie come la frequente igienizzazione delle mani e l’autoisolamento in caso di sintomi, possiamo tornare a goderci una crociera in tutta serenità. La maggior parte delle compagnie di navigazione ha infatti deciso di allentare le proprie misure anti-Covid. Cosa dobbiamo quindi sapere se abbiamo intenzione di regalarci una vacanza in crociera?

Costa Crociere

Sono molte le novità che riguardano i viaggi organizzati da Costa Crociere, una delle principali compagnie di navigazione italiane. A partire dalle rotte riguardanti il Mediterraneo, il Sudamerica, i Caraibi e gli Emirati Arabi: in questo caso, i passeggeri che sono completamente vaccinati non hanno più l’obbligo di sottoporsi al tampone molecolare o antigenico prima dell’imbarco. E gli ospiti non vaccinati? Sulle navi che viaggiano nel Mediterraneo e nei Caraibi, possono salire a bordo solamente a seguito di un test antigenico negativo, effettuato entro due giorni prima della partenza.

Nel caso dei Caraibi, ci sono però delle norme più restrittive per chi vuole scendere a terra a Barbados, St. Vincent e St. Martin. Chi non è vaccinato deve infatti mostrare l’esito negativo di un tampone antigenico effettuato 24 o 48 ore prima dell’arrivo della nave. Lo stesso vale per le crociere in rotta verso il Marocco: per poter scendere sulla terraferma, è necessario effettuare un test molecolare nelle 48 ore che precedono l’ingresso nel Paese.

Rimangono infine inalterate le misure di sicurezza già in vigore per le crociere che fanno scalo in Grecia: in questo caso, possono imbarcarsi solamente i passeggeri completamente o parzialmente vaccinati e guariti, purché si sottopongano ad un tampone antigenico nelle 48 ore che precedono la partenza. Ovvero, l’imbarco è limitato a chi ha effettuato entrambe le dosi di vaccino (o il monodose Johnson & Johnson) più il booster, oppure a chi ha effettuato una o più dosi di vaccino e sia poi guarito dal Covid.

MSC Crociere

Molto più restrittive sono le norme anti-Covid adottate da MSC Crociere, che mantiene alta l’allerta per evitare il rischio di epidemie a bordo. I passeggeri sopra i 18 anni di età possono imbarcarsi solamente se hanno effettuato due dosi di vaccino (o il monodose Johnson & Johnson), se hanno effettuato almeno una dose di vaccino e siano poi guariti dal Covid o se hanno solamente il certificato di guarigione dalla malattia con data non superiore ai sei mesi, anche senza alcuna dose di vaccino. Per i bambini tra i 2 e i 18 anni, invece, è obbligatorio effettuare un tampone antigenico nelle 48 ore precedenti la partenza.

Per le crociere in partenza dopo il 1° ottobre, le misure si allentano: non è più obbligatorio (ma rimane caldamente consigliato) essere completamente vaccinati per l’imbarco. Tuttavia, i passeggeri non vaccinati o guariti di età superiore ai 5 anni devono effettuare un tampone antigenico o molecolare 48 ore prima della partenza.

Anche in questo caso, le crociere con rotta verso i Caraibi hanno misure di sicurezza più restrittive. Per poter scendere a terra, i cittadini non residenti negli Stati Uniti devono essere completamente vaccinati (se di età superiore ai 12 anni) e devono mostrare l’esito negativo di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza della nave. Il solo test è sufficiente per i passeggeri di età compresa tra i 2 e i 12 anni. Non sono accettati test fai-da-te, e allo stesso modo il certificato di guarigione non è considerato alla stregua di una vaccinazione completa.

Norwegian Cruise Line

La NCL ha già snellito le proprie misure di sicurezza, per rendere più agevole partire in crociera. Dallo scorso 3 settembre, sono infatti ammessi a bordo anche passeggeri non vaccinati, che però devono mostrare il risultato negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato sotto supervisione medica non più di 72 ore prima dell’imbarco. Non ci sono invece particolari norme sanitarie da rispettare per i più piccini, di età inferiore ai 12 anni. Questo alleggerimento delle procedure anti-Covid sono valide su tutte le navi della compagnia.

