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Le luci si sono accese su Lille: è iniziata la magia

Il Festival dedicato al Video Mapping, l’arte immersiva e suggestiva che fonde l’ambito visuale e quello digitale, è arrivato a Lille, ma questo è solo l’inizio di una magia spettacolare che si diffonderà nei prossimi mesi nella regione dell’Hauts-de-France.

Ci troviamo nell’Alta Francia, nella deliziosa capitale della regione, nonché cuore pulsante di tutto il territorio. Un centro universitario, culturale e dinamico indissolubilmente legato alle Fiandre francesi. Sul territorio, infatti, è possibile ammirare ovunque le influenze fiamminghe.

Il centro storico di Lille è una vera meraviglia: casette a schiera affiancante le une con le altre sono le testimonianze dell’architettura del XVII secolo, gli edifici che si affacciano sulle strade accompagnano i cittadini e i viaggiatori nella grande e suggestiva piazza centrale, che prende il nome di Grand Place, e in altri luoghi iconici della città come la storica Opéra de Lille in Place du Théâtre che, ora, è più splendida che mai.

Lille's opera, Video Mapping Festival

Lille’s opera, Video Mapping Festival

Dal teatro dell’Opera alla stazione: tutti i monumenti illuminati da luci e colori

L’Opéra de Lille, monumento storico di Francia dal 1999, è diventato ancora più straordinario da quando i fasci di luce lo hanno illuminato in occasione dell’inaugurazione della quinta edizione del Video Mapping Festival. Insieme al teatro, anche altri monumenti iconici della città di Lille si sono accesi per magia.

La proiezione di due bambine, che salgono le scale, cambia il volto alla stazione ferroviaria di Lille che, non è mai stata così bella. Anche la facciata del Théâtre du Nord in Place du Général de Gaulle incanta e stupisce mentre delle proiezioni astratte, luminose e colorate si susseguono una dopo l’altra.

Lille è avvolta e immersa in una luce nuova grazie al Video Mapping Festival nella regione Hauts-de-France che è giunto alla sua quinta edizione. Attraverso la raffinata combinazione fra arte e tecnologia, questo spettacolo immersivo e suggestivo è destinato a rendere le città, e i suoi punti di riferimento, delle opere incantate.

Venerdì 11 marzo è stato il turno di Lille: una serie di proiezioni si sono accese sui monumenti iconici della città consentendo un tour delle meraviglie. Ma come vi abbiamo anticipato, questo non è che l’inizio. Il festival, infatti, toccherà altre venti città della regione Hauts-de-France con spettacoli di grande bellezza che seguiranno fino al mese di ottobre 2022. Scopriamo quando e dove.

Video Mapping Festival, Stazione di Lille

Video Mapping Festival, Stazione di Lille

Il Festival di Video Mapping a Hauts-de-France: gli appuntamenti imperdibili

Sembra che questo sia davvero il periodo migliore per organizzare un viaggio nella regione dell’Alta Francia, per scoprire e riscoprire quei luoghi che da sempre ci incantano da un’altra prospettiva data dalle luci e i colori che illuminano i celebri monumenti, le piazze e gli edifici iconici.

Il prossimo appuntamento sarà a Le Touquet-Paris-Plage il 26 marzo; seguirà Beauvais l’8 aprile e Lannoy il 6 maggio. Il festival toccherà anche le città di Lens, Marcq-en-Barœul, Noyon, Péronne, Saint-Omer, Saint-Quentin, Senlis. Il calendario dettagliato degli eventi è disponibile sul sito ufficiale del Festival di Video Mapping.

L’ultimo appuntamento di questo tour delle meraviglie, invece, sarà sabato 22 ottobre 2022 ad Amiens. Per l’occasione sarà organizzato un video mapping tour che permetterà di riscoprire la pittoresca città francese sotto un’altra luce.

Theatre du Nord, Lille

Theatre du Nord, Lille

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Tra romantici canali e casette di legno: la città che sembra una fiaba

Le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo, siano esse create dall’uomo o da Madre Natura, ci spingono a organizzare, stagione dopo stagione, nuove e inedite avventure di viaggio. Le capitali d’Europa rientrano sicuramente tra quelle mete che capeggiano le nostre travel wish list, ma non sono le uniche. Spesso, infatti, sono accompagnate anche da destinazioni meno famose, ma sorprendentemente straordinarie.

E questo è il caso della cittadina di Lübbenau, la stessa che il poeta Theodor Fontane ha definito la capitale segreta della Spreewald. Anche se segreta non lo è più dato che sono molte le persone che si recano in questo posto incantato e ci tornano ogni volta che possono. Perché la sua atmosfera è così magica che si ha come l’impressione di trovarsi all’interno di una fiaba.

Lübbenau, come in una fiaba

Situata nella regione paludosa della Spreewald, nello stato di Brandeburgo, Lübbenau è un sogno a occhi aperti, un angolo di pace e tranquillità, di splendidi scorci e romantiche visioni offerte da una lussureggiante e straordinaria natura che domina tutto intorno.

