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“Una scoperta che capita una volta nella vita”: l’annuncio

Una scoperta che capita “una volta nella vita”. È stata annunciato così dagli archeologi l’ultimo, sensazionale ritrovamento che ci riporta indietro di migliaia di anni, continuando a riscrivere la storia. Ciò che ha dell’incredibile, è che sia avvenuto in maniera del tutto casuale, su una spiaggia piuttosto popolare, durante dei lavori di manutenzione. Ma non solo. I manufatti rinvenuti sono rimasti intatti per oltre tre millenni. Qualcosa di veramente straordinario.

La sensazionale scoperta a sud di Tel Aviv

Un gruppo di archeologi israeliani si è inaspettatamente ritrovato a fare un viaggio nel tempo quando, nei giorni scorsi, ha rinvenuto una grotta sepolcrale di 3.300 anni fa nel Parco Nazionale di Palmachim, appena a sud di Tel Aviv. Risalirebbe all’epoca dell’antico faraone egiziano Ramses II ed è piena di decine di pezzi di ceramica e manufatti in bronzo. La grotta è stata individuata su una spiaggia molto frequentata, nel corso di lavori di manutenzione, quando uno scavatore meccanico ne ha urtato il tetto: una roccia si è spostata, svelando un gruppo di sepolture intatte a circa 2,5 metri di profondità.

Gli esperti dell’Autorità israeliana per le Antichità sono stati chiamati immediatamente sul posto, e la loro eccitazione si percepisce in un video che ha registrato l’ispezione iniziale di un luogo in cui nessuno ha camminato per più di tre millenni. Nella grotta sono state conservate ciotole di varie forme e dimensioni, alcune delle quali dipinte di rosso, altre contenenti ossa, pentole, brocche e lucerne di argilla che conservavano ancora gli stoppini bruciati. Manufatti risalenti al regno di colui che è ricordato come il più grande, potente e celebrato faraone dell’impero egizio, morto nel 1213 a.C.

Almeno uno scheletro relativamente intatto è stato trovato anche in due appezzamenti rettangolari nell’angolo della caverna. Stando a quanto dichiarato da Eli Yannai, un esperto del Dipartimento delle Antichità, alla televisione pubblica israeliana Kan, la disposizione all’interno della grotta non ha subito spostamenti dal momento in cui essa venne sigillata. “Ciò consente adesso di ricostruire con maggiore precisione le usanze funerarie di quell’epoca”, ha spiegato Yannai, aggiungendo: “Non capita tutti i giorni di entrare in un set alla Indiana Jones”.

Yannai ritiene che i vasi siano stati importati dal Libano, dalla Siria e da Cipro, cosa che, secondo l’archeologo, era comune per le sepolture dell’epoca. Altri materiali organici potrebbero essersi disintegrati nel corso dei millenni, tra cui una probabile faretra che conteneva una serie di punte di freccia o di lancia in bronzo rinvenute nella grotta.

Le altre scoperte recenti avvenute a Israele

In Israele le scoperte sensazionali non sono di certo una novità. Proprio lo scorso agosto, a Horbat Hani, ai piedi delle basse colline a est di Shoham, un gruppo di soldati ha portato alla luce un antico complesso conventuale di suore bizantino, di circa 1500 anni.

All’inizio dell’anno, invece, vicino al lago di Galilea sono stati rinvenuti i resti di un insediamento che risale a 23mila anni fa. Uno studio ha messo in evidenza i ritrovamenti di resti di un campo di pescatori-cacciatori-raccoglitori precedentemente sommerso sulle rive del lago e, attraverso un’attenta analisi della varietà e dell’uso dei resti di animali, ha concluso che presentava un quadro di sussistenza diverso rispetto alla maggior parte degli altri siti del periodo Mesolitico.

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Splendidi tesori riaffiorano dal mare: la nuova scoperta archeologica

I fondali marini sono custodi di innumerevoli reperti che, una volta ritrovati, possono gettare nuova luce sulla storia e sul passato del territorio e delle antiche genti che lo hanno abitato. In occasione di questa nuova importante scoperta, dopo oltre duemila anni il mare ha restituito preziosi frammenti che vanno ad aggiungere utili informazioni sull’incantevole isola italiana.

Lastre romane in terracotta dalle decorazioni floreali: la scoperta

Nelle acque dell’Isola di Ponza, proprio davanti alle Grotte di Pilato, suggestivo complesso di caverne scavate a livello del mare, i sub della Stazione Navale di Civitavecchia, con la collaborazione del Servizio di Tutela Subacquea della Soprintendenza Archeologica per le Province di Frosinone e Latina, hanno riportato alla luce alcune lastre di terracotta di epoca romana.

Le lastre, che aiuteranno a conoscere sempre meglio la storia romana dell’Isola di Ponza, sono caratterizzate da una decorazione a rilievo floreale che raffigura la cosiddetta “donna in fiore”, motivo decorativo che, di solito, si fa risalire al periodo che va dal II secolo alla fine del I secolo a.C. e che si riscontra anche in Abruzzo, nel Lazio, nelle Marche, in Campania e nell’Etruria meridionale (tra il corso del fiume Fiora e quello del Tevere).