Alcune eccezioni riguardano gli scali in Paesi presso cui le norme sono ancora caratterizzate da maggior rigore. È il caso della Grecia, dove ad esempio è necessario esibire (per i passeggeri over 12 anni) l’esito negativo di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore prima della partenza. Non è invece consentito lo sbarco in Canada e in Costa Rica per gli ospiti non vaccinati (limite che riguarda rispettivamente chi ha più di 12 anni e chi ha più di 5 anni).

Royal Caribbean

Anche la Royal Caribbean ha aggiornato le norme per l’imbarco. In via generale, a partire dal 5 settembre possono viaggiare tutti i passeggeri indipendentemente dal loro stato di vaccinazione. Nel caso di crociere di durata uguale o inferiore alle 9 notti, solo gli ospiti non vaccinati di età superiore ai 5 anni (per rotte negli Stati Uniti) o di età superiore ai 12 anni (per rotte in Europa) hanno l’obbligo di presentare l’esito negativo di un tampone anti-Covid, anche fai-da-te. Per le crociere di oltre 10 notti, invece, tutti devono sottoporsi ad un test antigenico effettuato entro i tre giorni precedenti la partenza.

Ci sono eccezioni particolari, anche in questo caso, per sbarcare presso alcuni Paesi. È ancora una volta il caso della Grecia, per cui valgono ancora le precedenti restrizioni sanitarie: possono sbarcare a terra solo i passeggeri che hanno effettuato un test antigenico o molecolare (rispettivamente 48 o 72 ore prima della partenza), a prescindere dalla durata della crociera. Questa disposizione è valida solamente per i viaggiatori di età superiore ai 12 anni.

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Borgo Universo si colora ancora. È più bello ed è green

C’è un luogo incredibile, immerso nell’entroterra abruzzese, che è così bello da non sembrare reale. Si tratta di un piccolo borgo circondato da strade panoramiche, campi sterminati e montagne verdeggianti.

Un posto fatto di colori e di parole, di forme e di memorie, di poesie e opere letterarie. Un luogo in cui l’arte è diventata strumento per comunicare e comunicazione stessa, proprio lei che ha cambiato definitivamente il volto di questo paese trasformandolo in un microcosmo fiabesco e surreale.

Stiamo parlando di Aielli, il piccolo comune medievale in provincia dell’Aquila dove è nato Borgo Universo, un museo a cielo aperto che ospita i capolavori murali di street artist provenienti da tutto il mondo. E ne ha inaugurato un altro. Ancora più bello, ancora più significativo, perché è il primo eco murale del paese.

Bentornati ad Aielli

Aielli è un gioiello, è un tesoro prezioso da proteggere e valorizzare. È un viaggio nella storia, nell’arte e nella bellezza, è un’immersione tra presente e passato. È un museo a cielo aperto che incanta viaggiatori provenienti da ogni parte del Paese e che qui scelgono di restare per lasciarsi ammaliare dai più straordinari capolavori visivi e murali.

In questo borgo dell’entroterra abruzzese, in provincia dell’Aquila, ci sono già 39 murales che portano la firma di artisti di fama mondiale. Tra questi spicca il libro Fontamara di Ignazio Silone, testo che è diventato il simbolo della rinascita del luogo, al quale si aggiungono il murale della Costituzione Italiana e quello che riporta i versi della Divina Commedia.

Ogni anno, questo museo en plein air si arricchisce di nuovi murales tra luglio e agosto, mesi in cui si tiene il Festival Borgo Universo. A firmare la nuova opera, la prima eco-green dell’intero progetto, sono stati gli street artis Zoer e Giovanni Anastasia.

