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Diventare street artist a New York lasciando un segno (come Banksy)

New York è una città che non smette mai di incuriosire. Non solo Manhattan, ma tutti e cinque i distretti della città sono un microcosmo da esplorare in ogni loro angolo. Tra gli itinerari più originali che si possano fare c’è lo street art tour, alla scoperta della New York giovane e “underground”, quella creata del popolo di strada, uno specchio di un tipo società meno scontata.

E c’è un tour organizzato da Inside Out Tours che consente a chiunque di lasciare un segno indelebile a New York City, come nuovi Banksy e Warhol (il cui celebre ritratto di Marilyn è appena stato battuto all’asta da Christie’s per 195 milioni di dollari). Un’opera che poi i turisti potranno ammirare a loro volta nei loro tour.

Tutti street artist a Bushwick

Tra le decine di murales che colorano Bushwick, nel distretto di Brooklyn, considerato la capitale mondiale della street art, potrebbe esserci quindi anche il vostro. In questo quartiere hanno lasciato un segno street artist da tutto il mondo. Vista l’attrattiva che questo aspetto insolito e artistico della zona sta avendo negli ultimi anni, molti artisti, anche famosi, vengono ingaggiati dagli imprenditori locali per abbellire i loro spazi commerciali e attrarre visitatori.

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Un murales di Bushwick a New York

Non c’è muro, saracinesca, vicolo o porta che non ospiti un’opera e che non voglia lanciare un messaggio sociale. Murales tutti da ammirare, da leggere, da scrutare nei minimi dettagli. Ogni artista, che da qualche anno fa parte di una vera e propria community chiamata The Bushwick Collective, ha il suo stile, frutto della sua cultura e della sua esperienza. E che, nell’insieme, rendono il Bushwick il più colorato e il più divertente di tutta New York City.

Tour della street art di Bushwick

Inside Out Tours, come altri tour operator, organizzano visite guidate del quartiere alla scoperta dei murales più belli e più famosi. A differenza di altri, però, loro prevedono anche una sessione di workshop durante la quale i partecipanti hanno l’opportunità di rappresentare una loro opera d’arte lasciando un segno personalissimo su un muro di Brooklyn.

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Un artista di strada a Bushwick, New York

È comunque possibile visitare Bushwick in totale autonomia. Il cuore della street art si trova tra le fermate di Jefferson Street e di Montrose della linea L della metropolitana. Passeggiando per le strade in tutta sicurezza si possono ammirare i murales, fermarsi per una pausa in un bar o in una galleria e fare qualche acquisto solidale.

Il quartiere top di New York City

Ai murales all’aperto si aggiungono anche numerose gallerie d’arte moderna e laboratori dove poter esprimere il proprio talento artistico, dalla pittura alla fotografia. Negozi vintage o di stilisti indipendenti. Per chi ama lo shopping ma non vuole essere omologato ai brand statunitensi qui può trovare pezzi unici e introvabili.

Bushwick resta sempre e comunque un quartiere etnico e lo si evince dalla varietà di locali e di street food internazionali che vi si trovano, dai sudamericani con tacos e tortillas agli italiani con le pizzerie (tra cui la preferita di Beyoncé), dai francesi con baguette e pain bagnat agli orientali di ogni provenienza. E tanti sono i locali dove andare la sera se si vuole ascoltare buona musica o assistere a uno show live.

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I murales di Bushwick a Brooklyn, NYC

La storia di Bushwick

Come tutta Brooklyn, anche Bushwick è nato come quartiere operaio. Le varie comunità, olandese, italiana, tedesca ecc. si erano spartite le zone diventando così dei piccoli quartieri etnici. Inizialmente la città fu abitata da olandesi, nel XIX secolo divenne centro di una comunità di immigrati tedeschi, mentre alla fine del XX secolo divenne predominante la comunità ispanica.



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Negli Anni ’60-’70 era diventato un quartiere piuttosto malfamato e pericoloso per via della criminalità e non solo non era assolutamente pensabile visitarlo per turismo ma gli stessi abitanti della zona facevano di tutto per poter lasciare il quartiere. Solo verso al fine degli Anni ’90, Bushwick ha subìto un’opera di riqualificazione, così come tutta Brooklyn che nel frattempo stava diventando un “borough” sempre più alla moda. Nelle tipiche palazzine di mattoni rossi lungo il fiume – con vista spaziale sullo skyline di Manhattan – hanno iniziato a investire celebrity e magnati facendo schizzare i prezzi degli immobili.

A Bushwick si trasferirono in massa, quindi, gli artisti di strada che prima operavano a Williamsburg, un altro quartiere di Brooklyn divenuto troppo costoso e borghese.

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Tour di Bushwick nel distretto di Brooklyn

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Arriva la nave più grande del mondo, una vera meraviglia

È arrivata nel Mediterraneo la nave più grande del mondo. Dopo essere salpata dal porto d Fort Lauderdale, in Florida, ha fatto rotta verso Barcellona, dove arriverà l’8 maggio, per poi proseguire verso Roma. La Wonder of the Seas è, come dice il nome, una vera meraviglia.

