Categorie
luoghi misteriosi Notizie parchi naturali vacanza natura Viaggi

Apre il più bel giardino di camelie d’Italia (con tanto di castello)

Già il castello che ospita il giardino delle camelie, considerato tra i più pittoreschi d’Italia, è un piccolo gioiello che vale la pena visitare. Quando arriva la primavera, e il parco si colora di una moltitudine di petali di tutte le tonalità di rosa e si diffonde nell’aria un profumo inebriante, questo luogo è pura magia.

Il Castello di Miradolo

Stiamo parlando del Castello di Miradolo, un affascinante esempio di architettura neogotica che sorge all’imbocco della Val Chisone, a una quarantina di chilometri circa da Torino. Residenza nobiliare appartenuta alle famiglie Massel di Caresana e Cacherano di Bricherasio fino al 1950, deve il suo attuale aspetto a Maria Elisabetta Ferrero della Marmora, detta “Babet”, sposa del marchese Maurizio Massel, che negli Anni Venti dell’Ottocento facce apportare diverse modifiche, intervenendo sulla facciata del palazzo, facendo realizzare la citroniera e la torre rotonda e trasformando il giardino all’italiana in un parco paesaggistico di oltre 6 ettari, oggi riconosciuto tra i giardini storici tutelati dalla Regione Piemonte, con esemplari unici per bellezza e importanza storica e botanica.

Questo fino agli Anni ’90, quando il castello venne abbandonato per circa vent’anni, finché non se ne prese cura un gruppo di privati della Fondazione Cosso che riuscì a restituire alla comunità un patrimonio storico, architettonico e naturalistico estremamente prezioso.

Castello di Miradolo

Il giardino del Castello di Miradolo @Archivio Fondazione Cosso

Il giardino delle camelie

Oggi il parco del Castello di Miradolo è un esempio di giardino all’inglese, in cui le linee sinuose e la presenza di piccoli corsi d’acqua sono segni inconfutabili di uno stile romantico, organizzato intorno a un’imponente radura centrale, alberi di diversa dimensione e pregio, tra cui cinque davvero monumentali e, soprattutto, oltre 160 esemplari di camelie, tra le varietà più antiche e rare d’Italia.

Alle camelie ottocentesche introdotte dalla Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, ultima discendente della famiglia e proprietaria della dimora fino al 1950, si affiancano le nuove cultivar, recuperate e salvate dall’abbandono. Il progetto di piantamento diffuso ha preso il via nel 2019 con l’obiettivo di mantenere e far sopravvivere un ingente patrimonio botanico formato per il 50% da esemplari unici in Italia, oltre alle piante madri decisamente vetuste, in alcuni casi a rischio estinzione.

Gli eventi nel parco del castello

A partire dal 2 aprile, prende il via un mese di iniziative, con appuntamenti didattici per famiglie, incontri, visite guidate e degustazioni di tè, per scoprire le camelie, il parco e il bellissimo castello. Quasi tutte le domeniche pomeriggio alle 15 vengono organizzate speciali visite accompagnate da esperti botanici, agronomi o architetti paesaggisti che racconteranno del progetto di recupero, salvaguardia e riscoperta di queste piante simbolo di eleganza e raffinatezza (costo: 6 euro + biglietto di ingresso).

Per i bambini vengono organizzati workshop di pittura di composizioni floreali primaverili (costo: 8 euro per ogni bambino dai 6 anni, 5 euro per il genitore, comprensivo di ingresso al parco). Lunedì 18 aprile, giorno di Pasquetta, viene organizzata a una caccia al tesoro botanico per le famiglie alla scoperta della flora leggendaria (costo: 5 euro, a partire dai 6 anni).

Info utili

Il parco del Castello di Miradolo è aperto il venerdì, sabato, domenica e lunedì dalle 10 alle 18.30 (ultimo ingresso 17.30). L’ ingresso è solo su prenotazione al numero 0121502761 o via mail a prenotazioni@fondazionecosso.it. L’ingresso al parco con audioguida costa 5 euro. Gratuito per i bambini fino a 6 anni. Per garantire la sicurezza di tutti, i visitatori devono essere in possesso di Super Green Pass in corso di validità.

 

Categorie
Notizie Viaggi

Tutti i Paesi del mondo che stanno riaprendo le frontiere

Con l’avvicinarsi della bella stagione, il desiderio di tornare a viaggiare è sempre più forte. E dal momento che il Covid sembra aver allentato la morsa, molti Paesi in tutto il mondo stanno pian piano riaprendo i confini ai turisti internazionali. Ecco la lista aggiornata e tutte le regole da conoscere prima di organizzare la prossima vacanza.

Vietnam

Il Vietnam, proprio come già accaduto per le Filippine e la Thailandia, ha deciso di riaprire le frontiere abrogando il divieto d’ingresso ai turisti provenienti da ogni angolo del globo. A partire dal 15 marzo 2022, infatti, è possibile tornare a visitare il Paese seguendo poche e semplici regole. Per i cittadini italiani, i soggiorni inferiori ai 15 giorni usufruiscono dell’esenzione dal visto – che in caso di vacanze più lunghe può essere richiesto online (per chi resta per massimo 30 giorni) o all’Ambasciata vietnamita.

L’ingresso in Vietnam presuppone il rispetto di alcune norme anti-Covid: in particolare, bisogna sottoporsi ad un tampone antigenico o molecolare, rispettivamente nelle 24 ore o nelle 72 ore precedenti alla partenza. In caso di mancato rispetto di questo obbligo, i turisti possono effettuare il test nelle 24 ore seguenti all’arrivo e rimanere in isolamento sino al risultato. Le autorità hanno abolito l’obbligo di quarantena, ma è importante monitorare la propria salute nei 10 giorni seguenti all’ingresso nel Paese. I viaggiatori devono infine scaricare l’app PC Covid e compilare l’autodichiarazione sanitaria in essa presente, oltre a stipulare un’assicurazione sanitaria che copra anche l’eventuale contagio da Covid.

