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Scoprire le bellezze in battello lungo la Linea delle Delizie

Con l’arrivo della primavera, non vediamo l’ora di stare all’aria aperta. Il weekend è il momento ideale per organizzare una gita, anche solo appena fuori porta, in famiglia o in compagnia di amici.

Ce ne sono alcune, nuovissime, che uniscono attività open air e cultura. Che fanno scoprire, senza andare troppo lontano, luoghi mai visti prima d’ora.

Sono le nuove navigazioni lungo il Naviglio Grande, alle porte di Milano, lungo quella che è stata definita la Linea delle Delizie. Si chiama così perché, navigando a bordo di battelli, si costeggiano splendide ville d’epoca, ville di delizia, appunto, sorte un tempo come case vacanza dell’aristocrazia e della borghesia milanese, la nostra “gilded age” insomma.

In battello sul Naviglio Grande

I nuovi itinerari lungo il Naviglio Grande

Ci sono tre bellissimi itinerari che partono da Boffalora sopra Ticino, un Comune alle porte del capoluogo che si trova all’interno del Parco lombardo della Valle del Ticino, attraversato dal Naviglio che lo divide in parte alta e parte bassa. Il ponte di Boffalora, che confina con il Piemonte, è uno dei tratti più caratteristici del paese e ne racconta la storia. Fu voluto nientemeno che da Napoleone Bonaparte al fine di agevolare i collegamenti tra la Francia e l’Italia. I barconi che partono da qui navigano verso il Villaggio del Rubone, un luogo molto particolare e ricco di fascino, un tempo abitato da una comunità autonoma. Ancora oggi si scorge una torre del Quattrocento, l’ultima sopravvissuta tra le torri costruite per controllare le vie d’acqua.

Un altro itinerario conduce invece a Castelletto di Cuggiono, un paese che sembra rimasto fermo nel tempo. Qui ci hanno girato alcune scene del film “L’albero degli zoccoli” del 1978 di Ermanno Olmi, dove sono state riprese alcune delle vie storiche acciottolate, la piccola chiesa parrocchiale, il ponte seicentesco, l’imbarcadero-lavatoio e il maestoso Palazzo Clerici, appartenuto a una ricca famiglia di banchieri, che sorge proprio lungo il Naviglio e che si può ammirare durante la navigazione. Ancora oggi la grandiosa scalinata barocca scende dalla villa fino alle acque del Naviglio. Serviva come imbarcadero per i nobili che vi attraccavano per poi giungere comodamente alla villa, evitando di attraversare il borgo.

Un altro ancora porta i visitatori verso Cassinetta di Lugagnano, anch’esso diviso in due dal corso d’acqua. Il nucleo più antico del paese è quello di Lugagnano, sulla sponda destra del Naviglio, dove i primi insediamenti risalirebbero addirittura all’epoca romana. Il paese era anche arroccato intorno a un castello circondato da un fossato, a testimonianza di quanto la sua posizione fosse strategica. Ma il vero patrimonio di Cassinetta di Lugagnano sono le splendide ville di delizia che ancora oggi si possono ammirare, legate ai nomi delle grandi famiglie milanesi (Visconti, Mantegazza, Castiglioni, Parravicini, solo per citarne alcuni). Queste “case da nobile” costituivano indubbiamente per i proprietari un punto di riferimento, che consentiva loro di effettuare periodici controlli sulla gestione dei terreni da parte dei fittavoli. Ma, poiché la zona di Cassinetta possedeva molte attrattive paesaggistiche, venivano usate soprattutto per la villeggiatura.

Tra le più belle, Villa Birago-Clari-Monzini, restaurata di recente o ora abitazione privata (il bello infatti sta più che altro all’interno), ma anche Villa Visconti, che spunta dalle acque con la sua maestosità e il suo colore giallo, quello della Milano settecentesca, e il meraviglioso giardino, e poi ancora Palazzo Krentzlin, appartenuto a una famiglia nobile, o Casa Spirito, anch’essa recentemente restaurata, e Villa Castiglioni-Nai-Bossi, dietro il cui cancello di ferro battuto si possono vedere i porticati, i balconi decorati e gli affreschi.

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Villa Visconti a Cassinetta di Lugagnano

Non tutte le ville di delizia si trovano lungo il Naviglio, però. Per ammirarle bisognerebbe scendere dal battello oppure tornare per un’altra gita, magari in bicicletta.

Altre minicrociere partono da Robecco sul Naviglio, quasi in Piemonte, una cittadina che a partire dal XVI secolo conobbe il suo massimo splendore per il fatto che molte famiglie nobili milanesi lo scelsero per costruirvi le loro residenze di campagna. Ville gentilizie appartenute ai Barzi, ai Casati, agli Archinto e ai Borromeo.

La più famosa visibile dal Naviglio è infatti Villa Gaia o Villa Borromeo Visconti Biglia Confalonieri Gandini, la più grande delle ville conservatesi nel borgo. Il nome “Gaia” le venne dato alla fine del ‘400 in quanto fu luogo dei divertimenti di Ludovico il Moro. Poi c’è Palazzo Archinto, detto anche “il castello”, che però non fu mai terminato. Oggi ospita il Museo del Naviglio Grande.

