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Riparte il treno storico della Lombardia

Sta per (ri)partire un treno storico, inaugurato nei primi decenni del Novecento e interrotto negli Anni ’50 ma che oggi diventa un vero e proprio viaggio nel tempo. È entrato a fare parte, infatti, di un progetto di valorizzazione voluto dalla Fondazione FS, che ha già fatto ripartire diversi treni storici su molte tratte ferroviarie turistiche. Le corse a bordo di questo treno storico saranno due. Ecco quando partiranno.

Il treno in partenza si chiama “Besanino“, perché percorreva – e ripercorrerà ancora – un tratto di Brianza, in Lombardia, partendo da Milano fino ad arrivare a Lecco. Questa primavera, effettuerà due corse speciali all’interno del programma del servizio turistico voluto dalla Regione Lombardia. La prima corsa è in programma il 24 aprile e la seconda il prossimo 9 ottobre.

“Lo scorso anno”, ha spiegato l’assessore regionale a infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi “i cittadini hanno accolto con entusiasmo la corsa speciale per i 110 anni del ‘Besanino’. Considerata la risposta particolarmente positiva di tutto il territorio, avevamo assicurato il nostro impegno affinché questo itinerario fosse inserito nel programma del servizio turistico già per il 2022. Promessa mantenuta, con un’ulteriore sorpresa: quest’anno i cittadini avranno ben due occasioni di poter viaggiare sul treno storico da Milano per Besana, Molteno e Lecco”.

La linea percorre uno storico tratto ferroviario che passa per la stazione di Monza Sobborghi, un tempo deposito delle locomotive e officina che serviva la linea. Dopo Villasanta, sottopassando la linea Seregno-Carnate, prosegue per Biassono-Parco e per Macherio, a fianco del fiume Lambro. A Triuggio, dopo una breve galleria, scavalca il corso d’acqua e la valle sottostante tramite un viadotto in muratura. La linea passa, poi, attraverso una galleria che immette alla stazione di Besana Brianza. Dopo aver oltrepassato le stazioni di Renate, Nibionno e Costa Masnaga, si congiunge a Molteno con la linea Como-Lecco.

“Questo ulteriore itinerario che tocca le località brianzole” ha spiegato l’assessore “arricchisce ulteriormente il calendario di viaggi che abbiamo finanziato e strutturato già dal 2018, offrendo a cittadini e turisti la possibilità di fare un viaggio nel passato, a bordo di convogli d’epoca di particolare rilievo storico”.

Questa linea ferroviaria rappresenta la storia della Brianza, un territorio che è sinonimo da sempre di industrializzazione, e che oggi, con il rilancio dei treni storici turistici, rappresenta anche il futuro della mobilità sostenibile.

Un tempo questa linea era percorsa da treni con automotrici ALn 668 degli Anni ’50 e negli Anni ’70 con locomotive D.445.  Lo scorso anno, in occasione dell’anniversario del “Besanino”, il convoglio era stato trainato da una locomotiva elettrica in livrea storica nella tratta tra Milano e Monza e da una locomotiva a vapore nella restante parte del tragitto. E così sarà anche quest’anno, mentre le carrozze sule quali si viaggerà saranno le Centoporte degli Anni ’30 e le Corbellini degli Anni ’50.

Info utili

Il treno storico “Besanino Express” partirà dalla Stazione Centrale di Milano alle 9.05, farà una prima tappa a Sesto San Giovanni alle Arrivo 9.21, a Monza alle 9.28, a Villasanta alle 10.07, a Triuggio alle 10.30, a Besana Brianza alle 10.46, a Costa Masnaga alle 11.02, a Molteno alle 11.11, a Oggiono alle 11.20 per arrivare a Lecco, destinazione finale del viaggio, alle 11.45. Giusto giusto per l’ora di pranzo.

Una volta giunti a Lecco, si potrà pranzare lungo il lago oppure fare un tour del centro storico o imbarcarsi su un battello e fare il giro del lago o ancora addentrarsi nella natura per qualche piacevole passeggiata. La partenza da Lecco è poi alle 16.30 con arrivo a Milano Centrale alle 19.32.

Il biglietto intero di sola andata da Milano a Lecco costa 11 euro (quindi 22 euro per andata e ritorno), ma costa meno se si sale a bordo nelle stazioni successive. È gratuito per i ragazzi da 0 a 14 anni non compiuti, ma è comunque necessario prenotare il biglietto gratuito per assicurarsi il posto a sedere.

