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Sembra una spiaggia come un’altra. In realtà è formata da milioni di stelle

Volete fare un tuffo non solo dove l’acqua è più blu, ma anche dove imita, letteralmente, il cielo? Allora questo è il luogo perfetto per voi: esiste una spiaggia, nel mondo, all’apparenza normale (seppur bellissima), ma che ha una particolarità straordinaria: la sua “sabbia” è formata da milioni di stelle.

E no, non stiamo esagerando: letteralmente ciò che compone la spiaggia sono minuscole stelline, suggestive, con colori che vanno dal bianco al rosa, virando talvolta per il giallo e per l’ocra. Se ve lo state chiedendo, non si tratta di un posto che si trova in un pianeta lontano: è proprio qui, sul pianeta Terra.

La spiaggia formata da milioni di stelle

Come si chiama questa incantevole spiaggia e dove si trova, dunque? Il suo nome è Hoshizuna-no-Hama, che significa letteralmente sabbia a forma di stella. Si trova a Irimote, seconda isola più grande dell’arcipelago di Okinawa. Ora, nel caso non lo sappiate, già questo splendido arcipelago del Giappone attira migliaia di turisti ogni anno, desiderosi di scoprire le spiagge delle sue isole.

Una vista di Hoshizuna-no-Hama e della sua sabbia stellare

Tuttavia, non tutti si spostano verso Irimote, che è per altro un luogo davvero incantevole di per sé, e non hanno idea dell’esistenza di Hoshizuna-no-Hama che, invece, dovrebbe davvero diventare una tappa obbligata. Qui, sulla punta settentrionale dell’arcipelago, si può assistere a tramonti spettacolari e fare il bagno in acque chiarissime, scoprendo peraltro degli scorci poco turistici e ancora incontaminati. E poi ci sono le stelle, ovviamente.

Cosa sono le stelle della spiaggia di Hoshizuna-no-Hama?

Siamo sicuri che vorrete sapere di cosa si tratta per l’esattezza. Ecco, le stelle della spiaggia di Hoshizuna-no-Hama sono ciò che ricopre l’intera spiaggia. A dar loro notorietà sono stati, in particolare, i social network: gli avventori arrivati su questo prezioso scorcio di Okinawa si sono accorti, raccogliendo la “sabbia” di questi granelli a forma di stella e hanno notato che, peraltro, erano in netta maggioranza rispetto alla sabbia normale.

A dare una risposta al tam-tam social sono stati tantissimi esperti e biologi marini, che hanno spiegato che in realtà queste minuscole stelle altro non sono che esoscheletri di protisti, ovvero di organismi non classificabili né come animali né come vegetali, chiamati Baclogypsina Sphaerulat.

La particolarissima "sabbia" di Hoshizuna-no-Hama

Questi particolari organismi, grandi appena un 1 millimetro, hanno un esoscheletro, appunto, una sorta di corazza esterna con cinque piccole punte che richiamano la forma di una stella che permette di assecondare il movimento delle correnti e spostarsi. Generalmente vivono sui fondali della spiaggia, nascosti tra le alghe, ma devono comunque “muoversi” per proliferare. Quando muoiono, il loro esoscheletro rimane vuoto e si sposta ancor più facilmente, andando a depositarsi verso le spiagge.

Hoshizuna-no-Hama: una storia di stelle e tifoni

Ma non è solo lo spostamento dovuto alle correnti a riempire la spiaggia di Hoshizuna-no-Hama di piccole e bellissime stelle. A fare la maggior parte del lavoro è la stagione dei tifoni. L’arcipelago di Okinawa, infatti, è interessato da questi fenomeni naturali e meteorologici da giugno a novembre, con picchi tra agosto e ottobre.

Uno scorcio della spiaggia di Hoshizuna-no-Hama a Okinawa, con la sua sabbia stellare

Anche se non è esattamente il momento migliore per andare in spiaggia, è proprio dopo i tifoni che Hoshizuna-no-Hama diventa ancor più ricca di stelle e stelline. Se doveste mai recarvi a Hoshizuna-no-Hama non dimenticate di fotografare le sue stelle, ma occhio a lasciarle lì: mai saccheggiare un ambiente naturale!

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Bagno al caldo: i mari d’Europa con le temperature più alte

Un tuffo dove l’acqua è più blu, niente di più: i versi della canzone di Lucio Battisti sono sempre attuali, ma se oltre all’acqua cristallina volessimo trovare anche temperature miti? Non bisogna andare troppo lontano o puntare sui mari tropicali, anche in Europa l’acqua invita a fare un bel bagno al caldo.

