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Cosa vedere a Luxor, antico miraggio d’Egitto

Sulla riva Est del fiume Nilo, nel Sud dell’Egitto, sorge una città che è un museo a cielo aperto, a sua volta costruita sull’antico sito di Tebe, che in un passato piuttosto lontano era la Capitale dei faraoni nel loro periodo d’oro, dal XVI all’XI secolo a.C. Parliamo di Luxor, località che per molto tempo è stata la città più venerata d’Egitto.

Luxor, informazioni utili

Situata sulla sponda orientale di uno dei fiumi più importanti del mondo, il Nilo, Luxor ancora oggi ospita alcuni dei monumenti più imponenti di tutto il pianeta, che sono la tangibile testimonianza del suo ricco e immutabile passato. Si tratta di una città preziosa e che riesce a colpire tutti, sia gli appassionati di storia e cultura in generale, sia coloro che viaggiano per cercare indelebili emozioni.

Un viaggio in Egitto senza fare tappa a Luxor è quasi interamente sprecato, poiché è proprio da queste parti che si entra davvero in contatto con la sua lunga storia, che ha certamente segnato quella del Paese intero (e non solo).

Concediti un giro in feluca sul Niro per ammirare da un punto di vista privilegiato le meraviglie di Luxor

Cosa vedere a Luxor

A Luxor c’è davvero l’imbarazzo della scelta, e la selezione di cosa visitare o meno dipende molto dal tempo che si ha a disposizione. Per ammirarla nella sua quasi totale interezza servirebbero almeno 2 o 3 giorni, altrimenti si è costretti a preferire alcune attrazioni rispetto ad altre.

Tempio di Karnak, Egitto

Fonte: iStock

Antiche rovine del Tempio di Karnak

Il tutto si può fare in autonomia, ma vista la tantissima storia, le molte persone che la visitano e le distanze tra un sito e l’altro, il consiglio è quello di acquistare online un tour con guida turistica, in modo da essere certi di non perdersi nemmeno un dettaglio. Se invece si preferisce il “fai da te”, ecco una selezione di luoghi imperdibili.

I magnifici templi di Luxor

Luxor, nel corso della sua storia, visse grande prosperità. Il merito è anche dell’enorme forza lavoro che aveva a disposizione, che con il passare del tempo diede vita a straordinarie opere architettoniche ancora oggi sono perfettamente visibili, come i templi:

  • Tempio di Karnak: ci vogliono ore per visitarlo per via delle sue notevoli dimensioni, in quanto è il più grande centro religioso dell’antichità (ma lo sforzo vale la pena). Si tratta di un complesso, uno dei monumenti più imponenti e meglio conservati della città, costituito da da diversi templi, cappelle e santuari;
  • Tempio di Luxor: da dove parte l’antico (ed emozionate) Viale delle Sfingi di Luxor. Situato nel cuore della città, era dedicato al dio Amun-Ra, ed è pieno di sculture, possiede un’imponente sala a colonne ed ospita anche il famoso Obelisco di Luxor;
  • Tempio di Hatshepsut: da molti considerato uno dei più misteriosi d’Egitto, è intitolato alla regina Hatshepsut, moglie di Tuthmosi II, ed offre un’architettura davvero unica nel suo genere poiché la struttura si innalza su tre livelli diversi, sfruttando il pendio naturale della valle sui cui sorge;
  • Tempio di Ramesseum (o Ramses II): situato a poca distanza dalla città, è uno dei più grandi edifici che si fa spazio sulla riva sinistra dell’antica Tebe. Imperdibili sono i dipinti sui muri che raffigurano i figli del faraone;
  • Tempio di Seti I: costruito in onore del dio Amun-Ra, permette di visitare ancora oggi due grandi cortili e frammenti delle sfingi che sorvegliavano l’ingresso del tempio.
Tempio di Hatshepsut, Luxor

Fonte: iStock

L’incredibile Tempio di Hatshepsut

Valli, tombe e siti archeologici

Luxor viene definita oggi come “ il museo a cielo aperto più grande al mondo”, e che vi mette piede non può che confermare quanto appena detto. Ecco tantissime altre meraviglie da non perdere:

  • Valle dei Re: si sviluppa nel bel mezzo del deserto, ad ovest del Nilo, e per gran gran parte del periodo faraonico (dal XVI all’XI secolo a.C.) venne utilizzata per le sepolture di re, nobili o membri della famiglia reale (per ora ne sono state rinvenute una sessantina). È proprio qui, infatti, che è stata scoperta la tomba di Tutankhamon con il suo prezioso tesoro (online è possibile acquistare un affascinante tour guidato);
  • Valle delle Regine: suggestiva necropoli delle mogli reali, e non a caso vi sono emerse sepolture di varie dinastie, come la tomba di Nefertari, moglie preferita del faraone Ramses II;
  • Valle dei Nobili: antico luogo di sepoltura, possiede circa 415 tombe attribuite ai membri più importanti della corte dei faraoni;
  • Tombe di El-Assasif: seppur poco conosciute, meritano assolutamente una visita per via del loro ottimale stato di conservazione, che prevede anche i resti di alcune antiche pitture;
  • Colossi di Memnone: due gigantesche statue, che rappresenterebbero il faraone Amenhotep III, alte più di 18 metri ciascuna.
Valle dei Re, Egitto
Tomba di Ramesse VI nella Valle dei Re

I musei di Luxor

Molti dei tesori che nel corso degli anni sono stati rinvenuti a Luxor sono oggi visitabili presso i bellissimi musei della città:

  • Museo della Mummificazione: seppur non eccessivamente grande, riesce ad essere incredibilmente sorprendente grazie alle mummie di esseri umani, ma anche di gatti, pesci e coccodrilli e per via della presenza di oggetti utilizzati per le tecniche di mummificazione;
  • Museo di Luxor: una tappa da fare assolutamente poiché qui è conservata una delle collezioni più impressionanti di antichità egizie al mondo.

Le altre attività da fare a Luxor

È bene sapere che Luxor è il punto di partenza (o di arrivo se si sale a bordo dell’imbarcazioni ad Assuan) di tantissime crociere sul Nilo. Oltre a ciò, questo museo a cielo aperto d’Egitto offre anche la possibilità di far avverare i desideri: vi si può fare un giro in mongolfiera osservando tutte le sue meraviglie antiche (e non solo) da un punto di vista più che privilegiato.

Infine, vale la pena fare anche un giro tra i vicoli della città, per scoprie la vita di tutti i giorni ed anche il suo ricchissimo souk, il mercato pieno di prodotti tipici.

