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Sicilia, l’incredibile scoperta archeologica di rilevanza nazionale

La Sicilia ha un incredibile patrimonio archeologico, molto apprezzato dai numerosissimi turisti che ogni anno giungono sull’isola per ammirare le bellezze di un mondo che non c’è più. Ed è proprio qui, a due passi da un piccolo borgo dell’entroterra, che si è verificata una scoperta eccezionale (nonché del tutto inaspettata).

Scoperto in Sicilia un insediamento preistorico

L’importante ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi presso Carcaci, piccola frazione del comune di Centuripe. Qui, il sindaco Salvatore La Spina aveva avviato una serie di sopralluoghi assieme ad alcuni volontari del suo paese, con l’intenzione di perlustrare l’area collinare di proprietà privata presso cui dovrebbe venir realizzata una discarica pubblica di alto valore ecologico, un progetto di grande interesse. Durante i primi scavi, è emerso un insediamento preistorico considerato di rilevanza archeologica nazionale.

Al momento, gli archeologi hanno portato alla luce solamente un complesso cimiteriale formato da un sistema di nove tombe a camera, tutte scavate nella roccia. Diverse sono le loro origini: alcune sono di forma rettangolare e, presumibilmente, risalgono all’età del ferro, mentre altre sono di forma circolare e sono databili come provenienti dall’età del bronzo. Già ad un primo sopralluogo se ne sono però avvistate altre ancora, probabilmente persino più antiche. Ma non solo: secondo gli esperti, il sito potrebbe riservare ancora molte sorprese.

Il futuro del nuovo sito archeologico

Attorno al complesso cimiteriale prenderanno il via gli scavi che potrebbero portare alla scoperta di altre antiche testimonianze di questo sensazionale insediamento preistorico. L’area si trova, come già detto, in una proprietà privata adiacente al comune di Randazzo, priva di particolari vincoli e attraversata da un’ampia infrastruttura idrica. Attualmente i lavori sono fermi, e il sindaco ha già dichiarato di voler fare il possibile affinché il sito archeologico venga preservato contro l’eventuale sfruttamento per la creazione di una discarica.

“L’eccezionale scoperta aggiunge valore al ricco patrimonio archeologico già presente nel nostro territorio. Trovo assurdo che si possa concepire e pianificare una struttura del genere, senza aver prima controllato il territorio, già importante, non solo dal punto di vista ecologico ma soprattutto agricolo e zootecnico” – ha spiegato Salvatore La Spina – “Oltre 500 persone vivono intorno all’area designata per la realizzazione della discarica e migliaia di capi, tra ovini e bovini, pascolano su quei terreni. Un danno incalcolabile per l’economia e per l’agricoltura del territorio. Che ancora nel 2022 si pensi delle discariche in luoghi densamente agricoli, non ha alcun senso. Pronti, quindi, insieme ai comuni limitrofi, agli allevatori ed agli agricoltori della zona, a lottare contro questo sfregio all’ambiente“.

Sicilia, le incredibili bellezze archeologiche

Quella di Centuripe è solo l’ultima delle scoperte che hanno portato alla luce le tante bellezze archeologiche della Sicilia. Nella regione si concentrano alcuni dei siti più affascinanti d’Italia – e del mondo intero. Dall’incredibile (e famosissima) Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio UNESCO riconosciuto a livello internazionale per il suo fascino unico, all’antica città greca di Selinunte, che rappresenta il più grande sito archeologico d’Europa, sino ad arrivare al meno noto (ma altrettanto bello) parco di Segesta, che vanta un suggestivo teatro ancora oggi utilizzato in estate per spettacoli all’aperto. Insomma, il territorio siciliano è ricco in ogni suo angolo di testimonianze preziosissime, alle quali oggi si aggiunge un piccolo – ma importantissimo – insediamento preistorico.

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In Italia è appena avvenuta una scoperta incredibile

L’Italia è un posto ricco di bellezze, paesaggi e tanta storia, che non smette mai di stupirci. In particolare, nel corso di alcuni scavi archeologici nella Maremma, è stata scoperta una terrazza monumentale di 600 metri di lunghezza, situata vicino alla riva dell’antico Prile.

Nel sito è in corso la terza campagna di ricerche condotta dall‘Istituto archeologico germanico di Roma. Perché si sa, i tesori sepolti e da scoprire non finisco mai e grazie a lavori di ricerca e recupero, possiamo ricostruire la storia di antiche civiltà e ritrovare capolavori del passato, che i nostri lontani antenati hanno lasciato per noi.