Per viaggiare a bordo dei treni storici è obbligatorio il possesso di Green Pass Rafforzato valido, a esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti. È obbligatorio indossare mascherina di tipo FFP2. La violazione di tali obblighi comporta l’intervento delle forze dell’ordine e l’interruzione del servizio alla prima stazione utile.

A bordo dei treni sono state potenziate le attività di sanificazione e disinfezione, sono stati installati dispenser di disinfettante per le mani, il personale è stato dotato dei sistemi di protezione necessari (mascherine, guanti) ed è stato introdotto un nuovo criterio di prenotazione dei posti a bordo che garantisce il rispetto delle distanze di sicurezza prescritte dalle autorità sanitarie.

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Il lungolago di Lecco

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Il treno storico che attraversa le valli incantate delle Alpi

Sta per partire un treno storico che, tra aprile e ottobre, una domenica al mese, viaggerà tra alcune delle valli alpine più pittoresche. Il treno, che insieme alla ferrovia Vigezzina percorre uno dei tratti su rotaia più belli e panoramici d’Italia, supera il confine con la Svizzera per condurre il viaggiatore in un paesaggio che sembra uscito da un libro di fiabe.

Il territorio che attraversa il treno

È il treno storico delle Centovalli, che anche quest’anno viaggia tra Locarno e Camedo, in territorio svizzero, proprio al confine con la Val Vigezzo, riportando i viaggiatori indietro nel tempo. È una valle, questa, del Canton Ticino a due passi dall’Italia e quindi facilmente raggiungibile, che inizia nella frazione di Intragna e finisce a Camedo, sul confine italo-svizzero.

Il nome “Centovalli” deriva dall’esistenza nel luogo di numerose valli e vallette che ne scavano i due versanti, sui quali sono inerpicati i piccoli centri abitati; il carattere della valle è pittoresco e in certi casi selvaggio.

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Il treno storico delle Centovalli

Un’opera di ingegneria

Ed è proprio sul tratto Camedo-Locarno e viceversa che viaggia il treno storico. Un viaggio lento, in cui la locomotiva trascina i vagoni a velocità ridotta (può andare al massimo a 60 km orari) sui binari a scartamento ridotto per una ventina di chilometri, offrendo ai passeggeri ancora più tempo per lasciarsi incantare dal paesaggio, dalle gole di Ponte Brolla agli imponenti ponti a strapiombo sulle selvagge vallate delle Centovalli.

La natura accidentata di questo territorio ha imposto ardite costruzioni di ponti, viadotti – come il Viadotto Ruinacci, uno dei punti più suggestivi e fotografati della ferrovia a 55 metri sulle acque sottostanti – e gallerie – tra cui la Galleria Sass Gött. Il percorso, come per altre ferrovie alpine, presenta alcuni punti di grande arditezza del tracciato, come quello tra Verdasio e Intragna.

A bordo del treno storico

Quando si sale a bordo di una delle carrozze rivestite interamente di legno del treno d’epoca che percorre la tratta ferroviaria Locarno e Camedo (e viceversa) è un po’ come fare un balzo indietro nel tempo.

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Gli interni del treno d’epoca @Christian Guerra

Il treno è composto da un elettrotreno (o motrice) ABDe 6/6 del 1963 e da vagoni AB4 del 1923, quelli su cui un tempo viaggiavano i passeggeri della Terza classe e che oggi sono invece un lusso per pochi. Infatti, ci sono solamente 38 posti a bordo delle carrozze di Seconda classe.

Accomodandosi a bordo di queste vetture d’epoca, si resta incantati dall’atmosfera romantica e suggestiva che rende ancor più piacevole un viaggio alla scoperta di un territorio ricco di opere architettoniche che raccontano la storia di questa ferrovia.

Info utili

Il primo treno storico parte domenica 3 aprile. Le successive date sono quelle del 15 maggio, 12 giugno, 24 luglio, 28 agosto, 25 settembre e 9 ottobre.

Gli orari di partenza da Locarno, la splendida cittadina sulle rive del Lago Maggiore, a Camedo sono alle 10.07 con arrivo alle 11 e alle 14.13 con arrivo alle 15.07, mentre da Camedo a Locarno il treno parte alle 12.06 con arrivo alle 13 e alle 15.55 con arrivo alle 16.46.