Mongolfiere sul Nilo, Luxor

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Gite in mongolfiera a Luxor
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Un viaggio nel tempo a bordo del treno con Catullo e Virgilio

Amanti dei treni storici a rapporto! L’Associazione Veneta Treni Storici APS ha organizzato per il mese di settembre un’iniziativa davvero speciale che vede per protagoniste le carrozze degli Anni Trenta note come “Centoporte”: nella data del prossimo 29 settembre, infatti, i viaggiatori desiderosi di vivere un’esperienza emozionante e fuori dall’ordinario per fare un salto indietro nel tempo potranno salire a bordo di una locomotiva a vapore per immergersi nel paesaggio suggestivo che va da Verona a Mantova.

Le corse previste per la giornata di domenica sono quattro: si tratta di un evento che promuove lo slow turismo e la riscoperta delle antiche vetture storiche, che viaggeranno però sui binari attuali.

Il viaggio in treno da Verona a Mantova

AVTS è un’Associazione di Promozione Sociale (APS) fondata nel 1998 nella città di Verona ad opera di alcuni ferrovieri ancora in servizio e di alcuni pensionati, che avevano la volontà di formare un gruppo per la salvaguardia e la conservazione degli antichi e storici rotabili ferroviari, in convenzione e collaborazione con Fondazione FS Italiane.

Si deve a loro, infatti, questa bellissima iniziativa che verrà attuata il prossimo 29 settembre: l’Associazione si è anche occupata del restauro e del recupero estetico delle vecchie vetture di locomotive a vapore, ma il suo operato riguarda anche la promozione e la divulgazione della cultura e della storia ferroviaria italiana attraverso convegni e incontri organizzati con scuole, associazioni terze ed enti.

Le corse previste il 29 settembre sono appunto quattro, ma le prime due sono già sold out: la prima coppia di vetture storiche di questo viaggio ribattezzato I Treni di Catullo e Virgilio partirà dalla romantica città di Verona (passando per Villafranca), nota per essere il set della storia d’amore shakespeariana di Giulietta e Romeo, arrivando poi fino a Mantova, dove tra le attrazioni principali c’è sicuramente il rinascimentale Palazzo Te.

Gli ultimi posti disponibili e acquistabili online sulla apposita piattaforma RailBook, invece, sono quelli per i treni storici che partono dalla città di Mantova. Per coloro che abbiano intenzione di partecipare, infatti, il punto di ritrovo per questo avvincente viaggio nel tempo è previsto alla stazione di Mantova alle ore 10.30 del 29 settembre. Il treno storico partirà poi per le ore 11.00, diretto a Villafranca (con arrivo alle ore 11.30) e  successivamente a Verona (arrivo previsto per le ore 11.50).

Il costo di partecipazione è di 20 euro a persona con biglietto a tariffa intera, mentre la tariffa ridotta per i passeggeri di età compresa tra 5 e 12 anni è di € 10. I bambini fino a 4 anni, invece, possono viaggiare a bordo dei treni storici senza posto a sedere, gratuitamente.

Cosa vedere durante il viaggio

Salendo a bordo di queste vetture storiche che rievocano il passato delle ferrovie italiane, è possibile visitare due splendide città, Verona e Mantova. Proprio sulla tappa di Verona, infatti, i viaggiatori potranno avere del tempo libero. a loro disposizione per fare un giro all’interno del bellissimo centro storico: vi consigliamo di non perdere una visita all’Arena di Verona, nonché di passeggiare sulle romantiche rive del fiume Adige, prima di dirigervi alla Casa di Giulietta e agli altri luoghi iconici legati alla storia d’amore più famosa al mondo.

Il treno a vapore partirà nuovamente da Verona verso Mantova alle ore 15:00 e arriverà a destinazione alle ore 15.55 del pomeriggio.

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Giornate Europee del Patrimonio: i luoghi da vedere il 28 e 29 settembre

Il 28 e 29 settembre tornano le Giornate Europee del Patrimonio, un’iniziativa nata nel 1991 allo scopo di far apprezzare e conoscere a tutti i cittadini il patrimonio culturale condiviso così da incoraggiare la partecipazione attiva per la sua salvaguardia e trasmissione alle nuove generazioni. I luoghi della cultura, come musei, gallerie, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, biblioteche e archivi, sono al centro di un programma che conta oltre 1000 eventi sparsi per tutto il territorio nazionale.

Il tema di quest’anno è “Patrimonio in Cammino”, che riprende lo slogan europeo “Routes, Networks and Connections”, scelto dal Consiglio d’Europa e condiviso dai Paesi aderenti alla manifestazione. La scelta del tema non è casuale, ma rappresenta un invito a riflettere sul valore del patrimonio culturale in relazione a cammini, vie di comunicazione e connessioni che, oggi e in passato, hanno reso possibili gli scambi fra i popoli e contribuito alla formazione della nostra identità.

Noi di SiViaggia abbiamo selezionato quelli che, a nostro parere, sono i più interessanti, da Nord a Sud, comprese le Isole.

Le iniziative nel Nord Italia

Cominciamo a scoprire le iniziative più interessanti dedicate alle Giornate Europee del Patrimonio partendo dal Nord Italia e in particolare da Torino, dove la Fondazione Torino Musei propone l’ingresso al prezzo simbolico di 1 euro per le collezioni di MAO e di Palazzo Madama. Sono escluse dalla promozione le collezioni permanenti di GAM, chiuse per riallestimento fino al 14 ottobre. Le mostre allestite in questi musei rappresentano appieno il tema delle giornate: il MAO si pone come ponte fra Europa e Asia, mentre Palazzo Madama ospita Change! dedicata ai cambiamenti climatici e al fiume Po, via di comunicazione e di connessione fra popoli da millenni.

Anche la Direzione regionale Musei Lombardia aderisce all’iniziativa organizzando diversi eventi: dalle visite guidate alle Grotte di Catullo e Museo Archeologico di Sirmione, le quali resteranno aperte la sera al costo di 1 euro, alle visite (anche serali) all’area archeologica e all’antiquarium della Villa Romana a Desenzano del Garda.

Palazzo Madama Torino

Fonte: iStock

Palazzo Madama a Torino aderisce all’iniziativa

Gli eventi del Centro Italia

I musei, gli spazi espositivi e i luoghi della cultura di Bologna e area metropolitana si animeranno con oltre 90 appuntamenti dedicati agli adulti e ai bambini. Anche qui sarà possibile visitare i musei più belli anche la sera, dalle 20.00 alle 24.00, usufruendo della tariffa agevolata di 1 euro, come MAMbo – Museo d’Arte Moderna, Museo Morandi, Pinacoteca Nazionale e Museo di Palazzo Poggi.

