Categorie
Canada Nord America Posti incredibili vacanza natura Viaggi

Canada, alla scoperta del Moraine Lake tra le Montagne Rocciose

È il luogo che tutti gli amanti della natura hanno sempre sognato: le vette che lo circondano, i boschi che ne lambiscono le sponde e una palette di colori che sembra uscire direttamente da un dipinto.

È il Moraine Lake in Canada, un lago glaciale che si trova nel parco nazionale Banff in Alberta, un vero e proprio sogno per gli occhi, dove la natura incontaminata regna sovrana e si mostra in tutta la sua imponente e maestosa bellezza.

Tappa obbligata di una vacanza in questa zona del Canada, deve essere raggiunto nei mesi estivi quando la strada è aperta (ma non ai mezzi privati).

E giunti qui la meraviglia la fa da padrona, perché questo lago non solo è circondato da una scenografia straordinaria, ma regala agli occhi colori e sfumature uniche che sembrano uscite da un dipinto: tutto quello che c’è da sapere su Moraine Lake.

Moraine Lake, dove si trova il bellissimo lago

Siamo nel Parco nazionale Banff nelle Montagne Rocciose Canadesi, nella provincia dell’Alberta: è qui che si trova il Moraine Lake, pittoresco lago alimentato dai ghiacciai poco distante (circa 14 chilometri) dal villaggio di montagna di nome Lake Louise.

Un luogo meraviglioso in cui fare il pieno di bellezza, ammirare la natura e fare escursioni, scegliendone una tra quelle che si diramano proprio da qui. La passeggiata più semplice e veloce è quella che fa percorrere ai visitatori solamente 300 metri, ma con un bel dislivello. Si chiama The Rockpile Trail e porta a un punto panoramico tra i più celebri e fotografati, basti sapere che era stata riprodotta anche dietro alle banconote da 20 dollari canadesi.

I colori del Moraine Lake

Fonte: iStock

Moraine Lake, i colori incredibili del lago canadese

La superficie del lago è di piccole dimensioni, ma questo nulla toglie al fascino suggestivo che regala allo sguardo: situato a circa 1884 metri di altitudine è incastonato come un gioiello prezioso nella valle dei Dieci Picchi.

A catturare subito lo sguardo è il suo colore intenso e profondo, sfumature di blu e azzurro che derivano dalle piccole particelle di roccia che arrivano nel lago a causa del movimento dei ghiacciai e che brillano alla luce del sole. Il momento migliore per vederlo in tutta la sua estensione è a fine giugno quando il lago non è ghiacciato e l’acqua arriva al massimo livello.

Senza dubbio è questa una delle cartoline di viaggio più belle che può regalare il Canada e vale la pena raggiungerlo, non prima – però- di conoscere qualche informazione utile.

Cosa fare al Moraine Lake e quando andarci

Come detto, sono diverse le escursioni che partono da qui, in merito alle quali è bene chiedere informazioni prima di avventurarsi. Così come è bene sapere che, essendo questa area molto amata, è facile che ci siano davvero tanti turisti e quindi è meglio partire preparati e organizzati.

Se fare trekking nella natura, ammirandone la sconfinata e maestosa bellezza, non basta, va sottolineato che le camminate non sono l’unica attività possibile da fare quando si visita il Moraine Lake. Infatti un modo alternativo, ma ugualmente suggestivo, per godere del suo fascino è quello di fare un giro in canoa per il lago, noleggiandone una sul posto. Si tratta di piccole imbarcazioni che possono ospitare fino a tre persone. Anche in questo caso bisogna avere pazienza poiché potrebbe esserci del tempo di attesa, dal momento che non sono accettate prenotazioni.

Ma si verrà ripagati da scorci meravigliosi che resteranno per sempre tra le cartoline di viaggio più belle.

Il lago canadese si deve raggiungere nel periodo che va da giungo a metà ottobre, sempre in base alle condizioni del meteo e si può arrivare qui solamente con mezzi pubblici: il transito è consentito esclusivamente alle navette di Parks Canada, al trasporto pubblico e agli autobus commerciali. Divieto di accesso, invece, per i mezzi privati. Qui si trova anche una bellissima struttura ricettiva, che  è aperta dal primo giugno al primo ottobre.

In inverno il lago è inaccessibile per pericolo valanghe e la strada attrezzata per lo sci. Invece Lake Louise è accessibile sempre. Ma per maggiori informazioni e conoscere divieti o altro è sempre bene controllare prima della partenza il sito Parks Canada.

Moraine Lake, il lago  da visitare in barca

Fonte: iStock

Canada, le gite in barca sono un ottimo modo per visitare il Moraine Lake

Perché è famoso il Moraine Lake

Tappa bellissima, immancabile in un tour di viaggio alla scoperta delle maestose e stupfacenti bellezze canadesi, ma anche celebre. Come detto, il Moraine Lake è stato immortalato per qualche anno sulle banconote da 20 dollari canadesi, ma è stato anche sfondo del pc e riprodotto in alcuni videogiochi.

Insomma, famoso perché è il perfetto esempio di pittoresco lago di montagna, circondato dalle vette e immerso nella natura, ma anche per il suo colore incredibile, tanto da sembrare finto.

Non stupisce che sia di difficile accesso: essendo un luogo molto turistico può risultare complesso raggiungerlo e godere appieno del suo fascino. Il consiglio, quindi, è quello di prenotare in anticipo e prima della partenza il mezzo per assicurarsi di riuscire a inserirlo nelle tappe obbligate di un viaggio nella provincia dell’Alberta, in Canada. E quando si arriva ricordarsi di fare il pieno di quella meraviglia e di quello stupore che solo i posti da cartolina riescono a regalare.

Categorie
Canada Idee di Viaggio itinerari Nord America vacanza natura Viaggi viaggiare

Foliage: gli itinerari a bordo del Trenino Rosso

Il foliage autunnale è uno dei fenomeni naturali più affascinanti, capace di trasformare i paesaggi in un’esplosione di colori caldi e vibranti. Osservare le foglie che cambiano colore è un’esperienza che incanta viaggiatori e amanti della natura in tutto il mondo. Cosa aspetti? Prepara la valigia e parti per un viaggio alla scoperta delle incantevoli bellezze del foliage. Un’esperienza unica, ricca di emozioni, che ti farà innamorare della stagione autunnale. Un magico momento di transizione, delicato equilibrio tra l’intensità dell’estate e la quiete dell’inverno; la quale, con il suo arrivo, vede la natura trasformarsi in una sinfonia di colori caldi e avvolgenti. Ecco alcune delle destinazioni più famose per godere di questo magico fenomeno:

Il foliage in Canada

  • La Baia di Fundy nel Nuovo Brunswick

La Baia di Fundy, situata nel Nuovo Brunswick, è famosa non solo per le sue maree impressionanti, ma anche per il suo foliage autunnale spettacolare. Durante questo periodo, il paesaggio si trasforma in una tavolozza di colori brillanti, grazie alla presenza di una vasta varietà di alberi decidui. Il sentiero del Cape Chignecto Coastal Trail offre una vista mozzafiato sulla baia e una passeggiata immersiva tra i colori autunnali.

  • Il Parco Nazionale di Yoho in Columbia Britannica

Nel Parco Nazionale di Yoho, le acque cristalline dei laghi, come il Lago Emerald, si riflettono nei colori delle foglie autunnali, creando paesaggi da cartolina. Le escursioni attraverso i sentieri del parco, come il Iceline Trail, offrono spettacolari panorami sui picchi delle montagne e le foreste dorate, offrendo un’esperienza immersiva nella bellezza naturale del Canada.

Il foliage in Canada raggiunge il suo culmine tra la metà di settembre e l’inizio di ottobre, con una variazione significativa di colori a seconda della latitudine e dell’altitudine. Il fenomeno è influenzato dalla composizione dei suoli e dalle condizioni climatiche, con le foreste di acero e di ontano che mostrano alcuni dei colori più intensi.

Lo spettacolare fenomeno negli Stati Uniti

  • Vermont

Il Vermont è uno dei luoghi più iconici per ammirare il foliage negli Stati Uniti. Le strade panoramiche come la Route 100 offrono viste spettacolari sui boschi infuocati di rosso, arancione e giallo. La cittadina di Stowe è particolarmente rinomata per le sue escursioni tra i colori autunnali e per i festival dedicati al foliage che si tengono ogni anno.

  • New Hampshire

Il Kancamagus Highway, una delle strade panoramiche più famose del New Hampshire, è il luogo ideale per un giro in auto immersi nei colori autunnali. Lungo il percorso, si trovano numerosi punti panoramici e aree di sosta dove è possibile godere della bellezza del foliage. Il White Mountain National Forest offre sentieri per escursioni che attraversano foreste dai colori vivaci.

