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In Italia è stata fatta una scoperta eccezionale

Il mare italiano ha restituito alcuni importanti reperti archeologici che lasciano tutti a bocca aperta. Una scoperta avvenuta negli abissi grazie al lavoro del Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine.

Laguna di Grado, scoperti due relitti di navi romane

Ci troviamo nella Laguna di Grado, una meraviglia naturale situata nell’Alto Adriatico, all’interno del territorio del comune di Grado, in provincia di Gorizia. Proprio qui due relitti di epoca romana, distanti tra loro 2 chilometri in linea d’aria, sono stati scoperti nell’ambito della periodica attività di controllo dei siti archeologici sommersi dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine e poi analizzati dagli archeologi dell’ateneo del Friuli.

Nello specifico, le forze dell’ordine stavano effettuando il monitoraggio di un vasto specchio d’acqua compreso tra Grado e le Foci del Timavo, in collaborazione con il Centro Subacquei di Genova, la Soprintendenza di Trieste e l’Università di Udine.

A rendere nota questa notevole scoperta sono stati gli stessi protagonisti che sostengono che questo dovrebbe essere il sistema portuale diffuso della metropoli di Aquileia, in cui lo scalo gradese costituiva una cerniera tra le rotte marine e le acque interne fluvio-lagunari dell’arco Adriatico.

La scoperta nel dettaglio

Un ritrovamento che in realtà si è protratto nel tempo. Una delle due navi, infatti, è stata osservata ai primi di luglio del 2022 proprio presso laguna. Ma grazie a una campagna di approfondimento avviata nei giorni successivi, gli archeologi subacquei dell’università di Udine hanno potuto verificare che nell’accesso alla Laguna di Grado affioravano anche alcune costole portanti dello scafo, lungo un allineamento di oltre 12 metri.

Il relitto si trova a una profondità di circa 5 metri e risulta in maggior parte interrato. Nonostante questo, si è potuto appurare che è stato costruito con la tecnica detta a “mortasa-tenoni”. La porzione di scafo al momento visibile ha una lunghezza pari a metri 12,20, ma considerata la conformazione del legno esposto potrebbe risultare lunga almeno il doppio.

Tramite delle pulizie fatte a mano è stato possibile portare alla luce anche altre parti dello scafo, in cui è visibile l’assemblaggio tipico dell’epoca romana. Al termine di questa attività è stato poi verificato un altro sito segnalato nel 2019 nello spazio antistante il lungomare di Grado. Una verifica che ha permesso di determinare la presenza di un nuovo relitto (chiamato Grado 5), costituito da alcuni elementi dell’ossatura dello scafo riconducibili alla fiancata di una nave.

Per questo secondo reperto è stato possibile fornire anche un’indicazione cronologica più precisa grazie al rinvenimento nel sito di un’anfora del tipo Lamboglia 2 arcaico, che colloca il naufragio tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C. Sono stati osservati, inoltre, anche il collo di brocca e uno di anfora risalenti al II-III secolo d.C.

Non è la prima volta che l’area di Grado restituisce relitti di imbarcazioni di età romana. Vi basti pensare alla “Iulia Felix”, nave del II secolo d.C., rinvenuta nel 1986, che naufragò nelle acque dell’Adriatico a circa 6 miglia al largo dell’isola di Grado con un carico di 560 anfore. Sintomo che, evidentemente, sono ancora tanti i tesori da scoprire in questa zona.

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Servizi extra in aereo: le compagnie che ci guadagnano di più

A tutti, almeno una volta nella vita, nel momento di acquistare un volo sarà capitato di interfacciarsi con i servizi extra. Dall’imbarco prioritario alle agevolazioni sui bagagli, dalla scelta del posto alla connessione Wi-Fi, dal cibo a qualche centimetro aggiuntivo di spazio, tutti noi abbiamo messo mano al portafoglio per assicurarci degli extra che potessero rendere più piacevole il viaggio. Ma quali sono le compagnie che ci guadagnano di più?

I ricavi extra delle compagnie aeree

A rispondere a questa domanda è il Corriere della Sera grazie a una stima elaborata incrociando le previsioni dei vettori e quelle della Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree. Quel che emerge è che quest’anno i passeggeri arriveranno a pagare la cifra record di 115 miliardi di euro soltanto per gli optional.

In poche parole, in media quasi un quinto del prezzo del biglietto deriva dall’acquisto dei servizi a parte, il tutto con lo scopo di trascorre il volo serenamente. Attenzione, però, perché stando alle analisi il peso per le compagnie low cost sale fino a circa il 60%, come nel caso di Wizz Air.

Un dato impressionante, quello del 2022, che va a superare l’ormai ex primato storico del 2019, pre Covid, che era di circa 106 miliardi di euro, secondo un report di IdeaWorks e CarTrawler.

Nel dettaglio: i calcoli effettuati dicono che a fronte di un esborso medio di 161 euro a passeggero — considerando i voli nazionali, internazionali e intercontinentali — la spesa destinata ai servizi extra da parte dei circa 3,8 miliardi di passeggeri previsti dalla Iata è di oltre 30 euro a testa, più dei quasi 23 euro del 2019.

