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Le montagne del marmo che custodiscono l’oro bianco d’Italia

Esiste un luogo di incredibile bellezza legato indissolubilmente alla nostra terra, alla nostra storia. Un luogo dove il colore bianco, che brilla al sole, è assoluto protagonista di visioni eteree, magiche e quasi surreali.

Si tratta delle Alpi Apuane, dei monti del marmo. Di quei bacini marmiferi che con i secoli sono diventati il tesoro d’Italia, il nostro oro bianco. Tra i più famosi ci sono quelli di Carrara, la città che più di tutti preserva e racconta una storia d’amore secolare ed eterna con il materiale preferito da Michelangelo e Canova.

Le cave si aprono davanti agli occhi dei visitatori come visioni oniriche spianando la strada al percorso che conduce direttamente al ventre della montagna, proprio lì dove nasce il marmo.

Alpi Apuane: le montagne del marmo ieri e oggi

La storia del prezioso oro bianco d’Italia affonda le sue radici in tempi lontanissimi. Già i romani utilizzavano questo materiale per costruire le loro lussuose dimore e le opere pubbliche, prima di loro gli Etruschi.

Nelle epoche successive il marmo è rimasto protagonista della nostra storia. È stato utilizzato da grandi artisti per creare capolavori iconici, sculture religiose e anche opere d’arredamento. E oggi, come ieri, viene impiegato nella costruzione di alcune delle più importanti opere architettoniche e scultoree in tutto il mondo.

Una storia grandiosa e gloriosa, quella dell’oro bianco d’Italia, che ci riporta oggi al cospetto delle Alpi Apuane dalle quali ancora si estrae quello che è il materiale lapideo più celebre del mondo.

Le cave presenti nei bacini marmiferi esercitano oggi grande suggestione, al punto tale che sono numerose le persone che giungono fin qui per rivivere tutta la magia di un passato che non si può dimenticare, e di un presente ancora vivido e straordinario.

Le cave di marmo si trovano a Torano, Fantiscritti e Colonnata. Si possono visitare grazie a tour guidati che percorrono l’ex Ferrovia Marmifera e attraversano suggestivi paesaggi fatti di gallerie scavate nella roccia, ponti e panorami mozzafiato che si susseguono uno dopo l’altro, oppure si possono raggiungere le cave (Cava Museo Fantiscritti, Cava Galleria Ravaccione e Cava 177) on the road, in auto o in moto, percorrendo la strada che da Carrara conduce ai bacini marmiferi.

La storia raccontata nei musei

C’è un altro modo per entrare nell’universo del marmo, per toccare con mano la bellezza che gli appartiene, ed è un itinerario che passa attraverso i musei.

Diverse sono le istituzioni che, attraverso racconti, testimonianze, collezioni e sculture, permettono di conoscere la storia millenaria dell’oro bianco italiano.

Uno dei più celebri è sicuramente la Cava Museo Fantiscritti, situata proprio nel cuore delle cave di Carrara, tra il bianco del marmo. Attraverso a una collezione immensa fatta di sculture, opere a grandezza naturale e reperti è possibile scoprire la storia dell’antico mestiere dei cavatori.

Troviamo poi il Parco della Padula, un grande giardino verdeggiante alle porte di Carrara che ospita un’esposizione permanente delle opere realizzate da diversi artisti durante la Biennale Internazionale di Scultura della Città di Carrara del 2002.

Ultimo, ma non per importanza, è il Museo Civico del Marmo. Tra reperti, sculture, strumenti e documenti, il museo conserva la più completa e affascinante collezione legata al materiale per testimoniare e valorizzare l’importante legame tra la città e questo patrimonio locale e mondiale.

Fantiscritti e la strada dei marmi

Fantiscritti e la strada dei marmi

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Le piscine naturali e segrete incastonate tra le Dolomiti

Esiste un luogo incantato in Italia che sembra uscito da una fiaba. Un posto dove è possibile riscoprire tutta la bellezza della natura incontaminata e selvaggia che qui è assoluta protagonista.

Ci troviamo nel cuore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e più precisamente nella Valle del Mis. Un gioiello naturale, questo, che si snoda tra diversi sentieri che partono dall’omonimo lago e che attraversano scenari mozzafiato.

Ci sono le cascate maestose e impetuose, ci sono i boschi lussureggianti e le aree verdeggianti. E ci sono i Cadini del Brenton, piscine naturali e segrete dall’acqua color smeraldo nascosti tra la natura selvaggia delle Dolomiti.

I Cadini del Brenton

È un’esperienza unica, quella che si vive una volta entrati nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Un’avventura che ci permette di entrare in contatto con la natura autentica e incontaminata, per rigenerare i sensi e incantare la vista, per vivere esperienze indelebili.

È qui, all’interno del parco, che pozze d’acqua dai colori intensi e brillanti si aprono improvvisamente davanti allo sguardo degli esploratori. Queste piscine segrete, che prendono il nome di Cadini del Brenton, si trovano nel territorio comunale di Sospirolo.