Nuru, l'eco-murale di Borgo Universo. Zoer e Giovanni Anastasia

Fonte: Ufficio Stampa

Nuru, l’eco-murale di Borgo Universo. Zoer e Giovanni Anastasia

Borgo universo diventa eco, diventa green

Si chiama Nuru, che nella lingua africana swahili significa “giorno di luce”, ed è il primo eco-murale di Borgo Universo firmato dal duo Zoer – Giovanni Anastasia. A credere nel progetto che ha preso vita con le pennellate rigorose degli street artist è stato Costellazioni di Negroni, che ha messo a disposizione degli artisti Airlite, una vernice speciale che trasforma la parete in un naturale depuratore d’aria.

Questa nuova parete d’autore, che si affianca a tutti i capolavori che nel corso degli anni hanno cambiato il volto del borgo, è diventata già il simbolo della sostenibilità che si affianca alla riqualificazione urbana che da tempo ha coinvolto il comune di Aielli e più in generale tutte le realtà che utilizzano la street art proprio come uno strumento di trasformazione.

Il simbolismo dell’opera, anticipato sia dal nome che dall’utilizzo di una vernice che purifica l’aria, si concentra sul significato dell’equilibrio, così precario, così in costante trasformazione. Un equilibrio che riguarda l’uomo e la natura e che può esistere solo attraverso il rispetto.

Un equilibrio che racconta in qualche modo anche la storia stessa di Aielli, del prosciugamento del lago di Fucino da cui sorgeva, e dalla rinascita del paese grazie a Borgo Universo.

Nuru, l'eco-murale di Borgo Universo. Zoer e Giovanni Anastasia

Fonte: Ufficio Stampa

Nuru, l’eco-murale di Borgo Universo. Zoer e Giovanni Anastasia

 

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Sarà questa la futura Capitale del divertimento

A qualcuno suonerà ancora come un nome sconosciuto ma siamo certi che nel giro di poco sarà una delle località più nominate e prenotate dagli amanti delle movida e del divertimento. Parliamo di Canggu, una città che si trova sulla costa meridionale di Bali, in Indonesia, e più precisamente a ovest di Kuta, Seminyak e Legian. Un luogo che, se fino a poco tempo fa poteva non dire nulla a chi ne sentiva il nome, adesso sta diventando una meta sempre più gettonata e tra le più quotate per diventare la nuova Capitale del divertimento.

Addio a città come Amsterdam, Ibiza e Rio de Janeiro quindi? Sicuramente no, ma tra queste località dalla grande energia e vitalità, soprattutto in tema di svago e attività serali, deve entrare a pieno titolo anche Canggu e le sue infinite possibilità per vivere un’esperienza davvero unica e indimenticabile.

La storia di Canggu, da villaggio a città del divertimento

Solo 10 anni fa, Canggu era un villaggio costiero rurale che ospitava (raramente) alcune migliaia di surfisti e viaggiatori in cerca di tranquillità rispetto alle vicine spiagge e località più conosciute e frequentate. Nel giro di poco, però, questo luogo ha avuto una rapidissima ascesa in termini di sviluppo, incrementando tantissimo la sua offerta in ambito leisure e costruendo tutta una serie di lussuosi alberghi e beach club, in cui poter godere della bellezza del luogo e della sua vita notturna.

Come non citare, per esempio, il famoso Finns Beach Club, considerato come il miglior beach club di Bali grazie alla sue attrattive tra cui quattro piscine, otto bar (due dei quali sull’acqua) e cinque ristoranti diversi. Un luogo unico da cui poter osservare lo spettacolo del tramonto e proseguire con musica e festeggiamenti per tutta la notte. O l’Atlas Beach Club, aperto nel luglio 2022 ma che sta già lasciando il segno trasformandosi velocemente nel miglior luogo di intrattenimento di Bali. Ma non solo.

Tra feste e benessere

Perché una delle caratteristiche che rendono Canggu una meta che trabocca di possibilità è anche la sua capacità di coniugare divertimento a relax, movida a sport, benessere e salute.