Numeri che, nei fatti, non sorprendono in quanto per lo stesso servizio la somma richiesta quest’anno dalle compagnie aeree è mediamente più alta rispetto a tre anni fa, e di certo i servizi aggiuntivi non possono rimanere indietro. Stando a quando spiegato dal Corriere, “Si tratta di denaro che entra interamente nelle casse della compagnia perché servizi come l’imbarco prioritario non richiedono una spesa operativa da parte del vettore“.

Come siamo arrivati a spendere così tanto per i servizi extra

Negli anni le varie compagnie aeree hanno puntato su diverse strategie con l’obiettivo di far spendere una maggior quantità di denaro ai propri viaggiatori. Ci sono i vettori che mandano continue e-mail ai clienti, chi ha comprato una catena di hotel per poi vendere sul sito della compagnia le camere, o chi ha creato un’app dove non si acquistano solo i voli, ma si prenota il passaggio auto, il cibo o si accende un mutuo.

Ma non è finita qui perché ci sono aerolinee che, dietro un esborso extra, portano persino il bagaglio direttamente a casa, chi dà la possibilità di lasciare vuoto il sedile di fianco pagando un po’ di più, o persino riservare l’intera fila in Economy per dormire su alcuni voli intercontinentali.

Poi c’è anche chi offre il cibo a bordo nel pomeriggio a metà prezzo e chi ha sfruttato il Covid per i famigerati voli senza destinazione acquistabili per qualche decina di euro. Ma c’è anche qualche compagnia che, consapevole della diversa disponibilità economica dei clienti, offre da un lato la scelta del posto e dall’altro ha introdotto l’opzione “posti vicini”.

La classifica delle compagnie che guadagnano di più

Secondo l’analisi effettuata su 75 compagnie aeree, nel 2021 a guadagnarci di più sono stati tre colossi americani: American Airlines con 5,9 miliardi, Delta Air Lines con 5,8 miliardi e United con quasi 5,5 miliardi, seguiti da Southwest e Ryanair.

Ma se si fa riferimento al peso dei servizi extra sull’esborso medio dei clienti, è la low cost Wizz Air a collocarsi prima nel mondo con il 56%, seguita dalla compagnia a basso costo americana Frontier con il 54,9% e dalla rivale Usa Spirit (54,3%). In media il 19% dei ricavi delle compagnie aeree deriva dagli extra.

Per quanto riguarda i dati sulla base della spesa media, ma non considerando la low cost asiatica HK Express che nel 2021 ha avuto pochissimi passeggeri causa Covid, è la  britannica Jet2.com che domina con 87,2 dollari di extra fatti pagare a passeggero.

Seguono l’australiana Qantas con 85,9 dollari e Air Canada con 70,6 dollari. Sfortunatamente, tutto questo non è destinato a fermarsi anche perché è un modo per calmierare la tariffa base e non far allontanare i passeggeri.

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Nasce la “Napoleone Experience”, un viaggio nel cuore dell’Elba

Splendida destinazione estiva, l’isola d’Elba è un luogo davvero magico: spiagge da sogno attirano ogni anno migliaia di turisti alla ricerca di un po’ di relax, ma anche tantissimi esploratori pronti ad andare alla scoperta del selvaggio entroterra dell’isola o del mondo sottomarino che la circonda. Ora, questa fantastica località si appresta a diventare ancora più ricca grazie alla “Napoleone Experience”, una vera e propria avventura che ci riporta indietro nel tempo.

Isola d’Elba, nasce la “Napoleone Experience”

Quasi 200 anni fa, l’isola d’Elba visse un periodo tanto breve quanto intenso e ricco di sorprese: pochi giorni dopo aver firmato la sua abdicazione, a seguito della durissima sconfitta di Lipsia, l’imperatore Napoleone Bonaparte venne costretto all’esilio proprio in questa sperduta località italiana, che gli venne affidata come principato (una piccola ricompensa a confronto delle enormi perdite subite). Era il 4 maggio 1814 quando egli sbarcò a Portoferraio, dando inizio ad una frenetica “vacanza” di appena dieci mesi che modificò profondamente l’isola e la vita dei suoi cittadini.

Proprio per omaggiare il grande Napoleone Bonaparte e l’influenza che ebbe sull’Elba, nasce oggi la “Napoleone Experience”: si tratta di un vero e proprio tuffo indietro nel tempo, un viaggio sulle tracce dell’imperatore nel suo esilio sull’isola, alla scoperta delle testimonianze di quel passato che ancora oggi vivono e splendono più che mai. Nel 2023 prenderà il via questa interessante iniziativa che ci porterà ad esplorare l’isola d’Elba con occhi diversi, alla ricerca di emozioni, paesaggi e sapori di una volta.

La “Napoleone Experience” si svolgerà in sette settimane – ciascuna dedicata ad una precisa località – a cavallo tra maggio e settembre, per vivere appieno quelli che sono stati i primi mesi di esilio dell’imperatore corso. Sarà possibile prenotare pacchetti di viaggio già pronti, ognuno dei quali conterrà diverse esperienze tra cui scegliere, così da poter creare su misura la propria “vacanza napoleonica”. Dai luoghi in cui si tennero feste incredibili in suo onore ai banchetti deliziosi che ebbe l’occasione di degustare assieme a vini buonissimi, dalla natura incontaminata in cui immergersi ai negozietti d’artigianato locale: tutto parla di un tempo che non c’è più, ma che ancora risuona tra le stradine dell’Elba.

