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Questa città è l’unico posto al mondo dove osservare la grande eclissi solare

Sta per succedere qualcosa di straordinariamente grandioso proprio lì, sopra le nostre teste. Si tratta di uno degli eventi più incredibili e attesi di sempre: un’eclissi solare nel nostro cielo.

Il fenomeno ottico astronomico, che ci permette di assistere all’oscuramento del disco del Sole da parte del nostro satellite naturale in pieno giorno, è un avvenimento tanto raro quanto straordinario che si verifica quando Sole, Luna e Terra devono essere perfettamente allineate.

Il prossimo appuntamento è previsto per il 2023 e sono tante le persone che stanno organizzando viaggi e partenze per assistere a uno degli spettacoli più suggestivi e magici di sempre del nostro cielo. Avvistarlo, dobbiamo dirvelo, non sarà semplicissimo e sicuramente impossibile per chi resterà in Italia o in Europa. Ma c’è un luogo, e uno soltanto in tutto il mondo e sulla terra ferma, dal quale sarà possibile osservare la grande eclissi solare.

2023: verso l’eclissi solare

Gli spettacoli che mette in scena il cielo, sopra le nostre teste, sono sempre incredibili, al punto tale da essersi trasformati con il tempo in vere e proprie attrazioni turistiche. Ci ha pensato poi l’astroturismo a suggerirci le migliori destinazioni da raggiungere per vivere esperienze mozzafiato sotto i cieli stellati.

Il calendario annuale si riempie ogni mese di tantissimi spettacoli: stelle cadenti, congiunzioni, meteore e Super Luna. Ma ce n’è uno che, più di tutti, sta creando grande fermento tra tutti gli appassionati di astronomia. Si tratta dell’eclissi solare totale e parziale, rara e straordinaria, che tornerà a nel nostro cielo nel 2023.

Questo fenomeno si verifica quando il Sole, la Luna e la Terra sono perfettamente allineate. È a quel punto che l’ombra del satellite naturale oscura completamente la luce del sole. E succederà di nuovo il 20 aprile del 2023.

Come vi abbiamo anticipato, però, non sarà facile avvistare l’eclissi solare, la cui migliore osservazione sarà possibile solo raggiungendo tutti i territori bagnati dall’Oceano Indiano, compresa anche l’Australia Occidentale.

Se non volete perdervi questo evento avete due opzioni: salire a bordo della nave Le Lapérouse di Ponant e partecipare alla grande crociera organizzata per osservare l’eclissi solare, oppure raggiungere l’unico luogo sulla terra ferma dal quale sarà possibile ammirare lo spettacolo: Exmouth.

Exmouth, l’unico luogo da cui osservare l’eclissi del 2023

Saranno 62 i secondi in cui Sole, Luna e Terra si allineeranno perfettamente, consentendoci di vivere un’esperienza incredibilmente straordinaria. Il disco solare, infatti, sarà completamente oscurato e alcuni territori del mondo sprofonderanno nel buio in pieno giorno.

L’evento, che è di per sé magico e raro, sarà visibile solo in alcune parti del mondo, tra cui il Western Australia. Ci sarà un luogo però, che più degli altri, si trasformerà in un osservatorio astronomico en plein air il 20 aprile.

Stiamo parlando di Exmouth, cittadina situata nella regione della Coral Coast e a 1.270 chilometri a nord di Perth. Sarà lei l’unica città sulla terra ferma che offrirà la vista diretta sull’eclissi totale alle 11:27 ora locale.

Questo incredibile spettacolo della natura si svolgerà nei pressi di uno dei luoghi più belli del mondo, il Parco Marino di Ningaloo, una zona costiera dell’Australia Occidentale che fa parte della lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

La cittadina di Exmouth sarà completamente al buio per poco più di un minuto, mentre altre località del Western Australia vivranno un’eclissi parziale. Nella capitale Perth, ad esempio, si potrà assistere a un’eclissi del 70% circa, Coral Bay offrirà uno spettacolo al 99% e a Geraldton all’80%.

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La migliore meta per chi ama il buon cibo

Si è concluso da pochi giorni il TTG Travel Experience 2022, l’evento internazionale dedicato al settore turistico che si è svolto dal 12 al 14 Ottobre, durante la Fiera di Rimini. Un evento atteso e dal grande valore che, per quest’anno, ha visto tra i suoi vincitori anche l’Istria, che si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento Travel Food Award del Gist come “Miglior destinazione enogastronomica 2022 – sezione Mondo”.

Un premio che ogni anno viene dedicato alle eccellenze italiane e straniere nel settore del food&wine, assegnato da una giuria dedicata da parte del Gruppo Italiano Stampa Turistica e che ha messo in luce quanto la penisola croata sia ai primi posti al mondo per la grande offerta enogastronomica che ha saputo creare nel corso del tempo per i suoi visitatori e non solo.