Da Robecco si può andare anche a Ponte Vecchio, un borgo tagliato in due dal Naviglio, lungo il quale sorgono alcune bellissime ville storiche come Villa Castiglioni, costruita nel ‘600 nei pressi del ponte sul Naviglio Grande e la Riserva Naturale “La Fagiana”, una riserva di caccia voluta da re Vittorio Emanuele II di Savoia, che comprende un grandioso complesso al centro di un altrettanto maestosa tenuta che allora si estendeva per 1574 ettari.

Infine, una piccola crociera passa anche attraverso il borgo di Castelletto di Abbiategrasso o Castelletto (su una sponda) Mendosio (sull’altra) per arrivare a Cassinetta di Lugagnano. Questo borgo, rimasto intatto com’era una volta, è stato anch’esso protagonista del film di Olmi per simulare la Darsena di Milano di fine ‘800. Lungo il Naviglio s’affaccia Palazzo Cittadini Stampa, dove oggi vengono organizzati eventi, e la casa del Guardiano delle acque che, nonostante non sia una casa di delizia, è comunque molto interessante per la sua importanza storica.

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Castelletto Mendosio, lungo il Naviglio Grande

 

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La Tour Eiffel è più alta e no, non è un effetto ottico

Sono 133 gli anni della Tour Eiffel e a guardarla così, in tutto il sui massimo splendore, possiamo dire che se li porta davvero bene. L’iconico monumento parigini, entrato ormai nell’immaginario collettivo del mondo intero come simbolo di bellezza e romanticismo, torna a far parlare di sé, anche se in realtà non ha mai smesso di farlo.

La sua presenza, infatti, definisce e arricchisce in maniera univoca lo skyline di Parigi da oltre un secolo diventando l’elemento scenografico d’eccellenza del paesaggio urbano della città, nonché terrazza preferita dai viaggiatori e dai cittadini per ammirare le stelle e tutta la Ville Lumière dall’alto.

E ora proprio alle stelle le torre francese è più vicina perché è cresciuta di ben sei metri raggiungendo quindi i 330 metri di altezza totale rispetto ai 324 di prima. E no, se ve lo state chiedendo, non si tratta di un effetto ottico. Ecco cosa è successo.

La Tour Eiffel è sempre più alta

Alcuni giorni fa, un elicottero ripreso in diretta nazionale, è apparso nei cieli di Parigi in direzione Tour Eiffel. Cittadini, turisti e vacanzieri, e chiunque si trovasse in città in quel momento, non ha potuto fare a meno di osservare quello che stava succedendo.

Il velivolo, avvicinatosi alla torre più famosa della Francia, ha aggiunto alla sua sommità l’ultimo tassello, almeno per il momento, dell’iconico simbolo parigino. Si tratta di un’antenna DAB+ che consentirà la copertura radio digitale sulla capitale e sulla regione dell’Ile-de-France.

Questa nuova punta della Dama di ferro, cambiata altre tre volte nel corso della sua straordinaria esistenza, è alta circa sei metri. La sua presenza, quindi, rende la Tour Eiffel ancora più alta e possente con un totale di 330 metri di altezza.

La scelta di collocare l’antenna radio digitale in cima al monumento, è molto più di una scelta funzionale. Si tratta infatti di restituire alla Dama di ferro un collegamento diretto al suo passato e alle sue origini di sperimentazione tecnologica e scientifica.

Perché la Tour Eiffel ci piace così tanto

Progettata da Gustave Eiffel per l’esposizione universale del 1889, inconsapevole che questa sarebbe diventata il simbolo della città e del Paese intero, la Tour Eiffel è oggi una delle architetture più romantiche, straordinarie e visitate del mondo intero.

Quella immaginata dall’ingegnere francese doveva essere un’opera temporanea da smantellare dopo vent’anni, ma fu tenuta in vita per la sua funzione di antenna radio e per la sua bellezza che aveva già rapito cittadini e viaggiatori da tutto il mondo.

Dopo il grande restyling dello scorso anno che ha colorato la torre in oro in vista delle Olimpiadi che si terranno nella capitale nel 2024, che ha tinto la torre del colore dell’oro proposto da Gustave Eiffel durante la progettazione, il simbolo di Parigi è cresciuto, avvicinandosi ancora di più alle stelle e diventando, se è possibile, ancora più bello.

Abbiamo quindi un altro motivo per amare la Tour Eiffel oggi. Se volete però ammirarla in tutto il suo magico splendore, ricordatevi di fissare lo sguardo su di essa all’una di notte. È questo il momento in cui 20000 luci scintillanti si accendono per l’ultima volta per dare il saluto alla città.

 

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In questo palazzo svelate le stanze segrete del re

Una scala a chiocciola conduce in un ambiente mai visto prima. Per anni è rimasto celato agli sguardi indiscreti dei visitatori che ora, invece, potranno accedervi e scoprire luoghi inediti che raccontano la storia d’Italia, e anche qualche curioso aneddoto.

