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Istanbul: il nuovo museo firmato da Renzo Piano è uno spettacolo

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Istanbul. La città che si estende lungo lo stretto del Bosforo, infatti, ospita un patrimonio storico, artistico, culturale e architettonico di immenso valore.

Dalla città vecchia, caratterizzata dalle influenze degli imperi che qui hanno governato, al quartiere Sultanahmet, dove sorgeva l’Ippodromo di Costantinopoli che sopravvive ancora oggi grazie alle testimonianze dei frammenti della struttura che sono sopravvissuti, passando per Hagia Sophia, uno dei luoghi di culto più celebri del Paese nonché emblema straordinario dell’architettura bizantina.

Di cose da fare, e da vedere, ce ne sono tantissime a Istanbul, e tutte sono destinate a lasciare senza fiato. Ma c’è un motivo in più, oggi, per raggiungere l’antica Costantinopoli, ed è il nuovo museo moderno progettato da Renzo Piano che verrà inaugurato proprio lì, sulle rive del Bosforo.

Bentornati a Istanbul

Il viaggio di oggi ci conduce in una città di immensa bellezza, che incanta e stupisce a ogni passo. Ed è proprio in questo luogo, concentrato di culture, tradizioni e storie grandiose, che sta per essere inaugurato uno dei musei più sensazionali e attesi di sempre.

Ci troviamo nel quartiere medievale di Galata, uno dei più antichi di tutta la città, nonché area portuale sin dai tempi dell’Impero bizantino. Crocevia di incontri, culture e popolazioni, questo luogo oggi, esattamente come ieri, costituisce uno dei nuclei più popolati di Istanbul, nonché un’importante zona commerciale.

Qui è nato anche l’Istanbul Modern Museum, ed è qui che sta per tornare con un nuovo e incredibile aspetto. Un edificio moderno che porta la firma dell’architetto Renzo Piano e che è destinato a ridefinire il volto urbano di questo quartiere.

Benvenuti nell’Istanbul Modern Museum

Quello che aprirà nel quartiere di Galata, è uno dei musei più attesi di sempre. Non solo perché i lavori per la sua realizzazione, che vanno avanti da 4 anni, hanno suscitato molta curiosità nei cittadini e nei viaggiatori, ma anche perché l’Istituzione in sé rappresenta il simbolo di un dialogo continuo tra l’identità culturale della città, e del Paese intero, con la scena artistica nazionale e internazionale.

L’Istanbul Modern Museum non è un museo qualsiasi, ma è un luogo che fin dalla sua fondazione ha ospitato milioni di persone di ogni età. Ed è questa la missione, quella di continuare a rendere accessibile l’arte con un edificio grandioso sulle rive del Bosforo.

A progettarlo è stato Renzo Piano, in collaborazione con lo studio Arup. Il nuovo edificio sostituisce quello già esistente, per proseguire quel dialogo tra passato e futuro, e ospiterà un’area verde e una nuova piazza, dalla quale sarà possibile raggiungere alcuni dei monumenti più celebri della città.

I lavori sono ancora in corso, in attesa di essere ultimati. Intanto quello che sappiamo del nuovo edificio è che si snoda su una superficie di 15000 metri quadrati, con ben 5 piani (3 fuori terra e 2 interrati) e che si sta preparando a diventare uno spazio pubblico nel quartiere di Galata all’insegna dell’arte, della cultura e della bellezza. I suoi spazi interni, inoltre, ospiteranno collezioni di arte moderna e contemporanea che appartengono già al museo.

La facciata del piano terra è stata realizzata in vetro, mentre quelle dei piani superiori in metallo lucido. Una scelta, questa, pensata per creare un inedito spettacolo di luci e ombre tra le acque del Bosforo, il sole e l’edificio.

La data dell”inaugurazione non è ancora stata resa nota, ma il nuovo Istanbul Modern Museum dovrebbe accogliere i visitatori nel nuovo edificio entro la fine del 2022.

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Giornata delle famiglie al museo: quale vedere con i bambini

Domenica 9 ottobre torna la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo (F@Mu), il grande evento culturale dedicato a bambine e bambini che promuove e facilita l’incontro tra le famiglie e gli innumerevoli luoghi espositivi che arricchiscono il nostro Paese. “Diversi ma uguali” è il tema scelto per quest’anno, che parte dal presupposto che la valorizzazione della diversità – culturale, fisica, cognitiva – sia uno strumento indispensabile di inclusione sociale.

Testimonial d’eccezione per l’edizione 2022 sarà Geronimo Stilton, il topo-giornalista più famoso del mondo creato da Elisabetta Dami, che accompagnerà i più piccoli nel loro percorso esplorativo attraverso un divertente mix di giochi e attività. Tantissimi i musei e luoghi di cultura, pubblici e privati, che parteciperanno all’iniziativa. Ecco quali non perdere.

Le iniziative da non perdere al Nord

Vicenza aderisce alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo proponendo una caccia al tesoro alla scoperta dei tesori culturali della città con due diversi itinerari, l’8 e il 9 ottobre (per partecipare bisogna contattare il Museo Diocesano entro venerdì 7 ottobre). Sabato, si svolgerà tra il Santuario di Monte Berico e il Museo del Risorgimento e della Resistenza, mentre domenica si terrà nel centro storico, con partenza dalle 10 fino alle 15.30. L’arrivo è previsto a Palazzo Thiene (entro le 17) con la consegna di un premio finale a sorpresa.

