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Spiagge griffate: le più lussuose del Mediterraneo

Sapevate che in alcuni spettacolari zone del Mediterraneo esistono le spiagge griffate? Si tratta di luoghi esclusivi, dalla bellezza sorprendente, dai dettagli ricercati e dai servizi più che soddisfacenti. Angoli di lusso, quello vero, quello autentico e che tutti abbiamo sognato almeno una volta nella vita. Noi di SiViaggia abbiamo selezionato alcuni dei più incredibili, posti all’insegna dell’alta moda e della raffinatezza.

Le spiagge griffate in Italia

La prima spiaggia griffata di cui vi vogliamo parlare si trova nel nostro Paese e più precisamente nell’incantevole cornice di Taormina, meravigliosa località in provincia di Messina. Proprio da queste parti prende vita il San Domenico Palace, a Four Seasons Hotel che ha instaurato una collaborazione con Dolce&Gabbana, una delle case di moda italiane più famose in assoluto.

A disposizione dei fortunati ospiti c’è un fantastico allestimento a bordo piscina decorato con il motivo “Blu Mediterraneo” di Dolce&Gabbana e ispirato alle maioliche, un vero e propio omaggio al patrimonio artigianale del nostro Paese.

Ombrelloni, asciugamani, cuscini, guanciali, capanne, vassoi, sottobicchieri e altri oggetti decorativi sono tutti firmati dalla casa di moda nostrana. Un piccolo paradiso di bellezza e classe.

San Domenico Palace, a Four Seasons Hotel

Fonte: Peter Vitale

La spiaggia griffata del San Domenico Palace, a Four Seasons Hotel

Voliamo poi a Portofino, straordianario e colorato borgo di pescatori che sorge sulla panoramica Riviera Ligure a sud-est di Genova. Un luogo che per la sua indiscutibile classe attira da sempre turisti facoltosi che qui trovano il loro angolo di paradiso. Ed è proprio qui Belmond ha istaurato una collaborazione speciale con Dior presso i leggendari giardini dello Splendido, A Belmond Hotel, Portofino e i Bagni Fiore, una delle spiagge più esclusive della zona.

Dall’1 giugno al 30 settembre, oltre alla Spa, a disposizione degli ospiti c’è una vera e propria zona che fa sognare a occhi aperti: Bagni Fiore, la spiaggia più bella ed esclusiva della Baia di Paraggi, ovvero un eccezionale beach club che sorge nel cuore del Parco Naturale di Portofino e dell’Area Marina Protetta.

Ad impreziosire ulteriormente il territorio, quest’anno c’è anche una cabina spa pop-up Dior per il massimo relax non solo del corpo, ma anche della mente: tutti gli arredi, tra cui gli ombrelloni, i lettini e i cuscini sono personalizzati dal marchio di alta moda francese con la vivace stampa toile de Jouy verde.

Bagni Fiore by Dior

Fonte: Kristen Pelou

La spiaggia griffata Bagni Fiore by Dior

Poi ancora il Beverly Hills Hotel al Riccio a Capri a picco sul mare e firmato Dior; Forte dei Marmi con il suo beach club Alpemare dove il tema è Luis Vuitton e a cui la maison ha dedicato una delle sue borse best seller, la Neverfull, in edizione limitata; la monumentale Costiera Amalfitana con il Club House by the Sea impreziosito dell’inequivocabile Rosso Valentino.

Le spiagge griffate all’estero

Senza ombra di dubbio l’Italia è una delle mete più desiderate quando si parla di lusso e di alta moda. Del resto la nostra classe ed eleganza è fieramente riconosciuta in tutto il mondo. Ciò non toglie che il Mediterraneo offra anche tante altre località particolarmente raffinate e amate dai viaggiatori più abbienti.

Vi basti pensare alla rinomata Saint Tropez dove i beach club griffati sono tantissimi e soprattutto uno più bello dell’altro. Assolutamente degno di nota, per esempio, è Loro Piana – La Réserve à la Plage beach club che è uno dei luoghi più eccezionali dalla Costa Azzurra di Saint Tropez.

Da queste parti i colori e i pattern iconici di Loro Piana, come il motivo multirighe Suitcase Stripe, sono il leitmotiv in spiaggia, sugli ombrelloni, sui teli mare, nel bar-ristorante e molto altro ancora. Un vero e proprio microcosmo di eleganza sulla Riviera Francese, ma dal tocco tipicamente italiano.

Loro Piana - La Réserve à la Plage beach club

Fonte: Loro Piana

La spiaggia griffata di Loro Piana – La Réserve à la Plage beach club

Poi ancora Indie Beach che ha invece istituito una collaborazione con Simon Porte Jacquemus, idolo del fashion contemporaneo, che ha colorato di giallo l’intero beach club, in pieno spirito con lo stile decorativo della Costa Azzurra. Tavole da surf e canoe sono firmate Jacquemus e l’atmosfera è di quelle più speciali possibili.

Il Loulou Ramatuelle Beach Club è invece la casa estiva di Gucci i cui colori e pattern sono riconoscibili su ombrelloni, lettini e asciugamani. Dolce&Gabbana è la musa di DG Resort di Saint Tropez, mentre Fendi rende sempre più spettacolare il centro ed il lungomare di Marbella al Puente Romano Resort sulla Costa del Sol, in Andalusia. Anche qui gli ombrelloni sono griffati, ma in questo caso con il logo con le F.

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Marina di Ventimiglia, la nuova destinazione turistica a 5 stelle

Affacciata sul Mediterraneo, al confine con la Francia, arricchita da un mosaico di tesori storici, archeologici, enogastronomico e culturali, Ventimiglia si rinnova e brilla di nuova luce sul litorale ligure.

Da piccolo Comune di frontiera, questa cittadina della Riviera di Ponente sta per trasformarsi in una delle mete turistiche emergenti più interessanti dove trascorrere le prossime vacanze estive.

Da sempre contesa tra Italia e Francia, è soprannominata la Porta fiorita d’Italia e si respira aria d’oltreconfine, per via dei forti rapporti economico-sociali con la vicina Costa Azzurra e il Principato di Monaco.