Il tempestivo intervento svolto dei sommozzatori della Stazione Navale e dagli archeologi ha permesso di mettere in sicurezza le preziose lastre evitando la sottrazione di reperti, come spesso avviene, da parte di soggetti non autorizzati che ricavano cospicui profitti dalla loro vendita illegale.

Nuova luce sul complesso architettonico che ospitava le lastre

Il ritrovamento delle lastre impreziosite dal motivo della “donna in fiore” permetterà di fare luce sul complesso architettonico che, con ogni probabilità, le ospitava e di cui, a oggi, non si sa molto.

Infatti i reperti, rinvenuti in giacitura secondaria, costituivano un rivestimento architettonico ornamentale della maestosa struttura che, in epoca romana, si stagliava in splendida posizione panoramica sul promontorio meridionale dell’isola, chiamato “Punta della Madonna”.

Di questo imponente complesso che dal mare raggiungeva la sommità dell’altura (dove oggi si trova il moderno cimitero di Ponza) non si hanno esaurienti notizie storiche: le uniche ipotesi lo fanno risalire a una fase costruttiva unitaria di età augustea.

Le terrecotte architettoniche ritrovate sui fondali a una profondità di sette metri, allora, aprono nuovi scenari per approfondire il periodo romano sull’Isola di Ponza e fanno emergere dettagli temporali utili fornendo dati di assoluto rilievo storico e scientifico.

L’isola di Ponza e il legame con l’Antica Roma

È un legame importante, come si evince anche dalla nuova scoperta, quello dell’Isola di Ponza con l’Antica Roma: nel 312 a.C. i Romani la destinarono a luogo di villeggiatura e sono molte, ancora oggi, le testimonianze di quel passato: rovine di antiche ville, la Cisterna per la raccolta dell’acqua piovana in via Dragonara (la più importante delle tre realizzate), completamente scavata nel tufo, l’acquedotto e le celebri “Grotte di Pilato“.

Le cinque Grotte, che appartenevano alla sontuosa villa della figlia dell’imperatore Augusto, si fanno ammirare per la perfezione delle tecniche di scavo e di intaglio sia sopra che sotto il livello del mare.
Quasi sicuramente, venivano impiegate per l’allevamento delle murene: da qui il soprannome di “Antico Murenario Romano“.

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California: la spiaggia di vetro dai mille riflessi

La sete di esplorazione che ci appartiene per natura è soddisfatta dai continui viaggi che organizziamo per scoprire il mondo e tutte le sue meraviglie. E se è vero che nella scelta delle destinazioni ci lasciamo ispirare dalle nostre personali preferenze ed esigenze, è anche vero che ci sono alcuni luoghi che mettono d’accordo tutti.

Si tratta dei posti dove è la natura a plasmare il paesaggio, lo stesso che diventa il palcoscenico dei suoi spettacoli più belli. I boschi lussureggianti, le montagne dai mille colori, i prati fioriti che si perdono all’orizzonte e le spiagge bianche e dorate bagnate da acque turchesi e cristalline, queste sono solo alcune delle destinazioni che ci invitano a viaggiare intorno al mondo, che ci incantano e ci stupiscono alla sola vista.

Ma c’è un luogo, tra questi, che ha una storia molto particolare e affascinante. Si tratta di una spiaggia, che sembra magica, è che è nata a seguito dell’errore dell’uomo, ma che è rinata proprio grazie all’azione di Madre Natura. Benvenuti in California, benvenuti a Glass Beach, la spiaggia di vetro dai mille riflessi.

Sulle coste della California

È un itinerario fatto di paesaggi incredibili e straordinari, quello che ci conduce Fort Bragg, la città degli Stati Uniti d’America situata sulla costa di Mendocino, in California. Una destinazione, questa, esclusa dai sentieri più battuti dal turismo di massa, ma non per questo destinata a non sorprendere.

Fondata come avamposto militare, prima della guerra di secessione americana, Fort Bragg è stata rivalutata solo di recente per i suoi incredibili paesaggi pittoreschi che affacciano sull’oceano Pacifico e che caratterizzano la costa della California settentrionale.

Le attrazioni principali di questa città, nominata California Historical Landmark, sono quasi tutte firmate da Madre Natura, come quelle fitte foreste di sequoie che è possibile attraversare a bordo dello storico Skunk Train o il fiume Noyo, da navigare in kayak per osservare da vicino la la fauna e la flora locale.

Anche la costa, ovviamente, è imperdibile. Non solo per quegli scenari suggestivi e selvaggi che affacciano sul mare, ma anche perché è proprio qui che si trova una delle spiagge più stravaganti del mondo intero. Stiamo parlando di Glass Beach, un arcobaleno di piccoli frammenti di vetro, levigati e lucidati dall’oceano e dal vento, che brillano al sole e creano un paesaggio davvero magico.