In Liguria, il MuSel – Museo archeologico e della Città di Sestri Levante (dove c’è la villa che ha ispirato “La Sirenetta”) proporrà “Scriba per un giorno”, un’attività ludico-didattica dedicata ai bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni, che potranno trasformarsi in “piccoli egittologi” per un pomeriggio e scopriranno come si traduce e si scrive in geroglifico.

A Milano, al Leonardo3 Museum in Piazza della Scala, i piccoli visitatori proveranno a scoprire come le emozioni cambiano l’espressione dei nostri volti. “Costruiremo una faccia che possa comunicare gioia, serenità, rabbia, paura e, come faceva Leonardo, impareremo a osservare gli altri per rendere al meglio gli stati d’animo che ci caratterizzano”, si legge nel programma del 9 ottobre.

Spostandoci in Piemonte, in occasione del F@Mu, la Fondazione Paideia e il Museo Nazionale del Cinema di Torino presenteranno un workshop gratuito sul cinema di animazione. Un laboratorio dal titolo “Moving Puppets”, rivolto ai bambini a partire dagli 8 anni, che vedrà i partecipanti sperimentare la magia dell’animazione in stop-motion creando una storia collettiva. L’attività si svolgerà nell’Aula Paideia, all’interno della Mole Antonelliana, simbolo della città.

Gli appuntamenti più belli nell’Italia centrale

Numerose le iniziative a Roma, in musei civici e monumenti del territorio. Un’occasione per ritrovarsi insieme in famiglia e condividere un patrimonio culturale che è di tutti. Da non perdere una visita ai Musei Capitolini, dove si terrà un laboratorio rivolto ai più piccoli dedicato al lavoro dell’archeologo, mentre all’Ara Pacis si potrà partecipare a una visita dedicata a grandi e piccini, con un particolare accento sulle analogie e le differenze tra la vita dei bambini in epoca romana e i piccoli di oggi.

A Firenze, anche quest’anno i Musei Civici Fiorentini e MUS.E aderiscono alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. Tra gli appuntamenti da non perdere c’è l’iniziativa “Il palazzo a occhi chiusi” a Palazzo Vecchio, tra i monumenti imperdibili della città, per famiglie con bambini a partire dagli 8 anni, ideata per dimostrare che la vista non è l’unico senso messo in gioco durante una visita in un museo. Visitatori vedenti e non vedenti si affiancheranno per un’esperienza fondata sul tatto, sull’udito e sull’olfatto.

A Montefalco (uno dei 100 borghi del  cuore scelti da SiViaggia), in provincia di Perugia, domenica 9 ottobre farà tappa “UAU – L’arte di essere bambini”, ideato da Archi’s Comunicazione e co-finanziato dalla Regione Umbria, per avvicinare le famiglie, in particolare i più piccoli, al mondo dell’arte. Grandi e piccini saranno coinvolti in divertenti laboratori educativi, trekking urbano e visite guidate che trasformeranno in gioco l’esperienza al museo.

Se, invece, volete esplorare il borgo di Fossombrone, in provincia di Pesaro e Urbino, potrete farlo con una camminata alla scoperta del centro storico e di alcuni dei suoi bellissimi musei, con ingresso alla chiesa di San Filippo, Pinacoteca e Museo Archeologico a un prezzo ridotto di 3 euro per adulti, e visite gratuite per ragazzi fino ai 18 anni.

I musei dove andare in famiglia al Sud

Anche al Sud non mancano gli appuntamenti dedicati ai più piccoli, in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. A Napoli, i Servizi educativi del Museo e Real Bosco di Capodimonte proporranno ai più piccoli e alle loro famiglie percorsi appositamente studiati, capaci di avvicinare con un linguaggio ad hoc ai capolavori della collezione permanente. Tutti i bambini avranno una mappa tematica, di linguaggio immediato. Gli esperti guideranno i piccoli visitatori, di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, alla scoperta delle splendide opere d’arte custodite nell’iconica Reggia.

Se siete in Puglia, non perdetevi il ricco programma del Museo di Storia Naturale di Foggia, dove dalle ore 10.30 alle ore 11.30 ci sarà un’attività di approfondimento scientifico, organizzata in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi. I curatori risponderanno alle curiosità dei partecipanti su flora, fauna ed ecosistemi naturali del territorio, rappresentativi di una ricca biodiversità. Sarà presente anche un interprete L.I.S, per i visitatori non udenti. Dalle ore 17.30 alle ore 19.30, si terrà, invece, il laboratorio “Diversi ma uguali nel regno animale”, anche questo aperto all’intera famiglia.

In occasione del F@Mu, la Pinacoteca civica di Reggio Calabria si trasformerà in spazi colmi di colori, risa, voci, movimenti, domande, musiche. L’ iniziativa prevede una visita guidata, durante la quale alcune opere custodite all’interno del museo saranno analizzate per capirne le diversità e le somiglianze. Sotto la guida del personale museale, i piccoli visitatori assisteranno alla proiezione di un filmato e realizzeranno alcune attività laboratoriali per raccontare la bellezza e la ricchezza nelle differenze culturali.

Troverete, infine, splendide iniziative anche a Palermo, dove ci sarà un’avvincente visita didattica all’Orto Botanico dedicata alle famiglie che vogliono ritrovarsi insieme, per conoscere e scoprire la storia e bellezza di questo incantevole luogo. Al Castello della Zisa, invece, si svolgerà una divertente e dinamica visita gioco, durante la quale bambini e adulti, a suon di rime e indovinelli, ricostruiranno la storia di questo antico edificio patrimonio UNESCO.

