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Bologna tra le 50 città migliori al mondo

Tra le città in assoluto più belle, vivaci, con un ricco patrimonio storico, artistico e culturale e una scoppiettante popolazione studentesca, c’è senza ombra di dubbio Bologna. E a saperlo non siamo solo noi italiani, ma anche il mondo intero: il capoluogo dell’Emilia-Romagna, con i suoi ben 43 eventi internazionali ospitati nel 2023, è oggi tra le 50 migliori città al mondo.

Le migliori destinazioni congressuali del mondo

In occasione della fiera IMEX a Francoforte è stato reso noto il ranking 2023 di ICCA (International Congress and Convention Association), contenente la graduatoria delle destinazioni congressuali top del mondo.

Come accennato sopra, con ben 43 eventi internazionali ospitati nel 2023 Bologna rientra nella Top 50 mondiale, tanto da essersi classificata al 47° posto. Una posizione che la fa entrare di diritto anche nella Top 30 in Europa, davanti a destinazioni come Monaco, Zurigo e Anversa, e che le fa confermare il proprio posizionamento tra le prime tre realtà in Italia, subito dopo Roma e Milano.

Guardando alla graduatoria dei Paesi, l’Italia figura come prima destinazione in Europa per numero di congressi associativi e con ben 553 eventi ospitati nell’anno solare, lo Stivale si guadagna anche (e per la prima volta) la seconda posizione al mondo, preceduta solo dagli Stati Uniti e con la Spagna subito dietro.

Da cosa deriva questo grande successo

Per la città di Bologna questo è un grande successo, perché il rapporto ICCA nasce dal confronto delle performance delle destinazioni in tutto il mondo, e rappresenta quindi un riscontro importante sull’andamento della meta in ambito congressuale, nonché una vetrina promozionale rilevante a livello internazionale.

Il merito di questa popolarità è dovuto anche al lavoro del Bologna Convention Bureau, dipartimento della Fondazione Bologna Welcome creato proprio per aumentare la visibilità della città e delle sue strutture a livello congressuale, che ha permesso a questa splendida realtà di distinguersi nel settore della meeting industry e di ospitare numerosi organizzatori di congressi ed eventi internazionali di diversi settori.

Nel corso del 2023 sono state infatti ben 19 le candidature chiuse con successo e oltre 400 le richieste ricevute per organizzare ulteriori eventi sul territorio. Altri fattori che hanno fanno (e faranno nel futuro) la differenza in questo settore sono state la varietà e versatilità delle sedi per eventi, la privilegiata posizione geografica e la sinergica collaborazione tra operatori territoriali, istituzioni cittadine e Università.

Ma non è finita qui, perché Bologna può anche contare su un capitale intellettuale di rilievo che il Bologna Convention Bureau valorizza e sostiene, rappresentato da personalità del mondo accademico e scientifico che si spendono per candidare questa magica città come sede del proprio evento internazionale.

Dal desiderio di premiare questo impegno è nato il progetto Bologna Ambassador, creato nel 2018 dal BCB, insieme al Comune di Bologna e all’Università di Bologna – Alma Mater Studiorum: ad oggi la città può contare su ben 68 Bologna Ambassador. La sesta Premiazione Bologna Ambassador, in programma il 12 giugno 2024 in Cappella Farnese a Palazzo d’Accursio, sarà l’occasione per premiare altre 15 personalità che si sono distinte quest’anno per aver portato in città eventi rilevanti, oltre che un appuntamento per approfondire gli importanti risultati condivisi oggi da ICCA alla presenza di figure istituzionali rappresentative del territorio.

Insomma, Bologna è sempre di più una meta internazionale.

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Itinerari sui treni storici: i migliori da fare in estate

Avete mai viaggiato a bordo di un treno storico? Gruppo FS, grazie alla sua iniziativa FS Treni Turistici Italiani, effettua nuove corse in tutto il nostro Paese, sfruttando vecchie carrozze rimesse in sesto e offrendo ai passeggeri un’esperienza unica, che va ben al di là del mero collegamento tra due località. Attualmente sono in partenza gli itinerari sui treni Espresso, composti da vetture anni ’80 e ’90 riqualificali e ammodernati, per sopperire al meglio alle esigenze dei turisti. Scopriamo quali sono i viaggi migliori che debutteranno in estate.

Gli itinerari migliori nel Nord Italia

Partiamo con le tantissime proposte per il Nord Italia: il primo collegamento è stato inaugurato durante la stagione invernale, e visto il successo riscosso proseguirà anche durante l’estate. Si tratta dell’Espresso Cadore, che collega Roma Termini a Cortina d’Ampezzo. Dal 25 giugno al 31 agosto 2024, ogni martedì e giovedì il treno partirà da Roma Termini alle ore 21, arrivando alla stazione di Calalzo-Pieve di Cadore-Cortina alle 8 del mattino successivo – è incluso il viaggio in bus per raggiungere il centro di Cortina. Il viaggio di ritorno sarà invece organizzato ogni mercoledì e sabato in partenza dalle ore 20. Sarà un’ottima opportunità per sfruttare le ore notturne e godersi così la montagna per tutto il tempo della vacanza.

Sono invece la novità dell’anno i due nuovi Treni Turistici Italiani in partenza durante il periodo estivo. Il primo è l’Espresso Versilia, che viaggerà da Milano sino alle Cinque Terre, per poi scendere verso Pisa e le spiagge della Versilia. Il treno, operativo dal 6 agosto al 26 settembre 2024, partirà dalla stazione di Milano Centrale ogni martedì e giovedì alle ore 10:35, mentre il ritorno è previsto negli stessi giorni da Livorno, alle ore 16:50. L’altra sorpresa è l’Espresso Riviera, che invece collegherà Milano a Ventimiglia, sino ad arrivare in Costa Azzurra. Non sono tuttavia stati ancora forniti dettagli su questo viaggio.

Oltre ai Treni Turistici Italiani, ci sono tante altre partenze previste in estate, tra quelle organizzate da Fondazione FS Italiane. Partiamo dal Piemonte: il Treno Langhe Roero e Monferrato è un viaggio unico che, il 1° giugno 2024, permetterà ai turisti di scoprire i paesaggi delle colline piemontesi e dei suoi vigneti. L’itinerario collegherà la stazione di Torino Porta Nuova a quella di Canelli o di Nizza Monferrato, facendo tappa anche a Torino Lingotto, Bra e Alba. È l’esperienza perfetta per tutti gli amanti del vino e del turismo enogastronomico.