Stiamo parlando delle stanze segrete del re che si trovano all’interno della palazzina di caccia di Stupinigi, nel Comune di Nichelino, in provincia di Torino. Eretta per la famiglia Savoia tra il 1729 e il 1733 su un progetto dell’architetto della casa reale Filippo Juvarra, fa parte del circuito delle residenze sabaude del Piemonte e, nel 1997, è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Dal 26 marzo e fino al 6 novembre, la Fondazione Ordine Mauriziano organizza delle visite guidate straordinarie alla scoperta di alcuni spazi segreti della palazzina, solitamente chiusi al pubblico.

Non a caso il progetto si chiama Passepartout, perché apre le porte a luoghi sconosciuti finora. Per un weekend al mese sono tre in particolare gli spazi a cui i visitatori potranno accedere per la prima volta in assoluto.

Le stanze segrete svelate

C’è l’appartamento di ponente di re Carlo Felice, che fu re di Sardegna e duca di Savoia a partire dal 1821. Opposto allo speculare appartamento di levante, l’appartamento – in attesa di restauro – è l’insieme delle stanze appartenute al re e alla duchessa Cristina di Borbone. Gli spazi vennero ampliati sotto la direzione di Benedetto Alfieri nel XVIII secolo per accogliere le stanze di Vittorio Emanuele, duca d’Aosta e figlio di re Vittorio Amedeo III e sono affrescate con scene di caccia. Il nome di questo tour è “Le stanze chiuse del re”.

Ci sono gli ambienti nascosti della servitù, che comprendono corridoi e passaggi segreti, serviti per divincolarsi nel dedalo di stanze e per raggiungere, senza quasi farsi notare dai padroni di casa, le sale e gli appartamenti privati. Il tour si chiama “Dietro le porte segrete”.

E, infine, il “Sotto il cervo”, che porta alla balconata che s’affaccia sul salone centrale e poi, dopo aver salito una cinquantina di gradini di una stretta scala a chiocciola, sulla sommità della cupola di Juvarra, da cui si può notare l’originale forma a barca rovesciata della cupola sotto il cervo, simbolo della palazzina, e godere di una vista a 360 gradi che arriva fino a Torino. Questo tour si chiama “Sotto il cervo”.

Un po’ di storia

La palazzina di caccia di Stupinigi è tra i più bei monumenti di Torino. Fu costruita per essere una residenza per la caccia e per ospitare le feste dei Savoia. Tra i complessi settecenteschi europei, è tra le più spettacolari. È stata riaperta al pubblico solo qualche anno fa, dopo importanti lavori di restauro, e oggi è un vero e proprio museo, con i suoi arredi originali, i dipinti e i capolavori d’ebanistica.

Le visite solitamente cominciano dalla settecentesca Scuderia Juvarriana, dove si trova la scultura originale del cervo di Francesco Ladatte. Attraverso la biblioteca e l’antibiblioteca si giunge al salone centrale, cuore della palazzina, una sala ellittica posta all’intersezione della croce di Sant’Andrea (che ospita gli appartamenti reali). Da qui si accede all’appartamento del re, a quello della regina, all’anticappella e alla Cappella di S. Uberto, fino a raggiungere l’appartamento di levante destinato ai Duchi del Chiablese. Alla fine del percorso si raggiunge la Sala da gioco, in cui l’arredo segue il duplice filone delle cineserie e dei mobili dedicati allo svago. C’è infine il parco storico, un giardino progettato nel 1740 da Michel Benard sul modello dei giardini francesi.

Info utili

Le prima visite guidate iniziano il 26-27 marzo con “Le stanze chiuse del re”. Si prosegue con “Dietro le porte segrete”, il 24-25 aprile e il 29-30 ottobre e, infine, con “Sotto il cervo”, in programma il 28-29 maggio e il 24-25 settembre.

Per prendere parte alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione. Per le visite “Dietro le porte segrete” e “Sotto il cervo” i visitatori saranno muniti anche di caschetto di protezione.
Le visite sono limitate a un numero massimo di dieci – fortunati – ospiti.

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La palazzina di caccia di Stupinigi

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Tour nei paradisi terrestri come William e Kate

Paradiso tropicale per eccellenza, i Caraibi sono tra le destinazioni preferite da tutti coloro che cercano un’avventura esotica. Spiagge incantevoli, mare cristallino e tanto relax: i panorami caraibici sono davvero mozzafiato. Ma c’è molto di più. Scopriamo alcune splendide attrazioni da visitare, seguendo il tour ufficiale di William e Kate che inaugura la primavera 2022.