Le tracce di Napoleone sull’isola d’Elba

Nonostante il suo primo esilio sia durato pochi mesi, Napoleone Bonaparte lasciò molte tracce del suo passaggio all’isola d’Elba. A partire dalla bandiera bianca con una fascia diagonale rossa impreziosita da tre api d’oro, voluta proprio dall’imperatore nel 1814, che è ancora oggi simbolo di questa splendida località turistica. A Portoferraio, luogo in cui sbarcò, è possibile vedere l’esatto punto in cui Napoleone posò i piedi per la prima volta, presso il Molo Elba. E fu proprio questa piccola cittadina ad aver visto i principali cambiamenti, sotto la sua egida.

L’imperatore ristrutturò infatti due palazzine che scelse come residenze dove trascorrere il tempo del suo esilio. La prima è Villa dei Mulini, che utilizzò soprattutto per la sua vita pubblica: oggi trasformata in museo, accoglie sale molto lussuose che conservano ancora gli arredi originali e molte altre testimonianze lasciate da Napoleone, come la sua ricca biblioteca. All’esterno, i giardini vedono la presenza di statue marmoree e di un panorama mozzafiato sulla scogliera sottostante, lambita dal mare. L’altra è invece Villa di San Martino, destinata alla vita privata di Bonaparte: anch’essa è diventata un museo e ospita preziosissime opere d’arte.

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Questa regione italiana ti regala un viaggio in treno

Una regione bellissima, in grado di offrire mare, montagne, borghi da sogno e una natura incontaminata, una zona del nostro Paese che lascia tutti a bocca aperta e che ora è possibile raggiungere gratuitamente viaggiando in treno.

Se vai in treno in Friuli-Venezia Giulia il biglietto è gratis

Il Friuli-Venezia Giulia ha deciso di far proseguire una promozione interessantissima nata dalla collaborazione tra Trenitalia e PromoTurismoFVG che permette, a chi vuole raggiungere le destinazioni di cultura e di mare della regione, di viaggiare in treno gratis: il rimborso del biglietto ferroviario sarà integrale.

Sarà possibile usufruire, quindi, di pacchetti turistici che promuovono l’offerta culturale e il mare del Friuli-Venezia Giulia, ma anche di sconti e vantaggi riservati per i soggiorni di più giorni. In particolare, i luoghi interessati saranno Trieste e Udine e la costa del Friuli Venezia Giulia con Grado e Lignano Sabbiadoro.

È bene sapere, tuttavia, che le offerte sono riservate esclusivamente a chi raggiungerà una delle destinazioni convenzionate della regione. Inoltre, è necessario abbinare un soggiorno di alcune notti a seconda delle stagioni.

La promozione nel dettaglio

Nello specifico sono due promozioni, una riservata al pacchetto mare e l’altra alla cultura. La collaborazione commerciale tra Trenitalia e l’ente che si occupa della gestione e della promozione turistica del Friuli-Venezia Giulia, prevede il rimborso totale dei biglietti ferroviari Frecce, Intercity e Regionali acquistati attraverso uno sconto sull’importo delle offerte turistiche che includono il pernottamento alberghiero in strutture ricettive convenzionate di Lignano Sabbiadoro, Grado, Trieste e Udine.

Il rimborso sarà pari all’importo speso per l’acquisto del biglietto ferroviario di andata e ritorno per/da le stazioni di Latisana-Lignano-Bibione, Cervignano-Aquileia-Grado, Trieste Airport, Trieste Centrale e Udine e riconosciuto ai titoli di viaggio acquistati esclusivamente nell’ambito della promozione.

Agli ospiti sarà persino consegnata gratuitamente la FVGcard che permette di usufruire di gratuità e ulteriori riduzioni tariffarie per ingressi a musei e visite guidate. Il dettaglio delle offerte, valide fino al 31 maggio 2023, e l’elenco delle strutture ricettive si possono consultare sul portale di PromoTurismoFVG nell’apposita sezione dedicata.

Alla scoperta di Trieste e Udine e relax tutto l’anno a Grado e Lignano Sabbiadoro

Il pacchetto prevede un soggiorno in una delle strutture ricettive convenzionate di Trieste e di Udine per un minimo di 2 notti – salvo limitazioni dovute e ponti e festività. La FVGcard avrà una durata di 48 ore per soggiorni brevi o di una settimana per soggiorni da 3 o più notti.

Essa permette di accedere gratuitamente ai principali musei del Friuli-Venezia Giulia, alle visite guidate e di fruire di speciali sconti su servizi turistici come, per esempio, l’accesso a parchi divertimento, spiagge, piscine, teatri e molto altro ancora. Inoltre, grazie a questa card si potrà avere l’ingresso gratuito alle mostre, o ridotto, come a “La Grande mostra di Banksy Banksy, The Great Communicator –Unauthorized Exhibition”, al Salone degli Incanti di Trieste, dal 25 novembre al 10 aprile 2023.