Un’altra bella sorpresa è il Treno del Sacro Monte, un viaggio in partenza il 16 giugno 2024, tra storia e spiritualità. L’itinerario avrà inizio dalla stazione di Novara, raggiungendo in circa tre ore quella di Varallo Sesia. Da qui, si potrà arrivare al maestoso complesso architettonico del Sacro Monte, incastonato tra le montagne della Valsesia. Si tratta di un edificio imponente, oggi protetto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Il 2 giugno 2024, dalla stazione di Milano Centrale si potrà partire a bordo del Laveno Express, in direzione del lago Maggiore e delle sue incredibili bellezze. Tappa finale è il borgo di Laveno, affacciato sulla sponda orientale del bacino. Mentre, sempre in partenza da Milano Centrale, il 16 giugno si potrà viaggiare a bordo del Sabino Express, che invece condurrà in territorio bergamasco. L’itinerario condurrà i turisti all’interno del Parco Regionale del fiume Oglio, ai piedi dell’incantevole Valle Camonica.

Molto interessanti, infine, sono le proposte per il Friuli Venezia Giulia. Il Treno Ottavio Bottecchia e il Treno Trota in Festa partiranno da Pordenone il 9 giugno 2024, portando i passeggeri sino al borgo di Trasaghis: si tratta di un viaggio alla scoperta dei percorsi affrontati dal grande ciclista Bottecchia, in occasione del centenario della prima vittoria di un italiano al Tour de France. Mentre il 16 giugno 2024 sarà il turno del Treno tra Laguna e Mare, con partenza dalla stazione di Portogruaro e arrivo al borgo marinaro di Miramare.

Il Treno delle Risorgive e dello Stella è l’itinerario che, il 23 giugno 2024, collegherà la città di Trieste a quella di Palazzolo dello Stella, affacciata sulla Laguna di Marano: un’occasione perfetta per immergersi nella natura incontaminata e nella ricca biodiversità di questa zona umida. Infine, il 30 giugno 2024 partirà il Treno Terre dell’Altolivenza, che unirà Sacile alla stazione di Budoia-Polcenigo. Un viaggio incredibile per scoprire i territori attraversati dal fiume Livenza, che nasce in Friuli e sfocia nel Veneto.

Gli itinerari migliori nel Centro Italia

Due sono invece gli itinerari da non perdere nel Centro Italia. Il primo è quello che viaggerà a bordo della Ferrovia Subappenninica Italica, attraversando i territori più suggestivi delle Marche: il treno, in partenza il 2 e il 30 giugno 2024, collegherà le città di Ancona e Fabriano, sino ad arrivare a Pergola, il “borgo delle 100 chiese”. Si tratta di un itinerario molto panoramico, alla scoperta di colline, vigneti e splendidi borghi medievali dove il tempo sembra essersi fermato.

In Toscana, invece, è in partenza il Treno Natura: il viaggio è previsto per il 2 giugno 2024, e collegherà la città di Siena a quella di Asciano. Durante l’itinerario, i passeggeri potranno ammirare dal finestrino il magnifico paesaggio delle Crete Senesi. E, una volta giunti a destinazione, ci sarà la possibilità di visitare il caratteristico Mercatino delle Crete Senesi, dove acquistare qualche ricordo della giornata, oppure di fare trekking nella natura incontaminata.

Gli itinerari migliori nel Sud Italia

Spostiamoci infine nel Sud Italia. Il primo viaggio da non perdere è quello a bordo della Ferrovia dei Parchi, la storica linea panoramica conosciuta anche come la Transiberiana d’Italia. Il treno partirà il 1° giugno 2024 da Sulmona, sino a raggiungere il borgo di Carovilli attraversando i territori montuosi dell’Abruzzo e del Molise. Il giorno successivo, il 2 giugno 2024, sempre da Sulmona si potrà viaggiare su un altro treno storico per visitare il borgo di Roccaraso, una delle più famose mete turistiche invernali sugli Appennini.

Da ultimo, il 2 giugno 2024 si potrà viaggiare in Campania a bordo dell’Archeotreno, un itinerario unico alla scoperta dei tesori archeologici più preziosi d’Italia. Il treno partirà da Napoli, offrendo magnifiche viste sul Vesuvio e sulla costa tirrenica, e farà tappa a Pietrarsa (sede del Museo Nazionale Ferroviario), a Pompei e nel Cilento, dove visitare i siti di Paestum e Velia, due antiche colonie della Magna Grecia.

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I più bei treni storici della Lombardia: info, date e itinerari

È ripartita la stagione dei treni storici in Lombardia, che permette di fare un tuffo nel passato e di scoprire in modo inedito le bellezze del territorio accompagnati dolcemente da convogli d’epoca, locomotive a vapore ed elettriche, con carrozze anni Trenta “centoporte” e anni Cinquanta. Il calendario del 2024 prevede 20 itinerari, tutti con partenza da Milano. Scopriamo i percorsi più belli e le novità di quest’anno.

Lombardia sui treni storici: gli itinerari

L’iniziativa, giunta alla VIII edizione, è promossa dall’assessorato ai Trasporti e Mobilità sostenibile di Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane ed FS Treni Turistici Italiani. Tra le principali novità di quest’anno, due treni d’epoca sull’itinerario Milano – Brescia – Desenzano, e da Milano a Genova con l’ETR 252 ‘Arlecchino’, l’elettrotreno simbolo del made in Italy e del boom economico degli anni ’60.

Riproposti gli itinerari più apprezzati degli anni passati, con la possibilità di trasportare gratuitamente la propria bicicletta a bordo utilizzando bagagliai appositamente attrezzati. Ritroviamo, quindi, il Lario Express, il treno a vapore che parte da Milano Centrale puntando verso nord in direzione di Como, e da qui attraversa tutta la Brianza più verde e agricola, su una linea secondaria ricca di fascino, toccando numerose località in cui effettua brevi fermate, giungendo infine alla destinazione di Lecco. Da Como è anche possibile organizzare autonomamente la propria giornata e utilizzare i battelli della Navigazione Laghi.

Il Laveno Express fa tappa, invece, nella cittadina di Laveno-Mombello, in provincia di Varese. che offre uno splendido panorama sul bacino borromeo del Lago Maggiore. Qui è possibile trascorrere una giornata immersi nel verde e godersi splendide passeggiate sul lungolago. Da Laveno è, inoltre, possibile utilizzare i frequenti servizi di “ferry boat” per raggiungere Intra, sulla sponda piemontese del lago.