Andata e ritorno in Seconda classe costa 24 Franchi svizzeri, pari a poco più di 23 euro. I ragazzi tra i 6 e i 16 anni viaggiano con il 50% di sconto, mentre i bambini sotto i 6 anni viaggiano gratis, se non occupano un posto a sedere. I cani viaggiano con il 50% di sconto e non possono occupare posti a sedere. I posti non sono numerati.

Naturalmente è possibile abbinare il viaggio in treno da Domodossola a Camedo e/o da Camedo a Domodossola salendo sulla ferrovia Vigezzina-Centovalli. Tuttavia, i biglietti speciali del treno d’epoca sono validi unicamente sui treni storici e non consentono di viaggiare sui treni del traffico regionale o internazionale, pertanto è necessario acquistare anche il biglietto per proseguire.

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La stazione di Camedo in Svizzera @Christian Guerra

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Africa Egitto mete storiche Notizie siti archeologici Viaggi

Una scoperta straordinaria che ci riporta indietro di almeno 4mila anni

Una nuova, incredibile scoperta è stata fatta a Saqqara, importante necropoli in Egitto situata a circa 30 km a sud del Cairo, che comprende il sito archeologico più vasto di tutto il Paese, nonché uno dei più rilevanti. Proprio in quest’area, infatti, sono rappresentate tutte le principali dinastie faraoniche ed è qui che si può ammirare la celebre piramide a gradoni di Djoser, considerata la più antica al mondo. Ma soprattutto, è qui che si concentrano alcuni dei più straordinari rinvenimenti degli ultimi anni, come quello avvenuto solo pochi giorni fa.

L’ultima, clamorosa scoperta avvenuta in Egitto

Questa volta, l’incredibile scoperta fatta nella necropoli faraonica di Saqqara, teatro di preziosi ritrovamenti, riguarda cinque tombe egizie di dignitari dell’Antico Regno e del Primo periodo Intermedio, quindi risalenti a un periodo compreso fra 4.700 e 4.000 anni fa circa.

A segnalarlo, una nota diffusa dal Ministero del Turismo e Antichità egiziano. I sepolcri in pietra sono venuti alla luce durante scavi effettuati nell’area sul lato nord-orientale della piramide del re Merenra, e successivamente ispezionati dal ministro del Turismo e delle antichità egiziano, Khaled El-Enany, e dal segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, Mostafa Waziri.

“Tutte e cinque le tombe sono ben dipinte, ben decorate – ha spiegato Waziri – Gli scavi non si sono fermati. Abbiamo intenzione di proseguire. Crediamo di poter trovare altre tombe in questa zona“.

Le immagini pubblicate sui social media dal ministero egiziano mostrano anche delle fosse, attraverso cui si accedeva ai sepolcri, con pareti decorate con geroglifici e immagini di animali sacri, insieme ad elementi decorativi utilizzati abitualmente dagli Egizi nei luoghi di sepoltura. Il dicastero ha anche annunciato che saranno condotti altri studi per svelare ulteriori segreti relativi ai sepolcri. Intanto, ecco cosa è emerso finora.

Scoperta sensazionale riporta indietro millenni

Uno dei cinque sepolcri scoperti a Saqqara

Cosa sappiamo dei sepolcri rinvenuti a Saqqara

Come avevamo accennato, i cinque sepolcri rinvenuti nella necropoli egizia appartenevano ad alti funzionari dell’Antico Regno e del Primo periodo Intermedio, che ha rappresentato una fase di sfaldamento del potere centrale a favore dei governatori provinciali.

Nello specifico, una tomba apparteneva a un dignitario di nome Iry, ed è costituita da un profondo pozzo, che conduce ad una camera decorata con scene funerarie, dove è stato rinvenuto un sarcofago in pietra calcarea. Una seconda tomba sarebbe appartenuta a una donna che si pensa essere stata la moglie di un uomo di nome Yaret, ed è caratterizzata da un pozzo funerario rettangolare. Il terzo sepolcro, con un “pozzo funerario” profondo sei metri, sarebbe stato di un sacerdote e “purificatore”, il cui nome era Pepi Nefhany.

Un quarto pozzo, della stessa misura, sembrerebbe essere stato costruito per una donna di nome Petty, “l’unica responsabile dell’abbellimento del re e sacerdotessa di Hathor”, hanno spiegato gli archeologi. Infine, la quinta tomba dovrebbe essere stata allestita per un uomo di nome Henu, “sorvegliante e supervisore della casa reale”. Quest’ultima è costituita da un pozzo funerario rettangolare, profondo sette metri.