A ritirare l’ambito e meritato riconoscimento, è stato il marketing manager dell’Ente per il turismo dell’Istria, Marko Marković, che si è dimostrato profondamente orgoglioso del premio assegnato all’Istria e alla sua tradizione enogastronomica. Soprattutto in virtù delle motivazioni presenti nel bando e che hanno spinto gli organizzatori a premiare proprio questa regione.

Le motivazioni

Motivazioni che partono da un’idea di sostenibilità turistica e di cui l’offerta enogastronomica locale è parte integrante, in quanto componente essenziale e di base della storia del luogo, della sua economia, del territorio e dell’ecosistema che lo caratterizza. Tutti aspetti che rendono il cibo parte attiva e fondamentale della cultura di ogni località e Paese. E di cui l’Istria si è dimostrata un’eccellenza a livello mondiale.

Come spiegato dal presidente della giuria del Travel Food Award, Elena Bianco, nel corso degli ultimi anni l’Istria si è resa protagonista di un imponente sviluppo turistico e di cui proprio il settore agroalimentare ne è un caposaldo. Oltre all’attuazione sul territorio di diverse politiche che mettono al centro un’attenzione particolare e concreta per le fonti di energia rinnovabile, ma anche alla presenza di riserve, aree naturali e piani urbanistici più attenti e rispettosi dell’ambiente.

Un orgoglio comunitario

Ma non solo. Ad aumentare l’orgoglio per l’ottenimento di questo ambito premio, c’è anche la consapevolezza dell’importante lavoro globale che è stato fatto durante l’anno, volto a raccontare il lato gourmet e forse poco conosciuto della penisola croata, focalizzando la comunicazione in particolare sul mercato italiano e puntando su prodotti tipici del luogo: come gli asparagi selvatici caratteristici della stagione primaverile, o il prestigioso tartufo bianco autunnale, fino all’eccezionale offerta vinicola con le sue strade del vino e alle diverse etichette di olio extravergine di oliva. Ma anche formaggi, il pršut – ovvero il prosciutto – e la presenza sul territorio di due ristoranti stellati Michelin. Insomma, una piccola perla da scoprire (e da assaporare), ricca di tesori e di un’offerta che, col tempo e con il lavoro di molti, ha saputo destagionalizzare l’Istria e il suo territorio, aumentando la fruibilità a tutto l’anno.

Una terra che, quindi, anche in virtù di questo prestigioso premio, merita di essere valorizzata, così come già nel 19esimo secolo fu fatto dalla nobiltà e dagli intellettuali europei, incantati dalle bellezze naturali del luogo, dall’eredità veneziana e austro-ungarica e dal forte multiculturalismo latino, germanico e slavo. E che oggi si arricchisce di nuove motivazioni ed eccellenze da non lasciarsi sfuggire.

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Centinaia di palloncini stanno per invadere questa città italiana

Succede che, all’improvviso, varcando la soglia di un edificio ci si ritrova catapultati in un universo onirico, suggestivo e surreale popolato da centinaia di palloncini e sculture gonfiabili che assumono forme e lineamenti inediti e sorprendenti.

È questa l’esperienza che hanno vissuto tutte le persone che, negli scorsi mesi, hanno scelto di entrare in quel mondo, partecipando alla mostra Pop Air di Ballon Museum che ha invaso, con i suoi capolavori suggestivi, le città di Roma e di Parigi.

Ora è il turno della capitale mondiale della moda e del design che, a ridosso delle festività natalizie, vedrà spalancare le sue porte a un’esposizione incredibile, immersiva e interattiva, destinata a incantare. Pronti a partire?

Una mostra imperdibile a Milano

Organizzare un viaggio a Milano è sempre un’ottima idea, perché le cose da fare e da vedere nella metropoli lombarda sono tantissime. Dalla visita del Duomo, simbolo della città e capolavoro di architettura gotica, passando per il convento di Santa Maria delle Grazie, lì dove è conservata L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. E poi ancora i ristoranti stellati, i negozi esclusivi e le gallerie d’arte: Milano non smette mai di stupire.

E questo è vero ancora di più nel periodo di Natale, quando le strade e gli edifici sapientemente addobbati vengono illuminati dalle calde e scintillanti luci delle feste.

Ma c’è un altro motivo per raggiungere Milano a dicembre, quest’anno, ed è l’inaugurazione di una mostra straordinaria che vi permetterà di vivere un’esperienza fantastica, destinata a incantare persone di ogni età. Il capoluogo lombardo, infatti, si prepara a ospitare Pop Air, la mostra itinerante dedicata alla balloon e inflatable art.