Il primato di Grecia e Balcani

Le splendide acque del Mar Egeo e dello Ionio lambiscono le coste della Grecia, una delle tappe che non devono mai mancare se siamo alla ricerca di temperature gradevoli che rimangono tali fino a settembre, sfiorando i 27 gradi. Ad esempio, l’Isola di Gavdos è una delle spiagge più ricercate d’Europa perché bagnata da uno dei mari più caldi del Mediterraneo, il Mar Libico. C’è un’altra isola ellenica che non è da meno, Rodi, un vero e proprio paradiso per bagnanti e surfisti fino all’autunno inoltrato grazie alle piacevoli correnti del Mar di Levante.

Cipro, poi, può vantare sole tutto l’anno (ben 300 giorni!), dunque le temperature del Mediterraneo arrivano anche a 28 gradi. Se invece vogliamo spostarci più a Ovest, fino quasi a lambire le coste italiane, non possiamo rinunciare a un viaggio a Malta. Nell’arcipelago al centro del Mar Mediterraneo le temperature delle acque si aggirano attorno ai 26 gradi, in particolare in prossimità delle spiagge più frequentate come Laguna Blu, nei pressi di Comino, e Paradise Bay a Mellieha.

Il mare caldo dell'Isola di Rodi

Fonte: 123RF

Il mare cristallino e caldo di Rodi

E che dire dei Balcani? Le coste della Croazia sono tra le più affascinanti d’Europa, a cui si aggiunge anche la possibilità di tuffarsi in una delle parti più calde del Mar Adriatico. I 25 gradi di queste acque sono un richiamo irresistibile e invitano chiunque a fare un bagno rilassante. Dell’Albania, invece, si parla meno come meta turistica ma non ha nulla da invidiare a molte altre località. Le acque dolci, calme e soprattutto calde (le temperature superano i 25 gradi) del Mar Ionio e del Mar Adriatico bagnano le coste del paese: ad esempio Darielos Beach è una delle spiagge più esotiche dei lidi albanesi.

Non solo Mediterraneo

Le coste italiane sono rinomate in tutto il mondo e ogni anno sono prese d’assalto da turisti provenienti da ogni parte del pianeta. Se siamo alla ricerca di quei mari in cui godere di un gradevole tepore, dobbiamo andare nel Golfo di Catania che affaccia sul Mar Ionio oppure a Pantelleria, l’isola “circondata” dal Mediterraneo: qui infatti le temperature possono arrivare fino a 27 gradi. Se si risale la Penisola, invece, si raggiunge il Golfo di Napoli, in cui il Mar Tirreno registra appena un grado in meno.

Lo stesso clima e soprattutto le stesse acque si possono trovare in Spagna: il Mediterraneo che lambisce le coste di Andalusia, Costa del Sol e Barcellona assicura più di 25 gradi quando si è in acqua, non solo in estate ma anche per gran parte dell’anno. Infine, l’esperienza unica di un bagno al caldo nell’oceano si può fare anche in Europa, più precisamente ad Algar de Benagil, in Portogallo. Questo villaggio di pescatori costellato da spiagge e grotte marine si affaccia sull’Oceano Atlantico che da queste parti raggiunge anche i 25 gradi in estate.

Una delle spiagge della Costa del Sol

Fonte: 123RF

Costa del Sol, la spiaggia di Nerja
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La spiaggia italiana con un fiume che si getta in mare

Cosa succede quando le acque turchesi di un piccolo fiume si riversano nel mare? Solitamente ha origine un bellissimo panorama naturale, ma c’è almeno un caso in cui quella che nasce è una vera e propria oasi unica al mondo, una meraviglia che lascia tutti senza fiato.

La spiaggia di Chidro, paradiso naturale

Il Salento è una terra dalle mille sorprese, dove si incontrano paesaggi incantevoli e un’antichissima tradizione fatta di arte, cultura e saporitissime prelibatezze. Da sempre tra le mete preferite dai turisti per le vacanze estive, vanta una lunga serie di spiagge meravigliose che sono diventate celebri in tutto il mondo, e che nulla hanno da invidiare ad alcuni paradisi esotici – non a caso alcune di queste località prendono il nome di Maldive del Salento. È nel tratto di costa pugliese affacciata sul mar Ionio che la natura ha dato vita ad una bellezza incredibile, perlopiù sconosciuta a chi viene da fuori (e che per questo mantiene ancora intatto il suo fascino).

Stiamo parlando della spiaggia di Chidro, che prende il nome dall’omonimo fiume da cui ha avuto origine. Questo breve corso d’acqua nasce nel cuore della regione, a metà strada circa tra Taranto e Lecce: per la maggior parte della sua lunghezza, scorre sotto terra in un ambiente che ha un immenso valore storico e naturalistico. Non solo è l’habitat di numerose specie ittiche, alcune delle quali molto rare, ma è anche il sito in cui sono stati scoperti dei preziosi sarcofagi marmorei risalenti all’epoca romana. È una vera perla per chi ama le immersioni subacquee, perché nei suoi 13 km scavati nelle profondità della terra regala visioni mozzafiato.

