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Capodanno gratis al museo: i migliori da visitare in Italia

Mancano solo poche ore all’arrivo del nuovo anno ma già si fanno avanti le prime iniziative artistico-culturali a favore di una maggior fruizione dei tanti beni sparsi da nord a sud nel nostro Paese. Un Capodanno all’insegna della bellezza, quindi, e che apre il 2023 con la possibilità, per chiunque ne voglia approfittare, di visitare gratuitamente alcuni dei siti e musei più importanti e di valore in Italia, dalla Pinacoteca di Brera al Colosseo (nella foto), per un tour nella cultura su e giù per la nostra penisola in un viaggio di inizio anno nella grande bellezza dell’arte e della cultura italiana.

Un’iniziativa voluta e promossa dal Ministero della Cultura e che, sotto la guida di Gennaro Sangiuliano, offre la possibilità di accedere gratuitamente, ogni prima domenica del mese, ai poli museali e ai parchi archeologici statali italiani, partendo proprio da domenica 1° Gennaio 2023. Un inizio anno denso di meraviglie e di emozioni, quindi, in cui poter godere delle infinite bellezze dei luoghi della cultura in Italiana e delle tante testimonianze che, proprio qui, sono poste in mostra a favore di chi vorrà scoprirle più da vicino.

Visite gratuite alla bellezza, da Roma alla sempre splendida Venezia

Magari partendo dalla capitale, Roma, che lascerà aperte le porte di monumenti come il Colosseo e il Foro Romano, resti di un antico e glorioso passato, ma anche di musei come la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, Galleria Borghese, il Vittoriano e Palazzo Venezia, fino anche alle famose Terme di Caracalla.

A Napoli, invece, città dalle mille e più meraviglie da scoprire, saranno fruibili gratuitamente Palazzo Reale, il Museo Archeologico Nazionale e il Museo di Capodimonte. Ma anche bellezze uniche e dal valore storico incommensurabile come i vicini Parchi Archeologici di Pompei ed Ercolano e il Parco dei Campi Flegrei a Pozzuoli. Senza spostarsi dalla Campania, poi, sarà visitabile gratuitamente anche una delle regge più belle al mondo, la famosa Reggia di Caserta e i suoi bellissimi giardini.

Firenze, città d’arte per eccellenza, apre il suo 2023 con le visite gratuite alle Gallerie degli Uffizi, un luogo visitato ogni anno da migliaia di viaggiatori che arrivano in città proprio per godere delle bellezze di questo luogo. Ma sarà anche possibile lasciarsi travolgere dalla bellezza dei Giardini di Boboli, del Museo Nazionale del Bargello, delle Cappelle Medicee e della Galleria dell’Accademia.

Per chi fosse nei paraggi, la sempre meravigliosa Venezia apre le porte al Museo d’Arte Orientale e al Museo Archeologico, mentre dal lato opposto del Nord Italia, a Torino, saranno visitabili i Musei Reali ma anche Palazzo Carignano e Villa della Regina.

A Bologna, capoluogo emiliano, sarà possibile accedere gratuitamente alla Pinacoteca Nazionale e al Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria”. In più, senza spostarsi troppo, a Parma, saranno visitabili il Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, la Galleria Nazionale e il Teatro Farnese, mentre a Ferrara sarà la Galleria Estense la vera protagonista dell’iniziativa e di questo primo giorno del 2023.

Le aperture di inizio anno in Lombardia

Milano, proprio nella giornata di Capodanno, rende omaggio a un’eccellenza dal valore unico, rendendo possibile la visita gratuita alla Pinacoteca di Brera e alle famose Gallerie d’Italia. Infine, senza uscire dalla Lombardia, sarà possibile godere della bellezza della Certosa di Pavia, del maestoso Palazzo Ducale di Mantova e delle suggestive Grotte di Catullo e Museo Archeologico di Sirmione, in provincia di Brescia.

Una carrellata di luoghi di interesse dall’enorme valore storico, artistico e culturale e un’occasione unica per iniziare il nuovo anno godendo a pieno della bellezza del nostro Paese e delle tracce del suo grande passato.

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L’incredibile scoperta di una civiltà Maya nascosta sotto la giungla

Un’indagine senza precedenti, condotta con un sofisticato sistema di scansione laser, ha portato alla scoperta di quasi mille insediamenti antichissimi che starebbero svelando l’esistenza di una società Maya molto più sofisticata, popolosa e unificata di quanto previsto finora.

Scoperta una civiltà Maya perduta in Guatemala

L’indagine condotta nel bacino carsico Mirador-Calakmul del Guatemala settentrionale, ha permesso di scoprire 964 antichi insediamenti Maya finora sconosciuti, nascosti sotto la fitta giungla, risalenti prevalentemente al periodo preclassico, durato dal 1.000 a.C. fino al 150 a.C. circa.