Qui, infatti, oltre ad alberghi super forniti ma alla portata di tutti e locali in cui divertirsi e trascorrere piacevoli nottate, ci sono anche moltissime palestre, scuole di surf e centri termali, per consentire ai viaggiatori di prendersi cura di sé e della propria salute nonostante la voglia di far festa che rappresenta il mood delle vacanze di molti turisti e visitatori del luogo. Offrendo così una serie di servizi ad ampio raggio capaci di soddisfare richieste ed esigenze diverse.

Tutte validissime ragioni che spingono molti viaggiatori, influencer, travel blogger, ecc. a scegliere Canggu come meta ideale per le loro vacanze. Portandola di diritto tra le località top per vivere una vacanza all’insegna del divertimento e che sappia soddisfare tutti i sensi.

Un’occasione per chi non la conosce ma un “problema” per chi è sempre stato abituato a vivere Canggu nella sua semplicità e quotidianità. Tanto che si stanno adottando misure ad hoc per garantire che questo luogo possa sostenere il suo sviluppo senza ripercussioni di alcun genere. Un lavoro doveroso e necessario per preservare la tranquillità dei locali ma senza compromettere l’enorme potenziale di questa nuova destinazione del benessere e del divertimento.

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Si chiama Corona ed è l’isola del futuro che stavamo aspettando

Come ve lo immaginate, voi, un paradiso terrestre? Forse come un’isola tropicale baciata dal sole e bagnata da acque turchesi e cristalline. Un luogo dove la natura, che regna incontrastata, esorta e invita l’essere umano a connettersi con lei. Un posto dove l’ambiente circostante non è solo valorizzato, ma sopratutto tutelato e preservato.

Ecco, è così che ci immaginiamo quell’eden terrestre che appare nella nostra mente quando chiudiamo gli occhi. Ma quello che sembra un sogno è già realtà.

Sì perché l’isola del futuro che stavamo aspettando è già stata creata. Il suo nome è Corona ed il primo territorio al mondo privo di plastica monouso e blue verified. Scopriamola insieme.

Benvenuti a Corona Island

Esiste un luogo straordinario e incontaminato che si prepara a farci vivere l’esperienza più incredibile di una vita intera. Un’isola plasmata da Madre Natura, e circondata da acque dalle mille sfumature di blu, che è stata scelta dall’uomo per diventare un esempio di sostenibilità ambientale.

Il suo nome è Corona Island ed è un sogno che si avvera. La promessa di trasformare questo lembo di terra in un’oasi naturale in cui valori come la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente vengono prima di ogni cosa è stata mantenuta. A dimostrarlo è il fatto che il territorio ha ottenuto il più alto livello di verifica di sostenibilità Blue Standard di Oceanic Global, un riconoscimento che conferma tutta una serie di operazioni volte a proteggere e ripristinare il mondo marino.

L’isola verrà aperta al pubblico nell’estate del 2023 con un’offerta ampia e variegata destinata a famiglie, coppie e viaggiatori in solitaria che desiderano ritrovare quella connessione primordiale con la natura.

A occuparsi personalmente di quella che sarà la meta d’eccellenza dell’ecoturismo, è stata Corona, azienda produttrice di una delle birre più celebri e amate di tutto il mondo, nonché brand di eccellenza del gruppo Ab InBev. Il nome, infatti, è un omaggio alla stessa azienda, ma ci piace anche immaginare che quella corona stia anche ad indicare l’incredibile traguardo raggiunto di prima isola al mondo plastic free.

La prima isola al mondo senza plastica monouso

Situato al largo della costa della Colombia, questo lembo di terra si prepara a diventare un vero e proprio eden, nonché un esempio per tutte le altre destinazione turistiche. Un paradiso insulare unico nel suo genere completamente privo di plastica monouso il quale obiettivo è quello di incoraggiare gli ospiti a riconnettersi con il mondo naturale attraverso esperienze uniche e autentiche.

