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Ritrovata e aperta una tomba etrusca inviolata da secoli

Non finisce mai di sorprendere l’area archeologica di Vulci, l’antica città etrusca nella Maremma laziale in provincia di Viterbo, tra Canino e Montalto di Castro, una delle città più significative dell’Etruria, contraddistinta da un importante sviluppo commerciale e marittimo.

In particolare, a riservare tesori inediti è la necropoli dell’Osteria, a nord rispetto a Vulci, dove è stata ritrovata una nuova tomba intatta, la cosiddetta Tomba 58, a doppia camera, che si distingue per ricchezze e per tipologia architettonica.

La cerimonia di apertura alla presenza delle istituzioni

vulci scavi

Fonte: Ph Carlo Casi

Apertura Tomba 58 Parco di Vulci – Ph Carlo Casi

La tomba, ancora sigillata, è stata aperta venerdì 27 ottobre con la partecipazione delle istituzioni, per una giornata ricca di storia e di cultura: Presenti, per la Sabap VT-EM, la dott.ssa Simona Carosi e la dott.ssa Rossella Zaccagnini; per Fondazione Vulci il Presidente Gianni Bonazzi e il direttore scientifico del Parco, dott. Carlo Casi. Inoltre, l’ Assessore alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche Giovanili e della Famiglia, Servizio Civile della Regione Lazio Simona Baldassarre; il sindaco di Montalto di Castro, Emanuela Socciarelli; l’assessore Simona Atti e il sindaco di Canino Giuseppe Cesetti.

Questo l’annuncio del Comune di Montalto di Castro dal Parco Archeologico di Vulci: “Oggi insieme all’Assessore alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche Giovanili e della Famiglia, Servizio Civile della Regione Lazio Simona Baldassarre, abbiamo assistito all’apertura di una antica tomba etrusca inviolata presso la Necropoli dell’Osteria a Vulci”.

Il tesoro della Tomba 58

vulci tomba

Fonte: Ph Carlo Casi

Tesoro Tomba 58 Parco di Vulci – Ph Carlo Casi

Databile alla fine del VII secolo avanti Cristo, quando la città di Vulci aveva raggiunto il suo massimo splendore, la Tomba 58 è costituita da una camera in parte saccheggiata (la B) e un’altra miracolosamente intatta (la A).

Ed è proprio la camera A ad aver restituito un prezioso tesoro composto da anfore da trasporto etrusche, olle e pithoi in impasto, vasi in bucchero e in ceramica etrusco-corinzia, oltre a manufatti in bronzo, come un calderone. È stata inoltre notata la presenza di chiodi in ferro sulle pareti, anticamente utilizzati per appendere festoni o piccoli oggetti.

La camera B, invece, saccheggiata in antico, custodiva due anfore da trasporto della Grecia dell’est, ceramiche ioniche, corinze ed etrusco-corinzie, oltre a buccheri e impasti locali oltre a un tripod-bowl e oggetti in ferro.

Particolare poi l’architettura, caratterizzata da un setto risparmiato nella roccia che crea un arco di passaggio tra il dromos, ossia il corridoio breve con degli scalini, e il vestibolo, da cui si accedeva alle due camere, quella frontale e quella di sinistra: manca quella, consueta, di destra, evidentemente perché lo spazio era già stato occupato da altre tombe.

Si tratta di un’ulteriore scoperta venuta alla luce in una delle aree più importanti del Parco di Vulci.
Dopo una prima fase di indagini che aveva portato alla luce la tomba delle Mani d’argento nel 2012, e durata fino al 2015, gli scavi nella zona all’Osteria, sempre svolti con la direzione scientifica della Soprintendenza e di Fondazione Vulci, sono stati ampliati a partire dal 2018 e hanno portato alla luce altre tombe monumentali, tra cui la tomba 31 o del Pittore delle Rondini e, più di recente, una serie di sepolcri allineati lungo una strada, resa anch’essa monumentale da un alto muro.

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Apre un nuovo sito che racconta la storia dell’antica Roma (e non solo)

L’11 novembre (e da lì nei giorni seguenti) nel nostro Paese succederà qualcosa di straordinario: rispalancherà le porte al pubblico, dopo un’attenta e meticolosa operazione di rinnovamento, un gioiello archeologico pregno di antichi riti fondativi, tumuli funerari, dolmen e stele di pietra dal profilo umano, in cui fare un’immersione fisica nel passato, un’esperienza eccezionale per comprendere meglio le origini e la complessità della storia umana.

Riapre l’Area megalitica di Aosta del passato

Scoperta solo nel 1969, l’Area megalitica di Aosta alza di nuovo il sipario sul passato. Si tratta di uno dei siti più interessanti e ricchi d’Europa e, dopo essere stata chiusa per via di una profonda operazione di rinnovamento e riallestimento, torna da essere visitabile a partire dall’11 novembre.

Un posto davvero straordinario perché in un’area di circa un ettaro sono riassunti sei millenni di storia umana, da scoprire grazie a una struttura realizzata a protezione degli scavi dai quali, piuttosto recentemente, sono emerse anche orme umane.

Come funziona la visita

Il nuovo allestimento si presenta a partire dall’ingresso, che è stato spostato all’angolo tra corso Saint-Martin-de-Corléans e via Italo Mus. Lasciandoci alle spalle i ritmi frenetici della città, varchiamo la sua soglia per entrare in uno spazio protetto da una grande vetrata, impreziosita da una luce soffusa.

Un corridoio, la Rampa del Tempo, grazie a cui fare un viaggio nei secoli insieme al supporto di elementi tridimensionali. Si entra quindi nell’area coperta, una grande “navata” che custodisce strutture preistoriche, datate dalla fine del Neolitico all’età del Bronzo Antico.

C’è poi un preziosissimo piano seminterrato in cui ammirare i risultati di uno scavo iniziato più di cinquant’anni fa, e che oggi ci permette di scoprire testimonianze intatte di un passato ancora avvolto nel mistero. A fianco si apre una “Sala immersiva”, sulle cui pareti sono proiettate delle immagini che illustrano la successione delle fasi archeologiche. Allo stesso livello si trova anche la “Sala civica”, attrezzata per ospitare conferenze e incontri.