Si tratta di un ritrovamento straordinario, sia per l’estensione dei siti, che coprono un’area di circa 1.685 chilometri quadrati, che per la natura degli insediamenti. L’incredibile scoperta è opera di un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi della Foundation for Anthropological Research and Environmental Studies (FARES) e dell’Università Statale dell’Idaho, che hanno collaborato a stretto contatto con il Dipartimento di geografia e ambiente dell’Università del Texas, la Scuola di Storia dell’Università di San Carlos – Città del Guatemala, il Progetto Bacino Mirador e altri istituti.

La nuova civiltà è stata riportata alla luce grazie alla tecnica di telerilevamento LiDAR (Laser Imaging Detection and Ranging) che utilizza un impulso laser, impiegato negli ultimi anni per scansionare dense foreste pluviali tropicali alla ricerca di segni di antiche civiltà, come è accaduto, ad esempio per il misterioso monumento nella Foresta di Dean nel Regno Unito o per la città perduta in Honduras. Questi sistemi, infatti, sono in grado di penetrare le fitte chiome vegetative, rivelando ciò che si trova sul terreno sottostante.

Quasi mille insediamenti nascosti nella fitta giungla

Gli scienziati, coordinati dal professor Richard D. Hansen, hanno sorvolato per anni il bacino con dispositivi LiDAR  per cercare tracce nascoste di antichi insediamenti. Per la loro gioia, l’indagine ha portato a una scoperta unica. Gli oltre 900 insediamenti sono stati al momento raggruppati in 417 antiche città, paesi e villaggi che, secondo lo studio, suggeriscono la presenza di una struttura politica centralizzata e complessa. Queste costruzioni includono decine di campi da gioco per la pratica degli sport mesoamericani e un complesso sistema di gestione delle acque composto da canali e serbatoi.

L’architettura monumentale, i confini specifici dei siti, i 195 bacini idrici e gli oltre 177 km di strade rialzate che mettevano in collegamento i diversi insediamenti, suggeriscono una coesione sociale ed economica superiore a quella delle comunità minori di questi periodi. Tra le strutture rilevate ci sono anche grandi piramidi a gradoni risalenti al periodo del tardo-medio preclassico. Opere che, come spiegano i ricercatori nello studio pubblicato sul forum internazionale “Ancient Mesoamerica”, “hanno richiesto enormi quantità di lavoro e risorse, concentrate da un’organizzazione e un’amministrazione presumibilmente centralizzate”.

La civiltà Maya avrebbe quindi avuto il potere di organizzare migliaia di lavoratori altamente qualificati, tecnici e specialisti, architetti, funzionari delle forze dell’ordine e capi religiosi, tutti ad operare in un’omogeneità politica e ideologica, il che suggerirebbe l’esistenza di un potente regno-stato nella regione, di cui non sapevamo nulla finora.

Il team di ricercatori ha anche esplorato i resti della piramide di Danta, nella città maya di El Mirador, un tempo centro della metropoli e una delle più grandi strutture antiche. Ben 158 operai avrebbero impiegato cinque anni solo per estrarre gli oltre 205mila blocchi di calcare che compongono questo imponente monumento, la cui costruzione ha probabilmente richiesto da sei a 10 milioni di giorni di lavoro.

 

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In Inghilterra, a bordo dello storico treno a vapore Flying Scotsman

Nel 2023, compie cent’anni dalla sua entrata in servizio una delle locomotive a vapore più famose del mondo: Flying Scotsman. Per gli appassionati di treni storici è un evento da non perdere.

Fu presentata alla British Empire Exhibition di Wembley e fece il primo servizio passeggeri non-stop dalla stazione di King’s Cross di Londra a Edimburgo, in Scozia, per l’allora neonata compagnia ferroviaria London and North Eastern Railway nel 1923.

I record del Flying Scotsman

Stabilì il record come viaggio non-stop più lungo del mondo e nel 1934 e anche quello di più veloce al mondo dopo aver toccato le 100 mph. Per percorrere l’intero tragitto lungo 628 chilometri impiegava 8 ore e 15′ nel 1901, 8 ore e 8′ nel 1927, 7 ore nel 1937 e sole 3 ore e 59′ nel 1991.

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Fonte: 123rf

La locomotiva a vapore Flying Scotsman

Nonostante sia trascorso un secolo, questa locomotiva ancora oggi mantiene il suo intramontabile fascino e l’anniversario che si festeggia è il motivo migliore per salire a bordo di questo meraviglioso treno storico, godendosi il viaggio e i paesaggi meravigliosi della Scozia.

Il viaggio a bordo del Flying Scotsman

Flying Scotsman attraversa otto città scozzesi, ciascuna delle quali a sua volta collegata da una grande varietà di linee ferroviarie. Il che significa che è possibile fare una gita di un giorno ma anche un soggiorno più lungo esplorando ciascuno dei siti storici e culturali del Nord.