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Realtà o illusione? In questo museo nulla è come sembra

Organizzare un viaggio a Firenze è sempre un’ottima idea. Il capoluogo toscano è celebre in tutto il mondo per essere la culla del Rinascimento. Qui, infatti, sono conservati alcuni dei capolavori artistici e architettonici più importanti del mondo e della storia dell’arte.

La Galleria dell’Accademia, che ospita la splendida scultura del David di Michelangelo, la Galleria degli Uffizi dove si trovano le opere di Botticelli e di Leonardo da Vinci e poi, ancora, il maestoso Duomo con la cupola progettata da Brunelleschi. Queste sono solo alcune delle tappe imprescindibili da non perdere per chiunque arrivi a Firenze.

Ma quella tra l’arte e il capoluogo della Toscana è una storia d’amore che non è destinata a finire. Lo dimostra il fatto che è proprio attraverso lo strumento artistico, che si evolve e rinnova le sue forme, che la città continua a offrire esperienza superlative e inedite. Come quella che si può vivere all’interno del Museo delle Illusioni di Firenze, dove nulla è come sembra.

Bentornati a Firenze

Ogni viaggio che ci conduce nella culla del Rinascimento è destinato a stupire. Perché Firenze è davvero bellissima, e anche quando crediamo di aver visto tutto, il capoluogo della Toscana torna a sorprenderci.

Lo fa con quegli scorci meravigliosi che si aprono all’improvviso durante una semplice passeggiata sul pittoresco fiume Arno, lo fa con la sua storia che vive e sopravvive in ogni angolo, strada e quartiere, sugli edifici e sui muri della città. Lo fa con il cibo e con le tradizioni culinarie caratteristiche che vengono tramandate da secoli.

E poi lo fa con la natura, con i giardini incantati che rappresentano un patrimonio paesaggistico unico al mondo. E, ancora, con l’arte, quella del passato, del presente e del futuro.

Ed è un viaggio nell’arte quello che compiamo oggi e che ci riporta di nuovo a Firenze. Un’avventura unica e straordinaria che non assomiglia per niente alle gallerie, alle mostre e alle esposizioni temporanee che abbiamo visitato fino a questo momento. Perché in città esiste un luogo che fonde sapientemente la scienza con l’arte, ma che espone i risultati di questo connubio attraverso forme inedite, sorprendenti e apparentemente ingannevoli. Perché nel Museo delle Illusioni nulla è come sembra.

Museo Delle Illusioni, Firenze

Fonte: Museo Delle Illusioni

Museo Delle Illusioni, Firenze

Dentro il Museo delle Illusioni

Disegnare con la luce, creare ombre, vivere momenti indimenticabili nel mondo sottosopra: queste sono solo alcune delle esperienze che si vivono all’interno del Museo delle Illusioni inaugurato nell’agosto del 2022.

Uno spazio grandioso, che si snoda su una superficie di 600 metri quadri, che ospita stanze ottiche, ombre misteriose, specchi, statue e ambienti surreali dove le illusioni fanno da sfondo all’incontro tra scienza e arte.

Fisica e ottica vengono esposte insieme in un percorso dove nulla è come sembra, e fanno da cornice a opere d’arte misteriose e indovinelli classici. L’eccezionale esperienza visiva, poi, è arricchita dall’intrattenimento interattivo dedicato a grandi e bambini.

È un’esperienza immersiva, quella che si vive all’interno dello spazio espositivo, che invita le persone a osservare le cose conosciute sotto un altro punto di vista che è lontano dalla logica.

Se volete mettervi alla prova, allora, non vi resta che organizzare un altro viaggio nella splendida città di Firenze. Il Museo delle Illusioni si trova all’interno del palazzo Tornaquinci Della Stufa a Borgo degli Albizi.

Museo Delle Illusioni, Firenze

Fonte: Museo Delle Illusioni

Museo Delle Illusioni, Firenze
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In Italia esiste un museo a cielo aperto sul mare: è spettacolare

Esistono luoghi che non smettono mai di stupirci e di incantarci perché ospitano meraviglie straordinarie, siano esse create da Madre Natura o dall’uomo. Sono gli stessi posti che ogni giorno ci esortano a metterci in viaggio, a percorrere chilometri in lungo e in largo per scoprire il mondo.

Eppure non sempre abbiamo bisogno di andare così lontano per lasciarci meravigliare dalla grande bellezza che appartiene ai luoghi del pianeta. Anche il nostro Paese, infatti, non smette mai di stupirci. E proprio quando crediamo di aver visto tutto, lui torna a sorprenderci.

Proprio come fa il Museo d’Arte sul Mare di San Benedetto del Tronto, un teatro di sculture e opere d’arte situato sul lungomare della cittadina marchigiana che rappresenta un unicum in Italia, il più bell’esempio visivo di convivenza tra uomo e natura, tra arte e paesaggio.

Il Museo d’Arte sul Mare

Ci troviamo nel cuore della Riviera delle Palme, in quella ridente e dinamica cittadina che negli anni ha saputo trasformarsi in un’importante polo turistico che attira ogni anno migliaia di viaggiatori. Stiamo parlando di San Benedetto del Tronto, una vivace località in provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche, che sorge proprio sulle rive del mare Adriatico.

Situata in una posizione strategica, questa località balneare è riuscita negli anni ad ampliare un’offerta sempre più variegata per i viaggiatori che concilia il divertimento, con la natura, il mare e l’arte. Sì perché proprio lungo il molo sud, centro nevralgico della vita cittadina, è sorto un museo a cielo aperto, un’incredibile esposizione permanente che è un invito ad ammirare la grande bellezza incorniciata da un paesaggio d’eccezione, quello del mare che si perde all’orizzonte. Benvenuti al MAM, il Museo d’Arte sul Mare.