Gli scavi archeologici e la ricerca di vecchi tesori

“Nell’ambito del progetto di ricerca – spiegano Elena Nappi e Walter Massetti, rispettivamente sindaca e assessore del Comune di Castiglione della Pescaia – sono state condotte prospezioni geofisiche, carotaggi e scavi, che hanno portato alla scoperta di una nuova area archeologica situata in località Badia Vecchia, parte dell’insediamento etrusco di Vetulonia. Qui è stata individuata una terrazza monumentale di 600 metri di lunghezza situata vicino alla riva dell’antico Prile”.

Cosa significa? Che attraverso l’uso di strumenti specifici i ricercatori hanno rilevato la presenza di un’enorme terrazza nascosta nel sottosuolo. Questi studi si fanno in fase preliminare, per evitare di rovinare il terreno inutilmente.

Alla ricerca dell’antica terrazza

Così, una volta scoperta l’esistenza di questa perla che il tempo ha conservato gelosamente nel sottosuolo, si sono avviati i lavori volti al recupero. Gli scavi archeologici hanno interessato una porzione della terrazza e alcune costruzioni poste a nord di essa. È stato così possibile scoprire che quel belvedere si compone di un imponente muro in blocchi squadrati conservato per circa 2 metri di altezza. Una mole davvero massiccia per l’epoca.

Il reperto è stato costruito in epoca etrusca, probabilmente già nel V secolo avanti Cristo. Sulla terrazza sono state scoperte alcune stanze, forse magazzini e abitazioni, utilizzate fino al II secolo avanti Cristo. Incredibile pensare che su quelle rocce forse ci vivevano i nostri avi.

Ancora non sono chiare le funzioni di tale terrazza, ma presto gli studiosi potranno approfondire la questione e fornirci informazioni più dettagliate sul reperto. Quel che è certo è che non si smette mai di imparare e scoprire meraviglie del passato.

Una gita per gli amanti dell’archeologia

Se amate particolarmente la storia, il periodo etrusco e l’archeologia, allora quest’area fa per voi. Infatti, la zona toscana dove è stata rinvenuta la terrazza non è nuova a questo tipo di scoperte. Una tappa irrinunciabile è Vetulonia proprio nei pressi di Castiglione della Pescaia. Si tratta di un paese di nobili origini etrusche in cui è possibile assaporare la storia della civiltà perduta. Proprio in questo sito si trovano reperti archeologici di grande importanza da scoprire negli scavi e nel Museo Storico Archeologico recentemente rinnovato.

Alloggiando in un bel agriturismo della Maremma sarà possibile seguire un percorso esplorativo, indietro nel tempo, alle origini della storia del nostro popolo. Tra un panorama mozzafiato, un borgo d’altri tempi e tanto da imparare, la Toscana resta uno dei luoghi più preziosi di sempre.

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Il cammino che regala un viaggio emozionale e sensoriale

L’Italia, percorsa a piedi, è ancora più bella. I viaggi lenti stanno infatti spopolando regalando la possibilità ai viaggiatori di scoprire ciò che di più autentico c’è nel nostro Paese. Quello che vistiamo per raccontare è un viaggio emozionale e sensoriale lontano dalle consuete rotte turistiche, alla scoperta di antichi sapori e valori che sono le radici di una terra ricca di storia e cultura millenaria e dove il tempo sembra essersi fermato.

Kalabria coast to coast, il sud del nostro Paese come non lo avete mai visto

Si chiama Kalabria coast to coast ed è il prossimo cammino di Destinazione Umana, il tour operator che propone viaggi ispirazionali dall’alto valore umano, selezionati e curati in modo artigianale e dedicati al pubblico femminile.

Un percorso dedicato a tutte le donne che vogliono scoprire una Calabria inedita, attraversandola a piedi da costa a costa, dallo Ionio al Tirreno. 55 km attraverso una regione dalla natura dirompente, che unisce il mare e la montagna passando dalla costa ionica degli aranci a quella tirrenica degli dei, alla scoperta di piccoli borghi, ulivi secolari, filari di vite, campi di grano e fichi d’india, boschi di castagni e faggi e pittoresche pietre granitiche modellate dal tempo.

In partenza il 15 giugno 2022 da Soverato (CZ), che affascina il visitatore con le sue bianche spiagge e il mare cristallino, inizia il il cammino con destinazione Petrizzi (CZ), suggestivo borgo definito “Il fiore di pietra” perché ornato di fiori della pietra: il fico d’india d’autunno e la ginestra d’estate.

Si proseguirà attraverso antichi tratturi di campagna contornati da ulivi e campi di grano, il lago Acero e un’estesissima foresta di faggi dall’atmosfera fiabesca, per poi arrivare al caratteristico borgo di Monterosso Calabro (VV), meta molto affascinante dal punto di vista naturalistico e storico.