La Scozia ospita alcuni dei viaggi ferroviari più iconici del mondo e i percorsi sono circondati da panorami da cartolina che ipnotizzano al solo passaggio del treno. Da Glasgow si può salire sulla West Highland Line fino alla città portuale occidentale di Mallaig, attraversando terre selvagge remote e il famoso viadotto di Glenfinnan.

Da Edimburgo si può prendere la nuova ferrovia nazionale più lunga costruita in oltre cent’anni nei pittoreschi Borders scozzesi e nella terra di Sir Walter Scott.

I vagoni del Flying Scotsman attraverso la campagna scozzese

Le partenze da Inverness porteranno, invece, lungo la Kyle Line da costa a costa, consentendo di ammirare lo spettacolare scenario delle Highland e terminando con una magnifica vista sull’isola di Skye.

La Far North Line, infine, percorre la costa del Mare del Nord fino a Wick, che è solo a un breve tragitto in autobus da John O’Groats, il punto abitato più a Nord della terraferma.

Cent’anni di Flying Scotsman

Per celebrare il suo centenario, il National Railway Museum del Regno Unito di York ha in programma molti eventi nel corso del 2023 e una mostra speciale con una tecnologia VR unica nel suo genere.

Ma sono previsti anche viaggi speciali con la celebre locomotiva a vapore Flying Scotsman in partenza dalle varie stazioni della Scozia dove era solita sostare. Come la East Lancashire Railway, dove ancora oggi c’è la vecchia sala d’attesa, le banchine dell’epoca e il viaggio nella campagna scozzese si prospetta un’esperienza fantastica. O il viaggio che partirà da Bristol e che, dopo aver toccato le cittadine di Yatton e Taunton, arriva nel Devon e in Cornovaglia, costeggiando il mare a Dawlish e attraversando l’iconico Saltash Bridge o Royal Albert Bridge, che collega Plymouth, nel Devon, a Saltash, in Cornovaglia.

Il 2023, insomma, è l’anno giusto per un viaggio in Scozia, anche in famiglia, per celebrare l’anniversario di una delle opere di ingegneria più famose del mondo.

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Il viaggio più suggestivo che si possa fare a Natale

Prendete un treno storico, salite a bordo e viaggiate lentamente seduti sulle storiche panche di legno verso quell’angolo così pittoresco d’Italia che è il lago di Como, guardando fuori dal finestrino e ammirando i borghi che si specchiano sull’acqua.

Scendete dal treno una volta giunti a Como e salite su una motonave dove Babbo Natale e i suoi elfi vi danno il benvenuto e vi intrattengono durante la navigazione in poccasione della prima edizione del “Battello di Babbo Natale”, che prende il via il prossimo 16 dicembre.

A bordo del magico Lario Express

Il treno è la versione invernale del celebre Lario Express, un treno storico organizzato dalla Fondazione FS, che parte da Milano e che attraversa l’entroterra lombardo accompagnando i viaggiatori alla scoperta dei magnifici borghi comaschi.

L’esperienza di viaggio inizia già a bordo treno, tra le atmosfere senza tempo delle antiche vetture Centoporte, godendo del panorama che scorre lento dal finestrino.

Tra le maggiori attrazioni culturali che s’incontrano durante il viaggio, la Basilica minore di Seregno risalente al 1700, l’abbazia benedettina di fine ‘800 e l’antico borgo di Cantù con le sue affascinanti architetture medievali.

Il piroscafo di Babbo Natale

Il battello è la motonave Orione che parte due volte al giorno fino al 18 dicembre. Per l’occasione, sarà addobbata a tema natalizio e a bordo sono previsti momenti di intrattenimento per le famiglie, tra cui l’incontrato con Babbo Natale per consegnargli di persona la letterina dei desideri.

L’idea di organizzare delle minicrociere natalizie è venuta alla Gestione Navigazione Laghi, con lo scopo di arricchire ulteriormente la proposta turistica della zona del lago di Como e attirare ancor più turisti. Parte della flotta di battelli sarà illuminata con l’installazione del pavese di luci per aggiungere colore alle navi ormeggiate sul lungolago.

Natale tra i borghi comaschi

Il terzo e ultimo ingrediente che completa l’esperienza magica di un viaggio sul treno e sul battello storico sul lago di Como è quello di visitare le cittadine d’acqua addobbate in occasione del Natale.