Corea del Sud

Anche la Corea del Sud ha da pochissimo ripristinato il turismo internazionale, grazie all’abolizione delle più stringenti misure di sicurezza volte a fronteggiare l’emergenza sanitaria. A partire dal 21 marzo 2022, i viaggiatori possono varcare i confini del Paese senza particolari obblighi, purché in possesso del certificato di vaccinazione correttamente registrato sulla piattaforma online. I vaccini riconosciuti sono quelli approvati dall’OMS (Pfizer, Moderna, Janssen, AstraZeneca, Covishield, Sinopharm e Sinovac).

In assenza di vaccinazione, i turisti devono sottoporsi ad una quarantena di 7 giorni, presso una struttura governativa o presso il proprio domicilio. In ogni caso, tutti i viaggiatori (a prescindere dal loro stato vaccinale) devono effettuare un tampone molecolare nelle 48 ore precedenti alla partenza e sottoporsi ad un secondo test all’arrivo nel Paese.

Giappone

Sul fronte turismo, il Giappone ha deciso di andarci con i piedi di piombo. Sebbene l’intenzione sia quella di tornare ad accogliere al più presto i viaggiatori internazionali, per il momento le frontiere sono aperte solo ad alcune determinate categorie, come gli studenti e chi si muove per motivi di lavoro. Da marzo, dunque, ha avuto inizio il graduale allentamento delle misure di sicurezza all’ingresso del Paese. La prima novità riguarda il numero massimo di persone autorizzate ad entrare quotidianamente, che da 3.500 è passato a 5.000.

Per i viaggiatori provenienti dall’Italia, vige l’obbligo di vaccinazione con almeno due dosi. È inoltre necessario sottoporsi ad un test molecolare nelle 72 ore prima della partenza e ad un test salivare in aeroporto. Una volta ottenuto il risultato, i passeggeri devono effettuare una quarantena di 3 giorni ed eseguire un nuovo test al termine di questo periodo. Se negativo, l’isolamento si può considerare concluso. L’obbligo di quarantena decade invece per coloro che hanno tre dosi di vaccino (per la terza dose, sono riconosciuti solamente Pfizer e Moderna).

Malesia

Dopo quasi due anni di frontiere chiuse, la Malesia riapre al turismo internazionale, allentando gli obblighi per l’ingresso sul suo territorio. A partire dal 1° aprile 2022, i viaggiatori completamente vaccinati possono varcare i confini senza bisogno di sottoporsi a quarantena: rimane tuttavia in vigore l’obbligo di eseguire un tampone molecolare nelle 48 ore precedenti alla partenza e un tampone antigenico nelle 24 ore successive all’arrivo. Chi non ha invece copertura vaccinale completa deve ancora sottoporsi ad un periodo di quarantena di 5 giorni.

Sono esclusi da tali obblighi i bambini di età inferiore ai 12 anni, mentre per i ragazzi tra i 12 e i 17 anni è necessario eseguire un test antigenico entro le 24 ore dall’arrivo in Malesia – tuttavia non vi è obbligo di quarantena. L’ultima novità riguarda l’abolizione del MyTravelPass, prima necessario per l’ingresso nel Paese. Al suo posto, bisogna scaricare l’app MySejahtera sul proprio smartphone e compilare l’apposito modulo di pre-partenza.

Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda ha adottato, sin dall’inizio della pandemia, misure molto severe per ridurre l’impatto del Covid. Al momento, è concesso l’ingresso solamente ai cittadini neozelandesi, ai residenti permanenti e ad alcune categorie di lavoratori. Ma dal 1° maggio 2022 la situazione cambia notevolmente: il Paese si prepara infatti ad accogliere finalmente i turisti internazionali, riaprendo le sue frontiere. Il nuovo regolamento, tuttavia, è valido solo per coloro che provengono da Stati per cui non è richiesto il visto.

I viaggiatori devono essere completamente vaccinati e sottoporsi a doppio test: il primo nelle 48 ore (se molecolare) o nelle 24 ore (se antigenico) che precedono la partenza, il successivo all’arrivo in aeroporto. Non vi è invece alcun obbligo di quarantena per chi risulta negativo al tampone.

Myanmar

Nonostante le tensioni all’interno del Paese, la nuova giunta militare che da più di un anno ha preso il controllo sul territorio birmano ha annunciato la riapertura delle frontiere. A partire dal 17 aprile 2022, i viaggiatori possono fare il loro ingresso dietro presentazione del certificato vaccinale. Rimane obbligatorio effettuare un tampone molecolare nelle 72 ore precedenti alla partenza. Inoltre i turisti devono sottoporsi ad un periodo di quarantena di 7 giorni, con esecuzione di due test molecolari – rispettivamente al primo e al settimo giorno di isolamento.

Chi non è vaccinato, oltre al tampone pre-partenza, deve sottoporsi ad una quarantena di 10 giorni con esecuzione di due test molecolari – rispettivamente al primo e al nono giorno di isolamento. Ricordiamo tuttavia che al momento è sconsigliato partire per il Myanmar: per ulteriori informazioni, si può fare riferimento al portale Viaggiare Sicuri.

Rientro in Italia

L’ordinanza emanata lo scorso 22 febbraio 2022 ha notevolmente modificato la disciplina riguardante i viaggi. Tra le novità principali, ricordiamo l’abolizione degli elenchi e la concomitante eliminazione delle restrizioni per viaggiare verso i Paesi ex elenco E. Dal momento della sua entrata in vigore, il 1° marzo 2022, è dunque possibile tornare a viaggiare in tutto il mondo – fatte salve le limitazioni dei Paesi di destinazione. Per il rientro in Italia, permangono tuttavia alcuni obblighi.