Altrettanto affascinante l’itinerario del Sebino Express, che viaggia verso il territorio bergamasco all’interno del Parco Regionale del fiume Oglio, ai piedi della Valle Camonica. Tra le dolci colline della Franciacorta e le prime propaggini prealpine, si vede spuntare il Lago d’Iseo circondato dai monti e punteggiato da splendidi borghi ricchi di arte e tradizioni. Il treno arriva a Palazzolo sull’Oglio per raggiungere, in circa 10 km, Paratico-Sarnico dove un tempo si svolgeva, sull’imbarcadero ancora esistente, il servizio di trasporto di carri ferroviari su chiatte, verso le acciaierie di Lovere.

Il treno storico Lomellina Express conduce i passeggeri a Mortara, attraversando i paesaggi della campagna lombarda e del parco della Valle del Ticino. Giunti a destinazione, i viaggiatori avranno a disposizione diversi tour che li porteranno alla scoperta del territorio, tra aree naturali, castelli, abbazie, gastronomia tipica e aziende agricole immerse tra le risaie.

Si dirige verso la Brianza il Besanino Express, fino ad arrivare a Monza, dove prosegue percorrendo la storica e panoramica linea per Molteno, effettuando fermata in numerose località e proseguendo quindi per Lecco, capolinea dell’itinerario, in cui sarà possibile visitare la città e passeggiare sul lungolago. Previsti, infine, due treni storici sull’itinerario Milano – Chiavenna – con la possibilità di arrivare fino alla città della provincia di Sondrio, oppure fermarsi in uno dei borghi affacciati sul lago, Varenna, Bellano e Colico – e tra Milano e Cremona.

Treni storici in Lombardia: tutte le date

  • Lario Express, da Milano e Monza per Como e Lecco, domenica 12 maggio, 13 ottobre.
  • Laveno Express: da Milano alla scoperta del lago Maggiore, domenica 2 giugno, 8 settembre.
  • Sebino Express, da Milano al lago d’Iseo, domenica 19 maggio, 16 giugno, 15 settembre, 20 ottobre.
  • Lomellina Express, da Milano a Mortara, domenica 26 maggio e 29 settembre in occasione della Sagra del Salame d’Oca, uno dei principali appuntamenti nel calendario delle manifestazioni della regione.
  • Besanino Express, da Milano per Besana, Molteno e Lecco, domenica 22 settembre e 27 ottobre.
  • Treno storico Milano – Chiavenna, domenica 23 giugno.
  • Treno storico Milano – Cremona, domenica 17 novembre.
  • Milano – Brescia – Desenzano,  9 giugno e 1° settembre,
  • ETR 252 ‘Arlecchino’ Milano – Genova, 14 luglio e  3 novembre
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I laghi più belli da raggiungere a bordo di un treno storico

Con l’arrivo della bella stagione aumentano, senza ombra di dubbio, le possibilità di fare viaggi per scoprire angoli del nostro territorio che il mondo intero ci invidia. E proprio durante questa primavera abbiamo più occasioni per salire a bordo di tantissimi e interessanti treni storici che, oltre a condurre al cospetto di pittoreschi borghi in carrozze antiche, portano a passo lento dinnanzi a maestosi laghi: benvenuti a bordo dei treni storici italiani.

Tutti a bordo del Lario Express

A partire dal 12 maggio di quest’anno sarà possibile salire a bordo del bellissimo Lario Express, una locomotiva a vapore dotata di carrozza Centoporte risalenti agli anni ’30 e vagoni Corbellini degli anni ’50. Si tratta di un affascinante treno antico che parte da Milano Centrale, per poi correre sui binari fino ad arrivare all’elegante città di Como.

Ma non è di certo finita qui, perché da Como si attraversa tutta la Brianza solcando una linea secondaria ricca di fascino e facendo brevi fermate in località difficili da dimenticare. Ne è un esempio Merone, romantico borgo in cui l’acqua è l’elemento fondamentale: c’è innanzitutto il Lago di Pusiano, che bagna Moiana e che da queste parti conserva sponde dall’aspetto naturale, e poi i laghetti artificiali di Baggero e il Lambro che, scorrendo incavato tra le colline, attraversa tutto il paese. Si giunge infine alla destinazione di Lecco, che per la sua raffinatezza non ha di certo bisogno di troppe presentazioni.

Da Como è anche possibile organizzare autonomamente la propria giornata e utilizzare i battelli della Navigazione Laghi. Il tutto portando insieme a sé la propria bici.

Laveno Express, per un viaggio d’altri tempi

È partito il 5 maggio e sarà disponibile per molte altre date il Laveno Express, treno storico che inizia la sua sbuffante corsa da Milano Centrale per nella cittadina di Laveno, che offre uno splendido panorama sul bacino borromeo del Lago Maggiore.

A disposizione ci sono anche tantissime interessanti fermate da non perdere, come quella che si può fare a Busto Arsizio che, nonostante sia oggi un moderno centro industriale e commerciale, offre un centro storico di puro pregio. Passeggiando tra le vie del centro, infatti,  si possono osservare diversi edifici antichi, chiese e palazzi appartenenti al periodo che precedette l’avvento dell’industria. .

Da Laveno, che sorge a cavallo tra il blu del lago e il verde dei monti che lo incorniciano, è possibile utilizzare i frequenti servizi di “ferry boat” per raggiungere Intra, sulla sponda piemontese del lago e un vero e proprio scrigno di tesori.

Sul Sebino Express per scoprire il Lago d’Iseo

Chi vuole scoprire le meraviglie del Lago d’Iseo dovrà attendere il 19 maggio, giorno in cui inizierà a solcare i binari il Sebino Express, treno dotato di carrozze antiche e che da Milano Centrale arriverà a Paratico Sarnico.

Con partenza dalla stazione centrale del capoluogo lombardo, il convoglio si inoltrerà verso il territorio bergamasco all’interno del Parco Regionale del fiume Oglio, ai piedi della Valle Camonica. Sarà un viaggio da incorniciare, perché si attraverseranno le dolci colline della Franciacorta e le prime propaggini prealpine, per raggiungere a bordo di un mezzo sostenibile il magnifico il Lago d’Iseo con le sue acque trasparenti, circondato dai monti e impreziosito da pittoresche borghi ricchi di arte e tradizioni.

Il treno arriverà a Palazzolo sull’Oglio per poi raggiunge Paratico-Sarnico, dove un tempo si svolgeva il servizio di trasporto di carri ferroviari su chiatte. Anche qui le cose da fare non mancheranno, perché questo è il luogo ideale per trascorre una giornata all’insegna della natura passeggiando sulle sponde del lago, ma anche per dedicarsi alla storia antica e recente di questi luoghi visitando nell’entroterra i resti del castello e della torre Lantieri.