Ma è nel suo emergere alla luce del sole che il fiume compie qualcosa di straordinario. Gli ultimi 500 metri del suo corso si dipanano in superficie, in una breve ma suggestiva fuga verso il mare. Ed è qui che nasce una spiaggia deliziosa, in una cornice naturale fatta di fitte canne, verde vegetazione lussureggiante e sabbia bianchissima. Le acque del Chidro, fredde e cristalline, si mescolano con quelle molto più calde dello Ionio e creano una piccola zona dove la temperatura è perfetta per trovare il giusto refrigerio durante le roventi giornate estive.

La splendida spiaggia del fiume Chidro

Fonte: iStock | Ph. simona flamigni

La spiaggia del fiume Chidro

Il fiume Chidro, tra storia e leggenda

Il fiume Chidro, seppure brevissimo nel suo tratto fuori terra, è racchiuso in un panorama incantevole. La Riserva Naturale che ha avuto origine dalla sua foce include la bellissima spiaggia dove grandi e piccini si recano per giocare in acque fresche e godersi un paesaggio da sogno. Ma non tutti sanno che questo luogo meraviglioso nasconde un’antica leggenda. Si narra che San Pietro Apostolo, nel viaggio per mare che lo avrebbe condotto a Roma, fece scalo proprio in Puglia per rifornire di acqua la sua nave. Pare che sia proprio la sorgente del fiume Chidro ad aver visto i primi battesimi effettuati dal santo.

Ma la leggenda ha diverse varianti: una di esse racconta che San Pietro attraversò il fiume piangendo, e che le sue lacrime si trasformarono immediatamente in conchiglie. Per questo motivo gli antichi abitanti di questa zona erano soliti raccogliere conchiglie e conservarle, per omaggiare l’Apostolo e preservare le sue lacrime pietrificate. Un’altra versione vuole invece che San Pietro giunse in questa località e si fece il segno della croce davanti ad una statua raffigurante Zeus, la quale andò in mille frantumi davanti al suo gesto.

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C’è un posto speciale in Italia che ha ispirato La Sirenetta. E ora è in vendita

Un luogo silenzioso, circondato dalla natura, che si affaccia sul mare e che si trova in Italia: sì, le origini de La Sirenetta di Hans Christian Andersen sono da ricercarsi nel Belpaese e, precisamente, in quel di Sestri Levante. Proprio qui si trova, infatti, una prestigiosa tenuta comprensiva di parco, villa e vista privilegiata sul golfo ligure dove lo scrittore alloggiò per un breve periodo e che pare avergli suggerito l’iconica storia.

La notizia del momento, però, non riguarda l’esistenza della villa in sé e per sé, considerando che questo luogo era già noto ai più. No, la vera novità è che adesso la tenuta è in vendita: l’annuncio è apparso sul sito web Lionard Luxury Real Estate. E, obiettivamente, fa sognare.

Le caratteristiche della villa de La Sirenetta

Perché questa villa è così speciale e particolare? Perché offre uno scorcio incantevole della riviera ligure, certo, ma non solo. La dimora, una vera e propria magione, fu progettata dall’architetto Luigi Carlo Daneri, che si rifece alle opere e a linguaggio di Le Corbusier. È un esempio tipico di villa pieds dans l’eau, che, tradotto dal francese, significa “villa con i piedi in acqua” per la sua vicinanza al mare.

Sestri Levante: è in vendita la villa che ispirò la Sirenetta

Sì, perché la villa conta su un accesso riservato al mare, con tanto di spiaggia e molo privati. L’intera proprietà si snoda su quasi 25.000 metri quadri, di cui 1.100 occupati dalla dimora, che si eleva su tre livelli tutti dotate di ampie vetrate panoramiche e comprende nove camere da letto, sei bagni e un’enorme cucina dotate di ogni possibile comfort. Non solo: all’esterno si trovano anche una splendida piscina e un piccolo campo da calcio, oltre che enormi spazi verdi ricchi di vegetazione, dotati di sentieri naturali, che permettono di passeggiare e meditare.

Quanto costa la villa de La Sirenetta?

Se si è fortunati, dunque, si può diventare proprietari del luogo dove Hans Christian Andersen concepì l’idea de La Sirenetta. Chiaramente, ci vuole anche un cospicuo conto in banca: la trattativa per la vendita è riservata e considerando che questa splendida villa italiana è stata ufficialmente dichiara Monumento Nazionale di Architettura Moderna, non ci si può aspettare una richiesta inferiore a 20 milioni di euro.

Sestri Levante: qui nacque La Sirenetta e il luogo speciale che la ispirò è in vendita

Per altro, bisogna considerare che per anni la villa è appartenuta a un famoso editore italiano che oltre a usarla solo come residenza estiva, l’ha sempre trattata talmente tanto bene che ogni arredo, ogni decoro e ogni dettaglio sembrano nuovi e immacolati. Nel corso dei secoli, per altro, la tenuta ha ospitato grandi nomi della letteratura, del design e dell’architettura: ciò che si acquista, dunque, non è solo una splendida tenuta ma anche un vero e proprio pezzo di storia.