Gli archeologi hanno trovato non solo dipinti ben conservati, ma anche statuette e vasellame. Dichiarato Patrimonio deIl’Umanità dall’UNESCO, il sito archeologico di Saqqara non smette mai di stupire. D’altronde, fa parte della grande necropoli che faceva capo all’antica capitale di Menfi e che comprende le famose piramidi di Giza.

Dipinti e decorazioni sulle pareti dei cinque sepolcri

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La necropoli scavata nella roccia a strapiombo sui canyon

Il nostro Paese non smette mai di stupirci perché è pieno di meraviglie. Alcune di queste portano la firma di Madre Natura, altre sono state costruite dall’uomo nel corso dei secoli e raccontano una storia straordinaria che appartiene alla nostra umanità. E poi ci sono quelle che rappresentano il perfetto equilibrio tra ciò che ha fatto l’uomo e che la natura ha preservato, come Pantalica, la necropoli rupestre costruita sull’altopiano a strapiombo sulla valle dell’Anapo.

Un luogo dall’immensa importanza naturalistica e archeologica che appartiene, orgogliosamente, al nostro BelPaese. La necropoli di Pantalica, infatti, è situata sopra la valle dell’Anapo, a Siracusa.

Non sono solo la storia che conserva e l’alto valore archeologico che possiede che rendono questo sito oggi un vero e proprio gioiello italiano, ma anche il suo contributo paesaggistico che trasforma tutto in un’atmosfera surreale, misteriosa e quasi magica.

Necropoli di Pantalica

Necropoli di Pantalica

C’era una volta una necropoli

Sono in molti a credere che quelle grotte scavate nella roccia, a strapiombo sulla valle dell’Anapo, in tempo costituissero l’antica Hybla, il regno siculo che fiorì tra il XIII e il VIII secolo a.C., quello che è certo è che il paesaggio unico e straordinario che la presenza della necropoli crea, lo rende uno dei più belli e importanti luoghi protostorici siciliani.

La storia, la natura e l’archeologica qui si fondono in una meraviglia visiva che incanta il mondo interno, anche se la località di Pantalica è ancora estranea al turismo di massa. Questo però non l’ha certo fatta passare inosservata, al punto tale che nel 2005 è stata inserita all’interno dell’elenco della lista dei siti del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Un riconoscimento che non stupisce dato che, trovarsi davanti a questo scenario, può lasciare senza fiato. Scavate nella roccia ci sono tante piccole fessure più o meno profonde: sono le tombe che si snodano per quasi 5 chilometri di perimetro e sono più di 5000.

Questo grande numero di tombe rende la necropoli di Pantalica una delle più grandi di tutta Europa. Le piccole grotte che sembrano essere tanti occhi che si affacciano sulla natura selvaggia e incontaminata Valle dell’Anapo, costituiscono ben 5 necropoli che risalgano al periodo che va dal XIII all’VIII secolo a.C. All’interno di queste sono stati rinvenuti molti oggetti di bronzo ora conservati all’interno del Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa.

Necropoli di Pantalica

Necropoli di Pantalica

Pantalica: tra archeologia e natura

A rendere ancora più suggestivo il panorama che si presenta davanti agli occhi di chi guarda è la natura lussureggiante nella quale la necropoli è immersa. Le necropoli scavate nella roccia, infatti, si affacciano a strapiombo sui territori di Ferla, Cassaro e Sortino dove scorrono i fiumi Anapo e Calcinara tra i canyon della zona.

Pantalica è una riserva naturale straordinaria caratterizzata da acque limpide che attraversano la natura rigogliosa e lussureggiante che si estende tutto interno. Proprio i corsi d’acqua, col tempo, hanno eroso le rocce calcaree creando i canyon profondi e suggestivi che rendono il paesaggio magico e surreale, straordinariamente unico.

Raggiungere questo luogo permette alle persone di entrare in contatto con un pezzo si storia dell’interna umanità, ma anche di conoscere la Sicilia più autentica e selvaggia lontana dal turismo di massa.

riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande

Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande

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Varzi, un tuffo nel medioevo, nel cuore dell’Oltrepò Pavese

È un tuffo nel passato quello che si compie visitando Varzi, raccolto e grazioso borgo dell’Oltrepò Pavese nel cuore della Valle Staffora, incastonata tra Emilia Romagna, Piemonte e Liguria.