La stagione del foliage nel New England di solito inizia a metà settembre e raggiunge il suo apice a metà ottobre. Il termine “fall foliage” è così popolare negli Stati Uniti che molti stati del New England hanno dedicato festival e eventi specifici per celebrare questo fenomeno.

Sulle tracce del foliage in Giappone

  • Kyoto e il Parco Maruyama

Il Parco Maruyama, situato nel cuore di Kyoto, è uno dei luoghi più belli per ammirare il foliage autunnale. I momiji (aceri giapponesi) cambiano colore in tonalità di rosso e arancione intenso, creando un contrasto spettacolare con il verde dei pini e il blu del cielo. Il parco è particolarmente affascinante durante il momiji season quando le foglie raggiungono il loro massimo splendore.

  • Tempio Kiyomizu-dera

Il Tempio Kiyomizu-dera, uno dei luoghi storici più iconici di Kyoto, offre una vista panoramica straordinaria sulla città e sui boschi circostanti durante l’autunno. Il tempio è circondato da alberi di acero che si trasformano in un mare di colori caldi, offrendo un’esperienza visiva e spirituale unica.

Il foliage autunnale a Kyoto di solito raggiunge il suo culmine tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre. Il Giappone celebra il foliage con il termine “koyo”, che è altrettanto importante nella cultura giapponese quanto la fioritura dei ciliegi in primavera.

Il foliage in Italia

  • Val d’Orcia

La Val d’Orcia in Toscana è famosa per i suoi paesaggi ondulati e le colline ricoperte di vigneti e oliveti che cambiano colore in autunno. La regione offre spettacolari scenari di foliage che si estendono lungo strade panoramiche come la Strada dei Vini Orcia. Le città di Pienza e Montalcino sono punti di partenza ideali per esplorare questo angolo incantevole dell’Italia.

  • Dolomiti, Trentino-Alto Adige

Le Dolomiti offrono un contrasto affascinante tra le vette rocciose e i boschi che esplodono di colori autunnali. Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies è uno dei luoghi migliori per escursioni e passeggiate tra le foglie dorate e rosse. Il percorso intorno al Lago di Braies è particolarmente spettacolare durante il periodo del foliage.

In Italia, la stagione del foliage varia a seconda della regione, con i colori più vivaci che si manifestano tra ottobre e novembre. La diversità dei paesaggi italiani, dalle colline toscane alle montagne delle Dolomiti, offre numerose opportunità per ammirare il foliage in scenari mozzafiato.

Che tu sia un appassionato di natura in cerca di nuove esperienze o semplicemente qualcuno che desidera godere della bellezza dell’autunno, i luoghi descritti offrono alcuni dei migliori panorami di foliage al mondo. Ogni destinazione presenta caratteristiche uniche e affascinanti, rendendo ogni viaggio un’esperienza speciale e memorabile. Con un po’ di pianificazione e un po’ di curiosità, puoi scoprire alcuni dei luoghi più straordinari per ammirare i colori dell’autunno e lasciarti incantare dalla magia di questa stagione. Per un’esperienza ancora più indimenticabile, non dimentichiamoci di includere nell’itinerario italiano una tappa sul leggendario Trenino Rosso del Bernina/Albula. Un viaggio mozzafiato, da godersi anche con tutta la famiglia, attraverso i paesaggi autunnali più spettacolari fra Italia e Svizzera.

Il Trenino rosso del Bernina/Albula è un’esperienza unica nel suo genere che permette di immergersi a pieno nell’esperienza del foliage. Valli pittoresche e ponti panoramici, calano lo spettatore in una fiaba dai colori autunnali. Le acque dei fiumi serpeggianti riflettono le sfumature delle fronde degli alberi e catturano l’occhio di ogni spettatore facendogli perdere la concezione di tempo e spazio. Alcune delle località più suggestive dove passa il Treno sono la Valle del Bernina, valle alpina punteggiata da boschi di conifere e foreste di latifoglie, caleidoscopio di colori autunnali. Non dimentichiamo poi l’omonimo Passo, il Passo del Bernina, le cui pendici si tingono di tonalità vivaci fra rosso, arancione e giallo. Il Lago Bianco, un lago alpino situato vicino al Passo del Bernina, il quale offre uno specchio perfetto per il paesaggio circostante. Immancabile anche una tappa in Valtellina, nota per le sue terrazze viticole, chiamate “cantine”. Qui, i passeggeri possono ammirare vigneti, frutteti e boschi, che si trasformano in un mare di colori terrosi. Le colline e le montagne circostanti offrono panorami spettacolari con castelli medievali e paesini pittoreschi. La Valtellina offre ampie distese di alberi tipicamente autunnali, come faggi e castagni, usati per dolci e ricette tipiche della stagione.

Inoltre, l’esperienza del Trenino Rosso non è solo visivamente sorprendente, ma offre anche un modo rilassante per esplorare la natura, comodamente seduti su un mezzo sicuro, affidabile e full-service. Cosa aspetti? Scopri il tuo itinerario per goderti il foliage.

Categorie
Arizona Interviste Nord America Viaggi

Ask the Sand: Vittorio Bongiorno ci racconta il suo viaggio in Arizona sulle tracce della città-utopia di Arcosanti

Immaginate un padre e un figlio in viaggio sulle tracce di una città-utopia costruita nel 1970 nel deserto dell’Arizona da un architetto italiano. Non è la trama di un road movie di fantascienza, ma un regalo di compleanno che diventa il cuore pulsante del documentario Ask the Sand – Can we change the future?, scritto e diretto da Vittorio Bongiorno. 

Presentato in anteprima mondiale al Biografilm 2023, ora questa avventura alla ricerca di Arcosanti è disponibile su NowTv. L’architetto Paolo Soleri, allievo di Frank Lloyd Wright, aveva l’idea di una città del futuro un po’ come il protagonista dell’ultimo film di Francis Ford Coppola Megalopolis interpretato da Adam Driver. Nel cuore del deserto americano sorge ancora oggi questo luogo sospeso tra ambizione e sogno che il regista ha visitato con il figlio poco prima della pandemia di Covid-19.

Viaggiando tra la polvere del deserto, i due hanno trascorso una settimana in questo luogo dimenticato, raccogliendo i racconti di professionisti e artisti che hanno conosciuto Soleri e di chi vive ancora oggi in quella città-utopia. Fin dalla sua anteprima italiana Ask the Sand non si è mai fermato ed è stato proiettato anche oltreoceano a Tucson, Dallas e nella stessa Arcosanti.

Il 20 e 21 Novembre Bongiorno è stato invitato dall’ordine degli architetti di Napoli e Brescia per presentare il documentario in due festival di architettura. Inoltre lui e suo figlio sono stati invitati alla Farm Cultural Park, un centro culturale in Sicilia a Favara, a due passi da Agrigento, dove hanno curato un padiglione di Countless Cities, la biennale delle città del futuro. Si può visitare facendo un percorso espositivo con foto, video e scritti dal loro viaggio. Tutte le informazioni sul sito http://www.countlesscities.com.

Sulle note delle musiche originali di Giulio e Vittorio Bongiorno, i Calexico, Joachim Cooder e Naim Amor & John Convertino, Ask the Sand è la testimonianza sincera e coinvolgente di un viaggio che unisce architettura, storia, arte, il fascino dell’America del sud e un rapporto padre-figlio complice e forte, ma pronto ad allentare la presa per un futuro più indipendente.

Arcosanti

Fonte: Ufficio stampa

Arcosanti vista dall’alto

Come nasce il tuo legame con l’America?

Il blues e il jazz sono stati la colonna sonora della prima parte della mia vita. Il mio bisnonno è scappato dalla Sicilia nel 1907 e ha vissuto negli Stati Uniti cambiando nome, e ha mandato alla famiglia i dischi di jazz e blues, e delle pistole da cowboy a mio padre. Ci ho scritto un romanzo ancora incompiuto, questo per dire che ho un legame con l’America da sempre. Nel 2013 sono partito sulle orme care del mio bisnonno e ho trovato qualcosa, anche se lui aveva lavorato molto per far perdere le sue tracce. Da lì in poi ho continuato a viaggiare per l’America e questo viaggio di Ask the Sand lo abbiamo fatto all’avventura, senza troppe aspettative. 

Come è nata l’idea?

Non ho voluto imporre niente a mio figlio, mi sembrava assurdo a 18 anni rovinare un’esperienza genuina. L’ho sempre lasciato libero di fare le sue scelte, lui ha il suo mondo di riferimento, ma se deve scegliere tra Bob Dylan e i Maneskin c’è poco da scegliere. All’epoca gli avevo detto che per il compleanno dei 18 anni gli avrei regalato un biglietto circolare per andare in giro per il mondo, ma lui mi ha detto che voleva andarci con me.