Per realizzare tutto questo, Corona ha collaborato con Oceanic Global, organizzazione no profit internazionale, per dare vita alla prima isola Blue Verified, ottenendo i massimi riconoscimenti per aver eliminato totalmente la plastica monouso e per aver adottato le migliori pratiche operativi per la sostenibilità su tutto il territorio.

Dalla costruzione delle strutture ricettive alla produzione di energia, passando per il cibo e le esperienze pensate per gli ospiti che raggiungeranno Corona Island: tutto è stato pensato per valorizzare, rispettare e preservare il territorio.

“Con Corona Island, celebriamo la maestosità e la bellezza della vita all’aria aperta, coinvolgendo i nostri ospiti nella protezione del paradiso”, ha affermato Felipe Ambra, Global Vice President Corona – “Non vediamo l’ora di accogliere i visitatori, riaccendere il loro rapporto con la natura e, si spera, creare più sostenitori dediti alla protezione del nostro mondo naturale”.

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Il piano di Singapore per diventare una città-stato green

Singapore, sin dalla sua proclamazione come città-stato indipendente, ha legato il suo progresso economico e sociale a una promessa di sviluppo sostenibile. Non è un caso, infatti, che attualmente sia la numero 8 al mondo nella classifica delle città più verdi del 2022 secondo le analisi di Resonance, una società di consulenza attiva nell’ambito immobiliare, del turismo e dello sviluppo economico.

Un indice che ci mostra come uno degli stati più piccoli dell’intero pianeta possa diventare un esempio per il resto del globo. Ma nonostante ciò, Singapore non è soddisfatta, e per questo si è posta ulteriori obiettivi da raggiungere per essere una città-stato ancora più green.

Come ha fatto Singapore a diventare green

Non è stato di certo stato un lavoro facile quello fatto su Singapore. Infatti, inizialmente aveva diversi problemi nella gestione delle acque reflue. Ma non solo. Molti dei suoi fiumi erano inquinati, le foreste erano state in gran parte abbattute e le risorse naturali del territorio erano scarse.

Per questo motivo, sono stati messi a punto piani chiari e sempre più integrati per l’edilizia abitativa, lasciando però ampio spazio agli spazi pubblici verdi. Nonostante i traguardi raggiunti, Singapore ora punta alla fase successiva: da città giardino vuole diventare città nella natura.

Il piano di Singapore

Gli obiettivi a breve termine prevedono lo sviluppo di più di 300 acri di nuovi parchi in modo da garantire a ogni famiglia di trovarsi, ovunque essa sia, a massimo 10 minuti a piedi da uno spazio verde. Si vuole, inoltre, triplicare il numero di piste ciclabili, puntare sullo sviluppo di un’economia circolare e richiedere che tutte le nuove auto siano veicoli a energia pulita, quindi elettriche.

singapore città green
Central Business District di Singapore

A lungo termine, invece, il piano prevede il finanziamento di programmi di formazione per futuri lavori nell’edilizia sostenibile e nella tecnologia solare. Il tutto entro il 2030.

L’aeroporto anti-Covid e a impatto quasi zero

Ma il 2030 sarà anche l’anno in cui entrerà in funzione il nuovo terminal 5 dell’aeroporto di Singapore che è stato pensato per rispondere al meglio alle esigenze della crisi climatica e a quelle di una possibile nuova epidemia.

Una struttura che sarà completamente innovativa a livello ecologico, a tal punto che la certificazione Green Mark Platinum Super Low Energy Building assicura che il terminal sarà quasi a impatto zero.

Infatti, l’energia necessaria per il suo funzionamento sarà prodotta quasi per intero da un enorme sistema di pannelli fotovoltaici. In più, il lavoro combinato di intelligenza artificiale, teleriscaldamento e stoccaggio di energia termica garantirà un abbattimento quasi totale degli sprechi. E poi c’è la novità più grande in assoluto: il terminal sarà predisposto per accogliere aeromobili e veicoli terrestri che funzionano con carburanti alternativi.

aeroporto singapore green

Fonte: iStock – Ph: gollykim

Il vortice della pioggia all’aeroporto di Singapore

Ma non è finita qui. Come tutti sappiamo, la crisi sanitaria mondiale dovuta alla diffusione del Covid-19 ha fatto comprendere che c’è una grande necessità di rivedere gli spazi e i luoghi adibiti al traporto pubblico. Per questo, il nuovo terminal dell’aeroporto di Singapore è stato pensato per essere più efficiente in caso di nuove epidemie e pandemie.

