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Il cammino di 400 km che ti fa scoprire perle d’Italia

L’Italia è bella tutta e questo ormai lo sanno anche i muri, ma negli ultimi anni si sta riscoprendo un modo di viaggiare che ci fa apprezzare e amare ancora di più il nostro Paese: i cammini. La buona notizia è che ce n’è uno grazie a cui poter percorrere ben 400 km, che siamo certi vi lasceranno senza fiato.

Il Cammino di Don Tonino, a spasso per la Puglia

Una vita spesa “sul passo degli ultimi”. Ecco perché questo affascinante cammino che partendo da Molfetta, in provincia di Bari, e arrivando ad Alessano, in provincia di Lecce, si rivela particolarmente autentico e spirituale. 400 km dedicati a Don Tonino Bello, un Vescovo che nel corso della sua missione aprì la sua casa ai poveri e ai migranti, lottato con i lavoratori licenziati, fondato comunità d’accoglienza e marciato per la pace.

Un uomo che è stato davvero un esempio e che vive ancora oggi tra le viuzze di Molfetta, un borgo antico affacciato sull’Adriatico, e Alessano, città natale dello stesso Don Tonino e il cui centro storico è uno dei meglio conservati del Salento.

Passo dopo passo è possibile scoprire gli splendidi posti in cui il Vescovo ha operato, ammirando le colline punteggiate da trulli della Valle d’Itria e il magnifico barocco salentino di Galatina.

A questo cammino è stato dedicato un libro scritto da Luigi Amendolagine e Paola De Pinto – già acquistabile presso le librerie e online – che contiene tutte le informazioni necessarie per affrontarlo nel migliore dei modi: cartine dettagliate, i mezzi pubblici, le altimetrie, le descrizioni del tracciato, le ospitalità, i luoghi da non perdere lungo ogni tappa. Il tutto insieme ad alcuni dei brani più significativi di Tonino Bello per un viaggio fisico e spirituale sulle sue tracce.

molfetta don tonino

Fonte: iStock

Vista panoramica di Molfetta

Chi era Don Tonino il Bello

Don Tonino il Bello fu un Vescovo cattolico italiano che è ricordato da tutti per le sue scelte forti e coraggiose, pur essendo innamorato della Chiesa. Per lui il suo dovere, ma anche la bellezza di tutto, era di stare sempre dalla parte degli ultimi.

Nato ad Alessano il 18 marzo 1935, nel 1978 fu nominato amministratore della parrocchia del Sacro Cuore di Ugento, e l’anno successivo parroco della Chiesa Matrice di Tricase. Poi ancora fu nominato vescovo di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi per poi divenire, al momento dell’unificazione delle quattro Chiese locali, il primo pastore di Molfetta-Giovinazzo-Ruvo-Terlizzi

Morto a Molfetta nell’aprile del 1993, per lui il 27 novembre 2007 la Congregazione delle cause dei santi ha avviato il processo di beatificazione. Ma non solo. Il 20 aprile 2018, nel giorno del suo 25º anniversario di morte, Papa Francesco si è recato alla sua tomba per poi celebrare a Molfetta una messa, mentre il 25 novembre 2021 ha autorizzato la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche facendolo diventare, così, venerabile.

Le tappe più belle del Cammino di Don Tonino

Non ve le possiamo svelare tutte, anche perché è bello scoprirle in sella alle proprie scarpe e accompagnati dalla lettura del libro, ma vi possiamo raccontare quelle che secondo noi sono le imperdibili.

Questo è un viaggio che, del resto, attraversa alcuni dei luoghi più significativi della Puglia in cui potersi inebriare della natura e dei paesaggi che regalano delle vere e proprie esplosioni di colori: l’azzurro del mare sempre limpido e cristallino si fonde con il verde delle campagne ancora autentiche e il bianco della pietra calcarea che caratterizza i borghi e le cattedrali delle città attraversate.

400 km grazie a cui sperimentare la pura accoglienza che contraddistingue i pugliesi e le loro particolari tradizioni culinarie, musicali e religiose.

A Molfetta, che merita certamente una visita per i suoi edifici di rara bellezza, e di cui Tonino fu Vescovo della diocesi dal 1982 al 1993, è possibile ammirare anche la sua casa che egli stesso trasformò nella dimora di tutti.

Dopo aver visitato questo paese dalla storia millenaria, vale la pena fare una sosta a Giovinazzo, sempre in provincia di Bari. Un borgo marinaro dove la pietra calcarea incastonata nell’azzurro del mare sembra catapultare in paradiso. Una città medievale puntellata dai vicoli stretti, chiese, palazzi nobiliari, un porto e molte altre meraviglie, tutte lambite da un mare che il mondo intero ci invidia.

Un’altra delle tappe che merita sicuramente attenzione è Castellana Grotte situata negli incredibili scenari dell’altopiano della Murgia dei Trulli, a circa 40 chilometri da Bari. Famosa principalmente per le sue cavità rocciose che arrivano a una profondità massima di 122 metri dalla superficie, regala anche un centro storico che ha mantenuto praticamente intatti il silenzio e l’atmosfera che si era soliti respirare in epoche passate.