Cosa aspettarsi? Un viaggio straordinario all’insegna della creatività e della fantasia che conduce i visitatori all’interno di forme inaspettate e colorate, piccole, grandi e gigantesche, da esplorare, indagare e con le quali interagire.

Balloon Museum - AIRSHIP ORCHESTRA

Fonte: ENESS

Balloon Museum – AIRSHIP ORCHESTRA

Pop Air di Balloon Museum arriva a Milano

L’appuntamento è previsto il 23 dicembre a Milano, giorno dell’inaugurazione, ma la mostra dedicata alla balloon e inflatable art durerà fino al 12 febbraio 2023. Gli spazi sono quelli di Superstudio in via Tortona 27, è qui che saranno ospitate le istallazioni fuori scala di diciotto artisti e collettivi d’arte internazionali.

Le atmosfere ricordano quelle che abbiamo visto a Roma e a Parigi, ma l’allestimento sarà ancora più coinvolgente e sicuramente inedito. In un ambiente di oltre 6000 metri quadrati, numerose opere d’arte apriranno un nuovo e straordinario dialogo emotivo con il pubblico attraverso espressioni artistiche legate al mondo delle mostre interattive. Ci saranno sculture, opere inedite e site specific, tutte installazione inflatable con le quali gli ospiti potranno interagire grazie a un’esperienza immersiva.

Le persone, infatti, sono chiamate a intraprendere un viaggio sensoriale che attraversa le opere, che genera curiosità ma anche riflessioni su temi legati alla contemporaneità.

Sarà possibile passeggiare tra soggetti dalle sembianze antropomorfe e zoomorfe, caratterizzati da dimensioni fuori scala e tinte accese e cangianti, ma ci potrà anche immergere in spazi espositivi dove l’uso dei sensi sarà l’unico modo per orientarsi.

Mare, cielo e pioggia faranno parte di questo viaggio sensazionale, ma assumeranno una veste inedita capace di creare un universo moltiplicato e psicheledico che stimolerà la fantasia di grandi e bambini. Non mancheranno neanche momenti di ironia e leggerezza: lungo la Balloon Strett, infatti, i visitatori potranno scattare selfie memorabili tra opere pop e coloratissime.

Balloon Museum - Silenus

Fonte: Falko Behr

Balloon Museum – Silenus
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luoghi misteriosi Notizie Viaggi

La misteriosa scoperta che getta nuovi dubbi sulle origini dell’uomo

Sulle nostre origini ci sono ancora tante domande irrisolte, ma per fortuna la nostra fame di conoscenza, l’evoluzione e l’avanzamento tecnologico, giorno dopo giorno ci permettono di apprendere qualcosa in più. E in particolare è appena avvenuta una scoperta tanto curiosa quanto misteriosa, e soprattutto che apre nuove strade sulla comprensione delle origini dell’uomo.

Scoperti i resti di un’intera famiglia Neanderthal

Per la prima volta in assoluto sono stati rinvenuti i resti di un’intera famiglia Neanderthal, un ritrovamento che ha dell’epocale e che è stato effettuato tra i monti Altai, in Siberia. Un’enorme notizia scientifica che però nasconde anche un grande velo di mistero.

Il ritrovamento è avvenuto grazie al lavoro svolto da un gruppo di ricercatori guidati dal recente premio Nobel per la medicina Svante Pääbo, e di cui fa parte anche Sahra Talamo dell’Università di Bologna, unica italiana del team. Ma l’assoluta particolarità in tutto questo è che i ricercatori hanno sequenziato e datato per la prima volta il genoma di un intero gruppo di Neanderthal, non solo di una singola persona come era avvenuto fino a questo momento.

Stendo agli studi condotti, i 17 resti rinvenuti all’interno delle grotte sono di individui vissuti più di 50 mila anni fa. Ulteriori analisi sul Dna hanno poi portato a identificare una data ancor più precisa: circa 54 mila anni fa. I tredici resti ritrovati nella grotta di Chagyrskaya appartenevano a sette uomini e sei donne Neanderthal: otto adulti e cinque tra bambini e adolescenti, e tutti parenti stretti. In particolare sono stati identificati un padre e la figlia, e una coppia composta da un ragazzo e una donna adulta, forse la cugina o una zia, o probabilmente la nonna.

L’alone di mistero su questa scoperta

C’è però un grande alone di mistero che si aggira intorno a questa scoperta: dal momento che le ossa sono state rinvenute nella stessa grotta, si può dedurre che queste persone siano morte tutti insieme o a breve distanza temporale l’uno dall’altro.

E la domanda ovviamente sorge spontanea: come è successo? Secondo gli studiosi è possibile avanzare solo alcune ipotesi, come il fatto che a sterminarli tutti sia stata una malattia, oppure un tragico evento improvviso come un’eruzione o un’alluvione che ha ostruito la caverna impedendogli di uscire. Ma la verità è che, probabilmente non lo sapremo mai. Ciò non toglie che i loro resti raccontino comunque molto dell‘organizzazione sociale dei Neanderthal, argomento di cui finora sapevamo molto poco.