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Musei e parchi statali gratuiti in Italia per due giorni: dove andare

Un viaggio nella cultura e nella storia, alla scoperta del prezioso patrimonio italiano: torna anche quest’anno la #domenicalmuseo, un appuntamento imperdibile per visitare musei e parchi archeologici statali in maniera gratuita. L’iniziativa, organizzata dal Ministero della Cultura, prevede l’apertura per 12 domeniche l’anno, alle quali si aggiungono due ulteriori giornate in occasione dei ponti di primavera. Stiamo parlando del 25 aprile e del 2 giugno 2024, quando molteplici istituzioni apriranno i battenti gratuitamente al pubblico. Scopriamo qualcosa in più.

I musei aperti gratuitamente

“Anche quest’anno rinnoviamo l’iniziativa, per associare ricorrenze altamente simboliche per la nazione alla visita nei luoghi della cultura” – ha affermato il ministro Gennaro Sangiuliano, ricordando l’apertura gratuita di musei e parchi archeologici statali in occasione di due date speciali. Ma quali sono i luoghi da non lasciarsi sfuggire assolutamente? Partiamo proprio dai musei: il primo è Casa D’Annunzio, l’abitazione dove nacque il grande scrittore Gabriele D’Annunzio. Situata a Pescara, nel cuore dell’antica città all’epoca racchiusa tra mura militari, è stata dichiarata monumento nazionale e in seguito trasformata in un museo, che raccoglie cimeli del letterato italiano.

È invece a Ferrara che si trova il Museo di Casa Romei, situato all’interno di un’antica dimora nobiliare realizzata nel XV secolo: l’istituzione raccoglie opere artistiche provenienti da altri palazzi ferraresi e da chiese e conventi sconsacrati. Vi si possono ammirare anche alcuni preziosi dipinti di Donatello. Tra i tanti siti da visitare a Roma, spicca invece il Museo delle Civiltà, istituito nel 2016 per raccogliere quattro diversi musei: il Museo nazionale preistorico etnografico, il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari, il Museo nazionale dell’alto medioevo e il Museo nazionale d’arte orientale. Oggi ospita anche le collezioni appartenute al Museo africano e al Museo geologico nazionale.

A Milano, la Pinacoteca di Brera apre gratuitamente al pubblico: è una delle gallerie nazionali d’arte antica e moderna più importanti d’Italia, con tantissime opere appartenenti alla pittura veneta e lombarda, oltre ad una ricca collezione che spazia dall’arte preistorica a quella contemporanea. Il Museo Nazionale del Bargello, situato a Firenze, è invece dedicata alla scultura rinascimentali: ospita capolavori di Michelangelo, Donatello, Cellini e molteplici altri artisti, ma anche una grande raccolta di arti applicate.

I parchi archeologici aperti gratuitamente

Per quanto riguarda invece i parchi archeologici statali che aprono gratis al pubblico, annoveriamo sicuramente quello di Metaponto: si trova in provincia di Matera e ospita i resti di un’antica colonia greca fondata attorno al VII secolo a.C., da navigatori provenienti dal Peloponneso. A poca distanza si trova anche il Museo archeologico nazionale di Metaponto, che accoglie numerosi reperti trovati presso il sito. Spostiamoci poi verso il Parco archeologico di Sibari, in provincia di Cosenza: è anch’esso una splendida testimonianza di una delle più importanti città della Magna Grecia.

A Monasterace Marina (prov. di Reggio Calabria), si può visitare il Parco archeologico dell’Antica Kaulon, con i resti della colonia greca fondata nella seconda metà del VII secolo a.C. e i numerosi reperti qui rinvenuti. Infine, questa è l’occasione giusta per esplorare i Parchi archeologici di Ercolano e Pompei, le due città romane che vennero seppellite da cenere e lava bollente durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.: sono un’importante testimonianza di un periodo storico cristallizzato da strati di lapilli ormai raffreddati da secoli.

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A Tuscania riaprono alcune straordinarie necropoli

Se avete il desiderio di una gita fuori porta, che vi porti alla scoperta di tesori archeologici unici, la meta ideale di questi mesi è Tuscania. Da oggi, i visitatori avranno l’occasione di ammirare la necropoli della Madonna dell’Ulivo, con la famosa Grotta della Regina e le Tombe della famiglia Curunas, Pian di Mola e Peschiera, grazie a una bellissima iniziativa che punta a valorizzare un imperdibile patrimonio UNESCO.

Necropoli di Tuscania: alla scoperta dei tesori degli etruschi

Gioiello della provincia di Viterbo, Tuscania è uno splendido borgo medievale circondato da rocce di tufo e campi di lavanda. Per valorizzare il suo inestimabile patrimonio storico e artistico, Promo Tuscia ha inaugurato un importante progetto che prevede due visite guidate al mese alla scoperta delle sue meraviglie archeologiche, fino al 22 dicembre.

Si potranno così scoprire le bellezze della Necropoli di Madonna dell’Ulivo, non lontana dal centro storico medievale del paese, che si affaccia a levante su uno splendido pendio tufaceo, da cui si può godere di un magnifico panorama sulla valle del fiume Marta. La necropoli si sviluppa su tre gradoni lungo il pendio. Al primo livello si trova la famosa Grotta della Regina,  subito al di sotto spunta un gruppo di tombe a camera di epoca arcaica, mentre all’ultimo livello si trovano le Tombe della Famiglia Curunas e la Tomba del Sarcofago delle Amazzoni di epoca ellenistica. E ancora, si potranno scoprire i tesori unici delle Necropoli di Pian di Mola e della Peschiera, dove sono presenti caratteristiche tombe a dado, semi-dado e a casa con portico, risalenti al VI secolo avanti Cristo. Intanto, vediamo questi gioielli archeologici più da vicino.

Grotta della Regina

La Grotta della Regina prende il nome dalla leggenda narrata dall’archeologo Secondiano Campanari di Tuscania, secondo il quale, al momento della scoperta, su una parete della tomba venne vista l’immagine dipinta di una fanciulla, forse una giovane regina, dissoltasi poco dopo. A rendere famosa la Grotta furono soprattutto i racconti di viaggio dello scrittore inglese G. Dennis del 1842.

