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Piemonte, terra di bellezza: viaggio tra i luoghi più suggestivi

Se Torino è una città ricca di bellezze, dove storia e cultura si intrecciano in un luogo dalle mille meraviglie, tutto il Piemonte è uno scrigno di piccole perle altrettanto affascinanti e suggestive. Panorami incantevoli, come quelli delle Langhe o del lago Maggiore, racchiudono borghi deliziosi dove il tempo sembra davvero essersi fermato. E tra le montagne, con una splendida vista sulle Alpi, ecco stagliarsi fortificazioni dall’aspetto misterioso.

Quali sono i posti imperdibili del Piemonte? Partiamo insieme alla scoperta di indiscusse meraviglie.

Il Ricetto di Candelo, gioiello medievale

Nel comune di Candelo, in provincia di Biella, sorge il grazioso Ricetto di Candelo, una delle testimonianze storiche più affascinanti della regione. Il borgo, con le mura in ciottoli disposte a lisca di pesce, promette infatti un’emozionante viaggio nel passato.

Nato tra il XIII e il XIV secolo per volere della popolazione locale, il Ricetto di Candelo aveva in origine la funzione di deposito per i prodotti agricoli. Tuttavia, nei momenti di pericolo e durante i conflitti, diveniva un rifugio sicuro per gli abitanti, protetto dalle robuste mura fortificate. Oggi, riconosciuto tra i Borghi Più Belli d’Italia e noto come la “Pompei medievale del biellese”, continua a raccontare la sua storia tra le stradine lastricate e all’ombra delle antiche costruzioni.

Oltrepassata la porta torrione, sovrastata da un grande arco, ci si ritrova nella piazzetta del ricetto, laddove si erge il Palazzo del Principe, realizzato da Sebastiano Ferrero nel 1496, che rappresenta l’evoluzione di un insieme di cantine preesistenti trasformate in una sorta di torre. Le strade del borgo, chiamate con il francesismo “rue”, si distinguono per la particolare pavimentazione in ciottoli inclinati, studiata per favorire il deflusso delle acque.

Ogni edificio del Ricetto sa sorprendere: al piano terra, un tempo adibito a stalla o cantina, si accede direttamente dalla strada, mentre il piano superiore, il solarium, era destinato all’essiccazione delle granaglie e si raggiungeva tramite una balconata in legno. Passeggiando tra queste antiche strutture, si può visitare anche l’Ecomuseo della Vitivinicoltura, per conoscere da vicino la tradizione contadina e la cultura enologica del territorio.

Poco distante, merita una sosta la Chiesa di Santa Maria, dalla facciata romanica, che custodisce al suo interno affreschi di grande valore artistico e pregiati capitelli, testimoni della maestria artigianale dell’epoca.

La Morra, belvedere delle Langhe

Nel cuore delle Langhe, a pochi chilometri da Alba, vale la pena visitare l’incantevole borgo de La Morra, fiore all’occhiello della zona di produzione del celebre Barolo, che si distingue per la posizione privilegiata sulla sommità di una collina, da cui si gode di un panorama senza eguali sulle vigne a perdita d’occhio.

Il centro storico si sviluppa attorno alla piazza principale, su cui si affacciano edifici di grande interesse architettonico. La Chiesa barocca di San Martino e la Confraternita di San Rocco raccontano la storia di un paese profondamente legato alla sua identità culturale. Poco distante, un piccolo giardino triangolare cresce sull’antico cimitero, mentre il Municipio e l’ex casa del corpo di guardia completano il quadro a dir poco idilliaco.

Una delle tappe imperdibili è poi la Cantina Comunale, dove è possibile degustare e acquistare i vini della zona. Salendo verso Piazza Castello, lo sguardo viene rapito da uno dei belvedere più spettacolari delle Langhe, tra colline ricoperte di vigneti e scorci da cartolina.

Infine, nella frazione dell’Annunziata, si trova l’ex abbazia benedettina di San Martino di Mercenasco, attuale sede del Museo Ratti dei Vini. Da qui partono i celebri sentieri del vino e la “Mangialonga”, un evento enogastronomico che consente di gustare i sapori del territorio con uno splendido percorso tra le vigne.

La Sacra di San Michele, panorama incredibile

Sacra di San Michele, Torino

Fonte: iStock

Vista panoramica della Sacra di San Michele

Maestosa, imponente, avvolta da un’aura mistica: la Sacra di San Michele domina la Val di Susa dall’alto del Monte Pirchiriano, a 962 metri di altitudine. L’antico complesso monastico, simbolo del Piemonte, ha ispirato Umberto Eco nella stesura del noto romanzo “Il nome della rosa”.

Costruita tra il 983 e il 987, l’abbazia si erge in una posizione strategica che regala una vista difficile da descrivere a parole sulla valle e su Torino. La meravigliosa architettura, con elementi romanici e gotici, è testimone di secoli di storia e spiritualità. Oltre alla chiesa principale, risalente al XII secolo, la Sacra ospita le tombe di alcuni membri della famiglia reale di Casa Savoia.

Dedicata all’Arcangelo Michele, difensore del popolo cristiano, la Sacra rappresenta una delle tappe principali di un lungo percorso di pellegrinaggio che collega Mont-Saint-Michel, in Francia, a Monte Sant’Angelo, in Puglia. La sua sagoma svettante, incorniciata dai boschi della Val di Susa, è un baluardo che attira ogni anno migliaia di visitatori.

Il fascino della Sacra di San Michele si percepisce fin dal primo sguardo, ma è avvicinandosi che la sua energia diventa tangibile. I sentieri che si snodano tra i boschi, calpestati dai pellegrini per secoli, conducono a un luogo di rara bellezza, dove arte, storia e fede si fondono in un’esperienza che non si può dimenticare.

Gli Orridi di Uriezzo, al cospetto del canyon

La Valle Antigorio, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, cela uno spettacolo naturale di straordinaria bellezza: sono gli Orridi di Uriezzo, un canyon modellato nei millenni dalla forza dell’acqua. Gole spettacolari, scavate dallo scioglimento dell’antico Ghiacciaio del Toce, regalano ai visitatori un viaggio tra rocce levigate e giochi di luce che lasciano senza fiato.

Al termine dell’ultima glaciazione, circa dodicimila anni fa, il ghiacciaio iniziò a ritirarsi, dando origine a torrenti impetuosi che scavarono profondi cunicoli e meravigliose cavità. Oggi, gli Orridi di Uriezzo si suddividono in diverse zone, ognuna con caratteristiche uniche. L’Orrido Sud, noto come Tomba d’Uriezzo, è il più impressionante, con una lunghezza di circa 200 metri e pareti che si innalzano fino a 30 metri. L’Orrido Nord-Est, più piccolo ma altrettanto suggestivo, si estende per 100 metri, mentre l’Orrido Ovest si sviluppa in due tratti distinti. Infine, l’Orrido Vallaccia, sotto la Chiesa di Baceno, risulta di difficile accesso ma conserva un’impronta selvaggia e incontaminata.

Esplorare gli Orridi di Uriezzo significa ritrovarsi in un paesaggio primordiale, dove la natura ha scolpito forme incredibili e ogni angolo mostra la potenza degli elementi.

Il Parco Naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero, il paradiso tra le vette

Perla della Val d’Ossola, il Parco Naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero incanta chiunque vi arrivi grazie allo straordinario paesaggio alpino. Istituito nel 1995, il parco abbraccia due magnifiche conche alpine e si estende sui comuni di Baceno, Crodo, Trasquera e Varzo, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola.

L’Alpe Veglia, raggiungibile da Varzo attraverso la Val Cairasca, è una meta ideale per gli amanti del trekking. Qui, le ampie distese di pascoli si fondono con boschi di larici e laghi cristallini come il Lago d’Avino, il Lago del Bianco e l’ammaliante Lago delle Streghe, che danno vita a un ambiente fiabesco perfetto per escursioni a pieno contatto con la natura.

L’Alpe Devero, accessibile da Baceno attraverso la Valle di Devero, è invece il regno degli sport invernali. Con i suoi impianti sciistici, offre piste battute e percorsi fuoripista per sciatori e snowboarder in cerca di avventura. Per gli escursionisti esperti, il percorso che conduce fino a Binn, in Svizzera, passando dal Bivacco Combi Lanza a oltre 2000 metri di altitudine, rappresenta una sfida tutta da vivere.

La Palazzina di Caccia di Stupinigi, il fascino regale del Barocco

Splendida Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino

Fonte: Ph @ELENAPHOTOS – iStock

Splendida Palazzina di Caccia di Stupinigi

A pochi chilometri da Torino, nel comune di Nichelino, da segnare in lista è la sontuosa Palazzina di Caccia di Stupinigi, una delle più coinvolgenti espressioni dell’architettura barocca in Europa. Commissionata da Vittorio Amedeo II e progettata dal celebre architetto Filippo Juvarra, la storica residenza rappresenta un vero e proprio viaggio nella magnificenza della dinastia sabauda.

Con i sontuosi saloni affrescati, i giardini eleganti e l’inconfondibile statua del cervo che sovrasta la sommità della cupola, la Palazzina è una tappa imprescindibile per chi desidera immergersi nell’atmosfera fastosa della corte reale piemontese.

Ceresole Reale, oasi del Parco del Gran Paradiso

Parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso, Ceresole Reale è un autentico gioiello montano, incastonato tra le cime alpine della provincia di Torino. Borgo pittoresco, deve il nome al re Vittorio Emanuele II che frequentava la zona per le battute di caccia, e si presenta come un’esperienza unica tra natura, sport e storia.

Il Lago di Ceresole, dalle acque turchesi, è il luogo ideale per rilassarsi con passeggiate rigeneranti o gite in bicicletta. Durante l’inverno, invece, il paesaggio si trasforma in una scenografica pista che fa la gioia degli appassionati di sci di fondo.

Ma non è ancora tutto. I dintorni, a loro volta, disegnano panorami che scaldano il cuore, come il Lago di Serrù, un gioiello alpino abbracciato dalle vette, e il Colle del Nivolet, a oltre 2.600 metri di altitudine, da cui si aprono magici scenari plasmati da praterie d’alta quota, laghi glaciali e dalla presenza della fauna selvatica, tra cui stambecchi e aquile reali.

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Vacanze sulla neve tra sport, relax e sapori autentici in Alto Adige

Se chiudi gli occhi e immagini la vacanza invernale perfetta, probabilmente vedi montagne innevate, giornate all’aria aperta, momenti di puro relax in una spa panoramica e serate davanti a un piatto gourmet. E se ti dicessimo che in Alto Adige puoi avere tutto questo (e molto di più)? Qui troverai hotel da sogno pensati per farti vivere un’esperienza indimenticabile: che tu voglia una fuga romantica all’insegna del relax o un’avventura sulla neve, al Falkensteiner Hotel Antholz e al Falkensteiner Hotel Kronplatz troverai esattamente ciò che cerchi.

Falkensteiner Hotel Antholz, relax esclusivo solo per adulti

Se desideri staccare la spina e immergerti in un’oasi di tranquillità, il Falkensteiner Hotel Antholz è il rifugio perfetto. Situato a 1.500 metri di altitudine, questa struttura riservata agli adulti è circondata da un paesaggio invernale da cartolina, dove la neve è sempre garantita. Qui la giornata inizia con una ricca colazione regionale, perfetta per prepararsi a una ciaspolata tra i boschi innevati o a un’escursione nel silenzio della natura. Nel pomeriggio, al ritorno, ti aspetta invece un delizioso spuntino, mentre la sera potrai lasciarti conquistare da un menù gourmet che celebra i sapori autentici dell’Alto Adige.

Ma dopo una giornata sulla neve, il relax è d’obbligo: l’Acquapura SPA, con i suoi 1.000 m² di benessere, ti accoglie con con una fantastica piscina interna ed esterna riscaldata, un mondo di saune e trattamenti esclusivi a base di cosmetici naturali. Se vuoi un soggiorno ancora più speciale, scegli una delle nuove suite con lounge relax e un moderno design alpino.

Relax al Falkensteiner Hotel

Fonte: Falkensteiner Hotels & Residences

Relax in piscina al Falkensteiner Hotel Antholz

E di notte, il fascino della montagna continua: puoi ammirare un cielo stellato mozzafiato direttamente dalla tua camera, grazie al telescopio disponibile su richiesta. A soli 2 km dall’hotel, poi, ti aspetta uno dei luoghi più suggestivi dell’Alto Adige: il magico lago di Anterselva, incorniciato da cime innevate. Se ami lo sport, l’hotel è il punto di partenza ideale per sci di fondo, ciaspolate, escursioni invernali, sci alpinismo e slittino. E se vuoi una giornata sugli sci, il Plan de Corones con le sue piste perfette è a soli 20 minuti di distanza. Un rifugio esclusivo, dove natura, benessere e gusto si fondono per offrirti una vacanza unica.

Falkensteiner Hotel Kronplatz, il paradiso per sportivi di tutte le età

Se invece sogni una vacanza attiva, il Falkensteiner Hotel Kronplatz è quello che fa per te. Questo hotel 5 stelle “for all”, parte del prestigioso circuito The Leading Hotels of The World, è pensato per chi ama lo sport, l’avventura e il comfort senza compromessi. Situato proprio accanto alla stazione a valle del Plan de Corones, è la scelta di chi vuole godersi le piste senza perdere neanche un minuto. E se viaggi in famiglia, i prezzi ridotti per i bambini lo rendono ancora più conveniente.

E dopo una giornata intensa sugli sci, puoi rilassarti nella Acquapura Summit SPA, ispirata alla filosofia del flusso, o immergerti nella spettacolare piscina rooftop con vista panoramica sulle montagne innevate. Per i buongustai, il ristorante con concept 7Summit e Open.Kitchen prepara piatti ispirati alle montagne più alte d’Europa, un vero viaggio tra i sapori alpini. Il soggiorno include colazione e cena gourmet, per un’esperienza culinaria completa.