Infine, è previsto anche l’acquisto di un soggiorno in una struttura ricettiva convenzionata (per un periodo minimo di 2 notti) in bassa stagione, dal 29 agosto 2022 al 31 maggio 2023, nelle località balneari di Grado e Lignano Sabbiadoro (salvo eventuali limitazioni in occasione di ponti e festività).

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autunno luoghi misteriosi Notizie Veneto Viaggi

Uno dei foliage più belli d’Italia lo puoi vedere nel Veneto

Quando le giornate si accorciano e le temperature scendono inesorabilmente, l’autunno offre il meglio di sé: è nella natura, nei suoi profumi inebrianti e soprattutto nei suoi colori incredibili che si può vivere una vera e propria magia. Stiamo parlando, ovviamente, dello spettacolo del foliage. E uno dei luoghi migliori dove ammirarlo è il Veneto, grazie ad una serie di appuntamenti assolutamente imperdibili.

Veneto, la magia del foliage

L’autunno è arrivato, e ha portato con sé non soltanto un po’ di malinconia per la fine delle giornate trascorse al mare, ma anche uno spettacolo in grado di conquistare i nostri cuori: il foliage. Cosa c’è di meglio che godersi un fine settimana nella natura, alla scoperta dei colori meravigliosi che gli alberi indossano per celebrare questo momento dell’anno? Le opportunità sono infinite, da nord a sud, ma c’è un luogo che sembra incarnare davvero la magia di questo momento. Nel Veneto ha infatti inizio “Il mese del foliage, magiche atmosfere d’autunno”, un appuntamento ricco di sorprese.

L’iniziativa, varata dal gruppo Dimore Amiche del Veneto (che raccoglie alcune delle residenze storiche più belle della regione), si tinge di giallo, arancione e rosso per mostrare a tutti la bellezza incredibile del foliage, in una cornice d’eccezione. Dal 9 ottobre al 6 novembre 2022, sono ben sei le dimore storiche pronte ad aprire i battenti per accogliere i visitatori e vivere con loro l’emozionante cambiamento che la natura si sta prodigando a regalarci, giorno dopo giorno. Scopriamo quali sono gli eventi da segnare in calendario.

Gli eventi più belli per vivere il foliage

Si parte dal Villa Sagramoso Sacchetti, splendida dimora veronese che domenica 9 ottobre propone una passeggiata didattica tra i suoi meravigliosi giardini. Questa è l’occasione giusta per ammirare non solo il paesaggio incantevole che circonda la villa, ma anche le sue lussuose sale interne, che eccezionalmente aprono al pubblico. Venerdì 14 ottobre l’appuntamento è a Borgo Feriani, villa seicentesca che ospita un famoso agriturismo: qui si può partecipare ad un evento culinario dedicato ai colori e ai sapori dell’autunno, per degustare un menù d’eccellenza.

Il Castello di Thiene, una delle più belle ville venete della regione, mette a disposizione il suo splendido parco per una passeggiata botanica con guida esperta paesaggista, domenica 16 ottobre. Chi vuole, può anche approfittare dell’occasione per visitare le scuderie e gli affascinanti saloni della dimora. Domenica 23 ottobre è il turno di Villa Angarano, a Bassano del Grappa, dove arte e natura si fondono per un’esperienza unica. Si può passeggiare nel parco della villa, ma anche andare alla scoperta delle magnifiche opere custodite nella Cappella di Santa Maria Maddalena.

Domenica 30 ottobre, Villa Valmarana ai Nani apre le porte delle sue incantevoli sale, preziosamente affrescate dal pittore Giambattista Tiepolo e dai suoi figli, per poi offrire una passeggiata nel bosco storico, al termine del quale si può godere di un calice di prosecco ammirando una splendida Pagoda ottocentesca. L’ultimo appuntamento, a concludere un mese di meraviglie e foliage, è per domenica 6 novembre: per l’occasione, si può visitare il giardino seicentesco di Villa da Schio, tra colori mozzafiato e deliziose statue.

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Africa Egitto mete storiche Notizie siti archeologici Viaggi

In Egitto è avvenuta un’altra incredibile scoperta

L’Egitto sorprende ancora e lo fa di nuovo con Saqqara, una vasta necropoli a 30 km a sud della città moderna del Cairo. Grazie alla missione archeologica condotta da una squadra di studiosi della facoltà di Archeologia dell’Università del Cairo, è avvenuto un ritrovamento atteso da moltissimo tempo.

Scoperto il sarcofago del tesoriere di Ramesse II

Il team di ricercatori guidato da Ola El Aguizy, professoressa emerita di lingua egizia presso il Dipartimento di archeologia dell’Università del Cairo, ha riportato alla luce il sarcofago di Ptah-em-wia, il tesoriere reale di Ramses II, sovrano del XIII secolo a.C. definito “il più potente faraone d’Egitto”.

