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La Valle dell’Isonzo, sui luoghi del Giro d’Italia

Il Giro d’Italia è da sempre l’occasione giusta per andare alla scoperta di luoghi incredibili, sulla scia dei grandi ciclisti e delle loro imprese mozzafiato. E se la maggior parte delle tappe, come è abbastanza intuitivo, si trova proprio nel nostro Paese, ce ne sono alcune che varcano i confini e ci portano tra le bellezze della Valle dell’Isonzo, una delle destinazioni green della Slovenia.

La Valle dell’Isonzo, meraviglia unica

Dopo un inizio scoppiettante in Ungheria, la carovana del Giro d’Italia si sposta nel nostro Paese, attraversandolo dal Sud al Nord alla scoperta di paesaggi affascinanti e di salite tra le più ardite mai percorse. Ma c’è spazio, ormai quasi alla fine della competizione, per un paio di tappe in terra straniera. Il 27 maggio 2022, infatti, i corridori si spostano in Slovenia e affrontano un itinerario a dir poco incantevole, nel cuore più incontaminato della Valle dell’Isonzo. E questa è l’occasione perfetta per ammirare i luoghi più suggestivi di questa ricca regione dal fascino unico.

La tappa, con partenza da Marano Lagunare, si snoda tra il verde lussureggiante della Valle dell’Isonzo oltrepassando la frontiera italiana, per inerpicarsi dal lato sloveno del monte Kolovrat e tornare quindi nel nostro Paese, sino al Santuario della Beata Vergine di Castelmonte. Nonostante siano pochi i chilometri in terra straniera, sono ugualmente sufficienti per regalarci alcune splendide emozioni. A partire proprio da Kolovrat, imponente cima montuosa che porta ancora le tracce di una delle pagine più brutte della storia mondiale.

Monte Kolovrat

Monte Kolovrat

Proprio qui, a cavallo tra l’Italia e la Slovenia, si trovava la terza linea di difesa del nostro esercito, durante la Prima Guerra Mondiale. Luogo di grande bellezza, il crinale montuoso è spesso meta di tantissime persone che vogliono concedersi un po’ di attività all’aperto, tra lunghe passeggiate e gite in mountain bike. Kolovrat è però anche una tappa fondamentale del Sentiero della Pace, quell’immenso itinerario di ben 520 km che, dallo Stelvio alla Marmolada, unisce le località che hanno caratterizzato il fronte italo-austriaco della Grande Guerra.

Kobarid, la storica città di Caporetto

Caporetto

Caporetto

Non si può certo fare a meno di citare, in questo contesto, la splendida città di Caporetto: sede di una storica sconfitta ai danni dei nostri soldati, è ancora oggi profondamente segnata dal suo passato così tumultuoso. Ossari e trincee costellano il territorio, a memoria di eventi che hanno lasciato per sempre il loro segno. Una meta da non perdere è il Museo di Kobarid, luogo di profonde suggestioni. Oltre a racchiudere oggetti provenienti dal fronte e fotografie dell’epoca, permette di fare un vero e proprio tuffo indietro nel tempo e immaginare cosa potesse significare vivere durante la guerra.

Ma Caporetto non è solo storia: anche la natura gioca un ruolo importantissimo. Il fiume Isonzo, con le sue acque color smeraldo, scorre impetuoso appena fuori dalla città, dove è attraversato dal bellissimo Ponte di Napoleone. A poca distanza, il piccolo ruscello Kozjak è invece il protagonista di un’oasi meravigliosa. Il corso d’acqua, scorrendo tra le rocce, dà vita infatti ad una serie di splendide cascate tutte da scoprire, affrontando una bella camminata nel verde incontaminato. E dopo aver esplorato i dintorni, non resta che gustare qualche prelibato manicaretto locale.

Cascata di Kozjak

Cascata di Kozjak

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A Milano è stata fatta un’incredibile scoperta che cambia la storia

“Non un crine di cavallo, ma tre ciocche dell’imperial chioma” è il curioso titolo dell’incontro che si terrà sabato 7 maggio alle 11 nella sala conferenze dell’Archivio di Stato di Milano per illustrare i risultati di una straordinaria scoperta: le ciocche della chioma di Napoleone Bonaparte sono conservate all’Archivio di Stato e saranno mostrate al pubblico. Non ci sono dubbi in merito all’illustre appartenenza: accurate analisi forensi e l’esame del Dna, hanno certificato l’autenticità. Come sono arrivate a Milano? Si racconta la storia di un singolare souvenir di viaggio.

Durante l’esposizione si partirà dalla ricostruzione dell’albero genealogico di Napoleone Bonaparte, l’antropologa forense che ha condotto la ricerca spiegherà come è stato possibile arrivare a questo incredibile risultato. Le tre ciocche di capelli di Napoleone furono sequestrate nel 1817 a Natale Santini, suo collaboratore giunto in Italia dall’isola di Sant’Elena con il curioso cimelio che gli venne sequestrato.

I capelli di Napoleone, cimelio esposto a Milano

Un cimelio certamente sui generis, quello scoperto negli Archivi di Stato di Milano, e che il grande pubblico potrà vedere nel capoluogo lombardo sabato 7 maggio. Tre ciocche di capelli appartenenti a Napoleone Bonaparte verranno esposte alle ore 11 nel corso di un evento esclusivo dal titolo “Non un crine di cavallo, ma tre ciocche dell’imperial chioma”. L’appuntamento (per il quale è necessario prenotarsi) si terrà nella sala conferenze dell’Archivio di Stato milanese, in occasione del finissage della mostra “Nelle sommosse e nelle guerre. Gli archivi milanesi durante l’età napoleonica”, percorso celebrativo del bicentenario della scomparsa dell’imperatore francese.