Vuoi un tocco di esclusività in più? L’Experience Concierge è a tua disposizione per organizzare esperienze su misura, dalle escursioni più avventurose alle attività più rilassanti.

Dopo una giornata sugli sci o tra le mille attività outdoor, non c’è niente di meglio che rientrare in questo angolo di paradiso. Sport, benessere e tanto divertimento: la combinazione perfetta per una vacanza da sogno.

Falkensteiner Hotel

Fonte: Falkensteiner Hotels & Residences

Il Falkensteiner Hotel Kronplatz visto dall’alto

Ski & Relax, il pacchetto ideale per un inverno da favola

Se vuoi alternare adrenalina e benessere, i Falkensteiner Hotels hanno pensato a te con il pacchetto Ski & Relax, disponibile fino al 15 aprile 2025: sport sulla neve e puro relax, per vivere l’inverno fino alla primavera. Ad Anterselva, puoi provare lo sci di fondo o il biathlon, sfruttando la vicinanza con lo stadio che ospita la Coppa del Mondo. Se preferisci un’esperienza più tranquilla, le ciaspolate tra le Dolomiti ti regaleranno panorami incantevoli.

A Plan de Corones, invece, ti aspettano oltre 120 km di piste perfettamente preparate, snowpark per gli amanti dello snowboard e tante altre attività, come escursioni in motoslitta o romantiche gite in slitta trainata dai cavalli. E non finisce qui. Se scegli un hotel 5 stelle aderente, ricevi un credito di 30 € per camera a notte, da utilizzare per servizi esclusivi. Se invece preferisci un hotel 4 o 4 Stelle Superior, il credito sarà di 20 € per camera a notte.

Se fai parte dello Spirit Club, il vantaggio è ancora maggiore: all’arrivo riceverai un credito di benvenuto di 60 € per camera a notte negli hotel 5 stelle e 40 € negli hotel 4 e 4 Stelle Superior, da usare per esperienze wellness, trattamenti rigeneranti o cene gourmet. L’offerta è limitata e soggetta a disponibilità, quindi meglio non aspettare troppo per prenotare. Il periodo di viaggio è fino a fine aprile 2025, con condizioni variabili a seconda della struttura e della stagione. Un’opportunità imperdibile per godersi la neve e il relax in un contesto da sogno.

Dopo una giornata sulla neve, è tempo di relax e buon cibo

Dopo una giornata intensa, il relax è d’obbligo. Entrambi gli hotel offrono esperienze wellness di altissimo livello.

Cucina gourmet al Falkensteiner Hotel

Fonte: Falkensteiner Hotels & Residences

Cucina gourmet al Falkensteiner Hotel Kronplatz

Al Falkensteiner Hotel Antholz, prova un bagno con le essenze di conifere per sciogliere le tensioni muscolari. Al Falkensteiner Hotel Kronplatz, rilassati nella sauna finlandese panoramica con vista sulle vette innevate. E ovunque tu sia, concediti un bagno nelle piscine riscaldate outdoor: immergersi nell’acqua calda mentre fuori nevica è un’esperienza che non dimenticherai facilmente.

Per concludere la giornata in bellezza, lasciati conquistare dalla cucina gourmet: specialità altoatesine come speck e canederli fatti in casa ad Antholz, oppure una raffinata reinterpretazione della cucina tirolese con un tocco innovativo a Kronplatz.

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Carnevale autentico in montagna: tradizioni e maschere tra le vette

Quando pensiamo al Carnevale, l’immaginazione vola subito ai coriandoli colorati di Venezia o ai carri allegorici di Viareggio. Ma c’è un Carnevale meno conosciuto, più selvaggio e suggestivo, che si svolge tra le cime innevate e i borghi incantati delle montagne italiane.

Qui, tra maschere, riti e tradizioni secolari, la festa si trasforma in un’esperienza fuori dal tempo, dove folklore e natura si fondono in un’atmosfera magica.

Partiamo, allora, per un viaggio alla scoperta dei Carnevali da segnare in agenda.

Il Carnevale di Laives

Carri allegorici spettacolari, danze travolgenti, coreografie sorprendenti e l’inconfondibile profumo dei krapfen nell’aria: il Carnevale di Laives è molto più di una semplice festa, è un appuntamento imperdibile che anima la “città delle mele” con energia e allegria. Un evento, tra i più importanti dell’Alto Adige, che da anni unisce la comunità in un’esplosione di creatività, musica e tradizione.

Programma di domenica 23 febbraio:

  • Ore 10: esposizione dei carri lungo via Kennedy (dal tratto tra via Dante e il supermercato Eurospar);
  • Ore 13: partenza ufficiale della sfilata da via Kennedy, Laives;
  • Ore 16: arrivo della sfilata a Pineta, premiazione dei gruppi vincitori e festa con musica e ristoro fino alle ore 18 in piazzetta Don Domenico Penner.

E non finisce qui. Un comodo trenino-navetta gratuito collegherà Laives e Pineta per tutta la durata della manifestazione. Nel parco di Pineta, i più piccoli potranno divertirsi con giochi e gonfiabili. Infine, da non perdere il Concorso Miglior Maschera e Mascherina.

Il Carnevale di Courmayeur

Nel cuore delle Alpi, ai piedi del Monte Bianco, il Carnevale di Courmayeur, Lo Camentran, è un’esperienza che va oltre la semplice festa. È un’immersione totale nei colori, nei suoni e nei sapori che da tempo definiscono cotanto gioiello in montagna. Camentran, che significa “che entra in quaresima“, segna il passaggio dalla festa alla riflessione, ma lo fa con un mix di ironia e spensieratezza che rende questo evento unico nel suo genere.

Le strade di Courmayeur si trasformano in un palcoscenico all’aperto dove le tradizioni si fondono con un’atmosfera vibrante e moderna. Le maschere storiche, come il Vioù e la Viéille, il Vecchio e la Vecchia, camminano per il paese, salutando l’arrivo del Carnevale con il suono dei campanacci, mentre il profumo irresistibile della seuppa (una ricca zuppa di fontina, salsicce e pane nero) invita tutti a fermarsi e assaporare il meglio della cucina locale.

Il Carnevale di Courmayeur inizierà quest’anno con la maschera Lé Beuffon, che percorrerà le frazioni di Courmayeur il 1° marzo, per proseguire il 2 marzo nel centro della città, dove la festa diventa un’esplosione di allegria per le strade, con balli, suoni e colori che animano ogni angolo. Il 3 marzo, Lé Beuffon arriverà anche in Val Ferret, portando il Carnevale fin negli angoli della valle.

Martedì Grasso 4 marzo culmina con il tradizionale Camentran, un evento che mescola danze, maschere e il profumo del minestrone di Carnevale che viene servito in Piazza Abbé Henry, insieme a formaggi e salumi locali.

Per chi poi è alla ricerca di un Carnevale più dinamico, quest’anno il 7 marzo si terrà il Carnevale sui pattini al Courmayeur Sport Center, un’opportunità per pattinare in maschera tra giochi e merende per i più piccoli e rendere la giornata ancora più speciale. La festa prosegue con la sfilata dei gruppi carnevaleschi l’8 marzo, che anima le vie del centro storico di Courmayeur. Infine, il Dinner & Carnival Party concluderà la serata con la premiazione del miglior costume.

Il Carnevale in Val d’Ega

Sfilata del Carnevale in Val d'Ega

Fonte: Ph @LIVE-STYLE_Agency

Momento di festa al Carnevale in Val d’Ega

Perfino sulle candide montagne della Val d’Ega (Bolzano), che d’inverno si mascherano sotto un sobrio e glaciale trucco bianco, il Carnevale porta una ventata di colore e allegria. Come ogni anno, anche nel 2025 il cuore del Patrimonio dell’Umanità UNESCO batte al ritmo di una variopinta tradizione che innesca una sfilata in grado di tingere con la sua contagiosa euforia le vette di Catinaccio e Latemar.

Il clima di festa dilaga in particolare a Nova Levante e a Nova Ponente, località in qualche modo gemelle che sembrano rivaleggiare tra loro per il primato della leggerezza in quel periodo in cui ogni scherzo vale.

A Nova Levante, il nome Fasching in Schuffa sta a indicare lo storico evento carnevalesco che per una settimana, a partire dal 27 febbraio, libera per le strade del paese i cosiddetti “Schuffener” in costume tradizionale (da “Schuffa”, che nel dialetto della zona significa “brodo di latte”, alimento base dei contadini in tempi antichi). Il momento clou, tra festeggiamenti, dolci tipici e scherzi, è il 4 marzo, quando in scena (dalle 15:03) va il grande corteo carnevalesco, con costruzione, passaggio e premiazione dei carri, nonché finale esplosivo con DJ set dalle 22:00.

Di dimensioni più contenute, ma altrettanto entusiasmante, è il corteo carnevalesco organizzato ogni due anni a Nova Ponente. La sfilata dal titolo Hessn Fosnocht parte alle 14:30 del 27 febbraio dal Bar Luise in direzione della piazza del paese, location della cerimonia di premiazione dei più originali carri allegorici e dei migliori gruppi a piedi, alla quale seguirà una festa allestita dal Club Sportivo. Dalle ore 19:00, party nella cantina dell’albergo Rössl.

Il Carnevale di Valdieri

Sfilata del Carnevale Alpino di Valdieri

Fonte: Ph @Ente Gestione Aree Protette Alpi Marittime

Sfilata del Carnevale Alpino di Valdieri

Dal 21 al 23 febbraio 2025, a Valdieri (Cuneo) si festeggia il Carnevale Alpino, organizzato a Aree Protette Alpi Marittime / Ecomuseo della Segale, Comune di Valdieri e Unità Pastorale Valle Gesso, insieme alla comunità di Valdieri.

Assoluto protagonista è l’Orso di Segale, mitico orso lunare in grado di predire la fine dell’inverno scrutando il cielo notturno.

Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, così lontane da sfuggire persino alla memoria degli anziani, i veri custodi della tradizione. Ciò che è certo, però, è che ogni anno, puntuale nel periodo di Carnevale, l’Orso si desta dal suo lungo letargo e torna a scatenarsi tra le vie di Valdieri, in Valle Gesso.

Avvolto nel suo caratteristico costume (ancora oggi realizzato a mano, con filamenti intrecciati di paglia di segale) semina scompiglio tra la folla: spaventa i bambini, infastidisce i passanti, sfugge abilmente ai domatori e a chiunque tenti di fermarlo. Ma dietro il suo caos giocoso si cela un messaggio antico e potente: il suo arrivo segna il passaggio dall’inverno alla primavera e alla Quaresima, e annuncia che la stagione fredda sta per lasciare spazio a nuova vita.

Da non perdere, domenica 23 febbraio, la “gnoccolata” in piazza a Valdieri, con musica e danze popolari che accompagneranno il rogo del fantoccio di paglia per portare simbolicamente via l’inverno, lasciando il posto alla luce e ai colori della primavera.

Il Carnevale in Valtellina

Sfilate con carri allegorici, abitanti mascherati e spettacoli: il Carnevale è una festa che sempre più viene apprezzata sia da grandi sia da piccini, che per l’occasione si travestono da personaggi buffi con l’obiettivo di trascorrere una giornata all’insegna del divertimento.

In Valtellina, il Carnevale non rappresenta solamente un momento di gioia e allegria ma è un vero tuffo nel passato dove molti paesi della Provincia di Sondrio offrono la possibilità di rivivere antiche tradizioni e credenze.

Carnevale a Morbegno

La piccola cittadina di Morbegno festeggerà Carnevale il primo weekend di marzo. Il momento più atteso è quello di domenica 2 marzo, che prevede la classica parata lungo le vie di Morbegno con oltre 20 carri allegorici.

Particolarità del Carnevale morbegnese è la collaborazione con la storica società artigiana Fratelli Cinquini Scenografie di Viareggio, città famosa per il Carnevale e specializzata nell’allestimento carri che porta in Valtellina il suo sapere. Ad attendere grandi e piccoli ci saranno numerosi momenti di divertimento e spettacoli. Per i più piccoli, invece, è prevista una sfilata sabato 1° marzo.

Carnevale a Sondrio

Domenica 23 febbraio la città di Sondrio festeggerà il Carnevale dei Ragazzi, una manifestazione che vanta oltre 60 anni di storia. La giornata inizia con stand gastronomici e street food presenti in Piazza Garibaldi e nelle vie del centro storico; nel primo pomeriggio parte la vera e propria sfilata dei carri allegorici e, al termine, è prevista la premiazione dei carri più particolari e dei gruppi mascherati che si sono distinti per creatività.

Lo stesso giorno si festeggia il Carnevale anche a Chiuro, un paese situato a pochi chilometri di distanza da Sondrio. La sfilata, con partenza alle ore 14.00 dalla Piazza S. Quadrio, attraverserà le vie del paese per poi terminare con una gustosa merenda per tutti.

Domenica 9 marzo, invece, è il turno di Tresivio, situato anch’esso nelle vicinanze di Sondrio, con la classifica sfilata dei carri allegorici da Sant’Abbondio dalle ore 14.00 e, alle ore 16.00, merenda in compagnia.

Carnevale di Tirano

Domenica 9 marzo Tirano torna a ospitare, dopo anni di assenza, il Gran Carneval Tiranes, un evento che celebra la tradizione del carnevale Ambrosiano e che mira a regalare una giornata all’insegna della gioia e del divertimento.

Il programma, dalle ore 14.00, prevede la sfilata in Viale Italia dei carri allegorici, maschere e musica: gli abitanti e i turisti sono invitati a mascherarsi ed essere parte attiva di questo evento.