La scoperta è avvenuta in un’area che si trova a circa 20 miglia a nord di Saqqara. Gli scavi archeologici da queste parti erano già iniziati nel 2005 e tutti i ritrovamenti fatti fino a ora sono stati incredibilmente straordinari. Compreso quello di questi ultimi giorni che è stato possibile grazie all’avvistamento dell’apertura di un pozzo verticale nel sito: un indizio inequivocabile di una camera funeraria sottostante.

Ci è voluta una settimana intera per scavare il pozzo dove poi sono scesi fino al fondo della voragine. Proprio qui è stato trovato un sarcofago per lo più intatto. Come dichiarato da El Aguizy ad Artnet News: “Il coperchio era stato rotto e la mummia mancava, ma il pezzo rotto è stato ritrovato. Tutte queste tombe sono state saccheggiate: ecco perché molti frammenti delle pareti di queste tombe si trovano nei musei di tutto il mondo“.

Perché questa scoperta era molto attesa

Come detto in precedenza, questa scoperta era molto attesa. Infatti, la sepoltura del funzionario era stata già individuata nella seconda metà del XIX secolo dall’egittologo francese – nonché fondatore del Museo Egizio del CairoAuguste Mariette, che tra il 1858 e il 1859 annunciò un ritrovamento che è poi stato destinato a restare nell’oblio per altri 150 anni.

Questo perché nel corso del tempo gli studiosi non sono stati più in grado di rintracciare l’ubicazione della tomba. Una svolta è arrivata solo nel 2021, grazie alla missione archeologica, sempre diretta dall’egittologa Ola El Aguizy, che insieme al suo staff ha indagato l’area a sud della rampa processionale della piramide di Unis individuando la tomba dell’alto.

A quasi un anno di distanza, il Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità ha ora reso noto che nel frattempo i ricercatori sono riusciti per la prima volta a farsi strada nei 7 metri di profondità del pozzo, fino a giungere alla camera sepolcrale di Ptah-em-wia.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Come dichiarato da El Aguizy al Guardian, il sarcofago apparteneva al proprietario della tomba, cosa che non sempre accade: “A volte il sarcofago è di una persona diversa quando la tomba è stata utilizzata in periodi successivi“.

La buona notizia, inoltre, è che l’assenza della mummia non è un problema in quanto gli studiosi non hanno bisogno di un corpo per ottenere informazioni sulla storia egizia. In questo caso specifico, infatti, le iscrizioni del sito sono più interessanti: la tomba di Ptah-em-wia era scolpita con emblemi della dea del cielo Nut e descrive la vicinanza di Ptah-em-wia al re Ramses II.

Ptah-em-wia gestiva il tesoro reale dell’Egitto, insieme al bestiame e alle offerte a tutte le divinità egiziane, ha dichiarato El Aguizy ad Artnet. “Concentro le mie energie su queste scoperte perché sono molto importanti, gli archeologi di tutto il mondo sono interessati a vedere i risultati di questi scavi“.

Per questo motivo l’équipe di El Aguizy continuerà a studiare le iscrizioni di questa tomba che, come ha sottolineato l’archeologia, ha uno stile differente rispetto alle altre della zona.

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Il giardino di zucche più grande d’Europa

Siamo nel pieno dell’autunno e della stagione delle zucche, quella che va da settembre a novembre e che vede spuntare nei campi quelle grosse palle arancioni che fanno tanta allegria.

Ed è in un luogo inaspettato che si staglia davanti agli occhi del visitatore il campo di zucche più grande d’Europa e che si trova proprio in Italia.

Il Giardino delle zucche

Alle porte di Caserta, a Pignataro Maggiore, c’è il Pumpkin Patch, il giardino delle zucche. Chiunque può andarci, scegliere la zucca preferita, raccoglierla e portarsela a casa. Sul modello dei campi di tulipani “you pick” che a primavera spopolano ormai anche in Italia, il campo di zucche è la versione autunnale, un po’ più impegnativa perché la zucca, a differenza del tulipano, ha un certo ‘peso’, ma che dà esattamente la stessa sensazione.

Il Pumpkin Patch non consente solamente di raccogliere le zucche, ma è un vero e proprio parco a tema per tutta la famiglia. Si organizzano lezioni per imparare a intagliare la zucca – che, in vista di Halloween, è un’attività molto utile -, o a dipingerla.

Non solo zucche

All’interno del giardino non ci sono solo zucche. C’è anche un fantastico labirinto di mais di 7.000 metri quadrati nel quale perdersi. C’è anche la Family ’s farm, una fattoria didattica dove far conoscere ai bimbi gli animali.

Non mancano un Pumpkin Cafè, dove provare piatti e dolci a base di zucca, dal pumpkin bread ai pumpkin donuts, e le bibite americane come il Pumpkin Spice Latte, e poi c’è il Pumpkin Shop, dove acquistare gli ingredienti per cucinare queste specialità anche a casa propria e gadget vari a tema zucca.

Dagli USA all’Italia

L’idea di aprire il grande campo di zucche è venuta cinque anni fa a un’italoamericana, Emily, che, visto il crescente successo della festa di Halloween anche nel nostro Paese e l’altrettanta passione per le zucche intagliate, ha deciso di importare la tradizione statunitense anche da noi. Il successo è stato immediato.