Il Dna ha certificato la chioma di Bonaparte

La provenienza delle tre ciocche di capelli è assolutamente certa. Cosa meglio di un esame del Dna può certificarlo? Le analisi sono state condotte da Elena Pilli, docente di Antropologia forense del dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, che sarà tra i relatori della conferenza insieme al direttore dell’Archivio di Stato di Milano Benedetto Luigi Compagnoni e alla vicedirettrice Carmela Santoro, curatrice dell’esposizione. Durante la visita in mostra speciale di sabato 7 maggio saranno illustrati tutti gli aspetti storici e di ricerca, effettuati per arrivare all’ esposizione, Non solo, verranno esposti anche i risultati dell’accurata indagine scientifica fatta sulle ciocche di capelli appartenute a Napoleone Bonaparte

Come si è arrivati ad avere la certezza della chioma dell’imperatore? Confrontando il Dna delle ciocche di capelli con quello dei discendenti di Napoleone, mappandone le tracce e confermando evidenze e corrispondenze scientifiche. Un lavoro di ricerca meticoloso, iniziato con l’albero genealogico dei Bonaparte: sono stati rintracciati discendenti dell’imperatore francese ancora in vita, ai quali è stato prelevato un campione biologico da confrontare con il materiale pilifero in possesso degli studiosi coordinati dalla dottoressa Elena Pilli,  ossia le ciocche di capelli conservate all’Archivio di Stato di Milano.

Tutto è partito dal Dna mitocondriale, che, come insegna la scienza, si trasmette ai figli dalle donne. Ad iniziare la catena del tracciamento sull’albero genealogico dei Bonaparte, è stata dunque Carolina Bonaparte, la sorella di Napoleone (aveva quindi il suo stesso Dna), per arrivare alle successive sette generazioni. Sino ai giorni nostri, quando sono stati contattati cinque discendenti diretti dell’imperatore, ai quali è stato prelevato il Dna.

Una volta ottenuti cinque materiali biologici dai discendenti di Bonaparte, sono state eseguiti i campionamenti e le analisi sulle formazioni pilifere e successivamente sui campioni stessi, per scongiurare qualsiasi rischio di contaminazione. Infine c’è stata la prova del nove: è stato effettuato un test comparativo che ha evidenziato senza alcuna possibilità di errore la precisa sovrapponibilità dei mitocondri. Nessun dubbio, quindi, sulla provenienza dell’illustre chioma: i capelli sono effettivamente di Napoleone.

Si tratta di un punto di partenza per futuri studi di carattere storico scientifico. Queste analisi condotte dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, sono solo l’avvio di un ampio progetto di ricerca che ha come obiettivo finale quello di ricostruire l’intero genoma di Napoleone.

La storia delle ciocche di Napoleone e il loro arrivo a Milano

Un cimelio curioso, le tre ciocche di Napoleone Bonaparte, che furono pensate come bislacco souvenir da portare in Italia, poi sequestrato dalla polizia. Ma a chi venne l’idea? La storia ci consegna questa versione, raccontata anche in Archivio di Stato a Milano: i capelli dell’imperatore francese sarebbero arrivati a Milano a seguito dell’interrogatorio di Natale Santini, storico collaboratore di Napoleone Bonaparte, che venne sentito dagli investigatori dalla Polizia austriaca.

Nel 1817 Santini arrivò in Italia dall’isola di Sant’Elena con questo particolare e singolare souvenir, che non gli venne poi restituito al termine dell’indagine, a sequestrato. Napoleone, come è ben noto, era ancora in vita, perché morì in esilio sull’isola il 5 maggio del 1821. I capelli entrarono così a far parte del fascicolo archivistico relativo al suo caso, giungendo fino a noi racchiusi in involucri di carta dell’epoca.

La mostra a Milano

All’Archivio di Stato di Milano ( Sala mappe e sala affrescata,  Palazzo del Senato), a 200 anni dalla morte di Napoleone, l’Archivio di Stato di Milano ha proposta una grande mostra in cui è stato ripercorso un quarto di secolo ( dal 1796 al 1821) vissuto negli archivi di stato, durante l’ impetuosa avanzata dell’imperatore francese. Nel percorso si inserirà anche l’esposizione delle ciocche di Bonaparte.

La mostra che si concluderà sabato 7 maggio, e presenta una serie di documenti, carte e pergamene dall’alto valore simbolico, oltre a intestazioni finemente decorate, sigilli, progetti di monumenti, stampe e un ampio tesoro composto da altri pezzi rari conservati all’Archivio di Stato di Milano. Al termine della conferenza si terrà una visita guidata, per cui è obbligatoria la prenotazione (all’indirizzo https://bit.ly/PrenotazioneMostraAsmi). – Accesso libero e gratuito fino a esaurimento posti (con obbligo di mascherina Ffp2), con dirette sul canale Youtube e sulla pagina Facebook dell’Archivio di Stato.

Quattro passi nella Milano napoleonica

Dopo aver visitato la mostra, restando all’ombra della Madonnina, è possibile fare una passeggiata per Milano a caccia dei luoghi napoleonici della città. Diversi sono i punti sulla mappa legati in qualche modo all’imperatore francese. Si inizia dalla bucolica zona all’interno del Parco Sempione, dall’Arco della Pace – ispirato all’Arc de Triomphe di Parigi da cui sarebbero dovuti partire gli Champs Elysees meneghini alla Loggia Reale della Palazzina Appiani, per spostarsi infine al complesso di Brera.

Milano

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L’Appia Antica, la regina delle strade, è candidata all’Unesco

Il ministero della Cultura ha lanciato la candidatura della via Appia Antica affinché possa essere inserita tra i Patrimoni mondiali dell’umanità dall’Unesco. “La Regina Viarum unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico”, ha spiegato il ministro Dario Franceschini su Repubblica “e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei”.