Glass Beach: la spiaggia di vetro

Situata all’interno del MacKerricher State Park, un parco statale della California che si snoda per 9 miglia e che ospita diversi habitat costieri, Glass Beach rientra nella lista delle spiagge più particolari del mondo da vedere almeno una volta nella vita.

Una spiaggia di vetro di nome e di fatto, formata da piccoli pezzi di vetro levigato che brillano al sole e che creano uno scenario favolistico. La spiaggia, che si snoda lungo il parco statale, un tempo veniva usata dagli abitanti della zona come discarica, come dimostra il suo nome originario, The Dumps, che vuol dire appunto discarica. Dall’alto della scogliera, infatti, venivano gettati diversi rifiuti che con il tempo hanno completamente invaso e ricoperto la spiaggia.

Tutto è cambiato nel 1967 quando, con l’obiettivo di ripristinare l’area, la zona venne completamente chiusa al pubblico. Venne operata una lunga azione di pulizia, grazie alla quale i grandi rifiuti furono portati via. Impossibile, invece, ripulire la zona dalla grande quantità di vetro che si era depositata lì con gli anni.

Fu deciso di chiudere la spiaggia per decenni, affinché Madre Natura potesse riappropriarsi di quello spazio. E in effetti fu così. Le acque dell’oceano e il vento hanno levigato e lucidato i frammenti di vetro fino a trasformarli in un tappeto di colori che ha visto la nascita di quella che oggi è conosciuta come spiaggia di vetro.

Oggi Glass Beach è una meta popolare tra i viaggiatori che giungono fin qui per passeggiare sull’arenile, ma è anche una spiaggia protetta e salvaguardata. Portare via pezzi di vetro come ricordo di viaggio, infatti, è proibito proprio per preservare l’unicità di questo luogo.

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Puoi dormire sotto l’acqua, insieme ai pesci, in una stanza in fondo al mare

Esistono alcune esperienze che sono così incredibili, meravigliose e uniche che non sembrano reali. Sono le stesse che appartengono ai nostri sogni e ai desideri più reconditi, lì dove le conserviamo in attesa di poterle vivere.

Ma a volte, anche i sogni più straordinari possono essere realizzati, sopratutto quando qualcuno ci mette a disposizione tutti gli strumenti per farlo. E questo è proprio quello che ha fatto quel resort di lusso immerso nel cuore delle Maldive che ha scelto di trasformare i desideri dei viaggiatori in una realtà superlativa.

Perché è proprio qui, tra le acque cristalline e turchesi dell’oceano, che è possibile vivere un’esperienza unica nel suo genere, quella di dormire in una stanza in fondo al mare in compagnia di migliaia di pesci a cinque metri di profondità sotto l’acqua.

Maldive: l’esperienza immersiva nell’oceano

Organizzare un viaggio alle Maldive è sempre un’ottima idea. Lo è perché questo Paese tropicale dell’Oceano Indiano, composto da 26 atolli e oltre 1000 isole coralline, assomiglia per forme e colori a un vero e proprio paradiso terrestre.

Le spiagge bianche e dorate, le acque azzurre e turchesi che bagnano la sabbia, e poi, ancora, lunghissime e straordinarie barriere di corallo, attirano qui ogni anno amanti della natura e migliaia di viaggiatori che vogliono toccare la grande bellezza che appartiene al mondo che abitiamo.

Ed è chiaro che un viaggio alle Maldive rappresenta un sogno già realizzato, eppure c’è un’esperienza da vivere qui che può davvero trasformarsi in un ricordo indelebile e straordinario.

Sull’isola di Rangali, nell’atollo di Ari, esiste un resort di lusso che ha pensato bene di offrire ai suoi ospiti quella che è, probabilmente, l’avventura più bella di una vita intera. È qui, infatti, che è possibile soggiornare all’interno di una suite immersa nell’oceano.

A realizzarla è stato il Conrad Maldives Rangali Island, un resort extra lusso che appartiene al gruppo Hilton Hotels che ha creato quella che è la prima residenza al mondo per viaggiatori a cinque metri di profondità sotto l’acqua.

L’alloggio, che è collegato al grande resort da un pontile a sfioro sull’acqua, è distribuito su due livelli, uno fuori e uno dentro il mare. Il design moderno completa l’offerta esclusiva, ma sono le grandi vetrate che caratterizzano la zona inferiore della residenza a rendere l’esperienza straordinaria. Perché è qui che si può dormire in mezzo ai pesci e a tutte le creature che popolano i fondali dell’oceano.

The Muraka, la stanza sottomarina del Conrad Maldives Rangali Island

Fonte: Justin Nichola

The Muraka, la stanza sottomarina del Conrad Maldives Rangali Island

Una stanza in fondo al mare

È un’esperienza di lusso quella che si vive all’interno di Muraka, la stanza in fondo al mare del resort Conrad Maldives Rangali Island. Il nome dell’alloggio, che nella lingua Dhivehi significa corallo, è un omaggio a tutte le meraviglie che si trovano sotto il mare.