Cosa si è compreso dalla scoperta

Secondo Laurits Skov, dell’Istituto Max Planck di antropologia evolutiva e primo firmatario dell’articolo pubblicato su Nature, gli individui presentavano una variabilità genetica molto bassa che fa supporre si trattasse di un gruppo composto da non più di 10-20 individui, di dimensioni simili ai gruppi di specie in via di estinzione.

Non erano, tuttavia, una comunità isolata: nella seconda grotta, quella di Okladnikov, gli altri quattro resti hanno mostrato un collegamento del Dna mitocondriale (ereditato dalle madri), quindi avvenuto tramite la migrazione femminile.

Dati che si sono rivelati importantissimi e che devono farci riflettere sul ruolo che la donna ha sempre avuto sin dall’inizio della storia evolutiva. Ciò vuol dire che erano le donne che si spostavano da una comunità all’altra anche al fine di mettere su famiglia.

Infine, c’è da sottolineare che questa scoperta è avvenuta in una zona dove dove alcuni anni fa venne identificato una nuova specie umana, i Denisoviani, che vivevano nello stesso periodo dei Neanderthal e dei Sapiens, anche se i resti ultimamente riportati alla luce non mostrano alcun segno di mescolamento con i Denisoviani.

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È questa la nuova tendenza di viaggio italiana

Tutela del territorio e dell’ambiente, conoscenza delle culture locali e la volontà di ridurre il proprio impatto sul Pianeta optando per mezzi di trasporto più ecologici. Sono questi i nuovi desideri dei viaggiatori che decretano al primo posto tra le tendenze di viaggio le mete e i soggiorni sostenibili.

A rivelare questo nuovo trend nel settore turistico è stato uno studio condotto da Deloitte in collaborazione con l’Associazione Italiana Ceo, dal titolo “Obiettivo sostenibilità: nuove traiettorie di sviluppo per il turismo italiano”. Un report che ha messo in luce anche il crescente interesse per le realtà locali, per i borghi del nostro Paese e per l’offerta legata al territorio “di prossimità”. Ma non solo.

Lo studio

Secondo quanto riportato dallo studio, questo interesse e questa attenzione maggiore verso l’ambiente e la sua tutela si manifesta anche nelle scelte gastronomiche delle persone, che sempre più spesso optano per ristoranti con un’offerta di prodotti a Km 0 (nel 45% dei casi). O per quelle che riguardano il proprio tempo libero affidando le proprie escursioni, e quindi una parte integrante della propria vacanza, ai tour operator della zona scelta per il soggiorno. E prestando anche la massima attenzione alle diverse attività organizzate nel rispetto e a tutela dell’ambiente.

Insomma, una vera svolta green, che trova ampio margine di crescita anche a fronte della manifesta volontà di chi sceglie una vacanza all’insegna della sostenibilità, di pagare un sovrapprezzo purché la tutela del territorio venga garantita e rispettata, anche attraverso azioni efficaci e riconoscibili. Un cambiamento di mentalità che sembra essere dovuto in gran parte ai gravi effetti che il cambiamento climatico sta portando al nostro Pianeta e che sono sempre più visibili e impattanti, anche nella nostra vita quotidiana.

Consapevolezza e tutela ambientale

Sempre secondo lo studio effettuato, non sono solo le mete e la tipologia di viaggio ad aver subito una decisa virata verso una modalità più consapevole e attenta a ciò che ci sta intorno. Dati alla mano, sembra che anche le abitudini dei novelli viaggiatori green siano coerenti con questa nuova visione del turismo. Sette intervistati su dieci, infatti, fanno della consapevolezza e della tutela ambientale il filo conduttore delle proprie vite, adottando comportamenti sostenibili anche nella vita di tutti i giorni (e ovviamente durante il viaggio), evitando sprechi, per esempio con il riutilizzo delle bottigliette di plastica acquistate o evitandone l’uso, riducendo il consumo di acqua ed elettricità e optando per soluzioni e mezzi di trasporto a basso impatto ambientale e il meno inquinanti possibile.

Tutti aspetti che rendono la comunicazione del proprio impegno verso la sostenibilità uno dei requisiti fondamentali nella scelta della meta o della struttura del proprio viaggio, nonché della soddisfazione verso la stessa. Fattori che dovrebbero obbligare a creare un’offerta ad hoc, che sappia donare la possibilità di vivere un viaggio all’insegna del rispetto dell’ambiente, tramite l’ottenimento di certificazioni di sostenibilità, servizi appositamente studiati e modalità di gestione più etiche e sostenibili. Seguendo questa nuova tendenza e diventando parte attiva della transizione ecologica, sarà possibile essere, in prima persona, promotori di una maggior attenzione e consapevolezza verso il bene più prezioso che abbiamo: il Pianeta Terra.