Innanzitutto, il Pumpkin Patch, vicino ma non troppo alla città, è uno spazio dove stare a contatto con la natura e dove rilassarsi. Inoltre, offre un’occasione di svago per tutta la famiglia e terrà impegnati i bambini per diverse ore.

Ma è un luogo perfetto anche per gruppi di amici e le coppie. Alcuni scorci, curatissimi e molto fotogenici, come i gazebi pieni di zucche o la piramide di zucche o la vera stalla degli animali di legno rosso in stile country, sono perfetti per gli influencer, sempre alla ricerca dello scatto più suggestivo da postare.

Info utili

Il Giardino delle zucche è aperto dal 24 settembre all’1 novembre. Il costo della zucca è di 18,99 euro e comprende l’accesso al giardino, alla Family’s farm, al labirinto di mais, a un laboratorio creativo con tanto di kit (da prenotare al momento dell’acquisto) e al parcheggio. I bambini al di sotto di un metro di altezza non pagano.

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220 km tra due regioni italiane: il nuovo imperdibile sentiero

In Italia nasce un nuovo affascinante “sentiero” da scoprire. Un’occasione unica e assolutamente imperdibile per osservare il territorio in tutta la sua bellezza e per conoscere una storia lunga centinaia di anni, e che continua ancora oggi. Un percorso che misura circa 220 chilometri, e che attraverso dieci tappe non consecutive, sì svincola nel bel mezzo di due regioni diverse (Piemonte e Valle d’Aosta) e di quattro valli una più bella dell’altra (Ossola, Valsesia, Valle di Gressoney e Valle d’Ayas).

Si tratta del nuovo sentiero dei Walser, una popolazione di origine germanica proveniente dall’odierno Canton Vallese e che, durante il Medioevo, si stanziò nei territori alpini lungo le regioni sopra citate e in cui, ancora oggi, si mantengono conservati alcuni degli antichi villaggi.

Il progetto

Un progetto presentato a Ornavasso (Verbano-Cusio-Ossola), proprio in occasione del 21esimo incontro internazionale dei Walser, che sfrutta una rete di sentieri già esistenti e che è stato interamente dedicato a questa popolazione e alla sua lunga cultura.

Un’idea nata su ispirazione dell’omonimo percorso che già dal 2010 passa attraverso i Cantoni svizzeri Ticino e Grigioni, concludendosi in Austria, e il cui scopo è quello di favorire e promuovere lo sviluppo sostenibile dei territori Walser.

Alla base del progetto, infatti, c’è la voglia di incentivare nuove forme di turismo consapevole, più lento e che si fondi su esperienze che permettano, a che le segue, di conoscere in modo più approfondito le culture locali. Il tutto agendo nel pieno rispetto dell’ambiente, degli abitanti che ci vivono e favorendone la crescita a livello economico e culturale.

Walserweg Italia, questo il nome del progetto, ha la finalità primaria di valorizzare e promuovere il patrimonio culturale e turistico dei Walser, mappando i punti di maggior interesse lungo il percorso e dando vita a un vero e proprio archivio storico e culturale della popolazione. Un lavoro di grande valore che è stato portato avanti dalle dodici comunità Walser presenti in Italia, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, e che punta a raccontare e a mettere in luce le diverse identità culturali presenti nei territori interessati e attraversati lungo il tragitto: Piemonte e Valle d’Aosta.

Una cultura da scoprire

Un’occasione unica per rivivere e scoprire la cultura di questa popolazione che, ormai tantissimo tempo fa, arrivò in Italia, lasciando un’impronta che ancora oggi vive nel nostro territorio. Una testimonianza presente di un’epoca passata e di una popolazione la cui cultura si fonda su grandi valori e su una fortissima identità.

Dalle tipiche abitazioni di pietra e legno, realizzate con una specifica tecnica a incastro (Blockbau), che ancora oggi è possibile visitare accedendo ai villaggi originari dei Walser abilmente restaurati e pronti ad accogliere i visitatori, al dialetto utilizzato per comunicare. In un percorso dedicato alla riscoperta di una storia che continua a vivere e a tramandarsi nel tempo e che grazie alla nascita di questo lungo sentiero dedicato e realizzato ad hoc, verrà resa ancora più accessibile a chiunque deciderà di conoscerla, godendosi un viaggio nella natura e nella bellezza di un’epoca passata che non si è mai conclusa.

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Giornata delle famiglie al museo: quale vedere con i bambini

Domenica 9 ottobre torna la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo (F@Mu), il grande evento culturale dedicato a bambine e bambini che promuove e facilita l’incontro tra le famiglie e gli innumerevoli luoghi espositivi che arricchiscono il nostro Paese. “Diversi ma uguali” è il tema scelto per quest’anno, che parte dal presupposto che la valorizzazione della diversità – culturale, fisica, cognitiva – sia uno strumento indispensabile di inclusione sociale.

Testimonial d’eccezione per l’edizione 2022 sarà Geronimo Stilton, il topo-giornalista più famoso del mondo creato da Elisabetta Dami, che accompagnerà i più piccoli nel loro percorso esplorativo attraverso un divertente mix di giochi e attività. Tantissimi i musei e luoghi di cultura, pubblici e privati, che parteciperanno all’iniziativa. Ecco quali non perdere.