Sulle tracce di William e Kate, nel cuore dei Caraibi

Dopo due anni di pandemia, anche la Royal Family torna a viaggiare. Questo, per William e Kate, è il primo tour ufficiale da quando ha avuto inizio l’emergenza sanitaria. E li ha condotti nientemeno che ai Caraibi, tra bellezze incredibili e avventure uniche. I Duchi di Cambridge hanno, naturalmente, una serrata agenda di impegni da rispettare anche oltreoceano, ma possiamo prendere spunto da alcune delle loro tappe più suggestive per organizzare un viaggio alla scoperta di un’oasi tropicale dal fascino sensazionale.

Il tour di William e Kate ha avuto inizio in Belize, piccolo Paese dell’America Centrale affacciato sul mar dei Caraibi. Ovviamente, ad essere rinomate sono principalmente le sue spiagge. Ma questa è anche la meta ideale per chi ama le immersioni subacquee: è al largo delle sue coste che si trova la seconda più grande barriera corallina al mondo, chiamata Belize Barrier Reef. E nel suo cuore è possibile tuffarsi nelle acque incredibilmente scure del Great Blue Hole, un’enorme dolina profonda ben 123 metri che rappresenta il vero paradiso per i sub più esperti.

La seconda tappa della Royal Family è la Giamaica, luogo dove la musica scorre potente. Per questo i Duchi hanno approfittato dell’occasione e si sono recati a Trenchtown, uno dei quartieri più eclettici della capitale Kingston. Possiamo imitarli, andando alla scoperta di quell’atmosfera suggestiva che solo qui si può respirare. È infatti tra queste viuzze che è nato il reggae: Bob Marley ha trascorso la sua infanzia tra le baracche del quartiere, e ancora oggi i bonghi risuonano travolgenti regalandoci emozioni uniche.

Avventure incredibili alle Bahamas

Ma la tappa più affascinante del viaggio caraibico di William e Kate è senza dubbio quella alle Bahamas. Incantevole perla esotica, l’arcipelago è il luogo perfetto per concedersi non solo lunghe giornate di relax al mare, ma anche qualche avventura davvero incredibile. Come, ad esempio, andare alla scoperta del campo di ananas di Lady Di. No, non ha nulla a che vedere con la celebre Principessa, bensì con una donna speciale (anch’essa di nome Diana) che ha dato vita ad una piantagione di ananas dolcissimi, ad Eleuthera. E si mette a disposizione per tour che hanno lo scopo non solo di mostrare tradizioni e cultura locali, ma anche di assaporare un prodotto delizioso.

E ancora, per chi vuole davvero vivere l’atmosfera più autentica delle Bahamas, si può prendere parte al progetto People-to-People. Ciascun turista viene abbinato ad un volontario locale, per un tour alla scoperta di 10 diverse isole di cui esplorare usi, costumi e… piatti tipici. Chi ha invece voglia di un po’ di sano divertimento, può approfittare dell’Acquaventure Water Park, splendido parco acquatico con vista mozzafiato sulle spiagge di Nassau. Decine di scivoli d’acqua, piscine per ogni esigenza e – per un completo relax – cabine private dotate di un’infinità di servizi.

Bahamas

Bahamas

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Dormire in una biosfera sospesa in mezzo alla natura

E se vi dicessimo che da questa primavera potrete dormire in un alloggio sospeso tra cielo e terra e completamente immerso nella natura più selvaggia e autentica? Un sogno a occhi aperti, penserete senz’altro voi, che però diventa reale grazie alla nuova stanza d’hotel Biosphere.

Ci troviamo in Svezia, e più precisamente nella Lapponia svedese, nella terra dei grandi spazi che si perdono a vista d’occhio. Un luogo di fascino e suggestione immensa che ci permette di ammirare il sole a mezzanotte, di contemplare le meraviglie create da Madre Natura in tutta la loro autenticità e di vivere esperienze incredibili.

Birdwatching, bagno nella foresta, meditazione, queste sono solo alcune delle attività preferite dai viaggiatori che scelgono di raggiungere questo microcosmo di meraviglie che è la terra svedese. E ora abbiamo un altro motivo per raggiungerla già da questa primavera: una piccola biosfera sospesa tra cielo e terra e immersa completamente nella natura. Pronti a scoprirla?

Biosphere, Treehotel

Biosphere, Treehotel

L’albergo diffuso nella foresta

Appena superato il confine che ci porta tra le terre selvagge della Lapponia svedese, troviamo un luogo fuori dall’ordinario, un albergo diffuso nella foresta. Qui, tra gli alberi che svettano maestosi verso il cielo, diversi alloggi si snodano e si integrano perfettamente con il territorio circostante.

Sono le case sugli alberi del Treehotel, una delle strutture alberghiere più amate del Paese perché è qui che i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo giungono per trovare quel contatto primordiale con la natura.

Progettato nel 2010 da Kent e Britta Lindvall, questo complesso è un vero e proprio rifugio di pace e armonia dove per ritrovare se stessi contemplando la natura dalle abitazioni sospese sugli alberi. È possibile scegliere tra i diversi alloggi nella foresta, tutti con un particolare design che prende in prestito i colori e le forme dal territorio circostante.

C’è una stanza che imita un nido d’uccelli, una che ricorda il nido d’ape e un cubo di specchi che sembra sparire tra gli alberi e la natura.