La Sovrintendenza Capitolina aderisce creando eventi in linea con il tema delle Giornate Europee del Patrimonio dedicate al cammino. Tra questi mettiamo in evidenza la passeggiata tra archeologia e storie di quartiere organizzata in Via Tiburtina e nel quartiere San Giovanni e l’itinerario dedicato alla “tribù dei piedi zozzi”, così come furono appellati i bambini di Villa Mangani da un giornalista negli anni ’40.

Musei aperti ed eventi nel Sud Italia

In occasione di queste giornate, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli dedica alcune iniziative ai bambini e ai ragazzi, i quali potranno partecipare a un laboratorio che gli permetterà di approfondire la mitologia attraverso i monumenti della Campania antica. Il 29 settembre, invece, si svolgerà una Caccia all’Opera dove ragazzi tra i 10 e i 13 anni e gli adulti investigheranno i rapporti tra i Greci e le popolazioni che abitavano l’Italia meridionale seguendo indizi digitali.

La festa della conoscenza offerta dalle Giornate Europee del Patrimonio è celebrata anche in Basilicata, dove verrà approfondito l’affascinante Cammino Materano e ci sarà l’apertura straordinaria di diversi monumenti come il Castello Tramontano e la Chiesa Rupestre di Santa Maria de Armenis.

Iniziative culturali nelle Isole

In Sardegna, invece, molto interessante in relazione al tema del cammino è l’evento “Monte d’Accoddi, una tappa lungo il cammino del Megalitismo in Sardegna”: durante la visita guidata sarà possibile scoprire il sito archeologico e comprendere quanto per le comunità preistoriche “l’essere in cammino” sia stato fondamentale per scoprire risorse, acquisire sapere e scegliere i luoghi ideali dove vivere stabilmente. Anche la città di Alghero aderisce all’iniziativa con l’apertura straordinaria notturna (fino alle ore 23) dei musei MŪSA Museo Archeologico della Città e MACOR Museo del Corallo, al costo d’ingresso simbolico di 1 euro. Sono previste anche guide programmate presso la Necropoli di Anghelu Ruju, nel Villaggio Nuragico di Sant’Imbenia e nel centro storico.

Arriviamo, infine, alle iniziative organizzate in Sicilia, dove a Palermo sarà possibile visitare al costo di 1 euro (anche la sera) il Salinas, il Museo Riso, Palazzo Steri e il Chiostro di Monreale, una delle testimonianze più affascinanti e meglio conservate dell’arte arabo-normanna in Sicilia. Tra i parchi archeologici, invece, evidenziamo la partecipazione a queste giornate del Parco Archeologico di Kamarina e Cava Ispica, un luogo molto importante per immergersi nelle testimonianze di un passato che ha collegato popoli e civiltà attraverso rotte e connessioni ancora oggi visibili.

Monte d'Accoddi Sardegna

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Durante le Giornate Europee del Patrimonio ci saranno visite guidate anche a Monte d’Accoddi, in Sardegna
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Anche in Sicilia ripartono i treni storici: info utili

Avreste mai pensato di scoprire le meraviglie artistiche e paesaggistiche della Sicilia a bordo di un treno storico? Da settembre, fino all’8 dicembre, tornano sui binari i treni storici della Fondazione delle Ferrovie dello Stato. Ecco tutti i dettagli di questa bellissima iniziativa turistica per scoprire la Sicilia in un’esperienza di viaggio unica e indimenticabile.

Alla scoperta della Sicilia sui treni storici

In Sicilia si dice che i treni non siano mai puntuali, come del resto in Italia in generale, eppure stavolta la Fondazione delle Ferrovie dello Stato ha per voi un’iniziativa che vi potrà davvero entusiasmare, ovvero quella di permettere ai turisti e ai cittadini di scoprire la bellissima isola e il suo patrimonio artistico, culturale e naturalistico con un viaggio a bordo dei treni storici.

L’iniziativa ha il suo avvio dalla metà di settembre e proseguirà fino a dicembre, per il giorno dell’Immacolata, dopo cinque anni di successi: per il sesto anno consecutivo, infatti, ripartono i treni storici con uno speciale itinerario che tocca ben 33 destinazioni in calendario.

Questi vagoni sono treni d’epoca, affascinanti, restaurati per l’occasione e sono diretti verso i più rilevanti parchi archeologici della Sicilia e verso deliziosi e pittoreschi borghi isolani.

Quali sono le tappe principali di questo viaggio

Tra le destinazioni imperdibili verso cui viaggeranno questi treni storici attraverso il territorio della Sicilia c’è lo spettacolare Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento (Treno dei Templi), le località nota agli appassionati di ceramiche tipiche sicule di Santo Stefano di Camastra e Caltagirone (Treno della Ceramica) e molto altro. Ad esempio, per gli amanti dell’arte è imprescindibile un viaggio a bordo del cosiddetto Treno dell’Arte che va da Messina a Tusa.

L’antica e magnetica Siracusa e il suo prezioso centro storico potranno essere visitati dopo un viaggio a bordo del Treno di Ortigia, mentre un altro treno vi condurrà da Catania a Taormina per scoprire le antiche leggende greche legate a questa terra (Treno del Mito).

Castelvetrano e il Parco Archeologico di Selinunte sono visitabili dopo essere saliti sul Treno del Mare e delle Civiltà Antiche, così come anche potrete lasciarvi incantare dal barocco di Modica e godervi l’evento ChocoModica, festa del cioccolato che si tiene nel mese di dicembre (Treno del Cioccolato).

Il Treno delle Stelle, invece, ha come destinazione Roccapalumba, mentre se siete dei buongustai e vi fa impazzire il pistacchio, non perdete il Treno del Pistacchio diretto al centro storico di Bronte, con una collaborazione con le automotrici Fce.

I treni storici di questa iniziativa hanno vagoni e carrozze definite “a terrazzini”, quelle usate dagli Anni Trenta agli Anni Cinquanta in Sicilia. Per coloro che desiderano portare con sé la propria bicicletta, niente panico: sarà possibile depositarla con la rastrelliera all’interno della vettura bagagliaio, con una capienza di 50 biciclette.

Ma come acquistare i biglietti per questo emozionante viaggio? I biglietti sono disponibili tramite qualsiasi canale di vendita Trenitalia e anche a bordo treno, fino a esaurimento posti.

Dal 2018 sono stati oltre 20 mila i viaggiatori che sono saliti a bordo di questi treni storici per visitare e ammirare le bellezze della Sicilia fuori dal caos dell’alta stagione.