Spreewald

Spreewald

Situata a circa 80 chilometri da Berlino, e raggiungibile in auto o in treno, la cittadina tedesca è diventata la meta ideale di vacanze e gite fuori porta all’insegna della bellezza. Qui le giornate scorrono lente, mentre il sole splende in alto nel cielo illuminando la fitta e selvaggia foresta che si snoda tra i villaggi del territorio.

Lübbenau è conosciuta anche come la città dei punt, le tipiche imbarcazioni a remi che si trovano sui piccoli corsi d’acqua che si snodano nel cuore della foresta di Spreewald. È proprio a bordo dei punt che è possibile andare alla scoperta della rigogliosa vegetazione che caratterizza tutta l’area boschiva, una biosfera protetta dall’UNESCO che ricorda le ambientazioni delle fiabe dei fratelli Grimm.

Lübbenau: cosa fare e cosa vedere

Lübbenau, la sua natura rigogliosa e i caratteristici edifici che si affacciano sui corsi d’acqua, è il perfetto punto di partenza per scoprire l’intera Spreewald. Diventata biosfera nel 1991, la zona ospita una vegetazione ricca e variegata che comprende quasi 2000 esemplari differenti tra flora e fauna.

Lübbenau

Lübbenau

Le origini di Lübbenau e degli altri villaggi costruiti ai margini della foresta risalgono al basso medioevo, così come la costruzione delle cinta murarie. Le comunità sviluppatesi lungo i corsi d’acqua sopravvivevano soprattutto grazie alle attività di artigianato, e tessitura del lino. Oggi sono poche le realtà ancora che testimoniano il passato di questo territorio, ma mantenere il paesaggio incontaminato e preservare le tradizioni antiche è una priorità di tutti gli abitanti.

Lübbenau oggi è il perfetto punto di partenza per scoprire queste storie, per esplorare la biosfera dell’Unesco e per vivere un’esperienza straordinaria. Un’avventura che passa per romantiche gite sui canali e corsi d’acqua, organizzate dai numerosi traghettatori del luogo, che permettono di raggiungere gli altri villaggi, ma anche per le passeggiate al porto, con le sue tipiche imbarcazioni, e per il suggestivo e delizioso centro storico.

Se siete amanti dei tour su due ruote, allora, potete esplorare i villaggi vicino a Lübbenaua a suon di pedalate immerse nel verde.

Lübbenau

Lübbenau

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Il luogo più romantico del mondo è un tunnel incantato immerso nella natura

Ci sono dei luoghi che sembrano creati appositamente per incantarci, come se fossero delle destinazioni turistiche da raggiungere per celebrare la bellezza, l’amore e il romanticismo. E invece, in molti casi, si tratta di una serie di combinazioni casuali che hanno lasciato sì che la natura regnasse sovrana creando paesaggi di immensa bellezza, come nel caso del Tunnel dell’Amore in Ucraina.

Un luogo che sembra uscito da uno dei film più romantici di sempre o da una fiaba a lieto fine, proprio come quelle che piacciono a noi. Un tunnel, interamente ricoperto da rami, foglie e cespugli che crea un’atmosfera incanta e fiabesca. Un piccolo eden dell’amore che, col tempo, di è trasformata in un luogo dove incontrarsi e scambiarsi promesse di amore eterno.

Ucraina: il Tunnel dell’Amore

Quello che è stato ribattezzato come il Tunnel dell’Amore (Tunel Kokhannya), in realtà, è un vecchio binario dismesso dove un tempo, neanche troppo tempo fa, si muoveva sui binari un treno che trasportava il legno in una fabbrica di Klevan. Con gli anni, la sua funzione originaria, è venuta meno e questo tratto di ferrovia è stato abbandonato.

Lungo circa 5 km, il tunnel oggi è considerato uno dei luoghi più romantici dell’Ucraina e forse del mondo intero. E basta guardare le istantanee immortalate dai fotografi e dai viaggiatori di tutto il mondo per comprendere tutto il fascino che si nasconde dietro a questo luogo suggestivo.

Anche se situato al di fuori dei sentieri turistici più battuti, il Tunnel dell’Amore non smette di essere un richiamo per gli innamorati del mondo. Non solo per la sua bellezza, ma anche per le storie e le leggende romantiche che sono state tramante per anni.

Oggi l’usanza è proprio quella di recarsi qui, insieme alla propria dolce metà, per esprimere un desiderio d’amore che poi si avvererà.

Come in una fiaba: tra storie e leggende

Quello che si palesa davanti agli occhi dei visitatori come un bosco incantato, in realtà è un fenomeno botanico che si può spiegare proprio grazie alle origini di questo tunnel. Il passaggio regolare del treno, per molti anni, in questa fitta boscaglia ha creato un un sentiero a forma di arco immerso nel verde.

Se nel primo tratto del Tunnel dell’Amore, questo paesaggio sembra piuttosto lineare, proseguendo si vede come, invece, la natura abbia preso il sopravvento in maniera selvaggia e bellissima.