La nuovissima nave di Royal Caribbean International della Classe Oasis supera quella che è stata finora la più grande del mondo, la Symphony of the Seas, della stessa compagnia.

I “quartieri” della Wonder of the Seas

Avveniristica e da record, questa nave sorprende per i suoi otto “quartieri”, uno in più rispetto a quelli delle altre navi della compagnia, e dona un’incredibile esperienza di navigazione per una vacanza indimenticabile.

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La Wonder of the Seas, la nave più grande al mondo

Il quartiere suite è appunto l’ottavo e accoglierà gli ospiti della classe Royal Suite su un ponte privato Suite Sun con una plunge pool e bar, resi speciali da una splendida vista sull’oceano, nonché da altri elementi molto amati dagli ospiti come il ristorante esclusivo Coastal Kitchen, la Suite Lounge e l’immensa Ultimate Family Suite, che si sviluppa su due piani, adatta anche ad ospitare una famiglia di dieci persone e corredata da uno scivolo in-suite, di cinema, karaoke area e ping pong.

I ristoranti a bordo della nave

Dei 40 ristoranti ospitati a bodo della Wonder, uno è davvero unico: The Mason Jar Southern Restaurant & Bar, dove si possono fare brunch e cene fino a tarda notte allietati dalla musica dal vivo e da una pregiata collezione di whisky e cocktail.

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I divertimenti a bordo della Wonder of the Seas

Intrattenimento per adulti

fare una crociera a bordo della Wonder of the Seas sarà una vera pacchia. Oltre al simulatore di surf FlowRider c’è anche The Ultimate Abyss, lo scivolo più alto del mare, ma anche la zip line alta dieci piani. Oltre a ciò, immancabili quartieri straordinari come Central Park, con più di 20.000 piante, e il Boardwalk, che mette insieme il fascino del mare e le attività per tutta la famiglia, tra cui la possibilità di cavalcare una meravigliosa giostra intagliata a mano, guardare un big match o impegnarsi in una competizione presso gli spazi del Playmakers Sports Bar & Arcade.

Per trascorrere le serate, sono ben quattro i “palcoscenici” a bordo della Wonder: aria, ghiaccio, acqua e teatro. Più di cento tra artisti e tecnici danno vita a super produzioni come inTENse, con il primo cast tutto al femminile di aerialistes, high divers, slackliners e altro ancora nell’unico AquaTheater, The Effectors II: Crash ‘n’ Burn, che debutta quest’estate, dove i supereroi high-tech di Royal Caribbean – The Effectors – si scontrano con i loro arcinemici per salvare ancora una volta il pianeta.

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La Wonder of the Seas illuminata di notte

Intrattenimenti per bambini

Le famiglie con bambini troveranno una nuovissima avventura all’aperto, Wonder Playscape, una zona scivoli a tema sottomarino, con pareti da arrampicata e divertimenti interattivi. E in più, l’area Adventure Ocean, mentre gli adolescenti si divertiranno con Social100 e The Patio.

I numeri della Wonder of the Seas

Lunga 362,04 metri (praticamente come la Symphony) e con una stazza di quasi 237 tonnellate (dieci in più della sorella minore), la nuova Wonder of the Seas può ospitare a bordo fino a 6.988 passeggeri e 2.300 membri dell’equipaggio che sui 16 dei 18 ponti riservati ai passeggeri però non si noteranno affatto.

Le crociere della Wonder of the Seas

Per tutta l’estate 2022 la nave navigherà nel Mar Mediterraneo con crociere di sette notti. La nave salperà dal porto di Barcellona per le tappe successive a Palma di Maiorca, Marsiglia, La Spezia, Roma Civitavecchia e Napoli, per fare poi rotta di nuovo verso Barcellona. E questo fino alla fine di ottobre, quando lascerà di nuovo il Mediterraneo per tornare nel Mar dei Caraibi.

 

 

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Il nuovo grattacielo di New York sfida tutte le leggi della fisica

A Manhattan è nato un nuovo “landmark”: il grattacielo residenziale più sottile che sia mai stato costruito. Una freccia nel cielo, che prende il nome dall’indirizzo dove è ubicato:
111 West 57th Street, di fronte a Central Park.

La “supertall tower” rivoluziona, così, lo skyline di New York City, diventando la nuova icona in città. Progettato, dallo studio di architettura SHoP Architects (lo stesso che realizzerà il nuovo Consolato degli Stati Uniti di Milano, nell’ex edificio che ospitava il Tiro a segno e che sarà pronto per il 2025), il nuovo grattacielo d’acciaio, vetro e terracotta da 84 piani è alto 436 metri e, alla base, misura solamente 24×18 metri. Man mano che si sale diventa ancora più sottile per terminare con una sottilissima punta che sembra essere stata interrotta a metà dell’opera.

La torre che sfida la fisica

Una delle caratteristiche della torre è la scanalatura che è stata creata sul lato Sud e che aumenta man mano che sale, dando l’idea che il grattacielo scompaia nel cielo (e in effetti nelle giornate di pioggia sembra davvero che una parte sia nascosta tra le nuvole, invece manca proprio). Il lato Nord, invece, quello che dà su Central Park, continua dritto fino alla cima dell’edificio.