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Tallinn, cosa vedere nella splendida capitale dell’Estonia

Tallin è la capitale dell’Estonia, una città affascinante che rispecchia e che unisce perfettamente il fascino medievale del Paese con la sua modernità. Si trova sulle rive del Mar Baltico e si può affermare con certezza che Tallin sia un vero e proprio gioiello dell’Europa del Nord, grazie anche al suo bellissimo e antico centro storico, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, tutto da scoprire. Ecco quali sono le attrazioni principali della capitale estone, che non devono assolutamente mancare in un itinerario di viaggio.

Itinerario alla scoperta di Tallinn

Il centro storico di Tallinn e le mura medievali

Uno dei motivi principali per cui visitare questa città è senza ombra di dubbio il suo centro storicoVanalinn. Si tratta di una delle città medievali meglio conservate di tutto il continente europeo. Passeggiando tra le sue suggestive vie, infatti, sembra di essere catapultati indietro nel tempo, tra stradine strette e vicoli acciottolati, circondati da case di epoca medievale in color pastello e le sue torri di difesa, che rendono l’atmosfera unica. È possibile anche passeggiare alla scoperta delle numerose botteghe artigiane, un’ottima soluzione per l’acquisto di souvenir e oggetti fatti a mano.

Tra le cose che caratterizzano il centro storico di Tallin si trovano sicuramente le mura medievali che lo circondano, che nei secoli hanno protetto la città dagli attacchi degli invasori, e le sue torri storiche. Ad esempio, tra le più importanti e belle c’è la Torre di Kiek in de Kök, da cui è possibile ammirare la capitale estone dall’alto, al cui interno viene ospitato il museo cittadino, che racconta la storia delle difese medievali e della città, offrendo un’interessante visione sulla storia locale.

Nel cuore del centro storico di Tallin si trova anche uno dei suoi luoghi più iconici: la piazza del Municipio. Qui si trova, come si evince dal nome, il Municipio di Tallin, un maestoso edificio in stile gotico, risalente al lontano Tredicesimo secolo. Questa piazza è circondata da numerosi ristoranti e caffè, soluzioni perfette per una pausa rilassante.

Inoltre, durante il periodo natalizio, la piazza ospita uno dei mercatini di Natale più belli e suggestivi di tutta Europa, che trasformano la città in un vero e proprio villaggio fiabesco.

Non deve mancare in un itinerario alla scoperta di Tallinn anche la farmacia del Municipio, conosciuto con il nome di Raeapteek, una delle farmacie più antiche d’Europa ancora in attività, e risalente al lontano 1422. Al suo interno è possibile scoprire ancora oggi antichi rimedi medievali ed una collezione di oggetti storici che raccontano la storia della medicina.

Scorcio del centro storico medievale di Tallinn, con la via acciottolata e la bandiera estone

Fonte: iStock

Centro storico di Tallinn, Estonia

Il castello di Toompea e la cattedrale di Aleksandr Nevskij

Spostandosi verso la collina di Toompea si arriva in una delle zone più elevate della capitale estone, da cui è possibile godere di una vista unica sul centro storico di Tallin e sul porto. Proprio su questa collina si trovano due delle attrazioni più importanti della capitale.

La prima è il Castello di Toompea, caratterizzato dalla sua iconica torre chiamata Pikk Hermann, tutt’oggi è un importante simbolo di potere e di autorità in Estonia, luogo che i turisti possono visitare, esplorando i suoi dintorni ed ammirando le sue imponenti mura difensive.Questa imponente struttura, risalente al lontano Tredicesimo secolo, ospita al suo interno il Parlamento estone.

A pochi passi da qui è possibile ammirare la maestosa cattedrale di Aleksandr Nevskij, una chiesa ortodossa costruite verso la fine del Quattordicesimo secolo proprio durante il periodo di dominazione russa. Cosa caratterizza questo importante luogo di culto? Le sue cupole a cipolla, con interni decorati finemente, che la rendono unica al mondo.

Vista dell'antica Cattedrale di Tallinn e del parlamento estone di giorno

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Il castello di Toompea e la cattedrale di Aleksandr Nevskij

I quartieri di Kalamaja, Telliskivi e Rotermanni

Tallinn è una città tutta da scoprire, che, come già detto, riesce a unire il suo fascino medievale con la modernità. Questi tratti si notano soprattutto in due quartieri moderni ed alla moda, come quello di Kalamaja e Telliskivi, due zone emergenti della capitale.

Il quartiere di Kalamaja, conosciuto anche come il quartiere dei pescatori, è una bellissima area residenziale, piena di case in legno colorate, caffè alla moda e numerose gallerie d’arte. Passeggiando per le sue vie si vive un’atmosfera rilassata e quasi bohémien, l’ideale per allontanarsi dalla frenesia del centro storico.

Telliskivi, invece, è il quartiere adiacente al precedente, conosciuto anche come Telliskivi Creative City. È un vecchio complesso industriale che negli anni è stato trasformato in un vivace centro culturale, dove scoprire la scena artistica di Tallinn, con murales ed installazioni artistiche frequenti, ma anche spazi espositivi, negozi di design ed un bellissimo mercato delle pulci.

Un altro quartiere che sicuramente merita di essere visitato è il quartiere di Rotermanni, anche questa una vecchia area industriale completamente rinnovata e che oggi è stata trasformata in uno dei distretti più moderni della città. Questa zona è molto affascinante soprattutto perché è possibile osservare i vecchi edifici in mattoni rossi che si ergono di fianco a nuove e contemporanee strutture, che donano un fascino unico al quartiere. Rotermanni è anche il luogo ideale dove gli amanti dello shopping possono passare una giornata di relax, tra negozi e boutique alla moda e ristoranti di tendenza.

Il museo d’arte Kumu ed il parco di Kadriorg

Per gli amanti di arte e cultura, la città di Tallin non deluderà mai. Uno dei principali musei della capitale è il Kumu. Al suo interno, questo museo di arte contemporanea, ospita una grande collezione di opere estoni, a partire dal Diciannovesimo secolo. Inoltre, si tratta di uno dei più grandi museo della regione baltica.

Il museo si trova all’interno del famoso parco di Kadriog, uno splendido parco barocco che venne voluto dall’allora zar Pietro il Grande e dalla moglie Caterina I. Al centro del parco si trova quello che oggi è un museo di arte straniera, ovvero il Palazzo di Kadriog.