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Nel cielo di questo deserto sono comparsi oggetti luminosi

È successo all’improvviso, durante una sera d’autunno, che sfere scintillanti e altri oggetti sono comparsi nel cielo sopra il deserto illuminando tutto il territorio circostante con un’abbagliante e misteriosa luce.

Le fotografie, di quell’evento magico e incantato, hanno fatto il giro del mondo e sono giunte fino a noi. Ma a differenza di quello che la suggestione può evocare, non si tratta di fenomeni paranormali, né di una visita aliena sulla terra.

Quello che è successo a Hegra, la maestosa città nel deserto dell’Arabia nord-occidentale, è un vero e proprio spettacolo che ha incantato il mondo intero. A metterlo in scena è stato l’uomo che ha voluto così celebrare e valorizzare l’immenso patrimonio storico, culturale e paesaggistico che appartiene a questo luogo.

Benvenuti a Hegra, la maestosa città nel deserto

Per scoprire cos’è successo negli scorsi giorni, nel cielo sopra il deserto, dobbiamo recarci a Hegra, proprio lì dove le distese di terra rossa e di sabbia dorata, che si perdono all’orizzonte, sono attraversate dallo Scirocco. Sempre lì dove sono custodite alcune delle testimonianze più antiche della storia dell’intera umanità.

La bellezza di questo luogo è indiscutibile, non è un caso che Hegra sia il primo sito UNESCO Patrimonio dell’Umanità dell’Arabia Saudita. L’antica città, un tempo punto di riferimento del Regno dei Nabatei, si snoda su un’area di oltre 50 ettari e ospita più di 100 monumenti funerari in ottimo stato di conservazione. È possibile ammirare gli intagli e le decorazioni scolpite sugli affioramenti di arenaria che circondano il centro urbano fortificato, ed essere catapultati all’interno della grandiosità di un passato che non può essere dimenticato.

Hegra si trova ad appena 20 chilometri dalla città di AlUla, un luogo di straordinaria ricchezza culturale e naturalistica che si estende per oltre 20000 chilometri e che include oasi lussureggianti, deserti, montagne di arenaria e antichi siti culturali risalenti a migliaia di anni fa.

Perché oggi vi parliamo di Hegra, e di AlUla, è presto detto. Non solo perché questo straordinario territorio dell’Arabia Saudita merita un posto d’onore nelle nostre travel wish list, ma anche e soprattutto perché dal 13 al 15 ottobre una straordinaria e suggestiva opera di luce è comparsa nel cielo del deserto.

Si trattava del Drone Light Show di Hegra, uno spettacolo luminoso di immensa bellezza andato in scena in occasione dell’AlUla Wellness Festival, il primo di una serie di eventi di AlUla Moments, pensati per celebrare e valorizzare la storia, i segreti e il patrimonio di questa incredibile area.

Il festival di luci nel deserto di Hegra

Fonte: Ufficio Stampa

Il festival di luci nel deserto di Hegra

Il festival di luci nel deserto

Le foto diffuse a seguito del Drone Light Show di Hegra hanno incantato il mondo intero. Il 13, il 14 e il 15 ottobre, un’aquila si è alzata sopra la Tomba di Lyhian Figlio di Kuza, simulando il suo volo, e lasciando senza fiato tutti gli spettatori. Insieme all’animale sono comparse altre figure che hanno incantato lo sguardo di chi era lì, attraverso una perfomance luminosa incredibile fatta di Luce, immagini e suoni.

I movimenti, le apparizioni e le musica, tutto era in perfetta sintonia con il cielo e con la terra, gli stessi che oggi, esattamente come ieri, custodiscono i segreti, la storia e l’eredità della città antica e delle civiltà che un tempo la popolavano.

Drone Light Show di Hegra

Fonte: Ufficio Stampa

Drone Light Show di Hegra

 

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La Città Eterna regala un’altra incredibile scoperta

La Città Eterna non vuole proprio smettere di stupire, regalandoci scoperte che hanno davvero dell’incredibile. L’ultimo ritrovamento è avvenuto in uno dei quartieri più rinomati della nostra Capitale, durante i lavori per un cavidotto elettrico, e ha lasciato a bocca aperta anche gli archeologi. Una sorpresa che ci riporta ancora una volta indietro di millenni.