La “nuova” Ventimiglia

Non a caso, la società SBM, che già gestisce il vicino porto di Monaco, ha investito nella realizzazione del nuovo porto turistico di Ventimiglia, Cala del Forte, uno dei più avanzati, meglio equipaggiati e sicuri porti del Mar Mediterraneo.

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Fonte: Ufficio stampa

Borgo del Forte visto dal centro storico di Ventimiglia

Come se non bastasse, ora è la volta di un altro gruppo di imprenditori che ha adocchiato il valore di Ventimiglia non solo per il porto ma per tutto quanto gli sta intorno. Grazie all’interesse del fondo BDF, gestito da Namira Sgr, Marina di Ventimiglia si appresta diventare una destinazione turistica e residenziale “a 5 stelle”, grazie a un’offerta di intrattenimento, ristorazione e residenziale di altissimo profilo.

Come cambia Ventimiglia

Il fulcro del progetto è Borgo del Forte, sviluppato da Marina Development Corporation (MDC). La società nata nel 2020 fornisce servizi di consulenza e gestione immobiliare, prevede la costruzione di un hotel 5 stelle, 60 residenze e un ristorante, La Rocca, su tre piani e con terrazza panoramica da 650 metri quadri, che è già in fase di costruzione.

I piani di Borgo del Forte vedono una imponente presenza residenziale totalmente integrata nel territorio, a metà costa tra il centro storico di Ventimiglia e il sottostante porto di Cala del Forte, con zero inquinamento visivo e all’insegna dello sviluppo sostenibile, secondo i requisiti nZEB (nearly Zero energy Buildings).

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Fonte: @SiViaggia

La nuova Marina di Ventimiglia-

Il concetto di Borgo del Forte insieme ad altre opere circostanti, eventi e noti marchi della ristorazione, è la creazione di una destinazione turistica al pari di Porto Cervo, per fare un esempio, dove è tutto quello che accade intorno al Porto a fare del luogo una destinazione famosa nel mondo.

Ventimiglia Alta

Ventimiglia Alta, la parte vecchia della città sovrastante Cala del Forte, ha già goduto dell’apertura dell’Antica Gelateria d’Autore e del Venti, un ristorante a pochi passi dall’antica chiesa di San Michele. Oltre alla posizione invidiabile e a una terrazza panoramica punteggiata di ulivi, il Venti è la più recente impresa di due eccellenze enogastronomiche locali, Diego Pani e Paolo Roi.

Come ben esemplificato dal Venti, la rigenerazione urbana di Ventimiglia nasce e cresce all’insegna dell’italianità, valore espressamente sottolineato dagli investitori come connotazione di alto pregio per qualsiasi cosa accade alla Marina di Ventimiglia. Non a caso il prossimo passo sarà l’apertura del Dry Ventimiglia, un altro famoso marchio tutto italiano.

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Fonte: Ufficio stampa

Il ristorante panoramico della “nuova” Ventimiglia

L’attenzione degli investitori non si limita solo alla Marina vera e propria ma si estende con la realizzazione del Borgo del Forte Campus, progetto che nasce dalla rigenerazione di un’area di 30.000 metri quadri, alle spalle di una grande area naturalistica, che ospiterà un importante complesso polifunzionale, istruttivo e sportivo. Accanto alla piscina al coperto aperta tutto l’anno, palestra, club house, attività outdoor/indoor e campi da tennis, ci sarà una grande scuola internazionale, un centro congressi, una sala conferenze, aree espositive e uffici, il tutto affacciato sulla spettacolare natura ligure.

Un’estate di eventi

L’anima progettuale di rivitalizzazione economica appare evidente nel voler considerare tutti gli aspetti che elevino Marina di Ventimiglia a una nuova destinazione 5 stelle. Infatti, se l’italianità, l’enogastronomia tipica e l’ospitalità sono garanzie fondamentali, gli eventi e lo spettacolo non sono da meno. Nel 2022, MDC aveva organizzato la mostra fotografica “Cibo” di Steve McCurry e quest’anno si appresta a triplicare gli eventi sul waterfront di Ventimiglia, nella settimana dall’1 all’8 luglio, con grandi nomi dello spettacolo.

Per la kermesse Eventi sotto le Stelle, sarà allestito un palco di 10 metri di altezza e una platea attrezzata con 900 posti a sedere. Il primo ospite è Mario Biondi, in scena il 1° luglio con brani famosi e inediti; il 7 luglio sarà la volta di Fiorella Mannoia, vera icona della musica italiana, con il suo spettacolo “Luce”; infine, l’8 luglio salirà sul palco Antonio Ornano, uno dei comici Zelig più seguiti, con il suo recital/ stand-up comedy “Anthology”.

La rigenerazione urbana, in particolare attorno a un porto turistico, gioca un ruolo cruciale per stimolare il turismo, che riesce a preservare e a esaltare la cultura e le bellezze locali. Tutte le iniziative di MDC, come La Rocca, Eventi Sotto le Stelle, il Venti, il Campus e il Borgo del Forte, sono volte a innalzare la qualità della destinazione e a proporre Marina di Ventimiglia come un’eccellenza in grado di offrire esperienze indimenticabili.

Come asserisce Giuseppe Noto, Ceo di MDC: “Il fascino di Ventimiglia stupisce sempre più turisti da tutto il mondo affermandosi come astro nascente del firmamento ligure”.

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Fonte: @SiViaggia

Super yacht attraccati alla nuova Marina di Ventimiglia
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Cosa vedere alle isole Tremiti, tra spiagge e natura

Un paradiso terrestre accarezzato dalle acque del Mediterraneo, disegnato da natura intatta, mare trasparente dai fondali incantevoli, raccolte insenature e tracce di un passato significativo: queste sono le parole migliori per raccontare le Isole Tremiti, l’unico arcipelago dell’Adriatico, al largo della costa del Gargano in provincia di Foggia.

È composto da 5 isole: San Nicola e San Domino, le uniche abitate, e poi Cretaccio, Capraia e Pianosa, all’interno della Riserva Marina Protetta, raggiungibili con collegamenti regolari da Vieste, Peschici, Rodi Garganico, Termoli e Vasto, e perfette per emozionanti gite in barca, vacanze balneari, escursioni e trekking e anche per andare alla scoperta di notevoli testimonianze archeologiche.