Carnevale a Grosio

Domenica 9 marzo è anche la volta di Grosio, il cui Carnevale vanta una lunga tradizione, che viene raccontata dagli abitanti del paese che sfilano indossando antiche maschere tipiche; tra le varie ci sono il Carneval Vecc e la Magra Quaresima, due figure che rappresentano rispettivamente un signore rubicondo e una vecchietta magra vestita con stracci, come simbolo del passaggio dalle baldorie del Carnevale al rigore della Quaresima.

L’evento da sempre cattura l’attenzione di tutti i grosini, che si attivano dai mesi precedenti per dare vita a un entusiasmante spettacolo e, al tempo stesso, suscita grande interesse tra i turisti che visitano Grosio proprio per il rinomato Carnevale.

Carnevale a Bormio

Sfilata del Carnevale del Rio a Sondalo

Fonte: Ph Ufficio Stampa

Sfilata del Carnevale del Rio a Sondalo

Bormio è rinomata per ospitare il Carnevàl di Mat, un evento folkloristico in cui, solo per questa giornata così particolare, viene eletto il Podestà di Mat. Il potere passa quindi nelle mani di Arlecchino e della Compagnia di Mat che si divertono leggendo pettegolezzi che riguardano i cittadini. Oltre a questo momento di divertimento, è prevista anche la classica sfilata dei carri per le vie del centro storico guidata dagli Arlecchini. Il Carnevàl di Mat è in programma il 2 marzo.

Non lontano da Bormio si trova Sondalo, un piccolo comune che il 23 febbraio celebra la settima edizione del Carnevale del Rio. Gli abitanti del paese si impegnano per creare maschere e costumi colorati da mostrare durante la sfilata dei carri lungo le vie; novità di quest’anno è il Carneval Kids, un’area dove ragazzi e bambini potranno divertirsi con spettacoli di magia e giochi coinvolgenti. L’appuntamento è in programma per domenica 23 febbraio e prenderà il via alle ore 13.00 presso il Parcheggio Palù, in pieno centro, con la sfilata dei carri e dei gruppi mascherati.

Ulteriori feste e divertimenti per bambini in tutto il comprensorio di Bormio.

Carnevale a Livigno

Livigno e la vicina Trepalle si preparano per dare il via ai festeggiamenti di Carnevale. Le vie di Livigno verranno invase da colorati carri domenica 2 e lunedì 3 marzo mentre Trepalle festeggerà il Carnevale giovedì 27 febbraio e martedì 4 marzo.

Durante le quattro giornate sono previsti sfilate di carri, giochi pensati per i più piccoli ed eventi collaterali.

Carnevale in Valchiavenna

Domenica 23 febbraio è il turno della cittadina di Chiavenna: l’appuntamento prevede la sfilata per le vie del centro storico per poi terminare nella zona di Pratogiano con eventi, premiazioni e musica.

Domenica 2 marzo e sabato 8 marzo, invece, tocca a Campodolcino: se domenica si svolgerà la sfilata carnevalesca seguita da una merenda in oratorio, il programma di sabato propone laboratori per ragazzi e bambini.

Infine, il Carnevale a Madesimo si svolgerà sabato 1° marzo e sabato 8 marzo: il ricco programma prevede sfilata dei carri, premiazione delle maschere, baby dance e aperitivi.

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La Thuile, le piste più belle tra discese leggendarie e panorami mozzafiato

Incastonato tra il maestoso massiccio del Rutor, la piramide del Grand Assaly e la catena del Monte Bianco, La Thuile è un affascinante borgo alpino valdostano a 1.441 metri di altitudine, rinomato per essere una delle destinazioni sciistiche più spettacolari delle Alpi, capace di conquistare anche gli amanti delle sfide più estreme. È infatti il cuore dell’Espace San Bernardo, uno dei comprensori sciistici più vasti della regione, un’area sciabile con un unico skipass internazionale, aperta quest’anno fino al 21 aprile, che vanta ben 152 km di piste che si estendono fino in Francia, collegando La Thuile a La Rosière.

A pochi minuti dall’uscita dell’autostrada, La Thuile garantisce un’esperienza sciistica completa: impianti moderni e senza lunghe attese, giornate sulla neve all’insegna del divertimento e discese per ogni tipo di sciatore. Per gli esperti, la celebre pista ‘3 Franco Berthod’ rappresenta una vera e propria sfida, ma accanto a questa discesa leggendaria, il comprensorio offre una vasta scelta di piste adatte a tutti i livelli.

Ci sono infatti 33 facili, 35 medie e 14 difficili, oltre a 4 piste di sci alpinismo, 2 stadi di slalom, snowpark, pista di boarder cross, 2 fun cross area, zona di free rider, zona snowkite e 2 parchi giochi per bambini. Dai tracciati blu e rossi del Piccolo San Bernardo, Fourclaz e Belvedere, alle discese più tranquille per chi desidera godersi il panorama senza troppa adrenalina, scopriamo le piste più belle di La Thuile, che si conferma una meta perfetta per famiglie, principianti e sciatori esperti.

Skirama La Thuile

Fonte: Ufficio Stampa

Skirama dell’Espace San Bernardo a La Thuile

Pista 3 Franco Berthod, la regina delle discese

La pista 3 Franco Berthod è senza dubbio la più celebre di La Thuile, e per un buon motivo. Con una pendenza che arriva al 76%, è una delle più ripide e tecniche d’Italia. Questo tracciato leggendario si apre con una curva in contropendenza, seguita da un breve falsopiano che introduce in un bosco di larici. Ma la vera sfida arriva con il tratto più ripido, un muro che tocca il 73% di pendenza, spesso ghiacciato, dove anche i più esperti devono fare i conti con la difficoltà della neve dura e la discesa a picco. Dopo il tratto più tecnico, la pista si fa più larga e più accessibile, ma solo per chi ha davvero il controllo sulla sciata.

Spesso definita “la Kitzbühel delle donne”, la pista 3 Franco Berthod ha ospitato numerose competizioni internazionali, tra cui due gare di Coppa del Mondo di sci femminile e due Coppe del Mondo di telemark, e si è guadagnata un posto tra le piste più impegnative dell’intero circuito di Coppa del Mondo. Dal 14 al 15 marzo 2025 sarà di nuovo protagonista, quando sulle sue nevi si disputeranno le prove di discesa libera e SuperG della Coppa del Mondo di sci alpino femminile.

La competizione non è solo una festa per gli appassionati di sport, ma anche per coloro che vogliono vivere un’esperienza unica, osservando da vicino le migliori atlete del mondo mentre affrontano una delle piste più spettacolari e difficili d’Europa.

Come arrivare

Da La Thuile, seggiovia Bosco Express e poi Chalets Express, da cui seguendo la pista 14 si arriva all’inizio della pista 3, ampiamente segnalata.

Quota di partenza: 2310 m
Lunghezza: 3800 m
Dislivello: 800 m
Livello: Difficile

Pista 37 Maison Blanche, una nera per i più esperti

Con il suo dislivello di 143 metri e una pendenza che mette alla prova anche i più esperti, la nuova pista nera Maison Blanche rappresenta una sfida da non perdere. Immersa in un bosco alpino, questa pista si sviluppa su due muri tecnici e impegnativi, senza curve particolarmente difficili, ma comunque perfetta per chi cerca una discesa adrenalinica. La qualità della neve, sempre impeccabile grazie al sistema di innevamento artificiale, rende ogni discesa un’esperienza emozionante.

Come arrivare

Da La Thuile, seggiovia Maison Blanche, seguire per un breve tratto la pista n. 36 e si arriva all’inizio della pista 37.

Quota di partenza: 1650 m
Lunghezza: m 430
Dislivello: 143 m
Livello: Difficile

Pista 11 Boulevard, ideale per i principianti

Non solo discese estreme, La Thuile offre anche ampie opportunità per chi è alle prime armi con lo sci. La pista 11 Boulevard, con i suoi 1.300 metri di lunghezza e un dislivello di 150 metri, è una delle “piste baby” più estese del comprensorio, l’ideale per i principianti che vogliono imparare in un ambiente sicuro e rilassante.

Con un percorso dolce e senza tratti ripidi, questa pista che si sviluppa lungo il lato destro della seggiovia La Combe, è perfetta per chi vuole prendere confidenza con gli sci, circondato da panorami mozzafiato che spaziano sul maestoso massiccio e il ghiacciaio del Rutor. Un aspetto che rende questa pista ancora più affascinante è la sua esposizione soleggiata, che garantisce condizioni di neve ottimali, lungo un tracciato ampio che non risulta mai troppo impegnativo.

Come arrivare

Da La Thuile, telecabina Les Suches e seggiovia La Combe, oppure seggiovia Chaz Dura Express con discesa alla prima fermata intermedia.

Quota di partenza: 2326 m
Lunghezza: 1300 m
Dislivello: 150 m
Livello: Facile

Panorama comprensorio La Thuile

Fonte: Ufficio Stampa – credits: Joel Vierin

Panorama delle piste dell’Espace San Bernardo, La Thuile

Pista 7 San Bernardo, la più lunga

Per gli sciatori che amano le lunghe discese, la pista 7 San Bernardo è un must. Con i suoi 11 km di lunghezza, è una delle più lunghe d’Italia. Il percorso inizia dal Chaz Dura a 2.579 metri di altitudine e scende fino al paese di La Thuile, a 1.470 metri. Nonostante la sua lunghezza, la pendenza non è mai troppo ripida, rendendola accessibile anche a sciatori di livello intermedio. Il tratto finale offre panorami spettacolari e un’esperienza sciistica che regala emozioni in ogni curva.

Come arrivare

Da La Thuile, telecabina Les Suches e seggiovia Chaz Dura Express fino a monte, dove inizia la pista 7.

Quota di partenza: 2570 m
Lunghezza: 11000 m
Livello: Media

Pista Defy, fuoripista per i più audaci

Per chi cerca l’emozione pura, la pista Defy è la vera sfida di La Thuile. Con una pendenza che arriva al 72%, questo percorso non battuto è riservato ai più esperti, con gobbe e rocce che rendono la discesa particolarmente tecnica e impegnativa. La pista è segnalata sulle mappe, ma viene spesso dichiarata chiusa per via delle sue condizioni difficili. Nonostante ciò, per gli sciatori più audaci, è un’esperienza unica da vivere a contatto con la natura più selvaggia.

Come arrivare

Da La Thuile, telecabina Les Suches e seggiovia Chaz Dura Express, seguire il primo tratto della pista 7 fino alla partenza della seggiovia Belvedere, alla cui destra inizia la pista 27.

Quota di partenza: 2615 m
Lunghezza: 1050 m
Tipo pista: Neve fresca
Livello: Difficile

Tariffe skipass La Thuile

Il prezzo dello skipass giornaliero per adulti durante la stagione invernale, senza distinzione tra alta e bassa stagione, è di 56 euro, valido per l’intero comprensorio Espace San Bernardo (La Thuile + La Rosière). Sono previste riduzioni speciali per i senior e tariffe dedicate ai giovani grazie a un’agevolazione tipica della Valle d’Aosta rispetto ad altre regioni italiane. Per i ragazzi fino a 16 anni è previsto uno sconto del 30% sulla tariffa, mentre per i giovani fino a 24 anni la riduzione è del 20%.

Per favorire le famiglie e avvicinare i più piccoli allo sci, i bambini fino a 8 anni (nati dopo il 31/10/2016) sciano gratuitamente, purché il biglietto venga acquistato insieme a uno skipass giornaliero per adulti o ‘young’ pagante (in caso contrario, si applica una tariffa promozionale di 14 euro). I principianti hanno a disposizione oltre 13 km di piste facili e skipass giornalieri a prezzi vantaggiosi:

Tapìs Edelweiss: tariffa unica per tutte le età: € 9,00.
Giornaliero Green Beginner: valido tutto il giorno sul tapìs Edelweiss e seggiovia Maison Blanche: € 19,00.
Giornaliero Blue Beginner: valido tutto il giorno sul tapìs Edelweiss, seggiovia Maison Blanche, seggiovia La Combe, e include un’andata e ritorno con la Telecabina DMC: € 33,00.

Inoltre, acquistando lo skipass online – anche la mattina stessa dell’utilizzo – è possibile ottenere tariffe scontate in base al periodo della stagione invernale. Se lo si acquista sul portale di La Thuile o tramite l’App Espace San Bernardo (lato La Thuile) e non si possiede la tessera ricaricabile, è possibile acquistarla insieme allo skipass al costo di 2 euro. La tessera può essere ritirata presso le biglietterie delle Funivie Piccolo San Bernardo o alle casse automatiche Smartcash, attive durante la stagione invernale ed estiva 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, situate vicino al Punto Giallo Blu/Biglietteria.

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Laghi di montagna in Trentino-Alto Adige, i tesori nascosti tra le Alpi

Il Trentino-Alto Adige, si sa, è uno scrigno ricco di meraviglie naturali tutte da esplorare. Tra le cime più celebri dell’arco alpino sono incastonati come diamanti tanti piccoli e grandi laghi: distese d’acqua cristallina che cambiano aspetto con lo scorrere delle stagioni.

Se siete amanti del trekking, delle avventure in mountain bike, oppure cercate un’oasi di pace in cui rilassarvi e da raggiungere facilmente in auto, ecco una selezione di alcuni dei laghi del Trentino più belli da raggiungere.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili in auto

Se viaggiate in famiglia con bambini o volete raggiungere facilmente in auto uno degli splendidi laghi del Trentino-Alto Adige, ecco alcune mete da non perdervi per rilassarvi sulle rive, avventurarvi in sport acquatici o camminare a passo lento nella natura incontaminata.

Lago di Cei

Altitudine: 918 m s.l.m.