Ai sette alloggi già esistenti sul territorio se ne è aggiunto un altro, un’ottava meraviglia sapientemente introdotta nella foresta. Il suo nome è Biosphere ed è una struttura sferica interamente ricoperta di casette per gli uccelli.

Biosphere, Treehotel

Biosphere, Treehotel

Nasce Biosphere, la nuova stanza nella foresta

A partire dal mese di maggio 2022 sarà possibile dormire in questa stanza d’hotel incastonata nella natura della Lapponia svedese.

L’alloggio, sospeso tra gli alberi, presenta una forma sferica che affascina, ma è la presenza di 350 casette per uccelli disposte intorno alla struttura che rende questa stanza unica nel suo genere.

Biosphere è stata progettata da Bjarke Ingels, architetto dello studio BIG, in collaborazione con l’ornitologo Ulf Öhman che si è occupato di disporre all’esterno le case per gli uccelli in modo che queste possano attirare e ospitare diverse specie.

Gli interni dell’alloggio, invece, sono suddivisi in due livelli per un totale di 34 metri quadrati. Gli ospiti, che accedono alla struttura attraverso una passerella sospesa, possono interagire con la natura circostante e praticare birdwatching da ogni prospettiva.

Basterà uno sguardo al pavimento, al soffitto o alle pareti per osservare l’attività degli uccelli e vivere l’esperienza più profonda a contatto con la natura.

Biosphere, Treehotel

Biosphere, Treehotel

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In Italia è avvenuta una scoperta “sacra”

L’Italia vanta millenni di storia. Così tanti che sono ancora molti i segreti che nasconde. Negli ultimi giorni, per esempio, è avvenuta una scoperta davvero importante e che può persino essere definita “sacra”: un tratto del nostro Paese che si riteneva fosse un porto militare, in realtà è tutta un’altra cosa.

Mozia, l’isola con una delle più grandi piscine sacre del Mediterraneo

Siamo in Sicilia e più precisamente a Mozia, un’isola situata nella laguna delle saline dello Stagnone di Marsala (TP), che è un’antica colonia fenicia. Proprio da queste parti diversi studi archeologici hanno fatto affiorare nel corso del tempo numerosi tesori, tanto da diventare una delle attrazioni più suggestive dell’intera regione.

Qui sorge il Kothon, ossia un bacino idrico utilizzato all’interno dei porti fenici che per molto tempo si è creduto fosse un porto militare. Le ultime ricerche condotte dalla Sapienza Università di Roma e dalla Soprintendenza regionale per i beni culturali e ambientali di Trapani, hanno invece dimostrato che il bacino artificiale non è quello che si pensava, ma bensì una piscina sacra di 2500 anni fa.

Net dettaglio: gli esperti suggeriscono che sia stato usato nelle cerimonie religiose di quell’epoca, dopo essere stato aggiunto alla città insulare di Motya quando fu ricostruito nel 550 a.C a seguito di un attacco dell’antica Cartagine.

Il bacino fu rivenuto nel 1920 e, dal momento che a Cartagine c’era una struttura simile chiamata proprio Kothon, anche quello dell’isola siciliana fu identificato per la prima volta come un porto militare artificiale. Ma la verità è che il bacino di Mozia era parte di uno dei più grandi complessi religiosi dell’antico Mediterraneo. Ma non solo. Esso collegava i coloni fenici con i culti delle loro terre d’origini. Infine, sarebbe persino stato utile per studiare le posizioni delle stelle e dei pianeti.

Una scoperta davvero importantissima avvenuta grazie alla continuazione degli scavi archeologici su questo territorio e che è stata pubblicate sulla rivista Antiquity dell’Università di Cambridge, oltre a essere stata ripresa dalle più importanti testate di tutto il mondo.

Le spiegazioni degli addetti ai lavori

L’archeologo Lorenzo Nigro, dell’Università La Sapienza di Roma, ha spiegato che questa era la più grande piscina sacra conosciuta dell’antico mondo Mediterraneo. La piscina e i tre templi vicini erano allineati con le posizioni delle stelle e delle costellazioni specifiche in giorni chiave dell’anno, come i solstizi d’estate e d’inverno. Ciascuno dei corpi celesti era associato a un particolare dio fenicio.

Di notte, la superficie riflettente della piscina, che era leggermente più lunga e più larga di una piscina olimpionica, veniva usata per fare osservazioni astronomiche segnando la posizione delle stelle con dei pali.

Le scoperte del puntatore di uno strumento di navigazione in un tempio e la statua consumata di un dio egizio associato all’astronomia, trovata in un angolo della piscina, supportano questa possibilità.

Per un secolo si è pensato che il Kothon di Mozia fosse un porto, ma nuovi scavi hanno cambiato drasticamente la nostra interpretazione – ha sottolineato NigroEra una piscina sacra al centro di un enorme complesso religioso“.