Cosa vedere a San Nicola, museo a cielo aperto

Centro storico e amministrativo delle Tremiti, l’Isola di San Nicola è un autentico museo a cielo aperto, la meta perfetta per vedere con i propri occhi e conoscere da vicino la storia dell’arcipelago: infatti, ospitò insediamenti neolitici, ellenistici e medievali.

Simboli indiscussi sono l’Abbazia fortificata di Santa Maria a Mare, la più grande del Mediterraneo, e il Castello dei Badiali.

L’abbazia venne costruita attorno al 1045 dai monaci Benedettini, poi passò ai Cistercensi tra il 1237 e il 1313, ai Lateranensi dal 1413 fino alla fine del Cinquecento e fu soppressa da Ferdinando IV di Napoli nel 1783.

Oggi il complesso è visitabile e, al suo interno, custodisce tuttora capolavori assoluti come, ad esempio, la statua in legno di Santa Maria a Mare, scolpita interamente a mano, e alcuni pregevoli pavimenti a mosaico.

Il Castello, invece, con il Torrione Angioino e le maestose mura di cinta, protegge l’Abbazia e domina il mare e le altre isole, voluto da Carlo D’Angiò a scopo difensivo.

Da non perdere anche la zona del porticciolo, la Spiaggia di Marinella vegliata da un’alta e candida scogliera, e la Grotta di San Michele, stupenda con i colori delle acque azzurro-turchese: nelle vicinanze, catturano lo sguardo gli Scogli Segati, un enorme masso che si staccò dall’isola e si spaccò perfettamente in due, come fosse stato lavorato da mani esperte.

Alla scoperta di San Domino, spettacolo della natura

Si tratta dell’isola più grande dell’arcipelago, una vera perla dal punto di vista naturalistico, ricoperta dalla profumata macchia mediterranea e da una folta e rigogliosa distesa di pini d’Aleppo, oasi per il trekking.

Infatti, nel cuore della pineta, troviamo un villaggio rurale con case coloniali del 1935 da cui hanno inizio tre sentieri con cui scoprire l’isola in lungo e in largo: in particolare, la “Strada della Pineta” conduce sul punto più elevato (per un panorama ineguagliabile), passa per la Cappella del Romito e poi scende al faro.

San Domino è il top per chi ama la natura e il mare: oltre alla pineta e ai sentieri, come non nominare Cala delle Arene, l’unica spiaggia sabbiosa dell’isola, le innumerevoli calette e grotte?

Un sogno sono Cala Matano (o Cala della Duchessa), raccolta cala con spazio sabbioso vegliata da imponenti e ripide pareti di roccia, Cala degli Inglesi, a uso esclusivo degli ospiti del villaggio TCI, Cala dei Benedettini, ben attrezzata, la Grotta delle Viole, contraddistinta dalla colorazione rosso-viola delle alghe calcaree alle pareti, la Grotta del Bue Marino, in onore della Foca Monaca, cavità rocciosa al cui interno si svela una piccola spiaggia sabbiosa tra il blu intenso delle acque, e la Spiaggia dei Pagliai, raggiungibile soltanto in barca.

Entusiasmanti tour in barca

Come accennato, le Isole Tremiti sono l’ideale per tour in barca grazie ai quali è possibile avventurarsi alla scoperta di insenature, cale e baie altrimenti inaccessibili e avvicinarsi a pochi metri dalle rive di Capraia, Cretaccio e Pianosa, incluse nella Riserva Marina Integrale con il divieto di approdo.

Molte escursioni guidate, ad esempio, sostano nei pressi di Capraia, dove è possibile fare il bagno nelle acque antistanti la Riserva e provare a scorgere la statua sommersa di Padre Pio; altre accompagnano a esplorare i fondali idilliaci di Pianosa, grazie a immersioni accompagnate da guide subacquee autorizzate.

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Cala Macarella, angolo di paradiso di Minorca

Paradisi balneari nel mondo ce ne sono davvero tanti e uno di questi è, senza alcun dubbio, Cala Macarella, una delle più favolose dell’isola di Minorca.

Siamo di fronte a un autentico spettacolo, 140 metri di spiaggia sabbiosa incastonata in una caletta a forma di conchiglia, accarezzata dalle acque più trasparenti del Mediterraneo.

Cala Macarella, uno spettacolo indimenticabile

Candida sabbia finissima, un tripudio di blu, alte scogliere: Cala Macarella è un incanto, nel cuore dell’Area Naturale d’Interesse Speciale di Minorca, sulla costa sud di Ciutadella.

Vera perla, è plasmata da una raccolta spiaggia selvaggia, mare incredibile dal fondale sabbioso che digrada con dolcezza, perfetto per chi ama cimentarsi in lunghe nuotate, e la fresca pineta sulle scogliere che si fa oasi di refrigerio e tranquillità.

Ideale per le famiglie con bambini e per chiunque desideri concedersi giornate balneari che non si dimenticano, è un must anche per la pratica dello snorkeling: tra le rocce, infatti, si celano piccole insenature, grotte e calette tutte da esplorare.

E poi, certo, è il luogo ideale per divertirsi in spiaggia, fare un picnic, rilassarsi al sole, tuffarsi tra le onde.

Sebbene non sia una spiaggia attrezzata, dispone comunque di servizio di salvataggio da giugno a settembre, bagni, docce e un piccolo chiringuito che offre panini, antipasti, piatti misti, menu per bambini e fast food con servizio self service.

Inoltre, il parcheggio a pagamento è a soli 300 metri mentre quello gratuito a un chilometro con 15 minuti di camminata per raggiungere l’arenile.

Cala Macarelleta, splendida “sorella minore”

Trovandosi a Cala Macarella, un altro consiglio è quello di dedicare del tempo alla scoperta della “sorella minore”, Cala Macarelleta, più raccolta ma meno affollata.

Per raggiungerla, occorre seguire a piedi il Camí de Cavalls verso Cala Turqueta, affascinante sentiero dal panorama mozzafiato che consente di scattare fotografie uniche di Macarella dall’alto.

In cinque minuti sarete arrivati.

Le opzioni per raggiungere Cala Macarella

Vediamo ora quali sono le possibilità per arrivare a Cala Macarella, lungo la costa sud-occidentale di Minorca, a 14 chilometri da Ciutadella.

In auto si può soltanto in bassa stagione, poiché da giugno a settembre non è consentito.