"Tipo da spiaggia", Museo d'Arte sul Mare

Fonte: Museo d’Arte sul Mare

“Tipo da spiaggia”, scultura. Museo d’Arte sul Mare

Una galleria d’arte a cielo aperto

Inaugurato nel giugno del 2012, il MAM è un concentrato di bellezza senza eguali. Questo museo permanente all’aperto si sviluppa lungo tutto il molo sud di San Benedetto del Tronto ospitando oltre 200 opere d’arte.

In questa galleria en plein air ci sono 185 sculture e 24 murales realizzati durante il Simposio “Scultura Viva” ed il “Festival dell’Arte sul Mare”, eventi che hanno visto il coinvolgimento di 183 artisti provenienti da tutto il mondo. Emerge così un teatro sul mare dove l’arte e la scultura accompagnano cittadini e viaggiatori in questa passeggiata delle meraviglie vista mare.

Le origini del MAM risalgono al 1986 quando il Circolo dei Sambenedettesi scelse di far realizzare un monumento dedicato al gabbiano Jonathan Livingstone proprio sul quel tratto di lungomare che già rappresentava la passeggiata preferita dai cittadini.

A distanza di dieci anni, su quella stessa passeggiata, venne organizzata la prima edizione del Simposio internazionale di scultura, “Scultura Viva”, così il Museo d’Arte sul Mare stava prendendo vita. Anno dopo anno, grazie alle successive edizioni della manifestazione, la passeggiata venne trasformata in una vera e propria galleria a cielo aperto. Una trasformazione, questa, che continua ancora oggi e che vede ogni anno il museo arricchirsi di nuove e inedite opere.

Tantissimi i capolavori da ammirare e contemplare, come quel Presepe in travertino caratterizzato da 9 sculture rivolte verso il mare, lì dove è stata creata una Natività sommersa e visibile nell’acqua.

Non solo sculture però. Il Museo d’Arte sul Mare di San Benedetto del Tronto, che si estende per un chilometro, ospita anche un’area dedicata alla street art, come confermano gli straordinari murales che si stagliano contro il mare e che portano la firma di artisti italiani e internazionali.

Museo d'Arte sul Mare

Fonte: Museo d’Arte sul Mare

Museo d’Arte sul Mare
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Curiosità itinerari culturali musei Viaggi

Abbiamo trovato il museo più inquietante del mondo. Pronti a entrare?

La chirurgia dei giorni nostri è lontana anni luce da quella dei secoli scorsi. La bravura del medico adesso come allora non veniva messa in dubbio, ma nel corso dell’800 quello che faceva la differenza era la velocità nell’eseguire gli interventi. Alcuni dei migliori chirurghi del XIX secolo hanno lavorato proprio all’interno della soffitta dell’Old St Thomas Church che fungeva da sala operatoria e che adesso è diventato un vero e proprio museo tutto da scoprire.

Una sala operatoria diventata museo

L’Old Operating Theatre Museum è la più antica sala operatoria d’Europa che un tempo si trovava nel campanile della chiesa barocca di St Thomas, Southwark, a Londra, dove sorgeva il St Thomas’ Hospital. Teatro di operazioni fino al 1862, quando l’ospedale è stato trasferito nel quartiere di Lambeth, la sala chirurgica è rimasta nascosta a lungo. Soltanto nel 1957 c’è stata la sua riscoperta, prima della decisione di trasformare la sala in un museo.

Conosciuta come Sala delle Erbe, prima di diventare una vera e propria sala operatoria la stanza veniva utilizzata dal farmacista dell’ospedale per essiccare le piante medicinali, sfruttando i soffitti alti e le navate che ne favorivano il processo. È solo nel 1822 che l’essiccatoio è stato trasformato in una vera e propria sala operatoria.

All’interno del museo, oltre al tavolo operatorio, è possibile ammirare tutti gli strumenti chirurgici del periodo, come ad esempio quelli per la coppettazione, quelli utilizzati per il sanguinamento, la trapanazione o la perforazione del cranio.

La stanza, però non era stata concepita solo per operare i pazienti, ma anche per dimostrare agli studenti le moderne tecniche chirurgiche del tempo.

Gli antichi strumenti chirurgici

Fonte: Getty Images

Gli strumenti chirurgici presenti nell’Old Operating Theatre Museum

Operazioni senza anestesia

La sala operatoria diventata un’attrazione era stata costruita per le pazienti donne del vicino reparto femminile e veniva utilizzata solo dal ceto basso che, a differenza di quello alto, non poteva permettersi cure mediche a domicilio e nemmeno eseguire interventi direttamente in casa propria. Queste pazienti, quindi, erano disposte a tutto, anche diventare delle cavie pur di avere assistenza. La maggior parte dei casi riguardava amputazioni, perché non potendo assicurare un ambiente antisettico, le operazioni interne potevano essere pericolose.

Le condizioni igieniche dei medici e della sala operatoria erano scarse, il sangue che cadeva a terra durante l’operazione, non veniva rimosso col lavaggio ma raccolto e assorbito dai trucioli di legno. A peggiorare la situazione c’erano gli studenti che assistevano alle operazioni.

Il tavolo operatorio, infatti era posto al centro della sala circondato ai lati da gradoni che ospitavano gli studenti giunti lì per assistere alle tecniche chirurgiche avanguardistiche e ammirare la rapidità dei medici dell’epoca. Ma perché era così importante imparare ad eseguire un intervento in pochi minuti? Perché fino al 1847 ancora non venivano utilizzati gli anestetici, ai pazienti veniva fornito solo un legnetto da mettere tra i denti per limitare le urla, ma anche alcool e oppiacei per attutire il dolore.