La versione più romantica e suggestiva della nascita di questo tunnel è fatta risalire alla storia d’amore di due ragazzi che si è consumata nello scorso secolo. Un ingegnere polacco di Orživ, giunto qui per lavoro, si innamorò perdutamente di una ragazza di Klevan, ma il loro grande amore era ostacolato dai genitori di lei che non approvavano la relazione. Così, approfittando delle sue abili doti, il giovane fece costruire una piccola rete ferroviaria che collegasse Orživ e Klevan. Il Tunnel dell’Amore, appunto, che divenne il loro nascondiglio segreto.

L’altra storia, quella reale e meno romantica, anche se non del tutto accreditata, vuole che la costruzione della galleria immersa nella natura sia stata una scelta strategica per nascondere gli spostamenti tra un villaggio e l’altro agli occhi delle basi militari del territorio circostante.

Indipendentemente dalla versione in cui sceglie di credere, il Tunnel dell’Amore resta uno dei luoghi più affascinanti, romantici e suggestivi del mondo intero.

tunnel dell'amore

Tunnel dell’Amore, Ucraina

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Fioriscono i peschi: la passeggiata nel viale rosa lascia senza fiato

C’è qualcosa di magico ed estremamente suggestivo che sta succedendo proprio adesso, sotto ai nostri occhi, ora che la primavera è arrivata. La stagione più straordinaria dell’anno si prepara al risveglio della natura ci regala atmosfere fiabesche paragonabili solo alle più grandi opere d’arte. I quartieri e i parchi delle città sono sotto l’incantesimo di un’esplosione di nuance brillanti e cangianti che colora tutto intorno mentre nell’aria un’inebriante profumo si diffonde.

È questo il momento per organizzare una fuga primaverile, per raggiungere quei luoghi meravigliosi del mondo che permettono a Madre Natura di mettere in scena i suoi spettacoli più belli. Deserti aridi che miracolosamente fioriscono, sakura che incantano viaggiatori da tutto il mondo e poi ancora distese in fiore che si perdono all’orizzonte.

Ma se è vero che conosciamo bene tutta la suggestione delle fioriture dei tulipani in Olanda, e quella dell’Hanami in Giappone o a Washington, è vero anche che ci sono alcuni spettacoli meno conosciuti, ma altrettanto grandiosi, nascosti alla stregua di un tesoro prezioso come l’incantevole viale di peschi ad Aitona.

La meravigliosa fioritura ad Aitona

La meravigliosa fioritura ad Aitona

In catalogna a passeggiare tra i peschi in fiore

Meno conosciuto delle altre fioriture del mondo, il paesaggio di Aitona appare davanti agli occhi di chi lo guarda come un capolavoro d’arte all’interno del quale perdersi e immergersi. Per vivere questa esperienza, che stordisce e inebria tutti i sensi, dobbiamo recarci in Catalogna in questo comune spagnolo che ospita poco più di duemila abitanti.

È qui che nel mese di marzo la natura splende come non ha fatto mai tingendo le campagne dei colori più belli che gli appartengono. Ad Aitona gli alberi da frutto crescono nei campi delle campagne che ospitano diverse coltivazioni da oltre un secolo.

Negli anni ’20 del 1900, però, al fianco dei tradizionali campi di cereali e dei vigneti, sono iniziate a diffondersi le piantagioni di alberi da frutto che adesso ricoprono più di 800 ettari di terreno. E quando arriva la primavera, e questi fioriscono, lo spettacolo che si crea davanti agli occhi di chi guarda è meraviglioso.

La meravigliosa fioritura ad Aitona

La meravigliosa fioritura ad Aitona

Il viale rosa che incanta il mondo

Sono gli alberi di peschi che, con quelle sfumature che vanno dal rosa intenso al rosso porpora, brillano sotto i raggi del sole. La maggior parte delle coltivazioni riguarda le pesche nettarine, quelle paraguiane e quelle rosse.

La fioritura, in realtà, è breve ma intensa. Gli alberi da frutto esplodono in tutta la loro bellezza a marzo, mantenendo questo spettacolo per circa due settimane. Il periodo migliore per ammirare la fioritura e passeggiare tra i viali rosa è il mese di marzo anche se, in base alle condizioni climatiche, questa potrebbe ritardare di qualche settimana.

Per entrare all’interno di questo quadro che porta la firma di Madre Natura, sono stati messi a disposizione dei viaggiatori due percorsi escursionistici che portano direttamente all’interno dell’idilliaco passaggio. Il primo consente a tutti di attraversare le piantagioni delle campagne nei pressi della città. Il secondo, invece, conduce all’Eremo di San Juan de Carretalá situato su una collina che domina Aitona. Da qui è possibile godere di una vista suggestiva e romantica su tutti i peschi in fiore.