A crearli è stata la natura. I Cadini del Brenton, il cui nome deriva da catini, sono delle cavità naturali scavate dal Torrente Brenton che, con la sua forza erosiva, ha levigato le rocce fino a creare queste piscine disposte tra i ripiani rocciosi.

In tutto si contano più di dieci vasche naturali, anche se non tutte visitabili, che appaiono come pozze ricolme d’acqua dolce e che creano in questa zona del parco uno scenario fiabesco e magico.

Cadini del Brenton

Cadini del Brenton

Come raggiungere le piscine segrete delle Dolomiti

Dal Lago del Mis si snodano diversi sentieri che conducono alla scoperta delle meraviglie circostanti. Da una parte c’è l’itinerario delle cascate, che comprende le cascatelle del torrente del Brenton e la suggestiva Cascata della Soffia. Dall’altra, invece, troviamo i Cadini del Brenton, una delle attrazioni più belle e suggestive dell’intero territorio.

Per raggiungere e visitare le piscine segrete del parco bisogna percorrere un sentiero circolare che parte dal Ponte del Mis e che attraversa un piccolo e fitto bosco. Proprio al termine di questo ci si ritrova davanti alla meraviglia della natura: le vasche naturali si susseguono una dopo l’altra mettendo in mostra giochi di luce e di ombre che incantano lo sguardo.

Sono quindici, in tutto, i catini formati dal torrente Brenton, ma non tutti sono visibitabili. Alcuni, quelli posti più in alto, sono letteralmente circondati e immersi in una natura aspra e impervia. Gli altri dieci, invece, sono attraversabili grazie a  ponti in legno.

Attenzione però perché non è concesso fare il bagno in queste piscine naturali. Anche se davanti a tanta meraviglia il desiderio di tuffarsi può diventare impetuoso, il divieto imposto dall’Ente del Parco è un’azione necessaria per la conservazione dell’area dai rischi dovuti all’impatto umano.

La visita ai Cadini del Brenton è consentita nei mesi che vanno da marzo a novembre e il costo d’ingresso è di due euro a persona.

Cadini del Brenton

Cadini del Brenton

 

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Come in un sogno: le montagne sospese tra cielo e terra

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci, di incantarci, di meravigliarci con la sua bellezza, la stessa che ci spinge a viaggiare in lungo e in largo, che ci invoglia a raggiungere destinazioni a noi lontanissime, ma che ci permettono di osservare da vicino le opere più belle create da Madre Natura.

Luoghi che assomigliano a paradisi terrestri, a sogni onirici e a set cinematografici di pellicole di fantascienza, ma che invece sono reali e spettacolari. E questo è il caso delle montagne fluttuanti in Cina, quelle trapassano la nebbia e svettano verso il cielo. Quelle immense e gigantesche da sembrare quasi divine.

Il loro nome è Tianzi e sono montagne di arenaria altissime e dalle forma appuntita che caratterizzano da milioni di anni il panorama dello Zhangjiajie National Forest Park. E se vi sembra di averle già viste da qualche parte non vi sbagliate, perché queste sono le rocce che hanno ispirato il capolavoro cinematografico di James Cameron: Avatar.

Montagne Tianzi

Montagne Tianzi

Il luogo reale che ha ispirato Pandora

Era il 2009 quando sul grande schermo veniva presentato quello che è stato il film con più incassi nella storia del cinema. Ma non era solo la storia di Avatar ad appassionarci, ma anche le straordinarie ambientazioni di quell’universo immaginario e fantasy che prendeva il nome di Pandora.

Eppure quell’universo fantascientifico si è ispirato a un luogo reale e meraviglioso che appartiene al nostro Pianeta. Si tratta delle Montagne Tianzi, formazioni rocciose altissime che avvolte dalla nebbia restituiscono visioni magiche e incantate: sembrano davvero sospese tra cielo e terra.

Per ammirare questo capolavoro creato da Madre Natura milioni di anni fa, dobbiamo recarci in Cina, nella provincia di Hunan. È qui che esiste lo Zhangjiajie National Forest Park, un luogo onirico e mistico che sembra uscito da un sogno visionario e che attira ogni anno migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Già Patrimonio dell’Umanità UNESCO, questo parco ospita delle rocce altissime che sfiorano il cielo, che sembrano quasi attraversarlo. Data la loro forma, stretta e lunga, le Tianzi assomigliano a pilastri, a colonne che sembrano sorreggere il cielo e il paradiso.

Montagne Tianzi

Montagne Tianzi

Le montagne che attraversano il cielo

Il Parco forestale nazionale di Zhangjiajie è un luogo straordinariamente unico, uno dei posti naturali più belli della terra che meritano assolutamente una visita.

Le Montagne Tianzi, che occupano la superficie del parco da più di 300 milioni di anni, sono circondate da una vegetazione lussureggiante e fitta che comprende cascate, ponti e foreste, grotte e formazioni naturali che, tutte insieme, creano uno scenario surreale e incredibile.