L’antica strada romana, che collegava Roma con Brindisi – e quindi con gli sbocchi verso l’Oriente allora conosciuto -, era considerata dai Romani la “Regina Viarum”, la regina delle strade.

Un po’ di storia

Quando, verso la fine del IV secolo a.C., fu tracciata, la via Appia era una delle più grandi opere di ingegneria civile al mondo, con un enorme impatto economico, militare ma anche culturale. Questa strada fece da esempio per tutte le successive in quanto era larga più di quattro metri consentendo di essere percorsa in entrambi i sensi, oltre era fiancheggiata da larghi marciapiedi così da poter andare anche a piedi e raggiungere facilmente i villaggi che s’incrociavano.

Lungo l’intero tracciato s’incontrano luoghi che costituiscono un patrimonio culturale importantissimo. L’Appia fu anche la prima delle grandi strade romane a prendere il nome non dal luogo verso cui era diretta, ma dal magistrato – Appio Claudio Cieco – che l’aveva costruita.

La via Appia partiva da Porta Capena, nei pressi del Circo Massimo a Roma, e proseguiva fino a destinazione – inizialmente Santa Maria Capua Vetere, in Campania, e solo in un secondo momento fino a Brindisi – seguendo una linea retta.

Buona parte dell’Appia Antica oggi è scomparsa, ma ne restano ancora ben visibili e percorribili dei tratti, specie nei dintorni di Roma, divenuti meta di turismo archeologico.

La candidatura Unesco

La candidatura avanzata dal ministero dei Beni culturali è frutto di un lavoro congiunto sostenuto da ben 74 Comuni attraversati dalla via Appia, da 15 parchi, 12 città, quattro regioni e 25 università. Lo scopo è prima di tutto quello di tutelare quest’antica strada, ma anche di valorizzare e promuovere il sito Via Appia. Regina Viarum come itinerario turistico unico al mondo.

 

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Viaggiare in treno per l’Europa pagando la metà

Se c’è un simbolo che rappresenti tutta l’Europa questo è l’Interrail, il biglietto ferroviario che, da cinquant’anni, consente di viaggiare in lungo e in largo per il Vecchio Continente senza barriere.

E, proprio per festeggiare il 50° anniversario di Interrail, si può viaggiare in treno in Europa con uno sconto del 50%. L’offerta è valida sui Pass Interrail Global cha abbiano una validità consecutiva di uno, due o tre mesi e scade il 10 maggio.

Un biglietto ferroviario unico

Fin dalla sua creazione, nel 1972, il Pass Interrail ha trasformato il modo di viaggiare in treno in Europa così come lo conosciamo. Negli ultimi cinquant’anni, è diventato non soltanto un modo di viaggiare, ma un vero e proprio movimento culturale, che ha ispirato generazioni a uscire dalla propria area di comfort e a viaggiare liberamente, seguendo le proprie curiosità. Fare l“Interrail” era diventato rapidamente sinonimo di un’esperienza di viaggio unica.

Quando venne lanciato, il Pass Interrail consentiva ai giovani fino ai 21 anni di esplorare 21 Paesi in treno con un solo biglietto ferroviario ed era pensato come un’offerta speciale per celebrare il 50° anniversario dell’UIC, l’associazione mondiale che raccoglie tutti gli operatori del settore ferroviario. L’obiettivo principale del pass consisteva nel rimuovere le barriere all’esplorazione flessibile di tutta Europa. Dopo il successo del primo anno, il Pass Interrail è diventato un’offerta permanente, che ha poi permesso a oltre 10 milioni di
persone di viaggiare in treno in tutta Europa. Nel corso del suo mezzo secolo di storia, il Pass si è evoluto continuamente, anticipando le esigenze delle nuove generazioni di viaggiatori.

I primi pass, venduti 50 anni fa, offrivano ai giovani viaggiatori un numero illimitato di viaggi e avventure per un mese. Oggi, invece, esistono pass che consentono di viaggiare in treno anche per tre mesi consecutivi fra 33 Paesi e sono accettai da oltre 40 compagnie ferroviarie e di traghetti. Inoltre, già dal 1998, può essere acquistato da viaggiatori di tutte le età, anche per famiglie e senior.

Le mete più belle d’Europa

Il pass consecutivo offre ai viaggiatori in treno libertà e flessibilità, per vedere il meglio che l’Europa ha da offrire, rendendo ogni giorno un’opportunità per esplorarla. Si può passeggiare sulla Promenade des Anglais a Nizza un giorno e il giorno successivo visitare il Colosseo a Roma. Prendere un treno diretto a Budapest per poi salire di nuovo a bordo di una carrozza che porta in Spagna facendo tappa in Svizzera.

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castelli Notizie Romagna Viaggi

Viaggio tra le più belle Rocche della Romagna

Quello che stiamo per farvi fare è un viaggio tra Rimini e Bologna, a pochi chilometri dalla costa, dove prende vita una Romagna sorprendente: qui un ambiente naturale unico dialoga con un patrimonio storico di grande fascino, e il benessere offerto dai centri termali si accompagna a quello delle eccellenze enogastronomiche.

È la Romagna delle Rocche, una zona che regala al visitatore un panorama fatto di colline coperte di vigneti, borghi suggestivi, castelli merlati, torrioni imponenti e vestigia di fortezze.

“Rocche di Romagna”, il nuovo progetto

È proprio con il nome “Rocche di Romagna” che è nato un progetto di marketing territoriale e promozione turistica. Il tutto grazie all’alleanza fra i Comuni di Bertinoro, Castrocaro Terme Terra del Sole, Forlimpopoli, Meldola, Predappio, e con il sostegno della Regione Emilia–Romagna.