Chi vuole fare ingresso nel nostro Paese deve compilare il Passenger Locator Form in formato digitale. Inoltre bisogna esibire il certificato di vaccinazione completa effettuata da meno di 9 mesi o, in alternativa quello di vaccinazione completa con dose di richiamo. Per chi non è vaccinato, è fatto obbligo di presentare il certificato di guarigione dal Covid da meno di 6 mesi o l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico – compiuti rispettivamente nelle 72 ore o nelle 48 ore precedenti all’arrivo. In assenza di tali documenti, è obbligatorio sottoporsi ad una quarantena di 5 giorni.

Categorie
Notizie tradizioni Viaggi

Bormio: la meravigliosa tradizione dei pasquali alpini da vivere

È arrivato quel periodo dell’anno che dà vita a vere e proprie migrazioni di massa che portano i viaggiatori a scoprire le meraviglie messe in scena da Madre Natura in primavera. Viaggi brevi da organizzare nei weekend o durante le vacanze di Pasqua per scoprire e riscoprire le tradizioni delle città, dei paesi e dei borghi di tutto il mondo.

Ma non c’è bisogno di andare dall’altra parte del globo per vivere esperienze uniche e indimenticabili. In Italia, infatti, esiste un luogo che, proprio durante la Pasqua, permette di vivere un’esperienza incredibile che emoziona e incanta, una manifestazione attesa tutto l’anno che esplode in tutta la sua autenticità proprio ad aprile.

Stiamo parlando dei Pasquali di Bormio, una tradizione folkloristica e religiosa che affonda le sue origini nel Medioevo e che, proprio durante questo il giorno di Pasqua, rende questa località di montagna ancora più magica e suggestiva.

Pasqua: bentornati a Bormio

Bormio non ha bisogna di presentazioni. Il paese montano incastonato nel cuore delle Alpi, infatti, attira ogni anno viaggiatori provenienti da tutto il mondo con un’offerta ampissima che spazia dallo sport, alle attività all’aria aperta, passando per l’enogastronomia e il benessere. Ma Bormio è anche il paese delle tradizioni autentiche e mai dimenticate, quelle preservate nei secoli e tramandate da generazioni.

Ne sono un esempio proprio i Pasquali di Bormio, una manifestazione unica e suggestiva che coinvolge grandi e bambini, e che attira ogni anno migliaia di visitatori.

Tanto antichi quando attesi, i Pasquali di Bormio affondano le loro origini in tradizioni contadine e religiose e si concretizzano con elaborate e minuziose portantine a tema religioso che vengono costruite dagli abitanti del paese durante i mesi invernali.  Queste, poi, si trasformano in veri capolavori artistici che sfilano tra le strade di Bormio portate in spalle, dando vita una colorata e sentita parata che incanta.

I Pasquali di Bormio: tutto quello che c’è da sapere

La tradizione dei Pasquali di Bormio, che unisce elementi folkloristici e un credo religioso, affonda le radici nell’antica cultura contadina del paese. Le prime testimonianze, infatti, risalgono al XVII secolo, quando per il giorno di Pasqua era d’obbligo preparare e cucinare un agnello da distribuire nella piazza centrale del paese.

Negli ultimi anni del XIX secolo s’introdusse la benedizione dell’agnello vivo con una vera e propria gara tra i quartieri per adornare al meglio il proprio animale. Questi venivano adagiati su delle portantine di muschio decorate che, anno dopo anno, si sono trasformate in vere e proprie sculture d’arte.

Oggi le portantine, che raggiungono dimensioni maestose, vengono portate in strada in spalla il giorno di Pasqua. A costruirle sono gli abitanti dei diversi quartieri (Buglio, Combo, Dossiglio, Dossorovina e Maggiore) che lavorano tutto l’anno per creare dei veri e propri capolavori con l’obiettivo di meravigliare.

Dopo due anni di fermo dovuti all’emergenza sanitaria, l’evento folkloristico più atteso dai bormini sta per tornare. L’appuntamento con i Pasquali, infatti, è fissato al 17 aprile e si snoderà tra le vie del paese con una caratteristica e inedita sfilata.

A partecipare ci saranno tutti gli abitanti del paese, ai quali si uniranno, come ogni anno, anche turisti e vacanzieri. La manifesta è resa ancora più speciale dalla presenza dei bambini che, come gli adulti, indosseranno caratteristici abiti tradizionali. I Pasquali restano in esposizione in piazza del Kuerc fino al lunedì di Pasquetta. Pronti a partire?

Pasquali Bormio

Pasquali Bormio

 

Categorie
linee aeree Notizie Viaggi

Stop alle mascherine in aereo: con quali compagnie

La più grande compagnia aerea low cost del Regno Unito si è unita alla schiera di vettori che hanno abbandonato la regola della mascherina obbligatoria sui voli nazionali britannici. Si tratta di easyJet che dal 27 marzo non richiederà più ai passeggeri di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Ciò non varrà, però, per tutte le rotte. Chi volerà verso quei Paesi in cui resta in vigore l’obbligo di mascherina sui mezzi di trasporto (aerei inclusi, quindi) dovrà seguire “i requisiti legali pertinenti”.

Via l’obbligo di mascherina su questi voli e rotte

Dalla prossima domenica, non sarà più obbligatorio indossare la mascherina sui voli domestici easyJet nel Regno Unito e su quelli tra Regno Unito e la Danimarca, Gibilterra, Islanda e Ungheria. La compagnia aerea a basso costo britannica ha, tuttavia, specificato che sui voli verso o da Paesi in cui i requisiti della mascherina rimangono in vigore, resta l’obbligo di indossarla a bordo.