Tutti gli ospiti che prenotano la residenza sottomarina hanno a disposizione un maggiordomo personale h24, oltre a uno chef e a un istruttore di fitness. Il piano inferiore, che si snoda su una superficie di circa centro metri quadrati, include una camera da letto, un bagno e un soggiorno. Tutta la struttura è caratterizzata da ampie vetrate che permettono l’osservazione diretta ed esclusiva al mondo sottomarino. Al piano di sopra, invece, si trovano altre due camere da letto, un soggiorno, un bar e una palestra. Non manca neanche una piscina a sfioro sull’oceano dalla quale ammirare una vista superlativa.

Il costo dell’esperienza ammonta a circa 50000 dollari a notte, ma crediamo possa valerne la pena, visto che si ha la possibilità di addormentarsi nell’oceano e risvegliarsi tra le creature che popolano quelle acque.

Ma non è tutto perché all’interno del resort, è possibile anche pranzare e cenare in fondo al mare. Il Conrad Maldives Rangali Island, infatti, ha inaugurato anche Ithaa, un ristorante sottomarino con ampie finestre che affacciano direttamente sulla barriera corallina. Fermatevi a osservare tutto ciò che vi circonda: la vista da qui è spettacolare.

The Muraka, la stanza sottomarina del Conrad Maldives Rangali Island

Fonte: Justin Nichola

The Muraka, la stanza sottomarina del Conrad Maldives Rangali Island
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Liguria litorali mare Notizie Viaggi viaggiare

In Liguria il turismo diventa accessibile per tutti

Rinomata destinazione balneare scelta da gran parte dell’Italia nord-occidentale, la Liguria è una regione davvero particolare: spiagge bellissime e borghi arroccati sul mare hanno un fascino unico. Ma proprio la loro posizione, in un litorale spesso frastagliato, rende queste località talvolta difficili da raggiungere. È per questo che l’amministrazione ha promosso la nascita di due progetti volti all’accessibilità dei lidi liguri, compiendo un grande passo avanti verso l’inclusione delle persone con disabilità.

Liguria, i progetti per l’accessibilità delle spiagge

La Riviera Ligure è una vera meraviglia, e i turisti lo sanno molto bene: da maggio a settembre, le sue spiagge sono prese d’assalto da tutti coloro che desiderano regalarsi una vacanza balneare d’eccezione. Ma il problema dell’accessibilità si è fatto sempre più sentire, e ciò ha spinto il Fondo nazionale per l’inclusione delle persone con disabilità a finanziare due progetti molto interessanti, presentati da alcuni dei comuni che hanno partecipato.

“Abbiamo scelto di destinare 1,2 milioni di euro a progetti che rispecchiassero pienamente sia l’obiettivo dell’inclusione sia la vocazione della nostra regione” – ha affermato Giovanni Berrino, l’assessore al Turismo della Regione Liguria – “Saranno attivati progetti che interpretano al meglio il tema dell’inclusione in due direzioni: quella dell’accessibilità (mediante il finanziamento delle soluzioni logistiche e infrastrutturali per agevolarla) e quella dell’avvio al lavoro di persone con disabilità (mediante progetti di inserimento mirati in un settore che si presta e si sta aprendo molto a questa esperienza)”.

Al bando hanno partecipato diversi comuni liguri, ciascuno con un’iniziativa mirata a rendere più accessibili le proprie spiagge. Alla fine, una commissione tecnica ha scelto i due progetti vincitori, che si ripartiranno il finanziamento di ben 1,2 milioni di euro. E ora hanno inizio i lavori: l’obiettivo è quello di dare una vera e propria svolta al settore turistico dei comuni coinvolti, in modo che tutto sia pronto per la stagione estiva del 2024. Ma quali sono le novità previste per i turisti?

Il mare per tutti, progetto del Ponente

Il primo progetto vincitore è “Il mare per tutti”, per la Riviera di Ponente: ad averlo proposto sono i comuni di Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Finale Ligure e Loano. Con i 695mila euro che sono stati loro assegnati, hanno intenzione di potenziare i servizi delle spiagge libere attrezzate e le esperienze turistiche più richieste (come lo snorkeling e le escursioni in barca), rendendo il tutto accessibile in maniera più agevole anche alle persone con disabilità.

Inoltre i comuni coinvolti mirano ad attivare 12 tirocini destinati all’avviamento al lavoro – nel settore turistico e culturale – di persone con disabilità. È innegabile infatti che una regione come la Liguria sia particolarmente legata all’hospitality, e che ora sia sempre più aperta alle necessità di inclusività, per permettere ai portatori di disabilità di entrare in questo settore lavorativo.

Liguria levante Tourism4all, progetto del Levante

Per la Riviera di Levante, invece, la vittoria è andata ai comuni di Sestri Levante, Lavagna, Moneglia, Deiva Marina e Framura, che hanno presentato il progetto “Liguria levante Tourism4all”. Il finanziamento a loro spettante è di 505mila euro, con i quali intendono realizzare almeno una spiaggia accessibile in ogni comune, una segnaletica inclusiva e nuove posizioni lavorative cui verranno affidati i servizi di gestione di tali località balneari.