Sospetti che sono sorti a seguito di alcune ricerche che avevano portato alla luce un Tempio di Ba’al sul bordo del Kothon di Mozia, anziché gli edifici portuali previsti.

Abbiamo quindi scoperto che non poteva essere utilizzato come porto: non era collegato al mare ma era alimentato da sorgenti naturali – ha aggiunto lo scienziato – Il team ha anche scoperto altri templi che fiancheggiano il Kothon, insieme a stele, altari, offerte votive e un piedistallo al centro del lago che un tempo conteneva una statua di Ba’al. Nel loro insieme, questi elementi indicano che non era un porto, ma una piscina sacra al centro di uno dei più grandi complessi culturali del Mediterraneo preclassico“.

scoperta piscina sicilia

La piscina sacra di Mozia

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È il più bel giardino di glicini d’Italia, un vero spettacolo

Dopo due primavere in cui questi giardini sono rimasti chiusi al pubblico, si può tornare ad ammirare la spettacolare fioritura dei profumatissimi glicini, considerata la più importante e bella in Italia. Durante le due ultime stagioni, si sono potuti vedere solo virtualmente attraverso i attraverso i social, ma ora tutto è pronto per accogliere di nuovo i visitatori, per vivere dal vivo, con visite guidate, l’esperienza della fioritura.

I giardini di Villa della Pergola

A partire dal 26 marzo, riaprono le porte ai visitatori i giardini di Villa della Pergola ad Alassio. Ogni anno, da marzo a fine aprile, questi giardini cambiano volto grazie all’esplosione di colori e di profumi dei tanti esemplari di glicini e non solo.

Passeggiando nel parco e tra le pergole, spettacolari cascate color glicine, rosa e bianco diffondono un profumo inebriante creando una scenografia davvero suggestiva.

Con il loro affaccio impareggiabile sul Golfo di Alassio e sull’isola Gallinara, i giardini affondano le radici alla fine dell’Ottocento, quando Alassio e tutta la Liguria erano meta di visitatori provenienti da tutto il mondo, e consistente era la comunità inglese.

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I glicini dei giardini di Villa della Pergola @Matteo Carassale

William Scott, già nel 1906, li definiva “una delle meraviglie della Riviera, degno rivale dei giardini di Sir Thomas Hanbury a La Mortola. Oggi fanno parte dei 150 Grandi giardini italiani, della “Garden Route Italia” e dell’Associazione parchi e giardini italiani (APGI) e ospitano una flora mediterranea ed esotica sempreverde proveniente da ogni angolo del mondo.

Ogni mese ha il suo fiore

Pini marittimi, mandorli, ulivi, e poi cipressi, cedri del Libano, lecci e jacarande, ma anche esemplari unici di palme canariensis. In ogni periodo dell’anno, nei giardini di Villa della Pergola sbocciano differenti varietà di fiori o si possono trovare frutti sugli alberi, perché ogni stagione è di per sé diversa.

Chi visita i giardini a marzo riconosce soprattutto glicini, iris e rose. Ad aprile, oltre a glicini e rose ci sono anche gli agrumi, una quarantina di varietà. Maggio è il mese della lavanda e delle ninfee, mentre giugno quello del fior di loto, delle ortensie Annabelle, quercifoglie e delle ninfee tropicali. A luglio e agosto si possono ammirare oleandri, hibiscus, strelizie Nicolai, loti e canna indica. Tra agosto e settembre spuntano oleandri, lantane e ibiscus, mentre in autunno è tempo di dalie.

Accompagnati da guide specializzate, i visitatori possono ammirare le migliaia di specie di fiori e piante che abbelliscono i giardini, tra rarità ed esemplari unici come la Wollemia nobilis, una pianta preistorica, venuta dal passato, presente in meno di cento esemplari al mondo o la straordinaria collezione di Opuntiae e Cactacee tra cui alcune rare e affascinanti come il Myrtillocactus geometrizans crestatus o ancora la collezione di rose, al massimo dello splendore proprio in questo periodo.

Passeggiando per i viali dei giardini, ci s’imbatte nel boschetto dei mirti secolari, spettacolari esemplari dalle rarissime bacche bianche, e ci si inoltra nell’agrumeto, con la collezione di più di 30 varietà tra specie locali come il Chinotto di Savona (presidio Slow Food) e altre come il Pomelo, il Citrus gigantis, il Cedro mano di Buddha, l’Arancio trifoliato, unico agrume a foglia caduca in natura, o il Murraya paniculata, più piccolo agrume al mondo.

Ma anche le fioriture di lavanda, iris, gerani che illuminano il parco con uno spettacolo di colori, come la Caesalpinia (Poinciana) japonica con il suo giallo acceso o l’Eritrina cristagalli, chiamata anche “albero del corallo” per il color rosso abbagliante dei fiori che ricordano, nella forma e nel colore, la cresta di un gallo.

E poi, è facile imbattersi nella fauna che abita i giardini, dagli scoiattoli ai ricci alle molte specie di uccelli, tra cui una coppia di falchetti e la loro nidiata.