La meravigliosa fioritura ad Aitona

La meravigliosa fioritura ad Aitona

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Cosa si nasconde ancora oggi sotto il Colosseo

Dopo tanti secoli, Roma nasconde ancora molti segreti. Alcuni di essi non sono neppure visibili ai turisti, in quanto si nascondono tuttora nel sottosuolo della Capitale. La storia millenaria, infatti, ha coperto con strati di strade e di edifici molte tracce del nostro passato. Ma c’è un luogo iconico di Roma, il Colosseo, che ancora cela un incredibile segreto.

I laghetti sotto il Colosseo

Proprio sotto l’Anfiteatro Flavio, il più grande anfiteatro romano del mondo, nel pieno centro della città, ancora oggi ci sono dei piccoli laghi. Qui, incredibilmente, l’acqua è limpida e cristallina. E sono una vera meraviglia.

Ci troviamo sotto uno dei Sette colli di Roma, il Celio, sotto le fondamenta del convento dei Padri Passionisti, che comprende anche la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e dove un tempo, intorno al I secolo d.C., si ergeva un gigantesco santuario dedicato all’Imperatore Claudio, le cui strutture ciclopiche furono inglobate nel convento intorno al 1100. Tanto per capire le dimensioni, il tempio poteva contenere l’intero Colosseo.

Qui, è stato rinvenuto un labirinto fatto di laghetti sotterranei che scorrono per oltre due chilometri. Si tratta di un sistema di cave romane, scavate a partire dal IV secolo a.C., che si sviluppa in una sequenza di sale dove le volte variano tra un’altezza di otto metri fino a passaggi di appena un metro e mezzo.

Una volta entrati, non si sente più nulla della metropoli caotica che vive in superficie e che si muove ininterrottamente dieci metri sopra la testa. L’unico rumore è quello del gocciolio dell’acqua che, da secoli, plasma la roccia e crea bellissime stalattiti, per poi alimentare i laghetti.

L’origine di queste cave è dovuta molto probabilmente a una falda acquifera, alimentata nel corso dei secoli anche dalle infiltrazioni di acqua, purificata dallo strato di tufo, motivo per cui sarebbe così limpida. La temperatura dell’acqua è costante e non supera i 10°C mentre quella dell’ambiente sotterraneo è di circa 12°C. Insomma, ci si potrebbe anche vivere,

Proprio perché alimentati dalle infiltrazioni, il livello dell’acqua dei laghetti varia a seconda delle stagioni e delle piogge. La siccità, infatti, ne ha prosciugati alcuni. La presenza di fili elettrici dimostrerebbe che, forse, furono sfruttate come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il fiume sotto il Colosseo

Ma i laghetti sotterranei non sono l’unico segreto che si cela sotto l’imponente Colosseo. C’è anche un fiume. Arriva dalla Basilica di San Clemente, dove è ben visibile nei bellissimi sotterranei, e giunge diretto fino all’Anfiteatro. Un tempo sfociava nel Tevere, finché la dinastia dei Tarquini, i re etruschi che regnarono su Roma nel VI secolo a. C., responsabili di numerosi lavori di ingegneria e della prima grande monumentalizzazione della città, non lo incanalarono nella Cloaca Massima, la fogna costruita per bonificare la valle del foro.

Il corso d’acqua, ancora senza nome, non solo si è preservato fino a oggi, ma mantiene ancora lo stesso tracciato, sebbene sia nascosto sotto terra. Sarebbe, questo, dunque, il terzo fiume che attraversa Roma, oltre al Tevere e all’Aniene.

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Hunan, la Provincia delle voci segrete delle donne

Hunan è un’affascinante Provincia montuosa nella Cina Meridionale, famosa principalmente per essere il luogo di nascita del leader comunista Mao Zedong. Ma la verità è che da queste parti, tra pendii rocciosi e incantevoli villaggi fluviali rurali, è venuto al mondo il Nü shu (o Nüshu), l’unico sistema di scrittura creato e utilizzato esclusivamente dalle donne.

Nü shu, la storia

Il Nü shu è un linguaggio che sboccia nella Cina del secolo XVII, periodo in cui la figura della donna era ancora più sottomessa e denigrata rispetto alla situazione attuale. La corretta traduzione è “scrittura delle donne“, basti pensare che è stato ideato in modo tale da essere compreso e diffuso esclusivamente tra le persone di sesso femminile.

Il motivo per cui queste persone coraggiose decisero di inventare una nuova lingua non è affatto da sottovalutare: dopo la conquista da parte della Cina della Provincia dello Hunan, le donne della popolazione Yao videro un totale cambiamento di assetto della loro società che da “Matriarcale” diventò “Patriarcale”, e quindi regolata dalle norme maschili del diritto paterno.

Una condizione che le costrinse a cambiare abitudini sociali compreso il loro linguaggio, facendo una rivisitazione completa del dialetto che si utilizzava in quella zona. Di questo mutarono i caratteri fondamentali per la comprensione, a tal punto che gli uomini dell’epoca non erano assolutamente a conoscenza di tale ingegnoso sistema, ideato proprio dal genere che essi ritenevano “inferiore”.