Durante le operazioni il medico doveva essere così bravo da riuscire ad eseguire le amputazioni in pochi minuti, perché più velocemente veniva rimosso un arto, minore era il rischio di infezione e maggiori le probabilità di sopravvivenza. Varcare oggi la soglia di questo museo significa fare un tuffo nel passato e scoprire tutte le tecniche chirurgiche ormai dimenticate.

Sala interna dell'Old Operating Theatre Museum

Fonte: Getty Images

Cimeli d’epoca presenti nell’Old Operating Theatre Museum
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Questi sono i musei più famosi del mondo: li hai visitati tutti?

Che tu sia un amante dell’arte o se, semplicemente, quando viaggi hai voglia di immergerti nella cultura del posto, devi sapere che i musei sono il luogo adatto in cui scoprire opere che lasciano senza fiato. Ma se l’Italia è la culla dell’arte per eccellenza, in giro nel mondo ci sono altrettanti musei che meritano di essere visitati almeno una volta nella vita.

In Europa, America o Africa, ovunque andrai potrai ammirare mostre uniche e rimanere incantato da dipinti e sculture pronti a conquistarti al primo sguardo.

I musei più belli in Europa

L’Italia è ricca di musei, se nel Belpaese gli Uffizi e i Musei Vaticani sono i più apprezzati, nel resto dell’Europa devono condividere lo scettro con altri luoghi altrettanto affascinanti. A Londra ad esempio il British Museum con la sua ampia collezione è in grado di regalare una conoscenza approfondita delle diverse culture, siano esse grandi o piccole.

Milioni di persone provenienti da ogni angolo del globo, poi, non possono fare a meno di visitare il Museo del Louvre di Parigi. La presenza della Gioconda e della Venere di Milo sono il biglietto da visita per eccellenza, ma non mancano opere altrettanto affascinanti appartenenti alle epoche più disparate. Madrid con il suo stile architettonico inconfondibile racchiude nel Museo Nacional del Prado, una serie di opere apprezzatissime che ne fanno uno dei luoghi in cui fare tappa quando si visita la capitale spagnola.

Il museo del Louvre a Parigi

Fonte: iStock/TomasSereda

La piramide del museo del Louvre

I musei più famosi in America

Quando si pensa all’America, i primi musei che vengono in mente sono il “Met”, Metropolitan Museum of Art di New York e il Museum of Modern Art (MoMA): entrambi riescono ad attirare milioni di visitatori ogni anno grazie all’ampia collezione di opere d’arte provenienti da tutto il mondo.

Sempre nel Nord America è il Messico a riservare alcune delle chicche più amate dai visitatori, al suo interno ospita infatti la più grande collezione al mondo di monete appartenenti all’era preispanica e coloniale.

Spostandoci in America del Sud, c’è il Museo dell’Oro di Bogotà che con la sua collezione dedicata al prezioso materiale rimane uno dei luoghi più incredibili in cui apprezzare la storia del posto. È il Perù, con la sua capitale Lima, che ti lascia a bocca aperta con il Museo archeologico Rafael Larco Herrera che può essere considerato una vera e propria testimonianza della cultura e della vita quotidiana dei peruviani, compresa la loro vita sessuale.

L'esterno del Met di New York

Fonte: iStock/peterspiro

Il Metropolitan Museum of Art di New York

Il fascino dell’arte orientale

La cultura orientale con il suo fascino senza tempo si può trovare perfettamente conservata a Pechino, all’interno del Museo Nazionale della Cina le opere del periodo imperiale, della seconda guerra mondiale, dell’epoca comunista e quella moderna è possibile fare un viaggio all’interno della storia cinese.

Diversa è l’atmosfera che si respira nel Museo Ghibli di Tokyo voluto dal creatore d’anime Hayao Miyazaki che attira i visitatori perché trasporta in un mondo magico proprio come quello dei suoi fumetti.

Il Museo Ghibli

Fonte: iStock/mizoula

Il Museo Ghibli di Tokyo, voluto da Hayao Miyazaki

La bellezza dell’Africa nei suoi musei

Misteriosa e fuori dal tempo, l’arte africana può essere ammirata all’interno del Museo Maison Tiskiwin di Marrakesh, al cui interno si può trovare una ricca collezione di oggetti di artigianato appartenenti al popolo Amazigh e Tuareg. Nel Museo Nazionale di Nairobi, poi, la cultura, la storia, la natura e l’arte africana sono raccontate attraverso i fossili e le opere contenute al suo interno.

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Un parco artistico magico colora l’entroterra calabro

Nel cuore della Calabria, a Mammola, nella parte più a sud della provincia di Reggio Calabria e nascosto ai piedi dell’Aspromonte c’è MuSaBa, un parco museo a cielo aperto immerso nella vallata del Torbido e a circa una decina di chilometri dalle acqua cristalline del Mar Ionio. Un progetto nato nel 1969 per opera di due artisti visionari, Nick Spatari e Hiske Maas che, dopo diverse collaborazioni di pregio con personaggi di spicco del panorama artistico contemporaneo, tra cui Picasso, Sartre, Le Corbusier, Jean Cocteau, Max Ernst, ecc., decisero di donare una nuova vita a un posto abbandonato della Locride, sul versante Ionico della Calabria. Nel cuore di un’area dalle bellezze mozzafiato.

Un parco museo e laboratorio di arte contemporanea, nato intorno ai resti di un antico monastero del X secolo. E un luogo che unisce tra loro il moderno all’antico, in un turbinio di emozioni da vivere e in cui immergersi totalmente sperimentando in prima persona l’arte e l’universo di colori, materie, forme, tecniche e genialità creativa che lo caratterizzano.