Sembra uscire direttamente da un dipinto di Monet, il Lago di Cei. Situato a Villa Lagarina, a mezz’ora d’auto da Trento, nel cuore dell’area protetta di Pra dell’Albi–Cei, questo specchio d’acqua incanta con le sfumature della vegetazione che lo abbraccia, tra faggi, canneti ed iris blu che fioriscono quando scoppia la primavera. A sorvegliarlo c’è la catena dei monti Stivo, Cornetto e Bondone. In ogni stagione cambia il proprio abito, passando dal foliage ai colori vividi dell’estate, fino alla candida neve che lo ricopre in inverno. Il Lago di Cei è perfetto per un break dalla vita quotidiana in un ambiente tranquillo immerso nella natura.

Come arrivare: in auto, da Rovereto si attraversano i paesi di Villa Lagarina, Pedersano e Castellano, seguendo la SP 20 fino al lago, dove sono presenti tre parcheggi gratuiti dove poter lasciare la macchina. Da Trento, si prosegue verso sud, attraversando prima Mattarello e poi Aldeno. Da lì si prosegue sulla SP 20 fino al lago.

Quando andare: il Lago di Cei è una meta adatta a ogni stagione.

Lago di Ledro

Altitudine: 655 m s.l.m.

Il Lago di Ledro è un piccolo gioiello incastonato tra le montagne del Trentino, a solo 30 minuti da Riva del Garda. È una meraviglia non solo per le sue acque cristalline, ma anche per la sua importanza archeologica: un abbassamento del livello di acqua, nel 1929, ha riportato alla luce i resti di un antico villaggio di palafitte risalente a 4.000 anni fa, che oggi è Patrimonio dell’Unesco e visitabile (è aperto quasi tutto l’anno, tranne nei mesi di gennaio e febbraio).

Questo bacino lacustre è ideale per famiglie e coppie che cercano un’oasi di tranquillità nella natura incontaminata, con le sue quattro spiagge (una è animal friendly), e per chi ama fare trekking con percorsi facili e alla portata anche dei meno esperti, come il giro della Madonnina di Besta, che raggiunge la statua su uno spuntone di roccia dal quale si gode di una vista unica al mondo. Non mancano attività come il windsurf, la vela e la canoa.

Lago di Ledro, in Trentino-Alto Adige

Fonte: iStock

Lago di Ledro, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, arrivando dal Trentino si esce a Rovereto Sud della A22 e si percorrere la statale del Garda fino a Riva del Garda. Da lì si attraversa la lunga galleria che porta in Valle di Ledro e al lago. Arrivando da Milano, si percorre la A4 e si esce a Brescia Est, per poi seguire le indicazioni per Madonna di Campiglio. A Storo si prosegue per Valle di Ledro. In treno, invece, si scende alla stazione di Rovereto e da lì si proseguire con uno dei bus di linea che portano quotidianamente al lago.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, anche se il periodo migliore per potersi rilassare sulle sue spiagge è l’estate.

Lago di Molveno

Altitudine: 864 m s.l.m.

Tra i laghi più belli d’Italia c’è sicuramente il Lago di Molveno, immerso nel Parco Naturale Adamello Brenta, a soli 40 km da Trento. Lo diceva anche il poeta Antonio Fogazzaro che questo specchio d’acqua era una “preziosa perla in più prezioso scrigno”. In effetti, la vista su questo lago alpino è una vera cartolina, con le Dolomiti del Brenta a fare da cornice. Le sue acque cristalline e i servizi che qui vengono offerti l’hanno reso più volte il lago più bello e più pulito d’Italia, riconoscimento ricevuto da Legambiente e dal Touring Club Italiano.

Dalla canoa al SUP, fino ai percorsi di trekking attorno al lago e alla possibilità di fare piacevoli pic-nic sulle sue rive, il Lago di Molveno è una destinazione adatta a tutti, dalle famiglie con bambini (la grande spiaggia ha anche l’acqua park) ai gruppi di amici, fino a chi viaggia in solitaria e vuole vivere una giornata all’insegna dell’avventura. Non mancano altre attrazioni: pista per le mountain bike, campo da tennis, barche e pedalò a noleggio. In inverno, il Lago di Molveno si tinge di bianco ed è disponibile una pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Da maggio ad ottobre apre anche la funivia panoramica, che permette di salire fino all’Altopiano di Pradel, il punto dal quale partire per lunghe camminate tra le Dolomiti, oppure in cui fare divertenti discese con lo slittino in inverno.

Come arrivare: in auto, si percorre la A 22 (Autostrada del Brennero) e si esce a Trento Nord per proseguire verso Mezzolombardo e seguire le indicazioni per Fai della Paganella, Andalo e Molveno (dista circa 25 km). Il lago è ben servito anche con i mezzi pubblici: da Trento di può raggiungere Mezzocorona con l’autobus della linea 751 e da lì arrivare al Lago di Molveno con la linea 611 (tutte le linee e gli orari sono disponibili sul sito di Trentino Trasporti). In alternativa, si può prendere il treno Trento-Mezzocorona e poi proseguire con il bus.

Quando andare: il Lago di Molveno è un’ottima meta per ogni stagione dell’anno.

Lago di Braies

Altitudine: 1.496 m s.l.m.

Non ha bisogno di troppe presentazioni il Lago di Braies, uno degli specchi d’acqua più famosi e incantevoli del Belpaese. Situato nell’omonimo comune, in Alta Pusteria e a circa 97 km da Bolzano, il gioiello delle Dolomiti con le acque dai colori cangianti è una meta ambita da molti escursionisti e appassionati di nordic walking, soprattutto nel periodo estivo (per questo è consigliato evitare i weekend e gli orari di punta, meglio raggiungerlo alle prime luci del mattino). Nei dintorni si possono fare lente passeggiate ed escursioni con diversi livelli di difficoltà, oppure si può noleggiare una barca a remi per un romantico giro del lago.

Lago di Braies

Fonte: iStock

Lago di Braies, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, si percorre la A 22 per Bressanone, poi la E 66 per Brunico e infine la SS 49 Val Pusterla per San Candido. Da Monguelfo si svolta a destra per il lago. Il parcheggio è sempre a pagamento. Con i mezzi pubblici si può prendere il bus da Dobbiaco, Villabassa o Monguelfo.

Quando andare: ogni stagione è perfetta per raggiungerlo, ma la primavera e l’autunno sono periodi meno affollati e regalano sfumature di colori emozionanti.

Lago di Misurina

Altitudine: 1.754 m s.l.m.

Il Lago di Misurina è la “Perla delle Dolomiti” situata nel Cadore, in provincia di Belluno. Meraviglioso e dalle proprietà terapeutiche grazie al suo microclima salubre, questo specchio d’acqua cambia aspetto dall’inverno, quando si ghiaccia completamente divenendo una grande pista di pattinaggio, alla primavera, quando i profumi e i colori della vegetazione lo avvolgono piacevolmente.

Ottimo punto da raggiungere per amanti del trekking, grazie ai diversi sentieri che si snodano attorno alle sue rive, come quello che porta fino alle Tre Cime di Lavaredo (strada che porta anche al Lago di Antorno) o al Rifugio Auronzo. A est del lago si trovano invece gli impianti di risalita e la catena dei Cadini di Misurina. I più romantici possono noleggiare una barca a remi o un pedalò per esplorare il lago da una prospettiva nuova.

Lago di Misurina

Fonte: iStock

Lago di Misurina, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, si segue la A27 Venezia/Belluno, la Modena/Brennero o la A 23 Palmanova/Tarvisio e si prosegue sulla la SS 51 e SS 52 fino ad Auronzo di Cadore. Si raggiunge anche facilmente anche dalla Valle di Landro e da Cortina d’Ampezzo. Sono disponibili diversi parcheggi a pagamento. Con i mezzi pubblici, partendo da Cortina si prende uno degli autobus di Dolomiti Bus che portano al lago.

Quando andare: il Lago di Misurina è perfetto in ogni stagione, dall’estate all’inverno.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili a piedi o in mountain bike

Avventura e sport si uniscono per coloro che amano fare trekking in alta quota o viaggiare su due ruote con una mountain bike. Ecco alcuni dei più affascinanti laghi da raggiungere seguendo diversi sentieri facili che permettono di vivere la magia delle montagne italiane a 360°.

Lago delle Stellune

Altitudine: 2.198 m s.l.m.

Nel cuore del Lagorai, nel comune di Castello-Molina di Fiemme (Trento), spicca tra le vette il Lago delle Stellune, una splendida meta da raggiungere a passo lento. Sulle sue acque si riflettono Cima delle Buse e Cima Stellune, ricreando un paesaggio da cartolina incantevole punteggiato dai resti di fortificazioni militari risalenti al conflitto 1915-1918.

Come arrivare: uno dei percorsi che raggiungono il Lago delle Stellune prevede di prendere la strada del Passo Manghen (sul versante Val di Fiemme) e, arrivati al Ponte delle Stue, di imboccare la forestale (sentiero 318). Si passa per la Malga Stue Bassa, la Malga Stue Alta, poi la Malga Cazzorga (m.1845) e infine la Malga delle Stellune. Dopo 2 ore e mezza si arriva al lago.

Quando andare: il periodo consigliato va da dicembre ad aprile, quando il paesaggio è completamente innevato.

Lago di Antermoia

Altitudine: 2.501 m s.l.m.

Incastonato in una conca nel massiccio del Catinaccio, il Lago di Antermoia è una meta incantevole per tutti gli amanti delle camminate ad alta quota. Situato nel cuore delle Dolomiti della Val di Fassa questo specchio d’acqua di origine glaciale è protagonista di diverse leggende che riguardano misteriosi incontri tra streghe, mentre le rocce grigie e l’assenza di vegetazione danno vita a un paesaggio che sembra appartenere alla Luna.

Lago Antermoia, in Trentino-Alto Adige

Fonte: iStock

Lago Antermoia, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: tra le varie vie che portano al Lago di Antermoia, troviamo i sentieri 546 e 584, che partono da Pera di Fassa e attraversano la Val di Vajolet e il passo di Antermoia, oppure i sentieri e 579 e 580, che partono da Pera e da Mazzin di Fassa e attraversano la val Udai.

Quando andare: il periodo consigliato per fare escursioni al Lago di Antermoia va da fine giugno a fine settembre.

Lago Nambino

Altitudine: 1.765 m s.l.m.

Le Dolomiti di Brenta sullo sfondo, un lago da cartolina e un ambiente naturale fiabesco con foreste rigogliose di abeti rossi: il Lago Nambino è una meta tra le più amate del Trentino-Alto Adige, incastonata tra le montagne del Gruppo della Presanella. Gli appassionati di trekking e delle avventure in mountain bike lo amano: tra i vari percorsi che lo raggiungono c’è anche il famoso Giro dei cinque laghi di Madonna di Campiglio. In questo panorama, un rifugio caratteristico è aperto tutto l’anno per accogliere gli avventori (si può anche pernottare).

Lago Nambino in Trentino-Alto Adige

Fonte: iStock

Lago Nambino, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: due percorsi portano al Lago Nambino. Uno parte dal parcheggio di Patascoss, poco sopra Madonna di Campiglio: una camminata di 45 minuti su un sentiero pianeggiante che attraversa il bosco e sbuca proprio sullo specchio d’acqua. L’altro percorso, adatto alle famiglie con bambini, parte da Piana Nambio e in mezz’ora porta al lago. l caratteristico rifugio è sempre aperto (anche in inverno) ed offre l’opportunità di pernottare in un ambiente davvero magico.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, ogni stagione trasforma il paesaggio. In inverno è bene informarsi previamente sulla quantità di neve presente.

Lago Scuro

Altitudine: 2.663 m s.l.m. 

Non solo il fascino della natura incontaminata, ma anche la forte componente storica caratterizzano il Lago Scuro, nel comune di Strembo (provincia di Trento), in val Genova. Chiamato anche Lago Scuro al Mandrone, questo specchio d’acqua profondo 30 metri e ricoperto di ghiaccio già dal tardo autunno, è incastonato tra ripide pareti rocciose che compongono un ambiente lunare con vista sulle vette dell’Adamello. Inoltre, si trova lungo il sentiero attrezzato Trincee Cresta Presena: un percorso che permette di ammirare, camminando, vecchie trincee, baracche, resti di armi e rotoli di filo spinato, testimonianze della Prima Guerra Mondiale qui combattuta. I sentieri raggiungono anche il Laghetto Cima Zigolon (2.819 m) e il Laghetto Scuro di Mandrone (2.734 m), oltre allo storico rifugio in cui poter sostare.

Come arrivare: da Trento (che dista 78 km) si può raggiungere in auto la Val di Genova (è previsto il pagamento di un pedaggio per l’accesso), nella quale si seguono le indicazioni per malga Sadole, dove c’è un grande parcheggio. Da lì si prende la strada sterrata che porta al rifugio Bedole e poi si prende il sentiero 212, abbastanza ripido inizialmente, ma poi diventa più dolce oltre i 2.100 metri. Si passa davanti al museo del Centro Studi Adamello e ad una splendida chiesetta. Infine, si raggiunge il rifugio al Mandrone (2.442 m). A destra del rifugio si prende il sentiero 209, in salita, che porta al Lago Scuro in un’oretta di camminata.

Quando andare: è preferibile raggiungere il Lago Scuro nei mesi meno freddi. Controllare sempre le previsioni meteo prima di partire.

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Il Ghiacciaio dell’Aletsch: un gigante di ghiaccio nel cuore delle Alpi

Se amate i ghiacciai e sognate paesaggi da spedizione himalayana senza dover volare fino in Nepal, il Ghiacciaio dell’Aletsch è una destinazione che non potete perdere.

Si tratta di un colosso di ghiaccio che, a differenza di molti altri ghiacciai alpini ormai ridotti a lingue frammentate o coperte di detriti, conserva ancora la sua imponenza. L’immenso bacino collettore, abbracciato da vette di oltre quattromila metri, raccoglie un’enorme quantità di neve che, nel corso degli anni, si compatta e si incanala in un’unica lingua di ghiaccio che scivola lentamente verso valle.