Questo parco è l’ideale per tutti coloro che cercano un luogo in cui rilassarsi, piccola rappresentazione di quanto questa città sia attenta al rispetto del verde e della sostenibilità, motivo per il quale Tallinn è stata eletta come la città più verde d’Europa

La torre della televisione di Tallinn

Destinazione ideale per tutti coloro che vogliono godere di una vista spettacolare su Tallinn e sono alla ricerca dello scatto perfetto. Ecco, questa è la torre della televisione di Tallinn, che è anche l’edificio più alto del Paese grazie ai suoi 314 metri di altezza. Al suo interno, inoltre, è presente un’area espositiva che racconta la storia della torre ed il ruolo che questa ha avuto durante l’indipendenza estone.

Tallinn, è una città che incanta, capace di fondere perfettamente il passato medievale con una vivace e vibrante modernità. La capitale dell’Estonia ha tutto questo, con prezzi sempre abbordabili e tanti collegamenti low-cost, che l’hanno resa negli anni una delle destinazioni preferite in Europa.

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Assedio di Masada, dall’archeologia nuovi dettagli sulle costruzioni romane in battaglia

Per comprendere a cosa si riferisce l’ultima ricerca di un gruppo di archeologi israeliani dobbiamo tornare indietro nel tempo fino all’Assedio di Masada, episodio conclusivo della prima guerra giudaica, combattuta tra romani e zeloti.

Uno studio pubblicato sul Journal of Roman Archaeology ha infatti portato alla luce maggiori dettagli su come siano state realizzate le opere d’assedio costruite dai romani nei pressi di Masada e su quali fossero le loro esatte funzioni originarie.

Cos’è l’Assedio di Masada

Avvenuto nel 73 d.C., l’Assedio di Masada fu l’epilogo della prima guerra giudaica, in cui gli ultimi zeloti si rifugiarono nella fortezza di Masada per sfuggire ai romani. Secondo la tradizione, al termine dell’assedio, i romani trovarono solo sette sopravvissuti, mentre gli altri si sarebbero suicidati per non cadere in mano nemica, sebbene questa parte della storia sia contestata da alcuni scavi archeologici. All’epoca, questa battaglia non venne ritenuta di grande importanza o interesse storico, ma solo successivamente fu resa famosa per via degli studi archeologici riguardanti appunto le realizzazioni architettoniche dei romani.

La scoperta degli archeologi sull’Assedio di Masada

Dev’essere attribuita a un gruppo di archeologi israeliani la recente scoperta sui dettagli del modo in cui furono costruite le fortificazioni e le cinta murarie dei romani nei dintorni del sito di Masada: lo studio, reso pubblico sulle pagine illustri del Journal of Roman Archaeology, approfondisce proprio questa vicenda dal punto di vista architettonico.

Le opere dei romani a Masada contavano all’epoca un muro di cinta, torri, forti e persino una rampa di terra, con un’estensione di oltre quattro chilometri. Il terreno dei romani era circondato da mura alte circa due metri e mezzo e protetto da torri che misuravano in altezza più di tre metri e mezzo. Secondo gli archeologi che hanno condotto lo studio, per costruire queste fortificazioni ci volle la manodopera e il sudore di più di 5.000 soldati che probabilmente impiegarono ben oltre due settimane per realizzare le imponenti strutture e un tempo ulteriore per la rampa d’accesso.

Lo studio condotto dagli archeologi israeliani per il Journal of Roman Archaeology ha inoltre mostrato che alcune sezioni delle mura sul terreno di Masada non erano state realizzate a scopo esclusivamente difensivo: è il caso di quelle vicine agli uadi (scavate nei corsi dei fiumi) e nei pressi dei burroni che sembra vennero invece costruite dai soldati romani – oltre che per evitare incursioni dall’esterno – soprattutto per poter suscitare nel nemico un effetto psicologico, con l’impressione di essere troppo imponenti e grandi per essere oltrepassate. Gli studiosi infatti hanno evidenziato il fatto che i muri fossero troppo sottili come spessore per avere una sola funzione difensiva, privi anche di parapetti per i soldati che vi si appoggiavano. Le torri, oltretutto, erano distanti eccessivamente le une dalle altre.

Il motivo, invece, per cui i romani insistettero tanto a voler conquistare una roccaforte piccola (solo un centinaio di soldati) come quella di Masada è ancora ignoto, anche se tra gli studiosi anche Guy Stiebel pensa che la conquista fosse connessa alla conservazione del commercio di balsamo a Ein Gedi.

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Il vero castello di Dracula esiste e non è in vendita: il castello di Bran

C’è il fascino del mistero, quello che ammanta alcuni luoghi donando loro una luce particolare. Poi c’è la valenza storica e architettonica, considerando che la sua realizzazione è avvenuta durante il Medioevo. E poi c’è la bellezza del paesaggio, di questo castello incastonato tra rocce e natura.

Il castello di Dracula (noto però con il nome di castello di Bran) è stato da tanto tempo individuato come il luogo in cui ha vissuto il sanguinario Vlad III, a cui potrebbe essersi ispirato Bram Stoker nella stesura del suo celebre romanzo, ed è una delle tappe che vanno segnate in un ideale diario di viaggio alla scoperta delle tante bellezze della Romania. Qui siamo nella regione della Transilvania, luogo ricco di roccaforti medievali e di natura spettacolare. E proprio da qui si gode di una vista che spazia sulla valle.

Un castello bellissimo, dotato di un fascino speciale e che legato a uno dei personaggi più affascinanti dei romanzi.

Castello di Bran, la sua storia e il legame con Dracula

Le sue torri, i boschi lussureggianti, la vista che si allarga sul territorio circostante: il castello di Dracula si trova in Romania vicino alla catena montuosa dei Carpazi, tanto è vero che è circondato da due massicci Bucegi e Piatra Craiului. Inoltre, si trova a poca distanza Brasov, città capoluogo del distretto.

La sua storia è davvero antica e si intreccia con quella di questo affascinante territorio: una prima costruzione può essere fatta risalire al 1211, quando venne realizzata una fortezza in legno da parte dei Cavalieri Teutonici. Abbandonata in seguito nel 1226.

È nel 1377 che il castello all’incirca come lo vediamo oggi (non ha subito grossi mutamenti nel corso del tempo) ha iniziato a essere realizzato: in un anno è stato eretto. Nel corso del tempo è stato abitato da diverse personalità: nel 1448 da Vlad III, nobile conosciuto come molto sanguinario. E colui che potrebbe aver ispirato il celebre Conte Dracula che infatti, nonostante l’autore del celebre romanzo abbia cercato di non creare assonanze con personaggi realmente esistiti, viene spesso associato a Vlad III, ed è il protagonista del romanzo di Bram Stoker che ne collocava il castello in Transilvania, su una roccia molto alta.