Obbligate, quindi, a rinunciare a tutto compresa la loro personalità, queste donne vedevano nella loro lingua segreta uno dei loro pochi sfoghi. Donne che per lo più erano analfabete, e tra le altre cose spesso sottoposte alla violenta fasciatura dei piedi.

Nel corso del tempo, questa lingua venne utilizzata in testi di svariato genere, oltre che nei ricami. Infatti, erano solite cucire e ricamare senza destare alcun tipo di sospetto o attenzione da parte degli uomini. Tutto ciò permetteva loro di poter lasciare una testimonianza della vita che vivevano ad altre donne come loro, oppure semplicemente a chi avrebbe voluto interessarsene e capirne di più.

Quando il Nü shu fu scoperto per la prima volta, in molti pensarono che si trattasse di un linguaggio usato per dissacrare una società di tipo patriarcale. Nei fatti si scoprì che non era così: molti scritti riguardavano il matrimonio, il dolore per la separazione dalla famiglia di origine o lodi della futura sposa da leggere durante le complicate cerimonie nuziali che si tenevano all’epoca.

Fino agli anni che vanno dal 1966 e il ’76, ovvero durante la rivoluzione culturale cinese, questa pratica fu trasmessa di generazione in generazione. Da quel momento in poi, il Nü shu venne considerato un pericoloso linguaggio criptato, analizzato da molti esperti accademici ma senza successo.

Al giorno d’oggi, le persone che conoscevano questa scrittura segreta sono venute tutte a mancare e la sua sopravvivenza è principalmente nelle mani di quei pochi studiosi che l’hanno appresa dalle anziane abitanti della zona. Tuttavia, questa lingua sembra voler vivere una sorta di rinascita e in particolare a Puwei, un villaggio circondato dal fiume Xiao e accessibile solo tramite un piccolo ponte sospeso.

La rinascita del Nü shu

Stando a quanto dichiarato alla BBC da alcuni abitanti di Puwei, un tempo il Nü shu era ampiamente parlato nella zona di Hunan. Dopo che gli esperti trovarono tre scrittori di Nüshu nel villaggio negli anni ’80, Puwei è diventato il punto focale per la ricerca su questo sistema di scrittura.

Nel 2006 è stato inserito nell’elenco del patrimonio culturale immateriale nazionale dal Consiglio di Stato cinese e un anno dopo è stato costruito un museo sull’isola di Puwei che ospita un’aula scolastica e sale espositive. Video, dipinti e mostre culturali adornano le pareti, mentre i corsi di ricamo e calligrafia offrono opportunità pratiche di connessione culturale. È stato, inoltre, recentemente ampliato e ospita un festival annuale con poesie e canzoni eseguite in Nü shu.

Cosa vedere nella provincia di Hunan

Hunan significa letteralmente “a sud del lago”, non a caso la Provincia si sviluppa a sud del Lago Dongting, il secondo lago d’acqua dolce più grande della Cina. Da queste parti, piccoli paesi dall’architettura tradizionale si trovano incastonati in catene montuose color smeraldo, e tutti abbracciati da una leggera nebbia.

Da non perdere è certamente la zona paesaggistica di Wulingyuan-Zhangjiajie. Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1992, è nota per essere il luogo che ha ispirato il regista James Cameron per la creazione dei personaggi di “Avatar”. Un parco a dir poco straordinario e diviso in 3 aree: le montagne fluttuanti Hallelujah di “Avatar” nella zona di Yuanjiajie, il monte Tianzi, la riserva naturale della valle Suoxi e Yangjiajie. All’interno del parco, inoltre, si trova l’ascensore esterno in vetro più alto del mondo che permette di raggiungere la parte più elevata di Yuanjiajie.

Svetta, tra l’altro, anche il monte Tianmen, conosciuto come la “Porta del Paradiso”. Per salirvi basta prendere la funivia più lunga del globo che parte dalla stazione ferroviaria e sorvola la fitta vegetazione della foresta ai piedi della montagna per oltre 7 km. Se invece volete recarvici a piedi, vi basta percorrere la tortuosa e incantevole strada delle “99 curve” e salire i 999 gradini fino alla cima.

strada "99 curve" cina

La strade delle “99 curve”

Per una scarica di adrenalina ancora maggiore, potreste attraversare uno dei ponti di vetro più lunghi e alti del mondo e camminare sospesi nel vuoto sopra al Grand Canyon di Zhangjiajie. Uno spettacolo della natura che si trova a circa 60 km dal centro di Zhangjiajie, a nord-est del Parco Forestale Nazionale.

Bellissima anche Fenghuang, una piccola città ad ovest della Provincia dello Hunan risalente a più di 1.300 anni fa. Visitarla è come fare un tuffo nell’epoca imperiale cinese. Attraversata del fiume Tuo, è possibile ammirare ancora lavandaie e pescatori, ma anche una fitta serie di case che impreziosiscono uno scenario costituito da ponti, giardini, pagode e torri.