Scoperta l’antica via Salaria

Siamo in piazza Pitagora, nel quartiere Parioli a Roma, dove un tratto di una strada romana basolata, verosimilmente riconducibile all’antica via Salaria (‘Salaria Vetus’), è emerso durante le indagini archeologiche condotte sotto la direzione della Soprintendenza Speciale di Roma nell’ambito dei lavori per la realizzazione della nuova linea dell’alta tensione Nomentana-Villa Borghese. Ma non è tutto, perché sono stati rinvenuti anche i resti di un monumento funerario di età imperiale.

Questa non è di certo la prima scoperta che ci regala la Capitale in questo periodo. Il tratto emerso durante gli scavi si trova in perfetto stato di conservazione. Partiti mesi fa, gli scavi una volta giunti, a piazza Pitagora, sul luogo dove è avvenuto l’incredibile ritrovamento, si sono fermati di fronte a tanta bellezza e storia. Sono, infatti, tornati alla luce i ciottoli della Salaria Vetus, individuata per una lunghezza di circa 4 metri, e una larghezza di 4, che presenta ai lati parte delle originarie crepidine (marciapiedi). La strada emersa è orientata approssimativamente lungo la direttrice dell’odierna via Bertoloni.

Il monumento funerario emerso durante gli scavi

Il monumento funerario, tipico dell’antica via Salaria e delle grandi vie consolari, si affacciava direttamente sulla strada lungo il suo lato orientale. Nella tomba, probabilmente rimaneggiata in antico, sono stati trovate anche due lucerne della prima metà del III secolo d.C. e alcuni frammenti ossei. I rinvenimenti sono avvenuti tra 1 e 1,50 metri al di sotto dall’attuale manto stradale. Un’altra scoperta eccezionale fatta in Italia che potrebbe riscrivere la storia.

Gli scavi, condotti sul campo dagli archeologi Cesare Baglieri, Angela Conti e Viviana Petraroli della Tethys srl, con la direzione scientifica di Fabrizio Santi, archeologo della Soprintendenza Speciale di Roma, sono ancora in corso di svolgimento. L’obiettivo è la corretta individuazione dei reperti antichi e la loro tutela, ma anche raccogliere dati e informazioni scientifiche, consentendo la prosecuzione dell’opera nei tempi più rapidi possibile.

“Gli studiosi moderni hanno a lungo dibattuto sul percorso della Salaria Vetus: c’è chi ipotizza che, costeggiando la collina dei Parioli in direzione della via Flaminia, proseguisse fino al Tevere, altri invece ritengono che, all’altezza dell’attuale viale Rossini all’incrocio con via de Cavalieri, piegasse verso l’antico centro latino di Antemnae, l’attuale Monte Antenne. Questo rinvenimento è importante proprio perché ci aiuta a gettare luce sul tracciato di questa via romana”, ha spiegato Fabrizio Santi.

Facendo un salto nel IV secolo, scopriamo che il calendario liturgico Depositio Martyrum ricorda Sant’Ermete sepolto nel cimitero di Bassilla lungo la Salaria Vetus. Questa via, che non bisogna però confondere con la Salaria vera e propria, viene menzionata solo nelle fonti della tarda antichità e medioevali. Si tratta, tuttavia, di una strada più antica, attestata in epoca più tarda per la presenza di importanti complessi catacombali lungo il suo percorso.

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Perché questi parchi italiani sono i migliori di tutti

Dopo avervi raccontato quali sono le zone italiane più amate dai turisti e che hanno ricevuto il premio come migliori destinazioni di viaggio, oggi vogliamo parlarvi di un altro riconoscimento speciale: l’Oscar dell’Ecoturismo 2022.

Oscar dell’Ecoturismo 2022, chi ha vinto

L’Italia e gli italiani vanno sempre più verso un turismo green, sostenibile e responsabile. A sostenere quanto appena affermato è Legambiente che anche quest’anno ha assegnato gli Oscar dell’Ecoturismo, i premi dedicato a strutture ricettive, aree protette, network e progetti attenti all’ambiente, all’inclusività e alla valorizzazione della natura e dei territori.

A vincere un premio particolarmente speciale, ossia l’Oscar dell’Ecoturismo 2022, sono stati il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Le motivazioni sono piuttosto evidenti: “rappresentano un esempio positivo per la conservazione della natura e la salvaguardia di specie e habitat a rischio di estinzione e un modello virtuoso per lo sviluppo sostenibile delle comunità locali in particolare per il settore dell’ecoturismo di cui sono stati antesignani nel nostro Paese”.

Ma del resto, queste due meraviglie italiane quest’anno hanno unito le loro forze per festeggiare il loro primo secolo di vita confezionando un programma intitolato “Cento anni insieme per la natura” che prevede tantissime proposte tra eventi, esperienze, attività nella natura, così come convegni, incontri e approfondimenti dedicati allo sviluppo sostenibile e alla conservazione della biodiversità.