La villa di Sestri Levante e La Sirenetta

Ma tornando a La Sirenetta, perché si dice che questa prestigiosa villa abbia ispirato Andersen? È presto spiegato: la dimora sorge appunto a Sestri Levante, che ha uno dei centri storici più belli e particolari d’Italia: si articola, infatti, in una striscia di terra che divide il mare in due baie incantevoli, quella del Silenzio e quella delle Favole. Proprio il centro storico di levante, un istmo di terra così particolare, sarebbe nato, secondo la leggenda, per via di un amore proibito.

Quale amore? Quello fra la sirena Segesta, con occhi d’argento e capelli rosso fuoco, che Nettuno aveva eletto come sua figlia più bella, e il tritone Tigullio. A Segesta e alle altre sirene, Nettuno aveva dato il permesso di emergere e giacere sugli scogli per presidiare il luogo: con la loro bellezza, infatti, le sirene distraevano pirati e pescatori malintenzionati, li attraevano e poi Nettuno stesso li giustiziava, onde evitare che rovinassero quello scorcio così belli.

I tritoni, invece, avevano il ruolo di presidiare i fondali e non era stato dato loro il permesso di emergere: la loro bontà e la loro indulgenza era nota ai più, erano sempre un po’ ingenui e ciò non li rendeva adatti a svolgere il compito che invece le furbe sirene portavano a termine egregiamente. Tuttavia, un giorno, mentre Tigullio svolgeva il suo ruolo e si annoiava, fu colpito dal canto più bello che avesse mai sentito.

In Liguria c'è una villa che ha ispirato La Sirenetta: e ora è in vendita

Tigullio provò a rimanere indifferente, ma di fatto, ogni giorno, per tre giorni, quel canto ammaliante gli colpiva il cuore e gli rapiva l’anima. La terza sera, quando la Luna stava sorgendo, Tigullio nuotò e nuotò per emergere, disobbedendo a Nettuno: lì vide Segesta, con la pelle chiarissima baciata dalla luce lunare, i capelli rossi che brillavano e gli occhi talmente tanto accesi da farlo innamorare subito, perdutamente.

Per Segesta non fu diverso. I tritoni, generalmente, erano brutti, un po’ deformi. Tigullio, invece, era bellissimo con la sua pelle ocra, gli occhi azzurri come il mare, i capelli neri che gli incorniciavano il viso e il corpo proporzionato. Ma non solo: era anche la creatura più dolce e gentile che avesse mai visto. Nei primi giorni, però, i due non si toccavano. Si guardavano, parlavano e Tigullio ascoltava il canto di Segesta, avvicinandosi ogni giorno un poco di più, senza osare fare altro.

Un giorno, però, i due erano talmente vicini che Tigullio toccò la coda della bella Segesta. Questo tocco fece sì che Nettuno si accorgesse di ciò che stava accadendo: un tritone e la sua figlia più amata e bella si stavano avvicinando senza che fosse lui a decretare la loro unione. Furioso, il dio del mare scagliò su Tigullio una maledizione che lo pietrificò, senza però tenere conto che il tritone aveva la mano sulla coda della sirena, che venne pietrificata anch’essa.

Da allora, si dice che il centro di Sestri altro che non sia che il corpo di Tigullio aggrappato alla coda pietrificata di Segesta. E proprio questa storia così straziante portò Andersen a inventare La Sirenetta, sostituendo però il tritone con un essere umano.

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In Italia esiste una spiaggia che sembra fatta di riso

Non stupisce sapere che è una delle più amate d’Italia: questa spiaggia che sembra fatta di riso è talmente bella da attirare migliaia di turisti, anno dopo anno. Dove si trova? In Sardegna, precisamente in provincia di Oristano.

Il suo nome è Is Arutas e il colpo d’occhio (anche solo guardandola in foto) lascia davvero a bocca aperta: una distesa candida, intervallata da rocce e da piccole macchie di erbe costiere, che discende dolcemente verso acque chiare e cristalline. Non vedete l’ora di saperne di più, vero?

Una spiaggia fatta di riso?

Ma la spiaggia di Is Arutas è davvero fatta di riso? Chiaramente no. Ma non è neanche fatta di sabbia bianca, come pensano, erroneamente, tantissime persone. A caratterizzare questa spiaggia sono centinaia di metri di granelli di quarzo, che vanno da dimensioni microscopiche a dimensioni pari, appunto, a quelle dei chicchi di riso. A ben guardarli, per altro, non sono neanche tutti bianchi: i “chicchi” hanno delle bellissime sfumature cangianti.

Is Arutas, la "spiaggia di Riso" in Sardegna

Se di fronte alla spiaggia lucente si trova il mare, alle sue spalle si trovano alte dune e uno stagno. Si può accedere a questo luogo speciale grazie ad appositi sentieri e passerelle che permettono di godere anche del paesaggio tipico della penisola del Sinis, a metà tra il selvaggio e l’onirico.