La nebbia, che qui è presente oltre 200 giorni all’anno, crea un’atmosfera suggestiva e fiabesca. Quando questa si diffonde all’interno del parco, infatti, le Tianzi sembrano fluttuare tra cielo e terra, esattamente come facevano le montagne di Pandora in Avatar.

E se vi state chiedendo com’è la vista da lassù, non vi resta che scoprirlo. All’interno del parco, infatti, è stato creato uno degli ascensori più alti del mondo. Con i suoi 326 metri, il Bailong conduce i viaggiatori in cima alle montagne permettendogli di godere del panorama più bello, affascinante e suggestivo di questo luogo dell’anima.

Montagne Tianzi

Montagne Tianzi

 

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Ora puoi viaggiare gratis in treno tra le Alpi

La primavera è quel periodo dell’anno in cui, oltre a inebriarci di colori, profumi e sole, iniziamo anche a pensare ai viaggi estivi. E anche quest’anno torna un appuntamento imperdibile e che potrebbe rendere la nostra bella stagione più incantevole che mai: quello con Yoalin (Youth Alpine Interrail),  che permette di viaggiare gratis in treno tra le Alpi.

In costa consiste il programma Yoalin

Il programma Yoalin è stato avviato nel 2018 dalla Consulta dei giovani della Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi CIPRA e CIPRA International e offre ai giovani la possibilità di viaggiare gratuitamente attraverso le meravigliose Alpi.

Un progetto che prevede la selezione di più di 100 ragazzi tra i 18 e i 27 anni cui destinare biglietti ferroviari gratuiti per esplorare la regione alpina in modo sostenibile. I biglietti in palio per la stagione 2022 sono 150, 50 dei quali sponsorizzati dall’Arge Alp (Comunità di Lavoro delle Regioni Alpine), in occasione del cinquantesimo anniversario della sua fondazione.

L’obiettivo di questo progetto è promuovere una modalità di viaggio, tra alcune delle vette più belle del mondo, economica ed ecocompatibile. Del resto vi abbiamo già raccontato più volte quali sono i vantaggi del viaggiare sui binari.

Come ottenere i biglietti gratis per viaggiare tra le Alpi

Pre poter viaggiare gratuitamente tra la Alpi è necessario compilare il modulo di registrazione (in inglese) sul sito dell’iniziativa. Per farlo c’è tempo fino al 20 maggio 2022 e i fortunati vincitori dell’estrazione avranno di fatto un “Interrail Global Pass” – del quale vi avevamo già parlato -, che consentirà di andare anche al di fuori dei confini italiani durante l’estate 2022.

I requisiti per candidarsi sono:

  • avere un’età compresa tra i 18 e i 27 anni;
  • essere aperti a nuove avventure e scambi internazionali;
  • interessarsi ad argomenti sostenibili;
  • vivere nelle Alpi;
  • be first time-Yoalins: in sostanza chi ha già ricevuto un biglietto Yoalin nelle passate edizioni, non può ripresentare la candidatura.

Le ulteriori agevolazioni per i viaggiatori

Oltre a poter viaggiare gratis tra luoghi dai profili fiabeschi, per i partecipanti sono previste ulteriori agevolazioni. Innanzi tutto, queste persone saranno invitate all’evento di lancio ufficiale che si svolgerà dal 24 al 26 giugno 2022, a Landeck in Tirolo, contemporaneamente al Festival per il 50° anniversario di ARGE ALP, un partner del progetto.

Un’occasione interessante per i giovani che potranno conoscersi e programmare il viaggio insieme, entrando anche a far parte della comunità Yoalin. Basti pensare che alcuni ex partecipanti a questa iniziativa oggi aiutano a organizzare i viaggi, oppure si propongono come guide turistiche o accompagnatori nelle escursioni nella loro regione.

Inoltre, sarà possibile usufruire delle cosiddette “offerte speciali” come l’ingresso scontato ai musei o le offerte gratuite in strutture selezionate. Durante l’estate si svolgeranno altri due eventi che permetteranno di scambiarsi esperienze. Infine, i partecipanti al progetto sono invitati a raccontare le loro avventure sui social media e a presentare le foto e le storie più significative a un concorso, che sarà premiato in occasione dell’evento di chiusura in ottobre in Svizzera.

Non resta che convincere i nostri giovani a partecipare, non solo perché avranno la possibilità di scoprire natura, storia, cultura e tradizioni alpine, ma anche perché dopo due anni di pandemia e di chiusure meritano davvero di fare un viaggio che ricorderanno per il resto della loro vita.

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Il museo diffuso più grande delle Alpi

C’è una zona del nostro Paese che è un pullulare di meraviglie, un susseguirsi di borghi molto interessanti, castelli sontuosi, complessi monumentali importantissimi, musei imperdibili e una natura che toglie il fiato, un patrimonio così vasto e speciale che ha fatto sì che proprio qui prendesse vita il museo diffuso più grande delle Alpi.