L’ipogeo, scoperto scavando una galleria a destra dell’ingresso principale, risale all’epoca ellenistica (IV-II secolo a. C.) e deve la sua notorietà soprattutto alla sua particolare e complessa planimetria e per la suggestione conferita alla tomba dalla presenza di numerosi cunicoli, che si dipartono in più direzioni e si sviluppano su tre livelli, il cui significato è ancora avvolto nel mistero. Nel tempo sono state avanzate molti ipotesi al riguardo, ma la particolare struttura, completamente differente dalle altre tombe, ne fa supporre l’utilizzo come luogo di culto. Purtroppo, i numerosi sarcofagi e le suppellettili rinvenuti all’interno, al momento della scoperta, sono andati dispersi.

La Grotta della Regina a Tuscania

Fonte: Getty Images – Ph: Universal Images Group Editorial

La suggestiva Grotta della Regina

Tombe Curunas

Queste tre tombe sono state scoperte durante i lavori di consolidamento del complesso monumentale principale, condotti dalla Soprintendenza tra il 1967 e il 1970. Sono situate nel terzo gradone della necropoli e avevano la funzione di accogliere le sepolture della famiglia aristocratica etrusca Curunas, dalla metà del IV secolo alla fine del II secolo. Gli ipogei avevano un impianto monumentale ben visibile dalla valle in quanto l’intento era quello di testimoniare l’importanza sociale ed economica della famiglia. Anche gli oggetti rinvenuti rappresentano un raro e prezioso esempio di corredo funerario etrusco, come i bronzi che costituiscono un sontuoso servizio da mensa e la pregevole serie di ceramiche a figure rosse, oggi conservati al Museo Archeologico di Tuscania.

Tomba del Sarcofago delle Amazzoni

Nel terzo gradone della necropoli si trova anche la Tomba del Sarcofago delle Amazzoni, composta da due camere disposte sullo stesso asse, parzialmente crollate a causa della particolare friabilità del tufo in cui fu scavata. Deve il nome a un particolare sarcofago, risalente alla seconda metà del IV secolo a.C. e oggi conservato al Museo Archeologico di Tuscania, riportante scene di Amazzonomachia realizzate sui lati della cassa.

Necropoli di Pian di Mola e della Peschiera

In uso fin dal VII secolo a.C. la Necropoli etrusca di Pian di Mola prende il nome dall’altura dove è situata nei pressi di Tuscania. È composta da tombe allineate, risalenti al VII-I secolo a.C., scavate per lo più nelle rocce circostanti. Si possono trovare tombe di epoca tardo-ellenistica, che hanno conservato una serie di sarcofagi fittili di produzione locale, e tombe rupestri a dado. Tra le più note, la tomba a casa con portico, incastonata nella roccia, è caratterizzata da tre camere sepolcrali. In origine, presentava un portico d’ingresso e statue di sfingi e leoni a ornare il tetto.

Vicino alla Necropoli di Pian di Mola troviamo la Necropoli della Peschiera, composta da tombe di varia tipologia, prevalentemente di tipo a camera, realizzate tra il VII ed il II sec. a.C.. Comprende tombe risalenti tra il VII – II sec. a.C., ma è famosa soprattutto per la caratteristica Tomba a Dado, un esempio eccezionale di tomba rupestre arcaica a forma di casa etrusca scavata nella roccia.

Museo Archeologico Nazionale di Tuscania

Gli interessanti reperti delle necropoli sono custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Tuscania, che ha sede nella suggestiva cornice dell’ex convento fondato nel 1247, adiacente alla Chiesa di Santa Maria del Riposo. La prima sezione del Museo venne inaugurata nel 1988, a piano terra, mentre nel 1997 e nel 2007 furono allestite le due ali espositive al piano superiore, che ospitano le testimonianze archeologiche provenienti dal territorio della provincia di Viterbo e ripercorrono la storia della famiglia Campanari, legata a quella degli scavi e ai tesori dell’etruscologia.

Particolare importanza rivestono i complessi funerari provenienti dalle tre tombe rupestri della famiglia Curunas, come i sarcofagi in nenfro, con coperchi che restituiscono a tutto tondo la figura del defunto, le pregevoli ceramiche e i materiali in bronzo connessi al banchetto o al mondo femminile.

Un sarcofago della famiglia Curunas a Tuscania

Fonte: Getty Images – Ph: Hulton Fine Art Collection

Un sarcofago della famiglia Curunas al Museo Archeologico di Tuscania

Visita alle necropoli di Tuscania: le date

Le visite guidate alle importanti Necropoli di Tuscania si terranno da aprile a dicembre, nelle seguenti date:

  • 28 aprile
  • 12 e 26 maggio
  • 9 e 23 giugno
  • 14 e 28 luglio
  • 11 e 25 agosto
  • 8 e 29 settembre
  • 13 e 27 ottobre
  • 10 e 24 novembre
  • 8 e 22 dicembre
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Alcúdia, una delle città più belle delle Baleari

Se siete in procinto di programmare la vostra prima vacanza alle Baleari, Alcúdia ha tutte le carte in regola per entrarvi immediatamente nel cuore. Questa affascinante cittadina, situata nel nord-est di Maiorca, oltre a vantare una spiaggia che sembra senza fine e calette sognanti lambita da acque paradisiache, conquista i visitatori per il sorprendente patrimonio storico che custodisce e una vasta gamma di attività all’aria aperta.

Scoprendo Alcúdia, tra storia e attrazioni

Prima di sapere cosa vedere ad Alcúdia, è necessario conoscere un po’ le sue origini, così da godere ancora di più della visita. Abitata fin dall’età del bronzo, ma entrata realmente nella storia solo con l’arrivo dei Romani – i quali utilizzarono le spiagge della baia a scopo militare attorno al 123 a.C. – la più antica città murata delle Isole Baleari, conobbe il suo splendore nel Medioevo dopo essere stata conquistata dal re Giacomo I nel 1229.

Con l’arrivo di Giacomo II si iniziò a costruire la cinta muraria, completata nel 1360, che ancora oggi circonda e protegge la città e che, nel 1974, è stata dichiarata monumento storico e artistico insieme ai resti archeologici di Pollentia. Una visita ad Alcúdia offre l’opportunità di scoprire i segreti di tutto ciò che queste mura hanno conservato per le generazioni future. Oggi, questo luogo ameno è uno dei principali centri turistici di Maiorca, e i tesori che offre non si contano.

Tour della città di Alcúdia: cosa vedere

Le possenti mura che cingono il centro storico di Alcúdia e i casals, eleganti palazzi cinquecenteschi, sono la sua principale attrazione. Dell’antica città medievale si conservano ancora la Puerta de Mallorca o Puerta de San Sebastiano – che collegava la città con la strada reale per Palma di Maiorca – e la Puerta de Moll, nota anche come Puerta de Xara, la più vicina al porto.