Il fiume glaciale avanza ancora di circa 200 metri all’anno, ma il cambiamento climatico lo sta purtroppo consumando in maniera inesorabile. Si stima che, entro il 2100, potrebbe scomparire del tutto. Ecco perché vederlo oggi significa ammirare uno degli ultimi grandi spettacoli della natura alpina prima che il tempo lo trasformi per sempre.

Dove si trova il Ghiacciaio dell’Aletsch

Il Ghiacciaio dell’Aletsch si estende per 20 chilometri, con una larghezza media di 1.800 metri e una superficie di circa 78,5 km². Contiene una quantità impressionante di ghiaccio: ben 11 miliardi di tonnellate, che alimentano il Rodano dopo aver attraversato la suggestiva Gola della Massa.

Spicca nei cantoni svizzeri di Berna e Vallese, e il suo bacino di accumulo si forma tra le maestose vette dell’Eiger, del Mönch e della Jungfrau, tre giganti che disegnano un paesaggio incredibile. L’area è così straordinaria da essere stata inserita, nel 2001, nella lista dei Patrimoni Naturali dell’UNESCO.

Le terrazze soleggiate di Fiescheralp, Bettmeralp e Riederalp donano punti panoramici da fiaba, mentre la cittadina più vicina è Fiesch. Da qui parte la cabinovia che conduce all’Eggishorn, il punto di osservazione più alto del ghiacciaio. Chi arriva in auto può posteggiare nel parcheggio a pagamento vicino alla stazione di Fiesch, prima di salire verso le altezze glaciali.

Le escursioni più spettacolari per ammirarlo

Il ghiacciaio dell’Aletsch, il più grande delle Alpi, è una meraviglia naturale che lascia senza fiato chiunque si avventuri sui suoi sentieri. Vediamo alcune delle escursioni da provare almeno una volta nella vita.

Escursione sul Ghiacciaio Aletsch

Fonte: iStock

Le migliori escursioni per ammirare il Ghiacciaio Aletsch

Sul Sentiero del ghiacciaio dell’Aletsch: un viaggio tra rocce e leggende

Percorrere il Sentiero del ghiacciaio dell’Aletsch significa immergersi in uno scenario incantevole, dove la natura regna sovrana. Il percorso parte da Riederalp e attraversa il Grande Gufer prima di scendere alla Rote Chumma. Durante l’estate, la fresca brezza glaciale rende il cammino ancora più piacevole, mentre l’itinerario si fa avventuroso quando risale la roccia fino al Lago di Märjelen, in passato bacino naturale formatosi per l’azione del ghiacciaio stesso, con iceberg grandi quanto case che galleggiavano sulle sue acque.

Oggi, il paesaggio è cambiato, ma la bellezza rimane: in primavera, i prati fioriti creano un contrasto eccezionale con le vette innevate.

Lungo il tragitto, una sosta golosa è d’obbligo: al ristorante Gletscherstube, sul lago, la torta di mele appena sfornata è irresistibile. Chi cerca un’alternativa più rapida può percorrere il tunnel che porta sul versante opposto del Tälligrat, accorciando il percorso e raggiungendo Fiescheralp con meno fatica.

Dati tecnici dell’escursione:

  • Partenza: Riederalp
  • Arrivo: Fiescheralp
  • Dislivello: +510 m / -630 m
  • Distanza: 12 chilometri
  • Durata: 3h 45 min
  • Difficoltà: media
  • Periodo consigliato: luglio – ottobre

Aletsch Panoramaweg: il trekking in tre tappe

Chi vuole vivere appieno la magia dell’Aletsch può percorrere l’Aletsch Panoramaweg, un itinerario di tre giorni che tocca alcuni dei punti più entusiasmanti della regione.

Prima tappa: da Belalp a Riederfurka

L’avventura inizia a Belalp, dove un comodo sentiero conduce fino all’Aletschbord, punto panoramico con una vista impareggiabile sul ghiacciaio e sul Cervino. Qui sorge anche l’Hotel Belalp, affascinante edificio in stile Belle Époque, costruito nel 1858.

Dopo aver ammirato il panorama, si scende lungo un sentiero tortuoso fino al ponte sospeso sulla gola della Massa. Attraversarlo significa affrontare 124 metri di pura adrenalina sospesi a 80 metri di altezza. Dopo la salita finale, il percorso si addentra nella foresta dell’Aletsch, un’area protetta dal 1933, dove i cembri e i larici plasmano un ambiente incantato.

La prima tappa si conclude alla Villa Cassel, elegante dimora vittoriana costruita per il banchiere Ernest Cassel, che ospitò anche Winston Churchill. Oggi è un centro per la protezione della natura e un ottimo punto di ristoro.

Dati tecnici:

  • Partenza: Belalp
  • Arrivo: Riederfurka
  • Dislivello: +720 m / -760 m
  • Distanza: 10 chilometri
  • Durata: 3h 50 min
  • Difficoltà: media

Seconda tappa: lungo il ghiacciaio dell’Aletsch

Lo spettacolare lago Märjelensee

Fonte: iStock

Panorama del lago Märjelensee

Dal punto panoramico della Riederfurka, il percorso prosegue lungo la cresta morenica, con viste emozionanti sul ghiacciaio e la sensazione che il tempo sia sospeso: con i suoi 22 chilometri di lunghezza, l’Aletsch è il sovrano indiscusso del paesaggio alpino.

Dopo un tratto che sfiora i 2.300 metri di quota, il sentiero scende verso il Märjelensee, il lago glaciale che segna la fine della seconda giornata di trekking.

Dati tecnici:

  • Partenza: Riederfurka
  • Arrivo: Märjelensee
  • Dislivello: +820 m / -520 m
  • Distanza: 12 chilometri
  • Durata: 4h
  • Difficoltà: media

Terza tappa: tra rocce e ponti sospesi

Dall’idilliaco scenario del Märjelensee, il percorso scende al cospetto di un ambiente aspro, fatto di gole profonde e rocce levigate dal ghiaccio. Il passaggio più emozionante è l’Aspi-Titter, un ponte tibetano lungo 160 metri sospeso a 120 metri di altezza.

L’ultimo tratto ammira il villaggio di Bellwald, piccolo gioiello alpino con case tradizionali in legno e una pittoresca chiesa parrocchiale.

Dati tecnici:

  • Partenza: Märjelensee
  • Arrivo: Bellwald
  • Dislivello: +360 m / -1150 m
  • Distanza: 9 chilometri
  • Durata: 3h 20 min
  • Difficoltà: difficile

Cosa vedere nella regione dell’Aletsch

Oltre ai panorami da cartolina e ai sentieri immersi nella natura, la regione dell’Aletsch propone attrazioni culturali e avventure uniche. Dai musei che raccontano la tradizione locale fino ai percorsi sospesi tra gli alberi e ai sentieri dedicati alle grandi personalità del passato, ogni esperienza è un viaggio nella storia e nelle emozioni.

Museo del tessuto: viaggio nella tradizione artigianale del Vallese

Nel cuore dell’Alto Vallese, la tessitura era un’arte imprescindibile della vita quotidiana. Ogni casa possedeva un telaio, un banco da lavoro e un filatoio, e la produzione dei tessuti avveniva interamente a mano, con l’utilizzo di lana e lino della zona. Una tradizione secolare tramandata da generazioni, ma che con l’avvento della produzione industriale ha lasciato spazio a tessuti realizzati con metodi moderni, rischiando di scomparire.

Il Museo del Tessuto nasce proprio con l’intento di preservarne l’eredità grazie a una mostra permanente. Tra gli elementi esposti, troviamo:

  • “Antica sala di tessitura vallesana”, ambiente storico ricostruito con strumenti originali;
  • “Lino e lana”, sezione dedicata alle materie prime tessili e alle tecniche di lavorazione tradizionali;
  • “Bellezza senza tempo”, una raccolta di modelli di tessitura creati da Monika Carlen, vera artista del settore;
  • “Coperte vallesane”, autentici capolavori dell’arte tessile locale, espressione della maestria dei tessitori della regione;
  • “Giardino delle tinture”, visitabile solo in estate, dove si possono scoprire le piante tintorie utilizzate per la colorazione naturale dei tessuti.

Eco Museum Bellwald: un tuffo nella vita contadina del passato

Il villaggio di Bellwald, Svizzera

Fonte: iStock

Veduta panoramica del villaggio di Bellwald

Nel cuore del borgo di Bellwald, l’Eco-Museo è un vero e proprio viaggio nel tempo. Il suo centro espositivo si trova nella malga Spitel, una struttura tradizionale fedelmente ricostruita ai margini della piazza del paese. Qui sono custoditi utensili e oggetti di uso quotidiano, testimonianze di un’epoca in cui la vita era scandita dai ritmi della natura e del lavoro artigianale.

Grazie all’impegno della Fondazione Altes Bellwald, gli strumenti non sono stati dimenticati, ma hanno trovato una nuova casa, diventando parte integrante della memoria collettiva della comunità. Dopo ogni visita guidata del villaggio, gli ospiti possono prendere parte a un piccolo aperitivo e provare con mano alcuni degli oggetti, per scoprirne il funzionamento e l’importanza nella vita contadina.

L’esperienza può essere vissuta anche in autonomia, con informazioni disponibili presso l’ufficio turistico locale. Ma la parte più affascinante dell’Eco-Museo è senza dubbio il panificio Ried, dove ancora oggi viene sfornato il tradizionale pane di segale vallesano. Durante gli eventi culturali, i visitatori possono assistere alla preparazione del pane e acquistarlo appena cotto.

Parco Avventura Baschweri: adrenalina tra gli alberi

Per chi ama l’avventura e il contatto con la natura, il Parco Avventura Baschweri è un’esperienza imperdibile. In posizione più elevata tra i parchi avventura della Svizzera, regala emozioni uniche tra ponti sospesi, liane e percorsi sugli alberi.

Immerso in un suggestivo bosco di larici, offre sei diversi percorsi con quattro livelli di difficoltà, perfetti per ogni età e grado di esperienza. Il punto forte è senza dubbio la tyrolienne di 200 metri, che regala una discesa mozzafiato sospesa nel vuoto, con vista panoramica sulle montagne tutt’intorno.

I più piccoli possono invece divertirsi nel percorso per bambini “Schönbiel”, pensato per i piccoli esploratori dai quattro anni in su. Grazie ai ponti di corda e alle mini-tyrolienne, anche loro possono vivere l’adrenalina di muoversi tra gli alberi in totale sicurezza.

Sulle tracce di Cäsar Ritz: il sentiero della leggenda dell’hotellerie

Il nome Cäsar Ritz è sinonimo di lusso, eleganza e ospitalità d’eccellenza. Fondatore della celebre catena Ritz-Carlton, Ritz nacque proprio nel piccolo villaggio di Niederwald, e oggi un affascinante sentiero escursionistico di 5 chilometri permette di ripercorrere la sua straordinaria storia.

Il “Lebensweg Cäsar Ritz”, o il “Cammino della Vita di Cäsar Ritz”, è un percorso narrativo che, mediante sette pannelli informativi, racconta le tappe salienti della sua carriera, dagli inizi umili fino al successo internazionale. Il tracciato è simbolico: parte con una salita, a rappresentare le difficoltà degli esordi, per poi trasformarsi in un cammino più scorrevole, che simboleggia la crescita e il raggiungimento del traguardo finale.

Durante la passeggiata, è possibile interagire con gli elementi del sentiero, come blocchi di legno che rappresentano i materiali di costruzione degli hotel Ritz, o spazi dove esprimere i propri sogni e desideri, immedesimandosi nel giovane Ritz agli inizi della carriera.

L’esperienza rende viva la filosofia che lo ha reso celebre: un’ospitalità impeccabile, un’attenzione maniacale ai dettagli e una visione del lusso che ha ridefinito per sempre il concetto di hotellerie.

Il progetto “Regio+” ha fatto sì che il percorso sia accessibile a tutti, con informazioni bilingue e un’ambientazione che si spiega da sola. Si può completare l’intero tragitto in una o due ore, godendo di una passeggiata tra storia, natura e ispirazione.

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Laghi di montagna in Piemonte, mete d’incanto per gite fuori porta tutto l’anno

Nell’Italia nord-occidentale, la regione Piemonte regala paesaggi pittoreschi abbracciati dalle Alpi nei quali immergersi assaporando le prelibatezze enogastronomiche della tradizione. Proprio qui, la natura ci regala luoghi da favola da raggiungere in qualsiasi periodo dell’anno, in auto o camminando a passo lento per coglierne ogni sfumatura.

Parliamo dei laghi di montagna, piccole e grandi perle turchesi incastonate tra le vette innevate o nelle valli verdeggianti, ottime mete per il trekking, per escursioni dedicate agli appassionati di mountain bike o per trascorrere semplicemente piacevoli momenti di relax lungo le loro rive. Scopriamo quali sono i laghi di montagna più incantevoli da raggiungere per la prossima gira fuori porta in Piemonte.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili in auto

In Piemonte esistono diversi laghi di montagna meravigliosi da poter raggiungere per disconnettersi dalla vita quotidiana e riprendere un contatto autentico con la natura, durante una gita fuori porta o un weekend in famiglia o in coppia. Contraddistinti da panorami tanto affascinanti da togliere il fiato quando si aprono davanti ai nostri occhi, vediamo i laghi più belli della regione più occidentale d’Italia da raggiungere comodamente in auto.

Lago di Antrona

Altitudine: 1.073 m s.l.m.