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In Italia esiste un museo a cielo aperto sul mare: è spettacolare

Esistono luoghi che non smettono mai di stupirci e di incantarci perché ospitano meraviglie straordinarie, siano esse create da Madre Natura o dall’uomo. Sono gli stessi posti che ogni giorno ci esortano a metterci in viaggio, a percorrere chilometri in lungo e in largo per scoprire il mondo.

Eppure non sempre abbiamo bisogno di andare così lontano per lasciarci meravigliare dalla grande bellezza che appartiene ai luoghi del pianeta. Anche il nostro Paese, infatti, non smette mai di stupirci. E proprio quando crediamo di aver visto tutto, lui torna a sorprenderci.

Proprio come fa il Museo d’Arte sul Mare di San Benedetto del Tronto, un teatro di sculture e opere d’arte situato sul lungomare della cittadina marchigiana che rappresenta un unicum in Italia, il più bell’esempio visivo di convivenza tra uomo e natura, tra arte e paesaggio.

Il Museo d’Arte sul Mare

Ci troviamo nel cuore della Riviera delle Palme, in quella ridente e dinamica cittadina che negli anni ha saputo trasformarsi in un’importante polo turistico che attira ogni anno migliaia di viaggiatori. Stiamo parlando di San Benedetto del Tronto, una vivace località in provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche, che sorge proprio sulle rive del mare Adriatico.

Situata in una posizione strategica, questa località balneare è riuscita negli anni ad ampliare un’offerta sempre più variegata per i viaggiatori che concilia il divertimento, con la natura, il mare e l’arte. Sì perché proprio lungo il molo sud, centro nevralgico della vita cittadina, è sorto un museo a cielo aperto, un’incredibile esposizione permanente che è un invito ad ammirare la grande bellezza incorniciata da un paesaggio d’eccezione, quello del mare che si perde all’orizzonte. Benvenuti al MAM, il Museo d’Arte sul Mare.

"Tipo da spiaggia", Museo d'Arte sul Mare

Fonte: Museo d’Arte sul Mare

“Tipo da spiaggia”, scultura. Museo d’Arte sul Mare

Una galleria d’arte a cielo aperto

Inaugurato nel giugno del 2012, il MAM è un concentrato di bellezza senza eguali. Questo museo permanente all’aperto si sviluppa lungo tutto il molo sud di San Benedetto del Tronto ospitando oltre 200 opere d’arte.

In questa galleria en plein air ci sono 185 sculture e 24 murales realizzati durante il Simposio “Scultura Viva” ed il “Festival dell’Arte sul Mare”, eventi che hanno visto il coinvolgimento di 183 artisti provenienti da tutto il mondo. Emerge così un teatro sul mare dove l’arte e la scultura accompagnano cittadini e viaggiatori in questa passeggiata delle meraviglie vista mare.

Le origini del MAM risalgono al 1986 quando il Circolo dei Sambenedettesi scelse di far realizzare un monumento dedicato al gabbiano Jonathan Livingstone proprio sul quel tratto di lungomare che già rappresentava la passeggiata preferita dai cittadini.

A distanza di dieci anni, su quella stessa passeggiata, venne organizzata la prima edizione del Simposio internazionale di scultura, “Scultura Viva”, così il Museo d’Arte sul Mare stava prendendo vita. Anno dopo anno, grazie alle successive edizioni della manifestazione, la passeggiata venne trasformata in una vera e propria galleria a cielo aperto. Una trasformazione, questa, che continua ancora oggi e che vede ogni anno il museo arricchirsi di nuove e inedite opere.

Tantissimi i capolavori da ammirare e contemplare, come quel Presepe in travertino caratterizzato da 9 sculture rivolte verso il mare, lì dove è stata creata una Natività sommersa e visibile nell’acqua.

Non solo sculture però. Il Museo d’Arte sul Mare di San Benedetto del Tronto, che si estende per un chilometro, ospita anche un’area dedicata alla street art, come confermano gli straordinari murales che si stagliano contro il mare e che portano la firma di artisti italiani e internazionali.

Museo d'Arte sul Mare

Fonte: Museo d’Arte sul Mare

Museo d’Arte sul Mare
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Voli low cost da prenotare entro oggi per partire fino all’autunno

Per chi è appena rientrato dalle vacanze o per chi sta trascorrendo le ultime ore sulla spiaggia al mare, è già tempo di pensare al prossimo viaggio. Approfittando della nuova offerta Ryanair che prevede uno sconto del 20% sulle tariffe aeree.

Non sembra molto, ma in realtà sul sito della compagnia aerea ci sono voli verso tantissime destinazioni a partire da 13 euro, quindi pochissimo.

L’offerta è valida solo per oggi e scade a mezzanotte e si può viaggiare dal 1° settembre fino al 20 ottobre. Chi vuole approfittare degli ultimi scampoli di estate può prolungare una vacanza al mare prenotando mete mediterranee, ma il periodo è ideale anche per andare alla scoperta di una Capitale europea. Ecco le mete che vi consigliamo.