Monterosso Calabro cammino

Fonte: iStock

Una veduta di Monterosso Calabro

La tappa finale del cammino passerà all’interno dell’oasi naturalistica del lago Angitola e nell’area archeologica dei ruderi della città normanna di Rocca Angitola (VV) per poi raggiungere la costa tirrenica, nella pittoresca Pizzo (VV), arroccata su una roccia tufacea.

Qui le viaggiatrici potranno assaggiare e assistere alla produzione del famoso Tartufo di Pizzo, un delizioso gelato esportato e riprodotto in tutto il mondo. A conclusione del viaggio, la tappa a Tropea, gemma della “Costa degli Dei”, permetterà di rigenerarsi dopo le fatiche del cammino in un mare cristallino incorniciato da un paesaggio a dir poco sublime.

Il cammino Kalabria coast to coast è metafora di cambiamento, un viaggio a passo lento che è prima di tutto un’occasione di crescita interiore, per trovare coraggio e ispirazione e cambiare in meglio la propria vita grazie al distacco dalla quotidianità e all’incontro con gli altri, con le compagne di viaggio ma anche con le guide.

Per questo motivo, grazie al supporto della Travel Counselor di Destinazione Umana, Alice Bianchi, prima ancora della partenza le viaggiatrici avranno la possibilità di conoscersi tra loro in videocall e indagare insieme su quali aspettative hanno sul viaggio, cosa metaforicamente vorrebbero lasciare a casa e cosa, invece, vorrebbero acquisire dall’esperienza.

Non resta che vivere questa straordinaria avventura alla scoperta di una regione che è in grado di regalare un viaggio emozionale e sensoriale.

torpea kalabira coast to coast

Fonte: iStock

Tutta la magia di Tropea
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Ha riaperto la strada più bella del mondo

C’è chi la definisce “la strada più bella del pianeta“, c’è chi la considera “l’ottava meraviglia del mondo“. In qualsiasi modo la vogliate chiamare, la buona notizia è che finalmente, dopo oltre 500 giorni, ha riaperto una vera e propria bellezza che si trova in Italia.

Strada della Forra, spettacolo italiano

Sono stati 516 i giorni di chiusura della straordinaria Strada della Forra, ben 17 mesi che sono giunti al termine giovedì 26 maggio. Fu Winston Churchill a definirla “l’ottava meraviglia del mondo“, e finalmente è di nuovo transitabile: nel periodo estivo, come in passato, con un senso unico a salire dalle 10 alle 19, il tutto per evitare ingorghi.

Ma non solo. È stata lanciata una campagna per far diventare questa strada un Luogo del Cuore FAI, un’iniziativa importante e comprensibile dal momento che la Strada della Forra si snoda per circa 6 chilometri fra tornati, gallerie e una vista spettacolare sul Garda, tanto da essere tutt’ora considerata un capolavoro di ingegneria.

Il percorso della Strada della Forra, famoso in tutto il mondo

Un vero e proprio gioiello incastrato nella roccia, una strada tortuosa ricavata nella forra del torrente Brasa. Parte dai 65 metri del lungolago per arrivare ai 423 del borgo di Pieve di Tremosine, in provincia di Brescia.

strada della forra lombardia

Fonte: 123rf

Un tratto della Strada della Forra

Tremosine è un piccolo Comune formato da tante piccole frazioni che si trova affacciato sulla sponda nord-ovest del Lago di Garda, tra Limone e Gargnano, in provincia di Brescia. Si raggiunge sia da nord che da sud percorrendo la Gardesana occidentale (SS 45 bis) fino alla località Porto di Tremosine, dove si prende la deviazione che sale per 6 km fino alla frazione di Pieve attraverso la SP 38 conosciuta, appunto, come la Strada della Forra.

Un percorso che regala la sensazione di entrare nel cuore della montagna attraverso gallerie profonde e piante rampicanti. Vi basti pensare che persino James Bond, l’agente segreto più famoso di sempre, l’ha usata come sfondo per un uno dei suoi inseguimenti a bordo della sua Aston Martin, nel film “Quantum of Solace”.

Ma ancor più interessanti sono le meraviglie che si possono scoprire durante il percorso che è fattibile in auto, in moto, in bici e soprattutto a piedi. Del resto siamo nel Parco Alto Garda Bresciano, un altopiano che a nord confina con il Trentino Alto Adige e il comune di Limone, che si sviluppa tra montagne, colline, vallate a precipizio sul Lago di Garda, con 17 frazioni tra 400 e 600 metri di altitudine e una a livello del lago, Campione.