Gli altri premi assegnati

Nella categoria “Aree protette e naturalistiche” il Parco Nazionale del Vesuvio, che è un vero e proprio mondo di biodiversità da esplorare passo dopo passo, à stato premiato per aver dato vita alla Vesuvio-Ercolano Card, un innovativo circuito tra archeologia, tecnologia e natura. In poche parole, consiste in un biglietto unico per visitare il gran cono del vulcano, il MAV (Museo archeologico virtuale), le ville vesuviane e gli scavi di Ercolano.

A ricevere un Oscar anche l’Area marina protetta dell’Asinara. Questa meraviglia italiana è stata premiata per aver realizzato un sentiero subacqueo a Cala Reale attrezzato anche per persone non vedenti e con difficoltà motorie, con cime sommerse e placchette descrittive con scritte in braille nei punti di interesse.

Ma non è finita qui, perché il Parco Nord di Milano, oasi verde davvero eccezionale, è stato premiato per il suo Festival della Biodiversità, un’iniziativa nata nel 2007 per sensibilizzare sui temi della sostenibilità ambientale e della salvaguardia del pianeta.

Ulteriori Oscar dell’Ecoturismo 2022 sono arrivati per quattro spettacoli che si trovano nella provincia di Chieti, in Abruzzo: la Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci, sulla costa di questa splendida regione dalla spiaggia di Punta Penna alla foce fiume Sinello, la Riserva Naturale del Bosco Di Don Venanzio tra i comuni di Vasto e Pollutri, la Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro, uno dei pochi boschi litoranei sull’Adriatico, e il Giardino Botanico Mediterraneo di San Salvo Marina.

Il motivo di questo riconoscimento risiede soprattutto nel fatto che tutti e quattro hanno partecipato al progetto cicloturistico Costa dei Trabocchi mob con i Green HUB, i punti di noleggio biciclette a prezzo agevolato per escursioni su percorsi naturalistici che legano la costa all’entroterra.

Insomma, l’Italia è una vera e propria culla di meraviglie naturali da scoprire a passo lento.

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La ciclabile Garda by Bike arriva (finalmente) in Trentino

A sbalzo sul Lago di Garda, con una vista mozzafiato su uno degli scorci più pittoreschi d’Italia, la pista ciclabile Garda by Bike, inaugurata nel 2018, sta per essere ultimata, almeno nel suo tratto trentino.

Sì, perché la ciclopedonale – si può percorrere anche a piedi oltre che in bicicletta -, considerata la più bella d’Europa, dovrebbe, secondo il progetto, correre tutt’intorno al lago attraversando tre regioni: Lombardia, Trentino e Veneto.

La ciclabile Garda by Bike

La pista, che parte da Limone sul Garda, per ora arriva solo fino a Capo Reamol, nel bresciano, al confine con il Trentino-Alto Adige, poco più di 2 chilometri – ma bellissimi – con un’estensione prevista fino a 12.

Per costruire il primo tratto della Garda by Bike, che in parte è a strapiombo sull’acqua, c’è voluta un’impresa di acrobati che ha fatto uso di imbracature, cavi e persino di elicotteri per agganciare la sottile passerella di legno e acciaio alle pareti rocciose della montagna a 50 metri d’altezza, con un impatto anche visivo della struttura sull’ambiente minimo.

I lavori di estensione della pista stanno finalmente per partire e saranno conclusi entro il 2025, quando la ciclabile toccherà anche i primi Comuni trentini.

Dalla Lombardia al Trentino

Per realizzare la ciclabile sarà necessario intervenire a livello paesaggistico, ma senza danneggiare lo skyline che è unico al mondo. Ci saranno due nuove gallerie lungo la Strada Gardesana e sarà ripristinato il vecchio ponte ora in disuso che attraversa la valle del torrente Ponale.

L’anello delle tre regioni

Questo è solo un primo passo, se si pensa che dal 2018 poco è stato fatto su questa strada che sarebbe dovuta essere, in poco tempo, la più bella e panoramica d’Italia. L’obiettivo resta comunque il completamento dell’anello delle tre regioni, per un totale di 166 km, ma per questo bisognerà aspettare ancora qualche anno.

Speriamo non troppi, vista la forte attenzione che oggi si sta dando alla mobilità sostenibile e al successo che questo modo di spostarsi, ma anche di viaggiare, sta avendo.

Una volta ultimata, la Garda by Bike sarà a sua volta collegata con altre ciclabili già esistenti. Prima fra tutte la Ciclovia del Sole, un itinerario di oltre 2.000 km che unisce il Brennero con Santa Teresa di Gallura, in Sardegna, e che attraversa ben undici Regioni.

E poi la Ciclovia del Vento, la dorsale cicloturistica del Po, in una rete di percorsi che abbracceranno lo specchio d’acqua unendo le sponde del lago e, nei prossimi anni, offrirà una rete di lunga percorrenza su scala nazionale di oltre mille chilometri.