La fase più antica risale al quinto millennio avanti Cristo, ed è quella dell’aratura cultuale, carica di simbolismi. L’itinerario prosegue soffermandosi su pali di legno e lastre litiche, fino ad arrivare nella “Grande Sala delle stele”, con tantissime sculture antropomorfe in pietra che riproducono uomini e donne con abbigliamento, ornamenti, armi.

Arriviamo poi alla fase della transizione tra età del Rame ed età del Bronzo, all’inizio del II millennio a.C, sfociando in una sala dedicata alla Protostoria. Il simbolo di questa trasformazione è un grande tumulo funerario che per la prima volta si può ammirare con il suo piano di calpestio originale.

Continuiamo a salire di livello per catapultarci nell’epoca romana. Qui una prima sezione riguarda l’insediamento rustico ed è pregna di oggetti legati alla vita quotidiana risalenti ai tempi di Augusta Praetoria, l’antica Aosta. Una seconda sezione permette di visitare le necropoli scavate lungo la strada, sotto la chiesa parrocchiale e l’asilo: ci sono quasi 20 tombe che al loro interno contenevano ricchissimi corredi.

Conclude il percorso la sezione medievale: in quest’epoca l’area di Saint-Martin-de-Corléans presentava varie strutture che gravitavano intorno alla piccola chiesa locale, citata in una bolla papale del 1176.

In occasione di questa grandissima e attesissima riapertura, nelle giornate di sabato 11 e domenica 12 novembre, verranno proposte visite guidate gratuite a cura degli archeologi della Soprintendenza dalle ore 10.00 alle 18.00. In seguito, da lunedì 13 a domenica 19 novembre, saranno a disposizione visite accompagnate gratuite con orario continuato 10.00 -18.00.

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Parte un treno storico per i Mercatini di Natale del Trentino

Quest’anno, raggiungere il famoso Mercatino di Natale a Trento sarà ancora più semplice per chi parte dalla Lombardia. Il 17 dicembre si potrà viaggiare a bordo di uno splendido treno storico elettrico, che porterà i visitatori direttamente in centro città con posti riservati, comodamente seduti, senza il rischio di code o nebbia in autostrada e senza dover cercare il parcheggio per l’auto. Un’occasione che si sposa alle proposte green della storica manifestazione, che anche quest’anno si svolge all’insegna dell’artigianato, della tradizione e della sostenibilità ambientale, con qualche bella novità.

Mercatino di Natale a Trento, tra novità e tradizioni

Dal 18 novembre 2023 al 7 gennaio 2024, Trento si trasforma nella “Città del Natale” grazie alla magia dello storico Mercatino che nel periodo più atteso e magico dell’anno torna ad animare il centro storico del capoluogo del Trentino-Alto Adige. Tra le novità di quest’anno, l’allargamento della manifestazione a Piazza Mostra, che dopo il restauro ospiterà per la prima volta parte dei mercatini, insieme a Piazza Fiera.

Un’altra novità è l’appuntamento “Filò al Falò”, che si terrà in piazza Cesare Battisti, dove le associazioni di volontariato si riuniranno attorno a un fuoco per rivivere la tradizione contadina del racconto e della condivisione. Un evento pensato per arrivare al 2024, anno che vedrà Trento diventare Capitale europea del volontariato. Sono inoltre previste nuove luminarie e giochi di luce sui palazzi storici della città, ma anche sul Monte Bondone, a Vason.

La prima edizione del Mercatino di Natale di Trento si è svolta nel 1993 e da allora l’idea di proporre prodotti per celebrare la festa più attesa dell’anno è cresciuta sempre di più, fino a diventare l’elemento trainante di “Trento, città del Natale“, un ricco cartellone di iniziative ed eventi musicali e culturali, appuntamenti col gusto, attività per grandi e per bambini, vari luoghi vestiti a festa e valorizzati da luci e addobbi.

A contraddistinguere il Mercatino di Natale di Trento è anche l’attenzione alla sostenibilità ambientale, con la presenza di espositori dalle salde radici artigianali e attenti alla valorizzazione dell’enogastronomica locale. L’energia elettrica utilizzata per l’evento è prodotta da fonti rinnovabili, viene realizzata un’attenta raccolta differenziata e viene incentivato l’utilizzo di stoviglie lavabili o compostabili.

Naturalmente, il divertimento è anche a misura di bambine e bambini. Ad attenderli in Piazza Santa Maria Maggiore, ci sarà la Casa Di Babbo Natale, con la slitta magica e la presenza di vari folletti, laboratori didattici nelle vicinanze e una fattoria nel quartiere Le Albere. È poi d’obbligo un giro sul Trenino di Natale che accompagna i visitatori, grandi e piccini, lungo un percorso che attraversa le vie del centro storico e che raggiunge gli angoli più nascosti e suggestivi della città.

Le fermate del treno storico per il Mercatino di Trento

Il treno storico elettrico, organizzato dall’associazione di volontariato Ferrovie Turistiche Italiane, partirà dalla stazione Centrale di Milano ed effettuerà le seguenti fermate (attenzione: gli orari sono indicativi, verrano aggiornati e comunicati appena pronti).

  • Milano Centrale (andata 08:20 – ritorno 20.20)
  • Milano Lambrate (andata 08:25 . ritorno 20:15)
  • Bergamo (andata 09:00 – ritorno 19:34)
  • Palazzolo sull’Oglio (andata 09:25 – ritorno 19:04)
  • Rovato (andata 09:35 – ritorno 18:45)
  • Brescia (andata 09:48 -ritorno 18:30)
  • Trento (andata 12.05 – ritorno 16.55)

Il convoglio sarà costituito da carrozze di 1° e 2° classe anni ’60 e ’70, con locomotore elettrico. I posti sono limitati e la prenotazione è obbligatoria.

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Al mare in Giordania: dove andare e cosa fare

Ricchissima di storia e meta prediletta degli amanti della storia e dell’archeologia, la Giordania è anche la località ideale per prolungare l’estate e per godersi il sole sulle spiagge e i tuffi in acque limpide e tiepide.

Sì perché grazie al clima mite e alle temperature favorevoli, ai suoi favolosi litorali e ai panorami mozzafiato, è una nazione “regina delle vacanze balneari” con mirabili fiori all’occhiello che si suddividono tra il territorio unico al mondo del Mar Morto e la sabbia dorata del Mar Rosso.

Pronti a lasciarvi sorprendere?