La storia

MuSaBa, Parco Museo Laboratorio Santa Barbara, nasce sul finire degli anni ’60 inizialmente come associazione Museo Santa Barbara per poi diventare, nel corso del 2014, MuSaBa Fondazione Spatari/Maas. Un sogno che è stato reso reale dalla volontà di due giovani artisti, Nick Spatari, di origine calabrese e nato proprio a Mammola (scomparso a 91 anni nel 2020) e la moglie e artista olandese Hiske Maas, conosciuta nel periodo in cui i due vissero a Parigi.

Dopo qualche anno trascorso a Milano, dove aprirono la Galleria Studio Hiske, accessibile ad artisti e non, i due decisero di tornare al paese natale di lui, appunto Mammola e ritrovandosi immersi in un luogo in cui la natura aveva preso il sopravvento, piena di bellezza, energia e mistero. E fu esattamente qui che, ammaliati dal posto, decisero di stabilirvisi e di iniziare la realizzazione di un progetto visionario, audace ma carico dei sogni di entrambi, il Museo Santa Barbara, pensato per essere un mix tra parco-museo-scuola e laboratorio d’arte.

Un progetto che di fatto, riporta l’artista alle sue origini, nel luogo in cui si sviluppò la sua vena artistica che proprio qui si mostra in tutta la sua forza e creatività.

Il progetto

Inizialmente, quando i due giovani arrivano nel 1969, quello che trovarono non era altro che un insieme di resti abbandonati, testimonianza di un’epoca passata e, fino a quel punto, dimenticata. Un rudere, certo, ma carico di storia, di fascino e di magia.

Circondato dalla natura selvaggia ma anche di un’atmosfera magnetica e di straordinaria potenza di cui i due artisti si innamorano all’istante, decidendo di donare nuova vita alla zona e iniziando la promozione un progetto di recupero durato circa cinquant’anni. L’obiettivo era quello di realizzare delle iniziative culturali per la promozione del patrimonio architettonico e ambientale calabrese e che oggi si snoda all’interno di bellissimo parco di 7 ettari in cui poter ammirare le opere realizzate nel corso del tempo da Nik e Hiske e da altri artisti contemporanei internazionali.

Il tutto in un museo d’arte a cielo aperto dal fascino suggestivo e dall’alto valore artistico immerso in un contesto naturale di pura bellezza e tra i ruderi del monastero sul quale è nato.

Cosa vedere a MuSaBa

Un piano ampio, che si sviluppa in un concentrato d’arte a 360° e che, tra le altre, ha visto la creazione di opere e progetti volti all’arricchimento di tutti.

Come la foresteria, una delle opere più imponenti del MuSaBa, nata per assolvere alle diverse esigenze funzionali del parco museo. Un luogo realizzato ispirandosi alla vita monastica, in cui sono presenti delle stanze o “celle”, con ben 22 posti letto, decorate secondo il genio creativo dell’artista. Qui, nel chiostro della foresteria stessa, è possibile ammirare il Mosaico Monumentale ad opera dello stesso Spatari. Un produzione artistica carica di colori (segno distintivo dell’artista), architettura e geometrie, e che raffigura una serie di scene tratte dalla tradizione cristiana e alla civiltà sumera.

Un’opera magistrale e in cui le migliaia di piastrelle colorate utilizzate per la composizione del mosaico danno vita a uno spettacolo senza fine che vi rimarrà nel cuore per sempre.

Musaba mosaico

Fonte: Wikipedia

Il Mosaico Monumentale

All’interno del chiostro, poi, è possibile vedere anche L’Ombra della sera, una scultura alta ben 15 metri realizzata interamente in ferro che raffigura la sagoma di un uomo sottile, come una sorta di guardia posta a difesa del museo e dell’arte tutta.

Altra opera da non perdere e che rende MuSaBa un luogo carico di vitalità, energia, magia e avanguardia artistica, poi, è il laboratorio di sperimentazione artistica realizzato dal recupero dell’ex stazione ferroviaria Santa Barbara. Patrimonio per artisti e per chiunque voglia cimentarsi nell’arte e dar sfogo alla propria creatività. Ma non solo. Perché le opere da ammirare a MuSaBa sono davvero tante e una più affascinante dell’altra.

Come, per esempio, La farfalla, un’opera iconica posta all’esterno della foresteria, il Concetto universale che nelle forme richiama una piramide, così come la chiesa di Santa Barbara, dove fermarsi ad ammirare rapiti Il sogno di Giacobbe, opera di Spatari che ricopre quelle che un tempo furono l’abside e la volta della chiesa e la Rosa dei Venti, l’ultimo grande lavoro di Nik e Hiske che venne ultimata nel corso del 2013.

Oltre alle innumerevoli opere dei due creatori del luogo e di altri numerosi artisti del panorama internazionale. Che nel corso degli anni hanno visitato, abitato e donato il loro contributo, lasciando al parco museo opere e interventi artistici di puro splendore e che potete trovare disseminate in tutto il parco.

Un viaggio nella bellezza, che racconta la storia d’amore vissuta dai due artisti e l’amore e totale devozione verso l’arte, in ogni sua forma, colore o dimensione. E di cui, grazie al MuSaBa e alla determinazione di chi ne ha consentito la nascita, è possibile godere in un’esperienza emozionale e visiva a 360°. Lasciandosi trasportare dalle sensazioni che solo il connubio armonioso tra arte e natura sanno suscitare. Il tutto unito dallo spirito libero di entrambe e dalla magia della terra che le ospita.