Quindi da questa contrattazione è nata l’idea di fare un viaggio più rischioso, piuttosto che tornare a New York dove eravamo già stati. Io amo che ci sia sempre un po’ di rischio in tutto quello che faccio, che si tratti di un libro, di un film… Mi piace che ci sia un margine di errore. Quindi gli ho proposto questo viaggio, visto che avrebbe studiato architettura, e a lui è piaciuta l’idea. Quindi ho voluto raccontare il suo punto di vista, poi il mio l’ho raccontato nel libro La Ballata del Deserto. 

Come vi siete preparati per questo viaggio?

L’itinerario che abbiamo organizzato prevedeva i primi tre giorni a Los Angeles, poi siamo andati ad Arcosanti una settimana con appuntamenti fissati con vari personaggi. Arcosanti è a 110 km da Phoenix in mezzo al deserto e non è semplicissima da trovare.

La mattina che siamo partiti da Los Angeles siamo arrivati la sera tardi, quindi siamo partiti a maniche corte e siamo arrivati lì che si gelava dal freddo. Era tutto chiuso e un’artista italiana ci ha dato le chiavi del nostro appartamento dicendoci che era giù nel canyon. Nel raggio di 100 km non c’era niente, non abbiamo nemmeno potuto mangiare qualcosa e siamo andati a dormire.

I locali sono stati felici di avervi lì o erano diffidenti?

La fondazione Cosanti ci ha accolto molto calorosamente, con Giulio si sono comportati come se fosse un nipote e ci hanno aperto questi archivi ancora quasi non catalogati, pertanto abbiamo avuto accesso a materiale straordinario. I filmati li ho comprati, ma le foto e i libroni che si vedono nel doc ce li hanno dati loro. Poi devo ringraziare Angelina Gentilini per lo stupendo lavoro di montaggio perché è riuscita ad armonizzare le varie nature del film e l’operatore Nicola Cavalazzi che ha viaggiato con noi.

Ci ha colpiti, tuttavia, il fatto che non ci hanno fatto entrare nelle loro residenze. Abbiamo percepito quasi una sorta di patto: la storia esterna di Arcosanti è quella, ma la storia personale di coloro che vivono lì non hanno nemmeno niente a che fare con Soleri, molti di loro non lo hanno mai incontrato. Noi li abbiamo provocati con la storia dell’utopia, e loro hanno risposto così. Dal 1970 a oggi questa città non si è mai fermata.

Interno Arcosanti

Fonte: Ufficio stampa

L’interno di un’abitazione ad Arcosanti

Come vivono i residenti di Arcosanti oggi?

Vendono le campane di bronzo e ceramica, fanno dei tour guidati con le scuole e dei workshop. Ricevono alcune donazioni da privati e chi passa lascia qualcosa, però vivono. Non è un centro sociale. “Io ho costruito lo strumento, ma la musica la decidono loro” diceva Soleri, una cosa molto democratica secondo me. Non volevo fare un doc sull’architettura in fondo e così è venuto fuori questo racconto.

Si dice che Arcosanti sia fonte di ispirazione per Star Wars…

Non c’è un documento vero e proprio che lo attesti, ma gli abitanti di Arcosanti dicono che George Lucas sia stato lì. Vedendo quelle forme però sembra chiaro il riferimento per Tatooine.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza una volta tornato a casa?

Un’esperienza simile ti lascia un bottino importante, è come tornare con la sabbia in tasca. Il viaggio di ritorno è stato avvolto dal silenzio per elaborare tutto quello che avevamo visto e vissuto. Poi c’è stato il buco nero della pandemia che ha diviso le nostre strade. Quando sono tornato avevo l’80% del documentario già girato, ma poi si è fermato tutto quindi trovare anche i finanziamenti è stata dura, ci ho messo due anni. Le difficoltà sono venute dopo insomma. Tuttavia con questo progetto mi sono staccato da mio figlio facendo una cosa che rimarrà immortale ed è una specie di miracolo, perché quando ho iniziato il viaggio non pensavo una cosa simile. Possiamo vivere lontani ma rimanere uniti. 

Cosa ti affascina del deserto?

L’orizzonte sconfinato, questa linea sfocata dove tutto è possibile mi affascina. Forse anche perché sono siciliano, ma ho visitato vari deserti degli Stati Uniti. Nel Joshua Tree nel 2013, in un ranch isolato, ho incontrato Ry Cooder che suonava con suo figlio, l’ho salutato e il figlio mi ha dato le musiche per la prima parte del film ed è lo stesso che stava nel sidecar in Buona Vista Social Club. La possibilità del deserto dove puoi girare con una libertà che non ti è concessa magari a New York. New York è stata la mia prima città americana, ma da quando ho scoperto il Sud non ci torno spesso a New York.

Com’è il tuo rapporto con il cinema, vista la tua passione per l’America?

Il mio immaginario del cinema americano sono David Lynch e Wim Wenders. Paris, Texas mi ha forgiato per come costruisco le immagini. Il documentario l’ho girato come fosse un film, senza le interviste piazzate, con una voce fuoricampo. Nel 2017 ho fatto il documentario in Texas, a Austin e mi sono immerso in questa cultura bianca venendo dal blues nero. Il country di Johnny Cash è l’immaginario che mi sono tatuato nell’anima.

Capisco che può sembrare un po’ fasullo per un italiano, ma io appena posso scappo e vado là. In Italia è un immaginario travisato perché sono mondi molto diversi, ma ho vissuto a casa di meccanici, operai, guidatori di truck, gente che ha votato anche Trump, che gira armata, ma la working class se vuoi capire l’America è importante. In tre anni di pollo fritto a Detroit, ho vissuto un pezzo di America molto diversa da quelle che vediamo nei film. 

Il documentario in alcuni momenti affronta anche il tema della sostenibilità e del consumismo in modo quasi indiretto.

Lì si riscaldano con il sole e si raffreddano con l’aria. Noi abbiamo la luce, il sole e il vento. Abbiamo davvero bisogno di tenere la temperatura delle nostre case a dieci gradi d’estate? A me sembra folle e non ho il condizionatore, non per fare Captain Fantastic (un film che mi ha colpito molto), ma mi sembra folle usarlo quando poi ci lamentiamo che il mondo va a fuoco. Gli americani sono i primi, io quando sono lì gli spengo le luci, i condizionatori. 

La musica?

Ho usato le musiche di Calexico e di Joaquim Cooder. I Calexico li ascolto da trent’anni e quando li ho contattati mandandogli del girato con alcune loro canzoni gli è piaciuto molto e mi hanno aiutato anche nella contrattazione con le case discografiche. Loro sono molto attenti all’ambiente, il musicista vive a El Paso e vivono molto la frontiera. 

Categorie
Canada foreste Idee di Viaggio lago Montreal Nord America vacanza natura Viaggi

Cosa vedere nel Québec, lo stato più francese del Canada

Cosa immaginate quando pensate al Canada? La maggior parte delle risposte guarda al fascino naturale di questo Paese: infinite foreste, laghi dai colori turchesi, corse in motoslitta, montagne. Eppure il Canada è più complesso, la sua personalità è divisa tra la natura selvaggia dei territori del Nord-Ovest e il suo appeal culturale fatto di metropoli cosmopolite dove si cela un angolo d’Europa. Quest’angolo è la provincia del Québec, la più estesa per superficie e la seconda per popolazione dopo l’Ontario, ma non solo. È una nazione dentro la nazione, con un’identità ben precisa che si esprime attraverso una lingua, una cultura e un’istituzione proprie.

Colonia della Francia per oltre due secoli, il Québec appartiene al Canada francese: qui, nell‘unica regione del Paese in cui l’inglese non è la lingua ufficiale, le persone sono francofone, e gli anglofoni una minoranza riconosciuta dalla legge. Cosa vedere nel Québec e cosa fare per scoprirlo al meglio in ogni sua splendida sfaccettatura? Da una visita a Montréal e a Québec City fino all’osservazione delle balene sul fiume San Lorenzo, dalle partite di hockey sul ghiaccio alle cascate di Montmorency, questi sono i consigli di SiViaggia per aiutarvi a organizzare il vostro viaggio.

Il distretto storico di Québec City

Traboccante di delizie architettoniche e strade acciottolate che le hanno valso il riconoscimento come Patrimonio UNESCO, Québec City merita sicuramente una visita durante il vostro viaggio in questa zona del Canada. Culla della civiltà francese in Nord America, è una città ricca di cose da vedere, dalle cattedrali ai giardini. Situata sulle rive del fiume San Lorenzo, la sua fondazione risale al 1608 e il suo centro fortificato è di origine coloniale.