La famosa “Città dei balocchi” che fino allo scorso anno si organizzava a Como, quest’anno si sposta a Cernobbio. A partire dal 7 dicembre, prende il via la ventinovesima edizione dell’evento natalizio più magico d’Italia. Nel Borgo, in Riva, nel parco di Villa Erba, a Villa Bernasconi e nelle frazioni di Piazza S. Stefano e Rovenna le luci, i videomapping e le musiche natalizie renderanno questo luogo davvero unico. Ci sarà un tunnel illuminato da attraversare, il mercatino di Natale da visitare e la pista sul ghiaccio su cui pattinare.

Anche Como sarà allestita per le feste con luci per le strade del centro storico, l’albero di Natale in piazza Duomo, le casette del mercatino, la pista del ghiaccio che creeranno una splendida atmosfera per le festività natalizie.

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Non solo alberi: la piramide natalizia è un incanto

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, per vivere esperienze adrenaliniche e mozzafiato, per esplorare tutti quei luoghi nei quali la natura ha creato dei veri e propri capolavori o per passeggiare tra i monumenti e le creazioni architettoniche dell’uomo che si sono trasformate nel simbolo di città e Paesi interi. Ma lo facciamo anche per toccare con mano tutte quelle tradizioni che appartengono a luoghi e popolazioni lontane da noi.

E se è questo il motivo che ci spinge ad attraversare il globo in lungo e in largo, allora, nessun periodo è meglio del Natale per riscoprire usanze e tradizioni che appartengono ad altri popoli. Come i mercatini di Natale, la cui nascita risale al XIV secolo nei territori della Germania, dell’Austria e dell’Alsazia, o il Calendario dell’Avvento, inventato da Gerhard Lang nel 1908. E poi, ancora, tutte le prelibatezze culinarie e gli oggetti di artigianato che vengono esposti durante questo periodo.

Ci sono poi gli alberi di Natale, quelli maestosi e scintillanti che campeggiano nelle piazze cittadine e nelle case delle persone, le cui origini sono riconducibili a Tallinn, in Estonia, nel 1441. E infine ci sono le piramidi natalizie, dei veri e propri capolavori in legno che fanno parte del folclore natalizio tedesco.

C’era una volta la piramide di Natale

Sono maestose, scintillanti e artistiche, sono le piramidi di Natale che popolano le strade, i quartieri e le città di tutta la Germania e non solo. Diventate elemento riconoscibile del folclore natalizio tedesco, affondano le loro origini nel XVIII secolo, quando furono create nella zona dei Monti Metalliferi, al confine tra la Repubblica Ceca e la Germania.

Le piramidi di Natale, in tedesco Weihnachtspyramide, sono spesso costruite in sostituzione del più diffuso albero e sono realizzate in legno e poi addobbate con candele, luci, piante, biscotti e personaggi sacri. Queste strutture, che appaiono come dei veri e propri capolavori artistici e visivi, possono raggiungere dimensioni stratosferiche. Spesso, infatti, sono situate al centro dei mercatini di Natale o nelle piazze addobbate durante il periodo dell’Avvento.

La bellezza di queste creazioni ha fatto sì che negli anni la tradizione si diffondesse anche in altri luoghi nel mondo come, per esempio, negli Stati Uniti e in Inghilterra, ma anche in Svizzera e in Austria.

Dresda

Fonte: iStock

Dresda

Dove ammirare le più belle piramidi di Natale

Se volete lasciarvi incantare dalla bellezza delle Weihnachtspyramide, allora, non potete perdere il mercatino di Natale di Dresda. Oltre a essere considerato uno dei più grandi e belli della Germania, lo Striezelmarkt è anche uno dei più antichi d’Europa e del mondo. Proprio qui, ogni anno, viene costruita la maestosa piramide di Natale dell’Erzgebirge, che superando i 14 metri di altezza si è guadagnata il primato di piramide più alta del mondo.

Come abbiamo anticipato, però, l’usanza delle piramidi di Natale è diffusa in tutta la Germania. Ad Aschaffenburg, per esempio, nella piazza antistante al castello di Johannisburg, c’è un pittoresco mercatino di Natale nel quale campeggia una gigantesca e scintillante Weihnachtspyramide.

La luce della piramide natalizia illumina anche il centro storico di Zwickau, proprio qui dove si snodano tutta una serie di bancarelle che espongono oggetti artigianali e prelibatezze gastronomiche locali.

La tradizione di allestire la piramide di Natale si è diffusa anche in Svizzera. A Basilea, nello splendido mercatino allestito in Barfüsserplatz, ogni anno viene costruita una maestosa e sfavillante Weihnachtspyramide che svetta verso il cielo per 13 metri di altezza e illumina il percorso cittadino creando un’atmosfera fatata.

Piazza Barfusserplatz, Basilea

Fonte: iStock/klug-photo

Barfusserplatz, Basilea
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Egitto, una scoperta sensazionale di ben 2.200 anni fa

Sottoterra si celano ancora tantissimi segreti sorprendenti, dei tesori preziosi che ci aiutano a ricostruire quel gigantesco puzzle che è il nostro passato più lontano. Per questo gli archeologi continuano a scavare, portando alla luce antiche testimonianze di civiltà che hanno ancora tanto da regalarci. Proprio negli ultimi giorni, in Egitto è avvenuta una scoperta sensazionale che ha sorpreso gli esperti.