Così, per esempio, dal momento che sia l’Inghilterra che l’Islanda hanno abbandonato la maggior parte, se non tutte le restrizioni di viaggio adottate per la pandemia (qui trovate le nuove regole per viaggiare nel Regno Unito), i dispositivi di protezione non sarebbero obbligatori sui voli da Londra a Reykjavik. Lo stesso varrebbe per i voli dall’Inghilterra alla Danimarca, Gibilterra, Norvegia e Ungheria, ma non tra ognuna di queste destinazioni e la Scozia, dove invece restano in vigore (per ora) le regole di copertura del viso, così come in Italia.

Per fare in modo che i viaggiatori possano partire con le idee chiare riguardo alle restrizioni, e all’obbligo o meno di indossare la mascherina, la compagnia low cost si è detta pronta a fornire informazioni dettagliate ai passeggeri, anche durante il volo. A tal proposito, easyJet ha dichiarato: “Esortiamo i governi europei ad avere un approccio coordinato sulla rimozione dell’obbligo, dove possibile, per renderlo facile e chiaro per i clienti”.

Nel frattempo, nelle ultime settimane, anche British Airways, Jet2.com e Tui Airways hanno allentato le norme di utilizzo della mascherina a bordo dei propri voli. Sui voli Ryanair, invece, l’obbligo resta. In particolare, i passeggeri che viaggiano da o verso l’Italia, l’Austria o la Germania devono indossare la Ffp2. L’amministratore delegato Michael O’Leary ha, però, sottolineato che si aspetta che questo requisito venga abolito da fine aprile o fine maggio.

Mascherine in viaggio: come funziona in Italia

Fino al 30 aprile sarà ancora obbligatorio, su tutto il territorio nazionale, indossare le Ffp2 per l’accesso ad aerei, navi e traghetti interregionali, treni interregionali, Intercity Alta Velocità, autobus interregionali e a noleggio con conducente. Così come sul trasporto pubblico locale o regionale, funivie, cabinovie e seggiovie.

Sempre fino al 30 aprile, sarà obbligatorio indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti gli altri luoghi al chiuso. Le mascherine sono obbligatorie anche in sale da ballo, discoteche e locali assimilati al chiuso, ad eccezione del momento del ballo. Qui, invece, vi spieghiamo cosa succederà con il Green Pass. 

Nonostante la situazione sembri migliorare un po’ ovunque, è tuttavia sempre opportuno mantenere una certa attenzione anche nei Paesi senza più alcuna restrizione legata al Covid. Vi rammentiamo che le regole di viaggio sono in continuo mutamento in qualsiasi destinazione. Per questo motivo, prima di partire, è sempre bene visionare i siti istituzionali del Paese di destinazione e la pagina web del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ViaggiareSicuri.

Categorie
escursioni Notizie vacanze avventura Viaggi weekend

Scoprire le bellezze in battello lungo la Linea delle Delizie

Con l’arrivo della primavera, non vediamo l’ora di stare all’aria aperta. Il weekend è il momento ideale per organizzare una gita, anche solo appena fuori porta, in famiglia o in compagnia di amici.

Ce ne sono alcune, nuovissime, che uniscono attività open air e cultura. Che fanno scoprire, senza andare troppo lontano, luoghi mai visti prima d’ora.

Sono le nuove navigazioni lungo il Naviglio Grande, alle porte di Milano, lungo quella che è stata definita la Linea delle Delizie. Si chiama così perché, navigando a bordo di battelli, si costeggiano splendide ville d’epoca, ville di delizia, appunto, sorte un tempo come case vacanza dell’aristocrazia e della borghesia milanese, la nostra “gilded age” insomma.

In battello sul Naviglio Grande

I nuovi itinerari lungo il Naviglio Grande

Ci sono tre bellissimi itinerari che partono da Boffalora sopra Ticino, un Comune alle porte del capoluogo che si trova all’interno del Parco lombardo della Valle del Ticino, attraversato dal Naviglio che lo divide in parte alta e parte bassa. Il ponte di Boffalora, che confina con il Piemonte, è uno dei tratti più caratteristici del paese e ne racconta la storia. Fu voluto nientemeno che da Napoleone Bonaparte al fine di agevolare i collegamenti tra la Francia e l’Italia. I barconi che partono da qui navigano verso il Villaggio del Rubone, un luogo molto particolare e ricco di fascino, un tempo abitato da una comunità autonoma. Ancora oggi si scorge una torre del Quattrocento, l’ultima sopravvissuta tra le torri costruite per controllare le vie d’acqua.

Un altro itinerario conduce invece a Castelletto di Cuggiono, un paese che sembra rimasto fermo nel tempo. Qui ci hanno girato alcune scene del film “L’albero degli zoccoli” del 1978 di Ermanno Olmi, dove sono state riprese alcune delle vie storiche acciottolate, la piccola chiesa parrocchiale, il ponte seicentesco, l’imbarcadero-lavatoio e il maestoso Palazzo Clerici, appartenuto a una ricca famiglia di banchieri, che sorge proprio lungo il Naviglio e che si può ammirare durante la navigazione. Ancora oggi la grandiosa scalinata barocca scende dalla villa fino alle acque del Naviglio. Serviva come imbarcadero per i nobili che vi attraccavano per poi giungere comodamente alla villa, evitando di attraversare il borgo.