Fine estate a Lanzarote

Se volete essere certi di trovare ancora caldo e bel tempo puntate a Sud. Le Canarie sono la meta ideale per la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno e Lanzarote è l’isola più consigliata per le spiagge e non solo.

L’isola ha tanti volti, che soddisfano tutte le esigenze del turismo balneare: dalla pianura di sabbia ai crateri delle eruzioni del 1730, dalle colline vulcaniche di La Geria ai blocchi di magma rappreso del Malpais de la Corona.

Lanzarote

Fonte: iStock

Le spiagge di Lanzarote

Ma le spiagge di Lanzarote sono un motivo più che valido per partire alla volta dell’isola più settentrionale dell’arcipelago. Una di questa è senza dubbio la Playa Blanca, nel Sud dell’isola, dalle acque calme e di uno splendido color turchese. Nelle immediate vicinanze si trovano anche alcune delle più famose, prima fra tutte quella di Papagayo, dalla sabbia finissima e i fondali incontaminati. Qui le cinque spiagge più belle di Lanzarote.

Settembre a Copenhagen

La capitale della Danimarca è considerata la città più accogliente e vivibile del Nord Europa e ve lo possiamo confermare. basta un long weekend per scoprirla a piedi o, meglio ancora, in bicicletta 8qausi tutti gli hotel le noleggiano gratis) e restarne estasiati.

Il quartiere più visitato della città è Nørrebro e la via più affollata di turisti è Nyhavn, con i suoi edifici colorati affacciati lungo il canale, mentre da non perdere è il quartiere di Christiania dove vive una comunità di hyppie fin dagli Anni ’60 (attenzione perché è vietato scattare foto!). Tuttavia, ci sono zone meno note ai turisti che vi consigliamo di visitare.

Come Refshalevej, un’isola artificiale ed ex area industriale che negli ultimi anni ha subìto un’importante riqualificazione ed è diventata un’area ricreativa. Tantissimi i locali e i ristoranti di questa zona (tenete presente che la Danimarca ha rivoluzionato il concetto di cucina nordica e che a Copenhagen si trovano alcuni dei migliori ristoranti del mondo), tanti anche i pontili lungo i canali dove si può andare a prendere il sole, tuffarsi nelle fresche acque e noleggiare un Green Kajak gratis in cambio di ripulire le acque da eventuali plastiche.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

L’isola di Refshalevej a Copenhagen

 

 

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Borghi Curiosità mare Sardegna Viaggi

Il borgo abbandonato della Sardegna che rivive due giorni all’anno

Osini Vecchio è un antico borgo della Valle del Pardu, nella Sardegna centro-orientale, quella zona meglio conosciuta dai turisti come Ogliastra in provincia di Nuoro.

Abbandonato a causa di un’alluvione nel 1951, che mise in ginocchio il borgo e i suoi abitanti, rivive due giorni all’anno in occasione della festa in onore di Santa Susanna.

La festa consiste fondamentalmente in una processione durante la quale la statua lignea di Santa Susanna Martire viene portata da Osini Nuovo a Osini Vecchio nella chiesa del ‘600 a lei dedicata, l’unico edificio rimasto in piedi insieme a poche case e alla fontanella nella piazza. L’evento si celebra il 10-11 agosto e si conclude sempre con una bella grigliata, tipici coccois prenas sardi, musica e divertimenti.

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Fonte: @Mattia Loi

Gli edifici rimasti a Osini Vecchio in Sardegna

Il progetto di rinascita di Osini Vecchio

Negli ultimi anni, però, è partito un progetto per far rinascere, anche dal punto di vista turistico oltre che sentimentale, l’antico paese e che ci siamo fatti raccontare da Mattia Loi che ha vissuto il borgo in prima persona grazie alla nonna che gli ha trasmesso la passione per questo luogo e che è anche  il promotore di questa bellisisma iniziativa.

“Oggi, il nuovo paese di Osini sorge poco più su rispetto all’originale (si trova a circa 650 metri di quota, ndr) e gli abitanti non hanno perso l’abitudine di trascorrere il loro tempo libero a Osini Vecchio, curandolo, per quanto possibile”, racconta Mattia.

“Orti, animali da pascolo, affreschi, utensili da giardino e da cucina sono gli elementi che fanno da cornice ancora oggi al borgo abbandonato. Gli elementi che arricchiscono maggiormente il borgo sono i vari vissuti, ma soprattutto le emozioni della gente che lo ha abitato in prima persona. Questi ricordi vivi in loro vengono tramandati ai più giovani perché l’identità di Osini Vecchio è ancora oggi molto forte.

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Fonte: @Mattia Loi

La chiesa di Santa Susanna a Osini Vecchio, nell’Ogliastra

È da tre anni che è nato il progetto digitale che ha lo scopo di valorizzare un patrimonio quasi dimenticato e che permette di rivivere le emozioni del passato passeggiando tra ciò che resta dell’antico abitato.