Da qui il collegamento tra il personaggio affascinante e sanguinario del romanzo e questo luogo che si trova in Transilvania. E, nonostante Dracula sia un personaggio immaginario, il richiamo di questi luoghi deriva anche dalla magia di provare a immaginarlo muoversi in questa struttura favolosa.

Tornando ai vari abitanti e alla storia del maniero: dopo Vlad III vi sono stati vari passaggi di proprietà, periodi in cui il castello di Bran è caduto in disuso e qualche intervento di rinnovamento. Nel 1920 è diventato la residenza dei sovrani del Regno di Romania.

Oggi è un museo e una delle location più visitate della Romania. Senza dubbio è una costruzione affascinante che fa ancora molto parlare di sé.

In Romania vi è il castello di Bran che ha ispirato quello di Dracula

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Il castello di Bran in Romania che pare aver ispirato quello di Dracula

Le voci di vendita del castello di Bran

Il Castello di Dracula è in vendita? Qualche anno si è diffusa la voce che questa antica magione, dal passato affascinante e di grande bellezza, fosse in vendita. Sembrava che l’obiettivo fosse quello di mantenerlo con la destinazione turistica attuale, ma che ci fosse la volontà di cedere la proprietà a un’altra persona (da diversi anni è nuovamente degli eredi legittimi: gli arciduchi Dominic, Maria – Magdalena ed Elisabeta, figli della principessa Ileana).

Notizia successivamente smentita e, infatti, negli anni non si è più accennato a un passaggio di proprietà e il Castello di Bran è rimasto nelle mani dei discendenti della famiglia reale.

La struttura era tornata a loro nel 2009, dopo che era stata confiscata alla principessa Ileana e alla sua famiglia nel 1948, dall’allora governo comunista.

Com’è il castello di Dracula

Ma com’è il castello di Dracula? A osservarlo da fuori sembra proprio uscito da una fiaba, sta a chi lo guarda decidere se a lieto fine oppure oscura: con le sue torri, la sua struttura imponente, che sembra fare da vedetta a tutto il territorio circostante, e il suo fascino.

Il casello di Bran si articola su quattro differenti piani ed è ricco di stanze e luoghi memorabili. Ci sono gli spazi che sono stati abitati dalla famiglia reale, ma ci sono anche le storie di paura: è dal 2020 che, infatti, si possono approfondire i miti e il folklore locale. Basta dirigersi al quarto piano della struttura per vistare la mostra permanente Una storia di paure in Transilvania che porta alla scoperta di sette personaggi fantastici e paurosi.

Il cortile del castello di Bran che potrebbe aver ispirato quello di Dracula

Fonte: iStock

All’interno del Il cortile del castello di Bran che potrebbe aver ispirato quello di Dracula

Programmare una visita qui significa immergersi alla scoperta delle tradizioni e dei miti di questo luogo affascinante e misterioso, conoscerne la storia e le leggende.

Si può mangiare nel ristorante del Castello, che è stato aperto nella Queen Maria’s Tea House ed è immerso nel verde: al suo interno si possono gustare piatti tipici e tè ed è aperto tutti i giorni. Così come è aperto tutti i giorni l’accesso al Castello di Bran: segnalano sul sito ufficiale della struttura che dal primo aprile al 30 settembre si può visitare il lunedì dalle 12 alle 18, oppure – a partire dal martedì e fino alla domenica – dalle 9 alle 18; dal primo ottobre e fino al 31 marzo, invece, è accessibile: il lunedì dalle 12 alle 16 e dal martedì alla domenica dalle 9 alle 16. Non mancano eventi pubblici che vengono segnalati sul sito ufficiale. Ma la location può essere scelta anche per eventi privati.

Un luogo che vale la pena inserire nelle tappe di un viaggio alla scoperta della Romania e della Transilvania, basti pensare che – solo nel 2023 – è stato raggiunto da più di 1 milione di visitatori. Ambientazione indimenticabile, storia e misteri, sono davvero attrattive a cui è impossibile resistere.

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Guida completa al Museo del Bardo a Tunisi

Hai deciso di fare un viaggio in Tunisia e ti vorresti fermare qualche giorno nella sua affascinante capitale? Se stai cercando di costruire il tuo itinerario, non dimenticarti di inserire una visita al Museo del Bardo a Tunisi, in assoluto il museo archeologico più importante del Paese, nonché il museo più antico del mondo arabo e dell’Africa. Situato in un palazzo storico di straordinaria bellezza, e caratterizzato da una ricca collezione di reperti e manufatti, questo museo ha davvero tanto da raccontare di questo popolo e della sua cultura. In questa guida troverai tutte le informazioni che ti servono per organizzare in modo impeccabile la tua visita al Museo del Bardo a Tunisi. Pronto a partire?

Museo del Bardo a Tunisi: una storia travagliata

La storia di questo museo è lunga e travagliata e il suo destino è sempre stato legato ai profondi cambiamenti politici e sociali della sua Nazione. Inaugurato nel 1888, è ospitato all’interno di un palazzo ottomano del XIX secolo il quale, all’epoca, fungeva da residenza reale dei governatori ottomani della Tunisia. Durante il protettorato francese, si decise di convertire le stanze della residenza in sale espositive per ospitare le collezioni archeologiche e storiche del paese. Inizialmente chiamato Museo Alawi, a seguito dell’indipendenza della Tunisia avvenuta nel 1956, il museo prese il nome di Museo del Bardo (nome preso in prestito dalla zona in cui è situato che si chiama, per l’appunto, Bardo, nella periferia di Tunisi). Il museo è stato anche teatro di un triste attentato avvenuto nel 2015 che ne ha determinato la chiusura per un lungo periodo di tempo. Questo, insieme alla chiusura del 2011 avvenuta a causa della rivoluzione e quella del 2020 dovuta all’epidemia da Covid-19, ha messo a dura prova la sopravvivenza del Museo del Bardo. Tuttavia, la resilienza del museo – che nel frattempo è diventato un grande simbolo di rinascita – ha permesso la sua riapertura nell’autunno del 2023 consentendo ai visitatori di godere ancora delle bellezze delle sue collezioni.