L’incanto del Mar Morto

Parlando di Giordania come destinazione balneare non si può non mettere al primo posto il “mare che non ti aspetti”, il Mar Morto, che non esiste da nessun altra parte se non qui.

In realtà, si tratta di un lago salato le cui rive si trovano a circa 400 metri al di sotto del livello del mare, il punto più basso della terraferma.

Le sue acque straordinariamente salate consentono di galleggiare con facilità e i fanghi ricchi di minerali sono rinomati a livello internazionale per le proprietà cosmetiche e terapeutiche.
Trascorrere del tempo di qualità presso una delle SPA che sorgono sulle sue spiagge è un modo indimenticabile di prendersi cura di sé stessi.

Ma dove fare il bagno nel Mar Morto?

Sono presenti una decina di resort con spiagge attrezzate e non mancano alcune spiagge libere per fare il bagno in tutta libertà senza spendere.

Da ricordare, nell’omonima città di Amman, Amman Beach Dead Sea, dove è possibile accedere in giornata alla spiaggia attrezzata con bar, spogliatoi e piscina.
Poco più a sud, altrettanto interessante è O-Beach.

Tra le spiagge libere (ben segnalate) da vedere vi sono, senza dubbio, i punti indicati come “Dead Sea Free Swimming” dove i candidi blocchi di sale cristallizzato disegnano un paesaggio incredibile, e “Salt Beach – Spiaggia Salina” dove fanno bella mostra di sé enormi granelli.

Invidiabile Mar Rosso

A differenza del Mar Morto, il Mar Rosso è un mare a tutti gli effetti, comunicante con il Mediterraneo e con l’Oceano Indiano.

Regala alcune delle spiagge più favolose della Giordania ed è una “destinazione vacanziera” per eccellenza: infatti, come si può non citare il golfo di Aqaba, una delle zone migliori del Paese, autentico paradiso per lo snorkeling e le immersioni?
Si tratta di uno dei siti più importanti del mondo per i sub, che pullula di coralli, di una biodiversità marina di notevole importanza e i cui fondali ospitano anche svariati relitti.

Tra le spiagge da non perdere assolutamente spicca South Beach, incastonata nella caratteristica città costiera di Aqaba, dove la sabbia dorata si alterna a piccole e graziose conchiglie nel bacio di un’acqua cristallina.
Adatta sia a famiglie che a gruppi di amici, è dotata di tutti i servizi.

Sempre ad Aqaba, ecco Berenice Beach, seconda soltanto a South Beach, un vero e proprio “complesso balneare” grazie ai numerosi hotel e alle infrastrutture dedicate ai turisti.

E come non nominare anche City Beach e Aqaba Beach? Infatti, Aqaba è il principale porto turistico della Giordania e da qui partono tour organizzati e sessioni di snorkeling per ammirare tutta la meraviglia che gli incredibili fondali del Mar Rosso hanno da offrire.

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Questa piccola città conserva il centro storico più grande del Paese

Organizzare un viaggio in Tirolo, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Lo è perché infinite sono le bellezze naturalistiche che si snodano sul territorio insieme alle storie, alle tradizioni e agli antichi sapori.

Destinazione apprezzata e raggiunta da migliaia di visitatori ogni anno, il Tirolo è diventato la meta prediletta degli amanti della natura e di tutti coloro che desiderano vivere esperienze all’insegna del relax e del benessere. Terme, piscine, centri benessere e poi, ancora, paesaggi montani e attività all’aria aperta: questi sono solo alcuni dei motivi che invitano a scoprire e riscoprire la regione.

Imperdibili, poi, sono le città che popolano il territorio, quelle circondate dalle montagne e caratterizzate da atmosfere sospese e senza tempo. Tra queste troviamo anche Hall in Tirol, una deliziosa cittadina di 13.000 abitanti che conserva il centro storico più grande e pittoresco dell’Austria.

Hall in Tirol, una pittoresca cittadina da scoprire

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in Tirolo, nel territorio dei paesaggi alpini, del benessere e dei sapori antichi. Ci troviamo nel distretto di Innsbruck-Land, non lontani dalla capitale, per scoprire un luogo ancora poco battuto dal turismo di massa, ma estremamente suggestivo.

Stiamo parlando di Hall in Tirol, una pittoresca città che si estende ai piedi del maestoso massiccio di Bettelwurf. Le sue origini sono antichissime: l’esistenza dell’insediamento, infatti, è testimoniato da alcune fonti datate nel 1200 che parlano di una salina nella Valle dell’Inn.

E in effetti, Hall in Tirol, ha avuto un ruolo molto importante nel commercio del sale come testimonia lo stemma della città che presenta, per l’appunto, due leoni e un barile di sale. La storia delle sue origini, oggi, è raccontata e preservata nel Museo Minerario situato nel cuore della città. Qui è possibile attraversare una perfetta riproduzione di un cunicolo della miniera di sale e tornare indietro nel tempo. Un’esperienza davvero imperdibile per grandi e bambini.

Natale a Hall in Tirol
Natale a Hall in Tirol

Il centro storico più grande dell’Austria

C’è un altro motivo per raggiungere e visitare Hall in Tirol ed è dato dal suo centro storico, il più grande e affascinante di tutto il Paese. Basta una semplice passeggiata tra le strade cittadine per sentirsi catapultati in un passato medievale dall’immensa bellezza.

Diversi i punti di interesse, come la Zecca con la torre Münzerturm, all’interno della quale è possibile scoprire la storia della moneta europea, e la piazza superiore che ospita la meravigliosa chiesa gotica di San Nicolò e il municipio. Il centro storico, più grande persino di quello di Innsbruck, diventa poi palcoscenico di uno spettacolo incantato tra novembre e dicembre,  quello che porta in scena la magia del Natale. Le facciate delle case di Hall in Tirol, infatti, si trasformano nelle caselline di un gigantesco calendario dell’Avvento mentre le strade si animano con i tradizionali mercatini.

Dopo una passeggiata tra i vicoli romantici e pittoreschi, una sosta alla Torre della Zecca è quasi obbligatoria. Percorrendo i 185 gradini, infatti, potrete raggiungere la cima e godere di un paesaggio mozzafiato sulla città incorniciata dalla Vallata dell’Inn e dalle montagne circostanti.