Da Ciutadella, si segue la Ronda Sur, si imbocca il Camí de Sant Joan de Missa e si seguono le indicazioni stradali per le spiagge meridionali.

Da Mahon, capitale amministrativa di Minorca, occorrerà un’ora di macchina.

Chi, invece, si sposta con i mezzi pubblici, potrà servirsi della linea di autobus 69, in partenza ogni venti minuti, che effettua il percorso Ciutadella – Macarella – Ciutadella.

Da Mahon, invece, la linea 51 arriva a Cala Galdana, da cui percorrere a piedi il tragitto per il Camí de Cavalls.

Infine, c’è anche l’opzione della linea 68 da Ciutadella fino a Cala Turqueta da dove si giunge alla spiaggia in un’ora di cammino ammirando uno spettacolo che non si vede tutti i giorni.

Cala Macarella può anche essere esplorata via mare, a bordo di barche oppure kayak, sia con imbarcazioni proprie sia con visite guidate.

Il momento migliore per scoprire una delle perle di Minorca

Come accennato, Cala Macarella è una delle spiagge più affascinanti e gettonate di Minorca per cui sarebbe opportuno arrivare la mattina presto, tra le 14 e le 15 oppure al tramonto.

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Spiaggia di Berchida, tra le più belle del Mediterraneo

Terra di spiagge bellissime, la Sardegna è una delle mete preferite dai turisti quando si tratta di mare: ce n’è davvero per tutti i gusti, dai lunghi arenili sabbiosi alle piccole calette nascoste, raggiungibili solo dopo un lungo tragitto nella vegetazione. E le sue acque cristalline sono uno spettacolo per gli amanti dello snorkeling, perché invitano a dare un’occhiata all’incredibile mondo sottomarino. In tutto questo, c’è però un angolo di paradiso che è davvero speciale: si tratta della spiaggia di Berchida, scopriamola insieme.

La spiaggia di Berchida, una vera perla

La costa orientale della Sardegna è una meraviglia ancora in gran parte incontaminata. Ben più a sud della vivace Costa Smeralda, ci sono tante piccole spiagge dove la natura regna incontrastata, luoghi bellissimi per chi cerca un po’ di relax sotto il sole. La spiaggia di Berchida è uno di essi: situata in provincia di Nuoro, è immersa in una cornice davvero suggestiva. Stiamo parlando di un lungo letto di sabbia candida, che si estende per circa 5 km di pura bellezza. Alle sue spalle, dune ricoperte di vegetazione e ginepri secolari, che offrono un po’ di ombra ai bagnanti ormai surriscaldati da una giornata trascorsa all’aperto.

È qui, al confine con un’altra incantevole spiaggia, che sfocia il rio Berchida: nel tuffarsi tra le acque cristalline del Tirreno, forma un piccolo stagno che funge da habitat per diverse specie animali, soprattutto volatili. Un’altra splendida sorpresa è il fondale sabbioso che digrada dolcemente, permettendo così anche ai più piccini di divertirsi a riva in tutta sicurezza (ma sempre sotto l’occhio vigile di mamma e papà!). Tanto che la spiaggia è stata insignita della Bandiera Verde, il riconoscimento assegnato dai pediatri ai litorali perfetti per i bambini.

In un’oasi dove la natura selvaggia la fa ancora da padrona, c’è spazio anche per chi ama gli arenili attrezzati: sebbene la spiaggia di Berchida sia interamente ad accesso libero, nei suoi 5 km di lunghezza si possono trovare lettini e ombrelloni messi a disposizione da due piccoli stabilimenti balneari, oltre a chioschi per fare uno spuntino, servizi igienici, docce e luoghi dove noleggiare canoe o pedalò, per vivere un’avventura in mare aperto. Senza contare che un comodo parcheggio permette di arrivare a due passi dalla sabbia, una vera fortuna per chi non ama particolarmente camminare sotto il sole.

Cosa vedere nei dintorni

La spiaggia di Berchida, anche in estate, non è mai troppo affollata: essendo così grande, lascia ampio spazio a tutti i suoi bagnanti. Ma se il mare vi sta stretto e volete andare ad esplorare i dintorni, allora potrete scoprire di avere davvero l’imbarazzo della scelta. Una lunga camminata verso nord vi conduce verso le dune di Capo Comino, dove svetta un vecchio faro che incrocia il profilo della piccola Isola Rossa, a poca distanza dalla riva. È invece in direzione opposta che potrete ammirare l’Oasi di Biderosa, molto più di una spiaggia: è una vera e propria foresta costiera, paradiso per chi ama fare bird watching o semplicemente ammirare gli splendidi fenicotteri rosa.

Lasciando invece la costa e addentrandovi un po’ oltre la vegetazione mediterranea, ecco spuntare ben due siti archeologici, i suggestivi nuraghi di Conca Umosa e di Paule e’Luca. Altrettanto affascinante è il vicino Villaggio di Rempellos, anch’esso risalente all’epoca nuragica. Passeggiare tra le rocce ricoperte di vegetazione che caratterizzano questi luoghi è un po’ come fare un viaggio indietro nel tempo. Ed è assolutamente incantevole, un’esperienza estiva tutta da vivere per custodirne ricordi memorabili.

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Cerchi la “Grecia” più autentica e caratteristica? È qui

Se desiderate una vacanza rilassante e lontana dal caos delle spiagge affollate, Volimes è la meta perfetta per voi. Incastonato tra le colline dell’isola di Zante, in Grecia, questo pittoresco villaggio vi conquisterà dal primo istante e vi farà innamorare della cultura e delle tradizioni greche.

Immaginate di passeggiare per i vicoli stretti e tortuosi, ammirando le case in pietra e respirando l’aria fresca e profumata del Mediterraneo. Lasciatevi stupire dalle chiese storiche, dai tesori artistici nascosti di questa nazione affascinante con una storia millenaria, paesaggi mozzafiato e un’ospitalità senza pari.

Un viaggio a Volimes è un invito a scoprire un angolo di paradiso greco, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e dove potrete creare ricordi indimenticabili.