Un altro ancora porta i visitatori verso Cassinetta di Lugagnano, anch’esso diviso in due dal corso d’acqua. Il nucleo più antico del paese è quello di Lugagnano, sulla sponda destra del Naviglio, dove i primi insediamenti risalirebbero addirittura all’epoca romana. Il paese era anche arroccato intorno a un castello circondato da un fossato, a testimonianza di quanto la sua posizione fosse strategica. Ma il vero patrimonio di Cassinetta di Lugagnano sono le splendide ville di delizia che ancora oggi si possono ammirare, legate ai nomi delle grandi famiglie milanesi (Visconti, Mantegazza, Castiglioni, Parravicini, solo per citarne alcuni). Queste “case da nobile” costituivano indubbiamente per i proprietari un punto di riferimento, che consentiva loro di effettuare periodici controlli sulla gestione dei terreni da parte dei fittavoli. Ma, poiché la zona di Cassinetta possedeva molte attrattive paesaggistiche, venivano usate soprattutto per la villeggiatura.

Tra le più belle, Villa Birago-Clari-Monzini, restaurata di recente o ora abitazione privata (il bello infatti sta più che altro all’interno), ma anche Villa Visconti, che spunta dalle acque con la sua maestosità e il suo colore giallo, quello della Milano settecentesca, e il meraviglioso giardino, e poi ancora Palazzo Krentzlin, appartenuto a una famiglia nobile, o Casa Spirito, anch’essa recentemente restaurata, e Villa Castiglioni-Nai-Bossi, dietro il cui cancello di ferro battuto si possono vedere i porticati, i balconi decorati e gli affreschi.

villa-visconti-cassinetta-lugagnano

Villa Visconti a Cassinetta di Lugagnano

Non tutte le ville di delizia si trovano lungo il Naviglio, però. Per ammirarle bisognerebbe scendere dal battello oppure tornare per un’altra gita, magari in bicicletta.

Altre minicrociere partono da Robecco sul Naviglio, quasi in Piemonte, una cittadina che a partire dal XVI secolo conobbe il suo massimo splendore per il fatto che molte famiglie nobili milanesi lo scelsero per costruirvi le loro residenze di campagna. Ville gentilizie appartenute ai Barzi, ai Casati, agli Archinto e ai Borromeo.

La più famosa visibile dal Naviglio è infatti Villa Gaia o Villa Borromeo Visconti Biglia Confalonieri Gandini, la più grande delle ville conservatesi nel borgo. Il nome “Gaia” le venne dato alla fine del ‘400 in quanto fu luogo dei divertimenti di Ludovico il Moro. Poi c’è Palazzo Archinto, detto anche “il castello”, che però non fu mai terminato. Oggi ospita il Museo del Naviglio Grande.

Da Robecco si può andare anche a Ponte Vecchio, un borgo tagliato in due dal Naviglio, lungo il quale sorgono alcune bellissime ville storiche come Villa Castiglioni, costruita nel ‘600 nei pressi del ponte sul Naviglio Grande e la Riserva Naturale “La Fagiana”, una riserva di caccia voluta da re Vittorio Emanuele II di Savoia, che comprende un grandioso complesso al centro di un altrettanto maestosa tenuta che allora si estendeva per 1574 ettari.

Infine, una piccola crociera passa anche attraverso il borgo di Castelletto di Abbiategrasso o Castelletto (su una sponda) Mendosio (sull’altra) per arrivare a Cassinetta di Lugagnano. Questo borgo, rimasto intatto com’era una volta, è stato anch’esso protagonista del film di Olmi per simulare la Darsena di Milano di fine ‘800. Lungo il Naviglio s’affaccia Palazzo Cittadini Stampa, dove oggi vengono organizzati eventi, e la casa del Guardiano delle acque che, nonostante non sia una casa di delizia, è comunque molto interessante per la sua importanza storica.

Castelletto-Mendosio

Castelletto Mendosio, lungo il Naviglio Grande

 

Categorie
Notizie Viaggi

La Tour Eiffel è più alta e no, non è un effetto ottico

Sono 133 gli anni della Tour Eiffel e a guardarla così, in tutto il sui massimo splendore, possiamo dire che se li porta davvero bene. L’iconico monumento parigini, entrato ormai nell’immaginario collettivo del mondo intero come simbolo di bellezza e romanticismo, torna a far parlare di sé, anche se in realtà non ha mai smesso di farlo.

La sua presenza, infatti, definisce e arricchisce in maniera univoca lo skyline di Parigi da oltre un secolo diventando l’elemento scenografico d’eccellenza del paesaggio urbano della città, nonché terrazza preferita dai viaggiatori e dai cittadini per ammirare le stelle e tutta la Ville Lumière dall’alto.

E ora proprio alle stelle le torre francese è più vicina perché è cresciuta di ben sei metri raggiungendo quindi i 330 metri di altezza totale rispetto ai 324 di prima. E no, se ve lo state chiedendo, non si tratta di un effetto ottico. Ecco cosa è successo.

La Tour Eiffel è sempre più alta

Alcuni giorni fa, un elicottero ripreso in diretta nazionale, è apparso nei cieli di Parigi in direzione Tour Eiffel. Cittadini, turisti e vacanzieri, e chiunque si trovasse in città in quel momento, non ha potuto fare a meno di osservare quello che stava succedendo.

Il velivolo, avvicinatosi alla torre più famosa della Francia, ha aggiunto alla sua sommità l’ultimo tassello, almeno per il momento, dell’iconico simbolo parigino. Si tratta di un’antenna DAB+ che consentirà la copertura radio digitale sulla capitale e sulla regione dell’Ile-de-France.

Questa nuova punta della Dama di ferro, cambiata altre tre volte nel corso della sua straordinaria esistenza, è alta circa sei metri. La sua presenza, quindi, rende la Tour Eiffel ancora più alta e possente con un totale di 330 metri di altezza.

La scelta di collocare l’antenna radio digitale in cima al monumento, è molto più di una scelta funzionale. Si tratta infatti di restituire alla Dama di ferro un collegamento diretto al suo passato e alle sue origini di sperimentazione tecnologica e scientifica.