Passeggiare tra il Vieux-Québec, antico di 400 anni, e la Place Royale significa camminare in strette vie ricche di caratteristici edifici in pietra, per poi raggiungere i luoghi simbolo della città: l’hotel Château Frontenac, che somiglia a un enorme castello ed è considerato il più fotografato al mondo, la Citadelle of Québec con la sua storia, la cattedrale di Notre Dame de Québec, che risale al XVII secolo e che ospita al suo interno un baldacchino dorato. E poi, poco fuori dalla città, il Montmorency Falls Park con le sue splendide cascate, immerse in una natura rigogliosa.

Hotel Quebec City

Fonte: iStock

Chateau Frontenac, l’hotel più fotografato al mondo

Cosa vedere a Montréal

Montréal rientra sicuramente tra le città più affascinanti del Canada. Situata come Québec City sul fiume San Lorenzo, è in genere la città da cui i viaggiatori partono per andare alla scoperta delle meraviglie del Québec. Il suo nome deriva dal Mont Royal, la montagna a tre punte sopra cui è stata costruita, e il suo territorio è tutto da scoprire.

Ed è proprio dalla cima della collina del Mont Royal che si può godere di un panorama straordinario sulla città, con i monumenti in lontananza e uno skyline che abbraccia alla perfezione la storia e il futuro. Un soggiorno a Montréal non può prescindere da una visita al suo Giardino Botanico, il terzo più grande del mondo, da una passeggiata per le vie della Città Vecchia e da qualche minuto trascorso all’interno della Basilica di Notre Dame, un vero e proprio gioiello dell’architettura neogotica.

Per chi fosse in cerca di mete fuori dalle classiche rotte turistiche, è possibile organizzare un giro alla scoperta delle tante opere di street art che affollano la città oppure assistere a un’esibizione del Cirque du Soleil, il cui quartier generale si trova proprio poco fuori dal centro.

Safari al Parco Omega

Situato a un’ora di distanza da Ottawa, il Parco Omega è la tappa perfetta per chi ama gli animali che qui vagano indisturbati nell’ambiente naturale offerto dalla Valle dell’Outaouais. Potete esplorarlo in auto o con un tour guidato lungo un percorso lungo 15 chilometri durante il quale potrete avvistare diverse specie come alci, lupi, orsi, cervi, volpi artiche e bisonti. Non mancano anche tante altre attività, perfette soprattutto se viaggiate con i bambini. Potete acquistare del cibo da dare ad alcuni animali, mangiare nel ristorante presente in loco o alloggiare in una delle strutture per immergervi totalmente nella natura che vi circonda.

Il Golfo di San Lorenzo e le Isole della Maddalena

Il Québec soddisfa sia i viaggiatori urbani che gli amanti della natura. Quest’ultimi non possono farsi scappare la bellezza del Golfo di San Lorenzo, dal quale emergono maestose le meravigliose Isole della Maddalena. Conosciute come Magdalen Islands, attirano viaggiatori provenienti da tutto il mondo con il loro incantevole mix di bellezza naturale e patrimonio culturale. L’arcipelago, non lontano dalla Nuova Scozia e dall’isola del Principe Edoardo, con le sue scogliere di arenaria, le spiagge di sabbia bianca e le dolci colline punteggiate dalle case dai vivaci colori pastello, offrono la fuga perfetta per chi è alla ricerca di tranquillità.

Spostandovi a piedi o in bici, potrete immergervi nella cultura locale, soprattutto gastronomica a base di birra artigianale e pesce. Se cercate viste mozzafiato, invece, dirigetevi verso il faro L’Étang-du-Nord: le scogliere assumono colori bellissimi soprattutto all’orario del tramonto. Per visitare questa dozzina di isole, con le loro splendide spiagge e un mare in cui d’estate è possibile fare il bagno, si può navigare ogni giorno dalla città di Souris e, una volta alla settimana, da Montréal e Chandler. Una volta raggiunte, si possono organizzare poi tutta una serie di escursioni alla scoperta della loro natura selvaggia.

Scogliere Isole Maddalena Quebec

Fonte: iStock

Le scogliere e il faro a Etang du Nord.

Mont-Tremblant, il paradiso degli sci e degli sport invernali

Per chi ama gli sport invernali, il Québec offre un luogo davvero imperdibile: è Mont-Tremblant, la destinazione perfetta, in inverno, per vacanze con gli sci ai piedi. Se d’estate si presta per escursioni a piedi e in bicicletta, e per giorni di relax circondati dalla natura, è infatti d’inverno che Mont-Tremblant si trasforma in una meta turistica per appassionati sciatori e snowboarder da tutto il mondo.

Qui si può sciare tra i chilometri di piste da sci, oltre che organizzare escursioni e praticare numerose attività: uscite sulle slitte trainate dai cani o sulle carrozze coi cavalli, dune buggy, percorsi in fatbike, arrampicata sul ghiaccio, pesca d’altura. Una miriade di proposte, sia per grandi che bambini.

Dove vedere le balene in Québec

Se siete alla ricerca di esperienze che vi cambiano la vita, in Québec ci sono due luoghi dove ammirare uno degli animali più belli al mondo: la balena. Ammirare il gigante gentile che emerge dall’acqua nel suo habitat naturale è un momento che toglie il fiato. Per viverlo vi basterà andare, tra giugno e ottobre, a Tadoussac, una pittoresca cittadina situata alla confluenza del fiume Saguenay e del fiume San Lorenzo. Questo è considerato uno dei migliori punti di osservazione perché la sua posizione geografica attira diverse specie di cetacei, come le balene blu e le megattere.

A Tadoussac potrete osservarle sia prenotando un’escursione in barca che da terra. Se l’emozione di quest’esperienza non vi ha travolto completamente, dedicatevi anche alla scoperta della cittadina dove si trova un grazioso centro storico con la Chapelle de Tadoussac, la più antica chiesa in legno del Nord America, costruita nel 1747. Inoltre, se avete più giorni a disposizione e amate le attività all’aria aperta, potete valutare un’escursione tra i sentieri del Parc National du Fjord-du-Saguenay.

Megattera Tadoussac Quebec

Fonte: iStock

Una megattera avvistata a Tadoussac

Quando visitare il Québec

Ma qual è il periodo migliore per visitare il Québec? Il clima, qui, è di tipo continentale, solo un poco più umido con precipitazioni di circa 1000 mm annui, ben distribuite nei vari mesi. L’inverno è molto freddo, con giornate secche e soleggiate che si alternano ad abbondanti nevicate e a episodi di maltempo, a cui segue una primavera fresca e tardiva e un’estate breve, fatta di giornate calde e afose e altre fresche e piovose. A Montréal, la temperatura media in inverno è di -10.5°C, mentre l’estate somiglia al giugno italiano.

La scelta del periodo giusto dipende molto dai vostri interessi perché il Québec offre attività uniche durante tutto l’anno. Se amate sciare e godervi i paesaggi innevati, il momento migliore è compreso tra i mesi di dicembre e marzo, soprattutto nella zona di Mont-Tremblant di cui vi abbiamo raccontato in uno dei paragrafi precedenti. Il Québec e il Canada in generale sono famosi anche per la bellezza del foliage quindi, se non resistete a questo genere di paesaggi, vi consigliamo di organizzare il vostro viaggio in autunno. L’estate, invece, è l’ideale per dedicarsi alle attività all’aria aperta con un clima piacevole.

Come arrivare in Québec

Il Québec è collegato al resto del mondo da voli intercontinentali, operati da numerose compagnie aeree. Da New York dista solo un’ora, da Roma 9. Dove si atterra? Al Pierre-Elliot-Trudeau di Montréal oppure al Jean-Lesage di Québec City. Per entrare avrete bisogno solo di un passaporto valido almeno per i 6 mesi successivi, mentre a scopi turistici non sarà necessario richiedere il visto. Inoltre, quando state organizzando il vostro viaggio, tenete a mente che potreste subire le conseguenze del jet leg perché sarete sei ore indietro rispetto all’Italia.

Categorie
Luoghi da film Nord America resort Viaggi Virginia

Fan di Dirty Dancing? Puoi prenotare un soggiorno nel resort del film

È una di quelle storie d’amore giovanili travolgenti, intense e indimenticabili, quella che nasce tra Baby e Johnny nell’intramontabile Dirty Dancing. È il film di culto del 1987 in cui Patrick Swayze e Jennifer Gray interpretano i due protagonisti di un viaggio nei sentimenti al ritmo di appassionati passi di danza. Un’opera cinematografica che ha rapito intere generazioni che hanno sognato una storia d’amore estiva così coinvolgente ed emozionante, e che ancora oggi rimane impressa nella storia del cinema internazionale.