Per garantire la stabilità di questo edificio super sottile, sulla cima è stato installato uno smorzatore da 800 tonnellate in caso di forte vento o di un evento sismico.

Impossibile non notarlo. È visibile da tutta Manhattan e dagli altri borough che formano New York City. Chi sale in cima a una delle terrazze panoramiche o degli osservatori di Manhattan (qui un articolo sui più belli e imperdibili dove andare, incluso il nuovissimo One Vanderbilt) può godersi la vista del 111 West 57th in tutta la sua sottigliezza.

Il grattacielo più sottile del mondo è sorto là dove un tempo si trovava un altro edificio iconico, lo Steinway Building, un bellissimo palazzo degli Anni ’20 che ospitava la sede della Steinway & Sons, famosa per i suoi pianoforti suonati da grandi artisti del calibro di George Gershwin, Cole Porter e Sergei Rachmaninoff. La costruzione della nuova torre è iniziata già nel 2015 e, per erigerla, è stata impiegata la più grande gru autoportante mai usata a New York.

Il grattacielo residenziale per super ricchi

All’interno, il 111 West 57th ospiterà 60 splendidi appartamenti di lusso il cui costo si aggira intorno ai 52 milioni di euro per le penthouse (uno studio costa “solo” 16 milioni) e una parte di negozi nei primi piani. Ci sono 14 ascensori, metà dei quali che arrivano direttamente negli appartamenti.

Gli interni sono stati progettati dallo Studio Sofield. Il critico Paul Goldberger ha descritto gli interni come “probabilmente i più eleganti” tra quelli delle altre costruzioni previste sulla cosiddetta “Billionaires’ Row”, la strada dei miliardari, e nell’area intorno a Central Park, compreso l’iconico 432 Park Avenue che passa così in secondo piano, pur restando, con i suoi 426 metri, il più alto edificio della città, e il famoso “Billionaire Building”, One57, che si trova sempre nel quartiere di Midtown a Manhattan.

L’edificio ha però mantenuto alcuni elementi del precedente palazzo della Steinway, come la hall, alta 14 metri, con arcate di marmo bianco e colonne di marmo verde. È rimasta anche l’antica sala concerti, in omaggio alla passata funzione dello Steinway Building.

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Il nuovo 111 West 57th Street, il grattacielo più sottile del mondo

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Le location della serie Tv “The Gilded Age”

Dallo stesso ideatore di “Downton Abbey”, Julian Fellowes, è nato il period drama “The Gilded Age” trasmesso su Sky Serie e su Now. Racconta, però, una storia americana, in un periodo di grandi cambiamenti a livello economico, sociale e produttivo ma anche di crescente conflittualità tra vecchi e nuovi ricchi, all’alba della modernità.

La serie è ambientata in una New York del XIX secolo e in alcune location rimaste ancora tali e quali, come Newport, nel Rhode Island, Troy, nello Stato di New York, e nell’iconica Long Island.

Le location di “The Gilded Age”

Attenzione, spolier – Proprio nel Rhode Island, infatti, sono state individuate alcune proprietà che rappresentavano al meglio il periodo storico e l’ambiente in cui si svolgono gli episodi di “The Gilded Age”. Vere e proprie mansion, ricche e opulente, come quella chiamata The Breakers, con la sua sontuosa sala da ballo e sala da biliardo e le pareti di platino che sono state usate per la casa dei Russell.

Lo sviluppo dell’industria e del trasporto diede vita a una nuova classe di benestanti che portavano i nomi di Vanderbilt, Morgan, Ford, Carnegie e Rockefeller, solo per citarne alcuni. In quegli anni, tra il 1870 e il 1910, si riusciva a fare fortuna molto velocemente e a spendere e spandere conducendo uno stile di vita sontuoso, emulando quello dell’aristocrazia europea.

Altre splendide e famose dimore di Newport dove sono state girate delle scene sono Rosecliff, la cui architettura è ispirata al Grand Trianon di Versailles e che oggi è una casa-museo; Chateau-sur-Mer, una delle case più antiche e più grandi della città che si trova sulla via principale, Bellevue Avenue, anch’essa in realtà un museo; Marble House, il cui portico ricorda quello della Casa Bianca, apparteneva al miliardario filantropo William Kissam Vanderbilt; The Elms, una copia del castello francese Château d’Asnières ad Asnières-sur-Seine, nell’Alta Senna, e infine Hunter House, la meno sontuosa di tutte, almeno all’apparenza, anche se all’interno nasconde affreschi e decorazioni come capitelli, camini e scalinate.

La stanza da letto di George Russell nella spettacolare mansion sulla Fifth Avenue altro non è che quella vera di Consuelo Vanderbilt, l’unica figlia femmina del celebre milionario, a Marble House. La sala da biliardo a The Breakers è quella dove Russell confabula con Patrick Morris nel secondo episodio. E nella sala della musica, sempre di The Breakers, sono state girate le scene della sala da ballo dei Russell.

La cucina di The Elms è spesso inquadrata ed è quella dei Russell, dove lavora il loro chef francese. La camera da letto color zucca del Chateau-sur-Mer è servita come appartamento di Oscar van Rhijn, figlio di Agnes (l’attore Blake Ritson).