Egitto, trovato un enorme bagno pubblico

L’Egitto è senza dubbio uno dei luoghi più affascinanti al mondo: meta di tantissimi turisti alla ricerca di spiagge da sogno e acque cristalline, è anche un Paese dove storia e cultura si intrecciano come non accade forse in nessun altro posto. Culla dell’antica civiltà egizia che ci ha lasciato testimonianze splendide (come le Piramidi di Giza o la preziosissima tomba di Tutankhamon), non smette ancora di sorprenderci con i numerosi tesori che si nascondono ancora poche decine di centimetri sotto i nostri piedi.

Sono molte le campagne di scavi che proseguono in tutto l’Egitto, proprio alla ricerca di altri piccoli tasselli che ci raccontino la storia di un popolo così lontano nel tempo. Una di esse ha avuto risultati incredibili: nei pressi della città di Berenice (conosciuta anche con il nome di Berenice Trogloditica), gli archeologi hanno trovato le rovine di un antico bagno pubblico di dimensioni impressionanti. Secondo quanto emerso dai primi studi, si sarebbe trattato di un edificio composto da due tholoi – ovvero due strutture circolari – contenenti in totale ben 14 vasche.

Ciascuna vasca avrebbe avuto sia acqua fredda che tiepida, mentre vi sarebbe stata una stanza separata dove i cittadini potevano concedersi un bagno caldo. Ad alimentare l’intero complesso, due grandi bacini idrici situati nei dintorni. Il bagno pubblico risalirebbe a circa 2.200 anni fa, quando Berenice era nel suo pieno sviluppo come porto commerciale e aveva una grande presenza militare: gli esperti ritengono che a fare uso delle vasche fossero proprio i soldati e tutti coloro che lavoravano nell’importazione ed esportazione delle merci.

La scoperta a Berenice, splendida città egiziana

Il bagno pubblico è tornato alla luce nei giorni scorsi grazie al lavoro di un team di archeologi guidato dal professor Marek Woźniak, dell’Istituto polacco di Culture Mediterranee e Orientali, e dal professor Steven Sidebotham, dell’Università del Delaware. La scoperta, che è stata pubblicata su Live Science, è davvero incredibile: sebbene non siano state rinvenute scritte o incisioni, nei dintorni dei resti dell’edificio gli esperti hanno trovato monete e pezzi di ceramica che li hanno aiutati a collocare nel tempo il periodo di attività del bagno.

Woźniak è da alcuni anni a capo di una squadra che sta duramente lavorando a Berenice, un piccolo ma vivace porto egiziano affacciato su Mar Rosso. Il suo obiettivo è trovare resti dell’antica città risalenti al periodo ellenistico, ovvero l’epoca compresa tra la morte di Alessandro Magno e quella di Cleopatra. Sono già diverse le scoperte che hanno avuto luogo proprio a Berenice, tra cui un’antica fortezza di ben 2.300 anni fa e un santuario che racchiudeva i resti di 15 falchi decapitati, probabilmente a seguito di un rito propiziatorio.

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In Egitto la scoperta sensazionale che riscriverà la Storia

L’Egitto non finisce mai di sorprendere, terra di scoperte sensazionali che hanno il potere di riscrivere la Storia: a pochi giorni dal ritrovamento di un tunnel al di sotto dell’antico tempio di Taposiris Magna (che forse porta alla tomba di Cleopatra), il noto egittologo Zahi Hawass ha annunciato la notizia di un’ulteriore scoperta che ha dell’incredibile.

Nell’antica necropoli di Saqqara a Giza, è venuta alla luce la piramide di una regina finora sconosciuta, mai documentata, insieme a un deposito di 100 mummie, oltre 300 bare, centinaia di manufatti e vari tunnel interconnessi.

La scoperta che riscriverà la Storia

Nel sito a una trentina di chilometri a sud del Cairo, gli archeologi lavorano da due anni e hanno rinvenuto finora cinque tombe dipinte, il sarcofago del tesoriere di re Ramses II e la tomba di un dignitario.

I loro sforzi, in particolare, si sono concentrati sulla piramide di Teti, primo re della sesta dinastia. Infatti, come spiegato da Hawass, Teti “era adorato come un dio nel periodo del Nuovo Regno, e quindi le persone volevano essere sepolte vicino a lui“. Tuttavia, ha aggiunto, “la maggior parte delle sepolture conosciute a Saqqara in precedenza provenivano dall’Antico Regno o dal Periodo Tardo. Ora abbiamo trovato 22 pozzi interconnessi, che vanno da 9 a 18 metri, tutti con sepolture del Nuovo Regno“.