Le bellezze di Is Arutas

Ma cosa significa Is Arutas? Pare che in sardo il nome voglia dire le grotte e sarebbe dovuto al fatto che proprio in questo spazio di terra si trovavano alcune grotte erose con il tempo. Per raggiungerla bisogna, d’altro canto, passare per un luogo sacro della preistoria, San Salvatore di Sinis, e la spiaggia si estende fra due speroni rocciosi. Osservando la spiaggia si ha la sensazione che non esista un distacco netto tra cielo, terra e acqua: la sensazione è talmente intensa da risultare immediatamente rilassante e sopraffacente.

La spiaggia di Is Arutas in Sardegna: sembra riso

Un’altra peculiarità (e bellezza) di Is Arutas riguarda le acque: questa splendida spiaggia della Sardegna si contraddistingue per un fondale che diventa profondo a pochi metri dalla riva, pur restando chiaro e limpidissimo. Inoltre, per i venti che tirano sul luogo, è il posto perfetto per gli appassionati di wind e kite surf.

Chicchi di riso da salvare

C’è una cosa che, però, bisogna sapere su questo incantevole luogo: per quanto incantevoli siano, i granelli di quarzo vanno lasciati esattamente dove sono. Nel corso degli anni, infatti, la spiaggia di Is Arutas è stata letteralmente saccheggiata, cosa che la mette in pericolo e ne impedisce la corretta preservazione e conservazione. Tantissime persone sono attratte dalle tonalità del quarzo: bianco, rosa, verde e persino azzurro o turchese.

La bianchissima spiaggia di Is Arutas in Sardegna

Nonostante la loro straordinaria bellezza, però, portare con sé anche solo un “chicco di riso” significa mancare di rispetto alla natura e alla bellezza del luogo, condannandolo a diventare sempre più cupo. Meglio, dunque, godersi questo spettacolo quando si è in loco, ripromettendosi al più di tornare presto per raccogliere i chicchi a piene mani e vederli brillare al sole, piuttosto che portarli via e vederli diventare sempre più opachi, sottraendo qualcosa di prezioso a un luogo davvero magico.

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Una scoperta sensazionale nei nostri fondali marini

Sotto il mare si nascondono ancora oggi incredibili segreti. Senza andare molto lontano, al largo delle nostre coste è appena stata fatta un’eccezionale scoperta che potrebbe riscrivere la storia.

E, come spesso accade, la scoperta è assolutamente casuale ed è avvenuta nel corso di un’operazione di routine.

L’antico relitto

I Carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Udine stavano, infatti, monitorando un vasto specchio d’acqua alla Foce del Timavo quando si sono accorti che sui fondali c’era qualcosa di inaspettato.

Nei pressi dell’isola di Pampagnola, vicino alla nota località di villeggiatura di Grado, hanno così individuato un’imbarcazione di epoca romana di cui nulla si sapeva finora, ma si è subito capito che si trattava di una scoperta di eccezionale importanza storica.

Il relitto era in buona parte nascosto dalla sabbia dei fondali del Mar Adriatico a una profondità di circa 5 metri. La porzione dell’imbarcazione visibile finora è lunga all’incirca 12 metri, ma si stima misuri almeno il doppio.

Nei pressi dell’antica barca, presso il Canale delle Mee di Grado, lo storico ingresso al porto fluviale di Aquileia, che all’epoca era la quarta città dell’Impero Romano, sono state rinvenute anche due anfore risalenti al I secolo a.C. e porzioni di anfore e brocche risalenti al II-III secolo d.C..

Le altre scoperte nella zona

Il luogo dove è stata fatta la scoperta non è nuovo a incredibili ritrovamenti. Nel 2000, era stato fatto un altro ritrovamento, quello di un vascello denominato “Grado 2“, naufragato nel III secolo a.C., prima ancora della fondazione della città di Aquileia. Il relitto si trovava a una ventina di metri sotto il livello del mare.

Questa era infatti una rotta commerciale molto battuta, in quanto collegava l’attuale Friuli-Venezia Giulia con il resto d’Italia e il mondo ellenico.

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La torre sospesa tra il mare e la Via Lattea è uno spettacolo

Esistono luoghi così incredibilmente straordinari da non sembrare veri perché i colori e le forme che gli appartengo sembrano quelli usciti dai sogni più belli. Eppure questi posti sono reali e sono bellissimi come solo loro sanno essere.

Come quella torre, situata a pochi chilometri dalla capitale d’Italia, che è sospesa tra il mare e la Via Lattea. Una guardiana antica e solitaria che si trova lì da secoli a testimoniare una storia antichissima e mai dimenticata.

Il suo nome è Torre Astura, ed è un edificio fortificato che affonda i suoi basamenti nell’acqua azzurra e cristallina che bagna la città di Nettuno. E quando è illuminata solo dalle stelle dà vita a uno spettacolo magico.