Le iniziative da non perdere al Nord

Vicenza aderisce alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo proponendo una caccia al tesoro alla scoperta dei tesori culturali della città con due diversi itinerari, l’8 e il 9 ottobre (per partecipare bisogna contattare il Museo Diocesano entro venerdì 7 ottobre). Sabato, si svolgerà tra il Santuario di Monte Berico e il Museo del Risorgimento e della Resistenza, mentre domenica si terrà nel centro storico, con partenza dalle 10 fino alle 15.30. L’arrivo è previsto a Palazzo Thiene (entro le 17) con la consegna di un premio finale a sorpresa.

In Liguria, il MuSel – Museo archeologico e della Città di Sestri Levante (dove c’è la villa che ha ispirato “La Sirenetta”) proporrà “Scriba per un giorno”, un’attività ludico-didattica dedicata ai bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni, che potranno trasformarsi in “piccoli egittologi” per un pomeriggio e scopriranno come si traduce e si scrive in geroglifico.

A Milano, al Leonardo3 Museum in Piazza della Scala, i piccoli visitatori proveranno a scoprire come le emozioni cambiano l’espressione dei nostri volti. “Costruiremo una faccia che possa comunicare gioia, serenità, rabbia, paura e, come faceva Leonardo, impareremo a osservare gli altri per rendere al meglio gli stati d’animo che ci caratterizzano”, si legge nel programma del 9 ottobre.

Spostandoci in Piemonte, in occasione del F@Mu, la Fondazione Paideia e il Museo Nazionale del Cinema di Torino presenteranno un workshop gratuito sul cinema di animazione. Un laboratorio dal titolo “Moving Puppets”, rivolto ai bambini a partire dagli 8 anni, che vedrà i partecipanti sperimentare la magia dell’animazione in stop-motion creando una storia collettiva. L’attività si svolgerà nell’Aula Paideia, all’interno della Mole Antonelliana, simbolo della città.

Gli appuntamenti più belli nell’Italia centrale

Numerose le iniziative a Roma, in musei civici e monumenti del territorio. Un’occasione per ritrovarsi insieme in famiglia e condividere un patrimonio culturale che è di tutti. Da non perdere una visita ai Musei Capitolini, dove si terrà un laboratorio rivolto ai più piccoli dedicato al lavoro dell’archeologo, mentre all’Ara Pacis si potrà partecipare a una visita dedicata a grandi e piccini, con un particolare accento sulle analogie e le differenze tra la vita dei bambini in epoca romana e i piccoli di oggi.

A Firenze, anche quest’anno i Musei Civici Fiorentini e MUS.E aderiscono alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. Tra gli appuntamenti da non perdere c’è l’iniziativa “Il palazzo a occhi chiusi” a Palazzo Vecchio, tra i monumenti imperdibili della città, per famiglie con bambini a partire dagli 8 anni, ideata per dimostrare che la vista non è l’unico senso messo in gioco durante una visita in un museo. Visitatori vedenti e non vedenti si affiancheranno per un’esperienza fondata sul tatto, sull’udito e sull’olfatto.

A Montefalco (uno dei 100 borghi del  cuore scelti da SiViaggia), in provincia di Perugia, domenica 9 ottobre farà tappa “UAU – L’arte di essere bambini”, ideato da Archi’s Comunicazione e co-finanziato dalla Regione Umbria, per avvicinare le famiglie, in particolare i più piccoli, al mondo dell’arte. Grandi e piccini saranno coinvolti in divertenti laboratori educativi, trekking urbano e visite guidate che trasformeranno in gioco l’esperienza al museo.

Se, invece, volete esplorare il borgo di Fossombrone, in provincia di Pesaro e Urbino, potrete farlo con una camminata alla scoperta del centro storico e di alcuni dei suoi bellissimi musei, con ingresso alla chiesa di San Filippo, Pinacoteca e Museo Archeologico a un prezzo ridotto di 3 euro per adulti, e visite gratuite per ragazzi fino ai 18 anni.

I musei dove andare in famiglia al Sud

Anche al Sud non mancano gli appuntamenti dedicati ai più piccoli, in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. A Napoli, i Servizi educativi del Museo e Real Bosco di Capodimonte proporranno ai più piccoli e alle loro famiglie percorsi appositamente studiati, capaci di avvicinare con un linguaggio ad hoc ai capolavori della collezione permanente. Tutti i bambini avranno una mappa tematica, di linguaggio immediato. Gli esperti guideranno i piccoli visitatori, di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, alla scoperta delle splendide opere d’arte custodite nell’iconica Reggia.

Se siete in Puglia, non perdetevi il ricco programma del Museo di Storia Naturale di Foggia, dove dalle ore 10.30 alle ore 11.30 ci sarà un’attività di approfondimento scientifico, organizzata in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi. I curatori risponderanno alle curiosità dei partecipanti su flora, fauna ed ecosistemi naturali del territorio, rappresentativi di una ricca biodiversità. Sarà presente anche un interprete L.I.S, per i visitatori non udenti. Dalle ore 17.30 alle ore 19.30, si terrà, invece, il laboratorio “Diversi ma uguali nel regno animale”, anche questo aperto all’intera famiglia.