Queste ville fanno tutte parte del circuito di dimore storiche chiamato Newport Mansions, che ha permesso di ambientare le scene senza dover apportare alcuna modifica agli interni che già erano perfetti così com’erano. Non appena è uscita la serie negli Stati Uniti è stato creato appositamente un percorso intitolato “The Gilded Age”, proprio per visitare i set dove è stata girata la serie con delle pratiche audioguide.

La trama di “The Gilded Age”

Dopo la morte del padre, Marian Brook (l’attrice Louisa Jacobson Gummer) accompagnata dalla fidata Peggy Scott, un’aspirante scrittrice alla ricerca di un nuovo inizio, si trasferisce dalla Pennsylvania a New York. A ospitarla sono le sue ricche e aristocratiche zie, Agnes van Rhijn (Christine Baranski) e Ada Brook (Cynthia Nixon, la Miranda di “Sex & the City” e del sequel “And Just Like That“). Tuttavia, ben presto Marian si trova coinvolta in una guerra tra una delle zie, l’incarnazione vivente della tradizione, e i suoi ricchissimi vicini, un magnate dell’industria ferroviaria e l’ambiziosa moglie, George e Bertha Russell.

Una curiosità: il termine “Gilded Age” fu coniato dallo scrittore americano Mark Twain e si riferisce a quel sottile alone di benessere che in realtà nascondeva una realtà molto meno attraente.

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La mansion The Elms nel Rhode Island

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New York City, cosa c’è di nuovo (e di imperdibile) in città

È tempo di tornare a New York. La metropoli più vivace del mondo vi aspetta. E con tante novità. Se è da prima della pandemia che non ci mettete piede, vi accorgerete che nel frattempo lo skyline è un po’ cambiato. Si sono aggiunti nuovi e incredibili grattacieli già divenuti le nuove attrazioni turistiche.

New York sempre più in alto

Il primo grattacielo su cui salire quando si arriva a New York è sicuramente il One Vanderbilt. Nuovo come edificio (è stato inaugurato lo scorso ottobre) e nuova l’attrazione che ospita, il Summit, è tra i più alti di Manhattan (397 metri, ma 427 con la guglia). La sua punta illuminata di notte è ben visibile tra tutti i grattacieli di Manhattan. Il suo osservatorio è da paura: un enorme ambiente vetrato, interamente ricoperto di specchi, che permette una visione travolgente sull’intera Manhattan.

Nel nuovo quartiere di Hudson Yards ha aperto The Edge, la terrazza panoramica triangolare che si trova al 30 di Hudson Yards e che sporge da un grattacielo di vetro e acciaio che riflette tutto lo skyline del fiume Hudson e degli altri nuovi grattacieli della zona. Con i suoi 335 metri, è l’observation deck all’aperto più alto non solo di New York City ma di tutto l’emisfero occidentale. Per chi ama il brivido, c’è anche la possibilità di arrampicarsi sulle vetrate esterne. Imbracati come per scalare una parete rocciosa, è la passeggiata verticale più audace e adrenalinica del mondo.

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Il meraviglioso Summit One Vanderbilt a New York

Appena aperta è la nuova attrazione virtuale che offre una vista unica del panorama di New York a volo d’uccello. Si chiama RiseNY e si trova nel Theatre District naturalmente. È un’esperienza interattiva che dà la possibilità di vedere la città mentre si è, virtualmente, sospesi a soli 9 metri d’altezza.

New York sempre più green

Nuovo è anche il delizioso parco sull’Hudson Little Island, un giardino galleggiante dove passeggiare tra piante rare e fiori. È uno degli ultimi esempi di come la metropoli stia cambiando e adattandosi alle nuove esigenze sempre più green. Lo si raggiunge anche con la pista ciclabile, protetta dal traffico delle auto, che ormai corre lungo tutto il fiume.

La sostenibilità è un vero e proprio pilastro della città ormai. Il Javits Center, quel mastodontico palazzo di vetro che si trova davanti al Pier 76 e che è stato da poco ristrutturato, ha ricavato un tetto modernissimo con 2 ettari di verde. La terrazza è divenuta un santuario per gli animali selvatici della zona e ospita una trentina di specie di uccelli, pipistrelli e migliaia di api.

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Little Island, il nuovo parco di Manhattan

New York sempre più cool

Tra i luoghi imperdibili nati di recente c’è anche la prima cantina di New York, la City Winery, dove viene imbottigliato il vino prodotto nei vigneti appena fuori città e servito per degustazioni e durante gli eventi serali che si svolgono nel locale.

Per godersi uno dei migliori aperitivi di New York si può andare anche nel nuovo bar dell’NH Collection New York Madison Avenue, un hotel aperto da pochi mesi all’interno di un bellissimo edificio storico in mattoni rossi tipico newyorchese (dove da settembre aprirà anche il ristorante) a due passi dall’Empire State Building.

Quest’anno per i turisti che vorranno visitare la Grande Mela ci saranno più di 9.000 nuove camere d’hotel oltre agli appartamenti che si possono affittare in tutti i quartieri, per un’esperienza ancora più autentica.