Grotte di Castellana cammino di don tonino

Fonte: iStock

Le splendide Grotte di Castellana

Passando per la rinomatissima Alberobello con i suoi misteriosi e affascinanti trulli, si arriva a Martina Franca, in provincia di Taranto. Qui tra vie strette, vicoli ciechi e qualche piccola stradina nascosta, è possibile scoprire anche tantissimi locali di vario genere, come anche luoghi di culto tra cui chiese e palazzi storici.

Il cammino prosegue ancora con una sosta a San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi, un borgo situato nel cuore della pianura salentina e impreziosito da un maestoso castello e numerose chiese. Un’altra delle tappe più belle del Cammino di Don Tonino è Torchiarolo, un grazioso borgo che vanta un caratteristico centro storico, ma anche innumerevoli bellezze naturalistiche. Sono tanti, infatti, i luoghi che Torchiarolo ancora oggi possiede e in cui la natura è incontaminata. Seggestivo anche il parco archeologico di Valesio, un’antichissima necropoli messapica.

Un’altra meravigliosa sosta è Galatina in provincia di Lecce. Vi basti pensare che da queste parti svetta la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, dichiarata monumento nazionale nel 1870, i cui affreschi sono paragonati a quelli che si possono osservare all’interno della Basilica di San Francesco d’Assisi.

E poi, infine, Alessano dove Don Tonino è nato. Qui sopravvivono ancora memorie storiche e archeologiche che raccontano il vivace passato di questa borgo salentino. Senza dimenticare la vicinanza a una costa frastagliata che ogni giorno viene accarezzata da acque cristalline.

Un cammino, quindi, che porta alla scoperta di territori bellissimi, pregni di significato e che vale la pena scoprire. Il tutto grazie alla missione di Don Tonino Bello e a chi l’ha voluta rendere un percorso da fare a piedi: 17 tappe quasi sempre pianeggianti e divise, per chi non avesse tempo, in quattro brevi itinerari tematici che passano attraverso paesaggi affascinanti e impossibili da dimenticare.

Galatina cammino don tonino

Fonte: iStock

Il borgo di Galatina
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Puoi tornare indietro nel tempo a bordo di un bus: succede a Roma

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Roma. La città eterna, infatti, conquista e affascina con la sua magnificenza, con quei monumenti iconici che sono diventati il simbolo di un intero Paese, con quegli antichi fasti che vivono nei resti che fanno capolino tra le strade e i quartieri della città e che raccontano una storia grandiosa e mai dimenticata.

Dal Colosseo ai Fori Imperiali, passando per il Circo Massimo e il Palatino: la capitale d’Italia è come un libro tutto da sfogliare che, pagina dopo pagina, si mostra ai passanti nella sua versione più bella per raccontare una storia meravigliosa che incanta oggi come ieri.

Eppure, al di là degli itinerari turistici più conosciuti, esiste un nuovo modo per scoprire la grandiosità di questa città, quella che appartiene al passato, al presente e al futuro. Un viaggio nel viaggio che ci catapulta indietro nel tempo a bordo di un autobus che prende vita chilometro dopo chilometro. Benvenuti nell’antica Roma.

Virtual Reality Bus

Un viaggio nel passato, una mostra in movimento, un autobus che sfida le leggi del tempo: tutto questo è Virtual Reality Bus, un’esperienza al di fuori dell’ordinario che permetterà a cittadini e viaggiatori in visita a Roma di scoprire e riscoprire la capitale in maniera unica ed emozionante.

Si sale a bordo di un bus rosso ed elettrico e si inizia un’avventura sensazionale e inedita. Dai finestrini del mezzo di trasporto, infatti, le rovine imperiali che caratterizzano il centro storico di Roma prendono vita, accompagnando gli ospiti in un viaggio del tempo dalle emozioni uniche.

Una mostra immersiva in movimento che attraversa i luoghi simbolo dell’antica Roma: i Fori Imperiali, il Colosseo, il Palatino, il Circo Massimo e il Teatro di Marcello, vengono proiettati sui vetri del bus nei loro antichi splendori. I monumenti ricostruiti in 3D, infatti, permettono ai visitatori di contemplare la città imperiale.

Una mostra in movimento nel passato di Roma

Virtual Reality Bus accoglie gli ospiti a bordo di un piccolo autobus elettrico dotato di 16 posti con vista su grandi finestrini che si animano chilometro dopo chilometro. Il viaggio dura solo 30 minuti, ma questi bastano per scoprire le meraviglie dell’antica Roma grazie a un’esperienza immersiva in 3D, realizzata con la tecnologia Vr visor free, che avvolge e stordisce i sensi.

Ci sono i monumenti, le domus e l’atmosfera di un tempo che riporta i viaggiatori a 2000 anni fa. E sembra quasi di poterlo respirare quel profumo di passato che racconta una storia straordinaria collegata indissolubilmente a questa città.

Tutte le ricostruzioni dell’antica Roma vengono proiettate sugli schermi Oled che sono sovrapposti ai grandi finestrini così da permettere ai viaggiatori di ammirare le bellezze del presente e confrontarle con quelle del passato. Basta solo sedersi e guardare fuori per far sì che l’esperienza più bella di sempre abbia inizio.