In provincia del Verbano-Cusio-Ossola, il Lago di Antrona è il bacino naturale più spettacolare. A originarlo è stata una frana, nel 1642, che ha interrotto il corso del torrente Troncone, distruggendo anche l’antico abitato di Antrona. Immerso nella natura più incontaminata, il lago è balneabile ed è quindi perfetto da raggiungere per rinfrescarsi nelle giornate afose estive. Al Lago di Antrona sono diverse le attività che si possono svolgere, dai picnic all’aria aperta alle suggestive camminate intorno al bacino che permettono di ammirare la meravigliosa cascata del Sajont.

Chi vuole esplorarne i dintorni, può seguire i cartelli che conducono in 40 minuti al vicino Lago di Campliccioli, e in 10 km al Lago dei Cavalli del Parco Naturale della Valle Antrona.

Lago di Antrona in Piemonte

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Lago di Antrona, Piemonte

Come arrivare: in auto si prende l’autostrada A26 in direzione Gravellona Toce e si prosegue verso il confine di Stato – Sempione, prendendo l’uscita di Villadossola. Si seguono poi le indicazioni per Val Antrona e il borgo di Antrona Piana, fino a raggiungere il lago, dove si può lasciare l’auto in uno dei parcheggi gratuiti presenti.

Quando andare: accessibile tutto l’anno, ma il periodo migliore è quello che va da maggio a ottobre.

Lago di Malciaussia

Altitudine: 1.805 m

Tra le vette alpine in provincia di Torino, spicca un lago artificiale tra i più apprezzati del Piemonte, soprattutto nel periodo estivo: il Lago di Malciaussia. Si trova nella Valle di Viù, nell’omonima frazione del comune di Usseglio, ed è un vero gioiello perfetto da raggiungere in auto per cercare frescura nei periodi più assolati dell’anno. In inverno, invece è raggiungibile solo a piedi o con le ciaspole. Sulle sue rive sono presenti tavoli, postazioni barbecue, bagni gratuiti e un bar/hotel, servizi che lo rendono un’ottima destinazione per una giornata fuori porta.

Lago di Malciaussia, in Piemonte

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Lago di Malciaussia, Piemonte

Come arrivare: in auto, si percorre prima la SP 1 e poi da Lanzo Torinese la SP32 fino al borgo di Margone. Da lì si seguono le indicazioni per il lago, che si trova a circa 5 km, sempre sulla SP 32 (questa strada è aperta solitamente solo da maggio ad ottobre per via della neve). In inverno, si può proseguire a piedi o con le ciaspole da Margone per raggiungere il lago.

Quando andare: in auto da aprile a settembre (l’ultimo tratto di strada infatti chiusa per la neve da ottobre a maggio), ma è raggiungibile tutto l’anno, anche in inverno quando il paesaggio si tinge di bianco.

Lago di Ceresole

Altitudine: 1.556 m s.l.m.

In Valle Orco, nel cuore del Parco del Gran Paradiso, il Lago di Ceresole è una meta ideale per chi ama l’avventura: nelle acque di questo lago alpino, tra i più apprezzati del Piemonte, ci si può cimentare nel windsurf e nella vela, oltre ad esplorarne i dintorni seguendo i percorsi di trekking che circondano lo specchio d’acqua, per lo più pianeggianti e adatti a tutti (e in inverno è possibile anche praticare sci di fondo intorno al lago).

Si trova a Ceresole Reale, in provincia di Torino (dista circa 84 km dalla città), e vi si arriva comodamente in automobile o con i mezzi pubblici, quindi è perfetto per tutti coloro che cercano un lago da raggiungere facilmente e in poco tempo.

Lago di Ceresole in Piemonte

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Lago di Ceresole, Piemonte

Come arrivare: in auto, si prende l’Autostrada A5 della Valle d’Aosta. Se se si viene da Torino si prende l’uscita San Giorgio. Da lì si prosegue sulla Provinciale che passa da Castellamonte e arriva a Salto, e poi la SP 460 fino a Ceresole Reale. Se si viene da Aosta o Milano, invece, si esce a Ivrea e si prosegue sulla SS 565 fino a Castellamonte e da lì si segue la stessa strada di chi proviene da Torino.

Con i mezzi pubblici, si prende un treno da Torino (linea Pont Canavese – Rivarolo Canavese – Chieri), si scende a Pont Canavese e da lì si prende uno degli autobus verso Ceresole Reale (Linea 137, Rivarolo-Pont-Ceresole).

Quando andare: i periodi migliori per raggiungere il Lago di Ceresole comprendono la fine della primavera, l’estate e l’autunno.

Lago di Orfù

Altitudine: 1.060 m s.l.m.

Piccolo gioiello in Alta Valle Susa, il Lago di Orfù, conosciuto come Lago di Gad, si trova nella frazione Gad di Oulx (provincia di Torino). È uno splendido bacino artificiale che dal 2014 è gestito da un’associazione locale che ne valorizza le sue bellezze, riattivando la pesca sportiva e un percorso naturalistico. Un’ottima meta da raggiungere a poco più di un’ora da Torino per passare piacevoli momenti in famiglia o tra amici. Infatti, il lago è molto ben attrezzato con bar, servizi igienici, area pic-nic con barbecue (affitto a 5 euro al giorno), tavoli (da affittare a 10 euro al giorno) e spiaggia attrezzata (anche qui si noleggiano lettini). Non mancano i divertimenti, con noleggio di pedalò e barche a remi, parco giochi per i più piccoli e campo da beach volley. In ogni caso, è consigliato prenotare in anticipo.

Inoltre, si può partecipare ad escursioni con guide naturalistiche, a laboratori per bambini, oppure a serate dedicate all’osservazione delle stelle o alla musica dal vivo con concerti sulle sponde dal lago.

Come arrivare: in auto, si esce dall’autostrada A 32 (Autostrada del Frejus o Torino-Bardonecchia) e si esce a Oulx Est, si svolta poi a sinistra prendendo una strada sterrata che in pochi minuti porta al lago. A piedi, partendo dal paesino di Gad, lo si può raggiungere percorrendo il Sentiero dei Franchi, mentre in mountain bike si segue l’apposita pista ciclabile.

Quando andare: il periodo migliore va dalla primavera all’autunno.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili a piedi o in mountain bike

Gli amanti del trekking, delle gite in mountain bike e dei paesaggi di montagna possono scegliere di raggiungere gli incantevoli laghi alpini piemontesi incastonati tra le vette: sono uno più sorprendente dell’altro e ottime mete per cercare refrigerio nelle calde giornate estive o per ammirare paesaggi unici anche nei mesi più freddi. Pronti a partire per l’avventura?

Lago di Campliccioli

Altitudine: 1.352 m s.l.m.

Nel Parco Naturale della Valle Antrona, immerso in una tranquillità in cui solo la natura emette suoni, si trova un piccolo lago color turchese raggiungibile a piedi: il Lago di Campliccioli. È a circa 40 minuti di camminata dal Lago di Antrona, al quale si può arrivare comodamente in auto. Da lì partono i sentieri che attraversano alpeggi con baite in pietra ottimamente ristrutturate e boschi di betulle e rododendri. Il Lago Campliccioli è un angolo di paradiso situato alla confluenza dei torrenti Troncone e Banella, attorno al quale dedicarsi al trekking e alla pesca sportiva in totale relax.

Come arrivare: Partendo dal Lago di Antrona, si segue il percorso sterrato alternato a gradoni in pietra che attraversa i boschi in costante salita, fino a raggiungere in 40 minuti una strada carrozzabile che porta a un’ultima scalinata dalla cui cima si può ammirare il lago. Partendo dal borgo di Antronapiana, invece, si percorre il sentiero che passa da Alpe Ronco fino al Lago di Antrona e poi si seguono le istruzioni per la Diga di Campliccioli.

Quando andare: il periodo migliore va da metà aprile a novembre (tra aprile e maggio, inoltre, tutto si colora con le fioriture primaverili). Il consiglio è quello di controllare sempre le condizioni di innevamento.

Lago delle Fate

Altitudine: 1.330 m s.l.m.

In Val Quarazza (vicino a Macugnaga, provincia del Verbano Cusio Ossola), laterale della Valle Anzasca, spicca come un diamante color smeraldo il Lago delle Fate. Il suo fascino è dato dai verdi boschi alpini che lo abbracciano, ma anche dall’alone di magia e mistero che lo accompagnano. Sulle sue rive si trovano, infatti, delle sculture in legno raffiguranti degli gnomi, protagonisti di una leggenda che riguarda questo specchio d’acqua: si racconta che in un’antica miniera nelle sue vicinanze, gli gnomi lavorino tutt’oggi durante la notte per trovare l’oro da portare alle fate che camminano sull’acqua, riempiendo il lago di scintillii.

Nonostante non sia balneabile, non mancano le attività da fare al Lago delle Fate: esistono infatti diversi percorsi di trekking da seguire attorno al bacino e che si allontanano fino a raggiungere il Monte Rosa, con soste che regalano scorci mozzafiato sul paesaggio circostante. Merita una visita anche alla vicina Miniera della Guia, uno dei pochi giacimenti auriferi d’Europa, oggi visitabile.

Lago delle Fate in Piemonte

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Lago delle Fate, Piemonte

Come arrivare: da Macugnaga (60 minuti) o da Isella (30 minuti), si può percorrere fino al lago il sentiero della Grande Traversata delle Alpi (GTA), che per 1.000 km attraversa l’arco alpino piemontese, dalla Val Tanaro fino al Lago Maggiore. Il percorso è facile e adatto a tutti.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno.

Lago di Agaro

Altitudine: 1.599 m s.l.m.

Alle porte del Parco Naturale dell’Alpe Devero, in Valle Antigorio (provincia del Verbano-Cusio-Ossola), il Lago di Agaro, di origine artificiale, è una meta ottima da raggiungere a piedi o in bici. Nei periodi in cui l’acqua cala, riemergono dal bacino i tetti e il campanile di un antico villaggio walser, che venne sommerso nel 1938 con la costruzione della diga.

Lago di Agaro in Piemonte

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Lago di Agaro, Piemonte

Come arrivare: da Ausone si prende la strada carrozzabile in direzione di Goglio, a tratti asfaltata. Si imbocca poi ad una lunga galleria (è bene essere attrezzati con torcia elettrica) che conduce direttamente di fronte al grande lago.

Quando andare: in ogni periodo dell’anno. In autunno il paesaggio circostante si tinge delle sfumature del foliage, rendendo tutto più incantevole e fiabesco.

Lago del Mucrone

Altitudine: 1.894 m

Un territorio che sembra uscire da una cartolina è quello in cui è immerso il Lago del Mucrone, altra perla lacustre del Piemonte da non perdere. Si trova a poca distanza dal maestoso Santuario di Oropa, autentico gioiello architettonico e spirituale a pochi chilometri da Biella. Proprio da questa meta di pellegrinaggio, che conta diversi percorsi da poter seguire, si può partire alla volta del Lago del Mucrone con le sue acque fredde e cristalline, per godere di un ambiente tranquillo dove la natura fa da padrona.

Come arrivare: dal parcheggio del Santuario di Oropa, si può prendere la funivia che sale fino alle pendici del Monte Mucrone. Da lì si prende il sentiero sterrato, facile e adatto a tutti, che arriva fino alle sponde del lago. I più allenati, possono partire direttamente dal Santuario seguendo il sentiero escursionistico tracciato per circa due ore.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, anche se i mesi freddi sono meno ideali perché spesso la superficie del lago è ricoperta da una leggera nebbiolina. Consigliamo di controllare sempre il meteo prima di partire.

Lago Nero

Altitudine: 2.020 s.l.m.

Il suo nome ricorda proprio il colore che lo contraddistingue: il Lago Nero, nel comune di Cesana Torinese (provincia di Torino), è un particolare bacino dalle sfumature scure e sul quale aleggiano misteri e leggende. Si racconta che nei suoi fondali giacciano dei residui bellici e che ci viva una gigantesca trota che nessuno sarebbe ancora riuscito a pescare.

Meta ideale per una giornata di trekking sulle dolci alture verdeggianti che lo abbracciano, attraversate da piccoli ruscelli, il Lago Nero è ottimo anche per gli appassionati di pesca sportiva: qui si possono pescare trote e salmerini. Questo specchio d’acqua è anche un buon punto di passaggio per raggiungere il monte Corbioun, la Cima Fournier o la Cima Saurel.

Come arrivare: si parte dalla Borgata Bousson di Cesana Torinese e per circa 2 ore di camminata (oppure in mountain bike) si segue il sentiero (ex-strada militare sterrata) con alcuni tratti più impegnativi, ma comunque affrontabili anche da bambini con un po’ di esperienza di trekking in montagna.

Quando andare: ottima meta sia in estate che in inverno per appassionati di trekking e mountain bike.

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Via degli Dei, l’unico cammino sostenibile certificato al mondo

È il primo cammino al mondo ad avere ottenuto il riconoscimento dal Global Sustainable Tourism Council (GSTC), l’organizzazione che stabilisce gli standard per lo sviluppo sostenibile del settore turistico a livello globale. È la Via degli Dei, un cammino che collega Bologna a Firenze attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano. Un itinerario lungo 123 chilometri, tra la Toscana e l’Emilia-Romagna.

La certificazione internazionale sulla sostenibilità e responsabilità sociale in ambito turistico è nata per valorizzare le tradizioni di due territori (Emilia e Toscana) ricchi di peculiarità e di elementi identitari. La Via degli Dei, infatti, porta il turista/viandante/trekker alla scoperta della gastronomia, della storia e della cultura di due regioni italiane, con uno spiccato senso di accoglienza di residenti e strutture ricettive.

Storia della Via degli Dei

Tracciata originariamente intorno al VII-IV secolo a.C., deve la sua sistemazione definitiva all’opera dell’ingegneria Romana. Con la caduta dell’Impero Romano, la strada perse parte della pavimentazione originaria riducendosi a un semplice sentiero. Con l’avvento delle moderne vie carrabili perse definitivamente la sua funzione e la sua riscoperta fu opera di un gruppo di appassionati escursionisti che, negli Anni ’80, recuperò l’antico tracciato che deve il suo nome ai suggestivi toponimi montani attraversati: Monte Adone, Monte Venere, Monte Giunone, gli Dei.