Cosa vedere al Museo del Bardo: le collezioni

Il Museo del Bardo è strutturato in sei dipartimenti – per un totale di 34 sale – che seguono un filo logico ben preciso: ogni dipartimento rappresenta una tappa archeologica del Paese, coprendo così circa 40 mila anni di storia della Tunisia. Le sei tappe sono:

  • Periodo preistorico
  • Periodo punico
  • Periodo romano
  • Periodo cristiano
  • Periodo arabo-islamico
  • Archeologia sottomarina

Tra i migliaia di pezzi esposti ce n’è uno in particolare che fa gola ai musei di tutto il globo, ovvero l’impressionante collezione di mosaici romani del II-IV secolo. Tra le più grandi e importanti al mondo, questa collezione espone mosaici incredibili rinvenuti durante gli scavi in diverse zone della Tunisia, tra cui Cartagine e Dougga. I disegni, in finissime tessere dai colori brillanti e perfettamente conservate, rappresentano scene mitologiche, di vita quotidiana e raffigurazioni religiose. Tra i pezzi più celebri potrai ammirare:

  • Il mosaico di Perseo e Andromeda: dove vediamo la scena, narrata da Ovidio, di Perseo intento a liberare Andromeda incatenata, avvenuta a seguito della sua vittoria contro un mostro marino. Questo mosaico è rinomato per l’impeccabile uso delle luci e delle ombre e la sua funzione principale era quella di decorare una villa romana.
  • Un altro dei pezzi più noti del museo è il mosaico di Virgilio tra Clio e Melpomene, rinvenuto durante gli scavi di Susa. La scena raffigura Virgilio, circondato dalle Muse, mentre tiene un rotolo dell’Eneide.
  • Infine, il mosaico risalente al 260 d.C che raffigura Ulisse e le sirene, ritrovato durante gli scavi di Dougga.

Visitare il Museo del Bardo a Tunisi: informazioni utili

Per godere appieno delle bellezze che il Museo del Bardo ha da offrire, è necessario conoscere tutte quelle informazioni di tipo logistico che ti permettono di pianificare in anticipo la tua visita, inserendola nel punto migliore del tuo itinerario di viaggio a Tunisi. Le abbiamo raccolte tutte qui:

  • Orari: il museo è chiuso il lunedì. Il resto della settimana è aperto dalle 9 alle 17 dal primo di giugno al 15 di settembre; dalle 9.30 alle 16.30 dal 16 di settembre al 30 di maggio. Gli orari possono variare nel tempo dunque ti consigliamo di controllare sempre il sito ufficiale del Museo del Bardo.
  • Costi del biglietto: l’ingresso costa l’equivalente di circa 3-4 euro. È previsto anche un ingresso ridotto per studenti e gruppi. Come per gli orari, anche i costi del biglietto possono variare di mese in mese, pertanto è necessario consultare il sito ufficiale poco prima della tua visita.
  • Visite guidate: prenotando in anticipo – o chiedendo direttamente sul posto – è possibile prendere parte a una visita guidata. Le lingue disponibili sono diverse, tra queste puoi trovare visite in inglese, francese e arabo. Verrai accompagnato da una guida esperta per un percorso della durata di circa un’ora e mezza durante la quale potrai scoprire la storia del museo e dei suoi pezzi più importanti.
  • Come arrivare: Il Museo del Bardo è a pochi chilometri dal centro di Tunisi ed è molto facile da raggiungere. Puoi optare per un taxi dal centro della città, prendere la linea TGM e scendere alla fermata “Le Bardo” oppure, se hai noleggiato l’auto, puoi arrivare autonomamente e parcheggiare nelle vicinanze del museo.

In sintesi, se hai in programma un viaggio a Tunisi e ami scoprire l’anima di un luogo conoscendo il suo passato, allora una fermata al Museo del Bardo è d’obbligo. Lasciati incantare dall’opulenza di oggetti e pezzi di inestimabile valore che si celano nelle sue 34 stanze e preparati a un viaggio nel tempo alla scoperta di questa terra ricca di storia e cultura.

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Fiumalbo, il piccolo borgo in Emilia-Romagna immerso nella natura

Bandiera Arancione del Touring Club e inserito a pieno titolo nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, Fiumalbo, seppur poco noto a livello nazionale, è una di quelle mete da segnare in lista per un piacevole weekend o una gita fuori porta.

Sull’Alto Appennino Modenese, nel cuore del Parco del Frignano, in suggestiva posizione al confine con la Toscana e alla confluenza dei torrenti Rio Acquicciola e Rio delle Pozze (che danno vita al fiume Scoltenna), è uno dei gioielli del territorio che ha saputo preservare in modo autentico il suo centro storico e le tradizioni secolari, che lo rendono una località davvero affascinante per chi desidera riscoprire il passato.

Cosa vedere a Fiumalbo

Passeggiare per le strade di Fiumalbo è come compiere un salto indietro nel tempo, in un’atmosfera magica che si sprigiona dalle case in pietra e dai vicoli tortuosi che si intrecciano tra la rigogliosa natura dell’Appennino Tosco-Emiliano. Borgo medievale incastonato tra le verdi colline, incanta con un fascino senza tempo e un significativo patrimonio culturale e artistico.

Suo fiore all’occhiello è la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, Santo Patrono, la cui costruzione, avviata nel XII secolo, raggiunse l’attuale imponenza soltanto dopo l’ampliamento del 1592. All’interno, custodisce affreschi e opere scultoree del celebre Wiligelmo, il primo scultore a firmare le proprie opere, lo stesso che contribuì alla decorazione del Duomo di Modena.

Ma ciò che rende davvero unico Fiumalbo è la presenza dei “casoni“, antiche abitazioni in pietra e terra risalenti all’epoca celtica, che ne testimoniano le origini millenarie, ben prima del Medioevo: situate nella località di Valdare lungo la strada per la frazione di Doccia, ai piedi del Monte Cimone, trasportano i visitatori in un paesaggio che ricorda le colline d’Irlanda e Scozia. Passeggiando tra i prati che ospitano tali antiche case celtiche, si viene pervasi da un senso di pace e meraviglia, in un contesto naturalistico straordinario.

Nonostante le dimensioni ridotte, il borgo vanta un sorprendente numero di edifici religiosi: ben sette tra chiese e oratori. Di fronte alla Chiesa di San Bartolomeo ecco la Chiesa dell’Immacolata Concezione, risalente al 1516, che per secoli ha ospitato la Confraternita dei Bianchi. La Confraternita dei Rossi, invece, aveva sede nella splendida Chiesa di Santa Caterina da Siena, oggi sede del Museo permanente dell’Arte Sacra, dove si possono ammirare pregevoli testimonianze della devozione locale tra cui spiccano un cinquecentesco dipinto dell’Ultima Cena e la Tavola di Sacaccino Sacaccini da Carpi “Madonna col Bambino in Trono”, i Santi Bartolomeo e Giovanni Battista della prima metà del XVI secolo.