Virtual Reality Bus è già attiva su Roma e offre un’avventura incredibile tra il passato e il presente della città. Realizzato dalla start up Invisible Cities, il virtual tour in bus viaggerà nella capitale dalle 16.20 alle 19.40 al costo di 15 euro a corsa. La partenza è prevista da Piazza della Madonna di Loreto, nei pressi dei Fori Imperiali, tutti i giorni. Non ci resta che augurarvi buon viaggio!

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aeroporti Europa Notizie Viaggi

I due aeroporti italiani decretati i migliori d’Europa

Come ogni anno, anche in questo 2022 sono stati assegnati i Best Airport Awards, i premi che l’associazione Aci Europe conferisce agli aeroporti del nostro continente che si rivelano i migliori in termini di standard e innovazione. La buona notizia è che sono 2 gli aeroporti del nostro Paese che sono stati decretati il top d’Europa.

Aeroporto di Torino, il migliore tra gli scali minori

L’aeroporto di Torino Caselle, noto anche come Aeroporto Internazionale Sandro Pertini, è stato premiato come migliore d’Europa nella sezione “Sotto i 5 milioni di passeggeri”. Un riconoscimento ottenuto a pari merito con lo scalo di La Palma, ma che è stato conseguito soprattutto grazie alla ripresa post-pandemia e al lavoro fatto in tema di innovazione e sostenibilità.

Giudicato da una giuria composta da esperti di aviazione civile della Commissione Europea, di Eurocontrol, di SESAR Joint Undertaking, di International Forum e di ECAC-European Civil Aviation Conference, si è distinto anche per aver ampliato come mai prima d’ora il network di voli contribuendo anche alla connettività del territorio.

Fiumicino vince ancora: miglior aeroporto d’Europa per la quarta volta

È l’aeroporto di Roma Fiumicino a ottenere il riconoscimento più importante, quello di miglior aeroporto d’Europa nella categoria “Oltre 40 milioni di passeggeri”. Premiato per la quarta volta negli ultimi cinque anni, a far lievitare i suoi punteggi non c’è stata solo la reazione alla crisi pandemica.

Tra le caratteristiche che hanno decretato il giudizio della giuria c’è stato anche il modo in cui il Leonardo Da Vinci si sta rilanciando all’insegna dell’innovazione, della digitalizzazione e, anche in questo caso, della sostenibilità.

Di particolare importanza è stata la realizzazione nello scalo dell’Innovation hub dedicato alle start-up e lo sviluppo dei servizi di urban air mobility insieme alla partenza dei primi collegamenti di aerei elettrici a decollo verticale tra l’aeroporto e Roma, e già nel 2024.

Mentre per quanto riguarda la sostenibilità, un grande apprezzamento è stato riconosciuto per l’obiettivo di Fiumicino di diventare Net Zero Emission nel 2030, con ben venti anni di anticipo rispetto a quanto prefissato a livello di settore aeroportuale europeo.

Gli altri aeroporti premiati

Un premio anche nella categoria “5-10 milioni di passeggeri” che è stato assegnato all’aeroporto di Valencia grazie alle pregevoli operazioni messe in atto per far fronte alle misure pandemiche, ma anche per l’impegno nell’uso del biocarburante Saf.

Premiata anche la categoria “10-25 milioni di passeggeri” con l’aeroporto di Porto che si è distinto per l’incredibile ripresa dalla pandemia e per le sue iniziative rivolte verso la lotta ai cambiamenti climatici. Mentre nella categoria “25-40 milioni di passeggeri”, a essere decretato vincitore è stato lo scalo di Vienna, soprattutto per via dell’impegno messo nel rimodernale la sua struttura e per gli sforzi fatti con l’obiettivo di raggiungere le zero emissioni.

I premi speciali

L’associazione degli scali del Vecchio Continente ha assegnato anche dei riconoscimenti speciali in questo 2022. Il London City Airport, per esempio, è stato premiato nella categoria “Trasformazione digitale”. Lo scalo di Bristol e l’Istanbul Grand Airport, dal canto loro, si sono aggiudicati il riconoscimento nella sezione “Eco-innovazione” per i loro progetti in ambito di contrasto ai cambiamenti climatici.

Lo scalo turco, infine, ha vinto anche il premio nella categoria “Eccellenza Risorse Umane”. La situazione aeroporti europei è dunque eccellente e, soprattutto, lo è in due importanti scali italiani.

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deserti Notizie treni Viaggi

È stata aperta un’incredibile rotta ferroviaria nel deserto

Avete mai pensato di salire a bordo di un treno che attraversa il deserto? Se non lo avete mai fatto sappiate che ce ne sono diversi nel mondo, ma la rotta che è stata appena inaugurata ha qualcosa di speciale e che deve essere provata almeno una volta nella vita.

Cina: il treno che permette di fare un giro completo nel deserto

Ci troviamo in Cina, e più precisamente nella regione autonoma dello Xinjiang Uygur, una zona che è caratterizzata soprattutto da deserti infiniti e montagne imponenti. E proprio qui, dove prende vita il Taklamakan, il più grande deserto del Paese ma anche il secondo più esteso del pianeta con dune mobili, è stata inaugurata una rotta ferroviaria che per ben il 65% del percorso passa proprio all’interno dello stesso deserto.