La storia e il fascino di Volimes

Spiaggia di Navagio, Zante

Fonte: iStock

Spiaggia di Navagio, Isola di Zante, Grecia

Volimes è un villaggio tradizionale situato nella parte nord-occidentale dell’isola di Zante. Fondato nel XIV secolo, conserva ancora oggi molte delle sue caratteristiche originali, come le case in pietra con tetti di paglia e i vicoli stretti e tortuosi. Il villaggio è circondato da una natura rigogliosa e offre viste spettacolari sulla costa e sulle montagne circostanti.

Uno degli aspetti più affascinanti di Volimes è la sua storia. Le chiese del villaggio, alcune delle quali risalgono al XVI secolo, sono testimonianze di un passato ricco di arte e cultura. Tra queste, la Chiesa di Agios Andreas e la Chiesa di Agia Paraskevi meritano una visita per ammirare gli affreschi e le icone sacre conservate al loro interno.

Inoltre, Volimes è noto per le sue tradizioni artigianali, in particolare per la produzione di tessuti e ceramiche. Passeggiando per il villaggio, si possono trovare botteghe dove gli artigiani lavorano a mano, offrendo ai visitatori l’opportunità di acquistare souvenir autentici e sostenere l’economia locale.

La posizione di Volimes offre ai suoi visitatori l’opportunità di esplorare alcune delle bellezze naturali più spettacolari dell’isola di Zante. Infatti, a breve distanza dal villaggio si trova la famosa Spiaggia di Navagio, conosciuta anche come la Spiaggia del Naufragio, una delle spiagge più fotografate al mondo. Circondata da imponenti scogliere calcaree e accessibile solo via mare, questa spiaggia appartata ospita i resti di una nave naufragata negli anni ’80, che contribuiscono al suo fascino unico. Per raggiungere la spiaggia è possibile prenotare una gita in barca da Volimes o dai porti vicini.

Situate lungo la costa nord-occidentale dell’isola, ci sono invece le Grotte Azzurre, un’altra attrazione imperdibile. Queste grotte marine, accessibili solo in barca, offrono un’esperienza magica ai visitatori grazie alle loro acque cristalline e alla luce che si riflette sulle pareti calcaree, creando sfumature di blu intenso. Inoltre, sono un ottimo punto di partenza per praticare snorkeling e scoprire la ricca fauna marina della zona.

L’isola di Zante, un tesoro nel cuore del Mediterraneo

Certamente Volimes non è l’unico motivo per cui l’isola di Zante merita di essere visitata. Questa, infatti, è un’isola ricca di storia e cultura, con numerosi siti archeologici, chiese e musei da esplorare.

Il capoluogo dell’isola, Zante Città, è un luogo affascinante dove passeggiare tra le strade lastricate e ammirare gli edifici di epoca veneziana. Tra i siti di interesse storico spiccano il Castello di Bochali, situato su una collina che domina la città, e il Museo Bizantino, che ospita una vasta collezione di icone e reperti risalenti all’epoca bizantina e post-bizantina.

Oltre alle spiagge, tra le più belle e rinomate del mondo, Zante offre una serie di meraviglie naturali che vale la pena scoprire come il Parco Nazionale Marino con i suoi numerosi sentieri tra le colline e le spiagge dell’isola, permettendo di scoprire panorami mozzafiato e una flora e fauna uniche.

Un viaggio a Zante non sarebbe completo senza assaggiare la deliziosa cucina locale e sperimentare l’ospitalità greca. L’isola offre una varietà di taverne tradizionali e ristoranti dove è possibile gustare piatti tipici (come la moussaka, il souvlaki) e i dolci a base di miele e noci. Inoltre, molti ristoranti utilizzano ingredienti freschi e locali, garantendo un’esperienza culinaria autentica e prelibata.

In conclusione, un viaggio nel cuore dell’isola di Zante offre ai visitatori un’esperienza unica e affascinante, lontana dalle rotte turistiche più battute. La combinazione di storia, tradizioni, meraviglie naturali e ospitalità rende questo territorio un tesoro nascosto tutto da scoprire.

Preparate al più presto i bagagli e prenotate il vostro prossimo viaggio per vivere un’avventura indimenticabile che rimarrà impressa nei vostri ricordi per sempre.

Zante Città in Grecia

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Zante Città, Grecia
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Peñíscola, la città dove le acque del Mediterraneo “sbuffano”

Di splendidi borghi affacciati sul mare ce ne sono tantissimi in tutto il mondo, ma uno è davvero particolare: Peñíscola, cittadina spagnola della Comunità Valenciana, ha mantenuto intatto il suo fascino medievale. Tra le strette viuzze del centro storico, incastonata tra gli edifici, c’è un’apertura che si insinua nelle profondità sotterranee del villaggio, raggiungendo il mare. In particolari condizioni, da qui emerge uno “sbuffo” che inquieta e affascina chi lo ascolta per la prima volta. Scopriamo qualcosa in più su questa magia della natura.

Il Bufador di Peñíscola, capolavoro della natura

Siamo a Peñíscola, uno dei più bei villaggi della Spagna: affacciato sul mar Mediterraneo, offre spiagge meravigliose e attira ogni anno tantissimi turisti – soprattutto in estate. È qui che si trova un’attrazione naturale che ha qualcosa di soprannaturale, e che ha inevitabilmente dato vita a tante leggende misteriose. Si tratta del Bufador di Peñíscola, un varco tra le rocce collegato ad una serie di cunicoli sotterranei che giungono sino al mare. Forse ciò che più rende speciale quella che altrimenti sarebbe una comunissima grotta è il fatto che si trovi nel cuore del centro storico del borgo.

Il Bufador di Peñíscola

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Il Bufador di Peñíscola

L’apertura è incastonata tra alcuni antichi edifici, e ci si può imbattere tranquillamente in essa passeggiando tra le viuzze del paese, arroccato su un promontorio roccioso. C’è poi ancora qualcosa di sensazionale nel Bufador: come lascia intendere il nome, è uno sfiatatoio da cui il Mediterraneo “sbuffa”. Quando le condizioni climatiche lo permettono – ovvero quando il mare si agita ed è in tempesta -, dal varco tra le rocce fuoriesce un suono inquietante che si diffonde nell’aria, per tutto il borgo. Se le acque sono particolarmente agitate, al rumore si aggiunge anche un getto di spruzzi che si innalza dall’apertura, ad intervalli regolari che seguono il moto delle onde.