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La hall dell’NH Collection New York Madison Avenue

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Il teatro volante con vista panoramica su New York

C’è sempre un motivo per innamorarsi di New York, anzi ce ne sono mille e anche di più, ma il teatro volante che svetta tra i grattacieli e offre una vista panoramica sulla Grande Mela è un’esperienza incredibile che lascia col fiato sospeso. Una nuova avventura da vivere per costruire straordinari e indelebili ricordi di viaggio.

Organizzare un viaggio a NY è sempre un’ottima idea. Lo è perché qui c’è sempre qualcosa da fare e da vedere. Lo è perché la vista dello skyline, che è in continua evoluzione, emoziona e incanta. E perché i parchi urbani sono dei veri e propri tesori da scoprire.

New York è bella sempre, a ogni ora del giorno e della notte, a ogni stagione, quando è la natura a mettere in scena dei paesaggi urbani fuori dall’ordinario. Ed è bella da scoprire adesso, a bordo di un teatro volante per godere della vista a volo d’uccello della Grande Mela.

RiseNY, la nuova attrazione di New York

RiseNY, la nuova attrazione di New York

Bentornati a New York: cosa c’è di nuovo?

Elencare le meraviglie di New York e tutte quelle cose che la rendono una città magica sembra un’impresa ardua. Ed è da questa consapevolezza che, probabilmente, è nata una delle più straordinarie attrazioni della Grande Mela a Times Square: RiseNY.

Si tratta di un teatro virtualmente itinerante, nel tempo e nello spazio, un’attrazione che celebra le meraviglie della città e racconta tutta la magia, visibile e invisibile di New York. Un viaggio nel viaggio che, attraverso la presenza di sette gallerie tematiche, percorre le tappe della storia della città in due secoli di meraviglie.

Il percorso comincia trasportando idealmente i visitatori all’interno della prima linea della metropolitana inaugurata nel 1904. Un viaggio nel tempo che arriva fino agli anni ’90 per ammirare la rinascita di New York e fermarsi a guardare la bellezza di quei simboli ora iconici della Grande Mela.

Il percorso prosegue alla scoperta della cultura americana, dalla moda alla musica, passando per i film e le celebri serie televisive. Non manca, ovviamente, un tributo allo sviluppo verticale della città che ospita uno degli skyline più belli del mondo. Ed è proprio per omaggiare quello che è diventato il simbolo della città che il percorso si conclude con un viaggio vertiginoso nel cielo di New York.

RiseNY, la nuova attrazione di New York

RiseNY, la nuova attrazione di New York

Il volo spettacolare su New York

Dopo aver toccato con mano la magia di New York, attraverso la sua storia, la cultura e le tradizioni, il viaggio all’interno di RiseNY si conclude con una simulazione di volo sulla città che, da solo, merita l’intero viaggio.

Questo teatro volante ospita 46 posti dai quali, comodamente seduti, sarà possibile volare tra i grattacieli di Manhattan e osservare tutta la città. Gli ospiti saranno sollevati per circa dieci metri e resteranno in sospensione tra riprese aeree mozzafiato.

I sedili in movimento rendono ancora più reale l’esperienza multisensoriale alla quale si aggiungono i profumi, la nebbia e il vento. Un cinema in 4k con vibrazioni, correnti d’aria e odori che rendono più realistiche le immagini che si susseguono sullo schermo.

Sarà come mettere ai piedi un paio di ali per raggiungere la Statua della Libertà, il ponte di Brooklyn, l’Empire State Building, e il Central Park. Pronti a partire?

RiseNY, la nuova attrazione di New York

RiseNY, la nuova attrazione di New York

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Dove è stato girato il film “Elvis” con Tom Hanks

Diretto da Baz Luhrmann, è in uscita a giugno 2022 il film “Elvis” che racconta la vita e l’ascesa musicale di Elvis Presley, il re del Rock’n roll. Nei panni di Elvis, Austin Butler, mentre un magistrale Tom Hanks interpreta il Colonnello Parker, storico manager di Elvis.

Il film è ambientato nei luoghi cari a Elvis Presley: Memhpis, dove la famiglia del cantante si trasferisce a vivere partendo da Tupelo, nello Stato del Mississippi, alla famosa mansion, Graceland, oggi meta di pellegrinaggio di tutti i suoi fan ancora oggi molto numerosi.

Memphis, il profondo Sud

Memphis è una città che vi sorprenderà. Nel profondo Sud degli Stati Uniti, oltre a essere la patria di Elvis Presley, la culla del Rock and roll, è anche la città più famosa per la lotta civile americana e ha quindi molto da raccontare. E pensare che è una città che ha solo 200 anni di storia.

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Una scena del film “Elvis” con Tom Hanks e Austin Butler

È innanzitutto la città della musica. Tanti gli indirizzi importanti del panorama musicale locale e internazionale per fare un tour musicale. Siamo stati al Memphis Rock ‘n’ Soul Museum, che racconta la storia della musica rock e soul, creato dalla Smithsonian Institution. Poi siamo andati allo Stax Museum of American Soul Music che testimonia il contributo che la musica soul americana ha dato al mondo grazie a nomi quali Isaac Hayes, Otis Redding, gli Staple Singers e Booker T. & the MG’s.