Si tratta dell’ultima parte di una linea ferroviaria ad anello della lunghezza totale di ben 2.712 km. La sua costruzione è iniziata nel dicembre 2018 e oggi ci ha regalato ben 5 ponti, per un totale di 49,7 km, che innalzano i binari per proteggerli dalle temibili tempeste di sabbia. Il tutto anche grazie a 50 milioni di metri quadrati di griglie erbose installate e a 13 milioni di alberi piantati, tra cui arbusti di salice rosa e olivello spinoso.

In questa zona, infatti, le tempeste di sabbia possono rappresentare una seria minaccia e per questo motivo, in contemporanea alla costruzione della ferrovia, c’è è stata anche la realizzazione di programmi anti-desertificazione.

La China Railway, le ferrovie di Stato cinesi, hanno fatto sapere che la rotta Hotan-Ruoqiang consente ai treni di percorrere per la prima volta al mondo un giro completo intorno a un deserto (e per un totale di 825 chilometri). La velocità, invece, si attesta si più o meno sui 120 km orari, con i quali si toccano 22 stazioni, di cui 11 per il servizio passeggeri e 6 per il servizio merci. I convogli sono in grado di coprire l’intera distanza in 11 ore e 26 minuti.

Un progetto che ha messo la parola “fine” al problema della mancata disponibilità del servizio ferroviario in cinque contee e in alcune città dello Xinjiang meridionale. Un modo di spostarsi che, quindi, ridurrà in maniera notevole i tempi di viaggio per gli abitanti di questi luoghi.

Ma non solo. Questo nuovo tratto faciliterà anche il trasporto dei prodotti tradizionali dello Xinjiang, tra cui il cotone, le noci, i datteri rossi e i minerali, verso altre zone di questo estesissimo Paese.

Deserto del Taklamakan, il “Mare della Morte”

Un viaggio che ha dello spettacolare, vi basti sapere che il deserto del Taklamakan viene persino chiamato il “Mare della Morte”, ma anche il “Luogo dell’abbandono” o “Entrare e non tornare mai”.

Se vi state chiedendo il perché il motivo è molto semplice: sebbene le temperature non siano insostenibili poiché le massime si aggirano intorno ai 38° e piove molto poco, qui non ci sono popolazioni stanziali e la vegetazione è quasi inesistente.

Ad abitarlo c’è giusto qualche esemplare d’animale scomparso dal resto della Cina come, il cammello della Battriana e l’asino selvatico asiatico. Eppure è un luogo fuori dal comune, a tal punto da regalare paesaggi davvero unici nel loro genere.

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In Italia è avvenuta un’altra scoperta sensazionale

Quanto è bello il mondo, e quanto sono affascianti le scoperte che, grazie al duro lavoro di archeologi e ricercatori, vengono fatte ogni giorno. L’ultima di cui vi vogliamo parlare è avvenuta in Italia, e in un sito che è un pullulare di sorprese che lasciano davvero a bocca aperta.

Pompei: emerge una tartaruga di 2000 anni con un uovo

Siamo a Pompei, in Campania, luogo che non ha bisogno di troppe presentazioni, e dove gli scavi fanno emergere sempre qualcosa di interessante. Ma in questo specifico caso, gli archeologi hanno riportato alla luce qualcosa di veramente inaspettato: una tartaruga di terra intatta di ben 2000 anni con un un uovo che, sfortunatamente, non ha mai deposto.

È stata ritrovata a mezzo metro di profondità sotto il pavimento di una bottega in via dell’Abbondanza. La scoperta è stata fatta grazie al lavoro in condivisione tra l’Università Orientale di Napoli, la Freie Universitat di Berlino e l’università di Oxford. L’obiettivo di questi scavi non era certo ritrovare una tartaruga, ma analizzare i resti di una casa di lusso che a seguito di un terremoto del 62 d.C. fu demolita e annessa alle Terme Stabiane.

Da quanto si apprende, la testuggine si sarebbe introdotta nell’abitazione dove si era persino scavata una tana in cui deporre l’uovo. L’antropologa, Valeria Amoretti, ha spiegato che purtroppo la tartaruga non è riuscita a portare alla luce questa nuova vita, motivo che avrebbe potuto causarne la morte

Perché questo ritrovamento è importantissimo

Una scoperta che sorprende non poco perché, come ha commentato il direttore del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegelapre una finestra sugli ultimi anni della città nei quali l’intera Pompei si era trasformata in un grande, pulsante, cantiere edilizio“.

Le ricerche sulla tartaruga appena rivenuta proseguiranno in laboratorio, ma nel frattempo stanno emergendo bellissime pavimenti e decorazioni della straordinaria dimora che in principio occupava quegli spazi.

La dimora straordinario e di lusso

A quanto pare, tra saloni e cortili, questa casa si estendeva per oltre 900 metri quadrati ed era impreziosita da tappeti di mosaico che in alcuni casi riproducono le meraviglie dell’architettura romana. Ma queste settimana sono stati ritrovati anche frammenti di zoccoli in marmo policromo, una piccola maschera in terracotta e una conchiglia dipinta.