Un programma che ha l’obiettivo di valorizzare questa splendida zona del nostro Paese, promuovendo l’attrattività turistica e commerciale, facendo scoprire le molteplici opportunità a disposizione dei visitatori e, in particolare, a chi ama il turismo “lento”.

Questo mese di maggio vede la nascita di una serie di iniziative che animeranno le Rocche nei diversi weekend del mese: degustazioni, visite guidate, spettacoli musicali e incontri culturali, laboratori ed escursioni guidate. In particolare:

  • 6 – 7 – 8 maggio: Bertinoro;
  • 7 – 8 maggio: Castrocaro Terme;
  • 14 – 15 maggio: Forlimpopoli;
  • 22 maggio: Predappio Alta;
  • 29 Maggio: Meldola.

Un mese di eventi focalizzati sulle Rocche che sarà, in realtà, il preludio del ricco calendario di manifestazioni che si svolgono nel territorio delle Rocche di Romagna nel corso dell’anno, in particolare nei mesi estivi.

rocca bertinoro romagna

La maestosa Rocca di Bertinoro

Le Rocche di Romagna assolutamente imperdibili

Ben 10 fortezze e una più suggestiva dell’altra. Strutture maestose e imponenti costruite a difesa dei borghi o per sorvegliare i cammini più battuti, poste su speroni rocciosi o nel cuore del tessuto cittadino. Le Rocche di Romagna sono sì un elemento distintivo del territorio e una testimonianza storica, ma fungono anche da simbolo di un’identità più profonda dei paesi e
delle cittadine in cui sorgono.

A Bertinoro prende vita una Rocca che domina il borgo medievale e l’intera pianura romagnola. Nei secoli ha accolto illustri ospiti, dall’imperatore Federico Barbarossa a Dante Alighieri. Oggi, dopo un accurato intervento di recupero, è diventata sede del Centro Residenziale Universitario per l’alta formazione e del Museo Interreligioso, unico in Italia, dedicato alle tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo ed Islam.

Un vero e proprio castello medievale che è un un susseguirsi di torri, loggiati, arsenali, sotterranei e fosche leggende (si racconta che fra queste mura si nasconda un pozzo dei rasoi, usato dalla battagliera Caterina Sforza per eliminare gli amanti scomodi).

Particolarmente affascinanti anche la Fortezza di Castrocaro Terme e il Museo Storico allestito al suo interno. Visitarla è come entrare nel cuore della Romagna e fare un viaggio nella storia: l’ingresso della Fortezza, che conduce direttamente nella Rocca, è caratterizzato dall’imponente Torre guelfa e delle Segrete.

Castrocaro Terme fortezza

L’incredibile fortezza di Castrocaro Terme

Possente e vivissima la Rocca di Forlimpopoli che, a differenza delle consorelle, sorge in pianura lungo la via Emilia. Oggigiorno è la sede comunale e ospita anche lo storico cine-teatro Verdi dove, nel 1851, fece irruzione il Passatore, il più famoso e crudele fra i briganti romagnoli. Presente anche il Museo Archeologico “Tobia Aldini”, con reperti dal Paleolitico fino all’età rinascimentale.

Ancora parzialmente in restauro (per questo visitabile solo in occasioni particolari), ma decisamente accattivante, è la Rocca di Meldola che tra le sue mura racconta una storia travagliata: assedi, razzie, spoliazioni e perfino un terremoto. Nonostante tutte le sventure, emerge comunque la sua imponenza. Basti pensare che è una delle più grandi della Romagna.

Piccola ma inespugnabile è, invece, la Rocca di Predappio che si trova nella località più antica del comune, chiamata “Predappio Alta”.  A colpire particolarmente il visitatore è che ha conservato quasi del tutto intatta la sua fisionomia, dominando ancora oggi l’antico borgo con i sui torrioni circolari. È aperta al pubblico, nel periodo estivo, in occasione di eventi turistici.

Forlimpopoli rocca

La splendida Rocca di Forlimpopoli

Da non perdere anche la città-fortezza di Terra del Sole. Edificata durante il Rinascimento per volontà di Cosimo I De’ Medici, è abbracciata da una cinta muraria alta ben 13 metri e dominata dai castelli del Capitano delle Artiglierie e del Governatore, mentre sulla Piazza d’Armi si affaccia il Palazzo Pretorio.

Lungo la strada che collega Predappio a Meldola, in posizione isolata e dominante, si incontra Rocca delle Caminate, ricostruita nel ventennio fascista (fu residenza estiva di Mussolini) e oggi recuperata per incontri culturali e iniziative di formazione.

Valgono una visita anche il piccolo borgo fortificato di Teodorano con la sua torre che domina la valle del Voltre e i resti della fortificazione di Castelnuovo. Dell’antico castello dei Da Polenta rimane invece un antico torrione visitabile solo con visite guidate.

Tutti edifici che vantano un’importanza storica rilavante, ma anche un particolare caratteristica comune, o almeno quelle costruite di speroni rocciosi: lo Spungone. Caratteristica di queste colline, è una roccia riconoscibile per la presenza al suo interno di conchiglie fossili che conferiscono al terreno particolari caratteristiche minerali che lo rendono più fertile e, in particolare, adatto alle coltivazioni della vite e dell’ulivo.

Rocca di Meldola romagna

L’affascinante Rocca di Meldola

Gli itinerari per scoprire il territorio

Chi ama il turismo all’aria aperta in questo affascinante territorio troverà un ampio ventaglio di percorsi nella natura, fra dolci pendii e ripide salite, che collegano i borghi e le rocche, passando accanto a vigneti, uliveti e campi ben coltivati.

Tra tutti, vi segnaliamo il lungo Itinerario dello Spungone che attraversa completamente il territorio delle Rocche di Romagna, passando per la Riserva naturale del Bosco dell’antico Convento di Scardavilla e raggiungendo Rio Cozzi, dove l’antica roccia di origine marina emerge in modo speciale.