Lungo il corso del torrente da cui la valle prende il nome, il quieto borgo collinare è custode di ben otto secoli di storia tra fortificazioni, muri in pietra, architettura medievale ed elementi rinascimentali e barocchi.

A circa un’ora d’auto da Pavia e a 90 chilometri da Milano, è la meta perfetta per lasciarsi alle spalle la caotica città e ritagliarsi del tempo di qualità per riscoprire un contatto autentico con il territorio: qui passa anche l’antica Via del Sale che è percorribile praticando trekking in varie tappe fino a Genova.

varzi vicolo

Centro storico di Varzi

Le meraviglie del centro storico di Varzi

Una visita a Varzi non può prescindere dal pittoresco centro storico cui, in epoca medievale, si accedeva da due porte vegliate da torri: la Torre di Porta Soprana e la Torre di Porta Sottana, costruite a scopo difensivo nel 1275.

Le strette vie e i vicoli lastricati sono fiancheggiati da case in pietra e dai caratteristici portici, tratto distintivo di Varzi, che assomigliano a gallerie: davvero suggestiva è Via del Mercato dalla doppia fila di portici risalenti tra il XIV e il XVI secolo.
Sede in passato del mercato settimanale e via di passaggio delle carovane del sale, oggi ospita negozietti di prodotti tipici tra cui segnalare un’eccellenza locale, il salame Varzi DOP.

Da scoprire sono poi Via Roma, che ospitava il mercato della settimana decenni fa, Via della Maiolica, al confine del muro difensivo, Vico Dietro le Mura, “tunnel” al di sopra del muro di difesa di epoca medievale, e Via di dentro, l’arteria principale da cui partono tutte le vie minori.

Cuore pulsante di Varzi è Piazza della Fiera, su cui si affacciano svariati locali che propongono le bontà della cucina locale e i giardini pubblici dove sostare all’ombra per una pausa rigenerante.

Infine, degne di nota sono la Chiesa dei Rossi con accanto l’ospizio per pellegrini, la Chiesa dei Bianchi del 1646, unica nel suo genere grazie all’interno a forma di quadrifoglio, e la Chiesa dei Cappuccini, edificata alla fine del XII secolo ed esempio di architettura romanica.

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Scorcio del centro di Varzi

Il magnifico Castello e le attrattive “fuori le mura”

Non si può lasciare Varzi senza aver ammirato il Castello dei Malaspina e l’annessa Torre delle Streghe che svetta sul borgo dal XIII secolo: dopo una salita di 130 gradini si gode di un panorama straordinario sull’abitato, le antiche mura, le case in pietra e le colline tutt’intorno.

Nella Torre, costruita per volere dei Malaspina, vennero rinchiuse venticinque donne e alcuni uomini accusati di stregoneria durante l’Inquisizione: da qui il soprannome.

In frazione Cella, invece, da non perdere è il Tempio della Fraternità, monumento custode dei cimeli delle varie guerre, edificato per lanciare un messaggio di pace.

Abbracciato da un rilassante paesaggio collinare, il borgo è punto di partenza ideale per passeggiate nella natura come il sentiero, adatto a tutti, che porta alla Casa del Partigiano, arroccata sul promontorio dove il partigiano Primula Rossa prese il comando per liberare Varzi.

Tra boschi di castagni e lungo il corso del torrente Staffora, c’è davvero l’imbarazzo della scelta per immergersi in un clima di serenità e relax.

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Varzi e la sua campagna

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Africa Destinazioni Egitto luoghi misteriosi mete storiche piramidi Viaggi

Anche in Italia ci sono le piramidi: viaggio nel mistero

Quando si parla di piramidi, il pensiero vola subito all’Egitto: è qui, nella splendida Valle del Nilo, che si trovano alcuni dei più grandi (e magici) capolavori dell’umanità. Eppure, per vivere questa magia non c’è bisogno di andare molto lontano. Sebbene in molti non lo sappiano, anche l’Italia ha le sue piramidi. Scopriamo quali sono, in un viaggio all’insegna del mistero.