Ma non sono soltanto i personaggi a fare di questo film un pilastro della cinematografia, bensì anche l’ambientazione. Tutte le scene del film sono state girate in Virginia, in un resort ispirato a un altro complesso turistico di lusso, che fino agli anni ’70 fu tra i più in voga: qui soggiornarono numerosi personaggi famosi e dell’alta borghesia di New York. Andiamo alla scoperta del villaggio turistico che ha fatto da sfondo alla storia di Dirty Dancing, che ancora oggi conserva quell’atmosfera sospesa nel tempo che riporta agli anni ’60: qui si può soggiornare vivendo esperienze uniche ispirate al celebre film cult, tra weekend tematici, lezioni di ballo e tanto altro.

Dove è stato girato il film Dirty Dancing

Sono pochi coloro che non conoscono la trama di Dirty Dancing in cui si vede una giovane Baby, brava ragazza di città, che si trova in vacanza con la famiglia tra le montagne di Catskill, nello stato di New York. Qui si innamora di Johnny Castle, un bell’istruttore di ballo con cui intreccerà un’avvolgente storia d’amore. Epiche sono la colonna sonora, l’ormai celebre scena del ballo tra Johnny (Patrick Swayze) e Baby (Jennifer Grey), ma anche l’indimenticata frase “Nessuno può mettere Baby all’angolo”, entrata nell’immaginario comune.

Nel film anni ’80 le scene si svolgono nel Kellerman’s Resort, ispirato al Grossinger’s Catskill Resort Hotel della città di Liberty, tra i monti Catskill (oggi non più esistente, ma che per lunghi decenni ha ospitato migliaia di persone ogni anno e numerose personalità di spicco americane e internazionali).

Ma il Kellerman’s Resort è solo un nome di fantasia perché in realtà tutte le ambientazioni appartengono a un’altra struttura ricettiva esistente, però situata a Pembroke, in Virginia: si chiama Mountain Lake Lodge e tutt’oggi conserva la sua facciata in pietra dallo stile rustico e le cabine in legno, perfette per rievocare le atmosfere degli anni ’60 in cui è ambientato il film. Oltre ad essere ancora un’importante struttura ricettiva, questo resort è anche una location splendida e ormai famosa in cui vengono ambientati matrimoni da favola.

È immerso in una meravigliosa riserva naturale, che comprende più di mille ettari, adagiata tra le romantiche Blue Ridge Mountains della Virginia: la produzione scelse questi paesaggi perché molto simili alle montagne Catskill dello stato di New York in cui si trovava il resort a cui è ispirata la pellicola.

Costruito nel 1751, il Mountain Lake Lodge fu per i primi decenni una tappa delle diligenze pubbliche, ma a metà del 1800 divenne una struttura turistica attrattiva, la cui notorietà esplose dopo la realizzazione tra i suoi ambienti di questo film campione di incassi. Il successo di Dirty Dancing, in realtà, era insperato, poiché il budget dedicato alla sua produzione fu di soli 4,5 milioni di dollari. Scelsero così di girare la quasi totalità delle scene tra gli spazi del Mountain Lake Lodge per limitarne i costi. I botteghini, invece, premiarono il film che a tutt’oggi può vantare incassi record, grazie anche al grande affetto dimostrato dai fan, con oltre 288 milioni di dollari raccolti.

Soggiorno al Mountain Lake Lodge del film Dirty Dancing

Vorresti rivivere le coinvolgenti atmosfere di Dirty Dancing, proprio come Baby e Johnny? Oggi è possibile soggiornando proprio nelle cabine e negli spazi del Mountain Lake Lodge (che nel film è chiamato Kellerman’s Resort) per una vacanza o un weekend a tema tra i luoghi che hanno fatto da sfondo alla storia d’amore tra i due indimenticati protagonisti.

Atmosfere cinematografiche che è possibile rivivere grazie ai weekend a tema Dirty Dancing organizzati dalla struttura. Per l’occasione, vengono offerte lezioni di ballo con istruttori professionisti, ma anche feste danzanti e cene a tema in cui si vestono i panni dei personaggi del film. Gli ospiti hanno anche l’occasione di partecipare a diversi giochi tematici e alla visione della celebre pellicola, tutte esperienze esclusive ispirate al grande film classico che ha fatto sognare un’intera generazione.

I weekend a tema Dirty Dancing vengono organizzati ogni anno, una volta al mese, da febbraio a ottobre. Per conoscere le date e prenotare la prossima avventura consigliamo di consultare il sito ufficiale della struttura.

Quanto costa dormire nell’hotel di Dirty Dancing

Quello che si può trascorrere al Mountain Lake Lodge è un soggiorno perfetto per gli appassionati di Dirty Dancing, ma anche per coloro che vogliono vivere un’esperienza divertente e originale in ambientazioni che mantengono ancora oggi tutto il fascino degli anni passati. Se le disponibilità lo permettono, inoltre, è possibile pernottare nel Virginia Cottage, la stessa cabina in cui alloggiava Baby con la sua famiglia, per sentirsi un po’ come i protagonisti di questo film iconico che ha segnato la storia del cinema.

La struttura delle riprese offre anche il pacchetto Kellerman’s Film Package, anch’esso ispirato a Dirty Dancing, che comprende un soggiorno di due notti, un cocktail di benvenuto, alcuni regali esclusivi, la visione del celebre film (oltre ad altre attività a tema), e un credito da 200 dollari per deliziare il palato nel ristorante dell’hotel. Il prezzo del pacchetto parte da circa 375 dollari per due persona in una stanza matrimoniale o doppia.

Le cabine e i cottage del resort sono prenotabili tramite il sito ufficiale della struttura, che offre diverse tipologie di sistemazione: si parte dai 178 ai 750 dollari a coppia per una notte e si spazia da una semplice camera doppia fino a veri e propri cottage con due camere fornite di letti king size, salotto e cucina completa. Una settimana al Mountain Lake Lodge, inseguendo le suggestive location di Dirty Dancing, costa quindi dai 1.068 ai 4.500 dollari circa, che possono variare in base al periodo dell’anno scelto.

Categorie
Nord America Notizie Parchi Nazionali prenotazioni Stati Uniti vacanza natura Viaggi viaggiare

Stati Uniti nella top list dei viaggiatori italiani

Il sogno americano continua ad affascinare i viaggiatori italiani, con un incremento significativo delle prenotazioni e nuove tendenze di viaggio. È quanto risulta dai dati di Visit USA Italia, secondo cui l’estate 2024 ha segnato la ripresa decisa del turismo italiano verso gli Stati Uniti. Gli italiani quest’estate sono andati soprattutto nelle grandi città americane, nei parchi nazionali e hanno optato per esperienze immersive.

Le mete più amate dagli italiani negli Stati Uniti

Le grandi città come Los Angeles, Miami, New York, San Francisco e Las Vegas sono state le protagoniste per la maggioranza dei viaggi, anche in quanto punto di partenza per itinerari immersivi alla scoperta dei parchi americani o di un’America più selvaggia e iconica, come testimoniano le tante miglia percorse dai turisti che hanno scelto la formula Fly & Drive sulle interminabili Highways, doppiando, quasi, il tour guidato in termini di prenotazioni assolute. Questa formula del viaggio on the road ha portato anche alla scoperta di nuove ed affascinanti sistemazioni come i glamping e i bed & beakfast, garantendo, soprattutto su rotte storiche come l’intramontabile Route 66 (che nel 2026 festeggerà il centenario), alternative più immersive e local rispetto ai più classici motel o alle catene alberghiere.

On the road

La strada, il viaggio itinerante, la scoperta pianificata rimangono una costante del viaggio negli Stati Uniti d’America. Il viaggiatore italiano vuole scoprire la destinazione, immergersi nella vita locale ottimizzando un tempo medio di vacanza che va dai dieci ai 15 giorni di permanenza media.

Fuori dalla rotte più battute

Prendendo in considerazione sempre più la Real America, l’estate 2024 ha generato un interesse crescente verso itinerari meno battuti che hanno spinto il turista italiano alla scoperta di Stati alternativi rispetto ai soliti e maggiormente battuti circuiti turistici. Primo fra tutti, il blocco degli stati del Great American West che include gli stati di Idaho, North Dakota, South Dakota e Wyoming, così come le mete più “selvagge” come l’Alaska, l’Oregon e lo Stato di Washington.

Considerato un viaggio importante, da organizzare per tempo, gli Stati Uniti hanno generato un buon trend di advance booking fissando il periodo di prenotazione ideale tra i 4 ed i 6 mesi prima della partenza. Senza dubbio un dato interessante, spiegano da Visit USA, che permette di annoverare il turista italiano nella sezione “viaggiatore moderno”, quello in grado di acquisire le giuste informazioni, utilizzare le nuove tecnologie e far tesoro del supporto necessario alla creazione di un viaggio interessante e soddisfacente da parte di consulenti specializzati quali tour operator e agenzie di viaggio ma che vuole lasciarsi uno spazio libero per l’esplorazione personale.