Benvenuti a Torre Astura

Percorrendo la strada provinciale Acciarella, che da Nettuno conduce a Latina, ci si trova davanti a un bosco lussureggiante, quello di Foglino. Dopo averlo superato è possibile avvistare un parcheggio dal quale parte una lunga passeggiata che porta a Torre Astura.

Il tragitto è caratterizzato da prati e cespugli, da tratti boschivi, pinete, e arbusti e piante della macchia mediterranea. Poi, chilometro dopo chilometro, il verde della natura lascia spazio all’azzurro del mare che si palesa come d’incanto davanti agli occhi di chi guarda.

Ed è proprio qui, tra le acque turchesi e cristalline, che emerge una torre solitaria e silenziosa che sembra sospesa tra cielo e mare. La si può ammirare dall’acqua, camminando tra i bassi fondali, o dalla spiaggia dorata che brilla al sole. Un’isola fortezza che caratterizza in maniera unica l’intero panorama costiero regalando scorci di immensa bellezza.

Le sue origini sono tanto antiche quanto affascinanti. Già nel I secolo a.C, infatti, nella zona della foce del fiume Astura, erano state edificate antiche domus, una delle quali si è trasformata poi nella torre che conosciamo oggi. Nel 1193, la nobile famiglia romana Frangipane, scelse di edificare sulle mura di quell’antica villa costruita per metà sull’acqua e per metà sul mare, una torre di difesa contro i saraceni.

La fortezza è stata poi collegata alla terraferma con la costruzione di un ponte in travertino caratterizzato da splendide arcate che affondano nell’acqua. Nei secoli successivi, poi, l’edifico passò di proprietà in proprietà, dai Caetani agli Orsini, finendo anche nelle mani dei Borghese, fino a quando fu ceduta al comune di Nettuno negli anni ’70.

Gli interni della torre non sono visitabili, ma potete comunque esplorare i suoi dintorni e i numerosi reperti archeologici ben visibili dentro e fuori l’acqua.

Il luogo più bello dove ammirare le stelle

La storia di Torre Astura, così come la sua posizione straordinaria, rendono questa fortificazione un vero e proprio gioiello sulla costa laziale assolutamente da scoprire. E se è vero che quella torre sospesa sull’acqua è straordinaria vista di giorno, con i suoi fondali ricchi di reperti archeologici visibili anche fuori dall’acqua, è altrettanto vero che di notte la sua presenza crea quello che è uno degli scenari più belli del mondo intero.

Lontana dal caos, dal traffico e dalle luci della città, Torre Astura appare come la figura dominante sull’intero paesaggio costiero. L’edificio, al calar del sole, resta illuminato solo dalla luce delle stelle e della Luna.

La sua posizione strategica, immersa nella natura lussureggiante e selvaggia della macchia mediterranea, rende questo posto perfetto per ammirare il cielo stellato e tutti gli spettacoli messi in scena dagli astri ben visibili in assenza di inquinamento luminoso.

Aguzzate bene la vista una volta giunti qui, perché proprio sopra la torre può essere avvistata la meravigliosa Via Lattea. E quando questa appare è magia.

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Scoperta incredibile: ritrovati i resti della nave di un celebre film

Quando la realtà e la fantasia si mescolano, non può che nascere una vera magia: è quanto accaduto di recente, lungo una splendida e selvaggia distesa di sabbia dorata lambita da acque turchesi che hanno riportato alla luce un grande mistero. Gli archeologi marini hanno studiato a lungo i bizzarri resti che sono giunti su questa spiaggia, e hanno infine scoperto che appartengono ad una nave resa famosissima da un film degli anni ’80.

Oregon, scoperta la misteriosa nave dei Goonies

Sette ragazzi partono alla ricerca di un misterioso galeone che, secondo la mappa da loro ritrovata, dovrebbe contenere il ricchissimo tesoro di un leggendario pirata. E, tra mille avventure, riescono davvero nell’impresa. Che tuttavia fallisce miseramente per colpa di alcuni malviventi, pur permettendo a questi giovani coraggiosissimi di “riscattare” la loro vita quotidiana con quel briciolo di gioielli portati in salvo. Ai più, questa trama non è certo sconosciuta: si tratta di un vero capolavoro del cinema, che ha conquistato ragazzi in tutto il mondo. I Goonies, questo il titolo del film, trarrebbe spunto da una storia vera, che coinvolge un’antica nave affondata ormai secoli or sono.

Si tratta della Santo Cristo de Burgos, un vascello spagnolo salpato nel 1693 dal porto di Manila e diretto verso Acapulco con un preziosissimo carico di materiali (all’epoca) di gran lusso. Il galeone, dopo aver virato fuori rotta, scomparve per sempre tra i flutti dell’oceano Pacifico. Ma si sa, il mare è sempre foriero di sorprese incredibili. E questa volta non è stato da meno: il mistero che da tanto tempo avvolge una bellissima spiaggia dell’Oregon ha finalmente trovato risposta – e, guarda caso, coinvolge proprio questa antichissima nave.