Altrettanto affascinante il sentiero “Speranza” che si snoda sulle colline di Predappio. Attraversano questo territorio anche gli antichi Cammini di S. Antonio da Padova che passano per l’eremo di Monte Paolo, dove il santo ebbe la sua prima residenza italiana, e il cammino della Via Romea Germanica, che dalla città tedesca di Stade scende verso Roma.

Rocca di Predappio romagna

La bella Rocca di Predappio

Gli altri eventi dell’anno

Non solo primavera. La Romagna delle Rocche propone ai visitatori un fitto calendario di eventi di richiamo durante tutto l’anno. Tra i principali vanno segnalati:

  • la Festa Artusiana di Forlimpopoli: fine giugno e, per una settimana, propone innumerevoli stand gastronomici e cene a tema, oltre che iniziative culturali dedicate al grande Pellegrino Artusi;
  • l’evento ROCCAmbolesca: un fine di agosto passato fra artisti, mostre e bancarelle, ridonando vita e visibilità all’antica rocca di Meldola;
  • la Festa dell’Ospitalità: primo weekend di settembre, a Bertinoro, dove rivive il rito medievale dell’accoglienza con un programma intenso di iniziative e proposte all’insegna della cultura, buona tavola e del buon vino;
  • il Palio di Santa Reparata: primo weekend di settembre, anima il borgo di Castrocaro Terme e Terra del Sole fra rievocazioni storiche, arcieri e musica;
  • la Tre giorni del Sangiovese: a inizio ottobre vivacizza le vie di Predappio per far degustare l’importante produzione vitivinicola del territorio.

Non resta che organizzare una gita in questa terra da sogno tutta italiana.

rocche di romana

Un angolo di questa bellissima zona d’Italia

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Fiume Notizie Viaggi

Scoprire una terra da favola tra i due grandi fiumi italiani

C’è una zona spettacolare del nostro Paese dove un patrimonio diffuso si svela nelle tradizioni, nei sapori e nei paesaggi. Un connubio perfetto che si manifesta nei borghi antichi, ville, chiese, abbazie e tenute rurali ricche di fascino. Una terra da favola che si trova tra due grandi fiumi italiani e dove i silenzi sono squarciati dal piacevole canto degli uccelli.

Rovigo, dove la natura abbraccia la storia

Siamo a Rovigo, in Veneto, una città che si sviluppa tra il fiume Adige e il Po e dove la natura abbraccia la storia, l’arte e la cultura. Proprio da queste parti è ora possibile vivere un’esperienza di viaggio autentica alla scoperta di luoghi inediti. Tutto ciò è l’obiettivo di Rovigo Convention & Visitors Bureau che dal 2021 è anche l’organizzazione incaricata di realizzare il Piano Strategico del Marchio d’Area “Terre fra Adige e Po”, aggregazione pubblico-privata che riunisce 40 enti per una gestione più efficace della promozione turistica.

Tante le esperienze da vivere come quelle che riguardano l’aspetto storico-culturale che aleggia nel capoluogo e che si snoda dalle “Due Torri” medioevali attraverso Palazzo Roncale e Palazzo Roverella. Quest’ultimo è il luogo culto di mostre di alto profilo internazionale come la recente dedicata a Chagall e quella in corso (visitabile fino al 26 giugno) su Kandinskij e alla sua evoluzione verso l’astrattismo, con ben ottanta opere esposte, cimeli, documenti, fotografie e filmati d’epoca.

A Palazzo Roncale, invece, tutta da vedere è la suggestiva mostra sull’esploratore di casa, Giovanni Miani e sul suo “Mal d’Africa”. Viaggiatore tanto innamorato delle sorgenti del Nilo e delle genti indigene, quanto da meritarsi l’appellativo di “Leone bianco del Nilo”.

Palazzo Roncale rovigo

Dettagli del Palazzo Roncale

Rovigo, tra sport e musica

Sapevate che Rovigo è una della capitali del rugby? A questo proposito, sempre Palazzo Roncale, in autunno si tingerà dei colori del rosso e del blu per tributare l’epopea di una disciplina icona che nel Polesine è via via diventata una vera e propria “fede”.

È innegabile che l’intero Polesine si identifichi con la sua squadra di rugby. Una passione che mobilita la tifoseria sia al leggendario stadio Battaglini, sia in trasferta e che ha fatto crescere molte generazioni con il mito della palla ovale.

Ma non solo. Rovigo custodisce tra le sue strade anche il prestigiosissimo Conservatorio Musicale “Francesco Venezze”, importante punto di incontro di studenti provenienti da tutta Italia (e non solo) che, partendo dai corsi base, concludono il proprio percorso formativo scegliendo tra due Master post laurea specialistica in “Musica applicata alle immagini” e in “Pianoforte”.

Ogni anno, inoltre, il Conservatorio organizza diversi eventi culturali e partecipa a numerosi progetti. Da non perdere dal 6 all’8 maggio, la prima assoluta, rappresentata al Teatro Sociale, di Flatlandia spettacolo multimediale dove le scene live si alternano a immagini video e suoni riprodotti, nell’ambito del Venezze Musica Festival. A luglio sarà il momento del Venezze Jazz Festival, e l’inizio di settembre quello del Cello City Festival che da dodici anni richiama a Rovigo violoncellisti di fama mondiale come Sollima, Brunello e molti altri.

Polinesine vento

Paesaggi del Polinesine

Fratta Polesine, meraviglia della provincia di Rovigo

Immerso nel silenzio di una storia millenaria che si respira in ogni istante, Fratta Polesine è un borgo che si distingue per essere uno scrigno di reperti preziosi di quell’antichissima “Frattesina”, riemersa e oggi valorizzati all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Fratta e ai suoi tanti luoghi simbolici che seguono il corso della storia dal 400 al 900.