Storia e storie di Osini Vecchio

“Seppur l’avvenimento più importante sia triste e negativo (l’alluvione), per molti abitanti del posto, i ricordi positivi superano la tristezza”, spiega Mattia. “Ne è testimone Javier, un ragazzo argentino di 34 anni che, essendo cresciuto con i racconti del vecchio borgo della nonna Hortensia, ha deciso di scrivere un messaggio alla pagina Facebook alla ricerca speranzosa di qualche parente ancora in vita.

Infatti, dopo varie ricerche attraverso la pagina e grazie all’intera comunità, Javier ha avuto modo di conoscere i suoi parenti osinesi arrivando direttamente dall’Argentina per conoscerli in prima persona.

Durante il soggiorno, la nonna Hortensia ha potuto rivivere il proprio paesello grazie ai contenuti del sito, delle pagine social e grazie al video realizzato dal nipote Javier, ma ahimè, arrivando, purtroppo a spegnersi qualche mese dopo alla veneranda età di 96 anni”.

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Fonte: @Mattia Loi

L’interno di una casa a Osini Vecchio

Il progetto digitale

“Ancora oggi il vecchio borgo è protagonista di tante storie e testimonianze, ma anche di tante visite di turisti regionali e nazionali”, ci spiega Mattia “che hanno la possibilità di visitarlo grazie ai QR code installati tra le vie e le indicazioni nel sito.

Il progetto digitale è ancora agli albori, ma presenta ampi margini di miglioramento, perché i ricordi vanno prima creati e poi preservati”.

Una zona turistica

Quella intorno a Osini Vecchio è una zona di grandissimo interesse turistico. Nel territorio sono infatti presenti nuraghi e tombe dei giganti. Tra questi, il Nuraghe Serbissi, datato tra il XVII e il X secolo a.C., che è tra i più importanti dell’Ogliastra, considerato una delle costruzioni meglio conservate e più caratterizzanti della civiltà nuragica sarda.

Questa struttura, ancora in ottimo stato, è composta da nuraghe a quattro torri, villaggio, grotta, due tombe di giganti e, vicino, altri due nuraghi monotorre.

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Fonte: @Wikimedia Commons – MrAndre

Il Nuraghe Serbissi tra i meglio conservati della Sardegna

Ma in cima al “Taccu” di Osini, l’altopiano a quasi mille metri d’altezza che sovrasta il paese e che domina l’Ogliastra sono molti altri i nuraghi che si possono visitare, come quelli di Urceni, Samuccu, Orruttu, Truculu e Sanu.

E poi c’è un altro monumento molto famoso, questa volta naturale, che merita una visita. Si tratta della Scala di San Giorgio e consiste in una spaccatura della roccia che, secondo la leggenda, si è formata grazie a un miracolo di San Giorgio, da cui il nome del luogo.

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Il teatro sul mare che sorge sul “più bel chilometro d’Italia”

A volte basta una passeggiata per emozionare. Lo sanno bene tutte quelle persone che si sono immerse e perse tra le strade, i vicoli e i quartieri delle città e dei Paesi del mondo, quelli che svelano le loro meraviglie un po’ alla volta, passo dopo passo, o che si palesano improvvisamente davanti agli occhi di chi guarda per lasciare senza fiato. Come quel teatro che si apre sul mare sul più bel chilometro d’Italia ogni qualvolta si percorre la passeggiata del Lungomare Falcomatà.

Il teatro sullo Stretto di Messina

Ci troviamo a Reggio Calabria, in una delle città più suggestive del nostro Belpaese. Un luogo che ospita un patrimonio storico, culturale e paesaggistico immenso conservato nel Museo Archeologico, con i suoi Bronzi di Riace, nel Parco Nazionale dell’Aspromonte con i suoi boschi e i tanti esemplari di flora e fauna, nella sua storia, nelle sue tradizioni e tutte quelle testimonianze antiche che vivono e sopravvivono in ogni angolo della città.

Reggio Calabria è anche il luogo che ospita quello che è considerato il più bel chilometro d’Italia. Un’espressione, questa, da molti attribuita a Gabriele D’Annunzio e che trova la sua spiegazione nel panorama magico e suggestivo che si osserva proprio lungo questa passeggiata.

Il Lungomare Falcomatà è una delle strade più note e frequentate della città, 1,7 chilometri di meraviglie che si snodano da Piazza Indipendenza a Piazza Garibaldi e che lasciano senza fiato.

Sulla costa calabra, infatti, si verifica quello che è chiamato fenomeno ottico della Fata Morgana e che permette di osservare il paesaggio siciliano mentre si specchia sull’acqua o sul cielo. Ed è sempre qui, su questo tratto di lungomare che tra i lampioni in stile liberty che illuminano la passeggiata notturna, sorge quello che è uno dei teatri più suggestivi d’Italia.

È l’Arena dello Stretto, una costruzione contemporanea che per forme, lineamenti e suggestioni rimanda a un passato glorioso e mai dimenticato.