Il Museo Diffuso Cuneese

Parliamo della provincia di Cuneo in Piemonte dove è nato, nel 2016, il progetto ‘Museo Diffuso’ da un’idea della Fondazione San Michele di Cuneo e dal Rotary Club di Cuneo, in collaborazione con i Rotary Club di Cuneo Alpi del Mare, Bra, Canale Roero, Mondovì, Barcellonette.

L’obiettivo è chiaramente la promozione turistica di questo particolare territorio, ma mettendo a sistema chiese e monumenti attraverso la realizzazione di un portale web contenente videoguide in tre lingue (italiano, inglese, francese) raggiungibile attraverso l’utilizzo di QR CODE. In poche parole, tramite una semplice applicazione scaricabile gratuitamente su smartphone e tablet è possibile accedere al portale e usufruire della guida in autonomia direttamente in loco.

Un progetto la cui forza principale è essere modulabile e implementabile nel tempo e nello spazio: l’ingresso di nuovi interlocutori può portare a un ampliamento dell’offerta, mantenendo però sempre una linea uniforme e riconoscibile.

Augusta Bagiennorum cuneese

Augusta Bagiennorum, resti del teatro romani

Provincia di Cuneo, cosa vedere assolutamente

Imperdibile, in questa zona, è certamente l’area archeologica di Augusta Bagiennorum in località Roncaglia a Benevagienna. Un’antica città fondata alla fine del I secolo a.C. e riscoperta a fine Ottocento, per opera di Giuseppe Assandria e Giovanni Vacchetta che, affittando i campi dai contadini, condussero diverse campagne di scavo.

La città romana aveva forma di trapezio ed era cinta su tre lati da un fossato e da una palizzata in legno. Oggi, tra le cose più belle da ammirare ci sono un teatro che all’epoca era in grado di contenere circa 3.000 spettatori e il Museo Archeologico allestito negli spazi dell’elegante Palazzo Lucerna di Rorà, nel centro di Benevagienna.

Un’altra tappa imperdibile è Mondovì Breo con la chiesa dei Santi Pietro e Paolo che si affaccia su una delle piazze più caratteristiche del borgo. Sorge a ridosso del colle, in una posizione rialzata rispetto all’abitato, ed è incassata tra le case che le fanno da corona.

Gli interni, invece, presentano una bella decorazione pittorica e pregevoli esempi di scultura. Particolarmente interessanti sono i busti ritratto del parroco don Giovanni Gazzano e del benefattore don Marco Antonio Bruno situati lungo la navata centrale.

Mondovì cuneese

La città di Mondovì

Bellissimo anche il Complesso monumentale di San Francesco a Cuneo, ossia l’edificio medievale più importante della città. Basti pensare che si trova in un quartiere che era uno dei più antichi della città e ospitava una chiesa dedicata al Santo di Assisi già alla fine del Duecento.

A Fossano, invece, già all’inizio del XIV secolo esisteva una Confraternita del Cristo Crocefisso che distribuiva elemosine e accoglieva bisognosi e pellegrini forestieri. Qui, tra il 1730 e il 1739, venne edificata una chiesa con una facciata dalle forme mosse e che, all’interno, presenta decorazioni che furono affidate ai fratelli Pietro Antonio e Giovanni Pietro Pozzo per le finte architetture, Michele Antonio Milocco per gli affreschi, Cipriano Beltramelli e Bernardino Barelli per gli stucchi.

A Montà d’Alba da non perdere è il Santuario dei Piloni che si compone di diversi nuclei appartenenti a epoche differenti. Nonostante uno stato di profondo abbandono che ha caratterizzato tutto il complesso fino agli anni Ottanta, oggi la struttura è stata completamente recuperata e restaurata, a tal punto da diventare uno dei siti più frequentati del Roero.

Tracce di Medioevo a Manta con Santa Maria del Castello, di cui non si conosce la data di edificazione, ma che si ritiene sia stato costruita tra 1416 e 1426. All’epoca la chiesa era ad aula unica, ma nel tempo venne più volte rimaneggiata: la copertura lignea fu sostituita da una volta a botte e furono aperte cappelle laterali, come quella dedicata alla Madonna del Rosario che fu poi demolita nel 1958, ma della quale ancora si vede l’arco di ingresso.

Manta piemoente

Veduta del Castello di Manta

Non possono mancare di certo i paesaggi come quello di Castelmagno dove sorge un santuario che risulta essere frequentato già dal periodo romano. La Valle Grana, infatti, era certamente nota ai Romani come un’importante crocevia grazie alla possibilità di passare alla Valle Stura e alla Valle Maira attraverso il passo di Valcavera e il colle del Mulo.

Infine a Cussanio il Santuario della Madonna della Provvidenza che si raggiunge percorrendo uno scenografico viale a doppia fila di carpini, da cui si gode un’ottima visuale sul complesso.