Durante la passeggiata lungo le mura, si possono ammirare anche i resti di una cinta muraria rinascimentale, crollata alla fine del XIX secolo, di cui è rimasto intatto solo il bastione di Sant Ferran, oggi occupato dall’arena. Per una visione completa, si consiglia di percorrere il Camí de Ronda e di raggiungere le mura attraverso il Carrer de la Pau.

Tra i luoghi simbolo di Alcúdia c’è la Iglesia de Sant Jaume (chiesa di San Giacomo), in origine appoggiata all’interno delle mura, e totalmente ricostruita in stile neogotico nel 1870. Conserva l’immagine del Sant Crist del XV secolo, alla quale si attribuisce un episodio miracoloso del 1507. Accanto alla chiesa si trova il Museo Monografico di Pollentia, che ospita una collezione di molti degli oggetti rinvenuti nelle rovine della città romana.

Tra gli edifici più interessanti, spicca anche Casa di Can Torró, antica residenza del XVI secolo restaurata per ospitare dal 1990 l’omonima biblioteca. Dopo la visita si può passeggiare lungo alcune delle vie più belle del centro storico, come Carrer de Sant Jaume, Carrer de la Rectoria e Carrer de la Iglesia. Altre costruzioni da non perdere sono l’Oratorio di Santa Ana, la cappella barocca di Sant Crist, “La Sala”, municipio con torre dell’orologio e scala di accesso al portale centrale, costruito in stile neobarocco, il santuario della Mare de Déu de la Victória, a 7 chilometri dalla città.

La Iglesia de Sant Jaume, attrazione di Alcúdia

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La Iglesia de Sant Jaume, nel centro storico di Alcúdia

La città romana di Pollentia

Uscendo dalla cinta muraria attraverso la Puerta de Mallorca, si possono raggiungere a piedi le rovine dell’antica città di Pollentia (l’odierna Alcúdia), considerata il più importante sito archeologico di epoca romana dell’isola.

I resti ancora oggi visibili sono suddivisi in tre aree archeologiche visitabili:

  • La Portella, dove si conservano i resti di tre domus ad atrio, tra cui la meglio conservata è la “Casa dei due tesori”, con facciata porticata sulla strada. La “Casa della testa di bronzo” ha restituito, invece, una piccola testa in bronzo di una fanciulla, mentre presso la “Casa di nord-est” si conserva un tratto delle mura cittadine del III secolo.
  • Foro romano, dove si conservano i resti del Capitolium e di tabernae.
  • Teatro romano, del I secolo d.C., con i resti della cavea, scavata nella roccia, e della scena, a pianta rettangolare. In epoca tardo-antica venne utilizzato come necropoli.

Parco naturale di S’Albufera

Una delle escursioni più popolari, e per questo imperdibile, la offre il Parco Naturale di S’Albufera, una palude costiera mista, formata da lagune e canali naturali e artificiali. È la più grande area umida delle Isole Baleari ed è vero un paradiso per gli amanti del birdwatching. Qui, infatti, si può ammirare una vasta gamma di uccelli, tra cui il falco di palude, il tarabusino, il cavaliere d’Italia, l’airone rosso e il vascón.

Le spiagge di Alcúdia

Sebbene mezza giornata sia sufficiente per visitare i principali punti di interesse di Alcúdia, si consiglia di dedicare un’intera giornata al relax sulle spiagge più vicine, a cominciare da Platja de Muro. Oltre a vantare fantastiche acque cristalline e sabbia bianca, è anche la spiaggia più lunga di Maiorca, con quasi sei chilometri di lunghezza, e dispone di tutti i tipi di servizi che la rendono ideale per tutta la famiglia. Il litorale è famoso anche per i suoi bar e ristoranti, che servono deliziose paellas, fideuás e tutti i tipi di piatti a base di pesce fresco e frutti di mare.

Tra le altre spiagge da non perdere, spicca Sant Pere, situata nel centro residenziale di Mal Pas, l’unica spiaggia di sabbia su questo tratto di costa  insieme a quella di Sant Joan. Se preferite calette più tranquille, potete andare in auto o in moto fino al Cap de Formentor, da cui si può godere di un tramonto sublime.

Platja de Muro, tra le spiagge più belle di Maiorca

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Platja de Muro, un sogno di acque cristalline e spiaggia bianca

Le escursioni nei pressi di Alcúdia

Il comune di Alcúdia ha un territorio molto variegato, che spazia da zone di frutteti a zone umide e montagne, il tutto con il mare come sfondo. Tutte le escursioni possono essere effettuate in qualsiasi periodo dell’anno, ma l’ideale è farle in primavera, la stagione dell’anno in cui la natura è al suo meglio.

Un’escursione alla cala di Coll Baix,  sulla costa settentrionale dell’isola, a circa sette chilometri dal centro storico della città, vi permetterà di scoprire un’altra delle meraviglie naturali di questo luogo. Il percorso può avere due destinazioni diverse: la spiaggia di Coll Baix o la Talaia d’Alcúdia, entrambe raggiungibili solo a piedi. Si passa attraverso un paesaggio di campi terrazzati, fino a raggiungere la splendida Area Naturale.

Se siete dei camminatori incalliti, non perdetevi l’itinerario Le Barcarès, di bassa difficoltà che attraversa principalmente lungo la costa nord di Alcúdia, costeggiando la punta Manresa e snodandosi lungo una costa dolce e di grande bellezza. Altrettanto affascinante è l’interno dell’area di La Victòria, gran parte della quale è inclusa nella rete ‘Natura 2000’. Un eccellente esempio di bosco mediterraneo con meravigliose vedute panoramiche.

Pollentia, i resti dell'antica città romana ad Alcúdia

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Le rovine dell’antica città di Pollentia
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Stone Town, cosa vedere nella città vecchia Patrimonio Unesco

Una delle destinazioni da inserire nel proprio itinerario quando si fa un viaggio a Zanzibar è Stone Town, la parte vecchia della colorata Capitale dell’arcipelago, che vanta una grande storia e un particolare passato da cui deriva il suo nome. Non serve trascorrerci molto tempo, ma sicuramente questo è un luogo in grado di colpire i visitatori, che qui arrivano prima di dirigersi a scoprire la natura straordinaria di questa zona del mondo.