Tremosine fa parte de I Borghi più belli d’Italia, non a caso  è considerato la perla del Garda. Pieve è invece il capoluogo comunale e si trova appollaiato su una falesia calcareo-dolomitica scavata dal ghiaccio ed è caratterizzato da pittoresche viuzze lastricate. Bellissima, e anche antichissima, la sua Chiesa di San Giovanni Battista che corrisponde – senza il minimo dubbio – a uno dei punti panoramici più celebri di tutta la Strada della Forra: la Terrazza del Brivido, balcone a sbalzo sospeso sul lago a 350 metri di altezza.

Poi Vesio, con numerosi edifici costruiti tra il XVIII e XIX secolo. Insomma, in Italia ha riaperto quella che è la strada più bella del mondo. Non resta che percorrerla, come meglio si desidera, per scoprire la sua bellezza ma anche quella dei luoghi a cui conduce.

pieve lago di garda

Fonte: iStock

Il bellissimo Pieve sul Lago di Garda
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Forte Belvedere: il balcone panoramico sulla città di Firenze

Esiste un luogo di incredibile bellezza, una fortezza straordinaria e suggestiva che domina dall’alto una delle città più affascinanti del mondo e su questa si affaccia.

Stiamo parlando della fortezza di Santa Maria in San Giorgio del Belvedere, al secolo Forte Belvedere, conosciuta dagli abitanti della città e dai viaggiatori come strategico e incredibile punto panoramico, nonché come gioiello architettonico e imponente che veglia sull’intera città.

Situato nel punto più alto della della collina di Boboli, l’edificio nato per volere di Ferdinando I de’ Medici, apre le sue porte al pubblico gratuitamente per tutta l’estate e fino all’inizio dell’autunno. E preparatevi perché da qui potrete ammirare la vista più bella e magica di tutta Firenze.

Forte Belvedere di Firenze

Realizzata tra il 1590 e il 1595 su volere del granduca Ferdinando I de’ Medici, la fortezza aveva il ruolo di proteggere la sede del governo e di controllare tutto l’Oltrarno, oltre che dimostrare con la sua grandezza la potenza della famiglia nobiliare. Era stata concepita anche come rifugio per il Granduca e collegata, strategicamente, a Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti attraverso passaggi, corridoi e giardini.

Negli anni l’edificio ha sempre svolto una funzione militare fino a quando, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Soprintendenza ai Monumenti e dell’Azienda Autonoma del Turismo di Firenze ha avviato i lavori di restauro e di ripristino. Negli anni ’90, dopo un periodo di abbandono, la fortezza è stata sottoposta a un nuovo intervento di recupero che l’ha portata i suoi antichi splendori.

Da quel momento è stata aperta al pubblico diventando sede di mostre ed esposizioni, un luogo affascinante e seducente, anche grazie alla sua posizione strategica, simbolo del dialogo tra arte, cultura e storia che da sempre caratterizzano l’intera città.

Forte Belvedere

Fonte: iStock

Forte Belvedere

L’estate sul balcone panoramico di Firenze

Quella fortezza, che assume le sembianze di un balcone panoramico su Firenze, riapre al pubblico in estate per permettere di vivere esperienze uniche e straordinarie durante la bella stagione.

Non solo passeggiate e viste sublimi, però, l’edificio nei prossimi mesi ospiterà due mostre e alcuni eventi volti a intrattenere l’estate dei cittadini e di tutti i viaggiatori che visiteranno Firenze da giugno a ottobre.

Le date da segnare in calendario sono quelle che vanno dal 18 giugno al 2 ottobre. In questo periodo sarà possibile accedere al Forte Belvedere di Firenze gratuitamente, dal martedì alla domenica, dalle 10 fino alle 20.

Mostre, esposizioni, eventi e visioni sublimi, ma anche aperitivi romantici e unici. Sulla terrazza panoramica, infatti, c’è anche un punto ristoro all’interno del quale i visitatori possono fermarsi a contemplare la vista mozzafiato su Firenze al tramonto, o in qualsiasi altro momento del giorno, mentre i colori del sole tingono di oro tutto il panorama circostante.

Come arrivare al Forte Belvedere

Ci sono diverse opzioni per raggiungere il Forte Belvedere. La prima è quella di utilizzare la propria auto e raggiungere i parcheggi nei pressi della fortezza per poi proseguire a piedi fino all’ingresso.

Il secondo modo per raggiungere la terrazza panoramica è a bordo di un bus, una linea speciale che collega il centro storico all’ingresso del Forte di Belvedere e che viene attivata solo durante i periodi dell’apertura.

L’ultima opzione, e anche la più suggestiva, è quella di raggiungere la fortezza a piedi dal centro di Firenze, attraversando i colli e la natura circostante. Da Ponte Vecchio è possibile salire in cima alla fortezza attraversando la Costa San Giorgio. Altrimenti, dal quartiere San Niccolò vi basterà proseguire per un chilometro di strada ripida per arrivare.