Non resta che correre a vistare questo luogo dai tratti surreali.

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L’isola-museo che dovresti scoprire quest’estate

Forse la Finlandia non vi sembra una meta estiva, eppure per gli abitanti del posto i mesi caldi sono motivo di festa e celebrazioni. Un luogo ricco di natura, paesaggi meravigliosi e una cultura di scoprire. Per vivere al meglio le vacanze estive finlandesi la meta perfetta da visitare è Seurasaari. Un’isola e un distretto di Helsinki, nota soprattutto come sede del Museo all’aperto di Seurasaari, un complesso di vecchi edifici in legno trapiantati da altre parti della Finlandia e collocati nel fitto paesaggio forestale dell’isola.

L’isola di Seurasaari

Su questa piccola isola l’estate è vivace e piena di eventi e momenti speciali, da godere in compagnia. Infatti, moltissimi abitanti di Helsinki vengono a Seurasaari per godersi l‘atmosfera rurale e pacifica e l’aria aperta fresca e pulita. L’isola ospita anche una grande varietà di fauna selvatica, in particolare uccelli, ma anche scoiattoli rossi e lepri, un luogo bulico e da favola.

L’estate sull’isola

L’isola di Seurasaari si anima soprattutto è a metà estate, quando un enorme falò viene costruito su un isolotto appena al largo della costa dell’isola e acceso da una coppia di sposini. Una tradizione che attira sempre migliaia di persone, sia turisti che abitanti di Helsinki, ad assistere dallo spettacolo suggestivo. Per godere al meglio l’evento, la gente si raduna sulle sponde di Seurasaari oppure si serve di alcune barche di legno, che rendono il tutto ancora più magico.

L'estate a Seurasaari

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L’estate a Seurasaari, in Finlandia, dove non cala mai il sole

Il sole di mezzanotte a Seurasaari

Il momento più unico e speciale di tutta la Finlandia è il sole di mezzanotte, quel fenomeno astronomico che si manifesta nelle regioni polari quando il sole non cala mai resta lì, ad illuminare l’orizzonte, permettendoci di godere la luca anche di notte. Seurasaari è il posto ideale, dove stendere un telo mare e sedersi ad ammirare il regalo che la natura ci fa ogni estate.

La celebrazioni di mezza estate

Nei Paesi del Nord Europa tra il 20 e il 25 giugno si festeggia, il solstizio d’estate è un momento molto sentito. Non fa eccezione la Finlandia, che in queste settimane si trasforma in un luogo magico, allegro, pieno di brio ed entusiasmo. In questo periodo notte e giorno si confondono, la luce del sole predomina e i finlandesi ne approfittano per festeggiare.

Il museo a cielo aperto

Il Museo all’Aperto di Seurasaari è una celebrazione della varietà di stili architettonici che compongono il Paese. Il complesso consta di 87 strutture trasferite sull’isola che dà il nome al museo che illustrano come si viveva nelle campagne locali tra il XVIII e il XX secolo. Si sono possono ammirare chiese, fattorie e residenze signorili, un vero assaggio degli usi finlandesi.

Un’isola adatta a tutti

Seurasaari è selvaggia, ricca di natura, animali, piante e spiagge. Pensate che proprio qui si trova una delle sole due spiagge per nudisti di Helsinki e una delle sole tre nell’intero paese. A differenza delle altre spiagge per nudisti, la spiaggia è segregata per uomini e donne separatamente senza area nudista unisex ed è a pagamento. Ma questo rende il posto ancora più unico.

Una meta da raggiungere per godere l’estate in modo diverso, alternativo, con tanta magica e un’atmosfera unica.

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In Molise c’è un piccolo borgo che sembra un museo a cielo aperto

L’Italia è un Paese meraviglioso che non smette mai di stupire. Lo sanno i viaggiatori del mondo, che giungono nella terra del sole e del mare per viverla, e lo sappiamo noi che percorriamo in lungo e in largo lo Stivale per scoprire quali sorprese questo ancora ci riserva.

E tra i mari, le montagne, i siti naturalistici e i monumenti storici e iconici ci sono anche loro, i borghi. Luoghi intrisi di fascino, di storia e di cultura, di tradizioni antiche e perpetuate nei secoli. Luoghi sospesi nel tempo e nello spazio che incantano per la loro genuinità, per la forza di restare ancorati al passato e il coraggio di guardare il futuro.

Come ha fatto e continua a fare Civitacampomarano, il piccolo borgo del Molise che è rinato grazia alla street art e che oggi è diventato un museo a cielo aperto tutto da scoprire.

Civitacampomarano

Civitacampomarano

Civitacampomarano: il borgo dei murales

Incastonato negli Appennini alla stregua di un tesoro prezioso, Civitacampomarano è diventato l’emblema del coraggio, così come coraggiosi lo sono i suoi abitanti. Il piccolo borgo del Molise, situato a circa 40 chilometri da Campobasso, condivide con molti altri borghi d’Italia lo stigma dello spopolamento.

Sono appena 400 le anime che vivono in questo comune che domina un paesaggio mozzafiato, che hanno scelto di restare nonostante tutto. Ma oggi queste persone non sono più sole perché sono circondate da quei viaggiatori che si mettono in cammino per scoprire il borgo, per ammirare gli splendidi murales che sono stati disegnati sulle case vuote e sui vecchi edifici e per partecipare a un festival straodinario.