Infine, ma non per importanza perché questa zona della Cina nasconde meraviglie in ogni angolo, non potete di certo perdervi il Lago Dongting che copre generalmente una superficie di 2820 km². In estate, quando i suoi immissari riversano le loro acque di piena nel lago, la sua superficie può ingrandirsi fino a raggiungere i 20000 km². Del resto, questo è uno degli scenari più visitati e decantati dalla poesia e dalle arti tradizionali cinesi. Una zona, quindi, da non perdere assolutamente, sia per il suo fascino naturale che per la sua particolare storia legata a Mao Zedong ma anche alle donne.

provincia di hunan donne

Le meraviglie della Provincia di Hunan

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L’edificio che riaffiora dal Lago Valvestino è pura magia

Tra Lombardia e Trentino si trova un lago che ha una storia incredibile. Si tratta di un lago artificiale le cui acque hanno un colore quasi innaturale. Soprattutto d’estate, con il sole a picco e il cielo limpido, diventano di un azzurro intenso. Sono talmente chiare che le montagne che lo circondano si riflettono benissimo, creando un effetto magico. Ma la magia che accade una volta all’anno è un’altra.

Il lago che nasconde un mistero

Il lago si chiama Valvestino e si trova nei pressi di altri due laghi più famosi, questa volta naturali, uno è il lago d’Idro e l’altro è il lago di Garda. Una particolarità del lago di Valvestino è la costa che lo circonda, fatta di meravigliose insenature che ricordano i fiordi della Scandinavia con le rocce a strapiombo. E poi c’è l’imponente diga, quella di Ponte Cola, tra il fiume Toscolano e il torrente Droanello, che alimenta la centrale elettrica di Gargnano. Alta più di 120 metri, è in grado di accumulare, nel suo grande bacino, un invaso di oltre 50 milioni di metri cubi d’acqua.

Il fenomeno dell’edificio che spunta dalle acque

A lungo i fondali di questo lago artificiale creato nel 1964 hanno tenuto nascosto un tesoro. Una volta all’anno, quando il livello dell’acqua del lago si abbassa, si assiste a un fenomeno incredibile: riemergono i resti di un antico edificio, che raccontano una storia secolare. Si tratta della dogana di Lignago, che segnava il confine tra l’Impero austriaco e la Repubblica di Venezia. In questo punto s’incrociavano sentieri e mulattiere ed era un passaggio obbligato per i viandanti. Ancora adesso, nell’alto Garda si dice in dialetto: “Te pasaré da Lignàc” (“Passerai da Lignago”), per indicare un percorso inevitabile.

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I ruderi della dogana di Lignago

Quando riemerge dalle acque, la dogana o “castello”, così chiamato per la forma e per quelle che sembrano “guglie” che in realtà sono solo i segni dell’erosione del tempo e dell’acqua, attira l’attenzione di una folla di curiosi che posta foto sui social facendo così accorrere ancora più gente.

Questo edificio, costruito nel XIX secolo, funzionava proprio come una dogana. Quando il lago non c’era ancora, serviva per controllare il passaggio delle merci da e verso il confine con i territori austro-ungarici. Quando con la fine della guerra la dogana smise la sua funzione, venne sommersa da milioni di metri cubi di acqua della diga.

Paradiso dei motociclisti

Ricca di curve, la strada che si snoda lungo il lago Valvestino è amata dai motociclisti, soprattutto nel periodo estivo. Si può assistere a questo evento passando sulla Strada Provinciale 9 dal Garda verso la Valvestino.

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Il lago artificiale di Valvestino con le sue acque crristalline

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Trekking tra le stelle in un magico luogo d’Italia

Paesaggi da fiaba, soffici distese innevate, cime maestose, e cieli stellati più che mai. In Val di Sole, ogni stagione offre avventure speciali: dalle piste da sci in inverno, alle camminate in mezzo alla natura rigogliosa, d’estate, in questa valle trentina c’è sempre qualcosa da fare per divertirsi e scoprire bellezze e paesaggi. Un primato, su tutti, la  Val di Sole ce l’ha: qui ci sono i cieli più belli d’Italia, senza alcun tipo di inquinamento luminoso. Da qui l’idea di invitare turisti ed appassionati di camminata, a vivere magiche notti di astrotrekking, ossia una passeggiata in notturna, in mezzo a boschi e su sentieri, ammirando i corpi celesti.

Astrotrekking in Val di Sole

Se esiste un luogo in cui le stelle si vedono ad occhio nudo, senza neppure il bisogno di sofisticati telescopi o punti di osservazione, questo è la la Val di Sole, in Trentino. Qui, come confermato dagli amanti dell’astro-turismo, esistono i cieli più belli d’Italia dove osservare le stelle e la Via Lattea. Ad Ossana, in special modo, in ogn stagione vengono organizzati diversi astrotrekking: abbigliamento comodo, scarponcini da trekking (nella stagione invernale meglio indossare scarponi da neve), racchette (ma non è obbligatorio) e si cammina con il naso all’insù per ammirare i corpi celesti, luminosissimi, che appariranno come per magia. L’esperienza inizia ovviamente all’imbrunire, circondati da boschi e montagne illuminate di bagliori iridescenti. Il silenzio e il contatto con la natura faranno il resto.