Terrazza panoramica del Forte Belvedere

Fonte: Getty Images

Terrazza panoramica del Forte Belvedere
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A Milano sono sbocciati i fiori sui palazzi: ora sono opere d’arte

Chiudete gli occhi e immaginate di poter passeggiare in una città cosmopolita celebre in tutto il mondo per essere la capitale della moda e del design. Una metropoli che ospita ristoranti e negozi esclusivi, vie dello shopping celebri in tutto il mondo, un duomo bellissimo e straordinario e luoghi di cultura che tengono vivo il dialogo tra arte moderna e contemporanea.

Ora immaginate che in quella stessa città una strada sia stata trasformata in un’opera d’arte permanente, un piccolo museo a cielo aperto capace di trasportare in un mondo onirico, ma ben riconoscibile agli occhi di tutti gli appassionati del design per forme, linee ed evocazioni.

Adesso, finalmente, potete aprire gli occhi. Vi diamo il benvenuto nella nuova via Balzaretti, la strada situata nella zona Città Studi di Milano, che in occasione della Design Week si è trasformata in una galleria d’arte a cielo aperto che lascia senza fiato.

Milano: la strada che diventa opera d’arte

È impossibile non notare quella fioritura straordinaria che è esplosa sulle facciate delle case e degli edifici del quartiere di Milano in questi giorni. Non si tratta di un capolavoro firmato da Madre Natura questa volta, ma di un’opera nata dall’estro creativo e visionario di Toiletpaper, la rivista creata dall’artista Maurizio Cattelan e dal fotografo Pierpaolo Ferrari che ha trasformato la strada milanese della storica sede in museo en plein air.

Basta una passeggiata per i vicoli di Città Studi, tra via Pascoli e via Pinturicchio, per innamorarsi. Sulla via che già ospita l’edificio storico e iconico della rivista, che si contraddistingue per quella facciata fatta di rossetti dipinta nel 2021, sono comparse altre opere d’arte che hanno dato nuova vita all’intera zona in occasione della Design Week 2022.

Le facciate sembrano le pagine di una rivista da sfogliare, quella di Toiletpaper s’intende, e sono bellissime.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, immagini oniriche, surreali e romantiche hanno cambiato il volto della via trasformandola in una micro galleria d’arte en plen air.

Ci sono fiori che esplodono sulle facciate, che si arrampicano sugli edifici e sembrano quasi entrarci dentro, dalle porte e dalle finestre. Una sorta di trompe-l’œil continuativo che inganna l’occhio e lo incanta, che trasforma quei dipinti bidimensionali in oggetti quasi reali. Sembra davvero che qui la natura si sia impadronita degli spazi e conviva perfettamente con l’arte e il design.

La strada più instagrammabile di Milano

Guardando ciò che è diventata via Balzaretti oggi non abbiamo più dubbi: la strada entra di diritto tra i luoghi più instagrammabili d’Italia. Con una scenografia unica, che catapulta i passanti in un universo sognante e meraviglioso, questa installazione site specific è un vero incanto.

I murales che hanno trasformato le facciate degli edifici storici di via Balzaretti, vanno ad aggiungersi alle altre opere di street art che caratterizzano il capoluogo lombardo creando così un itinerario sorprendente fatto di arte, contemporaneità e suggestione.

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, questo intervento di arte urbana è riuscito a valorizzare, ancora una volta, il legame stretto e indissolubile tra la città e l’arte, in ogni sua forma.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte
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È ritornata alla luce una città antichissima

Se da una parte è una meravigliosa notizia perché quella che vi stiamo per raccontare è una scoperta eccezionale, dall’altra parte non lo è così tanto per un semplice motivo: è ritornata alla luce una città antichissima ma a causa di un prolungato periodo di siccità.

Scoperta una città di 3400 anni fa sul fiume Tigri, in Iraq

Siamo in Iraq, sul fiume Tigri, una zona del Paese che a fine 2021 è stata colpito da una siccità prolungata. Una situazione che ha costretto la popolazione locale a prelevare grandi quantità di acqua dal bacino di Mosul per poter continuare a irrigare i campi. La conseguenza di tutto questo è stata che il livello dell’acqua del bacino è sceso così tanto da far riapparire il complesso urbano ai margini del corpo idrico vicino al sito archeologico di Kemune.

Lo scavo è cominciato a inizio 2022 e, grazie a questo, un gruppo di archeologi ha riportato alla luce una città di 3400 anni fa. Tali resti, risalenti all’Età del bronzo, erano rimasti sommersi per diversi decenni proprio nel bacino idrico di Mosul. Si pensa che la città potrebbe essere l’antica Zachiku, un importante centro dell’impero Mitanni (o anche Mitanni o Mitani), al potere tra il 1550 e il 1350 a.C..