Tutto ciò sarà possibile grazie a sistemi di ventilazione all’avanguardia, costruzione di sotto-terminal più piccoli da aprire e chiudere secondo le esigenze, e che possano essere riconvertibili in aree per la quarantena o a disposizione dei servizi sanitari.

Ritorna la Grand Prix Season Singapore

A prescindere dai virtuosi obiettivi in ambito ecologico, la verità è che questi sono giorni di fermento per Singapore. Dopo una pausa di due anni, il Grand Prix Season Singapore torna dal 23 settembre al 2 ottobre con una serie di attività innovative collaterali pensate per tutte le età e per ogni tipo di interesse. Eventi che andranno a completare l’esperienza del Gran Premio di Singapore di Formula 1, invitando i visitatori a esplorare e godere di ciò che Singapore ha da offrire.

Le feste di quartiere torneranno in quattro angoli della città per tutto il periodo del Grand Premio: ogni distretto ospiterà diverse attività ed eventi a tema F1. L’isola di Sentos, per esempio, ospiterà alcune esperienze esclusive rivolte alle famiglie e agli amanti delle “beach vibes”. Da queste parti i visitatori potranno immergersi in spettacoli musicali al Central Beach Bazaar, o provare i simulatori di corsa per una Ultimate Red Bull Racing Experience, per poi di rilassarsi con proiezioni di film ispirati al Gran Premio.

Presso Orchard Road, invece, i viaggiatori potranno fare acquisti in un mercatino delle pulci a tema automobilistico, ma anche partecipare a sfide a tema all’Heineken Silver Smooooth Pit Stop. Esibizioni di percussionisti e flash mob animeranno l’area commerciale della città, insieme a spettacoli visivi.

In occasione della F1, il coloratissimo Clarke Quay darà vita a una vivace vita notturna caratterizzata da feste tematiche, come la Retro Rocks e la Girls’ Night Out, durante le quali si esibiranno famosi DJ locali. Per aumentare l’entusiasmo ci saranno delle sfilate di moda ispirate alle corse e anche un carnevale a tema.

Clarke Quay singapore

Fonte: iStock

Clarke Quay, Singapore

Nel quartiere di Kampong Gelam, infine, ci si potrà immergere in un’atmosfera più culturale: le vie saranno animate di esibizioni teatrali di artisti locali, mentre all’inaugurazione del Food Yard si potrà respirare un’aria carnevalesca. Gli amanti dell’adrenalina, invece, potranno assistere alle sfide di street dance All-Style e alle competizioni di freestyle sulle BMX, ma anche provare le emozioni del Gran Premio grazie ad un camion itinerante di F1.

Le possibilità, ovviamente, non si esauriscono di certo qui. Si potrà partecipare, infatti, anche al primo raduno al mondo di supercar McLaren, ma anche ammirare una replica a grandezza naturale dell’elegante auto da corsa Technic McLaren Formula 1TM Race Car, costruita con circa 288.000 mattoncini LEGO® e in quasi 1.900 ore di lavoro. La cosa più particolare? Che proprio come nella realtà i visitatori potranno sedersi al suo interno.

Prima del Gran Premio, inoltre, il team britannico di Formula 1 Williams Racing sarà al Suntec City per offrire un’esperienza immersiva ed emozionante a tutti i fan, che potranno incontrare dal vivo i piloti Alexander Albon e Nicholas Latifi. Poi l’HyperDrive Cities 2022, un evento ibrido inaugurale dove sarà possibile vivere esperienze, sia online che offline, come le corse simulate e il karting elettrico.