Perché la Tour Eiffel ci piace così tanto

Progettata da Gustave Eiffel per l’esposizione universale del 1889, inconsapevole che questa sarebbe diventata il simbolo della città e del Paese intero, la Tour Eiffel è oggi una delle architetture più romantiche, straordinarie e visitate del mondo intero.

Quella immaginata dall’ingegnere francese doveva essere un’opera temporanea da smantellare dopo vent’anni, ma fu tenuta in vita per la sua funzione di antenna radio e per la sua bellezza che aveva già rapito cittadini e viaggiatori da tutto il mondo.

Dopo il grande restyling dello scorso anno che ha colorato la torre in oro in vista delle Olimpiadi che si terranno nella capitale nel 2024, che ha tinto la torre del colore dell’oro proposto da Gustave Eiffel durante la progettazione, il simbolo di Parigi è cresciuto, avvicinandosi ancora di più alle stelle e diventando, se è possibile, ancora più bello.

Abbiamo quindi un altro motivo per amare la Tour Eiffel oggi. Se volete però ammirarla in tutto il suo magico splendore, ricordatevi di fissare lo sguardo su di essa all’una di notte. È questo il momento in cui 20000 luci scintillanti si accendono per l’ultima volta per dare il saluto alla città.

 

Categorie
luoghi misteriosi Notizie Viaggi

In questo palazzo svelate le stanze segrete del re

Una scala a chiocciola conduce in un ambiente mai visto prima. Per anni è rimasto celato agli sguardi indiscreti dei visitatori che ora, invece, potranno accedervi e scoprire luoghi inediti che raccontano la storia d’Italia, e anche qualche curioso aneddoto.

Stiamo parlando delle stanze segrete del re che si trovano all’interno della palazzina di caccia di Stupinigi, nel Comune di Nichelino, in provincia di Torino. Eretta per la famiglia Savoia tra il 1729 e il 1733 su un progetto dell’architetto della casa reale Filippo Juvarra, fa parte del circuito delle residenze sabaude del Piemonte e, nel 1997, è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Dal 26 marzo e fino al 6 novembre, la Fondazione Ordine Mauriziano organizza delle visite guidate straordinarie alla scoperta di alcuni spazi segreti della palazzina, solitamente chiusi al pubblico.

Non a caso il progetto si chiama Passepartout, perché apre le porte a luoghi sconosciuti finora. Per un weekend al mese sono tre in particolare gli spazi a cui i visitatori potranno accedere per la prima volta in assoluto.

Le stanze segrete svelate

C’è l’appartamento di ponente di re Carlo Felice, che fu re di Sardegna e duca di Savoia a partire dal 1821. Opposto allo speculare appartamento di levante, l’appartamento – in attesa di restauro – è l’insieme delle stanze appartenute al re e alla duchessa Cristina di Borbone. Gli spazi vennero ampliati sotto la direzione di Benedetto Alfieri nel XVIII secolo per accogliere le stanze di Vittorio Emanuele, duca d’Aosta e figlio di re Vittorio Amedeo III e sono affrescate con scene di caccia. Il nome di questo tour è “Le stanze chiuse del re”.

Ci sono gli ambienti nascosti della servitù, che comprendono corridoi e passaggi segreti, serviti per divincolarsi nel dedalo di stanze e per raggiungere, senza quasi farsi notare dai padroni di casa, le sale e gli appartamenti privati. Il tour si chiama “Dietro le porte segrete”.

E, infine, il “Sotto il cervo”, che porta alla balconata che s’affaccia sul salone centrale e poi, dopo aver salito una cinquantina di gradini di una stretta scala a chiocciola, sulla sommità della cupola di Juvarra, da cui si può notare l’originale forma a barca rovesciata della cupola sotto il cervo, simbolo della palazzina, e godere di una vista a 360 gradi che arriva fino a Torino. Questo tour si chiama “Sotto il cervo”.

Un po’ di storia

La palazzina di caccia di Stupinigi è tra i più bei monumenti di Torino. Fu costruita per essere una residenza per la caccia e per ospitare le feste dei Savoia. Tra i complessi settecenteschi europei, è tra le più spettacolari. È stata riaperta al pubblico solo qualche anno fa, dopo importanti lavori di restauro, e oggi è un vero e proprio museo, con i suoi arredi originali, i dipinti e i capolavori d’ebanistica.

Le visite solitamente cominciano dalla settecentesca Scuderia Juvarriana, dove si trova la scultura originale del cervo di Francesco Ladatte. Attraverso la biblioteca e l’antibiblioteca si giunge al salone centrale, cuore della palazzina, una sala ellittica posta all’intersezione della croce di Sant’Andrea (che ospita gli appartamenti reali). Da qui si accede all’appartamento del re, a quello della regina, all’anticappella e alla Cappella di S. Uberto, fino a raggiungere l’appartamento di levante destinato ai Duchi del Chiablese. Alla fine del percorso si raggiunge la Sala da gioco, in cui l’arredo segue il duplice filone delle cineserie e dei mobili dedicati allo svago. C’è infine il parco storico, un giardino progettato nel 1740 da Michel Benard sul modello dei giardini francesi.

Info utili

Le prima visite guidate iniziano il 26-27 marzo con “Le stanze chiuse del re”. Si prosegue con “Dietro le porte segrete”, il 24-25 aprile e il 29-30 ottobre e, infine, con “Sotto il cervo”, in programma il 28-29 maggio e il 24-25 settembre.