Tutte le novità di quest’anno

Quest’anno al Museo Diffuso Cuneese si sono aggiunte meraviglie come il Complesso Museale di San Francesco in Cuneo, di cui vi abbiamo parlato sopra;  il Museo Casa Galimberti di Cuneo, che si distingue per essere un luogo unico per leggere la storia non solo della città, ma dell’intera Nazione; Via Roma e Piazza Galimberti sempre in Cuneo città che sono, rispettivamente, il cuore pulsante del capoluogo piemontese e la piazza più amata dai cuneesi;  l’Area Archeologica e il Museo della Necropoli di Valdieri, dove si sviluppano particolari insediamenti di carattere naturalistico, come testimoniano la presenza della Riserva del Ginepro Fenicio e del Sentiero delle Farfalle; l’Area Archeologica e il Museo Archeologico di Bene Vagienna, di cui vi abbiamo parlato sopra, e il Museo degli Usi e della Gente di Montagna di Serra di Pamparato, che sorge all’interno di un palazzo storico risalente al XVIII secolo.

Nel corso della primavera verrà ultimato anche l’ultimo contenuto video dedicato al Forte di Vinadio e alle fortificazioni della Valle Stura. Il sito, quindi, si arricchisce di una nuova sezione dedicata in modo specifico all’archeologia. Ad oggi sono oltre 30 le videoguide realizzate, per un totale di 38 località coinvolte e 513 contributi video dedicati. Infine, per il 2022 il Rotary Club Cuneo si occuperà di coinvolgere nel progetto alcuni siti di Villar San Costanzo quali la Parrocchiale di San Pietro in Vincoli, la Riserva Naturale dei Ciciu e l’Abbazia di San Costanzo al Monte, mentre l’ATL si focalizzerà sulle città di Cuneo, Fossano, Borgo San Dalmazzo e Mondovì.

Un vero e proprio Museo Diffuso da non perdere e che si trova nel cuore delle nostre Alpi.

Castelmagno cuneese

Il santuario di Castelmagno

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In viaggio sulle Dolomiti Paganella con i trattamenti benessere ispirati alla montagna

Un viaggio in montagna all’insegna del relax, per rigenerare corpo e mente. Accade sull’Altopiano della Paganella dove centri benessere come l’AcquaIn Spa & Wellness, ad Andalo, e Dolomia Wellness, sulle rive del Lago di Molveno, regalano momenti unici grazie a pisine, bagni turchi, saune, bio-saune e trattamenti personalizzati.

Per chi sogna di visitare quest’angolo di Trentino e sogna di rigenerarsi, Dolomiti Paganella ha selezionato 5 trattamenti benessere ispirati alla montagna da provare subito!

Sauna alle erbe, profumo di montagna e benessere

Le erbe alpine tipiche del Trentino sono le protagoniste della sauna alle erbe. Un trattameto che regala una intensa sensazione di benessere grazie a calore, vapore e al potere delle erbe alpine. Nella sauna la temperatura arriva a 50°C, mentre l’umidità raggiunge il 40%. Il risultato è un bioclima rilassante, ottimo per stimolare la circolazione e purificare l’organismo.

Climasauna al fieno, relax a 50°C

Nella climasauna umidità e calore sono maggiori, mentre il profumo del fieno essiccato ci trasporta nei prati del Trentino. Il corpo e la mente si rilassano grazie a una temperatura di 50°C e all’umidità dell’ambiente, che arriva al 50%. La permanenza consigliata è di 10/20 minuti.

Benessere dolomiti

Massaggio alpino, armonia alpina per corpo e mente

50 o 75 minuti di puro relax: il massaggio alpino distende tutto il corpo sfruttando i benefici delle erbe alpine racchiuse nelle “Cotton Swabs” e massaggiate insieme agli oli caldi. L’atmosfera diventa così magica, con i profumi del territorio che invadono l’aria in una speciale “armonia alpina”.

Trattamento Detox alla schiena con miele di castagno

Realizzato dagli operatori olistici di Brentanima, il Trattamento Detox Profondo Schiena, aiuta a eliminare le tossine fisiche, emotive e mentali. Si parte con uno scrub preparato con succo di limone, zucchero di canna e miele di castagno. Per passare poi a una spugnatura con decotto alle erbe e al riallineamento della colonna vertebrale con il metodo Breuss. Tutto si conclude con una pioggia profumata e rinfrescante a base di acqua aromatica alla menta.

Massaggio vitale al pino cembro, il potere dell’aromaterapia

Le Alpi e l’aromaterapia si uniscono grazie a un massaggio vitale al pino cembro. Dura 40 minuti e utilizza estratti di pino cembro, rosmarino e arnica montana. Piante benefiche per articolazioni e muscoli. L’esperienza è resa ancora più intensa dai bastoncini di pino cembro riscaldati e passati lungo il corpo con movimenti ritmici. Il modo perfetto per sciogliere le tensioni muscolari.

Contenuto offerto da Dolomiti Paganella.