Cosa è stato scoperto ulteriormente

Durante gennaio e febbraio di quest’anno l’archeologo Hasan Ahmed Qasim, presidente dell’Organizzazione per l’archeologia del Kurdistan, gli archeologi Jun.-Prof. dott.ssa Ivana Puljiz (Università di Friburgo) e il Prof. Dr. Peter Pfälzner (Università di Tubinga) hanno deciso spontaneamente di intraprendere scavi di salvataggio congiunti in collaborazione con la Direzione delle Antichità e del Patrimonio a Duhok.

Ad oggi sono riusciti a ricostruire gran parte della pianta della città e a dare nuova vita ad alcuni grandi edifici finora sconosciuti come una massiccia fortificazione, un magazzino a più piani e un complesso di officine. Ciò che sorprende maggiormente è che le strutture in mattoni di fango sono ancora ben conservate, nonostante siano rimaste sott’acqua per tantissimo tempo.

Ivana Puljiz ha spiegato che il grande palazzo dedicato allo stoccaggio risulterebbe molto importante poiché all’interno di questo deposito venivano immagazzinate enormi quantità di merci di varia natura, che erano poi trasportate da tutta la regione dell’odierno Iraq.

Ma non solo. Sono stati ritrovati anche cinque vasi di ceramica con un archivio di oltre 100 tavolette cuneiformi, alcune delle quali ancora in contenitori di argilla, che potrebbero fornire nuove informazioni sulla fine della città sommersa e sull’inizio del dominio assiro nella regione.

tavolette cuneiformi iraqu

Fonte: Universities of Freiburg and Tübingen

Tavolette cuneiformi all’interno di un vaso in ceramica,

Attualmente, per proteggere quanto ritrovato, gli edifici sono stati coperti con un telo di plastica e della ghiaia, sperando di preservare le pareti di argilla da ulteriori danni causati dall’acqua. Nel frattempo, il sito di scavo è di nuovo completamente scomparso nel bacino idrico.

Non è la prima volta che il bacino di Mosul mostra siti archeologici quando il livello dell’acqua si abbassa. È già accaduto, infatti, nel 2018 quando alcuni ricercatori avevano scoperto i resti di un grande palazzo che un tempo troneggiava sopra la valle del Tigri.

Probabilmente, a nord la struttura confinava con una città più grande. Anche nelle stanze del palazzo gli archeologi hanno riportato alla luce tavolette cuneiformi di Mitanni che indicano che questo sito poteva essere la città di Zachiku.

resti di epoca Mitanni fiume tigri

Fonte: Universities of Freiburg and Tübingen

Misurazione dei resti di epoca Mitanni
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Europa grotte Islanda Notizie Viaggi

In Islanda, la scoperta di grotte vichinghe sta scuotendo il Paese

Nel sud dell’Islanda, nei pressi di un minuscolo ma importante villaggio, è stata scoperta una vasta rete di grotte. Sebbene non sia una novità in questo remoto e affascinante Paese del Nord Atlantico, questo recente rinvenimento conferma la teoria secondo cui i Vichinghi furono i primi occupanti dell’isola, aggiungendo nuovi elementi finora sconosciuti alla storia di questi luoghi altamente suggestivi e misteriosi.

Le grotte vichinghe che svelano una nuova storia islandese

Gli scavi in corso nelle grotte artificiali di epoca vichinga nei pressi di Oddi, un piccolo villaggio nella contea di Rangárvellir, nell’Islanda meridionale – di cui è rimasta solo la chiesa e un paio di edifici annessi – hanno rivelato un esteso sistema di strutture interconnesse che non solo è molto più grande di quanto si pensasse in origine, ma anche molto più antico.

È emerso, infatti, che le grotte furono scavate per la prima volta durante l’epoca vichinga, tra l’800 e il 1060. Stando a quanto dichiarato dagli archeologi, quelle appena venute alla luce sono le strutture artificiali meglio conservate di quel periodo, e di certo più grandi di quelle finora scoperte in Islanda.

Nel 2018 è stata scoperta la prima grotta intatta e artificiale di Oddi, un ritrovamento di per sé notevole. Ma ulteriori indagini sul sito hanno rivelato una grotta molto più grande collegata alla prima. Sede storica di una chiesa, di una fattoria e di una canonica, Oddi era un tempo uno dei centri culturali e politici più importanti dell’Islanda e sede di un potente clan noto come Oddverjar.

Lo studio attuale, in corso da due anni, ha l’obiettivo di far luce sulla tradizione letteraria di questo luogo durante l’XI e il XII secolo, quando gli Oddverjar erano all’apice del loro potere. Sæmundur fróði (Sæmundur il dotto, 1056-1133), il membro più famoso del clan, scrisse una delle prime storie dei re norvegesi, un manoscritto andato perduto su cui si sarebbe probabilmente basata una delle più importanti saghe sulla mitologia norrena.