Un’altra tappa imperdibile è la Chiesa di San Michele Arcangelo, la cui struttura ha subito varie modifiche nel corso dei secoli: caratterizzata da un’impronta romanica con abside semicircolare e navata unica, è un tesoro artistico che conserva affreschi risalenti al Quattrocento, emersi durante il restauro del 1931 per la costruzione del campanile.

Un paradiso per la vita all’aria aperta

Il piccolo borgo di Fiumalbo, con le case in sasso incastonate in un paesaggio incontaminato, è un vero rifugio per chi cerca pace e desidera godersi appieno la vita all’aria aperta. Durante le calde giornate estive, diventa il paradiso degli escursionisti che possono esplorare sentieri selvaggi e angoli nascosti dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Quando arriva l’inverno, si trasforma invece nella scelta ideale per gli appassionati di sport invernali. Gli amanti dello sci-alpinismo e del trekking con racchette da neve hanno l’occasione di cimentarsi in percorsi emozionanti, mentre chi vuole emozioni più forti può avventurarsi in motoslitta ad alta quota o sfidare la neve fresca con il free ride.
La Val di Luce è facilmente raggiungibile dal paese, e gli snowboarder e skier più esperti troveranno discese mozzafiato, con un dislivello di 800 metri, in totale libertà.

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Pompei, dal 7 settembre al via le visite serali

Un’esperienza che trasporta gli spettatori indietro di quasi duemila anni, a quella fatidica notte del 79 d. C. precedente all’eruzione che cancellò la città di Pompei e la sua popolazione dalla faccia della Terra. Dal prossimo sabato 7 settembre, e per tutti gli altri sabati del mese di settembre, prendono il via gli appuntamenti serali nel sito archeologico, uno spettacolo incredibilmente suggestivo all’interno degli scavi.

Le passeggiate serali a Pompei

Le passeggiate serali a Pompei prevedono due itinerari, nello splendido scenario degli scavi archeologici dell’antica città alle falde del Vesuvio che nel 1997 è entrata a far parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco con accesso ad alcune case del lato orientale della città antica e alla Palestra grande, e dall’altro lato alla Villa dei Misteri, uno degli edifici più visitati degli scavi di Pompei, soprattutto per la serie di affreschi del triclinio, raffiguranti riti misterici, ben conservati, da cui la struttura prende il nome.

Primo itinerario

Il primo itinerario parte da piazza Anfiteatro e prevede una passeggiata tra alcune delle più eleganti domus pompeiane: i Praedia di Giulia Felice, una villa urbana con ampio giardino e dallo scenografico porticato con colonne in marmo scanalate, la Casa della Venere in Conchiglia, che prende il nome dal grande affresco che si trova su una parete del giardino, e la casa di Loreio Tiburtino. Il percorso include l’accesso alla mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” allestita nella Palestra grande degli scavi.

Da piazza Anfiteatro partirà anche l’attività dedicata ai bambini e alle loro famiglie, organizzata dal Pompeii Children’s Museum, che prevede la visita didattica speciale nelle domus del percorso, preceduta da una performance nella Casa Rosellino, sotto il grande Cavallo rosso di Mimmo Paladino.

Il costo è di 5 euro, oltre al biglietto d’ingresso al sito pari a 7 euro, e la durata della visita + performance è di circa un’ora e 40 minuti, con inizio alle ore 20.00. Gli orari delle passeggiate serali per il percorso da Anfiteatro sono i seguenti: 19.30-23.30 con ultimo ingresso alle 21.45.

Secondo itinerario

Il secondo itinerario, incluso nel biglietto d’ingresso di 7 euro, prevede l’accesso diretto dalla strada urbana esterna alla Villa dei Misteri illuminata. L’orario di accesso alla villa è dalle 19.30 alle 23.30, con ultimo ingresso alle 22.30. La durata del percorso è di circa 40 minuti. Sarà possibile usufruire del servizio navetta Pompeii Artebus in partenza da piazza Esedra. È consigliata la prenotazione online.

Un modo originale ed emozionante per visitare gli scavi di Pompei, che al tempo dell’antica Roma era una cittadina florida e pulsante. Un luogo che tutt’oggi rappresenta la maggiore espressione urbanistica e architettonica dell’ingegneria dell’epoca, ma anche un ricordo, a causa dell’eruzione, triste e malinconico di un popolo scomparso sotto la lava e la cenere.

Visite notturne ad altri siti

Le visite notturne prevedono anche quelle ad altri luoghi tra cui Villa Arianna e Villa San Marco, il Museo archeologico libero D’Orsi a Stabia, Villa di Poppea a Oplontis, l’Antiquarium e Villa Regina a Boscoreale. La Villa di Poppea a Oplontis è la maestosa dimora attribuita alla seconda moglie di Nerone e sarà aperta per le passeggiate serali del 7 settembre in occasione della Notte Bianca, organizzata dal comune di Torre Annunziata, e a seguire il 13 settembre. Il percorso serale consente di ammirare anche la suggestiva esposizione di statue e opere che arricchiscono la visita agli ambienti della villa, nell’ambito di un progetto di Museo diffuso permanente. Per la Notte Bianca sono in programma visite sul tema “Vinalia Rustica” con degustazione di vini locali e lettura di versi di poeti greci e latini a cura dell’Archeoclub di Torre annunziata – “Mario Prosperi”.

La Villa Arianna e Villa San Marco a Castellammare di Stabia, due esempi di grandiose ville aristocratiche romane, un tempo con affaccio panoramico sul mare, saranno visitabili di sera il 13 e il 20 settembre.

Anche il Museo archeologico di Stabia, presso la Reggia del Quisisana, sarà visitabile la sera del 13 e del 20 settembre, nel suo allestimento di recente rinnovato e arricchito di nuovi reperti provenienti dal territorio e dalle ville di Stabia. Il 13 settembre è prevista anche l’apertura straordinaria dei depositi archeologici. A conclusione del percorso di visita del museo, il visitatore sarà calato fisicamente nei sotterranei del palazzo reale, per visitare il nuovo allestimento dei depositi.

L’Antiquarium di Boscoreale e la Villa Regina saranno aperti il 7, 14 e 21 settembre. La passeggiata serale consente la vista a Villa Regina, un esempio di fattoria romana dedita alla produzione del vino, e all’Antiquarium che dall’anno scorso espone, oltre e reperti del territorio vesuviano, anche una nuova sala interamente dedicata alle recenti scoperte della villa suburbana in località Civita Giuliana, tra le quali il celebre carro cerimoniale e il calco del cavallo.