Ma l’indirizzo da non perdere assolutamente è il Sun Studio, dove è nato veramente il Rock and roll. Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins, Johnny Cash, Roy Orbison e B.B. King sono solo alcuni dei nomi che hanno registrato i loro brani più celebri in questo studio discografico che funziona tutt’oggi. Fondato da Sam Phillips nel 1950, divenne ben presto il cuore della musica americana.

Non è possibile visitare Memphis senza trascorrere le serate ascoltando musica. Tra i locali più famosi che abbiamo visitato c’è indubbiamente il B.B. King’s Blues Club nella centralissima Beale Street, la strada più famosa di Memphis. Qui, oltre ad ascoltare band che suonano dal vivo si gusta il tipico barbecue (BBQ) del Sud (il migliore indirizzo però è l’Interstate Jim Neely’s BBQ). Su Beale Street c’è solo l’imbarazzo della scelta di locali dove fermarsi. Ci sono anche tantissimi negozi di dischi dove trovare pezzi rari.

L’altro indirizzo “cult” che non potevamo assolutamente perderci è The Arcade, il ristorante più antico della città, all’angolo tra South Main Street e G.E. Patterson. Con i tipici divanetti di pelle dei bar degli Anni ’50, c’è un tavolo dove era solito sedersi Elvis a fare colazione (deve essere prenotato con largo anticipo). Pensate che questo locale è talmente affascinante da essere usato regolarmente come set da fotografi, artisti, scrittori e registi. Vi sono state girate scene di tantissimi film, tra cui “Il socio” con Tom Cruise, “Great Balls of Fire” con Dennis Quaid e Winona Ryder, “Il cliente” con Susan Sarandon e Tommy Lee Jones, “Elizabethtown” con Kirsten Dunst e Orlando Bloom e molti altri ancora.

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La famosa Beale Street a Memphis

Ma abbiamo detto che Memphis è stato il cardine della lotta per i diritti civili americani. È in questa città che il 4 aprile del 1968 fu assassinato Martin Luther King. Il leader era solito soggiornare al Lorraine Motel, sulla Mulberry Street, nella sua stanza numero 306. Ed è proprio nell’ex albergo che è stato aperto il National Civil Rights Museum. Nei suoi 40 film, nei racconti, nelle testimonianze e nelle aree interattive racconta cinque secoli di storia, dalla schiavitù alle guerre civili fino agli eventi più recenti, nel segno dell’uguaglianza.

Visitare Graceland

Anche senza essere dei veri appassionati di Elvis, non potrete non restare estasiati dalla visita di Graceland, la gigantesca villa dove visse ed è sepolto “The King” e che, oggi, è un museo a lui dedicato. Non è una semplice visita, ma una vera e propria esperienza.

Il tour dell’enorme complesso che si trova al 3734 di Boulevard Elvis Presley è organizzato nei minimi dettagli: ogni visitatore viene dotato di un tablet con spiegazioni nella propria lingua e i pulmini, stile school bus americani, portano i gruppi di turisti alla villa, che comprende 23 stanze (anche se non tutte sono aperte al pubblico). La più originale è sicuramente famosa “Jungle Room”, dove Elvis amava rifugiarsi e che ha persino una cascata interna, ma ci sono anche la “stanza delle Tv”, nello scantinato, dove Elvis si intratteneva guardando anche tre televisori alla volta; la “sala dell’oro”, un lungo corridoio dove sono esposti i dischi d’oro dell’artista e i riconoscimenti ricevuti e la “stanza della musica” ubicata all’ingresso vicino al salotto. All’esterno, invece, Elvis volle far realizzare un “giardino della meditazione”, dove ora si trova la sua tomba e quelle dei suoi famigliari.

Graceland comprende anche il museo delle automobili appartenute a Elvis (ce ne sono tantissime), quello dei cimeli che vanno dall’abbigliamento più sfarzoso indossato durante i concerti agli oggetti personali. C’è persino il parcheggio degli aerei, due per la precisione, uno dedicato alla figlia Lisa Marie, a bordo dei quali si può salire per vedere con quale lusso viaggiava il re del Rock and roll.

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Graceland, la mansion di Elvis Presley a Memphis

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L’isola che non c’è esiste davvero ed è unica

L’isola che non c’è forse esiste davvero e bisogna spingersi fino in Canada per raggiungerla. È Sable Island, una lingua di sabbia a forma di mezzaluna lunga 42 km e non più larga di 1,3 km, situata al largo della costa della Nuova Scozia, nell’Oceano Atlantico. Un microcosmo davvero unico, che si è formato da grandi quantità di sabbia e ghiaia depositate sulla piattaforma continentale alla fine dell’ultima era glaciale, e che è stato modellato e rimodellato dai cambiamenti del livello del mare, dagli strati di ghiaccio, dai forti venti e dalle onde per almeno 10.000 anni.

L’isola è ben nota per la sua fiorente popolazione di cavalli selvaggi e per la sua fauna straordinaria. Da tempo, gli scienziati stanno lavorando insieme per capire come le forze straordinarie della natura influenzino i suoi continui cambiamenti.