Da tantissimi anni, lungo il selvaggio litorale di Nehalem Bay – che sorge alla foce dell’omonimo fiume – bagnanti e turisti rinvengono periodicamente pezzi di porcellana blu e bianca e blocchi di cera d’api. È apparso chiaro sin dall’inizio che questi fossero i segni di un naufragio avvenuto nelle sue vicinanze, ma nessuno aveva pensato alla Santo Cristo de Burgos. D’altra parte, il vascello seicentesco era partito da ben 11mila km di distanza ed era diretto dall’altra parte del continente. Proprio da questo misterioso relitto sarebbe stato ispirato il regista de I Goonies. Anche se non si conosceva ancora la verità sul suo conto.

Emersi i resti della Santo Cristo de Burgos

Negli ultimi tempi, i continui ritrovamenti lungo la costa dell’Oregon hanno spinto alcuni esperti a studiare la questione più a fondo. Il primo ad interessarsene fu Scott Williams, archeologo dello Stato di Washington: assieme ad alcuni suoi colleghi, decise di fondare la Maritime Archaeologic Society. La società studiò a lungo i frammenti di porcellana e i blocchi di cera d’api, scoprendo l’origine cinese dei primi e alcuni segni spagnoli sui secondi. Ma la storia non si conclude certo così. C’erano bisogno di prove più consistenti per parlare del ritrovamento della Santo Cristo de Burgos.

La svolta è arrivata nel 2019: Craig Andes, grandissimo appassionato de I Goonies, aveva deciso di battere le spiagge dell’Oregon sperando di trovare anch’egli un misterioso tesoro. Rinvenne invece alcuni pezzi di legno all’interno di una grotta marina, e comunicò la sua scoperta a Williams. Gli archeologi marini iniziarono ad indagare, trovando (dopo due anni di lunghissimi sforzi) altre travi di legno databili a 3 secoli fa. E finalmente il mistero è stato svelato. Per Williams non ci sono più dubbi: “Abbiamo tronchi di legno duro tropicale asiatico portati a riva circa 300 anni fa, con lati quadrati e buchi di spine. Siamo convinti che provenga da quel naufragio”. Un altro relitto è dunque stato identificato.

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Ode al mare della Sardegna: il più bello d’Europa

Esistono luoghi che non smettono mai di incantarci, lo fanno per tutte quelle meraviglie che naturalmente gli appartengono. Le stesse che ci conquistano, che ci ammaliano e che ci spingono ogni volta a ritornare lì. Perché di osservare la grande bellezza che appartiene al mondo che abitiamo non smetteremmo mai.

E non può essere un caso che, ogni anno, migliaia di persone provenienti da tutto il mondo scelgono di tornare proprio lì. In quella straordinaria isola fatta di storia, cultura e meraviglie naturalistiche, di un entroterra selvaggio e incontaminato, di un mare turchese e cristallino e di baie segrete da esplorare.

Ed è qui che vi portiamo anche noi, oggi. In questo paesaggio frastagliato e sorprendente, in questa terra meravigliosa dove ogni giorno persone vanno, vengono e ritornano. Perché è qui, in Sardegna, che esiste il mare più bello d’Europa.

Il mare della Sardegna

C’è un motivo che spinge i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo ad andare e tornare in Sardegna, ogni volta. E non sono solo tutte quelle meraviglie naturalistiche e quel patrimonio storico e culturale che appartengono a quest’isola nostrana, ma è anche e soprattutto il mare.

Sì, il mare di Sardegna è uno dei più belli d’Italia, uno dei più belli del mondo, da vedere e vivere almeno una volta nella vita. E potranno confermarvelo tutte quelle le persone che qui scelgono di tornare per una vacanza vista mare in quelli che sembrano dei veri e proprio paradisi terrestri che nulla hanno da invidiare alle isole tropicali.

Fare un tuffo in questo mare vuol dire immergersi e perdersi dentro a un tripudio di sfumature blu, che degradano e si intensificano, fino a sparire e a fondersi con l’azzurro del cielo. Un mare che bagna delicatamente e poi prepotentemente le lingue di sabbia bianca o dorata, le baie nascoste e quelle massicce scogliere che svettano verso il cielo e affondano nei preziosi fondali.

Ecco, questo è il mare della Sardegna: ed è una poesia visiva che incanta gli occhi e scalda il cuore.

Perché questo è il mare più bello d’Europa

Fotografie, racconti di viaggio e avventure vissute in prima persona dovrebbero essere sufficienti a raccontare e a descrivere tutta la meraviglia che appartiene per natura a questa terra circondata dal mare.

Ma se avete ancora dubbi sul fatto che qui si trovino le distese marine più suggestive e straordinarie del mondo, allora, vi diamo noi qualche motivo in più per ricredervi.