È un fenomeno naturale davvero suggestivo, attorno al quale si raccontano storie misteriose. Lo sfiatatoio viene anche chiamato il Bufador del Papa Luna, che è il vero nome di Papa Benedetto XIII, l’ultimo dei Pontefici di Avignone: questi scelse Peñíscola come luogo in cui stabilirsi dopo la sua nomina a Papa, trasferendosi presso il castello del paese nel 1415. Il Pontefice riteneva che fosse lo “sbuffo” che fuoriesce ancora oggi dal varco roccioso a scoraggiare i nemici dall’assaltare la città. Si tratta ovviamente solo di una leggenda, ma in effetti mai nessun aggressore si avvicinò a Peñíscola.

Cosa vedere a Peñíscola

Dopo aver dato una sbirciata al Bufador – e con un po’ di fortuna anche ascoltato il suo suono inquietante -, possiamo andare alla scoperta delle altre bellezze di Peñíscola. La prima è senza dubbio il Castello dei Templari, chiamato anche Castello di Papa Luna, situato nel punto più alto della città. Costruito a cavallo tra il ‘200 e il ‘300 dai templari, su ciò che restava di un’antica cittadella araba, è oggi uno dei meglio conservati d’Europa. Papa Benedetto XIII vi si stabilì un secolo dopo, come abbiamo visto, e la sua impronta è evidente nei dettagli.

Forse vi sembrerà di averlo già visto: il castello è stato usato come location de Il Trono di Spade, e in particolare per i paesaggi del regno di Dorne. Molto affascinante è poi anche l’eremo della Vergine della Ermitana, che custodisce l’immagine sacra della patrona della città. Mentre a poca distanza dalla città, per chi ama la natura, c’è il Parco della Sierra de Irta, una riserva meravigliosa che ospita alcune belle architetture come l’eremo di Sant’Antonio e la Torre Badum. Qui si trovano le ultime coste vergini del Mediterrano.

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Wild Garda, spiagge nascoste, panorami e storia

Lago di Garda wild? Si può: incastonata in una delle zone più incontaminate del Lago, abitata sin dalla preistoria, la Riserva della Rocca di Manerba offre facili trekking dal sapore mediterraneo, panorami mozzafiato sul lago e spiagge wild: basti pensare che nel versante lacustre del parco – tra Porto Dusano e Pisenze – è consentito avvicinarsi alla costa solo con imbarcazioni a vela e remi.

I sentieri, situati a bassa quota e ideali per una passeggiata primaverile, si sviluppano tra scavi archeologici, scogliere a strapiombo sull’acqua, vigneti e uliveti lacustri.

Storia, panorami e sentieri

Potete parcheggiare nei pressi del Museo Archeologico (vedi info pratiche in basso), utile per conoscere le motivazioni per le quali l’uomo ha deciso, nel tempo, di insediarsi sul Lago di Garda, e proseguire sul facile percorso informativo disseminato di bacheche descrittive e punti panoramici che ci portano alla Rocca (10 min e 50 m di dislivello in salita), il punto più alto di tutta la zona, che regala una vista panoramica a 360 gradi sul lago: l’Isola dei Conigli accanto a noi, a nord-ovest, gli oltre 2000 m del Monte Baldo a nord-est, la penisola di Sirmione a sud-est, le coltivazioni rurali della riserva proprio sotto di noi.

Dalla Rocca si può proseguire in discesa verso Punta Sasso tramite un sentiero a tratti esposto che richiede più attenzione, e delle scarpe adatte (15 min e 60 m di dislivello in discesa), e che intercetta il sentiero panoramico 801 del CAI.

Negli scavi archeologici nell’area di Punta Sasso sono state rinvenute tracce di un insediamento del Mesolitico databile da 8000 a 5000 anni fa. Sono inoltre venute alla luce tre cerchi di mura databili fra il XII e XIII secolo di cui il più interno racchiude la sommità della Rocca di Manerba. Entro la cinta esterna gli scavi hanno identificato una sequenza stratigrafica che va dalla cultura di Lagozza (4000 a.C.) alla fortificazione medievale da cui il sito trae il nome.

I reperti archeologici dimostrano la presenza di insediamenti Etruschi, dei Galli Cenomani e dei Romani. Nel 776 la Rocca fu l’ultimo baluardo di resistenza dei Longobardi ai Franchi di Carlo Magno, che un secolo dopo, donò i terreni circostanti ed in riva al lago, ai monaci di San Zeno di Verona. Successivamente la proprietà della Rocca fu degli Scaligeri, dei Visconti ed infine della Repubblica Veneta che espugnò e distrusse l’ultima struttura medievale nel 1574, in quanto divenuta un rifugio di briganti.

Punta Sasso ci offre una vista del lago diversa, una scogliera a strapiombo sull’acqua che, con i suoi 90 m di salto, richiama panorami più oceanici.

Vedete le spiaggette nascoste lì sotto? Sono raggiungibili anche senza paracadute 😉 attraverso un bel sentiero nel bosco, vedi oltre.

Le spiaggette nascoste della Rocca viste dal sentiero 801
Le spiaggette nascoste della Rocca viste dal sentiero 801

Vale la pena proseguire sul sentiero 801 verso sud (lago alla vostra sinistra), che costeggia il lago dall’alto della scogliera: l’acqua a perdita d’occhio, il contesto selvaggio, una macchia e odori a tratti simili a quelli mediterranei fanno decisamente pensare ad un trekking marino.

Se proseguite oltre, il sentiero si allontana dal lago passando per boschi e zone agricole con coltivazioni a vigneti ed uliveti, per poi arrivare alla chiesetta di San Giorgio, di epoca romanica, da cui si torna a godere di panorami lacustri. Se si prosegue oltre si arriva a Porto Dusano (ca 2 km da Punta Sasso).

Le spiagge della Riserva

Invece, proseguendo sull’801 verso nord (lago alla vostra destra) si arriva alla bella ed estesa spiaggia Pisenze – di ciottoli, stretta ma abbastanza estesa, priva di servizi – nei pressi dell’omonimo ristorante. Periodicamente visitata da coppie di cigni bianchi, si ha da qui una bella vista sulle montagne circostanti e sull’isole di San Biagio, che è possibile visitare o a piedi – quando la bassa marea lo permette – o noleggiando un sup o un kayak (se non siete pratici meglio tramite un tour accompagnato) presso Garda Sup (+39 389 2022414), presente nella Spiaggia Pisenze. La spiaggia va in ombra a metà pomeriggio ed è vietata ai cani.