La forza della natura sull’isola di Sable

Situata a quasi 300 chilometri da Halifax, in Nuova Scozia, Sable Island è avvolta ancora oggi dal mistero. Vi si accede principalmente tramite un aereo di linea regionale di pochi posti, oppure occasionalmente anche in elicottero. I forti venti e le correnti oceaniche continuano a modellarla da est a ovest, dando luogo a strati di sabbia o sedimenti ordinati.

La potenza della natura qui è una costante. Oltre a cercare di capire la spinta e l’attrazione dell’oceano, gli scienziati hanno la possibilità di osservare specie veramente uniche, come le oltre 400.000 foche grigie – la più grande colonia del pianeta – e una specie di ape endemica conosciuta solo sull’isola.

L’isola dei cavalli selvaggi

La storia dell’isola di Sable è a dir poco affascinante. Si crede che i mercanti portarono qui i cavalli nel 1700, tuttavia l’isola era troppo lontana per il commercio, così i mercanti si trasferirono, lasciando qui i loro cavalli. Oggi questi stupendi animali selvaggi, di cui si contano almeno 500 esemplari, beneficiano di misure protettive approvate sotto il mandato del primo ministro John Diefenbaker, che si è impegnato, a nome del governo federale, a non spostarli mai per non mettere in pericolo la razza, diventata dal 2008 l’emblema della Nuova Scozia.

L’isola è quasi interamente composta da sabbia, dune e bassa vegetazione. La forza esercitata dal vento e dalle onde ne cambia costantemente i contorni e, stando agli scienziati, in futuro l’aumento del livello del mare potrebbe contribuire a un più rapido mutamento di forma. Ma questa lingua sabbiosa del Canada, tra le isole più strane al mondo, è anche tristemente nota come il “Cimitero dell’Atlantico”.

Il triste destino di Sable Island

Con la fredda Corrente del Labrador da una parte e la più calda Corrente del Golfo dall’altra, Sable Island è avvolta da fitte nebbie che ne accrescono il fascino misterioso, ma che, unite alla violenza di vento e onde e ai banchi di sabbia che la sommergono, l’hanno trasformata in teatro di numerosi naufragi. Più di 300 se ne sarebbero verificati qui, il più recente dei quali ha visto protagonista un peschereccio che si è incagliato e si è spezzato nel 1999. Per fortuna, grazie ai progressi della tecnologia e della navigazione, i naufragi sono diventati estremamente rari in tutta l’isola.

Isola che non c'è esiste davvero unica

Sable Island, l’isola abitata dai cavalli selvaggi

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Un luogo di New York potrebbe diventare Patrimonio Unesco

In molti sono pronti a giurare che sia la città più bella del mondo. Che piaccia o no, New York regala sempre emozioni uniche. Ed ora è persino pronta a scatenarne ancora di più: la Grande Mela potrebbe far diventare una delle sue tante meraviglie Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Ponte di Brooklyn nuovo sito Unesco

Eric Adams, sindaco di New York, sta portando avanti con Paolo Zampolli l’iniziativa di rendere il Ponte di Brooklyn Patrimonio dell’Umanità Unesco. Per farcela dovrebbero convincere almeno undici dei 21 membri del World Heritage Committee, partendo proprio dall’Italia.

I World Heritage Sites sono luoghi culturali, naturali, o misti, che secondo la United Nations Educational Scientific and Cultural Organization, devono essere difesi, al fine di preservare l’eredità storica del genere umano e del pianeta Terra.

Oggigiorno il nostro globo è costellato da ben 1.154 siti Unesco, con l’Italia che guida la lista con 58, seguita dalla Cina con 56. Gli Stati Uniti si piazzano un po’ indietro, con 24 luoghi, fra cui la stessa New York con la sua iconica Statua della Libertà.

Giù nel 2017, in seguito alle spinte venute in precedenza dall’amministrazione Obama, Washington aveva candidato il Ponte di Brooklyn, Ellis Island dove arrivavano gli immigrati, e Central Park.

Mentre adesso Paolo Zampolli, amico dell’ex presidente Trump, ha ripreso in mano quest’idea, approfittando del suo ruolo come ambasciatore all’Onu e del rapporto stretto con il sindaco newyorkese.

Perché il Ponte di Brooklyn dovrebbe diventare sito Unesco

L’intuizione alla base è quella di rilanciare la candidatura, magari aggiungendo anche altri edifici simbolo di New York come il grattacielo Chrysler o l’Empire. Un’operazione che si rivelerebbe possibile poiché per ottenere tale riconoscimento non è necessario essere membri dell’Unesco, basta far parte della Convention Concerning the Protection of the World’s Cultural and Natural Heritage che gestisce il programma. Gli Usa non l’hanno abbandonata, potendo di conseguenza partecipare.

Eric Adams, vorrebbe raggiungere questo obbiettivo anche per rendere il Ponte di Brooklyn un vero e proprio simbolo della rinascita della città dopo la crisi provocata dal Covid, l’allarme per il ritorno di criminalità e violenza, l’abbandono degli uffici del centro e anche la scomparsa dei turisti.