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Il panorama sul Mar Ligure dai giardini @Matteo Carassale

Cosa c’è di nuovo

Durante la fase di restauro dei giardini di Villa della Pergola, un’attenzione particolare è stata dedicata al recupero, alla conservazione e alla creazione delle rinomate collezioni botaniche, tra cui quella dei glicini, che conta ben 34 varietà, a cui se ne stanno aggiungendo 15 nuove, per la più importante collezione italiana.

Il restauro e la creazione di nuove pergole hanno permesso, infatti, di dare nuova vita alla collezione di questi affascinanti fiori, già particolarmente amati dalla famiglia Hanbury: la fioritura era per loro così importante che veniva celebrata ogni anno con un “Wisteria Party“, organizzato da Ruth, moglie di Daniel, a cui erano invitate le autorità cittadine di Alassio e la comunità inglese.

Le visite guidate

Il parco di Villa della Pergola è aperto tutti i giorni da marzo a novembre, tranne il lunedì, con quattro turni di visite: 9.30, 11.30, 15.00, 17.00. In occasione dei due lunedì del 18 aprile (Pasquetta) e del 25 aprile i giardini saranno straordinariamente aperti, rimanendo chiusi il martedì seguente (19 e 26 aprile).

Il biglietto d’ingresso intero costa 12 euro, ridotto 10 euro, ragazzi dai 12 ai 18 anni 6 euro mentre è gratuito per i bambini da 0 a 11 anni. Da quest’anno è attiva la biglietteria online per poter prenotare la visita guidata. Fino al 31 marzo, l’accesso è consentito previa presentazione di Green Pass rafforzato, in attesa delle nuove eventuali disposizioni di legge.

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I giardi di Villa della Pegola @A. Le Mure

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Riapre il parco di tulipani più bello del mondo. Ed è pura magia

Se i tulipani sono il simbolo dell’Olanda, questo parco ne è il cuore assoluto. E sta per riaprire i cancelli al pubblico, ansioso di tornare ad ammirare milioni di specie di tulipani di ogni forma e colore, dopo due anni di chiusura dovuta alla pandemia. Sì, perché non tutti i tulipani sono uguali. E in questo giardino si possono ammirare proprio tutti, in un tripudio di colori.

Stiamo parlando del parco di Keukenhof, che riapre per la stagione il 24 marzo e sarà visitabile fino al prossimo 15 maggio. Come ogni stagione, anche quella del 2022 ha un tema intorno al quale ruotano le composizioni. Quest’anno sarà “Flower Classics” ovvero il tulipano – ma non solo, poiché nel parco sbocciano anche altre specie di fiori – come elemento classico visto nell’arte, nell’architettura e nel design.

E la collaborazione con il Mauritshuis, il museo che si trova a L’Aia che proprio quest’anno celebra il duecentesimo anniversario e che ospita il famoso capolavoro di Jan VermeerRagazza col turbante” anche detta la “Ragazza con l’orecchino di perla”, ne è un eccellente esempio.

Oltre ai milioni di tulipani, narcisi e giacinti del parco, la mostra floreale all’interno dei padiglioni di Keukenhof si è ingrandita a dismisura ed è divenuta ancora più bella. Più di 600 coltivatori di fiori portano in mostra i loro fiori più belli affinché possano essere ammirati dai visitatori.

“Siamo felici di poter dare di nuovo il benvenuto ai visitatori”, ha commentato il direttore del parco Bart Siemerink. “Non abbiamo potuto aprire al pubblico per due anni, benché il parco fosse comunque fiorito e bellissimo. Lo scorso anno, milioni di persone lo hanno potuto ammirare attraverso i video e seguire le fioriture, ma vederle dal vivo è completamente diverso e nessuno video rende l’idea in quanto non consente di sentirne i profumi e di godere dell’atmosfera che si respira nel parco. I primi godere giacinti e i primi tulipani sono già sbocciati e i visitatori possono già godere dei colori fin dal primo giorno di apertura. In tutta la regione di Bollenstreek (quella dei bulbi) si possono anche ammirare i primi campi fioriti”.

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Il parco di Keukenhof in Olanda

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Quest’isola resta un paradiso (nonostante i Famosi)

Cambiano i concorrenti dell’”Isola dei Famosi”, ma la location resta immutata. Nonostante siano sette anni ormai che i concorrenti del reality – e almeno una cinquantina di addetti ai lavori – la colonizzano per mesi per girarvi il noto programma televisivo, quest’isola resta comunque un paradiso terrestre.

Stiamo parlando di Cayos Cochinos, l’isola dell’arcipelago dell’Honduras a 10mila chilometri dall’Italia. Due sono le isole principali, abitate dalle popolazioni locali, Cayo Cochino Mayor e Cayo Cochino Menor.

Poi ci sono 14 isolotti corallini che ne fano parte ma che sono disabitati. Il copione del programma Tv prevede che i naufraghi dovranno spostarsi da una spiaggia all’altra. Tra le clausole del regolamento per partecipare al reality c’è quella che prevede di impegnarsi a “rispettare l’ambiente naturale in cui vivranno i naufraghi, salvaguardando le specie autoctone vegetali e animali”.