E all’interno dei pozzi gli archeologi hanno scoperto 300 bare e un enorme sarcofago in pietra calcarea del periodo del Nuovo Regno (conosciuto anche come Impero Egiziano) che durò dal VI secolo a.C. all’XI secolo a.C.

“Prima non si sapeva che le sepolture del Nuovo Regno fossero comuni nell’area, quindi questo è del tutto unico per il sito” ha commentato l’egittologo. “Le bare hanno volti individuali, ognuno unico, distinguendo tra uomini e donne, e sono decorate con scene dell’antico testo funerario egiziano Libro dei Morti. Ogni bara riporta anche il nome del defunto e spesso mostra i Quattro Figli di Horus, che proteggevano gli organi del defunto”.

Nelle bare, gli studiosi hanno rinvenuto i corpi di mummie perfettamente conservate, intatte e in buone condizioni (salvo quelle depredate o saccheggiate), e sono state almeno cento quelle identificate.
Ma non solo: vi erano anche manufatti quali giochi, statue del dio Ptah-Sokar e piccole statuette note come “shabtis”, il tutto a rappresentare il ciclo di nascita, morte e resurrezione.

La regina misteriosa

Fulcro della scoperta è la piramide di un’antica regina egiziana finora del tutto sconosciuta: “È incredibile riscrivere letteralmente ciò che sappiamo della storia, aggiungendo una nuova regina ai nostri libri” queste le parole di Zahi Hawass, una delle massime autorità egiziane nel campo dell’archeologia.

L’identità della misteriosa sovrana non è ancora stata rivelata ma, secondo gli esperti, si chiamava Neith e non è mai comparsa finora in alcun documento storico.

Mentre gli scavi e le ricerche continuano, siamo di fronte a un ritrovamento eccezionale che aggiungerà un nuovo e interessante tassello alla Storia che finora conosciamo e porterà ad aggiungere sui libri una figura inedita, con il suo ruolo e le sue vicende.

L’Egitto non smette di donare emozioni.

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La Fonte dell’Abbondanza e l’affresco più affascinante e scandaloso d’Italia

L’Italia è un Paese che non smette mai di stupire, e anche quando crediamo di aver visto tutto, in realtà, nuove e inedite bellezze si rivelano a noi in maniera sorprendente e inaspettata.

A Massa Marittima, per esempio, esiste un’antica fonte che è impossibile non notare. Situata nel centro storico del comune in provincia di Grosseto, questa struttura pubblica è conosciuta anche con il nome di Fonte dell’Abbondanza.

Al suo interno, durante il restauro effettuato nel 1999, è stato ritrovato un affresco antichissimo ed estremamente affascinante, che ha destato stupore da una parte e scandalo dall’altro. Si tratta infatti di un grande albero dai quali non nascono frutti, ma falli maschili eretti che donne al di sotto dell’arbusto cercando di afferrare.

Alla scoperta della Fonte dell’Abbondanza a Massa Marittima

Un viaggio a Massa Marittima è davvero un’ottima idea, soprattutto se l’intenzione è quella di andare alla scoperta di una cittadina inedita e sorprendente. Adagiato tra le Colline Metallifere, e circondato dalla lussureggiante campagna maremmana, questo comune in provincia di Grosseto ospita tutta una serie di bellezze ambientali e paesaggistiche, storiche e architettoniche che raccontano un passato antico e mai dimenticato.

Tra queste c’è una fonte, antica e affascinante, che domina proprio nel centro storico della città. Edificata nel 1265, e utilizzata come luogo di approvvigionamento idrico dell’intera città, alla fonte fu annesso successivamente un magazzino utilizzato dai cittadini come granaio pubblico. Da qui il nome di Palazzo dell’Abbondanza.

Oggi l’edificio è stato trasformato in un hub multiculturale dove vengono organizzate mostre, eventi e convegni. Ma c’è qualcos’altro che attira l’attenzione dei cittadini e di tutti i viaggiatori che arrivano nel comune in provincia di Grosseto.

Si tratta di un affresco ritrovato durante il restauro dell’edificio del 1999. Un capolavoro artistico duecentesco che sin da subito ha attirato la curiosità delle persone suscitando ammirazione, sorpresa e scandalo. L’affresco, infatti, raffigura un grande albero da cui nascono 25 falli ben visibili tra le foglie. Sotto l’arbusto sono raffigurate diverse persone, tra le quali spiccano due donne che litigano per raccogliere gli inediti frutti, mentre sopra uccelli neri volteggiano con fare minaccioso.

Il nome Albero della Fecondità, scelto per identificare l’affresco, ha messo d’accordo tutti. Le origini, così come le interpretazioni, invece, sono ancora oggetto di discussione.