Spiaggia Pisenze vista da Punta Sasso
Spiaggia Pisenze vista da Punta Sasso

Mentre Pisenze è collegata alla viabilità stradale, le spiagge sotto alle scogliere a strapiombo di Punta Sasso sono raggiungibili solo tramite sentiero, accedendo alla riserva da sud.

La Riserva di Manerba si estende alle acque di questo tratto, a cui è consentito avvicinarsi solo con imbarcazioni a vela e remi. Le spiagge di questo tratto, quindi, isolate dal contesto prevalentemente urbano del lago, e protette dall’intrusione dei motori, costituiscono davvero uno spettacolo della natura.

Info Pratiche – Spiagge (accesso da sud)

🚗 Uscita Desenzano della A4, SP572 verso Desenzano/Salò fino ad una rotonda con una grande pianta in metallo al centro, dove si prende Via Valtenesi a destra seguendo le indicazioni per il Parco archeologico naturalistico. Si prosegue seguendo le indicazioni per il Parco/Porto Dusano prendendo, nei pressi della destinazione, Via San Giorgio prima e poi Via Agello a sinistra fino all’omonimo parcheggio (45.550358, 10.570759; Via Agello, 10, 25080 Manerba del Garda (BS); ampio parcheggio, auto a € 4 al giorno; area camper aperta da maggio a settembre con bar, in contesto prevalentemente naturale: notte € 8, giorno € 8, solo carico e scarico € 5).

Fonte: riservaroccamanerba.com

I sentieri della Riserva della Rocca di Manerba – Credits: riservaroccamanerba.com

👣 Si prosegue a piedi su via Agello e, non appena la strada si fa sterrata e carrabile per i soli residenti, si gira a destra in Via Marinello che si segue fino al cartello marrone “Pieve” (45.55049, 10.57528), dove si lascia la strada principale per il sentiero che si infila nel bosco. Dovete, subito dopo, cercare il sentierino che scende verso il lago, con il lago stesso alla vostra destra. Passata una porta abbandonata in mattoni, si continua a scendere fino ad arrivare all’altitudine del lago, dove troverete alcune piccole spiaggette.

Da qui si prende una traccia a sinistra che corre lungo il profilo del lago tenendolo alla vostra destra. Questa traccia porta a diverse calette, tutte selvagge e nascoste, alcune di rocce altre di ciottoli. Una delle prime che incontrerete è frequentata da naturisti.

Ecco le mie spiagge preferite! Seguite la traccia che costeggia il lago (con lo stesso alla vostra destra) per circa 3-400 m: si trovano una dietro l’altra in queste posizioni, 45.5534, 10.5782 e 45.55401, 10.5781, sono entrambe di ciottoli, abbastanza larghe ed estese (circa 50 m ciascuna).

Le spiaggette nascoste della Riserva

Le due spiagge sono entrambe soleggiate, con ampie zone di ombra naturale grazie al lussureggiante bosco che arriva fino alla riva e vanno in ombra a metà pomeriggio.

Dal parcheggio tenete conto di almeno 30 minuti di cammino abbastanza facile, ma non segnalato: considerate tuttavia che, anche se fino al cartello marrone il percorso è prevalentemente in piano, successivamente si affronta un dislivello di ca 60 m. Servono calzature da escursionismo.

Info Pratiche per la Rocca (accesso da nord)

Se prediligete gli scavi alle spiagge, conviene forse approcciare la riserva da nord, seguendo le indicazioni per il Parco Archeologico Naturalistico fino al parcheggio di Via della Rocca, 16 a Manerba del Garda (45.556539, 10.568915). È  il più caro della zona (€ 2 l’ora, alcuni segnalano multe per una ZTL mal segnalata, a noi non è capitato) ma si trova accanto al Museo Civico Archeologico e dà immediato accesso al percorso informativo che ci porta alla Rocca (Dislivello: 50 m in salita).

Se cercate un parcheggio gratuito ce n’è uno da 70 posti all’angolo tra Via del Torchio e Via dei Pradelli (45.557731, 10.561053, Via del Torchio, 23, Manerba del Garda), da cui il Museo Archeologico dista 800 m (15 min e 70 m di dislivello).

In alternativa potete iniziare la vostra escursione prendendo il sentiero CAI presso il Ristorante Pisenze (700 m di sentiero e 120 di dislivello fino alla Rocca, servono scarpe adatte): le Vie Duca D’Aosta e Pisenze sono attrezzate con parcheggi a pagamento (1€ l’ora o 7€ tutto il giorno) e da qui potete rapidamente accedere alla omonima spiaggia. Inoltre il Ristorante (buona scelta per mangiare vista lago; 45.559293, 10.569740; +39 0365 552358; via Duca D’Aosta, 23, 25080 Manerba del Garda), offre un parcheggio riservato ai suoi clienti.

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La passerella sospesa tra cielo e mare nel cuore del Mediterraneo

C’è un luogo fantastico che sembra invitare a toccare il cielo e, al contempo, fare un tuffo dove l’acqua è più blu: è la passerella del Mucem, il Museo delle civiltà dell’Europa e del Mediterraneo di Marsiglia. Un cammino che non è solo fisico e suggestivo, ma anche metaforico, perché collega due sponde del nostro mare e lancia un messaggio di uguaglianza, di comunicazione e inclusione.

La passerella, sospesa tra cielo e mare, si eleva a diversi metri dal livello dell’acqua e, vista da lontano, sembra quasi una linea sottile, un filo su cui tantissime persone possono camminare per toccare due mondi apparentemente distanti che, invece, sono incredibilmente vicini.

Il Mucem e l’idea della passerella

Ma facciamo un passo indietro e proviamo a spiegare in cosa consiste il Mucem, uno dei capolavori di Marsiglia. Nato nel 2013, è uno dei più grandi e importanti musei etnografici del mondo intero. Si estende su un totale di quasi 56.000 metri quadrati ed è formato da due edifici: uno è lo storico Forte di Saint-Jean, fatto costruire e inaugurato nel 1660 da Luigi XIV di Francia e l’altro è un complesso moderno progettato dall’architetto francese Rudy Ricciotti.