In più, proprio nel punto in cui è stata rivenuta la tartaruga, gli archeologi sono stati in grado di identificare una fossa votiva, ossia una buca scavata in occasione della fondazione della casa, con al suo interno resti di legni bruciati, offerte di buon auspicio per gli dei, e una piccola lucerna risalente agli inizi del I secolo a.C.

Secondo quanto dichiarato dagli addetti ai lavori, tutto questo sarebbe la prova che la casa fu effettivamente costruita nella prima metà del primo secolo a. C., vale a dire quando dopo l’assedio di Silla la città subì la trasformazione in colonia romana.

I misteri ancora irrisolti riguardano chi sia stato il ricco proprietario e perché, 150 anni dopo la sua costruzione, questa dimora di super lusso fu rasa al suolo. Ulteriori scavi e ricerche chiariranno tutti i dubbi in proposito.

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Fonte: ANSA

Una veduta interna delle Terme Stabiane
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mete storiche Notizie treni storici Viaggi

Parte il treno a vapore delle Cattedrali Sotterranee

Si chiama TrEno, il nuovo treno storico che va alla scoperta di Canelli, in Piemonte, e delle famose Cattedrali Sotterranee. Si viaggia a bordo di un affascinante treno composto da una locomotiva a vapore e da carrozze “Centoporte” degli Anni ‘30.

Il treno attraversa paesaggi di rara bellezza, tra le dolci colline del Monferrato coperte da distese di vigneti. Questo paesaggio è decisamente inconfondibile.

Visitare Canelli e le Cattedrali Sotterranee

Giunti a Canelli, considerata la capitale italiana dell’Asti Spumante, i viaggiatori potranno visitare le famose Cattedrali Sotterranee, accolti da esperti che hanno dedicato la propria vita nel coltivare e conservare uno dei prodotti più famosi, il vino del Piemonte.

Sotto le case del delizioso paese, infatti, si nasconde un’altra città, fatta di chilometri e chilometri di tunnel e di gallerie, dove sono state ricavate lunghissime cantine storiche, scavate direttamente nel tufo calcareo delle colline a partire dal XVI secolo.

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Fonte: 123rf

Le Cattedrali Sotterranee di Canelli in Piemonte

Le Cattedrali Sotterranee scendono fino a una profondità di 32 metri, attraversando l’intera città per più di 20 km. Il soprannome fu dato loro per via dell’ambiente estremamente silenzioso che ricorda quello delle grandi cattedrali religiose. Proprio da qui è partito il progetto che ha portato al riconoscimento dei Paesaggi Vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato quale 50° sito Unesco in Italia eletto a Patrimonio dell’Umanità.

Chi lo desidera, ha anche la possibilità di visitare il Castello di Canelli. Il castello fu edificato nell’XI secolo a difesa e controllo della via commerciale che univa Asti al porto di Savona. Il complesso si ingrandì negli anni successivi grazie alle fortune dei Signori di Canelli e, in epoca rinascimentale, passato nelle mani della famiglia Scarampi, fu ampliato e ristrutturato diventando un’elegante residenza.

Canelli

Fonte: Wikimedia | Ph. Davide Papalini

Canelli, il borgo dell’Asti Spumante

Smantellato nel 1617 per opera degli Spagnoli, durante la Guerra di Successione del Monferrato, fu riedificato a partire dal 1676 per opera degli ultimi Marchesi Scarampi-Crivelli. Carlo Gancia, dopo averlo acquistato agli inizi del ‘900, ne affidò il progetto di restauro e di recupero all’architetto Arturo Midana. I giardini del castello saranno aperti al pubblico esclusivamente per i TrEnoturisti.

Girando per le strade di Canelli ci si accorgerà che si tratta di una cittadina dall’impianto medievale, sviluppato intorno all’antica struttura formatasi per stratificazioni successive attorno al castello

Info per partire

Il treno parte dalla stazione di Torino Porta Nuova alle ore 9 il prossimo 17 luglio, con fermata anche alla stazione del Lingotto alle 9.09 e arrivo a Canelli alle 10.50. Il rientro è previsto alle 17.45 dalla stazione di Canelli con arrivo a Torino Porta Nuova alle 19.50.

Il biglietto del treno di andata e ritorno costa 62 euro (intero), mentre 40 euro il ridotto per bambini tra i 4 e i 12 anni compiuti.

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Una nuova e incredibile scoperta lascia tutti senza fiato

Sottoterra sono nascosti tesori e resti che custodiscono la memoria di antiche civiltà perdute. Dei nostri avi, e delle loro vicende, abbiamo ancora molto da imparare. Gli archeologi in tutto il mondo fanno scoperte continue, prova del fatto che la storia non è mai scritta in modo definitivo.

Proprio in questi giorni, un gruppo di archeologi israeliani ha riportato alla luce una rara ed antica moschea. La scoperta è avvenuta nel Sud di Israele e secondo esperti e studiosi di antichità, questo reperto potrebbe spiegare il passaggio dal cristianesimo all’Islam, avvenuto nella popolazione che secoli fa abitava il deserto.