Per prendere parte alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione. Per le visite “Dietro le porte segrete” e “Sotto il cervo” i visitatori saranno muniti anche di caschetto di protezione.
Le visite sono limitate a un numero massimo di dieci – fortunati – ospiti.

stupinigi-stanze-segrete

La palazzina di caccia di Stupinigi

Categorie
itinerari Notizie Viaggi

Tour nei paradisi terrestri come William e Kate

Paradiso tropicale per eccellenza, i Caraibi sono tra le destinazioni preferite da tutti coloro che cercano un’avventura esotica. Spiagge incantevoli, mare cristallino e tanto relax: i panorami caraibici sono davvero mozzafiato. Ma c’è molto di più. Scopriamo alcune splendide attrazioni da visitare, seguendo il tour ufficiale di William e Kate che inaugura la primavera 2022.

Sulle tracce di William e Kate, nel cuore dei Caraibi

Dopo due anni di pandemia, anche la Royal Family torna a viaggiare. Questo, per William e Kate, è il primo tour ufficiale da quando ha avuto inizio l’emergenza sanitaria. E li ha condotti nientemeno che ai Caraibi, tra bellezze incredibili e avventure uniche. I Duchi di Cambridge hanno, naturalmente, una serrata agenda di impegni da rispettare anche oltreoceano, ma possiamo prendere spunto da alcune delle loro tappe più suggestive per organizzare un viaggio alla scoperta di un’oasi tropicale dal fascino sensazionale.

Il tour di William e Kate ha avuto inizio in Belize, piccolo Paese dell’America Centrale affacciato sul mar dei Caraibi. Ovviamente, ad essere rinomate sono principalmente le sue spiagge. Ma questa è anche la meta ideale per chi ama le immersioni subacquee: è al largo delle sue coste che si trova la seconda più grande barriera corallina al mondo, chiamata Belize Barrier Reef. E nel suo cuore è possibile tuffarsi nelle acque incredibilmente scure del Great Blue Hole, un’enorme dolina profonda ben 123 metri che rappresenta il vero paradiso per i sub più esperti.

La seconda tappa della Royal Family è la Giamaica, luogo dove la musica scorre potente. Per questo i Duchi hanno approfittato dell’occasione e si sono recati a Trenchtown, uno dei quartieri più eclettici della capitale Kingston. Possiamo imitarli, andando alla scoperta di quell’atmosfera suggestiva che solo qui si può respirare. È infatti tra queste viuzze che è nato il reggae: Bob Marley ha trascorso la sua infanzia tra le baracche del quartiere, e ancora oggi i bonghi risuonano travolgenti regalandoci emozioni uniche.

Avventure incredibili alle Bahamas

Ma la tappa più affascinante del viaggio caraibico di William e Kate è senza dubbio quella alle Bahamas. Incantevole perla esotica, l’arcipelago è il luogo perfetto per concedersi non solo lunghe giornate di relax al mare, ma anche qualche avventura davvero incredibile. Come, ad esempio, andare alla scoperta del campo di ananas di Lady Di. No, non ha nulla a che vedere con la celebre Principessa, bensì con una donna speciale (anch’essa di nome Diana) che ha dato vita ad una piantagione di ananas dolcissimi, ad Eleuthera. E si mette a disposizione per tour che hanno lo scopo non solo di mostrare tradizioni e cultura locali, ma anche di assaporare un prodotto delizioso.

E ancora, per chi vuole davvero vivere l’atmosfera più autentica delle Bahamas, si può prendere parte al progetto People-to-People. Ciascun turista viene abbinato ad un volontario locale, per un tour alla scoperta di 10 diverse isole di cui esplorare usi, costumi e… piatti tipici. Chi ha invece voglia di un po’ di sano divertimento, può approfittare dell’Acquaventure Water Park, splendido parco acquatico con vista mozzafiato sulle spiagge di Nassau. Decine di scivoli d’acqua, piscine per ogni esigenza e – per un completo relax – cabine private dotate di un’infinità di servizi.

Bahamas

Bahamas

Categorie
Notizie vacanza natura Viaggi

Dormire in una biosfera sospesa in mezzo alla natura

E se vi dicessimo che da questa primavera potrete dormire in un alloggio sospeso tra cielo e terra e completamente immerso nella natura più selvaggia e autentica? Un sogno a occhi aperti, penserete senz’altro voi, che però diventa reale grazie alla nuova stanza d’hotel Biosphere.

Ci troviamo in Svezia, e più precisamente nella Lapponia svedese, nella terra dei grandi spazi che si perdono a vista d’occhio. Un luogo di fascino e suggestione immensa che ci permette di ammirare il sole a mezzanotte, di contemplare le meraviglie create da Madre Natura in tutta la loro autenticità e di vivere esperienze incredibili.

Birdwatching, bagno nella foresta, meditazione, queste sono solo alcune delle attività preferite dai viaggiatori che scelgono di raggiungere questo microcosmo di meraviglie che è la terra svedese. E ora abbiamo un altro motivo per raggiungerla già da questa primavera: una piccola biosfera sospesa tra cielo e terra e immersa completamente nella natura. Pronti a scoprirla?

Biosphere, Treehotel

Biosphere, Treehotel

L’albergo diffuso nella foresta

Appena superato il confine che ci porta tra le terre selvagge della Lapponia svedese, troviamo un luogo fuori dall’ordinario, un albergo diffuso nella foresta. Qui, tra gli alberi che svettano maestosi verso il cielo, diversi alloggi si snodano e si integrano perfettamente con il territorio circostante.

Sono le case sugli alberi del Treehotel, una delle strutture alberghiere più amate del Paese perché è qui che i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo giungono per trovare quel contatto primordiale con la natura.

Progettato nel 2010 da Kent e Britta Lindvall, questo complesso è un vero e proprio rifugio di pace e armonia dove per ritrovare se stessi contemplando la natura dalle abitazioni sospese sugli alberi. È possibile scegliere tra i diversi alloggi nella foresta, tutti con un particolare design che prende in prestito i colori e le forme dal territorio circostante.