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Le montagne dell’Alto Adice si infiammano: l’appuntamento è a giugno

Un viaggio in Alto Adige, durante il mese di giugno, può trasformarsi in un’esperienza mistica, suggestiva e spirituale. Perché è proprio in questo territorio, caratterizzato da splendide cime che svettano verso il cielo, da laghi alpini, natura lussureggiante e tradizioni secolari, che quando inizia l’estate grandi falò infiammano i monti per onorare la promessa solenne fatta al Sacro Cuore di Gesù, per ricordare il Tirolo unito.

Cuori, croci e fiamme si palesano davanti agli occhi di cittadini, turisti e viaggiatori che ammirano lo spettacolo che prende vita sulle cime delle montagne del Tirolo storico, che comprende quello austriaco e le province autonome di Trento e Bolzano) e che si può osservare dai rifugi ad alta quota, dalle terrazze panoramiche o dalle vallate.

Una tradizione, questa, che viene perpetuata da secoli, che fonde le usanze pagane legate al solstizio d’estate con la storia del territorio e la credenza religiosa. Ecco quando e dove vivere il fuoco del Sacro Cuore di Gesù.

fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Alto Adige: le montagne illuminate dai falò

Tutti conosciamo la tradizione dei falò che si accendono durante il solstizio d’estate, quella che poi si è trasformata nei Fuochi di San Giovanni Battista, di cui si hanno testimonianze già dal XII secolo.

Questa sentita usanza nel XVIII secolo fu presa e convertita in Tirolo. Preoccupato per una possibile invasione da parte dell’esercito francese di Napoleone, l’abate di Stams ripose tutta la sua fede in Dio affidando tutto il Tirolo al Sacro Cuore di Gesù.

Dopo la vittoria delle truppe tirolesi diversi fuochi vennero accesi sulle cime delle montagne e l’abate rinnovò questo voto per proteggere l’intero territorio.

Nel 1809, il condottiero e paladino del Tirolo Andreas Hofer, rinnovò nuovamente la promessa fatta al Sacro Cuore di Gesù prima di condurre la battaglia del Monte Isel dal quale uscì vittorioso insieme ai tirolesi. Da quel momento, quella di accendere il fuoco del Sacro Cuore di Gesù divenne una tradizione da celebrare la terza domenica dopo la Pentecoste.

Un’usanza ancora vivida nelle vallate della regione e nei paesi del Tirolo orientale, settentrionale e meridionale.

fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Quando e come ammirare il fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Le montagne si tingono di rosso mentre le fiamme ondeggiano e si innalzano maestose, sulle vette compaiono simboli religiosi che ardono e incantano.

Una tradizione, quella del fuoco del Sacro Cuore di Gesù, perpetuata da secoli e che è celebrata in Alto Adige con il rito di accendere i falò sui versanti delle montagne dando vita a uno spettacolo magico e mistico.

Dalle terrazze panoramiche, dalle vallate e dai paesi che si snodano lungo il territorio, è possibile ammirare le luci delle fiamme che brillano da lontano. Durante la stessa sera dell’accensione, viene anche celebrata una messa solenne con la processione. Non mancano cori, danze folcloristiche e concerti.

L’appuntamento per la celebrazione del fuoco del Sacro Cuore di Gesù in Alto Adige è previsto per il 26 giugno 2022. È quello il giorno in cui i tirolesi ricordano il giuramento fatto, le vittorie di un popolo unito in battaglia. Dall’oscurità guizzano le fiamme e illuminano tutto il territorio circostante. I falò sono visibili da tutto il Tirolo, da Merano, da Bolzano e anche dal Lago di Caldaro.

Fuoco del Sacro Cuore di Gesù

Fuoco del Sacro Cuore di Gesù

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Incastonata tra le Alpi c’è una città da fiaba sospesa sull’acqua

La chiamano La perla delle Alpi, perché in effetti a guardarla bene sembra davvero un gioiello prezioso. Si tratta di Annecy, la cittadina situata nel cuore della regione Alvernia-Rodano-Alpi e incastonata in una cornice suggestiva che riporta alla mente l’immaginario favolistico.

C’è chi l’ha ribattezzata la Venezia francese, perché in effetti quei canali che attraversano la città e che riflettono le ombre delle case e degli edifici che brillano al sole, ricordano la nostra meravigliosa laguna.

Le acque dolci, limpide e cristalline da una parte, e le montagne della regione alpina francese che si stagliano contro il cielo, rendono il capoluogo dell’Alta Savoia uno dei luoghi più suggestivi del Paese. Una cartolina da fiaba tutta da vivere e immortalare.

Annecy

Annecy

Un luogo da fiaba: benvenuti ad Annecy

Situata tra le alte colline e le montagne pre alpine, al confine con la Valle d’Aosta, Annecy è un luogo da favola che ogni anno accoglie visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Vengono qui per conoscere i segreti del centro storico, per fare gite in barca o in battello e per ammirare le splendide montagne di Semnoz e Tournette che fanno da sfondo a questa cartolina.