Stone Town, informazioni utili

La Stone Town di Zanzibar è conosciuta anche come Mji Mkongwe, che tradotto vuol dire “città vecchia”. Il suo nome deriva dal fatto che i suoi edifici antichi sono costruiti in pietra, pur presentando un’architettura che riflette la molteplicità di influenze che definiscono la cultura swahili in generale: ci sono elementi moreschi, arabi, persiani, indiani ed europei.

Non è quindi difficile immaginare perché la città sia stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco: merito della sua importanza storica e della sua architettura.

Una graziosa località che accoglie il visitatore con un labirinto di vicoli ricchi di case, negozi, bazar e moschee. Tuttavia (e purtroppo) la situazione non è delle più rosee: il patrimonio architettonico di Stone Town è in gran parte in declino, anche a causa della friabilità della pietra locale, tanto che dei suoi circa 1600 edifici solo un 10% riceve manutenzione. Nonostante questo – che ci auguriamo possa trovare presto una soluzione -, una visita a Stone Town vale certamente la pena farla.

Stone Town, Zanzibar

Fonte: iStock – Ph: cinoby

Tra i vicoli di Stone Town

Cosa vedere a Stone Town

Una delle attrazioni principali di Stone Town è senza ombra di dubbio il suo Forte Arabo, una struttura in pietra che nel corso della sua storia è stata utilizzata in diverse maniere: è servita per difendere la città dagli attacchi degli incursori, ma ha ricoperto anche i ruoli di prigione, caserma e deposito di materiale.

Al giorno d’oggi è uno dei cuori pulsanti della cittadina, in cui si riuniscono abitanti e turisti che qui possono partecipare a diversi eventi. Inoltre, al suo interno è possibile passeggiare tra diversi negozi e in un ampio giardino, attualmente adibito a teatro.

A non troppa distanza da questo edificio sorge la struttura più importante di Stone Town: il Palazzo delle Meraviglie. Si tratta della più grande opera architettonica di Zanzibar, che colpisce perché si specchia sul mare. Tra le sue pareti è possibile visitare un modernissimo museo, e al contempo sentirsi catapultati indietro nel tempo grazie alle sue mura merlate. Una piccola curiosità: il suo importante nome deriva dal fatto che fu il primo palazzo della città ad avere la corrente elettrica ed anche il primo edificio dotato di ascensore di tutta l’Africa Orientale.

Voliamo ora presso la Cattedrale anglicana chiesa di Cristo, che al suo interno conserva un altare in cui riposano le spoglie del terzo vescovo di Zanzibar, che è stato anche colui che l’ha voluta far costruire. Ma non è tutto, perché questa struttura possiede una peculiare volta a botte e una croce di legno costruita con l’albero ai cui piedi venne seppellito il cuore di Livingston, nei pressi di lago Bangweulu in Zambia.

Poi ancora il Vecchio Dispensario, edificato per commemorare il giubileo d’oro (cinquantenario dell’incoronazione) della Regina Vittoria, che è forse il palazzo più decorato della città, tanto da presentarsi ai suoi visitatori con balconi intagliati, stucchi e mosaici alle finestre.

Vecchio Dispensario, Stone Town

Fonte: iStock

Veduta del Vecchio Dispensario di Stone Town

Molto interessante è anche la casa di David Livingston che si distingue per essere una elegante residenza in cui soggiornò anche l’esploratore britannico, che scelse questa città come sua musa per pianificare il suo ultimo viaggio nell’entroterra della Tanzania, alla ricerca delle sorgenti del Nilo.

Infine la casa di Freddie Mercury, perché è proprio a Stone Town che questo indimenticabile artista è venuto al mondo. Per questo motivo, si ha la possibilità di scoprire la casa dove questa icona musicale è nata, anche se purtroppo non è valorizzata come dovrebbe.

Un tuffo nella cultura di Stone Town: musei e molto altro ancora

Per capire più a fondo la storia e la cultura di Stone Town vale la pena fare una visita al piccolo museo dedicato agli schiavi che sorge accanto alla Cattedrale anglicana chiesa di Cristo: grazie al supporto di una guida locale, si può conoscere gran parte del sistema di condotti sotterranei e delle celle in cui venivano rinchiusi questi poveri uomini.

Di fronte al Forte Arabo ci sono i preziosi Giardini di Forhodani che, soprattutto al calar della sera, permettono di fare una vera e propria immersione in parte della cultura locale: qui prende vita un mercatino pieno di bancarelle tipiche che vendono pietanze della cultura culinaria zanzibarina.

Di notevole interesse è anche il Museo del Memoriale della Pace che si fa spazio all’interno di un edificio storico e che espone molti reperti della storia di Zanzibar, tra cui l’attrezzatura medica di David Livingston, alcuni elementi dell’antica ferrovia, monete, francobolli ed esempi di artigianato locale. I giardini del museo sono invece la dimora di alcune tartarughe giganti di Aldabra.

Il Museo del Palazzo si trova tra il Palazzo delle Meraviglie e il Vecchio Dispensario, e si distingue per essere un grande edificio a tre piani dedicato al sultano Khalifa bin Haroub e alle sue due mogli.

All’interno del Vecchi Dispensario, invece, vale la pena scoprire il piccolo museo sulla storia di Zanzibar, che raccoglie foto d’epoca del lungomare.

Infine, il mercato di Darajani che è il cuore pulsante della città e che è pieno di bancarelle che vendono spezie, frutta, verdura, pesce, carne e ogni genere di piccola attrezzatura. Come è possibile immaginare, da queste parti è obbligatorio trattare.

Mercato di Darajani, Stone Town

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A spasso per il mercato di Darajani
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In treno alla scoperta dei più bei parchi archeologici d’Italia

La Campania vanta uno dei patrimoni archeologici più ricchi d’Italia, ma i collegamenti pubblici non sono sempre così efficienti nel consentire ai visitatori di raggiungere i vari parchi – molti dei quali hanno persino risonanza internazionale. Torna così il servizio di Trenitalia che ha già riscosso molto successo nelle precedenti stagioni: si tratta di Parchi Line, gli itinerari che conducono alla scoperta dei principali siti archeologici regionali, a bordo di treni e altri mezzi pubblici facilmente prenotabili anche online. Ecco di cosa si tratta.

Parchi Line, l’iniziativa di Trenitalia

Raggiungere la città di Napoli in treno è certo molto comodo, ma poi da qui come si può arrivare, ad esempio, al Parco Archeologico di Pompei? E che dire di tutti gli altri siti, a volte meno conosciuti, che però meritano assolutamente una visita? Nasce così Parchi Line, l’iniziativa di Trenitalia che ha già ottenuto grandi consensi in passato: il servizio torna, a partire da sabato 6 aprile 2024, per tutti i weekend e i giorni festivi fino al prossimo 7 ottobre 2024. Ci saranno oltre 3mila posti in più per i tanti turisti che, soprattutto durante la stagione primaverile e quella estiva, affollano i principali siti archeologici della regione.