Il tour non può che partire da Villa Badoer, progettata da Andrea Palladio e patrimonio UNESCO, vanto dell’architettura locale, con la sua mole imponente quasi a dominare dall’alto della sua posizione. Il paesaggio intorno è ricco di suggestioni e di emozioni.

Del resto, la bellezza del borgo e la grande attività di sviluppo dell’amministrazione locale hanno permesso a Fratta di diventare crocevia di eventi di grande importanza mediatica, dalla musica al teatro, dalla letteratura all’arte contemporanea. Per finire nel novero delle scelte della trasmissione Rai “Il borgo dei borghi”.

A disposizione anche nuovi strumenti digitali che permettono al visitatore attraverso App e quant’altro, maggiori facilità di accesso e di informazione. Un progetto partito con il posizionamento di QR code all’ingresso delle Ville Badoer e Molin-Avezzù, mentre nel giardino di Casa Museo Matteotti, altra grande attrattiva del posto che ha dato i natali a Giacomo Matteotti, sono stati installati dei “beacon”, nuove tecnologie grazie alle quali gli spazi si teatralizzano, offrendo in tempo reale descrizioni personalizzate.

fratta Polinesine veneto

Villa Avezzù di Fratta Polinesine

Rovigo e dintorni, cosa fare durante la bella stagione

Un terra che si sviluppa tra due fiumi, davvero splendida e che è anche un pullulare di possibilità per i viaggiatori più intrepidi, soprattutto durante la bella stagione. Gli amanti dei Cammini non devono lasciarsi scappare la Romea Strata, la Romea Germanica e il Cammino di Sant’Antonio.

La prima, la Romea Strata, è un percorso di ben 82 tappe che si snodano lungo 7 regioni italiane per la bellezza di 1400 km. Un cammino affascinante che attraversa anche il Veneto e che porta per mano lungo questa zona, con tutto il suo bagaglio culturale e naturalistico.

La Romea Germanica, dal canto suo, nel tratto italiano che va dal Passo del Brennero a Roma è lunga ben 1019 chilometri. In questa zona del Veneto costeggia una miriade di canali tra l’Adige e il Po, per giungere poi in Emilia Romagna.

Il Cammino di Sant’Antonio, invece, in circa 24 Km tocca aree sacre estremamente significative dal punto di vista della devozione antoniana e della fede, ma anche dell’arte e della storia. L’itinerario si svolge per lo più su strade sterrate di campagna e argini toccando l’asfalto solo per qualche inevitabile attraversamento.

Possibili escursioni anche in barca e bicicletta, lungo il Canal Bianco, mentre chi preferisce stare solo su due ruote con “Cicloguida Adige-Po” può combinare il piacere della sella insieme alla visita di borghi, ville e musei che s’incontrano lungo il tragitto.

A disposizione anche diverse escursioni nel Delta del Po, mentre chi è alla ricerca di esperienze uniche e spettacolari, in alcune Valli da pesca private di particolare pregio ed estensione può scegliere speciali escursioni in barca, bici o a piedi.

Insomma, questa terra tra due fiumi italiani è davvero un susseguirsi di sorprese e anche una zona in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi viaggiatore.

dintorni rovigo

La campagna della provincia di Rovigo

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Arriva la nave più grande del mondo, una vera meraviglia

È arrivata nel Mediterraneo la nave più grande del mondo. Dopo essere salpata dal porto d Fort Lauderdale, in Florida, ha fatto rotta verso Barcellona, dove arriverà l’8 maggio, per poi proseguire verso Roma. La Wonder of the Seas è, come dice il nome, una vera meraviglia.

La nuovissima nave di Royal Caribbean International della Classe Oasis supera quella che è stata finora la più grande del mondo, la Symphony of the Seas, della stessa compagnia.

I “quartieri” della Wonder of the Seas

Avveniristica e da record, questa nave sorprende per i suoi otto “quartieri”, uno in più rispetto a quelli delle altre navi della compagnia, e dona un’incredibile esperienza di navigazione per una vacanza indimenticabile.

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La Wonder of the Seas, la nave più grande al mondo

Il quartiere suite è appunto l’ottavo e accoglierà gli ospiti della classe Royal Suite su un ponte privato Suite Sun con una plunge pool e bar, resi speciali da una splendida vista sull’oceano, nonché da altri elementi molto amati dagli ospiti come il ristorante esclusivo Coastal Kitchen, la Suite Lounge e l’immensa Ultimate Family Suite, che si sviluppa su due piani, adatta anche ad ospitare una famiglia di dieci persone e corredata da uno scivolo in-suite, di cinema, karaoke area e ping pong.

I ristoranti a bordo della nave

Dei 40 ristoranti ospitati a bodo della Wonder, uno è davvero unico: The Mason Jar Southern Restaurant & Bar, dove si possono fare brunch e cene fino a tarda notte allietati dalla musica dal vivo e da una pregiata collezione di whisky e cocktail.

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I divertimenti a bordo della Wonder of the Seas

Intrattenimento per adulti

fare una crociera a bordo della Wonder of the Seas sarà una vera pacchia. Oltre al simulatore di surf FlowRider c’è anche The Ultimate Abyss, lo scivolo più alto del mare, ma anche la zip line alta dieci piani. Oltre a ciò, immancabili quartieri straordinari come Central Park, con più di 20.000 piante, e il Boardwalk, che mette insieme il fascino del mare e le attività per tutta la famiglia, tra cui la possibilità di cavalcare una meravigliosa giostra intagliata a mano, guardare un big match o impegnarsi in una competizione presso gli spazi del Playmakers Sports Bar & Arcade.