La città dell’Alta Savoia si snoda per 13 chilometri quadrati nei pressi del lago omonimo. Un bacino di origine glaciale conosciuto per le sue acque pulite, limpide e chiare all’interno delle quali si specchiano le montagne circostanti.

Non è solo la scenografia naturale a incantare e ad attirare i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, ma anche il prezioso patrimonio artistico, culturale e storico che appartiene al territorio. Annecy, infatti, conserva la storia dei Conti di Savoia e dei Conti di Ginevra, che la scelsero come residenza prima del 1980, quando questa fu annessa alla Francia per volontà di Napoleone III.

Ecco quindi che architetture caratteristiche dominano suggestivamente il centro storico che si snoda tra strade acciottolate, edifici colorati e strutture medievali, mentre tutto intorno i canali regalano sorprendenti giochi di luci riflesse quando splende il sole.

Annecy

Annecy

Dalla città vecchia ai suggestivi dintorni

Non basta un giorno per scoprire tutta la bellezza di Annecy, perché sono tanti i tesori nascosti tra le strade e i vicoli, tra i ponti, i canali e gli angoli nascosti. E poi ci sono gli scorci, quelli meravigliosi davanti ai quali innamorarsi, quelli da immortalare in istantanee di grande bellezza. Come quelle da scattare dal Palais de I’Île, situato proprio all’incrocio dei due canali che attraversano il centro storico e che sfociano poi nell’omonimo lago.

La città vecchia di Annecy, poi, è una vera meraviglia, un tripudio di storia e cultura che esplode proprio tra le case colorate, gli edifici, i ristoranti e i piccoli negozi che si susseguono uno dopo l’altro e che raccontano la vita degli abitandi della città. Qui è possibile vedere i due canali, Le Port e Le Canal du Vassé, che attraversano la città e che gli hanno dato l’apellativo di Venezia Francese.

Ovviamente, il Lago di Annecy è una tappa imprescindibile in questo viaggio. Con le sue acque azzurre, che sembrano aver rubato il colore dal cielo terso, crea un ambiente favolistico e quasi surreale. Nei dintorni del lago è possibile dedicarsi a a passeggiate per scoprire gli scorci naturali più suggestivi di tutto il territorio.

Non mancano poi le escursioni nei dintorni, come quella al Semnoz che consente di attraversare gli straordinari paesaggi alpini che circondano tutta la città. Salire in cima, poi, permette di godere dello splendido panorama sul lago e su Annecy.

Annecy

Annecy

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Come in un quadro: la montagna che ha rubato i colori all’arcobaleno

Sono tantissimi i viaggi che organizziamo ogni giorno e che ci portano alla scoperta dei luoghi più sensazionali del mondo. Eppure, proprio quando crediamo di aver visto tutto, ecco che le meraviglie del pianeta che abitiamo ci sorprendono ancora una volta con la loro grande bellezza, così immensa da sembrare finta o artificiale. E invece è reale, così come lo è splendida montagna Vinicunca che ha rubato i colori all’arcobaleno e di quella si è abbigliata.

Immaginate di avere davanti agli occhi una terra variopinta e surreale su quella poter camminare. È quello che accade quando si raggiunge la Montaña de Siete Colores, un massiccio montuoso situato a 5200 metri sul livello del mare e che appartiene alle Ande, che a guardarlo sembra essere una cartolina dipinta a mano dai migliori illustratori

Qui, numerosi viaggiatori provenienti da tutte le parti del mondo giungono ogni giorno dell’anno per ammirare quei colori, per lasciarsi incantare dal meraviglioso spettacolo messo in scena dalla natura che, come un pittore, ha dipinto le montagne con vigorose e intense pennellate.

Vinicunca

Vinicunca

La montagna delle meraviglie

Per ammirare con i nostri occhi questa meraviglia che appartiene al pianeta, dobbiamo recarci in Perù, al cospetto delle Ande. Nella regione di di Cusco, e più precisamente tra le province di Quispicanchi e Canchi, troviamo Vinicunca, anche conosciuta col nome di Montaña de Siete Colores.

Un caleidoscopio di colori si apre davanti allo sguardo di chi osserva. L’arancione, il blu, il viola, il rosso e il giallo si intrecciano al marrone e al rosa in maniera indissolubile tra i monti. E sembra quasi di poter camminare su un arcobaleno.

Vinicunca

Vinicunca

Vinicunca, l’arcobaleno sotto ai nostri piedi

Trovarsi al cospetto della montagna arcobaleno è un’esperienza unica, da fare almeno una volta nella vita. A guardare questa meraviglia del mondo è facile lasciarsi trasportare dalle suggestioni che uno scenario così magico può provocare.

In realtà quello che si nasconde dietro ai colori che caratterizzano questa montagna delle Ande è stato ampiamente spiegato dalla scienza. Le striature che splendono sotto il sole non sono altro che il risultato dei diversi minerali che nel corso di milioni di anni si qui sono depositati e poi sovrapposti.