Cosa dicono gli esperti

Il 2024 fornisce anche un dato molto chiaro in termini di scenario di mercato. Stiamo assistendo al ritorno degli specialisti, quei piccoli tour operator sempre più preparati e sempre più interessanti in termini di offerta, che propongono esperienze di viaggio originali e molto spesso impegnandosi in prima persona nell’attività di tour leader. Fenomeno, questo, che non impatta ma arricchisce e completa il lavoro dei grandi tour operator nazionali che su volumi importanti hanno determinato il successo della destinazione. L’estate americana per gli italiani è iniziata presto, con molte partenze già nel mese di giugno, seguite dai periodi più classici di luglio e agosto, ma con una buona coda su settembre. Anche le compagnie aeree confermano il trend positivo sul 2023 e l’introduzione di nuove rotte dirette, vedi Boston, per esempio, sono il risultato di un mercato che ha ritrovato lo slancio giusto per tornare ad essere tra i primi in Europa.

Categorie
Idee di Viaggio Nord America Stati Uniti vacanze avventura Viaggi viaggiare

Le 10 peggiori città da visitare negli Stati Uniti

Il sogno di un viaggio alla scoperta delle tante anime degli Stati Uniti è un richiamo per tantissimi viaggiatori, un luogo enorme e molto diversificato, in cui gli spazi sono sorprendenti e maestosi, con una varietà naturalistica incredibile e con città che vale la pena visitare.

Complice anche il fatto che il mito dei viaggi che hanno il sapore dell’avventura e della libertà sia nato proprio lungo queste strade, magari grazie a libri come On the road di Kerouak o Il giovane Holden di Salinger. E se pensare di visitare New York, Seattle, Filadelfia, Chicago e San Francisco è nei piani per il futuro di molti viaggiatori, è anche vero che ci sono alcune città degli Stati Uniti in cui è meglio non andare, oppure in cui prestare particolare attenzione nel caso il richiamo sia troppo forte.

Periodicamente vengono stilate classifiche a tal proposito, una di queste è a firma di Safe and Sound Security che ha realizzato un elenco, aggiornato al 2024 – 2025, con alcune delle città maggiormente pericolose. Esistono anche altre classifiche in cui magari cambia l’ordine ma più o meno i luoghi sono gli stessi. Le città peggiori degli Stati Uniti in termini di sicurezza.

Memphis

Nel Tennessee vi è Memphis, tantissimi abitanti (è la seconda città più abitata dello Stato) e una metropoli viva e vivace che si si snoda lungo il fiume Mississippi, ma è anche un luogo pericoloso e con un alto tasso di criminalità. Basti pensare che in anni precedenti era già in classifica, ma in altre posizioni.

Memphis, nella lista delle citta peggiori degli Stati Uniti

Fonte: iStock

Memphis, nella lista delle citta peggiori degli Stati Uniti per la pericolosità

Saint Louis

In Missouri, invece, si trova un’altra città molto famosa. Stiamo parlando di Saint Louis, tra le più vaste aree metropolitane di tutti gli Stati Uniti e che rientra anche nell’elenco delle peggiori città perché il tasso di criminalità è molto alto. A parte questo, resta il fatto che ha diversi musei molto interessanti e una ricca tradizione musicale. Per diversi anni è stata al primo posto delle classifiche, basti pensare a quella datata 2023 e pubblicata su Forbes che la vedeva detenere lo scettro di città più pericolosa di tutti gli USA.

Saint Louis: pericolosa e quindi nella lista delle città peggiori degli Stati Uniti

Fonte: iStock

Saint Louis, a causa del tasso di criminalità nelle città peggiori Stati Uniti

Little Rock

Ci spostiamo in Arkansas a Little Rock, città dalla storia antica e ricca di luoghi di grande interesse, ma comunque nella lista delle peggiori degli Stati Uniti per gli eventi criminali di cui è teatro. In particolare – a quanto pare – aggressione aggravata, come viene spiegato su Safe and Sound Security.

A causa della sua pericolosità Little Rock è tra le città peggiori degli Stati Uniti

Fonte: iStock

Little Rock è pericolosa e quindi tra le città peggiori degli Stati Uniti

Minneapolis

È una grande città del Minnesota, nella cui area si trovano numerosi laghi, torrenti, cascate e le rive del Mississippi. Minneapolis è un luogo molto interessante, infatti vi sono nati artisti di primissimo piano della scena musicale internazionale come Prince, ma anche celebri gruppi musicali. Resta comunque una città in cui stare attenti e considerata tra le più pericolose.

Tra le città peggiori per la sua pericolosità Minneapolis negli USA

Fonte: iStock

Tra le città peggiori negli USA c’è Minneapolis

Detroit

Nella classifica delle città peggiori di tutti gli Stati Uniti c’è anche Detroit nel Michigan: famosa per l’industria delle auto, si trova lungo l’omonimo fiume nella regione dei grandi laghi americani. La criminalità qui è un problema, la crescita demografica negli anni è stata in negativo, ma sono state messe in campo iniziative per trovare delle soluzioni.

Città peggiori USA: Detroit è considerata pericolosa

Fonte: iStock

Città peggiori USA: Detroit viene considerata pericolosa

Kansas City

In Missouri c’è Kansas City, nota anche con il soprannome di “città delle fontane” dal momento che ve ne sono oltre duecento sul territorio cittadino. Anche questo grande agglomerato urbano è segnato dai problemi di sicurezza, motivo per cui è stata spesso segnata tra le peggiori città degli Stati Uniti a causa della sua pericolosità.

Kansas City: pericolosa e quindi nella lista delle città peggiori degli Stati Uniti

Fonte: iStock

Kansas City, nella lista delle citta peggiori degli Stati Uniti per la pericolosità

New Orleans

Meta amatissima dei viaggiatori di tutto il mondo per l’atmosfera che vi si respira, per la cultura ricca e per le tante cose da vedere e da fare, New Orleans è comunque tra le città più pericolose d’America. Si trova in Louisiana e non è la prima volta che viene inserita nella lista. Resta comunque il fatto che è un posto vivace e vibrante, in cui ascoltare ottima musica (come il jazz) e deliziare le proprie papille gustative con la sua cucina.

New Orleans città peggiori Stati Uniti

Fonte: iStock

New Orleans è tra le città peggiori degli Stati Uniti per la pericolosità

Cleveland

Andiamo in Ohio e più precisamente a Cleveland, che si affaccia sul lago Erie e ha una storia abbastanza antica. La popolazione nel corso del tempo è diminuita ma il numero dei suoi abitanti è comunque molto elevato (nel 2018 vi risiedevano 383 793 persone). È una città con diversi luoghi da scoprire, come il Cleveland Museum of Art, che è un celebre museo che copre un periodo storico che va dall’antichità all’arte contemporanea, ma è nella lista delle peggiori città degli Stati Uniti per via del tasso di criminalità.

Cleveland tra le città peggiori degli Stati Uniti

Fonte: iStock

Cleveland è tra le città peggiori degli Stati Uniti per la criminalità

Birmingham

In Alabama c’è Birmingham: anche questa città è considerata molto pericolosa e anche qui – come in tutte le altre della lista – hanno preso il via operazioni per migliorarne la vivibilità e la sicurezza. Detto questo si tratta di un luogo in cui sono presenti importanti attività economiche e anche diversi siti di interesse culturale, come musei e teatri.

Birmingham è tra le città pericolose e quindi peggiori degli USA

Fonte: iStock

Birmingham è tra le città peggiori degli Stati Uniti per la pericolosità

Houston

L’elenco delle dieci città peggiori degli Stati Uniti, dal punto di vista della sicurezza, si chiude con Houston in Texas che – dati alla mano – è quarta tra le più grandi negli Stati Uniti. Anche questo luogo ha una storia antica, oltre a essere la Space City per eccellenza, dal momento che qui si trova la sede della NASA. Una città  senza dubbio interessante, ma che deve anche fare i conti con la criminalità e, in particolare l’aggressione aggravata.

Tra le città pericolose in USA c'è Houston

Fonte: iStock

Houston, nella lista della città più pericolose
Categorie
escursioni Grand Canyon itinerari culturali Nord America panorami Parchi Nazionali Stati Uniti vacanza natura vacanze avventura Vacanze natura Viaggi

Il Grand Canyon e la Death Valley negli USA

Gli Stati Uniti, grazie anche alla loro vasta estensione e la grandissima varietà di panorami e caratteristiche geografiche, ospitano alcune delle meraviglie naturali più spettacolari al mondo. Tra queste è possibile visitare i parchi nazionali americani. Luoghi unici, che possono offrire ai viaggiatori un’incredibile varietà di esperienza e paesaggi mozzafiato che portano ad un’immersione totale con la natura.