Non solo ad occhio nudo si potranno ammirare le stelle, ma durante il percorso si approfondiranno le visite con l’ausilio di telescopi e laser che daranno la possibilità di toccare quasi con mano la via Lattea. Un affascinante percorso in cui guide esperte ed astronomi sveleranno i segreti di pianeti, costellazioni e corpi celesti. Le escursioni di astrotreking sono semplici e non richiedono particolare preparazione atletica, quindi adatte a tutta la famiglia.

Ossana: il borgo con il cielo più stellato d’Italia

Non è un caso se la Val di Sole è la patria dell’astro-turismo. Il Comune di Ossana, in provincia di Trento, infatti, è stata certificata come meta, fra I “Cieli più belli d’Italia” , titolo che viene riservato ai quei luoghi ideale in cui ammirare costellazioni e Via Lattea. La vista, qui, tra le Dolomiti del Brenta, circondati dalla Val di Peio, Vermiglio e il Passo del Tonale, è davvero unica. La Certificazione “I cieli più belli d’Italia” è la prima certificazione italiana, ideata da Astronomitaly per valorizzare i luoghi che mirano a diventare destinazioni d’eccellenza per l’ astro-turismo  attraverso servizi e l’impegno a tutelare il patrimonio celeste.

Ad Ossana, borgo antico dominato dal suo castello che svetta alle pendici del Gruppo della Presanella, d’estate e d’inverno ci sono molte possibilità di divertimento e relax, tra passeggiate , escursioni ed antiche tradizioni locali tutte da scoprire. Buon gusto, sagre, hotel con spa, sport outdoor e, appunto, cieli immensi. Il merito di questo cielo così splendente e bello, è dell’assenza totale di inquinamento luminoso che caratterizza questa valle incontaminata, meta sempre più ambita dai turisti.

Ossana

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Tra divinità, natura e magia: l’isola nascosta della Grecia

Meravigliosa è la Grecia, già destinazione prediletta di viaggiatori e vacanzieri di tutto il mondo, con le sue isole e gli isolotti sparsi per il Mar Egeo e il Mar Ionio. Secondo l’ente del Turismo greco sono circa 6000 i lembi di terra che affiorano dal mare, e che conservano un patrimonio storico, culturale e naturale immenso.

Ed è proprio tra questi che c’è un’isola segreta, quasi nascosta alla stregua di un tesoro prezioso. Essa sorge nel mare Egeo settentrionale, a pochi chilometri dalla linea di confine con la terra di Turchia ed è meravigliosa.

Già meta frequentata dagli appassionati di archeologia, l’isola di Samotracia è celebre anche per la sua Nike, la scultura alata trovata proprio sull’altare dei Grandi Dei nel 1863 e ora esposta all’interno del museo del Louvre a Parigi. Ma è anche l’isola della natura selvaggia, degli scenari lussureggianti e delle cascate. Un’isola da scoprire per innamorarsi, ancora una volta, della Grecia.

Cascate di Samotracia

Cascate di Samotracia

Samotracia, l’isola del Mare Egeo

A Samotracia non ci sono le casette bianche con le finestre blu, non ci sono neanche tutti quei turisti a godere del clima da vacanza perfetta e della movida che le altre isole della Grecia offrono. Ci sono però i tetti rossi, le influenze turche e i balconi in legno che si affacciano dalle case in pietra. Ci sono i massicci montuosi che circondano le spiagge, quelle dalle quali è è possibile raggiungere i boschi e scoprire fiumi, laghi e cascate, piscine naturali all’interno delle quali rigenerarsi e meravigliarsi.

Un vero e proprio paradiso di serenità, un’oasi di pace che ha preso in presto dalla natura i suoi colori più belli per dipingere l’isola intera. Il verde e l’azzurro sono gli assoluti protagonisti di questo scenario incantato, come se gli antichi dei avessero plasmato questo luogo immaginandolo come una dimora paradisiaca in cui vivere eternamente.

Non ci sono locali notturni e discoteche, neanche nei villaggi più turistici. Ma la loro assenza è ripagata dai torrenti, dai fiumi e dalle cascate, dalla natura silenziosa che scandisce i ritmi nuovi del tempi, quelli che scorrono lentamente. Le spiagge sono poche, ma quelle che ci sono bastano a godere della grande bellezza dell’isola.

Samotracia

Samotracia

Cosa vedere e cosa fare a Samotracia

Negli ultimi anni Samotracia è stata scelta come meta di vacanza per un turismo alternativo, hippie e fuori dall’ordinario, ma anche come destinazione per scoprire il perfetto connubio esistente tra storia e natura. L’itinerari sull’isola comincia dal monte Fengari, dalla sua cima per ammirare tutto lo splendore del territorio, per poi scendere tra sentieri e canyon, vallate e gole.