Una storia lunga e complessa, tutta da scoprire

Stando a quanto spiegano gli archeologi, la grotta attualmente in fase di scavo potrebbe essere ‘Nautahellir’, ossia la ‘Grotta del Toro’, menzionata nel “Jarteinabók Þorláks Biskups’”(Leggende dei Santi del Vescovo Þorlákur), risalente al 1210 – 1250. Il manoscritto racconta che Nautahellir crollò con 12 tori al suo interno. Uno di essi fu poi salvato dalle macerie. Anche se è più antica, è probabile che la cavità sia stata riservata al bestiame.

La storia del suo utilizzo risale, però, a tempi più lontani di quelli che gli archeologi sono riusciti a tracciare. Le grotte di Oddi hanno una storia complessa e affascinante da raccontare, ma in questo caso si tratta di strutture enormi e di un sistema di grotte incredibilmente vasto che gli studiosi stanno appena iniziando a conoscere. Bisognerà intraprendere uno studio molto più ampio, con una squadra molto più numerosa, per arrivare in fondo e tracciare la storia completa dell’uso di queste grotte.

Lo scavo in atto è unico per quanto riguarda le condizioni del sito. Le grotte non solo si trovano a una profondità significativa, il che è pericoloso per gli archeologi impegnati nelle operazioni, ma sono anche costruite nell’arenaria, una roccia così porosa che si sgretola davanti agli occhi. Gli esperti devono, quindi, lavorare in fretta, considerando anche che qualsiasi ritardo potrebbe portare alla perdita di oggetti o informazione preziose. Di certo, questa nuova scoperta non fa che aumentare il fascino già incredibile dell’Islanda.

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Come in cartoon: dormire nel camper di Scooby-Doo

Siamo cresciuti con le loro avventure, sempre strampalate, ma divertenti e coinvolgenti. Lo abbiamo fatto noi e poi le generazioni a seguire e lo facciamo anche oggi, senza mai smettere di emozionarci e divertirci nonostante siano passati ormai decenni dalla loro prima apparizione televisiva.

Correva l’anno 1969 quando la serie animata creata da Hanna & Barbera andava in onda per la prima volta in America sul canale Cbs. Il suo nome era Scooby-Doo, e siamo sicuri che questo basta a far riaffiorare tantissimi ricordi nella vostra mente.

Quello che vogliamo dirvi, invece, è che l’iconico cartoon sta per trasformarsi nella cornice inedita e surreale del vostro prossimo viaggio. Sì perché da oggi potrete vivere un’esperienza incredibile nella costa meridionale della California  a bordo del mitico camper di Shaggy Rogers e Scooby. Pronti a partire?

La Mystery Machine di Scooby e Shaggy

È una vera e propria missione quella che i viaggiatori sono chiamati a portare a termine a bordo della Mystery Machine utilizzata da Scooby, Shaggy e gli altri membri della Misteri e affini. Vi rassicuriamo però, questa volta non ci saranno né fantasmi, né entità soprannaturali a spaventarvi, o almeno così speriamo.

L’esperienza iconica è stata lanciata sulla celebre piattaforma di affitti brevi Airbnb in occasione del 20° anniversario del live action Scooby-Doo. Trovate la straordinaria Mystery Machine prenotabile direttamente nella sezione dedicata ai camper e alle esperienze on the road.

Grazie alla collaborazione tra Airbnb e Warner Bros Consumer Products potrete dormire e viaggiare a bordo di una fedele riproduzione, sia negli esterni che negli interni, del simbolico camper. Equipaggiato nei minimi dettagli, il van catapulterà gli ospiti in una dimensione surreale e suggestiva, ma che conosciamo già perché è quella che abbiamo visto sullo schermo seguendo le avventure di Scooby e Shaggy.

Ed è proprio ricalcando le loro orme che si potrà vivere un’esperienza indimenticabile sulla costa meridionale della California.

Ma non è finita qui perché ad attendere tutti coloro che prenoteranno la Mystery Machine ci sarà proprio lui: Shaggy Rogers. L’attore Matthew Lillard, che ha dato volto al compagno di avventure di Scooby, diventerà l’host di questa straordinaria avventura.

Mystery Machine

Fonte: Ja Tecson

Mystery Machine

Un’esperienza da cartoon

Un’esperienza surreale come da cartoon, ma incredibilmente reale e intensa: se siete pronti a viverla, non vi resta che assicurarvi un posto a bordo della Mystery Machine.