Questi parchi sono imperdibili, ma due fra tutti, sicuramente, sono degni di nota: il Grand Canyon e la Death Valley. Questi due giganti naturali attraggono, grazie alle loro caratteristiche, milioni di visitatori ogni, provenienti da tutto il mondo, tutti con il desiderio comune di avventurarsi fra i territori incontaminati alla ricerca di panorami spettacolari, escursioni nella natura e scoperte culturali e geologiche. Ecco alcune delle informazioni più importanti che bisogna sapere prima di visitare questi due giganti americani, per partire preparati direzione USA.

Il Grand Canyon: maestosità e geologia senza tempo

Il Grand Canyon si trova in Arizona ed è, senza dubbio, uno dei luoghi più iconici del mondo. Questo canyon, così immenso da sembrare infinito, è stato scavato dal fiume Colorado nel corso di milioni di anni, e si estende per circa 450 chilometri di lunghezza, con una profondità massima che in alcuni punti supera anche i 1800 metri di altezza. Insomma, si tratta di un vero e proprio spettacolo naturale.

Decidere di visitare il Grand Canyon è come entrare in una cattedrale naturali, dove le formazioni rocciose e stratificate sono in grado di raccontare una storia geologica più che millenaria, in una gamma di colori incredibili, che varia dal rosso intenso al giallo ocra e al grigio.

Il South Rim, che è la parte più meridionale del Grand Canyon, è la più accessibile e la più frequentata dai turisti, grazie ad una rete di sentieri ben segnalati, che permette di esplorare il parco anche a piedi e di raggiungere alcuni dei punti panoramici più spettacolari. Per gli amanti della fotografia, alla ricerca di uno scatto memorabile del Grand Canyon, il Mather Point e l’Hopi Point sono i punti più importanti. Infatti, queste sono due delle terrazze naturali più amate dai turisti, in quanto è possibile vedere il sole che tinge le pareti del canyon con tonalità calde, creando, così, uno spettacolo che lascia tutti senza fiato. Questa parte meridionale del Grand Canyon, inoltre, è sede di numerosi centri che offrono informazioni approfondite sulla sua storia e sulla geologia del territorio.

Il North Rim, invece, che è la parte più settentrionale, è meno frequentato. Questa lato del canyon è aperto solo da Maggio ad Ottobre ed è in grado di offrire ai viaggiatori un’esperienza più intima e più selvaggia. Il North Rim si trova a circa 300 metri di altitudine, quindi più alto rispetto al lato meridionale del Grand Canyon, ed è famoso per la sua vegetazione rigogliosa e per i punti panoramici come il Bright Angel Point e il Cape Royal, punti da cui si possono osservare viste mozzafiato del fiume Colorado e dell’immensità del luogo.

Vista dal basso di uno dei Canyon nel Grand Canyon negli USA

Fonte: iStock

Grand Canyon, Stati Uniti

Attività alla scoperta del Grand Canyon

È possibile vivere il Grand Canyon e scoprire i suoi fantastici paesaggi partecipando a diverse attività. Per gli appassionati di escursionismo, ad esempio, il Bright Angel Trail è uno dei percorsi più celebri, anche se tra i più impegnativi. Seguendo questo sentiero è possibile attraversare i terreni tortuosi del canyon e raggiungere il fiume Colorado, partecipando ad una delle esperienze più uniche al mondo, a contatto con la natura. Per chi, invece, è meno allenato, un’altra suggestiva opzione è quella del South Kaibab Trail, che, nonostante sia più breve, riesce a regalare panorami incredibili lungo tutto il suo percorso.

Per tutti coloro che, invece, vogliono osservare il Grand Canyon da un’angolatura diversa, è possibile scegliere fra diverse opzioni. La prima è sicuramente quella di sorvolare il parco partecipando ad un tour in elicottero, che permette di godere di una vista unica dall’alto. L’altra opzione è data dalla possibilità di scegliere di provare il rafting lungo il Colorado, dove affrontare le rapide tra le imponenti pareti di roccia circostanti. Mentre, la terza opzione, per un’esperienza alquanto vertiginosa, è quella del Grand Canyon Skywalk, ovvero una passerella di vetro sospesa ad oltre 1200 metri di altezza, sulla quale camminare letteralmente sul vuoto ed osservare il canyon che si spalanca sotto i piedi.

Oltre ai classici itinerari, poi, da non perdere nel Grand Canyon c’è una gemma nascosta: le Havasu Falls, un luogo da favola composta da un insieme di cascate turchesi e situate all’interno della riservi degli Havasupai. Per raggiungere queste cascate è necessario, però, camminare lungo un trekking impegnativo: uno sforzo assolutamente ripagato all’arrivo, grazie alla presenza dell’acqua fresca e limpida che scorre tra le rocce rosse e crea delle piscine naturali uniche.

Il fascino unico della Death Valley

Dalla maestosità e l’immensità del Grand Canyon, si passa verso l’affascinante desolazione di uno dei luoghi più estremi ed inospitali non solo degli Stati Uniti, ma dell’intero mondo: la Death Valley.

Questo territorio si trova fra il bellissimo stato della California, dove è presente la meravigliosa città di San Francisco, e lo stato del Nevada ed è il punto più basso e caldo di tutto il Nord America, con le temperature estive che arrivano anche i 56° gradi, rendendolo il luogo più caldo al mondo. Nonostante tutto, ovvero il suo nome così suggestivo e la sua fama di essere un luogo ostile, la Death Valley rimane una delle destinazioni più affascinanti degli Stati Uniti: un luogo caratterizzato da paesaggi quasi surreali e meraviglie naturali che sembrano appartenere ad un altro pianeta.

Cosa non perdere assolutamente nella Death Valley?

Sono diversi i punti che i visitatori di questo parco naturale statunitense non devono assolutamente perdere. Fra questi troviamo, ad esempio, il, che si trova addirittura a ben 86 metri sotto il livello del mare, è una vastissima distesa salata che si estende a perdita d’occhio dal coloro bianco quasi accecante. Si tratta di uno dei luoghi più affascinanti al mondo, specialmente al tramonto, quando le ombre delle montagne circostanti si allungano su tutto il sale cristallino.

C’è anche il Zabriskie Point, un’altra icona della Death Valley, che offre una vista spettacolare sulle formazioni rocciose, caratterizzate da colori caldi ed ondulati e che formano un luogo perfetto per ammirare l’alba o il tramonto e vivere una delle esperienze più indimenticabili di cui si possa godere. Inoltre, nelle sue vicinanze, sono presenti altri punti panoramici ed attrazioni da non perdere come il Dante’s View, una postazione in grado di regalare un panorama mozzafiato sulla valle e sulle montagne circostanti, ed il Mesquite Flat Sand Dunes, ovvero delle dune dorate e che offrono una delle immagini più iconiche del parco, dove camminare al tramonto e godere di un’esperienza magica.

Infine la Artist’s Palette, un’altra meraviglia della Death Valley, un’area dalle rocce multicolori che riesce a stupire per le sue incredibili tonalità di verde, rosa, viola ed arancione. Si tratta di uno spettacolo cromatico risultato della presenza di diversi minerali nella roccia e che può essere ammirato dalla famosa Artist’s Drive.

Vista del Bradwater Basin al tramonto

Fonte: iStock

Bradwater Basin al tramonto

Storia e misteri del deserto arido statunitense

Nonostante il suo aspetto così inospitale, la Death Valley ha una lunga storia di insediamenti umani. Qui, infatti, le tribù native americane, come i Timbisha Shoshone, abitarono queste terre per secoli, grazie alla loro profonda conoscenza del territorio, di vitale importanza per la sopravvivenza. Tutt’oggi una piccola comunità di questa tribù vive  nella valle e mantiene vive le tradizioni della loro cultura.

Cosa dire, invece, delle origini di questo nome così “particolare’? Il nome Death Valley fu dato dai cercatori d’oro nel lontano 1849, quando alcuni pionieri che si misero in viaggio verso la California rimasero intrappolati nella valle, anche se solo una persona perse la vita. L’appellativo rimase per gli anni a venire come monito ed avvertimento della pericolosità del territorio. Successivamente, nonostante questo, la Death Valley divenne un centro di estrazione mineraria molto importante per gli Stati Uniti: qui, infatti, veniva estratto il borace, un minerale utilizzato nella produzione di saponi e detergenti. Oggi di questa attività rimangono solo i resti delle miniere e vecchi vagoni

Il clima estremo e la vita nella Death Valley

La Death Valley, come già affermato in precedenza, è il luogo più caldo del pianeta. Nonostante queste condizioni estreme, la valle è abitata da alcune specie animali. Fra queste si trovano il Kit Fox, la volpe del deserto, ed il coyote, che hanno sviluppano negli anni strategie di adattamento straordinarie a questo ecosistema. Come gli animali, anche la flora della Death Valley è sorprendente, grazie alla presenza di piante come il creosoto ed il mesquite, che riescono a sopravvivere a queste temperature per le loro radici profonde decine di metri.