Bentornati a Reggio Calabria, sull’Arena dello Stretto

Tra il mare e la passeggiata suggestiva, ecco apparire una piazza semicircolare che si estende verso l’acqua.

Un anfiteatro antico e un teatro moderno: ecco cos’è l’Arena dello Stretto. Costruita dove un tempo sorgeva il Molo di Porto Salvo, che fu distrutto dal terremoto del 1908, l’Arena è stata costruita secondo i caratteristici dettami dell’Antica Grecia, motivo per il quale, attraversandola, si ha la sensazione di fare un lungo viaggio nel tempo.

Ma non è solo la sua architettura a incantare, ma anche il magico panorama che da qui si può osservare. Il teatro, infatti, si affaccia sullo Stretto e sulla Sicilia regalando a ogni ora del giorno e della notte uno scenario unico e straordinario che lascia tutti senza fiato.

Nel bel mezzo della costruzione si allunga verso l’acqua un piccolo molo dove campeggia una scultura marmorea dedicata a Vittorio Emanuele III per celebrare l’arrivo del Re in città subito dopo la sua proclamazione.

Fermatevi qui e aguzzate la vista. In determinati momenti dell’anno è possibile ammirare il fenomeno della Fata Morgana che appare davanti allo sguardo come per magia.

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Cosa ci fa un drago sulla spiaggia di San Sebástian?

Anche i luoghi che meglio conosciamo, e che abbiamo visto e raggiunto più volte, d’improvviso ci regalano visioni inedite e sorprendenti. Come quella che si è palesata davanti a tutte le persone che stavano passeggiato sul lungomare della suggestiva Playa de la Concha.

È proprio nella splendida cornice marina di San Sebastián, una delle località turistiche più apprezzate dai viaggiatori di tutto il mondo, che negli scorsi giorni è apparsa l’immagine di un drago incastonato in uno stemma che ha fatto il giro del web.

E se quella figura vi sembra familiare non vi sbagliate, perché si tratta di un chiaro riferimento, nonché di un omaggio, al debutto dell’attesissima “House of the Dragon”, prequel della fortunata serie televisiva “Game of Thrones“.

Il drago sulla Playa de la Concha a San Sebástian

È successo all’improvviso, su una delle spiagge più iconiche dell’intero territorio, che un’opera di land art è stata creata davanti agli occhi vigili e incuriositi dei passati. Ma non si tratta di un’immagine astratta, ma dello scudo Targaryen di “Game of Thrones”.

Ci troviamo a San Sebástian, sul Golfo di Biscaglia, nella regione montuosa spagnola dei Paesi Baschi. La fama di questo incredibile territorio, la stessa che attira ogni anno migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, è dovuta al centro storico acciottolato e suggestivo nel quale si affacciano bar, locali, ristoranti e botteghe che vendono prodotti caratteristici. Ma è soprattutto per le sue spiagge suggestive, come Playa de la Concha e Playa de Ondarreta, che questa località viene scelta, lingue di sabbia dorata bagnate dal mare e incorniciate in un pittoresco lungomare.

Ed è proprio qui che, in maniera assolutamente inedita e sorprendente, è stata celebrata la premiere di “House of the Dragon”, l’attesissimo prequel di “Games of Thrones”. In occasione del debutto della serie televisiva sulla piattaforma di streaming HBO max, è stata ricreata sulla sabbia l’immagine dello scudo della famiglia Targaryen.

Una meravigliosa opera di land art che ha suscitato l’interesse di cittadini e viaggiatori e che ha attirato tutti i fan dell’iconica serie. A realizzare questo capolavoro effimero ma impattante è stato Jon Foreman, uno degli artisti più celebri di land art, in collaborazione con James Brunt.

I luoghi di House of the Dragon

L’opera di land art creata da on Foreman e James Brunt su Playa de la Concha è rimasta esposta per alcuni giorni per dare la possibilità ai fan della serie di ammirarla e fotografarla.

Perché sia stata scelta proprio Playa de la Concha a San Sebástian non ci stupisce. Non solo questa spiaggia è una vera e propria celebrità per il territorio, ma anche e soprattutto perché tra le location di “Game of Thrones” la Spagna merita un posto d’onore. Sono molti, infatti, i luoghi della penisola iberica che hanno fatto da sfondo alle avventure più iconiche della serie televisiva.

San Sebástian, poi, rappresenta probabilmente il miglior punto di partenza per un tour che segue le orme di “Game of Thrones”. Da qui, per esempio, si può percorrere la strada costiera che va da Zarautz a Zumaia e che gli appassionati della serie conoscono come Dragonstone Beach.

Ed è ancora la Spagna a fare da sfondo per le avventure narrative di “House of The Dragon”. In questo caso, però, il set scelto è stato quello della splendida città di Cáceres, nella zona centro-occidentale del Paese.

Sono molti altri i luoghi da raggiungere per seguire le orme del prequel di Game of Throne, come vi abbiamo spiegato in questo articolo sulle location più suggestive della serie, dalla Cornovaglia al Portogallo, passando per la Croazia fino al Marocco. Pronti a scoprirle tutte?