Palazzo dell'Abbondanza

Fonte: Wikimedia/Sailko

Palazzo dell’Abbondanza

L’affresco dell’Albero della Fecondità

L’affresco dell’Albero della Fecondità è situato sotto una delle arcate del Palazzo dell’Abbondanza, oggi posto a tutela e valorizzazione da parte del comune di Massa Marittima. Sin dal suo ritrovamento, gli esperti, hanno identificato il soggetto dell’affresco come un’allegoria della fertilità, collegata anche all’originario utilizzo dell’edificio in questione.

Per alcuni, invece, l’affresco rappresenterebbe un vero e proprio messaggio politico. A sostenere la tesi è lo storico dell’arte George Ferzoco secondo il quale l’opera rappresenterebbe un avvertimento fatto ai cittadini da parte dei guelfi, schierati apertamente contro i ghibellini. Secondo la fazione guelfa, infatti, se la controparte fosse andata al potere si sarebbero venute a creare situazioni promiscue, perverse e pericolose, raccontate proprio in quell’affresco.

La tesi però sarebbe scardinata dal fatto stesso che la costruzione dell’edificio è stata commissionata dal Podestà ghibellino Ildebrando da Pisa, a meno che l’opera non sia stata realizzata successivamente. Purtroppo però, non essendoci fonti documentate sull’opera d’arte, le sue origini sembrano destinate a restare un mistero.

Quello che è certo è che si tratta di un capolavoro raro e prezioso di pittura murale del 1200 che ha come oggetto una raffigurazione profana, e che merita davvero di essere contemplato durante un viaggio in Maremma.

L'affresco dell'Albero della Fertilità a Massa Marittima

Fonte: Wikimedia/Andrea Anselmi

L’affresco dell’Albero della Fecondità a Massa Marittima
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Riparte il Porrettana Express, le tappe del treno storico

Tre importantissime date da segnare sul calendario: 19 e 27 novembre e 8 dicembre. Di cosa stiamo parlando? Del grande ritorno dei treni storici di Porrettana Express, un progetto di successo che porta, all’insegna di un turismo slow, alla scoperta di territori del nostro Paese che tolgono davvero il fiato.

L’autunno a bordo dei treni storici

Quello di quest’anno è un autunno da vivere anche a bordo dei treni storici come quelli del Porrettana Express. Conosciuta anche come “la Transappenninica”, è una spettacolare linea ferroviaria che nel 1864 ebbe il privilegio di collegare il Nord Italia e il Centro valicando per la prima volta gli Appennini.

In sostanza, era un percorso davvero unico nel suo genere che attraversava l’Appennino tosco‐emiliano incontrando numerosi viadotti e ben sei gallerie. Poi boschi di castagni, ardite curve e stazioni che spuntavano dal cuore dei monti.

La buona notizia, però, è che questa esperienza unica di viaggio su carrozze d’epoca sta per tornare e persino con alcune interessanti novità, viaggi storici alla scoperta della natura più autentica del nostro Paese e anche dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese.

Un’esperienza adatta a tutte l’età, un viaggio d’altri tempi che conduce verso piccoli paesini immersi nel verde delle montagne, lunghe gallerie e ponti spettacolari che conquistano il cuore di tutti.

Il primo treno in programma il 19 Novembre

Quest’anno il primo treno di Porrettana Express salirà sui binari il giorno 19 novembre. Partirà dalla splendida Pistoia per poi passare a Pitecchio, Pracchia e fare ritorno nell’incantevole città di partenza.

Un tragitto eccezionale e che permetterà ai viaggiatori di scoprire la maestosità della Montagna Pistoiese, alcuni poli dell’Ecomuseo della Montagna e il Museo SMI di Campotizzoro.

Il treno del 27 novembre

Per l’edizione di quest’anno non mancano novità come quelle che porta con sé il treno che solcherà i binari il 27 novembre. In questo giorno, infatti, per la prima volta questo affascinante convoglio d’altri tempi prenderà il via da Porretta Terme, località rinomata per le acque termali sulfuree e salsobromoiodichee.

Un viaggio sulle rotaie che condurrà i viaggiatori alla scoperta della città di Pistoia e del Deposito rotabili Storici delle Ferrovie di Pistoia (DORS), il più importante Hub italiano per la manutenzione e la riparazione delle locomotive a vapore.

L’ultimo treno dell’8 dicembre

L’ultimo convoglio, previsto per giovedì 8 dicembre, partirà da Pistoia ma solo dopo avere effettuato una visita al DORS. La direzione sarà Porretta Terme per avere l’occasione di passeggiare in quest’affascinante cittadina termale, i suoi mercatini di Natale e ammirare le luminarie allestite per le festività del periodo.