È proprio percorrendo questi sentieri che si aprono davanti allo sguardo degli scenari da fiaba: sono le cascate e le piscine naturali che si trovano sui fiumi Arapis, Platia e Agistros. La più celebre, la cui fotografia è spesso utilizzata per raccontare la grande bellezza di Samotracia, è la cascata Gria Vathra. Qui il paesaggio è in continuo movimento tra salti d’acqua e fruscio delle foglie: uno spettacolo inebriante in cui immergersi e perdersi.

La vita cittadina, o meglio turistica, si svolge a Loutrá. È questo il punto di partenza per la gran parte dei viaggiatori che scelgono di scoprire l’isola. Nonostante la presenza dei turisti, però, la località mantiene la sua intatta atmosfera isolana, quella fatta di cose semplici come taverne, locali all’aperto e passeggiate tra la natura.

Imperdibile è anche Hora, il capoluogo dell’isola, nonché una pittoresca cittadina protetta naturalmente da due falesie che incorniciano una visione idilliaca. Ovviamente, immancabile, è una tappa al Santuario dei Grandi Dei, lì dove si trovano gli enigmi mai risolti, dove è conservato tutto il fascino di culti e riti antichissimi che sembrano fissare un legame eterno e indissolubile con l’isola greca.

Santuario dei Grandi Dei

Santuario dei Grandi Dei

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Anche in Italia ci sono le piramidi: viaggio nel mistero

Quando si parla di piramidi, il pensiero vola subito all’Egitto: è qui, nella splendida Valle del Nilo, che si trovano alcuni dei più grandi (e magici) capolavori dell’umanità. Eppure, per vivere questa magia non c’è bisogno di andare molto lontano. Sebbene in molti non lo sappiano, anche l’Italia ha le sue piramidi. Scopriamo quali sono, in un viaggio all’insegna del mistero.

Piramidi d’Italia, dove si trovano

Le tre celebri Piramidi di Giza hanno sempre rappresentato un grande mistero su cui sono state fatte decine di ipotesi. Ma sono ancora tra le più suggestive meraviglie in grado di incantare milioni di persone provenienti da ogni angolo del mondo. E se vi dicessimo che tre piramidi del genere sono esistite (e in alcuni casi ancora esistono) anche in Italia? Sono quelle di Montevecchia, individuate solamente nel 2001 nel cuore del Parco del Curone, durante una ricognizione aerea. Insomma, a pochi chilometri da Milano possiamo ammirare uno spettacolo unico – o quasi – al mondo.

Si tratta di tre colline piramidali, rimaste per secoli nascoste da una fitta vegetazione, ma ora riemerse in tutta la loro bellezza. Costruite a gradoni, sono state modellate nella roccia calcarea, così caratteristica della zona. Sulla loro natura aleggia ancora il mistero: è possibile che siano nate per motivi astronomici e sacrali. E, sebbene nelle dimensioni siano diverse dalle Piramidi di Giza, ne mantengono la disposizione e l’orientamento astronomico: proprio come le “sorelle” più famose, sono perfettamente allineate con le tre stelle della cintura di Orione.

Ma le piramidi di Montevecchia non sono le uniche rinvenute nel nostro Paese. Una abbastanza conosciuta è quella situata a Roma, tra le Mura Aureliane e Porta San Paolo: secondo quanto emerso da un’iscrizione, sarebbe stata costruita come mausoleo per un prestigioso membro di un antico collegio religioso. E anche in questo caso vi sarebbero state due piramidi vicine, che sarebbero però andate distrutte nel corso dei secoli. Altre tre colline a forma piramidale sono state rinvenute a Cividale del Friuli – e sì, anche queste sono allineate con la cintura di Orione.

Il mistero delle piramidi italiane

Tante, e sparse in tutta Italia, sono le piramidi che possiamo ammirare senza dover lasciare il nostro Paese. Ad esempio, alle pendici dell’Etna sono state trovate tante piccole costruzioni a gradoni, lavorate con pietra lavica e poggianti su base quadrata o rettangolare. Impossibile carpire il loro significato, almeno per il momento. E che dire di quelle emerse in Sardegna? Presso Monte d’Accodi gli studiosi ne hanno individuata una simile a quelle mesopotamiche, risalente probabilmente a circa 4000 anni fa. Mentre nel Sinis c’è persino una statua che ricorderebbe la Sfinge della piana di Giza.

Nel Mugello, sono invece state trovate le piramidi di Pontassieve: anche in questo caso sono tre costruzioni simili a quelle egiziane. Mentre in Emilia Romagna è emersa la piramide di Vessallo, di circa 40 metri d’altezza: nei suoi pressi vi sono anche diversi fossili. Da Nord a Sud, tutta la nostra penisola è disseminata di splendide piramidi. E su di loro aleggia il mistero più assoluto. Per questo motivo continuano ad essere studiate, nella speranza di poterne carpire i segreti.

Piramide Roma

La piramide di Roma