Da borgo quasi dimenticato a museo a cielo aperto: è questa la storia di Civitacampomarano legata indissolubilmente alla figura di Alice Pasquini, street artist di origini romane, che nel 2014 ha cambiato il destino del borgo grazie alla scelta di venire qui per dipingere i muri del centro storico quasi completamente disabitato.

Civitacampomarano

Civitacampomarano

Un museo a cielo aperto

Cos’è Civitacampomarano oggi? Un museo a cielo aperto, un luogo dove storia, colore e arte convivono e meravigliano tutte le persone che scelgono di venire a scoprire il territorio molisano.

La sua seconda vita, come abbiamo anticipato, è iniziata del 2014 quando la street artist romana ha scelto di venire nel borgo e colorarlo. Alice Pasquini ha dipinto le vecchie porte, le finestre e i muri di quelle case bellissime lasciate vuote da chi ha scelto di cercare fortuna altrove. Ma questo non era abbastanza, così nel 2016 ha organizzato quella che è stata la prima edizione del Cvtà Street Fest.

In quell’occasione street artist di fama internazionale hanno creato delle vere e proprie opere d’arte sui muri del borgo portando avanti quel dialogo inaugurato anni prima dalla Pasquini. Ma quello era solo l’inizio perché anno dopo anno, nel mese di giugno, il festival è diventato un appuntamento ricorrente e indissolubilmente legato al territorio destinato a colorare tutto il borgo e ad attirare artisti e viaggiatori provenienti da ogni parte dello stivale.

Oggi Civitacampomarano è come un libro meraviglioso: ogni edificio assume le sembianze di una pagina da sfogliare che conserva tantissime storie da scoprire e da preservare oggi e domani.

Civitacampomarano

Civitacampomarano, opera di Alice Pasquini

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Quest’isola-museo è il luogo perfetto per celebrare l’estate

La fine della primavera è uno dei periodi più attesi dai viaggiatori di tutto il mondo perché è questo il momento perfetto per pianificare le prossime avventure da vivere durante la stagione estiva.

C’è chi sceglie di trascorrere l’estate tra le meraviglie della natura, chi pianifica vacanze vista mare e chi ancora si ritira tra le campagne e le colline. Indipendentemente dalle vostre preferenze, però, c’è una cosa che tutte le persone in questo periodo sono chiamate a fare: celebrare questa stagione e tutto ciò che la riguarda. E noi abbiamo trovato il posto perfetto per farlo.

Il suo nome è Seurasaari e vi anticipiamo che non ci troviamo né sotto il sole caldo delle Hawaii, né tanto meno tra i celebri locali di Ibiza, ma in Finlandia, e più precisamente sull’isola che appartiene alla sua capitale.

Juhannus: l’estate in Finlandia

Messe da parte quelle che sono le destinazioni estive più quotate dai viaggiatori, ci rechiamo in Finlandia e più precisamente a Seurasaari per celebrare l’estate. Perché abbiamo scelto di recarci proprio in Nord Europa in estate è presto detto, è questo il momento in cui il sole di mezzanotte diventa protagonista assoluto della quotidianità dei cittadini.

Il fenomeno astronomico che si verifica nelle regioni polari, e che vede il sole assoluto protagonista sia di giorno che di notte, è capace di rendere la vacanza estiva in questo Paese una vera e propria esperienza magica. A questo si aggiungono tutti quei misteri antichi e mai risolti che appartengono alla tradizione e alle storie locali.

E sono proprio queste storie locali che prendono vita in estate, durante la Juhannus, la più grande celebrazione estiva in Finlandia. “Una notte senza notte”, come la chiamano i cittadini, durante la quale è possibile incontrare fate e elfi, cacciare via la negatività e fare buoni propositi.

Le tradizioni locali vogliono l’accensione di grandi e maestosi falò che si snodano lungo la costa del Paese, nelle campagne e presso i laghi, appiccati per spaventare gli spiriti maligni. Ne risulta così uno spettacolo luminoso e scintillante senza uguali che affonda le sue radici in storie antichissime. I cittadini e i viaggiatori che giungono qui in questo periodo si riuniscono davanti al fuoco per parlare, cantare e danzare.

Le feste di mezza estate in Finlandia, e più in generale in Nord Europa, diventano così un modo per riscoprire e vivere il folclore all’insegna della musica popolare, della danza e del divertimento. La più bella, secondo noi, è proprio quella che si svolge a Seurasaari, l’isola museo di Helsinki.

Seurasaari: la festa di mezza estate

Quando parliamo di festa di mezza estate, ci riferiamo a tutte quelle celebrazioni che si tengono nei vari Paesi del Nord Europa tra il 20 e il 25 giugno, in occasione del solstizio d’estate. La Finlandia, ovviamente, non è immune ai festeggiamenti e con la complicità del sole di mezzanotte questo momento si trasforma in pura magia.

Sono molti i cittadini che si spostano dalle loro città per raggiungere Helsinki e soprattutto la sua isola. A Seurasaari, infatti, si tiene ogni anno una delle più belle feste di mezza estate di tutto il Paese.

Sull’isola finlandese, già celebre per essere un musei a cielo aperto dotato di un’atmosfera rurale e sospesa nel tempo, nei giorni di festa viene acceso il juhannuskokko, un grande falò al largo delle acque dell’isola che, come da tradizione, deve essere inaugurato da una coppia di neo sposi.

In questa occasione, migliaia di cittadini e turisti giungono sull’isola per celebrare l’estate sotto il sole che non tramonta. Altri restano sulla costa per ammirare lo spettacolo e altri ancora danno il via alle danze su navi e imbarcazioni che restano attraccate a Seurasaari.

Seurasaari, festa di mezza estate

Seurasaari, festa di mezza estate