Per trascorrere le serate, sono ben quattro i “palcoscenici” a bordo della Wonder: aria, ghiaccio, acqua e teatro. Più di cento tra artisti e tecnici danno vita a super produzioni come inTENse, con il primo cast tutto al femminile di aerialistes, high divers, slackliners e altro ancora nell’unico AquaTheater, The Effectors II: Crash ‘n’ Burn, che debutta quest’estate, dove i supereroi high-tech di Royal Caribbean – The Effectors – si scontrano con i loro arcinemici per salvare ancora una volta il pianeta.

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La Wonder of the Seas illuminata di notte

Intrattenimenti per bambini

Le famiglie con bambini troveranno una nuovissima avventura all’aperto, Wonder Playscape, una zona scivoli a tema sottomarino, con pareti da arrampicata e divertimenti interattivi. E in più, l’area Adventure Ocean, mentre gli adolescenti si divertiranno con Social100 e The Patio.

I numeri della Wonder of the Seas

Lunga 362,04 metri (praticamente come la Symphony) e con una stazza di quasi 237 tonnellate (dieci in più della sorella minore), la nuova Wonder of the Seas può ospitare a bordo fino a 6.988 passeggeri e 2.300 membri dell’equipaggio che sui 16 dei 18 ponti riservati ai passeggeri però non si noteranno affatto.

Le crociere della Wonder of the Seas

Per tutta l’estate 2022 la nave navigherà nel Mar Mediterraneo con crociere di sette notti. La nave salperà dal porto di Barcellona per le tappe successive a Palma di Maiorca, Marsiglia, La Spezia, Roma Civitavecchia e Napoli, per fare poi rotta di nuovo verso Barcellona. E questo fino alla fine di ottobre, quando lascerà di nuovo il Mediterraneo per tornare nel Mar dei Caraibi.

 

 

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L’offerta per volare a meno di 5 euro (scade a mezzanotte)

Come Cenerentola, avete poche ore prima che finisca l’offerta e che i 5 euro del biglietto aereo si trasformino in una cifra molto più alta. L’importante è prenotare entro la mezzanotte di oggi 4 maggio, poi si può volare per tutto il mese corrente dove si desidera.

Di offerte a 4,99 euro (a tratta, ovviamente) ce ne sono parecchie sul sito della compagnia low cost. Vogliamo consigliarvi alcune mete dove andremmo noi adesso, nella speranza di convincervi. Ecco le proposte.

Voli da 4,99 euro per la Puglia

Ci sono offerte bassissime per Brindisi e Bari e noi non ce le siamo fatte sfuggire. Perché? La Puglia fuori stagione, quando inizia però a fare già caldo e le giornate si sono allungate, è davvero il top. Se le temperature lo permettono si può andare in spiaggia e, magari, fare anche i primi bagni. Tra le spiagge da non perdere vi consigliamo quella di Marina di Pescoluse, quattro chilometri di sabbia bianca con gli isolotti che fanno capolino. Una cartolina…

Altrimenti si possono visitare i borghi della Puglia, come Peschici, arroccato su una rupe a picco sul mare, oppure Vieste, con il suo affascinante intreccio di casette bianche. Si può anche fare un po’ di movimento – per giustificare le grandi abbuffate di orecchiette, burrata e taralli – e pedalare sulle piste ciclabili lungomare (la Rotta dei due Mari è meravigliosa) o in mezzo alla natura e, quando il sole è a picco, diventa davvero piacevole rilassarsi all’ombra di un ulivo in una tipica masseria.

Vieste

Vieste, una vacanza perfetta nella Perla del Gargano

 

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Notizie Viaggi

Sogni l’Eurovision Song Contest? Ecco i costi da sostenere

Torino è in fermento, così come lo sono tutti i cittadini e i viaggiatori intenti a pianificare tutti i dettagli di un viaggio che li porterà proprio lì, alle porte del PalaOlimpico dove si terrà l’edizione del 2022 dell’Eurovision Song Contest.

Il capoluogo del Piemonte, già meta prediletta per quell’architettura elegante e raffinata e per quella cucina che fa invidia al mondo intero, ospiterà dal 10 al 14 maggio il celebre festival della musica, nonché una delle più importanti manifestazioni internazionali del settore durante la quale si sfideranno 40 Paesi.

Le strutture ricettive, i bed and breakfast e gli hotel della città sono stati già presi d’assalto da cittadini di tutte le regioni italiane e dai viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Ma qual è la spesa media che questi si preparano a sostenere per partecipare all’Eurovision Song Contest? Ce lo svela una ricerca.

A Torino per l’Eurovision Song Contest: quanto spenderanno i viaggiatori europei

C’è grande entusiasmo attorno all’Eurovision Song Contest, non solo per gli italiani che si preparano a ospitare una delle più importanti manifestazioni musicali del mondo, ma anche per tutti i viaggiatori europei che potranno scoprire le bellezze del BelPaese proprio in questa occasione.

E sono tante, anzi tantissime, le prenotazioni già andate a buon fine, alle quali si aggiungono i viaggi last minute organizzati in questi giorni. Ma quanto spenderanno i viaggiatori europei per raggiungere Torino e per sostenere i rappresentanti della loro nazione? Lo svela una ricerca condotta da Belvilla by OYO, società di affitto di case vacanze, che ha calcolato i costi di viaggio, alloggio, biglietti, visite turistiche e cibo per la settimana o il weekend a Torino.

Dai dati emersi non ci sono dubbi, i viaggiatori che spenderanno di più per trascorrere la settimana dell’Eurovision
Song Contest a Torino saranno gli olandesi, con un costo medio per vacanza di circa 9632 euro. I cittadini francesi che sceglieranno di raggiungere il capoluogo lombardo in treno, invece, spenderanno circa 9188 euro. In questi costi sono inclusi anche i costi dei biglietti del festival.