Ossido di ferro, manganese, zolfo, calcio, magnesio, rame ossidato e granito hanno creato questi sette colori che oggi rendono la montagna una delle più suggestive del mondo intero.

A rendere ancora più suggestiva la montagna arcobaleno è stato il fatto che questa, per molti secoli, è rimasta nascosta sotto uno spesso strato di ghiaccio, come se fosse un tesoro a proteggere. Una volta che questo si è sciolto però ha mostrato al mondo intero uno scenario meraviglioso, inedito e sensazionale.

Oggi Vinicunca è diventato un luogo da esplorare e da scoprire, per perdersi e immergersi nelle meraviglie del nostro mondo. Tuttavia, l’esplorazione della montagne delle Ande prevede può risultare abbastanza impegnativa, meglio quindi se ci si avvale della presenza di guide esperte.

Lungo il tragitto di quella valle incantata, è possibile incontrare gli animali che popolano l’altopiano da secoli, tra i quali il vicuña e l’alpaca, e i villaggi delle comunità locali.

Vinicunca

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Cercasi foto di rifugi e bivacchi: perché e come fare

Sta per arrivare il 150esimo anniversario della SAT (Società Alpinisti Tridentini). Per festeggiare l’evento l’intenzione è quella di ridare alle stampe la pubblicazione dei rifugi della SAT. Il tutto attraverso una nuova veste grafica che l’obiettivo di raccontare la storia, i sentieri e le curiosità dei presidi delle terre alte.

Cos’è la SAT

La SAT è una società che opera nel nostro meraviglioso Trentino e che conta circa 27.000 soci. Il lavoro principale è quello di occuparsi della manutenzione di 5.500 km di sentieri della regione garantendo, allo stesso tempo, l’ospitalità attraverso 34 rifugi d’alta quota e promuovendo moltissime attività culturali, corsi d’alpinismo e iniziative nelle scuole di ogni grado.

Fondata nella splendida cornice di Madonna di Campiglio il 2 settembre 1872, ha una storia che si intreccia con le vicende politiche e storiche del Trentino, fino almeno al primo dopoguerra. Oggigiorno cura la segnaletica e la manutenzione di 842 sentieri (4.357 km), 125 sentieri attrezzati (863 km con circa 9 km di tratti attrezzati) e 68 vie ferrate (263 km con 19 km di tratti attrezzati) per un totale di 5.550 km.

Un vero e proprio punto di riferimento stabile per tutti gli alpinisti. In fondo, i rifugi diventano sempre più luogo di accoglienza e incontro sociale. Basti pensare al Rifugio Mandron, inaugurato dalla SAT nel 1959, che sorge sul ciglio della costa erbosa della Conca Mandron, a poca distanza dai laghetti omonimi, ossia in vista di quello che uno dei più vasti e importanti ghiacciai italiani.

Oppure aI Bivacco Presanella che si trova in Val Nardis, nel gruppo della Presanella, a 2205 m s.l.m. Edificato dalla SAT nel 1885, è stato completamente ristrutturato nel 1999. Oggi si caratterizza per essere in muratura e dotato di un unico locale. Sempre aperto, può ospitare 12 persone ed è utilizzato prevalentemente per la salita alla Presanella.

Ma questi sono solo alcuni degli esempi di tutte le occasioni di ospitalità gestite dalla SAT.

AAA cercasi foto di rifugi e bivacchi

Per festeggiare i sui 150 anni, la società è alla ricerca di foto di rifugi e bivacchi SAT che diventeranno parte dell’archivio fotografico e che potrebbero essere utilizzati nella pubblicazione 2022. Chi volesse condividere i propri scatti (fotografie in alta risoluzione) può partecipare semplicemente inviandoli entro il 15 aprile 2022 alla seguente e-mail: comunicazione@sat.tn.it.

Ma questa non è l’unica celebrazione per questo importante traguardo. Infatti, verranno organizzati eventi, iniziative, pubblicazioni e mostre per un cammino condiviso in vista del 3 settembre 2022. Per esempio, sono proposti a tutti gli escursionisti 15 itinerari su tutto il territorio provinciale per scoprire i valori, la storia e le radici dell’associazione.

Sentieri per tutti poiché la proposta non è solo escursionistica: per quanto possibile, alcuni di questi tragitti potranno essere percorsi anche da diversamente abili. Camminandovi sarà possibile incontrare persino riferimenti storici e culturali, riferimenti alla cultura materiale e all’ambiente naturale. Elementi che verranno evidenziati dalla cartellonistica a inizio e fine percorso, ma anche lungo il tragitto. Vi basterà scansionare un QR code informativo e il gioco sarà fatto.

Panorami, paesaggi e realtà tutte da conoscere che regaleranno momenti di vita da trascorre su catene montuose, su valli o insediamenti abitati di una delle zone più belle ed emozionanti del nostro Paese.

foto rifugi e bivacchi sat

Un angolo del Trentino