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Floriana Secondi, Jovana Djordjevic ed Estefania Bernal all’Isola dei Famosi 2022

L’arcipelago di Cayos Cochinos

Conosciuto anche come Hog Cays, è un piccolo arcipelago situato a Nord-Est di La Ceiba. Sono le isole dei “garifuna” (gli indigeni), un popolo dedito soprattutto alla pesca. Divenute riserva biologica per proteggere una delle porzioni di barriera corallina più rara dei Caraibi (assieme a quella del Belize), nonché il secondo reef per estensione a livello mondiale, appartengono amministrativamente al gruppo Isla de la Bahia, con capoluogo Roatan, famoso anche per essere il paradiso dei sub.

Vi si trova anche qualche struttura ricettiva. Come il Plantation Beach Resort, a Cochino Mayor, uno storico resort che offre diverse attività legate al mare come diving, snorkeling e le escursioni in kayak attorno alle isole limitrofe.

Chi cerca un tipo di vacanza più economica e spartana (stile “Isola dei Famosi”, insomma) può trovare una sistemazione nel villaggio dei garifuna a Chachauate, dove è possibile dormire e mangiare con soli 100 lempira, l’equivalente di 3,7 euro.

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L’arcipelago di Cayos Cochinos in Honduras

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Offerta 2×1 Ryanair. Si vola in due e paga uno solo

Ryanair ha appena lanciato un’offerta low cost per viaggiare in due al prezzo di un solo passeggero. La promozione 2×1 scade a mezzanotte di oggi 22 marzo ed è valida per voli fino al 31 maggio.

Un’occasione da non perdere se si desidera fare una vacanza, anche breve, di coppia o con gli amici. Le mete dove andare ora che è arrivata la primavera sono tante e con climi che invogliano a stare all’aria aperta, magari anche su una bella spiaggia. Ecco alcuni nostri consigli su dove andare.

Weekend a Corfù

Per gli amanti della Grecia la parola chiave adesso è “Greekend“. Inutile spiegare di cosa si tratta. Non serve, infatti, aspettare che arrivi l’estate per andare su un’isola greca visto che oltre alle spiagge questo Paese ha moltissimo da offrire. Ryanair ha un’offerta low cost per andare a Corfù. L’isola è nota per le sue spiagge bianchissime e il mare cristallino, nonché per la natura incontaminata, caratteristiche che la rendono una delle mete preferite per gli amanti delle vacanze al mare. Ma è anche un ottimo punto di partenza per escursioni culturali.

La città è piuttosto grande e si caratterizza per un’alternanza di viuzze lastricate, gradinate di pietra, antiche dimore, chiese bizantine e veneziane e pittoresche piazze. Meritano una visita le due fortezze, una più antica e una nuova, e il palazzo di San Michele, quello di San Giorgio e la tomba di Menecrate.

Un capitolo a parte meritano i villaggi di Corfù, impregnati di tradizione e fascino. Vale una visita il bellissimo e caratteristico borgo di Sidari. In questa romantica cittadina di mare, secondo la leggenda, le coppie che attraversano a nuoto il Canal d’Amour sono destinate a sposarsi presto.

Se si vuole invece fare un salto nel passato più remoto dell’isola, è d’obbligo una tappa a Palia Perithia, il villaggio abbandonato ai piedi del monte Pantokrator, che è il più antico dell’isola dove il tempo sembra essersi fermato. Vi abbiamo inspirato almeno un po’? Se volete approfondire leggete qui.

Alicante, mare ma non solo

Per chi cerca il caldo un’altra meta è Alicante, sulla Costa Blanca, una città che non offre solamente spiagge e mare, ma anche molti luoghi d’interesse storico e culturale. Nel cuore della città, sul monte Benacantil, a più di 100 metri d’altezza, si trova il Castello di Santa Barbara, una fortezza risalente al IX secolo, anche se gli archeologi hanno ritrovato sulle pendici della collina artefatti risalenti a civiltà anteriori, come Iberi, Romani e addirittura dell’Età del Bronzo. Lungo i secoli ha svolto diverse funzioni, ma a partire dal 1963 è stato riaperto e restaurato, rendendolo visitabile e permettendo ai turisti di godere della vista della città e della costa.

Per conoscere la storia di Alicante, una tappa obbligata è il Museo archeologico, che nel 2004 vinse un importante riconoscimento europeo. La struttura in cui si trova è l’antico ospedale di San Juan de Dios, risalente all’inizio del XX secolo. Nel centro storico si può ammirare la Concattedrale di San Nicola di Bari, patrono della città. Costruita sui resti di una moschea nel XVII secolo, è un esempio di stile herreriano, in contrasto con il chiostro, di costruzione anteriore, che invece risale al periodo gotico. Se vi abbiamo convinti a visitare Alicante, qui trovate altre cose da vedere.

Corfu grecia

Una splendida spiaggia di Corfù