Il mare che bagna la Sardegna è una tavolozza di colori che vanno dall’azzurro al verde smeraldo. Le sue acque sono così trasparenti e cristalline che da qui è possibile ammirare il mondo sottomarino che viene custodito e preservato alla stregua di un tesoro prezioso. Lo stesso mondo sommerso che appartiene alle aree marine protette che si snodano intorno a tutta l’isola.

“Questa terra non assomiglia a nessun altro luogo”, aveva scritto David Herbert Lawrence, e aveva ragione. I contrasti visivi dati dai colori creano visioni suggestive e uniche. Da una parte c’è il mare, verde, azzurro e turchese, dall’altra le lunghe distese di sabbia bianca e dorata che brillano al sole e creano scenografie fiabesche.

E poi ci sono i fondali che ospitano le meraviglie del mondo sommerso. Un vero e proprio universo che rivela i suoi tesori preziosi solo a chi ha il coraggio di esplorare. Qui vive una quantità infinita di flora e fauna marina che raccontano la preziosa biodiversità che appartiene all’isola.

C’è la Posidonia oceanica, che crea i meravigliosi habitat che appartengono al mediterraneo, e ci sono i pesci, tra cui i dentici, le corvine e le spigole, e pure i delfini. E poi ci sono loro, gli straordinari coralli rossi, il tesoro del Mediterraneo. Uno dei tesori del mare della Sardegna che è uno dei più belli del mondo.

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Vacanze in Sardegna (con tanto di casa a 1 euro)

Se siete in procinto di partire per una vacanza in Sardegna, non fatevi scappare un’occasione imperdibile. Quella di tornare a casa con una nuova proprietà immobiliare, dove trascorrere le vacanze per il resto della vita. Pagando solo 1 euro.

Case a 1 euro

Nella lista delle “Case a 1 euro” è appena apparso un nuovo borgo della Sardegna, Bonnanaro, in provincia di Sassari. Questo piccolo Comune dell’antica regione del Meilogu, dove si trova anche la cosiddetta valle dei Nuraghi (dove sono presenti i resti di oltre 30 nuraghi e di dieci tombe dei giganti), nel corso degli ultimi decenni ha iniziato a spopolarsi e oggi conta meno di mille abitanti.

L’attività principale a Bonnanaro è quella agricola, concentrata in particolare nella coltivazione delle ciliegie – a cui è dedicata una fiera che si svolge a giugno – e dell’uva da vino.

Bonnanaro-nuraghe

Fonte: 123rf

Un nuraghe a Bonnanaro, in Sardegna

La coltivazione della vite, qui, ha un’origine antichissima. In questo territorio si trovano addirittura alcune tipologie di uva estremamente rare. E il vino prodotto a Bonnanaro gode di una notevole fama tanto da avere ricevuto diversi premi a livello nazionale.

Il villaggio di Bonnanaro

Le prime tracce del villaggio di Bonnanaro risalgono all’anno Mille. Anticamente si chiamava “Gunar”, poi trasformato in “Gunnanor”. Ancora oggi è un luogo molto importante per i reperti archeologici che si trovano in tutta questa zona e proprio da questo villaggio nasce la cultura Bonnanaro, una cultura pre-nuragica che si sviluppò in Sardegna nella prima metà del secondo millennio a.C.

Il borgo sorge nella vallata tra il monte Pelau e il monte Arana. Proprio in cima al monte Arana si trova una chiesetta dedicata a Nostra Signora di Monte Arana, dove ogni anno, il 7 settembre, si svolge una festa campestre. Da quassù si gode di una splendida sulla valle dei Nuraghi, uno dei più suggestivi panorami della zona.

Il centro storico conserva intatte alcune abitazioni padronali risalenti al XVIII e XIX secolo.

Con la sua storia e le sue tradizioni ancora vive ai giorni nostri, Bonnanaro sta ora cercando di attrarre nuovi abitanti e di ridare vita al borgo sempre più abbandonato.

Come aggiudicarsi una Casa a 1 euro

Allo scopo di promuovere il ricco territorio e di contrastare lo spopolamento e l’abbandono del paese, il Comune di Bonnanaro ha appena aderito al progetto “Case a 1 euro“. Nel centro storico del paese ci sono diversi immobili inutilizzati e degradati che necessitano di intervento.

Con l’acquisto del bene è prevista la riqualifica dell’immobile e il trasferimento, per chi lo desidera, in Sardegna. Inoltre, l’immobile può essere acquistato a finalità abitative, turistico-ricettive o anche commerciali. La validità della disponibilità degli immobili è di tre anni.

L’avviso dell’amministrazione comunale pubblicato il 1° luglio 2022 indica che, per aggiudicarsi una Casa a 1 euro, è necessario prima di tutto esprimere il proprio interesse compilando un modulo online (lo trovate a questo link).

Per conoscere le condizioni dell’avviso pubblico basta leggere qui.