I resti di un’antica moschea

Attraverso gli scavi, volti a costruire un nuovo quartiere, è stato possibile rinvenire questo tesoro sepolto dal tempo. I resti della moschea, che si ritiene abbiano più di 1.200 anni, si trovano nei pressi della città beduina di Rahat. Una località situata nel deserto del Negev.

Dalle ricostruzioni si può dedurre che un tempo la moschea ospitasse al suo interno una stanza quadrata e un muro rivolto in direzione della Mecca, con una nicchia semicircolare orientata verso Sud. In base alle dimensioni si è ipotizzato che potesse accogliere alcune dozzine di fedeli alla volta. “Queste caratteristiche architettoniche uniche mostrano che l’edificio era utilizzato come moschea”, hanno dichiarato le autorità israeliane alla stampa.

Un’altra scoperta antichissima

A breve distanza dalla moschea è stato anche scoperto un “edificio di lusso”, con resti di stoviglie e manufatti in vetro che indicano la ricchezza dei suoi antichissimi residenti. Israele è una terra di continui rinvenimenti e ritrovamenti preziosi. Le passate civiltà che hanno abitato la zona ci hanno lasciato prove e ricordi della loro esistenza.

Tre anni fa, nella medesima area, un gruppo di ricerca ha portato alla luce un’altra moschea risalente circa al VII o all’VIII secolo d.C., definendo i due luoghi di culto islamici “tra i primi conosciuti al mondo”.

L’importanza dei reperti per la storia

Le moschee, la tenuta “lussuosa” e gli altri ritrovamenti avvenuti nelle vicinanze, hanno illuminato “il processo storico che ha avuto luogo nel Negev settentrionale con l’introduzione di una nuova religione: l’Islam, con un nuovo governo e una nuova cultura”. Gli studiosi pensano che ci fu un passaggio graduale dal culto cristiano a quello islamico, durato anni, forse generazioni.

L’area del deserto del Negev

l deserto del Negev si trova a sud di Israele e occupa una superficie di circa 12.000 chilometri quadrati, ovvero una superficie pari al 60% circa dello Stato intero. In questa regione è possibile ammirare panorami suggestivi, natura selvaggia, ma anche attrazioni turistiche.

Anticamente dominato dalla popolazione dei Nabatei, nel Negev si trovano ancora tracce di questa civiltà, ma non solo. Qui si possono anche incontrare rovine dei loro predecessori: gli Ottomani. Le nuove scoperte non fanno altro che aumentare il fascino che questo deserto, dal clima estremo, suscita negli studiosi, desiderosi di carpire ogni segreto nascosto dalle dune.

L’antica moschea rinvenuta negli scorsi giorni verrà esaminata con maggiore cura e servirà per chiarire definitivamente le abitudini, il culto e lo stile di vita degli antichi abitanti del deserto israeliano.

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C’è una Hogwarts in Italia: dov’è la scuola di Harry Potter

C’è una scuola di magia e stregoneria come quella di Harry Potter anche qui in Italia. La Hogwarts nostrana è alle porte di Milano e i fan del maghetto ne vanno pazzi.

Si trova immersa nel famoso e gigantesco Parco di Monza, il più grande parco recintato d’Europa, famoso perché ogni anno vi si disputa il Gran Premio di Formula Uno.

La Hogwarts italiana

La scuola di magia viene ospitata all’interno di un’antica costruzione che un tempo serviva come scuderia reale per l’adiacente Villa Reale di Monza, mentre oggi che è stata restaurata Cascina Costa Alta ospita un ostello e diverse sale per eventi.

L’evento a tema Harry Potter

Nel weekend del 24 e16 giugno, questo luogo si trasforma per tre giorni nel Castello di Hogwarts. La scuola di Harry Potter e dei suoi amici, Hermione Granger, Ron Weasley e gli altri.

È il tema della quarta edizione di “Giocolandia, la fiera per i bambini” con tantissime attività che comprendono una ventina di laboratori tra scuola di magia e travestimenti da Harry Potter, durante i quali i bambini e i ragazzi incontreranno e giocheranno con il mezzogigante guardiacaccia Hagrid, Custode delle chiavi e dei luoghi ad Hogwarts, e con il professor Silente, preside della Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Il biglietto d’ingresso costa 15 euro per gli adulti e 5 euro per i bambini dai 4 ai 12 anni (per i più piccoli l’entrata è libera). Per chi si trattiene tutta la giornata saranno disponibili stand di street food.

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Estate sul treno storico più panoramico d’Italia

Chi l’ha provata sostiene sia la ferrovia più bella e panoramica d’Italia. Attraversa paesaggi solitari, selvaggi, meravigliosi. Luoghi che ricordano la Siberia, fredda e innevata d’inverno, secca e calda d’estate, motivo per cui è chiamata Transiberiana d’Italia.

Questa linea ferroviaria attraversa l’Abruzzo e il Molise, due Regioni poco abitate e con paesaggi naturali incontaminati come pochi ormai in Italia. È il viaggio perfetto da fare in famiglia o per tutti coloro che desiderano farsi trasportare alla scoperta delle bellezze naturalistiche e dei centri storici più pittoreschi del Centro Italia.