Come funzionano candidatura e scelta

Nell’immaginario di moltissimi italiani il Ponte di Brooklyn è legato alla famosissima gomma da masticare Perfetti, sinonimo di americanità dall’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Ma nei fatti questa maestosa opera di ingegneria ha giocato un ruolo fondamentale per l’immigrazione dei nostri antenati in America.

Gli Usa lo avevano già candidato in quanto icona architettonica di New York, e all’epoca della sua rivoluzionaria costruzione vantava il titolo di ponte sospeso più lungo del mondo. Tutto, però, era rimasto bloccato poiché Trump era uscito dall’Unesco a causa delle divergenze legate all’ammissione della Palestina come Stato.

La scelta dei siti candidabili è responsabilità della World Heritage Committee, che si riunisce una volta all’anno con i suoi 21 membri per esaminare le proposte e votarle. Il prossimo appuntamento è in programma dal 19 al 30 giugno a Kazan, in Russia, una vera e propria occasione per rilanciare il Ponte di Brooklyn. Non resta che attendere l’evolversi della situazione.

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Cosa ci fa l’immagine di una testa aborigena nel cuore del Canada?

Nel 2006, durante l’esplorazione delle immagini satellitari messe a disposizione da Google Earth, Lynn Hickox ha fatto una scoperta sensazionale e inaspettata che ha incuriosito il mondo intero. Ha trovato, infatti, nel cuore del Canada, una misteriosa raffigurazione di una testa umana che indossa un copricapo tipico degli aborigeni. Il profilo altamente evocativo e visibile solo dall’alto, ha attirato l’attenzione di tutti in pochissimo tempo.

L’immagine è visibile solamente dall’alto sorvolando l’area in cui questa si trova. Ma può essere riconosciuta facilmente anche attraverso le immagini satellitari di Google Earth, del resto è grazie è quelle che la scoperta è avvenuta. Ma cosa ci fa quella grande e maestosa testa umana? Si tratta forse di un’opera di land art che nessuno ha rivendicato?

Dal momento della scoperta, leggende, credenze e storie affascinanti sono state raccontate per provare a spiegare il mistero di The Badlands Guardian, il Guardiano dei Calanchi che sembra proteggere, in maniera vigile, un appezzamento di terra canadese. L’immagine è visibile anche a bordo di un aereo, sorvolando sopra l’area di Medicine Hat in Alberta. Ma come mai è lì? E chi è l’artefice di quell’immagine?

The Badlands Guardian: tra mito, realtà e leggende

L’immagine del Guardiano dei Calanchi si estende per 255 metri di larghezza e 225 di lunghezza su un terreno nei pressi di Medicine Hat, centro urbano canadese, di proprietà di alcuni allevatori locali. Sono in molti a sostenere che quel profilo umano sia là da secoli e che riconduca direttamente ai Maya. Qualcun altro, invece, crede che nel Badlands Guardian ci sia lo zampino degli alieni.

Ma la verità è che, secondo gli esperti, nessuna di queste teorie è vera. L’immagine, infatti, è stata spiegata come una peculiare caratteristica geologica dovuta all’erosione del terreno, ricco di argilla, a contatto con l’acqua piovano.

Una meraviglia della natura, quindi, creatasi a seguito di una serie di fattori determinanti e casuali che ha dato vita a un vero e proprio profilo umano scolpito sulla terra, con tanto di naso, occhi, bocca e un copricapo indigeno.

Guardando attentamente la fotografia, in molti hanno notato anche degli auricolari attorno al viso dell’uomo che si affaccia a ovest, motivo per il quale il Guardiano dei Calanchi è stato anche soprannominato Indian Head with Earphone. Anche il mistero di quelle cuffie è stato spiegato: sulla terra, quelle due figure, corrispondono rispettivamente a una strada e un pozzo petrolifero.

La risoluzione del mistero del Guardiano dei Calanchi, che restituisce a tutti l’immagine di un profilo umano, è stata spiegata dagli esperti come fenomeno di pareidolia, un’illusione che induce a vedere forme riconoscibili o familiari in quelle amorfe.

La scoperta del guardiano misterioso

The Badlands Guardian: è stato scoperto in via del tutto casuale da Lynn Hickox mentre esplorava la zona attraverso le immagini satellitari messe a disposizione da Google Earth a Medicine Hat, nella contea di Cypress in Alberta, Canada. Il terreno sul quale è stata “scolpita” l’immagine, appartiene ad alcuni allevatori locali.

In molti, dal momento della scoperta, si sono recati nella cittadina canadese per esplorare il terreno che però, lo ricordiamo, è di proprietà privata. Inoltre, visto da vicino, non restituisce la medesima suggestione.

Al contrario, invece, la visione dall’altro ci permette di ammirare tutta la suggestione di quel grande guardiano disegnato sulla terra. Possiamo vederlo nitidamente anche grazie alle immagini satellitari di Google, a queste coordinate: 50° 0’38.20″N, 110° 06′ 48.32″W. Dopo la sua scoperta The Badlands Guardian è stato annoverato tra le meraviglie e inedite scoperte fatte attraverso Google Earth.

The Badlands Guardian

The Badlands Guardian visto dalle immagini satellitari di Google Maps