Vista da un punto panoramico della Death Valley, con persone che camminano lungo il sentiero

Fonte: iStock

Vista dall’alto della Death Valley

In rare occasioni, quando le piogge invernali sono più abbondanti della media e con l’arrivo della stagione primaverile, la Death Valley riesce a trasformarsi in un meraviglio prato fiorito. Si tratta di una fioritura straordinaria, un fenomeno che ha preso il nome di Super Bloom.

Entrambi i parchi nazionali sono gestiti con grande attenzione, soprattutto per preservare l’ambiente così particolare ed allo stesso tempo fragile. Per minimizzare l’impatto che può avere l’affollamento turistico, ad esempio, il Grand Canyon ha introdotto in sistema di navette gratuite che permette di visitare l’intero parco senza dover per forza utilizzare la propria automobile.

Misure come queste sono necessarie per preservare la bellezza di queste due destinazioni naturali così iconiche degli Stati Uniti. La Death Valley ed il Grand Canyon potrebbero essere la destinazione ideale per un’avventura immersi nella natura, è ora di prenotare le prossime vacanze!

Categorie
alabama Idee di Viaggio itinerari itinerari culturali Nord America vacanza natura Viaggi viaggiare

Viaggio in Alabama, su 25 nuovi straordinari itinerari

Nel 1974 il Presidente Nixon si dimetteva in seguito allo scandalo del Watergate e Lynyrd Skynyrd cantava “Sweet home Alabama”, criticando il razzismo degli stati americani del Sud. Il celebre brano country infatti non ha niente a che fare con la nostalgia per i cieli e i paesaggi suggestivi del posto ma, nonostante le sue contraddizioni e ombre del passato, questo angolo nel sud degli Stati Uniti ha il suo fascino e vale la pena visitarlo almeno una volta nella vita.

Il 2025 sarà l’Anno degli Itinerari, un’iniziativa che promuove ben 25 percorsi disponibili da Gennaio del prossimo anno per attraversare gli USA esplorando le varie anime che caratterizzano il continente. Un evento a Milano ha svelato in anteprima i primi tre della lista, invitando gli italiani ad ampliare i propri orizzonti fino a raggiungere luoghi iconici che celebrano la natura e il patrimonio artistico-culturale del profondo sud con le sue varie sfumature.

Alla scoperta dell’Alabama: primi itinerari consigliati

Il 2025 è un anno in cui si celebrano alcuni anniversari importanti oltreoceano come 60 anni della “Bloody Sunday” del 7 Marzo e della marcia da Selmba a Montgomery il 25 Marzo. Inoltre il 1° Dicembre ricorrono i 70 anni del boicottaggio di Rosa Parks. Pertanto un viaggio in Alabama si arricchisce di ricorrenze sicuramente tristi e violente, ma che è bene ricordare nella speranza che non si ripetano mai più.

Infatti, tra i primi itinerari consigliati sono stati promossi l’itinerario dei diritti civili, quello dei ristoranti storici e dei personaggi famosi che interesseranno posti come la Chiesa Battista che sorge sulla 16° strada a Birmingham, il ristorante Wintzell’s Oyster House attivo da 85 anni a Mobile, e il Rosa Parks Museum di Montgomery. L’itinerario dei diritti civili porterà i visitatori anche all’Edmund Pettus Bridge a Selma e il Dexter Avenue King Memorial Baptist Church a Montgomery, luoghi dove è ancora viva la memoria di lotta e resistenza in nome di un cambiamento.

Panorama Alabama

Fonte: 123RF

Tramonto su un ponte in Alabama

Provare la cucina locale

Come ogni viaggio che si rispetti, la curiosità di provare la cucina locale c’è e va soddisfatta. L’Alabama vanta alcuni ristoranti con una lunga tradizione come il Chris’ Hotdogs a Montgomery che è attivo da oltre un secolo. Tra i piatti tipici di questo stato del Sud si trovano il crawfish etouffèe ovvero uno stufato di gamberi di fiume servito con riso, il gumbo che è una zuppa a base di carne, frutti di mare o pesce gatto con verdura. Poi si può provare il bread pudding, ovvero un budino di pane dolce con una salsa di vaniglia e whiskey, e la jambalaya, simile alla paella. Se ricordate la passione di Forrest Gump per i gamberi è semplice collegare le cose.

Città e natura

Oltre alla storia, la cucina e la musica che definiscono il cuore e l’anima dell’Alabama, anche il paesaggio e le bellezze naturali non sono da sottovalutare. Lungo gli itinerari proposti si potranno esplorare le spiagge di Golf Stores e Orange Beach, le città di Montgomery e Mobile, Birmingham, Little River Canyon National Preserve, la valle degli alligatori, il Cathedral Caverns State Park. Tanti posti da vedere per conoscere meglio la cultura e l’anima dell’Alabama tra luci e ombre.

Categorie
eventi Florida itinerari culturali location serie tv Nord America Notizie Viaggi

Miami Vice festeggia 40 anni: gli eventi organizzati

Se c’è una serie tv che ha fatto la storia degli anni ’80, questa è stata sicuramente Miami Vice. Interpretata da Don Johnson e Philip Michael Thomas nei panni di James «Sonny» Crockett e Ricardo «Rico» Tubbs, la serie raccontava le indagini e la lotta contro il crimine di due detective sotto copertura sullo sfondo di Miami, in Florida. Prodotta nel 1984 da Michael Mann (sceneggiatore di Starsky e Hutch) per la NBC, nel 2024 festeggia i suoi 40 anni e la città, co-protagonista della serie, ha organizzato tantissimi eventi per omaggiarla e rendere felici i fan più nostalgici.

Il primo episodio andò in onda esattamente il 16 settembre del 1984, diventando ben presto un fenomeno globale che entusiasmò gli spettatori per cinque stagioni, fino al 1989. Considerata la sua importanza culturale e per la stessa riqualificazione della città, Miami la omaggia con tantissimi eventi (rimandati a ottobre a causa del maltempo) che includono tour in autobus e a piedi dei luoghi delle riprese, cene speciali organizzate dai membri del cast e incontri con le star al Royal Palm South Beach, con la partecipazione degli attori Edward James Olmos, Michael Madsen, Saundra Santiago e altri.

L’importanza della serie tv per la città di Miami

Quando nacque l’idea di creare la serie televisiva, Miami non vantava una fama molto positiva: in quegli anni fu la protagonista dell’immigrazione di massa da Cuba e dagli altri paesi caraibici, della speculazione edilizia e del traffico di droga. Derek Hedlund, attore originario di Miami e tra gli organizzatori degli eventi, ha raccontato di quanto la serie abbia contribuito a salvare la città e il suo patrimonio artistico-architettonico.

Basti pensare che le persone coinvolte nello show hanno ridipinto tutti gli edifici art déco di Ocean Drive, mentre le riprese a South Beach hanno reso il posto talmente bello che ben presto divenne uno dei luoghi più frequentati dagli stessi abitanti della città. Dal punto di vista culturale, invece, il successo di molti prodotti – dagli occhiali da sole Carrera alle moto d’acqua in stile matchbox – non sarebbe stato così elevato senza l’influenza della serie.

Gli eventi organizzati per l’anniversario

Gli eventi organizzati in occasione dell’anniversario si svolgeranno in tutta la città. I fan e non solo potranno partecipare a tour guidati a piedi e in autobus che li porteranno nei luoghi delle riprese. Il Wilzig Museum Building, invece, esporrà per la prima volta una collezione di cimeli come distintivi, oggetti di scena, abiti, armi, materiali usati per la produzione della serie e foto storiche scattate dietro le quinte. Saranno esposti anche l’originale Ferrari Testarossa bianca e tre barche usate per le riprese. Infine, i fan potranno fare foto e chiedere autografi alle star dello show e ad altre celebrità.

Alcune iniziative saranno più esclusive di altre, come la cena organizzata nel ristorante stellato “A Fish Called Avalon” all’interno dell’Hotel Avalon, comparso in moltissimi episodi della serie. Chi riuscirà ad acquistare il biglietto d’entrata VIP, potrà cenare con il cast e chiacchierare in un contesto unico e indimenticabile.

Infine, il sindaco della città Francis Suarez omaggerà lo show con una stella che verrà posizionata sulla Miami Walk of Fame, mentre il centro commerciale Bayside Marketplace, come la serie nato negli anni ’80 e pensato per riqualificare un quartiere nella zona sud di Miami, organizzerà diversi eventi sia per gli adulti che per i bambini.