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Riparte il treno storico della Calabria, un sogno

Andare alla scoperta dell’Italia più vera, più autentica e che fa emozionare: lo si può fare salendo a bordo del Treno degli Dei, un incredibile convoglio storico che, tramite due diversi itinerari, permette di fare un viaggio nel tempo alla scoperta delle località più suggestive della Costa degli Dei e della Costa Viola, straordinari angoli di Calabria.

Il Treni degli Dei

Il Treno degli Dei porta in giro per la regione ben 700 passeggeri a bordo di carrozze d’epoca “Centoporte” e “Corbellini”, risalenti agli anni ’30 del secolo scorso. Gli itinerari da attraversare sono due, e si svolgeranno con corse organizzate in orario pomeridiano/serale nelle date 18 e 19 agosto e con repliche nei giorni 25 e 26 agosto di quest’anno.

Insieme alla possibilità di solcare i binari a bordo di locomotive antiche, per ogni tappa toccata sono previste visite ed attività volte al turismo esperienziale, come la visita guidata del centro storico di Tropea con i suoi antichi palazzi e la Cattedrale, oppure la crociera in motonave sulla Costa Viola, che partendo dal porto turistico di Bagnara, consentirà ai partecipanti di degustare il gustosissimo panino al pescespada.

E per questa nuova edizione c’è anche in ballo un’intrigante novità: la visita al bunker antiaereo della stazione Centrale, risalente agli anni ’30 del Novecento, per il quale sarà realizzata un’apertura straordinaria riservata ai viaggiatori del Treno degli Dei.

I due itinerari

Sono due gli itinerari da poter fare a bordo del Treno degli Dei. Il primo, che prende il nome di Tropea, il Borgo degli Dei, parte da Paola, meravigliosa località della Calabria particolarmente nota per il Santuario di San Francesco, e costeggia le splendide spiagge di San Lucido, Torremezzo e Belmonte.

Prevista una breve sosta ad Amantea, che vanta un centro storico arroccato su una rupe, per poi ripartire e oltrepassare il promontorio di Còreca in direzione Golfo di Sant’Eufemia.

Si arriva poi a Lamezia Terme Centrale solcando un paesaggio pieno di agrumeti per raggiungere la stazione di Eccellente, pochi chilometri prima di Pizzo con il suo bellissimo castello Murat e l’inconfondibile sapore di tartufo. Il viaggio continua transitando dalla stazione di Vibo Marina, per poi entrare nel pieno della Costa degli Dei: tra le stazioni di Briatico, Zambrone e Parghelia, all’occhio del viaggiatore appare più e più volte il Mar Tirreno in tantissime ipnotizzanti sfumature.

Infine, l’inconfondibile skyline di Tropea si farà spazio all’orizzonte, preparando il viaggiatore a godersi il tramonto e la serata nello borgo.

Il secondo itinerario, chiamato Costa Viola By Night, conduce nel paradisiaco promontorio di Capo Vaticano, sostando qualche minuto alla stazione di Ricadi. Subito dopo direzione Nicotera, da dove poi comincia la lunga discesa fino a Rosarno. Il viaggio prosegue alla volta di Palmi, località immersa tra gli uliveti e la celebre Tonnara, per poi entrare nella leggendaria Costa Viola.

La stazione successiva è Bagnara, dove avranno luogo rievocazioni storiche e degustazioni, e poi ancora il Treno degli Dei raggiunge la meravigliosa Scilla, uno dei borghi marinari più belli d’Italia (se non del mondo intero). Da queste parti, i viaggiatori avranno anche un’opportunità in più: effettuare un’immersiva mini crociera dello Stretto di Messina, godendo di scorci davvero unici nel loro genere.

Il treno supera poi Villa San Giovanni e giunge a Reggio Calabria, nella stazione che si trova nel cuore del suggestivo lungomare, conosciuto anche come il chilometro più bello d’Italia.

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Dall’altra parte del mondo esiste una “Stonehenge” davvero particolare

Esistono dei luoghi che da sempre, per un motivo o per un altro, capeggiano le nostre travel wish list. Si tratta di destinazioni dalla fama mondiale che ospitano attrazioni iconiche, capolavori creati da Madre Natura o monumenti artistici e architettonici che portano la firma dell’uomo e che, col tempo, sono diventati patrimonio dell’intera umanità.

Tra questi non possiamo non menzionare Stonehenge, il sito neolitico di Amesbury, nello Wiltshire, che da secoli affascina, incanta e attira viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Caratterizzato da maestose e colossali pietre erette e disposte in circolo, questo luogo iscritto alla lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 1986 attira ogni anno migliaia di visitatori desiderosi di toccare con mano le storie, le leggende e la magia che da sempre permeano questo territorio.

Questo è uno di quei luoghi che dovremmo visitare almeno una volta nella vita, è i motivi li conosciamo tutti. Quello che non tutti sanno, però, è che da qualche parte del mondo esiste un’altra Stonehenge, meno leggendaria e poco conosciuta, ma più moderna e sicuramente bizzarra. Il suo nome è Carhenge e, vi anticipiamo, che si tratta di un’attrazione davvero unica al mondo.

Viaggio in Nebraska: alla scoperta dell’altra “Stonehenge”

Se volete arricchire il vostro bagaglio esperienziale con la visione di luoghi poco conosciuti e decisamente al di fuori dell’ordinario, allora, il vostro prossimo viaggio potrebbe condurvi in Nebraska. Proprio qui, tra i vasti territori della regione delle Alte Pianure degli Stati Uniti, un uomo ha deciso di replicare in maniera originale uno dei più grandi e misteriosi capolavori che appartengono al mondo che abitiamo. Si tratta di Carhenge.

Per scoprire quella che è una copia bizzarra della più popolare Stonehenge dobbiamo recarci nei pressi di Alliance, capoluogo della contea di Box Butte. Qui, non lontano dal centro abitato, è possibile scorgere un particolare monumento circolare che ricorda in tutto e per tutto il leggendario sito inglese.

Avvicinandosi a Carhenge, però, è possibile notare la grande peculiarità che contraddistingue questa opera che non è composta da colossali pietre, ma da automobili americane d’epoca verniciate.

Benvenuti a Carhenge: la Stonehenge creata con le auto

Sono 38, in tutto, le automobili che compongono questa bizzarra e inaspettata replica di Stonehenge. I veicoli sono disposti in maniera circolare e posizionati in verticale, alcuni di questi, poi, sono stati posizionati e saldati sopra gli altri per ricreare degli archi.