A partire dal 16 giugno sarà possibile prenotare tre soggiorni, di una notte ciascuno, nelle date del 24, 25 e 26 giugno. Il soggiorno comprende un benvenuto virtuale da parte dell’attore Matthew Lillard (alias Shaggy), un’immersione totale nel passato con lampade fluorescenti e lettore cd, e una cena a base di hot dog e hamburger di melanzane (sì, sono i cibi preferiti da Shaggy e Scooby).

Non mancherà un rewatch notturno del film Scooby-Doo, accompagnato da popcorn, caramelle e snack a volontà.

Il van, parcheggiato in una zona strategica che offre una vista mozzafiato sull’Oceano Pacifico, mette a disposizione anche uno spazio outdoor con area relax e amaca per consentire agli ospiti di godere dei panorami più suggestivi della costa nel sud della California.

Quanto costa tutto questo? Solo 18 euro a notte.

Per prenotare il soggiorno vi basterà connettervi alla pagina dedicata all’esperienza su Airbnb da giovedì 16 giugno alle ore 13:00 ET (19:00 CET). Buon viaggio!

Mystery Machine

Fonte: Ja Tecson

Mystery Machine
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Nasce il Sentiero dell’Unicorno, meraviglia d’Italia

L’immenso patrimonio naturalistico italiano si fonde con quello artistico e architettonico, dando vita al Sentiero dell’Unicorno: questa splendida – seppur breve – escursione ci porta alla scoperta di paesaggi incredibili, ma anche di opere d’arte di grande pregio e di incantevoli edifici dal fascino un po’ magico e misterioso. Il tutto condito da una compilation musicale appositamente creata, per un viaggio veramente multisensoriale.

Il Sentiero dell’Unicorno, magia allo stato puro

Sono tanti i cammini che stanno nascendo negli ultimi anni, andando ad arricchire sempre più l’enorme rete escursionistica italiana: dal mare alle montagne, passando per rigogliose colline e deliziosi borghi antichi, questi itinerari ci conducono nel cuore più puro e incontaminato del nostro Paese, regalandoci un’esperienza outdoor che – soprattutto nella stagione calda – sempre più turisti iniziano a ricercare. In questo contesto, prende vita il Sentiero dell’Unicorno. Per una volta, non ci troviamo di fronte ad un lungo percorso di trekking tale da richiedere uno sforzo troppo impegnativo.

Diviso in 8 brevi tappe, il cammino affronta i verdi paesaggi della Valle del Tevere snodandosi attorno ad un piccolo borgo umbro e alle sue tante bellezze: stiamo parlando di Alviano, paesino di origini medievali dove il tempo sembra essersi fermato. Qui, l’artista messicano Gabriel Pacheco ha dato vita al Sentiero dell’Unicorno, intendendolo come un vero e proprio percorso pittorico permanente che si dipana tra arte, mito e natura. Inaugurato lo scorso 4 giugno, questo affascinante itinerario parte dai nuovissimi Giardini del Sole, cui lo stesso artista ha dato i natali.

Il parco urbano si affaccia sui caratteristici calanchi di Alviano, regalando una vista mozzafiato. Così prende il via un bel viaggio che si inoltra all’interno dei vicoli del borgo, per poi affrontare i paesaggi naturali che lo circondano e giungere infine al Castello di Alviano, una vera meraviglia architettonica. Ciascuna tappa del sentiero raffigura uno degli 8 stati dell’amore che Pacheco ha voluto rappresentare, traendo ispirazione da Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes. Speciali panchine disseminate lungo il cammino permettono di ammirare il panorama e concedersi una breve pausa, durante la quale è possibile approfittare di musiche create ad hoc da ascoltare sul proprio smartphone.

Il borgo di Alviano e le sue bellezze

Protagonista del Sentiero dell’Unicorno non può che essere il borgo di Alviano: dedalo di strette viuzze su cui si affacciano deliziose casette in pietra, abbarbicate su uno sperone argilloso da cui si gode di un panorama meraviglioso. Particolarmente suggestiva è la fortezza a pianta trapezoidale, circondata da quattro splendide torri circolari, attorno alla quale sono nate storie e leggende che parlano di un antico condottiero. Al suo interno è ospitato un percorso museale che ci riporta indietro nel tempo, con esposizioni permanenti di strumenti d’epoca utilizzati da contadini alvianesi e di testimonianze suggestive sulla vita del condottiero Bartolomeo d’Alviano.

È invece a poca distanza dal paese che si snoda l’Oasi naturalistica lago di Alviano, un’area protetta del WWF che racchiude il graziosissimo bacino nato artificialmente negli anni ’60, dopo lo sbarramento del fiume Tevere per sfruttare le sue acque per scopi energetici. Qui si possono ammirare tantissime specie di uccelli che, durante il periodo della migrazione, fanno tappa nelle zone paludose regalandoci uno spettacolo incredibile.