La Transiberiana d’Italia

La tratta ferroviaria collega Sulmona a Isernia. In passato, è stata una rotta piuttosto frequentata, poi dismessa, e recuperata solo negli ultimi anni. Venne costruita e inaugurata alla fine dell’800, un’opera di ingegneria che richiese molto impegno.

Transiberiana Italia

Fonte: Claudio Colaizzo

La tratta ferroviaria collega Sulmona a Isernia

Basti pensare che la stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo, una delle tappe più belle dell’itinerario, si trova a un’altezza di 1.268 metri, aggiudicandosi il titolo di seconda stazione più elevata della rete ferroviaria italiana (la più alta è quella del Brennero).

Una tratta ferroviaria storica

Per molti decenni, il tracciato, lungo 129 chilometri, è stato percorso da treni affollati di lavoratori e turisti, ma anche da convogli merci e da vagoni adibiti a trasporto di animali, dal momento che costeggia le principali vie della transumanza d’Abruzzo e del Molise.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, la Transiberiana d’Italia perse gran parte della sua importanza. Tra il 2010 e il 2011, venne definitivamente chiusa, per gli ingenti costi di gestione e lo scarso traffico ormai presente sul territorio. Ma un percorso così affascinante non poteva cadere nel dimenticatoio. Così, la linea Sulmona-Castel di Sangro è entrata a far parte del progetto Binari senza tempo ed è diventata oggi una tratta storica frequentata da migliaia di visitatori ogni anno.

L’itinerario della Transiberiana d’Italia

Un tracciato spettacolare che da solo vale un viaggio, attraverso centri abitati grandi e piccoli, dove la storia ha lasciato numerose e pregevoli tracce insieme a tradizioni artigianali ancora oggi praticate, ma anche parchi e paesaggi meravigliosi, tanto che il suo secondo nome è proprio “Ferrovia dei Parchi“.

Transiberiana-Italia

Fonte: Luca Catasta

La “Ferrovia dei Parchi” tra Maiella e Alto Sangro

È una vera e propria arrampicata sulla Maiella fino agli Altipiani Maggiori d’Abruzzo a quasi 1300 metri di quota, lungo distese completamente innevate durante l’inverno, per poi scendere sulla valle del fiume Sangro ed entrare nel verdissimo territorio dell’Alto Molise, tra vallate, panorami, sentieri e paesi di montagna.

Gli itinerari possono essere diversi e arrivare a Carovilli, un borgo dell’alto molisano, Castel di Sangro, un borgo dalle origini antichissime, oppure a Roccaraso, una delle principali località turistiche di montagna non soltanto dell’Abruzzo ma dell’intero Appennino.

Le escursioni

Anche le soste possono essere diverse e scelte autonomamente dai viaggiatori. Bellissima è quella alla stazione di San Pietro Avellana-Capracotta, dove visitare la riserva naturale Unesco Montedimezzo-Collemeluccio Alto Molise, una delle aree protette con la più diffusa biodiversità dell’Appennino.

transiberiana-italia-abruzzo-estate-2018

Fonte: @Abruzzo Instarail

Tra montagne e riserve naturali

Altrettanto interessante è la fermata ad Alfedena-Scontrone, dove si possono visitare due località dell’Alto Sangro, con un servizio di bus dedicato e una visita guidata dei due graziosi centri storici e del polo museale diffuso, toccando il suggestivo parco fluviale del Rio Torto nel centro di Alfedena e il belvedere di Scontrone che domina tutta la Val di Sangro.

Da non perdere è poi l’escursione a Campo di Giove, ai piedi della Maiella, con il suo grazioso centro storico tra vicoli, archi e antichi palazzi in pietra, mentre alla stazione di Palena, seconda sosta intermedia nello splendido scenario del Quarto di Santa Chiara, a oltre 1200 metri di quota, si può partecipare alla visita guidata dell’Eremo Celestiniano della Madonna dell’Altare, una fantastica roccaforte che sorge su una rupe, sorta là dove l’eremita Pietro Angelerio, poi futuro Papa Celestino V, si ritirò in una grotta.

A bordo di treni storici

Questo viaggio è reso ancora più affascinante perché fatto con treni storici. Le vetture d’epoca sono trainate da un locomotore a trazione termica. Le carrozze sono le cosiddette “Centoporte”, vetture risalenti agli Anni ’30, dai suggestivi interni e sedute di legno, composte ciascuna da quattro ambienti, con porte di salita e discesa su entrambi i lati.

Fonte: Wikipedia

Un’opera di ingegneria unica

Talvolta vengono impiegate le carrozze “Corbellini”, delle vetture più recenti, risalenti agli Anni ’50. Essendo vetture originali, a bordo è presente l’impianto di riscaldamento per la stagione fredda, mentre non è c’è l’aria condizionata, compensata però dai finestrini e dall’aria frizzante di montagna.

Le partenze estive

La Transiberiana d’Italia viaggia quasi tutto l’anno durante i weekend e ogni stagione ha un motivo per essere percorsa. D’estate, grazie alle belle e lunghe giornate soleggiate, regala tantissime esperienze da vivere all’aria aperta, facendo sosta nelle diverse tappe del treno.