Un monumento contemporaneo, e uguale a nessuno, che negli anni ha riscosso entusiasmo e curiosità sia da parte della comunità locale che dei viaggiatori. Carhenge è stata inaugurata nel giugno del 1987, proprio in occasione del solstizio d’estate, ed è nata da un’idea dell’artista Jim Reinders che ha voluto omaggiare il sito inglese in maniera tutt’altro che ordinaria.

La grande popolarità della replica di Stonehenge in Nebraska ha visto poi la nascita di un centro visitatori inaugurato nel 2006. Nei pressi del sito di Carhenge – che negli anni è stata utilizzato anche come set di programmi televisivi e spot pubblicitari – sono state inoltre installate altre opere contemporanee create sempre con vecchi modelli di automobili.

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Viaggio in Sicilia seguendo i binari dei treni storici

Ma quanto può essere emozionante viaggiare sui treni storici italiani e ammirare, mentre si alloggia in carrozze d’epoca, il prezioso paesaggio che offre il nostro Paese? È un’esperienza eccezionale, e l’ottima notizia è che c’è una grandissima novità al riguardo: i treni storici tornano in Sicilia.

Tornano i treni storici della Fondazione Fs

A partire dal 12 agosto e fino e fino al 10 dicembre, sui binari siciliani torneranno a correre i treni storici della Fondazione Fs. In totale ci saranno ben 51 appuntamenti speciali per percorrere le linee ferroviarie più suggestive della maggiore isola italiana.

Tanti diversi itinerari condurranno i passeggeri alla scoperta del patrimonio storico e architettonico di quest’isola da molti considerata una delle più belle del mondo. Non mancherà chiaramente l’opportunità di rifocillare le proprie papille gustative grazie ai fantastici prodotti locali. Ma chiaramente non si starà solo a bordo dei treni storici: ciascun viaggio prevederà visite ed escursioni a cura dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Sicilia.

Quest’anno, tra le altre cose, c’è anche una grandissima – e bellissima – novità: insieme alle carrozze Centoporte degli anni ’30 e Corbellini, la Fondazione Fs – su richiesta dell’Assessorato al Turismo – ha introdotto dei convogli dotati di vani per il trasporto di 50 biciclette per tratta. Un’iniziativa interessante e che permetterà di di incentivare l’intermodalità treno+bici sugli itinerari percorsi da questi preziosi mezzi d’epoca.

I biglietti delle prime partenze sono già acquistabili su tutti i canali di vendita Trenitalia e direttamente a bordo treno, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Gli itinerari

Tanti treni d’epoca diversi e, soprattutto, numerose destinazioni da visitare. Uno degli itinerari da non perdere è quello che compie il Treno del Barocco, una locomotiva diesel con carrozze anni ’30 Centoporte, carrozze anni ’50 Corbellini e bagagliaio, che conduce da Siracusa a Ragusa.

Le soste, come è possibile immaginare, saranno nelle varie città barocche patrimonio dell’Unesco. parliamo di Noto, Scicli, Modica e Ragusa, una tratta ferroviaria che attraversa il cosidetto Val di Noto, un paesaggio che ricorda la Sicilia più genuina grazie alla sua natura aspra, i campi, il mare e gli interminabili muretti a secco.

Poi ancora il Treno del Mare e delle Civiltà Antiche, un convoglio turistico che, con partenza da Palermo Centrale, toccherà Isola delle Femmine, Carini, Cinisi Terrasini, Partinico, Trappeto, Balestrate, Castellammare del Golfo, Alcamo Diramazione e concluderà il suo viaggio a Castelvetrano.

Un programma ricchissimo, quindi, e che coglie l’essenza più vera di questa meravigliosa isola del nostro Paese.

Ma non è finita qui perché a solcare i binari sarà anche il Treno dei Templi, una locomotiva turistica che va da Caltanissetta ad Agrigento Bassa e Porto Empedocle Succursale, e il Treno dell’Arte, una locomotiva elettrica con carrozze anni ’30 Centoporte, carrozze anni ’50 Corbellini e bagagliaio che solcherà i binari che vanno da Palermo a Tusa.

Insomma, grazie al programma dei treni storici in Sicilia è possibile viaggiare sulle più belle e panoramiche linee ferroviarie dell’Isola attraverso Palermo, Siracusa, Agrigento, Messina, Caltanissetta, Trapani – con luoghi custodi di panorami mozzafiato, sapori unici e storia millenaria, come Cefalù, Modica, Ragusa, Tusa, Porto Empedocle, Giarre, Castelvetrano.

Non resta che salire a bordo per vivere un’esperienza magica.

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Il Friuli-Venezia Giulia a bordo dei treni storici

Andare alla scoperta di una delle Regioni più belle e ricche di storia d’Italia, come si faceva una volta, è una delle esperienze più suggestive che si possano fare quest’anno.

Nel Friuli-Venezia Giulia stanno per partire i treni storici che portano alla scoperta di territori inediti attraversati da ferrovie che toccano siti Unesco, bellissimi borghi antichi – alcuni nell’associazione dei Borghi più belli di Italia – e luoghi di confine ricchi di storia.

Sono tante le occasioni tra il mese di agosto e di dicembre per visitare luoghi e bellezze naturali, ma anche per assistere a eventi, rievocazioni storiche, sagre, manifestazioni enogastronomiche e grandi eventi sportivi – come la Barcolana, che si svolge a ottobre -, in modo originale e sostenibile, nel segno del “turismo lento”, proprio come si faceva un tempo.

friuli-treno-storico

Fonte: @Ezio Dalcin

Un treno storico attraversa il Friuli-Venezia Giulia

A bordo dei treni storici

Si viaggia a bordo di treni d’epoca restaurati dalla Fondazione FS, con carrozze degli Anni ’30, le cosiddette “Centoporte”, con i salottini di legno lucido e le tendine ai finestrini, munite di bagagliaio e cappelliere e traniate da locomotive a vapore, elettriche o diesel.

Le partenze dei treni storici

I treni storici che attraversano il Friuli-Venezia Giulia partono il 5 agosto e viaggiano fino al 17 dicembre con un ricco calendario che comprende ben 21 appuntamenti.