Infine, l’iconico programma GPSS di 1-Altitude “The Circuit” si svolgerà presso l’altissimo 1-Arden, che sarà trasformato in un vero e proprio circuito automobilistico con pit stop e anche un photobooth sul podio.

Insomma, Singapore –  in questi giorni ed entro il 2030 – mostrerà a tutti il suo nuovo e meraviglioso volto.

Grand Prix Season Singapore

Fonte: Ufficio Stampa

Grand Prix Season Singapore
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Nel nostro Paese è appena avvenuta un’importante scoperta

Gli scavi, in Italia, non finiscono mai e in moltissime occasioni riportano alla luce antichi e importanti tesori che per anni sono stati conservati sotto terra. È il caso della scoperta appena avvenuta nel Sud del nostro Paese, dove a seguito di alcuni scavi preventivi da parte dell’Enel sono emersi alcuni reperti storici molti importanti.

Cosenza: trovate tombe di epoca romana e altri reperti

Ci troviamo a Cosenza, in Calabria, e più precisamente su via Popilia, nei pressi del ponte di Calatrava. Proprio qui l’Enel stava facendo degli scavi guidati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di Cosenza. Tuttavia, i lavori non sono andati come avrebbero dovuto poiché gli operai si sono imbattuti in veri e propri tesori che hanno costretto a rivedere i loro piani.

Più precisamente, sono emerse sei tombe “alla cappuccina”, risalenti presumibilmente all’epoca romana, che contenevano alcuni reperti storici e delle ampolle che sono stati recuperati e inviati ai laboratori della Soprintendenza.

Ora sarà compito degli archeologi effettuare gli studi preliminari sui vari materiali recuperati, al fine di stabilire l’esatto periodo storico a cui risalgono. Si tratta, in particolare, di oggetti che completano i corredi funerari. Gli esperti della Soprintendenza, dopo aver recuperato tali tesori, avrebbero inoltre effettuato una ricognizione dell’area circostante prima di dare il via libera alla bitumazione e alla conseguente riapertura al traffico.

Cos’è una tomba “alla cappuccina”

Le tombe “alla cappuccina” sono delle inumazioni etrusco-romane diffuse soprattutto in epoca imperiale e destinate per lo più alle classi meno agiate. In sostanza, il defunto non veniva cremato poiché il corpo veniva avvolto in un sudario e adagiato in una fossa scavata sotto il piano del terreno, deposto direttamente sulla terra o su delle lastre di terracotta o sopra un tavolato ligneo.

La tomba veniva poi chiusa nella parte superiore con coppi ed embrici e interrata. Il corredo era per la maggior parte dei casi minimo.

Ma perché queste tombe sono chiamate “alla cappuccina”? Questo tipo di sepoltura viene detto così perché, se guardato in sezione frontale, ha la forma di un triangolo come il cappuccio dei frati cappuccini.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

A Cosenza, quindi, è stata ritrovata una vera e propria necropoli sotto l’asfalto. A tal proposito, la  Soprintendente di Cosenza, Paola Aurino, come riportato dai giornali locali si è detta “felicemente sorpresa e soddisfatta per la scoperta” Si tratta, infatti, di un’importante testimonianza storica della presenza romana sul territorio cosentino.

Un ritrovamento che potrebbe svelare anche molti dettagli sulla vita di quell’epoca grazie ai reperti che erano ancora conservati all’interno delle stesse tombe. Tra le altre cose, non è escluso che tale scoperta possa essere collegata al passaggio nella zona dell’antica Via Popilia. Infatti, non molto tempo fa anche i lavori per la costruzione del vicino parcheggio dei Due Fiumi vennero rallentati a causa del ritrovamento di alcuni reperti archeologici.

Una zona ricca di testimonianze che potrebbero gettare una nuova luce alla storia di questa zona del nostro Paese. Non resta che attendere i diversi approfondimenti per avere maggiori informazioni sul passato di questa bella città del Sud Italia.