C’è una stanza che imita un nido d’uccelli, una che ricorda il nido d’ape e un cubo di specchi che sembra sparire tra gli alberi e la natura.

Ai sette alloggi già esistenti sul territorio se ne è aggiunto un altro, un’ottava meraviglia sapientemente introdotta nella foresta. Il suo nome è Biosphere ed è una struttura sferica interamente ricoperta di casette per gli uccelli.

Biosphere, Treehotel

Biosphere, Treehotel

Nasce Biosphere, la nuova stanza nella foresta

A partire dal mese di maggio 2022 sarà possibile dormire in questa stanza d’hotel incastonata nella natura della Lapponia svedese.

L’alloggio, sospeso tra gli alberi, presenta una forma sferica che affascina, ma è la presenza di 350 casette per uccelli disposte intorno alla struttura che rende questa stanza unica nel suo genere.

Biosphere è stata progettata da Bjarke Ingels, architetto dello studio BIG, in collaborazione con l’ornitologo Ulf Öhman che si è occupato di disporre all’esterno le case per gli uccelli in modo che queste possano attirare e ospitare diverse specie.

Gli interni dell’alloggio, invece, sono suddivisi in due livelli per un totale di 34 metri quadrati. Gli ospiti, che accedono alla struttura attraverso una passerella sospesa, possono interagire con la natura circostante e praticare birdwatching da ogni prospettiva.

Basterà uno sguardo al pavimento, al soffitto o alle pareti per osservare l’attività degli uccelli e vivere l’esperienza più profonda a contatto con la natura.

Biosphere, Treehotel

Biosphere, Treehotel

Categorie
itinerari culturali Notizie Viaggi

In Italia è avvenuta una scoperta “sacra”

L’Italia vanta millenni di storia. Così tanti che sono ancora molti i segreti che nasconde. Negli ultimi giorni, per esempio, è avvenuta una scoperta davvero importante e che può persino essere definita “sacra”: un tratto del nostro Paese che si riteneva fosse un porto militare, in realtà è tutta un’altra cosa.

Mozia, l’isola con una delle più grandi piscine sacre del Mediterraneo

Siamo in Sicilia e più precisamente a Mozia, un’isola situata nella laguna delle saline dello Stagnone di Marsala (TP), che è un’antica colonia fenicia. Proprio da queste parti diversi studi archeologici hanno fatto affiorare nel corso del tempo numerosi tesori, tanto da diventare una delle attrazioni più suggestive dell’intera regione.

Qui sorge il Kothon, ossia un bacino idrico utilizzato all’interno dei porti fenici che per molto tempo si è creduto fosse un porto militare. Le ultime ricerche condotte dalla Sapienza Università di Roma e dalla Soprintendenza regionale per i beni culturali e ambientali di Trapani, hanno invece dimostrato che il bacino artificiale non è quello che si pensava, ma bensì una piscina sacra di 2500 anni fa.

Net dettaglio: gli esperti suggeriscono che sia stato usato nelle cerimonie religiose di quell’epoca, dopo essere stato aggiunto alla città insulare di Motya quando fu ricostruito nel 550 a.C a seguito di un attacco dell’antica Cartagine.

Il bacino fu rivenuto nel 1920 e, dal momento che a Cartagine c’era una struttura simile chiamata proprio Kothon, anche quello dell’isola siciliana fu identificato per la prima volta come un porto militare artificiale. Ma la verità è che il bacino di Mozia era parte di uno dei più grandi complessi religiosi dell’antico Mediterraneo. Ma non solo. Esso collegava i coloni fenici con i culti delle loro terre d’origini. Infine, sarebbe persino stato utile per studiare le posizioni delle stelle e dei pianeti.

Una scoperta davvero importantissima avvenuta grazie alla continuazione degli scavi archeologici su questo territorio e che è stata pubblicate sulla rivista Antiquity dell’Università di Cambridge, oltre a essere stata ripresa dalle più importanti testate di tutto il mondo.

Le spiegazioni degli addetti ai lavori

L’archeologo Lorenzo Nigro, dell’Università La Sapienza di Roma, ha spiegato che questa era la più grande piscina sacra conosciuta dell’antico mondo Mediterraneo. La piscina e i tre templi vicini erano allineati con le posizioni delle stelle e delle costellazioni specifiche in giorni chiave dell’anno, come i solstizi d’estate e d’inverno. Ciascuno dei corpi celesti era associato a un particolare dio fenicio.

Di notte, la superficie riflettente della piscina, che era leggermente più lunga e più larga di una piscina olimpionica, veniva usata per fare osservazioni astronomiche segnando la posizione delle stelle con dei pali.

Le scoperte del puntatore di uno strumento di navigazione in un tempio e la statua consumata di un dio egizio associato all’astronomia, trovata in un angolo della piscina, supportano questa possibilità.

Per un secolo si è pensato che il Kothon di Mozia fosse un porto, ma nuovi scavi hanno cambiato drasticamente la nostra interpretazione – ha sottolineato NigroEra una piscina sacra al centro di un enorme complesso religioso“.

Sospetti che sono sorti a seguito di alcune ricerche che avevano portato alla luce un Tempio di Ba’al sul bordo del Kothon di Mozia, anziché gli edifici portuali previsti.

Abbiamo quindi scoperto che non poteva essere utilizzato come porto: non era collegato al mare ma era alimentato da sorgenti naturali – ha aggiunto lo scienziato – Il team ha anche scoperto altri templi che fiancheggiano il Kothon, insieme a stele, altari, offerte votive e un piedistallo al centro del lago che un tempo conteneva una statua di Ba’al. Nel loro insieme, questi elementi indicano che non era un porto, ma una piscina sacra al centro di uno dei più grandi complessi culturali del Mediterraneo preclassico“.

scoperta piscina sicilia

La piscina sacra di Mozia