I treni storici di agosto

Il primo treno a partire è il Tempus Express, un treno storico che il 5 agosto parte da Trieste e raggiunge la stazione di Gemona del Friuli per la rievocazione medievale Tempus est Jocundum. Ogni anno, ad agosto, la città friulana fa un tuffo nel passato e
si ripopola di figure e ambienti medievali come quella dei cavalieri e delle dame, ma anche mangiafuoco, artigiani nei loro mercati e taverne e di numerosi spettacoli di danza e di teatro in tutte le piazze. Una volta arrivati alla stazione di Gemona, alcune navette condurranno i passeggeri nel centro storico nel cuore della manifestazione.

Domenica 6 agosto,  da Sacile parte il Treno Natura che arriva alla stazione di Cornino, una località sulle sponde dell’omonimo lago con acque di colore verde-azzurro, da cui, con un servizio di bus, è possibile raggiungere gli 800 metri d’altezza e l’altopiano di Monte Prât. Ad attendere i partecipanti ci saranno guide specializzate che
accompagneranno il gruppo lungo un percorso a piedi ricco di bellezze naturalistiche e caratterizzato da diversi sentieri con suggestivi scorci sul fiume Tagliamento e il torrente Arzino, mentre nel pomeriggio è in programma la visita guidata alla Riserva Naturale del lago di Cornino, uno degli ambienti più interessanti dell’intero arco alpino per il birdwatching e per l’osservazione dei rapaci, in particolare dei grifoni, un luogo da cartolina.

Il 20 agosto parte il Treno del confine, trainato da una locomotiva elettrica, che collega Trieste a Palmanova, la splendida città-fortezza realizzata dalla Repubblica di Venezia e conosciuta per la sua pianta a forma di stella a nove punte, poi a Gradisca d’Isonzo fino ad arrivare a Redipuglia, lungo un itinerario sul filo della storia legato alle città simbolo che hanno segnato il confine. A Palmanova, conservata in condizioni straordinarie, modello di città ideale rinascimentale e di architettura militare e oggi sito Unesco, i passeggeri potranno partecipare gratuitamente a una visita guidata dedicata al tema della resistenza di confine; il viaggio prosegue per Sagrado e da lì, con le navette, fino a Gradisca d’Isonzo, annoverata tra i Borghi più belli d’Italia, per una visita del Museo documentario e del suo castello, ripercorrendo i camminamenti di ronda lungo le mura quattro-cinquecentesche; infine, si giunge a Redipuglia, nel cuore del Carso e dei
territori dove si sono scritte le pagine più intense del primo conflitto mondiale, e in cui sarà organizzata una visita guidata al museo della Grande Guerra e al Sacrario.

Il 27 agosto parte, invece, un treno tematico, il Treno delle lame, in occasione della manifestazione “Coltello in festa” che si svolge a Treviso e che porta i passeggeri a Maniago, città famosa in tutto il mondo per i suoi fabbri e per la produzione di coltelli e arnesi, in occasione del grande evento annuale dedicato alla miglior arte fabbrile e della coltelleria, con la possibilità di visitare le botteghe artigiane e le bancarelle, degustando le specialità tipiche e godendo di tanti momenti di intrattenimento e spettacolo.

I treni storici di settembre

A settembre sono cinque le date per viaggiare su un treno storico in Friuli-Venezia Giulia. Si comincia domenica 3 con il suggestivo Treno dei borghi più belli d’Italia. Si parte da Gemona a bordo di un treno con la locomotiva a vapore verso le stazioni di Sacile-Budoia e di Meduno, alla scoperta di due tra i Borghi più belli d’Italia: Polcenigo, con il sito Unesco palafitticolo di Palù di Livenza e la sua storica “Sagra dei cesti”, e Toppo, nel Comune di Travesio, un borgo rurale che conserva i resti del suo castello medievale.

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Fonte: @Archivio Fondazione FS

L’interno di una carrozza “Centoporte”

A vapore sono anche la locomotiva del treno storico per Friuli Doc, che il 10 settembre collegherà Trieste a Udine per immergersi nel grande festival annuale dedicato all’enogastronomia e scoprire gli aspetti più autentici e i sapori della cultura del Friuli- Venezia Giulia, così come quella del Treno tra abbazie, vigneti e colline, che domenica 17 settembre porterà i passeggeri da Trieste alla Festa dell’Uva di Cormons e a Rosazzo per una visita all’Abbazia.

Il 24 settembre sarà la volta del Treno Gusti di Frontiera, un “Centoporte” diesel che collegherà il capoluogo regionale alla città di Gorizia, dove si svolge ogni anno la manifestazione enogastronomica più grande del triveneto, “Gusti di Frontiera”, con più di cento stand culinari provenienti da tutto il mondo e un ricco palinsesto di iniziative culturali e di intrattenimento.

Il 30 settembre, invece, entrerà in funzione il Treno dei fumetti, da Gorizia a Pordenone e da Treviso a Pordenone, un’occasione per visitare il “Paff! Museo internazionale del fumetto” di Pordenone, dove saranno organizzati tour guidati gratuiti per i passeggeri del treno storico.

I treni storici di ottobre

Il mese di ottobre si apre con un doppio appuntamento legato a eventi agroalimentari: il 1° ottobre parte il Treno tra valli alpine e abbazie che da Trieste arriva a Carnia, da dove i passeggeri raggiungeranno in navetta Moggio Udinese per una visita guidata all’abbazia per poi proseguire verso Resiutta e immergersi nella Festa dell’agricoltura. Sempre il 1° ottobre parte il Treno sapori d’autunno tra Treviso e Cavasso Nuovo per la Festa della Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo.

Domenica 8 ottobre sarà attivo il treno storico Treno Barcolana express con il collegamento Udine- Trieste in occasione della regata, mentre sabato 14 ottobre il Treno “Art and Food” partirà da Nova Gorica e Gorizia, che nel 2025 saranno insieme Capitali della cultura, così come da Treviso per raggiungere l’evento “Art and Food” di Pordenone.

Domenica 15 ottobre il Treno delle Mele Antiche darà il benvenuto a bordo ai passeggeri in partenza da Treviso alla volta di Frisanco, con fermata a Maniago, per la Festa delle Mele Antiche, mentre il 22 ottobre sarà possibile raggiungere la Festa della Zucca di Venzone partendo da Trieste a bordo di un “Centoporte” a locomotiva elettrica. Chiude il mese il Treno autunno in “Pedemontana del Friuli” che domenica 29 ottobre ripercorrerà da Sacile a Meduno i binari della ferrovia Pedemontana, trainato da una storica locomotiva a vapore attraverso paesaggi incredibilmente suggestivi.