Se quest’opera ingegneristica è diventata già un’attrazione turistica di primo piano per l’Alto Garda, nei prossimi anni siamo certi che trasformerà tutta la zona in un vero e proprio paradiso per gli amanti del cicloturismo di tutta Europa, che già in gran numero visitano il lago ogni anno, anche fuori stagione.

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Giornata Europea dei Parchi Letterari: gli imperdibili

Giunge all’ottava edizione la Giornata Europea dei Parchi Letterari, l’appuntamento autunnale che unisce idealmente numerosi luoghi di identità culturale e naturalistica, fonti di ispirazione per poeti, scrittori e artisti. L’evento avrà luogo domenica 23 ottobre con letture, incontri, percorsi naturalistici e letterari, articoli, case museo, mostre, persone, luoghi e ricette che hanno ispirato alcune tra le più belle pagine della letteratura.

Un lungo e affascinante percorso che si pone come obiettivo quello di offrire al lettore “una chiave di lettura che stimoli la visita di luoghi altrimenti considerati solo per il loro panorama: un viaggio reso reale e attuale dall’incontro con personaggi viventi che introducono a un racconto inseparabile dalla località che li ospita”, spiega il presidente dell’associazione Stanislao de Marsanich. Ecco quali sono le tappe imperdibili.

Da Virgilio a Deledda, un viaggio nella letteratura

Nel duecentesimo anno dell’Amministrazione forestale italiana e nel centenario della prima “Legge sul Paesaggio” promossa da Benedetto Croce, anche in questa edizione il lungo viaggio inizierà celebrando la natura di “Georgiche e Bucoliche” presenti nel paesaggio di Borgo Virgilio, nel cui territorio si trova Pietole, l’antica Andes dove nacque il celebre poeta nel 70 a. C.

A Galtellì, in provincia di Nuoro, la kermesse chiuderà i festeggiamenti per i 150 anni di Grazia Deledda, nel Parco Letterario che porta il nome dell’unica donna italiana insignita del Nobel per la letteratura. Vi si può ‘leggere’ il territorio attraverso gli occhi della scrittrice lungo un percorso fatto di ricordi e fantasia, ritrovando intatti i luoghi in cui è ambientato il suo famoso romanzo “Canne al vento”.

Parchi Letterari: le altre tappe imperdibili

Il campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, in provincia di Cosenza, è oggi il centro del Parco Letterario Ernst Bernhard, immerso in un territorio unico per memorie storiche, tradizioni e ricchezze ambientalistiche. A Recanati, si sale, invece, sul Monte Tabor per ammirare con gli occhi di Giacomo Leopardi la riviera del Conero e i colli dell’Infinito oltre la siepe di ligustro, mentre il Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei e la Cooperativa di guide naturalistico-ambientali “A perdifiato” invitano a una escursione letteraria nel cuore di Torreglia.

A Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, si passeggia accompagnati dai versi di Andrea Zanzotto. Nino Chiovini e Giuseppe Dessì sveleranno, invece, “La maestà dei monti e la solennità degli alberi” dal Parco Nazionale della Val Grande (Verbania) e da Villacidro in Sardegna.

A Ostia si celebra la Giornata Europea dei Parchi Letterari nel sito dove venne realizzato dallo scultore Mario Rosati un monumento a ricordo del tragico evento che spezzò la vita di Pier Paolo Pasolini, e si scoprirà che cultura e ambiente insieme sono fondamentali nel lavoro di recupero e sviluppo di un territorio.

Anche il Parco Letterario “Gabriele d’Annunzio” di Anversa degli Abruzzi aderisce all’evento, mentre nei borghi di Raiano e Montenerodomo si parlerà di Benedetto Croce, padre delle prima legge italiana sulla tutela del paesaggio. Nel Parco Letterario Eugenio Montale e delle Cinque Terre, i visitatori impareranno a conoscere e conservare la biodiversità e i valori del paesaggio naturale e culturale. Nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, nell’Appennino tosco-romagnolo, si viaggerà con le fate, gli orchi, le principesse, i soldati e i santi di Emma Perodi.

E ancora, si ripercorreranno “Gli angoli magici, i luoghi dell’ispirazione di grandi autori e poeti” ospitati nel Parco di Monza dalla Regina Margherita e nel Giardino di Ninfa (il più bello del mondo secondo il New York Times) da Marguerite Chapin Caetani. Infine, una Basilicata meravigliosa anche in autunno inoltrato si svelerà ai visitatori con Federico II a Melfi, Isabella Morra a Valsinni, Albino Pierro a Tursi, Francesco Mario Pagano a Brienza, Francesco Lomonaco a Montalbano Jonico e Carlo Levi ad Aliano.