Piramidi d’Italia, dove si trovano

Le tre celebri Piramidi di Giza hanno sempre rappresentato un grande mistero su cui sono state fatte decine di ipotesi. Ma sono ancora tra le più suggestive meraviglie in grado di incantare milioni di persone provenienti da ogni angolo del mondo. E se vi dicessimo che tre piramidi del genere sono esistite (e in alcuni casi ancora esistono) anche in Italia? Sono quelle di Montevecchia, individuate solamente nel 2001 nel cuore del Parco del Curone, durante una ricognizione aerea. Insomma, a pochi chilometri da Milano possiamo ammirare uno spettacolo unico – o quasi – al mondo.

Si tratta di tre colline piramidali, rimaste per secoli nascoste da una fitta vegetazione, ma ora riemerse in tutta la loro bellezza. Costruite a gradoni, sono state modellate nella roccia calcarea, così caratteristica della zona. Sulla loro natura aleggia ancora il mistero: è possibile che siano nate per motivi astronomici e sacrali. E, sebbene nelle dimensioni siano diverse dalle Piramidi di Giza, ne mantengono la disposizione e l’orientamento astronomico: proprio come le “sorelle” più famose, sono perfettamente allineate con le tre stelle della cintura di Orione.

Ma le piramidi di Montevecchia non sono le uniche rinvenute nel nostro Paese. Una abbastanza conosciuta è quella situata a Roma, tra le Mura Aureliane e Porta San Paolo: secondo quanto emerso da un’iscrizione, sarebbe stata costruita come mausoleo per un prestigioso membro di un antico collegio religioso. E anche in questo caso vi sarebbero state due piramidi vicine, che sarebbero però andate distrutte nel corso dei secoli. Altre tre colline a forma piramidale sono state rinvenute a Cividale del Friuli – e sì, anche queste sono allineate con la cintura di Orione.

Il mistero delle piramidi italiane

Tante, e sparse in tutta Italia, sono le piramidi che possiamo ammirare senza dover lasciare il nostro Paese. Ad esempio, alle pendici dell’Etna sono state trovate tante piccole costruzioni a gradoni, lavorate con pietra lavica e poggianti su base quadrata o rettangolare. Impossibile carpire il loro significato, almeno per il momento. E che dire di quelle emerse in Sardegna? Presso Monte d’Accodi gli studiosi ne hanno individuata una simile a quelle mesopotamiche, risalente probabilmente a circa 4000 anni fa. Mentre nel Sinis c’è persino una statua che ricorderebbe la Sfinge della piana di Giza.

Nel Mugello, sono invece state trovate le piramidi di Pontassieve: anche in questo caso sono tre costruzioni simili a quelle egiziane. Mentre in Emilia Romagna è emersa la piramide di Vessallo, di circa 40 metri d’altezza: nei suoi pressi vi sono anche diversi fossili. Da Nord a Sud, tutta la nostra penisola è disseminata di splendide piramidi. E su di loro aleggia il mistero più assoluto. Per questo motivo continuano ad essere studiate, nella speranza di poterne carpire i segreti.

Piramide Roma

La piramide di Roma

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Ripartono i treni storici del Lazio sulla linea ferroviaria Roma – Velletri

Dopo un lungo stop causato dall’emergenza sanitaria, domenica 27 febbraio i treni storici della Fondazione FS torneranno sui binari del Lazio. Un’iniziativa promossa dalla Fondazione Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola, dall’Associazione “A Passi Ferrati”, dall’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Roma con il patrocinio di numerosi enti ed associazioni del territorio.

Il treno storico, rievocativo del viaggio inaugurale sulla ferrovia voluta dal Papa Pio IX, è composto da carrozze del tipo “Centoporte” e “Corbellini” e trainato da locomotiva diesel in livrea storica.

Le fermate del treno storico Roma – Velletri

Sarà possibile salirvi a bordo dalla stazione di Roma Termini alle ore 9.20 del 27 febbraio. Sono previste, inoltre, alcune fermate intermedie. La prima è Santa Maria delle Mole (9:41), una frazione del comune di Marino, in provincia di Roma, nell’area dei Castelli Romani. Si distingue per essere un abitato di recente e progressiva urbanizzazione e anche in continua crescita.

Un’altra fermata è prevista a Cecchina (10:02), anch’esso un paese di recente sviluppo urbanistico incluso nell’area dei Castelli Romani. Una vera sorpresa poiché la parte più antica dell’abitato è adagiata a quota 237 metri s.l.m. sul versante occidentale dell’antico cratere vulcanico prosciugato di Vallericcia.