I treni storici di novembre

A novembre saranno ben due gli appuntamenti dedicati alle Grande Guerra, il primo sabato 4 con il collegamento da Trieste a Redipuglia, per celebrare la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, mentre domenica 5 novembre il Treno Grande Guerra, trainato da una locomotiva a vapore, partirà da Udine in direzione Forgaria nel Friuli con fermata alla stazione di Cornino e Pinzano al Tagliamento, toccando i luoghi interessati dal primo conflitto mondiale.

Domenica 12 novembre chiude il mese un treno goloso, il Treno del Formaggio che va da Sacile a Gemona, dove avrà luogo la storica kermesse enogastronomica dedicata ai prodotti lattiero-caseari e alle tradizioni agricole.

I treni storici di dicembre

Gli ultimi treni, ma forse anche i più suggestivi, sono quelli che partiranno nel mese di dicembre e saranno dedicati alle tradizioni prenatalizie. Il 5 dicembre parte, infatti, da Triesteil Treno dei Krampus con direzione Tarvisio, in occasione della festa di San Nicola e della tradizionale uscita in maschera dei Krampus per le vie della città, mentre il 17 dicembre parte il suggestivo Treno dei presepi e dei Mercatini di Natale che collegherà Gemona del Friuli a Poffabro detto, appunto, “borgo dei presepi” per una visita dei presepi. Il treno proseguirà fino a Polcenigo – con fermata a Maniago – e poi a Sacile – stazione di Budoia – per un itinerario focalizzato sulla scoperta dei borghi con visita ai presepi tipici e ai Mercatini di Natale.

Poffabro Ph.Gaudenzio TurismoFVG

Fonte: @Gaudenzio – TurismoFVG

Poffabro, il paese dei presepi

 

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Cnosso, il più importante sito archeologico di Creta

L’isola di Creta, la più grande e la più popolosa della Grecia, oltre a essere un vero e proprio gioiello del Mediterraneo è anche un fazzoletto di terra dalla storia molto antica. Tantissime sono le testimonianze del suo passato che possono essere ammirate ancora oggi, ma c’è un sito che riveste un’importanza fondamentale, un luogo leggendario e in qualche modo profondamente legato ai miti antichi. Parliamo di Cnosso, il sito archeologico più famoso di Creta e anche uno dei più prestigiosi di tutto il nostro pianeta.

La sua contestata scoperta

Cnosso è un sito archeologico che risale all’età del bronzo, e quindi un importante centro della civiltà minoica (la civiltà cretese dell’età del bronzo). Della sua esistenza lo si sapeva già da tempo, ma solo nel 1878 Minos Kalokairinos, un antiquario e commerciante, fece una prima importante scoperta: riportò alla luce due magazzini del palazzo di Cnosso.

All’epoca, tuttavia, i padroni del terreno lo costrinsero a fermare le ricerche: Creta era sotto il dominio dell’Impero Ottomano che richiedeva ingenti somme di denaro per lavori come questi. Bisogna quindi arrivare al 1900, anno in cui Sir Arthur Evans, archeologo e direttore dell’Ashmolean Museum di Oxford, decise di intraprendere con l’aiuto del suo assistente, l’archeologo inglese Duncan Mackenzie, alcuni scavi sistematici lungo questo territorio.

Fu così che, più o meno verso la fine del 1903, quasi tutto il palazzo venne riportato alla luce. Evans continuò poi con i suoi scavi fino al 1931, facendo emergere dalle viscere della terra monumenti e affreschi che ancora oggi incantano i visitatori per via delle loro ottimali condizioni e dei vividi colori.

Cnosso, isola di Creta

Fonte: iStock

Un angolo di Cnosso, Creta

Tuttavia, lo scopritore di questo immenso tesoro non fu esente da critiche: scelse di ricostruire alcune parti del palazzo con l’ausilio di abbondante cemento armato, e quindi con l’uso di materiali estranei all’architettura minoica.

Seppur contestato – probabilmente a ragione – è impossibile non ammettere che si deve comunque a lui – e in grandissima parte – la scoperta del mondo minoico poiché, fino a quel momento, era ritenuta solamente pura mitologia greca. Al giorno d’oggi gli scavi di questo prezioso angolo della Grecia continuano, ma per mano della Scuola Britannica di Atene.

La storia del palazzo

La spettacolare isola di Creta presenta diversi palazzi che sono stati edificati per ospitare i suoi quattro re. E, come tutti gli edifici che svettano nel territorio, anche il palazzo di Cnosso fungeva da centro politico, religioso ed economico dell’impero marittimo minoico, oltre a possedere un carattere sacro.

Sito archeologico Cnosso

Fonte: iStock

Cnosso vista dall’alto

Secondo le ricostruzioni, occupava una superficie di 22.000 metri quadrati, aveva più piani e una pianta molto complessa e intricata. Una struttura mastodontica: pare che potesse ospitare fino a 12.000 persone nelle sue 1.300 stanze, sale per il culto e per i ricevimenti, alloggi del re, della regina e dei funzionari dell’amministrazione.

Si sostiene, inoltre, che fu raso al suolo da un drammatico terremoto che avvenne intorno al 1628 a.C., e per questo all’inizio del XVI secolo a.C fu eretto un “secondo palazzo”. Questa seconda struttura era ancor più complessa della prima, tanto da essere considerata il famigerato labirinto del mito del Minotauro e del filo di Arianna.

Cosa c’è nel Palazzo di Cnosso?

Dalle premesse fatte, è abbastanza palese che parliamo di un sito archeologico di eccezionale importanza e bellezza. Le cose da vedere nel Palazzo di Cnosso sono davvero numerose, ma di certo non si possono non menzionare i due pozzi di forma circolare in cui venivano gettati oggetti sacri e da dove partivano due corridoi: il primo conduceva al Propileo Occidentale, luogo in cui il re riceveva i visitatori, mentre l’altro è noto come Corridoio della Processione per via degli affreschi che raffigurano processioni di sacerdoti, uomini e donne.