Dove acquistare i biglietti

Per assicurarvi un posto su uno dei tre treni di Porrettana Express vi basterà andare sul sito dell’iniziativa. Attenzione, però: i posti a disposizione sono 200 per convoglio e per questo motivo è bene affrettarsi, soprattutto se la vostra intenzione è scoprire un’Italia fuori dal comune a bordo di antichi, ma splendidi, vagoni.

Per quanto riguarda i prezzi, invece, gli adulti viaggiano con 28, euro, i più giovani dai 4 a 12 anni non compiuti con 12, mentre i bambini da 0 a 4 anni ancora da celebrare avranno l’occasione di vivere questa esperienza a titolo gratuito.

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Riparte il treno storico per la Valle dei Templi

Partirà da Palermo alla volta del Parco Archeologico Valle dei Templi ad Agrigento e il borgo marinaro di Porto Empedocle, il treno storico che percorre una delle linee più panoramiche della Sicilia. L’iniziativa, in programma domenica 6 novembre, offrirà ai turisti a bordo un programma ricco di eventi, che punta a soddisfare le esigenze di chi vuole vivere una giornata alla scoperta di storia, cultura e tradizioni di luoghi splendidi.

Le fermate del treno storico

Il treno storico partirà alle ore 7.50 dalla stazione di Palermo Centrale ed effettuerà fermate intermedie nelle stazioni di Bagheria, Termini Imerese, Roccapalumba-Alia, Cammarata San Giovanni Gemini, Aragona Caldare e Agrigento Bassa. Alle 11.15 il convoglio d’epoca raggiungerà la stazione tempio di Vulcano, rinnovata di recente e ubicata nel cuore della Valle dei Templi, dove di recente è stata fatta un’incredibile scoperta.

Qui i passeggeri potranno scendere e trascorrere una giornata all’interno del leggendario Giardino della Kolymbethra, accolti dalle guide del Fondo Ambiente Italiano (FAI). Come tutte le prime domeniche del mese, l’accesso al Parco archeologico sarà gratuito.

Chi invece intende proseguire il proprio viaggio fino a Porto Empedocle, potrà raggiungere in treno l’ottocentesca stazione del borgo in provincia di Agrigento, con arrivo alle 11.33. I viaggiatori avranno l’opportunità di visitare il Parco ferroviario, per poi proseguire il tour alla scoperta di Porto Empedocle con le guide dell’Archeoclub Agrigento che propongono tre escursioni tra i luoghi della Vigata di Andrea Camilleri, il Lido Marinella e la meravigliosa Scala dei Turchi. Il convoglio di ritorno partirà dalla stazione di Porto Empedocle Succursale alle 17.07 e da Tempio di Vulcano alle 17.15, con arrivo a Palermo previsto per le 20.26.

Giardino della Kolymbethra, gioiello della Valle dei Templi

In greco, Kolymbethra indica un tipo di piscina utilizzata in età romana per giochi acquatici. Prima “sontuosa piscina popolata da pesci e da cigni” di cui scrive lo storico greco Diodoro siculo, una volta interrata diventa un fertile orto-frutteto. Quando poi si aggiungono gli agrumi, prende la denominazione di “giardino”, come si usa chiamare in Sicilia gli agrumeti tradizionali.

Il Giardino della Kolymbethra è coltivato in una piccola valle tra il tempio dei Dioscuri e il tempio di Vulcano (o di Efesto), nel sito identificato con l’antico bacino artificiale costruito per volere del tiranno Terone dopo la vittoria nella battaglia di Himera, nel 480 a.C.

Il giardino, non più coltivato dagli anni ’80, è stato recuperato al suo uso originario e alla fruizione ad opera del FAI, e oggi riassume in 6 ettari il paesaggio agrario e naturale della Valle dei Templi, fiore all’occhiello di Agrigento. La bellezza della Kolymbethra è legata alla forma degli alberi e al fascino del fenomeno della rifioritura, per cui frutti e fiori si succedono ininterrottamente nel corso delle stagioni, all’ombra e alla frescura assicurate dalla chioma sempreverde.

Nelle zone più scoscese, si trovano le piante della macchia mediterranea, mentre al di là del piccolo fiume c’è un agrumeto, uno degli ultimi “giardini” siciliani, con limoni, mandarini e aranci di antiche varietà, irrigato secondo le tecniche della tradizione araba. Dove l’acqua non arriva, si possono ammirare gelsi, carrubi, fichi dìindia, mandorli, mirti e olivi “saraceni”. Un luogo unico, immerso in uno dei siti archeologici più grandi del mondo. Un patrimonio paesaggistico, quello del Parco archeologico Valle dei Templ, estremamente vario e di straordinaria bellezza, frutto della commistione fra elementi naturali originari e l’azione millenaria dell’essere umano.

Giardino Kolymbethra
Lo splendido Giardino della Kolymbethra