In occasione del F@Mu, la Pinacoteca civica di Reggio Calabria si trasformerà in spazi colmi di colori, risa, voci, movimenti, domande, musiche. L’ iniziativa prevede una visita guidata, durante la quale alcune opere custodite all’interno del museo saranno analizzate per capirne le diversità e le somiglianze. Sotto la guida del personale museale, i piccoli visitatori assisteranno alla proiezione di un filmato e realizzeranno alcune attività laboratoriali per raccontare la bellezza e la ricchezza nelle differenze culturali.

Troverete, infine, splendide iniziative anche a Palermo, dove ci sarà un’avvincente visita didattica all’Orto Botanico dedicata alle famiglie che vogliono ritrovarsi insieme, per conoscere e scoprire la storia e bellezza di questo incantevole luogo. Al Castello della Zisa, invece, si svolgerà una divertente e dinamica visita gioco, durante la quale bambini e adulti, a suon di rime e indovinelli, ricostruiranno la storia di questo antico edificio patrimonio UNESCO.

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Questo paradiso della Danimarca è a rischio

Suggestivo paradiso immerso nelle acque del Mar Baltico, l’isola di Bornholm è un luogo che sembra uscito da un libro di fiabe. Tutto, qui, ricorda il passato, che potrebbe essere messo a rischio.

Ammirando i suoi panorami mozzafiato e passeggiando lungo le strette stradine dei villaggi, pare di compiere un viaggio indietro nel tempo, in un’epoca lontanissima dalla nostra.

L’isola di Bornholm, in Danimarca

L’isola fa parte dell’arcipelago di Ertholmene e appartiene amministrativamente alla Danimarca, benché si trovi a pochissimi chilometri dalle coste svedesi. Ed è la meta perfetta per chi ama la natura, dal momento che qui regna ancora sovrana.

La natura incontaminata di Bornholm è diversa rispetto a quella che si trova nel resto della Danimarca. Le vaste pianure danesi sono sostituite, qui da, colline e da una costa rocciosa, caratterizzata a Nord da alte scogliere e, a Sud, da spiagge e dune.

Come la spiaggia di Dueodde, 30 km di arena bianca così fine che un tempo veniva usata nelle clessidre, il regno della tranquillità. Del resto, sull’isola vive solo qualche migliaio di abitanti, sparsi tra i pochi villaggi: Rønne, il più grande, Nexø, e poi i villaggi di pescatori di Hasle e di Gudhjem, e infine Aakirkeby, che si trova, invece, nell’entroterra.

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Fonte: 123rf

L’ex villaggio di pescatori di Gudhjem di Bornholm

Cosa vedere sull’isola

Per andare alla scoperta dell’isola di Bornholm il consiglio è di partire proprio da Rønne. La città fu gravemente danneggiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale e la Svezia decise di contribuire alla ricostruzione donandole 175 case di legno rosso, fra le quali si può passeggiare ancora oggi. Sono comunque rimasti in piedi anche molti degli edifici antichi, che hanno permesso a Rønne di conservare il proprio fascino.

Gudhjem è una delle mete estive più amate. Questo pittoresco borgo, perfetto per le vacanze, ha un delizioso centro le cui viuzze portano fino al vivace porto cittadino.

L’isola di Bornholm è anche un piccolo paradiso climatico, tanto da essere chiamata “l’isola del sole“. Basti pensare che vi crescono persino delle essenze mediterranee come il fico, il gelso e la vite, insieme alla tipica flora nordica che si può scoprire nell’entroterra.

Ad Aakirkeby si trova l’unico vigneto dell’isola, dove si possono assaggiare i vini del posto. Inoltre, si possono ancora ammirare le rovine dell’antico millenario castello di Hammershus, le più grandi dell’Europa settentrionale, da dove si può ammirare lo splendido panorama dell’intera isola di Bornholm e del Mar Baltico.

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Fonte: 123rf

Il castello di Hammershus a Bornholm

Una storia travagliata

Bornholm è sempre stata molto contesa, per via della posizione strategica all’imbocco del Mar Baltico. Svezia e Danimarca la fecero loro per molti secoli, un po’ di qua e un po’ di là, ma l’isola subì anche l’occupazione tedesca durante la Seconda guerra mondiale. Con il trattato di Roskilde del 1658, venne ceduta alla Svezia, ma si ribellò e tornò sotto il dominio danese col trattato di Copenhagen del 1660.

Durante l’occupazione tedesca, i russi cercarono di liberare l’isola attraverso attacchi aerei che danneggiarono gravemente le principali città, in particolare Rønne e Nexø.

Ancora oggi, questa piccola e apparentemente insignificante isola è balzata alle cronache per la questione della guerra del gas e del conflitto tra Russia e Ucraina. Sotto il mare, proprio a pochi metri dall’isola, infatti, corre il gasdotto Nord Stream 2 che ha subìto dei danni – forse per un attacco – rilasciando nell’acqua gas metano.