Poi Lanuvio (10:10), un vero e proprio mix perfetto di archeologia e natura. Un paese che possiede un ricco patrimonio archeologico e rigogliosi vigneti che fanno da mura naturali. Subito dopo San Gennaro (10:16), mentre l’arrivo è previsto a Velletri alle ore 10.25. Velletri è il comune più popoloso e con l’estensione territoriale maggiore dei Castelli Romani. Vanta origini molto antiche. Basti pensare che era territorio dei Volsci e che già in epoca romana ebbe una grande importanza, tanto da poter trattare alla pari con Roma. Oggi è uno dei centri più vivi della provincia, economicamente e culturalmente.

Giunti a destinazione, dopo il saluto delle autorità locali, è in programma la presentazione del progetto relativo ai lavori di recupero e riqualificazione della stazione di Velletri. I viaggiatori, a seguito dell’evento, avranno tempo libero a disposizione per un pranzo presso ristoranti convenzionati e, nel primo pomeriggio, una visita del centro cittadino.

Alle ore 17:25 è in programma la ripartenza del treno storico da Velletri per Roma con arrivo alla stazione Termini, previsto per le ore 18:29.

Come prenotare i biglietti per il treno Roma – Velletri

Per prenotare i biglietti per viaggiare a bordo del treno storico “Roma – Velletri”, basta inviare una mail al Dopolavoro Ferroviario di Velletri al seguente indirizzo: trenostoricovelletriroma2022@gmail.com indicando nome, cognome e numero di posti richiesti. Ulteriori informazioni si possono avere contattando il numero di telefono 366 4484595. Il costo è di 48 euro a biglietto per gli adulti, e 20 euro per i ragazzi dai 12 ai 18 anni.

Vi ricordiamo, infine, che per viaggiare a bordo dei treni storici è obbligatorio il possesso di Green Pass Rafforzato valido, ad esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti. Ciò vuol dire che sarà possibile vivere questa esperienza sole se vaccinati a guariti dal Covid-19. Inoltre, è obbligatorio indossare mascherina di tipo FFP2 o superiore per la protezione del naso e della bocca.

Non resta che provare a prenotare un biglietto e concedersi un vero e proprio viaggio nel tempo.

Velletri treno

Un angolo di Velletri

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Questo treno con la locomotiva a vapore attraversa paesaggi iconici

Il Treno Natura che sta per partire attraversa uno dei paesaggi più iconici d’Italia: la Val d’Orcia. Dal 2014, questa valle toscana è tutelata dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E un viaggio a bordo di questo treno è un’esperienza unica.

Si viaggia a bordo di un treno a vapore che percorre una suggestiva linea ferroviaria, chiusa all’esercizio ordinario nel 1996 e mantenuta in vita come linea a esclusivo uso turistico fino ai nostri giorni. Oggi, la Ferrovia della Val d’Orcia, con i suoi 51,2 chilometri che collegano le province di Siena (Asciano) e Grosseto (Monte Antico), rappresenta il miglior modo per trascorrere una giornata nel cuore più autentico della Toscana e provare un’esperienza di viaggio “slow”.

Salire a bordo del Treno Natura significa viaggiare all’insegna della storia e delle tradizioni gastronomiche, da Siena attraversando il cuore di questo spettacolare territorio che offre infinite attrattività turistiche, tra incantevoli borghi medievali, luoghi da visitare e percorsi di turismo esperienziale.

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L’iconica Val d’Orcia, in Toscana

L’itinerario del Treno Natura

Tante sono le attrattive turistiche in poco più di 50 km. Il percorso a bordo del treno d’epoca ha origine a Siena, “Città del Palio”, a bordo delle antiche carrozze “Centoporte”, trainate da locomotive a vapore finemente restaurate dalla Fondazione FS. La prima stazione che s’incrocia è quella del borgo trecentesco di Buonconvento, da cui è facilmente raggiungibile San Quirico d’Orcia, punto di partenza di una delle tappe più belle e suggestive della Via Francigena, la famosa via di pellegrinaggio che parte a Canterbury e arriva fino a Roma. Siamo immersi tra distese di grano, vigneti e campi di girasoli, in uno scenario di impareggiabile bellezza che si apre a borghi antichi abbarbicati sulle colline e distese pianeggianti dai colori uniformi.