Una passerella incantevole, intrisa d'arte: è quella del Mucem di Marsiglia

L’idea alla base del Mucem è quella, come abbiamo già accennato, di collegare il passato e il presente. Per questa ragione è nata la suggestiva passerella, che va dall’edificio ultramoderno progettato da Ricciotti al Forte, estendendosi per oltre 115 metri.

Il Forte, l’edificio moderno e la passerella sospesa

La passerella sospesa, dunque, collega uno dei monumenti storici della città francese a un edificio moderno e all’avanguardia. L’idea di dar vita al cammino sospeso è nata in corso d’opera, quando si stava progettando l’edificio ultramoderno di Ricciotti in occasione della proclamazione di Marsiglia come Capitale Europea della Cultura 2013. Nel corso del 2012, il Forte di Saint-Jean era stato ristrutturato su progetto dell’architetto Roland Carta e le sue parti più elevate si prestavano, dunque, come appoggio più che solido per questo “ponte”.

La passerella del Mucem di Marsiglia

Dall’altro lato, l’edificio progettato da Ricciotti (che prende il nome di J4) era altrettanto perfetto come punto d’avvio/d’arrivo del ponte. Costruito da due solidissimi parallelepipedi a base quadrata e sormontato da una sorta di “scatola” contraddistinta da trafori in calcestruzzo fibro-rinforzato, sembrava naturalmente portato ad accogliere il passaggio. Così, detto fatto: nel giro di un solo anno i due edifici sono stati connessi e passeggiare lungo la passerella è diventata un’esperienza da non perdere.

L’essenza del Mucem e della passerella

Il passato e il presente si incontrano e ci rendono chi siamo: questo è il senso del Mucem e della sua passerella, senza troppi fronzoli e senza giri di parole. La missione di entrambi gli edifici connessi dal “ponte” è, infatti, quella di analizzare e raccontare tutte le radici del Mediterraneo, culla della civiltà, narrando tutte le tensioni e le passioni che le hanno attraversate e che, ancora oggi, le attraversano. Il Forte raccoglie al suo interno le mostre permanenti sui resti più antichi e accoglie i visitatori con un giardino botanico (il Giardino delle Migrazioni) che ha alberi, fiori e arbusti tipici del Mediterraneo.

La passerella del Mucem di Marsiglia

J4 accoglie, invece, le mostre temporanee e l’arte più moderna e già di per sé costituisce un’opera d’arte: è a conti fatti un enorme frangisole, che grazie ai suoi pannelli in vetro e ai succitati trafori in calcestruzzo fibro-rinforzato, cambia colore in base al momento della giornata e alle condizioni climatiche, per altro accogliendo e rifrangendo anche i riflessi dell’acqua. Attraversare la passerella, dunque, ci ricorda che ogni parte del nostro tempo ci rende ciò che siamo oggi. E può insegnarci, decisamente, a essere inclusivi e migliori.

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Le location spagnole di “House of the Dragon”

Se i Paesi nordici come Irlanda e Islanda erano stati i set prediletti dove ambientare “Il trono di spade”, per il prequel “House of the Dragon” si è puntato su luoghi soleggiati.

La Spagna è stato il Paese individuato dalla produzione dove girare la maggior parte delle scene. Cieli blu, giardini lussureggianti, villaggi mediterranei sono una costante nella serie che introduce le vicende dalla famiglia Targaryen che siede sul Trono di Spade.

I giardini di Lloret de Mar

La principessa Rhaenyra, figlia del re Viserys ed erede al trono, nel primo episodio, passeggia in uno splendido parco affacciato sul mare. Si tratta dei Giardini di Santa Clotilde che si trovano nella nota località di villeggiatura di Lloret de Mar, sulla Costa Brava, e di cui pochi conoscono l’esistenza. Eppure, furono realizzati nel 1927 da Raúl Roviralta, in collaborazione con Nicolás María Rubió i Tudurí, che seppe valorizzare la posizione privilegiata di questi terreni, sfruttando al meglio la forte pendenza della scogliera.

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Fonte: 123rf

I Giardini di Santa Clotilde a Lloret de Mar

Dalla spianata della casa parte una grande scalinata verde con sculture di sirene. Tutti i sentieri, i viali, le piazzole e le scale sono definiti da siepi tagliate che formano una splendida architettura verde.

Cáceres, nell’Estremadura

Già vista più volte in “Game of Thrones”, la località di Cáceres, nell’Estremadura, patrimonio mondiale dell’Unesco, è stata il set anche di “House of the Dragon”. La Plaza de Santa María e la Cuesta de Aldana sono facilmente riconoscibili nel primo episodio della serie. A ricordo di ciò, nella Plaza de San Jorge è stata eretta una grande statua dei draghi.

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Fonte: 123rf

Il centro di Cáceres, nell’Estremadura, in Spagna

Il castello di Granada

Non è facile da riconoscere, ma vi hanno girato alcune scene notturne con i draghi. Stiamo parlando del Castello di La Calahorra a Granada, risalente al XVI secolo e di proprietà privata.

Molto più frequente è, invece, la location dove è stata ambientata Roccia del Drago, il luogo di nascita di Casa Targaryen, Signori dei Draghi.

La penisola di Gaztelugatxe

Roccia del Drago si trova nei Paesi Baschi, in Spagna, ed è nella realtà la penisola di Gaztelugatxe, un piccolo lembo di terra collegato con la terraferma da un ponte di pietra nei pressi di Bermeo. Il nome è difficilissimo da pronunciare e deriva dal basco “gaztelu”, “castello”, e da “gaitz”,”terribile” ovvero “castello pericoloso”.

Anche nella realtà, sembra un luogo uscito direttamente da un romanzo d’avventura. Circondato dal Mar Cantabrico e dal monte Burgoa, si trova sulla costa di Biscaglia all’interno della Riserva della Biosfera di Urdaibai, lontano da qualunque centro urbano. la città più vicina è Bilbao, che dista circa 35 chilometri. Se vi capita di visitare la Capitale dei Paesi Baschi, una gita a Gaztelugatxe è d’obbligo.

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Fonte: 123rf

La vera isola di Roccia del Drago, nei Paesi Baschi, Spagna