Oggi, la Via degli Dei è uno straordinario percorso attrezzato che si snoda tra i paesaggi più suggestivi dell’Appennino Tosco-Emiliano. Un’esperienza accessibile anche ai non esperti e con una ripartizione a tappe di media difficoltà.

L’itinerario della Via degli Dei

La Via degli Dei può variare a seconda del tempo e delle capacità dei camminatori che intendono percorrerla. Non esiste un numero obbligato di tappe e quindi di giorni di percorrenza, ma il consiglio è di impiegare dai cinque ai sette giorni, in modo da avere il tempo di conoscere le peculiariatà che contraddistinguono la Via degli Dei e i luogji che attraversa, dai borghi storici ai paesaggi montani, e rilassarsi nelle strutture ricettive immerse nello splendido scenario dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Le tappe

1. Bologna, Casalecchio di Reno, Sasso Marconi e Badolo
Dalla stazione FS di Bologna si imbocca Via Indipendenza e si arriva in Piazza Maggiore, vero punto d’inizio (o di arrivo) della Via degli Dei. Da piazza Maggiore imbocchiamo via d’Azeglio, superate la casa di Lucio Dalla e girate poi a destra in via Farini e poi a sinistra in via Collegio di Spagna, da cui proseguiremo sulla sinistra per arrivare a via Saragozza dove incontreremo gli ultimi negozi e bar per acquistare il pranzo al sacco della prima tappa. Arrivati all’arco del Meloncello iniziamo a percorrere il portico più lungo del mondo: quello che porta al Santuario della beata Vergine di San Luca.

Lunghezza: 21.30 km – Tempo: 6,50 ore.

2. Badolo, Brento, Monzuno, Madonna dei Fornelli
Percorrendo via delle Valli, il sentiero prosegue in mezzo a boschi per girare intorno a Monte del Frate. Poco dopo si arriva a un bivio e bisogna girare a destra. Proseguite sulla stradella e superato di alcune centinaia di metri l’Agriturismo Piccola Raieda si gira a sinistra per iniziare la salita di Monte Adone. La salita è corta, ma abbastanza impegnativa. La fatica verrà ripagata dal bellissimo panorama e dalla bellezza del luogo. Monte Adone è sicuramente il luogo più fotografato della Via degli Dei. Scendendo da Monte Adone si arriva in via Vallazza e di lì a pochissimo a Brento dove troverete servizi, bar e una trattoria dove vi potete riposare prima del lungo tratto che collega Brento a Monterumici e poi Monzuno. Arrivati a Monzuno, da piazza XXIV Maggio proseguite su strada asfaltata in direzione Madonna dei Fornelli, superate il bivio per Loiano e andate verso i campi sportivi dove, svoltando a destra, imboccherete una larga carrareccia in salita. Dopo circa 20 minuti si raggiunge la località “Campagne” dove è segnalato il percorso CAI 019 – VD. Si attraversa (sentiero CAI n.° 19) un cancelletto in un bosco di castagni fino ad arrivare al ripetitore Telecom già individuato il giorno precedente da Monte Adone. Da qui si segue la strada sterrata fino alle case di Le Croci. Breve salita fino al Monte Galletto e poi su sterrata si giunge a Madonna dei Fornelli (3 ore circa da Monzuno).

Lunghezza: 28 km – Tempo: 9,50 ore.

3. Madonna dei Fornelli – Passo della Futa

Da Madonna di Fornelli proseguite verso Pian di Balestra lungo il sentiero n. 019. Superato il quadrivio di Pian di Balestra, seguite la segnaletica Via degli Dei – Futa e Strada Romana, superate un piccolo cancello di legno sulla sinistra e addentratevi nel bosco. Dopo pochi metri potrete già ammirare dei tratti di Flaminia Militare, l’antico percorso Romano datato 187 a.C. che vi accompagnerà in diversi punti di questa tappa. Proseguendo sul sentiero si arriva a un cancello facilmente identificabile da un disegno e una scritta in rosso che recita “Chiudere il cancello grazie”, oltrepassato il quale si apre un ampio spazio: un grande campo con una casa in sasso sulla destra (Località “I Capannoni”). Proseguite percorrendo il viale sterrato e dopo la curva vedrete un albero con indicazioni del percorso. Continuando a camminare incontrerete un bivio a cui bisogna girare a destra.

Questo punto del tragitto non è ben segnalato, seguite però la strada come consigliato e dopo qualche metro vedrete il cartello CAI n°019 sulla destra. Il sentiero prosegue fino ad arrivare alla Piana degli Ossi, dove si possono ammirare i resti di sei antiche fornaci datati presumibilmente II secolo a.C.. Superato questo punto proseguite verso il Passeggere dove incontrerete un incrocio con indicazioni su cartelli in legno a cui bisogna girare a sinistra. Continuate il percorso e al bivio successivo girate a destra; dopo pochi metri si incontra un laghetto artificiale che dovrete costeggiare fino a che non termina la recinzione. Il sentiero prosegue verso sinistra e in salita fino a che non si esce dal bosco e non si incontrano due piane: una più piccola sulla destra e sempre dritto una più ampia denominata “radura delle Banditacce”. Andate avanti verso Sud seguendo il sentiero in leggera salita fino ad arrivare alla cima delle “Banditacce” punto di massima quota di tutto il percorso (circa 1200 m).

Dopo alcuni metri raggiungerete anche il “Poggiaccio” che determina la metà del tragitto, ovvero l’approssimativa equidistanza tra Bologna e Firenze. Il sentiero poi scende leggermente sulla sinistra e lì potrete ammirare numerosi reperti dell’antica strada romana, ben conservata e facilmente identificabile grazie alla presenza di numerose insegne. Continuate a camminare e arriverete alle falde di Poggio Castelluccio: per chi vuole c’è la possibilità di fare una piccola deviazione a destra in salita e raggiungere la cima dove sono state rinvenute testimonianze di un antichissimo Castelliere Ligure (si presume V-III sec a.C.). Proseguendo invece per il sentiero si incontrano nuovamente tratti di Flaminia Militare, di cui uno ben conservato e protetto da una sorta di recinto di legno. Continuate il percorso seguendo la segnaletica e scendete a destra fino a raggiungere l’inizio di un bosco di conifere. Andate avanti in linea retta seguendo sempre le indicazioni per la Futa fino ad arrivare dopo poco alla strada asfaltata che da Pian del Voglio porta al Passo della Futa, SS 65. Seguite la strada asfaltata fino a raggiunge l’ampio parcheggio e l’ingresso del Cimitero Germanico tra i più grandi in Italia.

Lunghezza: 17.25 km – Tempo: 5,50 ore.

4. Passo della Futa – Sant’Agata – San Piero a Sieve

Se avete alloggiato al Passo della Futa proseguite sulla SS65 fino al bivio per Cornacchiaia/Firenzuola. Svoltate a sinistra e poi subito a destra, prendendo la strada sterrata lasciandovi la cabina dell’Enel sulla sinistra. Se invece avete pernottato a Monte di Fo/Santa Lucia bisogna risalire sulla strada che avete presumibilmente fatto il giorno precedente, fino a un incrocio dove si trovano indicazione che mandano in direzione ‘Apparita’. Una volta giunti a questo piccolo gruppo di case, si attraversa la statale SS65 della Futa e proseguendo si raggiunge un incrocio che nelle giornate limpide offre un bello scorcio sul cimitero germanico: seguendo le indicazioni si prende a destra entrando nel bosco.

I due percorsi tornano a incontrarsi lungo il crinale che porta a Monte Gazzaro. Si prosegue sul sentiero CAI 00, che in questo tratto coincide con il Sentiero Italia, fino a un bivio situato poco prima della vetta. Il sentiero che prosegue dritto porta alla cima ed è consigliato solo a Escursionisti Esperti, in quanto la discesa è abbastanza impegnativa. Si continua a salire lungo il crinale della collina fino a raggiungere sulla vetta la Croce di Monte Gazzaro (1125 metri). Nell’area sono stati messi tavoli in pietra e una installazione in pietra serena che rappresenta un portale proprio al confine tra il comune di Barberino di Mugello e Scarperia San Piero. Si giunge, infine, a un nuovo bivio, dove il sentiero numero 46 si divide: a sinistra si va in direzione di Sant’Agata (CAI 46b), percorso ufficiale della Via degli Dei.

Dopo l’abitato di Montepoli si arriva all’affascinante paese di Sant’Agata, caratteristico borgo fuori dal tempo che merita una sosta, sia per rifocillarsi, sia per una visita alla Pieve, chiesa affascinante e molto antica, e ai suoi musei. Passata Sant’Agata, poi, si percorre un breve tratto di strada asfaltata fino a raggiungere il bivio per Gabbiano. Lì si prende una stradella, sterrata prima e asfaltata poi, che vi porta a San Piero a Sieve.

Lunghezza: 21.08 km – Tempo: 6,30 ore

​5. San Piero a Sieve – Bivigliano – Vetta Le Croci

Ripartendo dal centro storico di San Piero a Sieve, si segue la strada asfaltata con indicazioni per la Fortezza Medicea. Una volta saliti, prendete la strada bianca a destra e continuate a camminare seguendo la segnaletica CAI Bo-Fi. Dopo poco avrete la possibilità di fare una piccola deviazione a andare a vedere la Fortezza Medicea di San Martino (chiusa però al pubblico). La fortificazione occupa un intero colle: domina l’abitato di San Piero a Sieve e gran parte del Mugello. La sua costruzione fu fortemente voluta da Cosimo I de’ Medici per porre un baluardo a difesa dei possedimenti della famiglia e dello Stato Fiorentino oltre che per soddisfare le pressanti richieste delle popolazioni locali, stanche dei continui saccheggi perpetuate ai loro danni da eserciti e bande provenienti dal nord.

È considerata una delle più estese fortificazioni italiane di tutti i tempi. Continuando a camminare arriverete ad una strada asfaltata. Prendetela, girate a destra, proseguite pochi metri, attraversate la strada e prendete lo sterrato sulla sinistra che indica “Trebbio, Cadenzano”. Proseguite sul sentiero fino ad arrivare a un grande bivio: qui prendete la strada sulla sinistra in salita. Continuate a camminare sulla Via degli Dei e incontrerete sulla vostra destra un tabernacolo del 1664. Proseguite sulla strada che sale leggermente e godetevi la veduta del bellissimo panorama attorno a voi dove si vedono anche distese di alberi di ulivo. Andate avanti fino ad arrivare alla località Trebbio. Fate una piccola deviazione e andate a vedere da vicino il Castello del Trebbio (Top Ten 5.1). Andate avanti e seguite le indicazioni CAI 17 Bo-Fi Bivigliano.

La strada continua e si snoda nel bellissimo panorama del Mugello dove potrete sempre vedere ulivi, borghi e tabernacoli. Proseguite dritti fino ad arrivare alla strada statale per Firenze. Girate a sinistra per Tagliaferro, scendete fino ad incontrare nuovamente i segnali CAI per Bivigliano sul muretto che circonda una grande casa rossa. Proseguite e superate un cancello che vi porta sulla strada bianca. Dopo poco le indicazioni dicono di girare a sinistra lasciando così alle spalle la strada sterrata e proseguendo nel bosco. Il sentiero sale e arriva a un bivio: CAI 00 e CAI 00-60: seguite il primo girando a destra e proseguite sulla strada bianca. Arrivati ad un piccolo spiazzo con il nome di “Camporomano” il sentiero riprende a destra nel bosco. Continuate sul tracciato fino a che non arriverete ad una strada asfaltata e in lontananza, sulla vostra destra, potrete ammirare la Badia del Buonsollazzo.

Proseguite sulla strada asfaltata fino a che non incontrerete il cartello per Monte Senario sulla vostra sinistra. Il sentiero prosegue in salita fino ad incrociare un cancello che dà su una strada asfaltata: è la strada che arriva al Convento di Monte Senario. Dopo una sosta nel punto di ristoro dei frati, prendete la strada sterrata che costeggia il Convento sulla destra, scendete lungo il viale alberato e prendete il sentiero che scende nel bosco alla vostra sinistra e che alla fine arriva in una strada asfaltata. Proseguite sulla strada fino a che il sentiero riprende a Vetta le Croci dopo circa mezz’ora nel verde e alla vostra sinistra. Quest’ultimo tratto che porta ad Olmo è completamente aperto in una distesa di campi con panorami mozzafiato. Se guardate bene in lontananza infatti potrete già ammirare da lontano sia Fiesole che Firenze.

Lunghezza: 18 km – Tempo: 6 ore.

6. Vetta Le Croci – Fiesole – Firenze

Se avete pernottato a Olmo, risalite a Vetta le croci e imboccate il sentiero seguendo le indicazioni per l’Alberaccio. Attraversata la strada asfaltata continuate sul sentiero CAI n.° 2 che prosegue in salita verso Poggio Pratone da dove è possibile godere di un bellissimo panorama verso Firenze. Dal Pratone si scende su strada sterrata fino a Monte Fanna. La strada diventa poi asfaltata, una volta attraversata la frazione di Borgunto, e si giunge in breve in piazza Mino a Fiesole. Per arrivare in piazza della Signoria avete a questo punto tre possibilità:

1) prendere i mezzi pubblici in piazza Mino da Fiesole.

2) prendere la panoramica fino alle scuole medie e percorrere il sentiero CAI n.° 7 che sale a Monte Ceceri e da qui scendere alle cave di Maiano, salire verso Settignano e scendere direttamente a piedi passando per Coverciano.

3) scendere verso Firenze lungo l’asfaltata ma panoramica via Vecchia Fiesolana.