Il tragitto continua piegando verso Sud-Ovest dove, da Monte Antico, inizia il viaggio lungo la ferrovia storica e, costeggiando la linea del fiume Ombrone, si giunge a Monte Amiata. A pochi chilometri dalla stazione, si trova la splendida Abbazia di Sant’Antimo, un complesso monastico il cui primo nucleo risale all’VIII secolo, uno degli esempi più importanti del romanico toscano. Proseguendo per alcuni chilometri, attraversando i vigneti del rinomato Brunello, è possibile raggiungere in bus Montalcino, piccolo gioiello medievale che s’affaccia sul panorama spettacolare delle crete senesi e delle colline maremmane.

Montalcino

Panorama di Montalcino

Risalendo verso Siena, s’incrocia la stazione di Torrenieri, anch’essa collegata da bus di linea a San Quirico d’Orcia, ma dalla quale sono anche facilmente raggiungibili altre meraviglie toscane, come il complesso termale della frazione Bagno Vignoni, con la sua vasca rettangolare di origine cinquecentesca, e Castiglione d’Orcia, il cui centro abitato sorge ai piedi della suggestiva Rocca degli Aldobrandeschi.

Da Torrenieri a Trequanda si risale la valle del torrente Asso, per rimmergersi in un panorama che, tra gallerie e viadotti, attraversa calanchi e paesaggi collinari aspri e arriva ad Asciano, l’antico borgo di origini etrusche, dove termina il tratto lungo la ferrovia storica.

La piazza termale di Bagno Vignoni

La famosa piazza termale di Bagno Vignoni

Quando parte il Treno Natura

Il Treno Natura della Toscana percorre diversi itinerari a seconda della data di partenza. Quello del 27 marzo è il “Treno Natura: il tartufo marzolo” che, da Siena, arriva a S. Giovanni d’Asso, attraversando la Valle dell’Arbia e la valle dell’Ombrone. Dopo aver attraversato il Parco della Val d’Orcia, le zone del Brunello di Montalcino e le Crete Senesi, il convoglio sosterà alla stazione di San Giovanni d’Asso. I viaggiatori potranno fare visita al castello, dove per l’occasione si svolgerà la mostra “Mercato del Tartufo”. Nelle vie del paese saranno allestiti dei mercatini con prodotti tipici dell’artigianato locale accompagnati da spettacoli itineranti.

Il 18 aprile partirà il “Treno Natura: fiera regionale antiquaria” che, sempre da Siena, arriva a Buonconvento. Dopo aver attraversato le Crete Senesi, il Parco della Val d’Orcia e le zone del Brunello di Montalcino, il convoglio sosterà alla stazione di Buonconvento, un piccolo paese fortificato che sorge lungo l’antica Via Francigena. Sarà possibile visitare la Fiera regionale dell’antiquariato, attraverso le vie del borgo, ma anche i musei cittadini. In alternativa, su prenotazione, i viaggiatori potranno partecipare a un trekking.

Il 23 aprile si potrà salire a bordo del “Treno Natura: festa del vino” che giunge a Torrenieri e a S. Quirico d’Orcia, dove i passeggeri del treno storico potranno partecipare alla festa dedicata al nettare degli dèi.

Invece, il 25 aprile partirà il “Treno Natura: primavera in Val d’Orcia” alla volta di Torrenieri e poi, in pullman, di Castiglione d’Orcia. Nel centro cittadino sarà possibile gustare i prodotti tipici della gastronomia locale e visitare il mercatino di prodotti locali e intrattenersi con la musica degli artisti di strada.

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La fortezza di Castiglione d’Orcia

Cosa sapere prima di partire

Per viaggiare a bordo dei treni storici è obbligatorio essere il possesso di Green Pass Rafforzato valido, a esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti. È obbligatorio indossare la mascherina di tipo FFP2 o superiore per la protezione del naso e della bocca. La violazione di tali obblighi comporta l’intervento delle forze dell’ordine e l’interruzione del servizio alla prima stazione utile.

A seguito delle disposizioni emanate dalle autorità competenti, al fine di massimizzare la tutela della salute di viaggiatori e dipendenti, la Fondazione FS ha attivato misure e iniziative in materia di prevenzione della diffusione del Coronavirus. In particolare, sono state potenziate le attività di sanificazione e disinfezione dei treni, sono stati installati a bordo dei treni dispenser di disinfettante per le mani ed è stato introdotto un nuovo criterio di prenotazione dei posti a bordo che garantisce il rispetto delle distanze di sicurezza prescritte dalle autorità sanitarie.