Regionale di Trenitalia, società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane, organizza un nuovo collegamento dalla stazione di Napoli Centrale a quella di Sapri, con numerose fermate intermedie da cui partono altri servizi intermodali (treno+bus) diretti verso le più importanti attrazioni storiche e archeologiche della Campania. Sono previsti, in particolare, due nuovi treni: quello da Napoli Centrale parte alle ore 9:15 e arriva a Sapri alle ore 12:15, mentre il viaggio di ritorno parte da Sapri alle ore 16:40 e arriva a Napoli Centrale alle ore 19:37.

Tutti i viaggi a bordo di Parchi Line, inclusi i collegamenti link (ovvero quelli che prevedono l’uso di treno+bus per raggiungere alcune speciali destinazioni), sono acquistabili sul sito ufficiale di Trenitalia. Si tratta di un modo intelligente di viaggiare, che consente di scoprire diversi luoghi meravigliosi della Campania anche nella stessa giornata, sfruttando i mezzi pubblici presenti sul territorio. Non ci resta ora che vedere nel dettaglio quali sono le tappe effettuate dal treno, per visitare le più belle attrazioni regionali.

Gli itinerari di Parchi Line

Il viaggio parte da Napoli Centrale, e dopo poche fermate è già possibile raggiungere il primo sito di interesse storico: si tratta del Museo Ferroviario di Pietrarsa, allestito all’interno delle ex Officine che si trovano proprio davanti alla spiaggia. Vi sono custoditi numerosi materiali rotabili, ricostruzioni di antichi mezzi storici e tante altre curiosità sul mondo ferroviario del passato. La seconda tappa è invece ad Ercolano, dove si possono visitare le famose rovine della città romana travolta, quasi 2mila anni fa, dall’eruzione del Vesuvio.

C’è poi la possibilità di fare tappa presso gli Scavi di Oplontis e la Villa di Poppea a Torre Annunziata. L’itinerario principale prosegue fino a Pompei, dove parte il primo collegamento link: si tratta di un bus che consente di raggiungere il Parco Archeologico di Pompei, con le rovine sepolte sotto strati di cenere e lapilli. E ancora, ci sono Vesuvio link e Certosa link, rispettivamente per andare a visitare il Parco del Vesuvio e la Certosa di Padula. Un’altra ottima opportunità consiste nello sfruttare il Cilento link, per scoprire il Parco Archeologico di Velia. Infine, con Paestum link si va verso il Parco Archeologico di Paestum e la Riserva Naturale Foce Sele-Tanagro.

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Pompei: la scoperta che rivela i segreti dell’edilizia romana

Pompei è uno scrigno di tesori che sa riservare ancora tante sorprese. A confermarlo è l’ultimissima scoperta, che fa emergere nuovi dati sull’antica edilizia romana. Negli ambienti delle domus che lo scavo archeologico sta portando alla luce, sono riaffiorati importanti testimonianze di un cantiere che, secondo gli studiosi, sarebbe stato attivo fino al giorno dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., che iniziò intorno all’ora di pranzo e durò fino alla mattina del giorno successivo.

Pompei, nelle domus riaffiora un antico cantiere

Strumenti di lavoro, cumuli di calce, tegole e mattoni di tufo accatastati, sono solo alcuni dei materiali edili ritrovati dagli archeologi all’interno nell’area di scavo della Regio IX, insula 10, che sta attestando la presenza di un cantiere antico che interessava tutto l’isolato.

Restituisce numerose testimonianze dei lavori in corso la casa con il panificio di Rustio Vero, dove è stata già documentata, nei mesi scorsi, una natura morta con la raffigurazione di una focaccia e un calice di vino. L’atrio era parzialmente scoperto con materiali per la ristrutturazione accatastati a terra, mentre su un’anta del tablino (ambiente di ricevimento), decorato in IV stile pompeiano con un quadro mitologico con “Achille a Sciro”, si leggono numeri romani scritti a carboncino che con molta probabilità erano i conteggi del cantiere, facilmente cancellabili a differenza dei graffiti incisi nell’intonaco.

Sono state trovate tracce delle attività corso anche nell’ambiente che ospitava il larario, dove sono riaffiorate anfore riutilizzate per “spegnere” la calce impiegata nella stesura degli intonaci. E ancora, in diversi ambienti della casa sono stati scoperti strumenti di cantiere, dal peso di piombo per tirare su un muro perfettamente verticale (“a piombo”) alle zappe di ferro, usate per la preparazione della malta e per la lavorazione della calce.

Numerose testimonianze di un grande cantiere sono state riscontrate, infine, anche nella domus vicina, raggiungibile da una porta interna, e in una grande dimora alle spalle delle due abitazioni, per ora solo parzialmente indagata. Lo si evince dagli enormi cumuli di pietre da impiegare nella ricostruzione dei muri e dalle anfore, ceramiche e tegole raccolte per essere trasformate in cocciopesto.

Cosa svela l’ultima scoperta a Pompei

Nell’analisi dei materiali e delle tecniche costruttive, il Parco Archeologico di Pompei si è avvalso del supporto di un gruppo di esperti del Massachusetts Institute of Technology, negli Stati Uniti. Stando a quanto scrivono gli autori di un articolo pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, l’ipotesi portata avanti dal team è quella dello hot mixing, “ovvero la miscelazione a temperature elevate, dove la calce viva (e non la calce spenta) è premiscelata con pozzolana a secco e successivamente idratata e applicata nella costruzione dell’opus caementicium”. Questa ennesima scoperta, ci aiuta così a comprendere ancora di più quali erano le pratiche edilizie impiegate dagli antichi Romani.

“I dati che emergono sembrano puntare sull’utilizzo della calce viva nella fase di costruzione dei muri, una prassi già ipotizzata in passato e atta ad accelerare notevolmente i tempi di una nuova costruzione, ma anche di una ristrutturazione di edifici danneggiati, per esempio da un terremoto – spiega il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – Questa sembra essere stata una situazione molto diffusa a Pompei, dove erano in corso lavori un po’ ovunque, per cui è probabile che dopo il grande terremoto del 62 d.C., diciassette anni prima dell’eruzione, ci fossero state altre scosse sismiche che colpirono la città prima del cataclisma del 79 d.C.”.