Ecco le prossime date:

  • 25 giugno – Sulmona-Carovilli A/R
  • 26 giugno – Sulmona-Castel di Sangro A/R (evento speciale “Straor… binario)
  • 2 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 3 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 9 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 10 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 16 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 17 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 23 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 24 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 30 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 31 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 6 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 7 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R
  • 13 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 14 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R
  • 20 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 21 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R
  • 27 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 28 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R.

Info e prezzi

La partenza da Sulmona è sempre tra le 8.45 e le 9.00, mentre l’orario di rientro varia a seconda della stagione e della lunghezza dell’itinerario ed è tra le 19.00 e le 20.00 durante la stagione con più ore di luce, mentre d’inverno il rientro è previsto tra le 18.00 e le 19.00.

Il biglietto del treno storico costa 40 euro A/R per gli adulti e 20 euro per i bambini 4-12 anni non compiuti, mentre è gratuito fino ai 4 anni d’età (senza posto a sedere, uno per ogni adulto accompagnatore e solo se appartenente allo stesso nucleo familiare) e per persone con disabilità.

Le biciclette sono ammesse sul treno senza alcun supplemento, ma vanno consegnate alla partenza al personale per essere riposte sull’apposito carro bagagliaio posizionato in coda treno, dotato di rastrelliera bici.

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Michelle Hunziker innamorata delle Eolie, isole vulcaniche da sogno

“Dove ci sono i vulcani, la terra, a mio parere sprigiona un’energia molto potente… mi immergo completamente e sento il suono delle pietre che si spostano in un movimento perpetuo… i punti dove l’acqua si scalda notevolmente mi cullano e mi riportano in uno stato di equilibrio bellissimo… La natura è meravigliosa”. Così riassume il senso delle Isole Eolie Michelle Hunziker in vacanza in barca a vela nell’arcipelago siciliano.

Una manciata di isole vulcaniche, due delle quali, Stromboli e Vulcano, ancora in attività. Grandi isole, come Lipari e Salina, ma anche piccoli scogli che affiorano dal mare, Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Lisca Nera, Dattilo, Bottaro. Nomi che evocano la storia e la geologia del luogo che qualcuno associa alle isole delle Hawaii, ma che in realtà sono una particolarità tutta nostra.

Le Isole Eolie, le Hawaii d’Italia

Sette isole mozzafiato e incredibili nel loro genere, le Eolie emergono come schegge di pietra dal blu del mare. Bellezza selvaggia, natura incontaminata, atmosfere autentiche, fanno di questo arcipelago, tra i più belli del Mediterraneo, un’affascinante meta turistica. Non a caso ogni estate viene scelto da vip di tutto il mondo per trascorrervi le vacanze, all’insegna della totale privacy.

Stromboli, la perla nera

Stromboli, la perla nera dell’arcipelago con il suo vulcano, da millenni fa sentire la sua presenza eruttando a intervalli regolari. L’isola di Vulcano, dal canto suo, vanta una bellezza aspra e selvaggia. Conosciuta anche come “isola di fuoco” poiché, secondo gli antichi, vi si trovavano le fucine di Efesto (Vulcano, per i Romani) nelle quali i Ciclopi forgiavano le armi destinate agli dèi. Imperdibili i bagni nei fanghi dell’isola.

Salina, l’isola verde

A far innamorare delle Eolie è sicuramente Salina, un’isola avvolta nei colori e nei profumi di una natura così ricca e rigogliosa tanto da meritarsi l’appellativo di “isola verde”. Basti pensare che qui si produce la migliore qualità di Malvasia, celebrata da Guy de Maupassant, che la definì “il vino dei vulcani”.

Alicudi incontaminata

Così come Alicudi, ricoperta di erica, la più incontaminata dell’arcipelago, grazie anche all’assenza di strade carrabili e alla sua aspra morfologia che non permette ulteriori edificazioni.

Panarea, la più esclusiva

Michelle ama particolarmente Panarea, la più antica e la più piccola, ma anche la più esclusiva (e costosa). L’isola della mondanità e del divertimento dove tra immancabili aperitivi, feste in barca e party in terrazza, il giorno e la notte si avvicendano senza sosta nel segno dell’euforia e dell’eccesso. Ma Panarea è anche mare, natura e bellezza.

Filicudi, paradiso italiano

Le acque più belle sono sicuramente a Filicudi, un paradiso di acque cristalline, scenari suggestivi e fantastici punti panoramici. Una natura selvaggia e incontaminata caratterizza l’isola che, d’estate, si popola di migliaia di turisti in cerca di tranquillità.

Salina, set naturale

Da non perdere è certamente un bagno a Salina, nella celebre spiaggia del film “Il Postino” nella località di Pollara, un’insenatura chiusa da una parete a strapiombo che la rende una delle più belle delle Eolie.

Lipari, il centro delle Eolie

E poi c’è Lipari, la più grande e animata dell’arcipelago. Un’isola ricca di bellezze paesaggistiche e culturali, storia e divertimento, attrazioni e servizi. L’isola è dominata dal castello con la sua possente cinta muraria, dove si trovano la Cattedrale di San Bartolomeo e il Museo archeologico eoliano, con una collezione di reperti tra le più complete d’Europa. Il luogo ideale per chi, anche in vacanza, non intende rinunciare a una vita movimentata.