Chi ha scelto di arrivare in Italia solo per il weekend si prepara ad affrontare spese abbastanza alta. A spendere di più saranno i viaggiatori danesi con circa 2893 euro a persona, mentre per i francesi il costo media è di 2368 euro, volo incluso.

Il prezzo medio degli alloggi di Torino, durante l’Eurovision Song Contest è di 1074 euro per due notti, inclusi i costi per visitare la città, i trasporti e i pasti da consumare in un weekend nei ristoranti della città.

Eurovision Song Contest: cosa vedere a Torino

Sono molti i viaggiatori che, giunti a Torino per l’Eurovision Song Contest, approfitteranno per visitare il capoluogo lombardo andando alla scoperta di musei, attrazioni iconiche e specialità gastronomiche.

Oltre al cuore pulsante della manifestazione che sarà nella struttura del Pala Olimpico e all’Eurovillage del Parco Valentino, all’interno del quale sarà possibile assistere a eventi e spettacoli di contorno alla grande manifestazione, sarà possibile andare alla scoperta delle meraviglie cittadine.

Belvilla by OYO ha calcolato che il costo medio per l’ingresso a quelle che sono le attrazioni popolari del capoluogo lombardo è di 6,90 euro, tenendo in considerazione che molti punti di riferimento in città offrono l’accesso gratuito.

Per i viaggiatori provenienti da altre regioni d’Italia e paesi d’Europa, quella dell’Eurovision Song Contest è anche l’occasione per scoprire le prelibatezze della cucina piemontese riconosciute in tutto il mondo, come il tartufo d’Alba, le nocciole del Piemonte e i vini regionali.

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In Italia è stata fatta una nuova e importante scoperta

Una straordinaria scoperta è stata fatta durante gli ordinari scavi legati ai lavori propedeutici alla bonifica idrica di una strada italiana. Un tesoro rinvenuto casualmente, che ci riporta ancora una volta indietro in un tempo a noi lontanissimo, facendo questa volta riaffiorare dal sottosuolo anche la dolorosa storia di Valeria, un’adolescente morta a soli 13 anni.

Scoperta la necropoli di via Latina a Roma

Ha come teatro la Capitale e via Luigi Tosti, interessata dai lavori per la bonifica idrica della strada, svolta da Acea Ato2, la nuova scoperta della Soprintendenza Speciale di Roma diretta da Daniela Porro. Lo scavo, condotto da Archeo di Fabio Turchetta con la direzione scientifica di Angelina De Laurenzi, ha portato alla luce un nuovo edificio funerario che faceva parte della grande necropoli dell’antica Via Latina, con urne cinerarie murate nelle pareti, sepolture a inumazione e una serie di frammenti marmorei.

Dallo scavo sono emersi anche i resti di un sarcofago in marmo bianco a lenòs, cioè a vasca con gli angoli stondati. Uno dei pezzi presenta una decorazione a bassorilievo raffigurante una scena di caccia. Si vede una leonessa sovrastata a sinistra dal cavallo del cacciatore, di cui si conservano esclusivamente le zampe anteriori, che viene braccata sulla destra da un mastino. Stando a una prima valutazione preliminare, i materiali potrebbero essere datati al II secolo dopo Cristo.

Il colombario rinvenuto durante nel corso di indagini archeologiche in via Luigi Tosti, è di piccole dimensioni (4 metri per 3). Probabilmente ipogeo, era realizzato nel banco naturale di tufo e costituito da possenti murature in opera cementizia di 80 centimetri ricoperte da un paramento in mattoni (opus latericium) di ottima fattura. Le pareti erano rivestite di intonaco dipinto di giallo e rosso, a emulare delle lastre marmoree. L’edificio, purtroppo, è stato rinvenuto fortemente danneggiato. Gli archeologi non escludono che possa essere stato demolito durante l’urbanizzazione del quartiere, avvenuta negli anni Trenta del secolo scorso. Proprio pochi mesi fa, un’altra necropoli è stata portata alla luce non molto lontano da Roma.

La decorazione a bassorilievo di uno dei pezzi, con scene di caccia

La scoperta dell’ara funeraria della giovane Valeria

Il rinvenimento della necropoli durante gli scavi in via Luigi Tosti, nel quartiere dell’Appio Latino, ha portato alla luce anche la triste storia di una adolescente romana vissuta circa 1900 anni fa. Tra le sepolture e le urne emerse dal sottosuolo è stata ritrovata, infatti, anche una preziosa ara funeraria in marmo bianco, perfettamente conservata, appartenuta alla giovanissima Valeria. Sull’epigrafe si legge la dedica: “Valeria P F Laeta vixit annis XIII m VII”, ovvero – stando alla traduzione dei ricercatori: “Valeria Laeta figlia di P[ublio] visse 13 anni e 7 mesi”.

Italia fatta nuova importante scoperta

L’ara funeraria della giovane Valeria

Una strada piena di sorprese

La necropoli appena emersa non è l’unica scoperta fatta in via Luigi Tosti, che arricchisce ulteriormente il patrimonio archeologico italiano. Lo scorso gennaio, infatti, le indagini di archeologia preventiva avvenute sotto la guida della Soprintendenza Speciale di Roma in un cantiere di Acea Ato2 spa e della Società Sita srl per la sostituzione della rete idrica, hanno portato alla luce tre edifici sepolcrali appartenenti a uno stesso complesso funerario, che sorgeva lungo la Via Latina antica, databile fra il I secolo avanti e il I secolo dopo Cristo.

Stando a quanto dichiarato dalla Soprintendente Daniela Porro, la scoperta ha gettato una nuova luce su “un contesto importantissimo, quella Via Latina che da Porta Capena arrivava fino a Capua e il cui tracciato è oggi ancora visibile nei Parchi degli Acquedotti e delle Tombe di Via Latina”.

Il colombario riemerso in via Tosti a Roma