Lunghezza: 18 km – Tempo: 4 ore.

Nell’anno del Giubileo, l’ente Appennino Slow propone un ricco calendario di attività sulla Via degli Dei. Partendo da Bologna, città medievale di incredibile bellezza, a Firenze, culla del Rinascimento, si va alla scoperta del Cammino in mezzo all’Appennino Tosco-Emiliano, 130 km di storia e natura, scegliendo tra diverse proposte che vanno da tre giorni in e-bike a sette giorni a piedi.

Il passaporto del Cammino degli Dei

Come già per altri cammini – primo fra tutti il Cammino di Santiago di Compostela – anche per il Cammino degli Dei esiste un passaporto per raccogliere le credenziali. Lungo il percorso le strutture convenzionate timbrano il libretto personalizzandolo, a prova e ricordo del cammino compiuto. Una volta terminato il cammino e ottenuti almeno cinque timbri si può inviare una copia della credenziale compilata e l’Ufficio Turistico di Sasso Marconi provvederà alla spedizione omaggio del gadget ufficiale della Via degli Dei.

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Monte Rosa: cosa vedere e cosa fare nel fascino delle Alpi

Cime imponenti che svettano nel cielo, ghiacciai millenari che riflettono i colori dell’alba e tramonti che tingono le vette di sfumature dorate: il Monte Rosa è uno spettacolo della natura che non ha eguali. Non si tratta di una montagna solitaria, bensì di un intero massiccio che abbraccia dieci cime oltre i 4.000 metri, ed è la seconda vetta più alta d’Italia dopo il Monte Bianco.

Il suo nome, spesso associato alle tonalità del tramonto, ha in realtà origini ben diverse: deriva dal termine “Rouése”, che nella lingua franco-provenzale significa “ghiacciaio”. Ma oltre ai panorami che lasciano senza fiato, il Monte Rosa è anche una destinazione straordinaria per chi cerca avventura, cultura e relax, sia in inverno che in estate.

Dove si trova il Monte Rosa

Il Monte Rosa si estende tra Italia e Svizzera (dove vanta il primato di vetta più alta) e domina il paesaggio alpino dai suoi 4.634 metri di altitudine.

La sua parte italiana si sviluppa in Piemonte e Val d’Aosta e abbraccia quattro valli che offrono scenari da fiaba e innumerevoli opportunità per gli amanti della montagna. Sul versante valdostano si trovano la Val d’Ayas, la Valle di Gressoney e la Valle di Champorcher, mentre in Piemonte si estende la suggestiva Valsesia.

Ognuna di esse è custode di tradizioni, borghi pittoreschi e paesaggi che si trasformano con il passare delle stagioni e che sanno donare esperienze indimenticabili a chiunque decida di esplorarle.

Cosa vedere sul Monte Rosa

Il Monte Rosa non è soltanto un paradiso naturale, ma anche un territorio ricco di borghi storici, rifugi accoglienti e paesaggi che non si possono dimenticare.

Tra antiche tradizioni Walser e panorami degni di una cartolina, conoscere il suo territorio significa immergersi in una bellissima realtà dove la montagna è protagonista assoluta.

Macugnaga: il borgo ai piedi del gigante

Il borgo di Macugnaga

Fonte: Ph @AleMasche72 – iStock

Macugnaga, ai piedi del Monte Rosa

Ai piedi del Monte Rosa sorge Macugnaga, incantevole borgo la cui storia è legata a doppio filo alla cultura Walser, il popolo che colonizzò queste valli secoli fa, lasciando un’eredità culturale e architettonica ancora oggi visibile nelle caratteristiche case in legno e pietra.

Macugnaga è la destinazione ideale per concedersi una rigenerante e attiva vacanza all’aria aperta tra passeggiate nei boschi, magnifiche vedute e una gastronomia che racconta la tradizione locale. In inverno diventa una rinomata stazione sciistica, mentre d’estate è il punto di partenza per escursioni alla scoperta dei paesaggi alpini.

Alagna Valsesia: tra natura e tradizione

Sul versante piemontese del Monte Rosa, Alagna Valsesia è un’altra perla celebre per le case Walser e per il profondo legame con la montagna, porta d’accesso privilegiata per gli escursionisti e gli appassionati di alpinismo.

D’estate, i sentieri conducono verso laghi alpini e rifugi d’alta quota, mentre d’inverno la fiabesca località è un vero e proprio paradiso per lo sci, grazie al collegamento con il comprensorio Monterosa Ski.

Rifugio Regina Margherita: il più alto d’Europa

Per chi ama le sfide in alta quota, una delle mete più iconiche è il Rifugio Regina Margherita, che si staglia a a ben 4.554 metri sulla Punta Gnifetti.

È il rifugio più alto d’Europa e vanta una vista sulle Alpi che non si può descrivere a parole. Oltre a essere un punto d’appoggio per gli alpinisti, ospita un importante centro di ricerca specializzato nello studio delle condizioni estreme.

Bivacco Ravelli: il rifugio per gli escursionisti

Costruito nel 1964 in memoria di Don Luigi Ravelli, il Bivacco Ravelli è un rifugio incustodito lungo il sentiero che conduce al Corno Bianco.

È una tappa perfetta per gli amanti del trekking, che qui possono trovare riparo e godere della bellezza selvaggia dell’alta montagna.

Laghi Tailli: meravigliosa oasi alpina

A quota 2.755 metri, i laghi Tailli sono una meraviglia indiscussa che si raggiunge con una camminata di qualche ora.

Lungo il percorso, il paesaggio cambia in continuazione: boschi di larici lasciano il posto a praterie d’alta quota, fino a rivelare i laghi dalle acque cristalline, che riflettono il cielo e le cime tutt’intorno in un gioco cromatico senza pari.

Cosa fare sul Monte Rosa

Qualunque sia la stagione, il Monte Rosa propone moltissime attività per gli amanti della montagna. Dallo sci e il freeride sulle nevi immacolate durante l’inverno, alle escursioni e ai percorsi panoramici in estate, ogni avventura ha il sapore di un sogno.

Cosa fare in inverno

Inverno sul Monte Rosa

Fonte: iStock

Sciare sul Monte Rosa

Il Monte Rosa è il non plus ultra per gli sport invernali, grazie al comprensorio Monterosa Ski, che si estende tra Valle d’Aosta e Piemonte con oltre 180 chilometri di piste, dove gli amanti dello sci possono scegliere tra tracciati adrenalinici e percorsi panoramici immersi nei boschi.

Un’esperienza imperdibile è scendere lungo la pista Leonardo David, considerata una delle più impegnative delle Alpi, con i suoi 2.550 metri di dislivello. Ma il divertimento sulla neve non si limita alle piste battute: il Monte Rosa è una delle destinazioni preferite dai freerider, che qui trovano discese mozzafiato tra canali e pendii.

Dopo una giornata sulle piste, il relax è garantito presso i rifugi e i centri benessere della zona, dove ci si può riscaldare davanti a un camino e gustare i piatti tipici della montagna.

Cosa fare in estate

Monte Rosa in estate

Fonte: iStock

I verdi boschi con il Monte Rosa in estate

L’estate sul Monte Rosa regala magnifiche vedute e sentieri che attraversano boschi, pascoli e vette imponenti. Il trekking è l’attività principale, con percorsi adatti sia ai principianti che agli escursionisti esperti.

Uno dei sentieri più suggestivi è il Sentiero Walser, che da Alagna Valsesia conduce ai villaggi Walser di Otro, dove il tempo sembra essersi fermato. Lungo il percorso si possono ammirare le tipiche case in legno e scoprire la storia dell’antico popolo alpino.

Per gli appassionati di flora, il cammino da Champoluc a Letey-Bochard è un must: tra prati fioriti e boschi, si possono incontrare specie rare come l’edelweiss e la genziana pavonina, mentre lo sguardo si perde tra le cime innevate.

Un’escursione da provare è poi quella che porta da Macugnaga al Lago delle Fate, un angolo magico incastonato tra i monti, dove la tranquillità delle acque riflette il cielo e le cime.

Infine, per chi cerca qualcosa di più impegnativo, il percorso da Gressoney al Rifugio Alpenzù offre una panoramica completa della bellezza del Monte Rosa. Il rifugio, a 1.770 metri, regala una vista incomparabile sulla Valle del Lys e permette di assaporare la vera essenza della montagna.

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Dove andare a sciare in montagna senza trovare folla

Se amate sciare e state cercando delle mete senza folla, ecco dove dovreste andare per trovare impianti all’avanguardia e senza code, piste libere e innevate e divertirvi senza stress e nel silenzio più assoluto.

Campo Felice in Abruzzo

Se Roccaraso è salita alle (tristi) cronache per l’invasione di turisti, in Abruzzo ci sono altre località bellissime dove poter sciare e che non sono state prese d’assalto. Come Campo Felice, per esempio, una località sciistica molto apprezzata per la sua accessibilità e le piste di media difficoltà. Il comprensorio comprende 35 km di piste e si estende su un’altitudine che va dai 1.300 ai 2.100 metri, con impianti che garantiscono neve sicura anche nei periodi più critici. Gli impianti di risalita sono 15) offrono un accesso rapido e comodo alle piste (di cui se ne contano ben 24), con 9 seggiovie, 2 sciovie, 3 tappeti e 1 manovia.

Alpe di Mera in Piemonte

Anche le regioni alpine offrono ancora diverse località sciistiche poco note dove divertirsi senza troppa folla, Una o di queste è l’Alpe di Mera in Piemonte. Questa località si raggiunge solamente con la funivia. Siamo a circa 1500 metri di quota, in un luogo davvero fuori dal tempo. Qui le cose da fare non sono poche e regalano attimi indimenticabili a chi raggiunge questo piccolo borgo di montagna. Si può sciare lungo circa 30 km di piste adatte a tutti i livelli. Se questo non bastasse c’è anche un campo scuola con tapis roulant e una Fun Slope con dossi, tunnel e curve. Vi sono anche tre percorsi per chi ama esplorare la montagna con le ciaspole ai piedi.

Piazzatorre, in Val Brembana

Tra le mete sciistiche poco battute c’è anche Piazzatorre, in Val Brembana, Lombardia. È una località molto apprezzata proprio per questa sua caratteristica, che consente di trascorrere una piacevole e tranquilla esperienza in un paesaggio dominato dalle Alpi Orobie. Il comprensorio di Piazzatorre offre agli sciatori circa 20 km di piste, con percorsi adatti ai principianti e a un livello intermedio. Inoltre, la qualità delle piste è garantita da un importante impianto di innevamento artificiale, che rende ottime le condizioni della pista per tutta la stagione invernale.

Colere, in Val di Scalve

Sempre in Lombardia si trova il comprensorio sciistico di Colere, in Val di Scalve, una stazione sciistica conosciuta per le sue piste tecniche e per i panorami mozzafiato. Dominata dal Massiccio della Presolana, questa località è molto apprezzata soprattutto dagli sciatori esperti e dagli amanti delle discese in alta quota. Fra tutte, la pista più amata è la Pista Regina, una delle più spettacolari della zona. Oltre allo sci alpino, anche qui sono presenti numerosi percorsi per chi cerca un contatto più intimo nella natura attraverso lo sci di fondo. Colere è tra le destinazioni più consigliate per chi è alla ricerca di un’atmosfera tranquilla, grazie all’assenza di grandi folle.

Montagna Grande di Viggiano in Basilicata

La stazione sciistica Montagna Grande di Viggiano, sull’Appennino Lucano a un’altezza di 1410 metri, è dotata di tre piste per lo sci alpino e di un tracciato per lo sci di fondo per un totale di circa 4 km. Sono presenti due sciovie di diversa lunghezza, le quali servono due piste lunghe rispettivamente 550 e 300 metri, un campo scuola e un agevole impianto di risalita per ragazzi e sciatori inesperti. Inoltre, è presente un impianto di illuminazione che permette lo sci in notturna. Se non volete sciare, ma desiderate comunque godervi i paesaggi innevati, potete praticare nordic walking, esplorare sentieri con le ciaspole, scivolare a bordo di slittini o su ciambelle da neve.

Gambarie d’Aspromonte in Calabria

Nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, Gambarie è una delle località sciistiche calabresi da prendere in considerazione se si vuole stare lontani dalla folla. Il comprensorio dispone di quattro seggiovie, una sciovia e cinque piste di diversa difficoltà, oltre a un emozionante Weigand Alpine Coaster. La località offre una vista spettacolare sulla Costa Ionica da un lato e sull’Appennino calabrese dall’altro. Le piste di Gambarie sono adatte principalmente a sciatori di livello intermedio e avanzato, anche se sono presenti alcuni tracciati più semplici per i principianti. Questa località è particolarmente rinomata per le sue piste panoramiche e per la bellezza dei boschi di conifere che, con la neve, offrono uno scenario fiabesco.

Piano Battaglia, sulle Madonie

Nel cuore della Sicilia centrale, c’è il comprensorio sciistico di Piano Battaglia, immerso nel Parco delle Madonie, un’area naturale che regala paesaggi incantevoli. Situato a circa 1.570 metri di altitudine, è il punto di riferimento per gli amanti dello sci dela regione. Questa località si estende fino a 1.840 metri sulla vetta del Monte Mufara e offre impianti moderni e piste adatte a sciatori di ogni livello. Negli ultimi anni, è stato completamente rinnovato con l’introduzione di una nuova seggiovia biposto e uno skilift. I 4,5 km di piste sono stati completamente rifatti, allargati e messi in sicurezza. Tra le piste più note, la pista Mollica, con pendenze che ricordano quelle delle più celebri località alpine, perfetta per chi cerca emozioni forti. La pista dello Scoiattolo, adatta a sciatori principianti, e la pista Sparviero, più tecnica, con tratti impegnativi che la rendono l’ideale per chi vuole affinare la propria tecnica.