Più che straordinaria è la Sala del Trono in cui il tempo sembra non essere passato mai: è ancora splendidamente affrescata. Poi c’è il Megaron della Regina, dove sono stati rinvenuti gli affreschi più belli di tutta la Grecia arcaica, che conduce alla Sala da Bagno della Regina che anche ai giorni nostri presenta vasca e gabinetto.

È inoltre interessante sapere che, secondo studi approfonditi, sarebbero i bagni più avanzati di tutta l’antichità poiché erano presenti canalizzazioni sotterranee, fogne, canali di scarico ed acqua calda sempre disponibile. Per l’epoca, quindi, una sorta di miracolo.

Molto interessante è anche l’Area dei Magazzini che a dirla tutta è stata anche la prima sezione del parco ad essere stata scoperta. Si tratta di una zona di enorme importanza perché aiuta a comprendere più a fondo lo stile di vita della civiltà minoica.

Infine, ma ci teniamo a specificare che in queste poche righe abbiamo menzionato solo alcune delle cose che è possibile visitare presso Cnosso, l’Area Teatrale che all’epoca poteva ospitare fino a 500 persone.

Sala del Trono, Cnosso

Fonte: iStock

La splendida Sala del Trono

I meravigliosi affreschi

Arrivare a Cnosso vuol dire immergersi in un microcosmo di straordinari affreschi: i cretesi dipingevano sulle pareti del palazzo opere pregiate seguendo la visione di profilo dell’arte egizia. Molte di queste opere sono attualmente conservate e gelosamente protette presso il museo archeologico di Candia, mentre altre sono ancora osservabili presso questo meraviglioso sito archeologico.

È il caso dei dipinti che tuttora impreziosiscono il Corridoio della Processione e che raffigurano uomini e donne che trasportano doni come vasi, anfore e coppe. Tra i più noti c’è il Principe dei Gigli, ovvero un affresco che rappresenta un giovane sacerdote che indossa un copricapo fatto di gigli e piume di pavone.

Da queste parti è possibile visitare anche l’affresco più emblematico di Cnosso: il Toro in un Paesaggio con Ulivi. Situato sul muro del balcone occidentale, rappresenta questo possente animale immerso in un tipico paesaggio locale, un affresco che inevitabilmente ha contribuito ad alimentare la Leggenda del Labirinto di Cnosso.

Straordinario è anche l’Affresco della Taurocatapsia che raffigura un toro durante l’evento più popolare tra i cretesi e in tutte le fasi della gara: la presa del toro per le corna, il salto e persino l’atterraggio.

Infine, da non perdere è l’affresco che è stato definito il più poetico di tutta l’area archeologica: quello dedicato ai delfini e posto nel Megaron della Regina.

Affresco dei Delfini, Cnosso
L’Affresco dei Delfini

Il labirinto di Cnosso e la leggenda del Minotauro

Non si più parlare del Palazzo di Cnosso senza raccontare del Labirinto e dell’affascinante Leggenda del Minotauro. Si narra che il re di Creta, il mitico Minosse, decise di far costruire un labirinto – che corrisponderebbe a questo sito archeologico –  per catturare e chiuderci dentro il mostruoso Minotauro, ovvero una creatura nata dall’unione di sua moglie, Pasifae, con un toro: aveva la testa di questo animale e il corpo di uomo.

Stando al curioso racconto, l’intricatissimo labirinto fu progettato dall’architetto ateniese Dedalo e dal figlio Icaro. Ciò che crearono fu talmente complesso che, una volta terminata la costruzione, loro stessi ne rimasero prigionieri. Fu così che Dedalo decise di produrre delle ali che attaccò con la cera alle loro spalle: in questo modo riuscirono a fuggire, ovvero volando.

Il re Minosse aveva un figlio di nome Androgeno ma che purtroppo morì per mano di alcuni ateniesi. Per questo motivo, decise di vendicarsi e proprio usando lo spaventoso Minotauro: ordinò che Atene avrebbe dovuto inviare a Creta, ogni nove anni, sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto a questa mitologica creatura.

La leggenda a questo punto narra che il massacro terminò solo quando Teseo, figlio del re ateniese Egeo, si offrì di uccidere il Minotauro. Fu Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, ad aiutare l’eroe greco a ritrovare la via d’uscita dal labirinto utilizzando un gomitolo rosso che, una volta srotolato, gli avrebbe permesso di seguire a ritroso i propri passi.

Teseo, quindi, riuscì a trovare il Minotauro, ucciderlo e grazie al “filo di Arianna” evase da questo complesso labirinto. Se vi state chiedendo se questa struttura costruita in modo tale che risulti difficile per chi vi entra trovare l’uscita esista, la risposta è no. Si narra di essa solo nella mitologia e nelle leggende.

Tuttavia, quando Evans riportò alla luce questo straordinario sito assai complesso a livello architettonico – in particolare per l’epoca a cui apparteneva – lo ricondusse al mito del Minotauro. Ma non solo, c’è anche un riferimento morfologico lessicale che si connette al famigerato labirinto: il simbolo del palazzo era un’ascia bipenne, il cui nome in greco antico corrisponde alla parola labyrinthos, ovvero labirinto. Quel che è certo, quindi, è che si tratta di un sito altamente importante e sorprendente.

Toro in un Paesaggio con Ulivi, Cnosso

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Il Toro in un Paesaggio con Ulivi, l’affresco che contribuì alla Leggenda del Minotauro

Dove si trova e come arrivare

Sì, almeno una volta nella vita bisogna visitare Cnosso. Tale complesso è situato a circa a 6 chilometri a sud della moderna città di Heraklion e per questo risulta facilmente raggiungibile dal centro principale di Creta.

È stato edificato sulle alture del piccolo villaggio di Kefala, non troppo distante dal sacro Monte Ida, luogo dove secondo la leggenda si sarebbe nascosto Zeus per non farsi uccidere dal padre Crono.

Se non si ha a disposizione un’automobile, si può usufruire dell’autobus numero 2 che collega il porto di Heraklion al Palazzo più o meno ogni 20 minuti. Nel caso in cui si arrivi comodamente con mezzi propri, è disponibile un parcheggio a pagamento vicino all’ingresso.

Non resta che fare un viaggio a Creta e dedicare un giorno al mito e alla storia antica visitando le maestose rovine di Cnosso.