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Migliaia di fiori invadono la piazza: Bruxelles si tinge di magia

C’è sempre un buon motivo per visitare Bruxelles. Lei, la capitale delle capitali, crocevia di lingue, culture e storie, è la città del cioccolato, dei fumetti e dell’Art Nouveau, ma anche quella dello shopping, dei ristoranti e delle botteghe, dei festival e dei concerti.

È la città della Grand Place, il cuore pulsante della capitale, nonché una delle piazze più belle del mondo iscritta dal 1998 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

Ed è proprio qui che oggi vogliamo portarvi, tra gli edifici storici e i gioielli architettonici che svettano verso il cielo e incorniciano la splendida piazza definendo in maniera straordinaria il paesaggio urbano. Perché qui, nella piazza di Grand Place, un tappeto di fiori sta per ricoprire ogni cosa, sta per tingere di colori e meraviglia il cuore di Bruxelles.

Il Tapis de Fleurs torna a Bruxelles

C’era una volta, tanto tempo fa, una città europea che appariva agli occhi di tutti più colorata e scintillante che mai. Era il 1971 e l’architetto paesaggista Etienne Stautemas aveva creato uno dei suoi più straordinari tappeti di fiori proprio nell’opulenta e magnifica Grand Place di Bruxelles.

Da quel momento, quel capolavoro artistico e naturale, si è trasformato in una tradizione tanto cara ai cittadini quanto ai viaggiatori di tutto il mondo che giungono ogni anno fin qui per ammirare questa iconica istallazione floreale.

Un evento più atteso che mai, quest’anno, dato per la prima volta la città ha dovuto rinunciare al suo Tapis de Fleurs per due anni consecutivi a causa dell’emergenza sanitaria. È proprio per celebrare questo grande ritorno che Bruxelles ha scelto di stupire cittadini e visitatori con uno spettacolo unico.

Per festeggiare il ritorno della manifestazione, infatti, verrà ricreata una rivisitazione del primo tappeto realizzato nel 1971. Il tema è quello dell’Arabesques: migliaia di fiori colorati verranno scelti per creare decorazioni originali e motivi geometrici ispirati allo stile ornamentale delle moschee.

Per creare questo immenso capolavoro d’arte, che si estenderà per oltre 1800 metri quadrati, verrano utilizzate diverse specie floristiche tra le quali begonie, dalie, graminacee e corteccee che verranno sapientemente disposte sulla piazza da oltre cento giardinieri esperti. Il risultato sarà un’esplosione di colori, profumi e magia che incanterà lo sguardo e riscalderà il cuore.

Tapis de Fleurs, Bruxelles

Fonte: Ufficio Stampa Visit Brussels

Tapis de Fleurs, Bruxelles

Bruxelles si tinge di mille colori

L’iconico evento, da sempre simbolo della città di Bruxelles sta per tornare, quale occasione migliore, se non questa, per organizzare un viaggio nella capitale delle capitali?

Il Tapis de Fleurs sarà realizzato ad agosto e l’inaugurazione ufficiale è prevista venerdì 12 alle ore 22:00 con l’apertura al pubblico e lo show di Son et lumière. Il capolavoro floreale resterà visibile fino al 15 agosto e sarà accompagnato da repliche quotidiane dello spettacolo che si terrà più volte al giorno, ogni 30 minuti. La piazza resterà aperta al pubblico ogni giorno dalle 10:00 alle 22:00.

Grand Place si trasformerà in un’esplosione di colori, un tripudio di meraviglie accompagnato da un inebriante profumo. Il Il Tapis de Fleurs  può essere ammirato dai bordi della piazza, oppure dalla terrazza panoramica dell’Hôtel de Ville. Godetevi la vista: vi lascerà senza fiato.

Tapis de Fleurs, Bruxelles

Fonte: Ufficio Stampa Visit Brussels/Eric Danhier

Tapis de Fleurs, Bruxelles

 

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La capanna sull’albero che sembra uscita da un libro dei fratelli Grimm

Non è mai troppo tardi per sognare di diventare i protagonisti delle nostre fiabe preferite, le stesse che ci hanno accompagnato fin da bambini. E farlo non è poi così complicato, perché basta guardare le meraviglie che ci circondano per trovare in esse forme e lineamenti che ci riportano proprio lì, in quegli scenari onirici che abbiamo osservato tra le pagine dei libri più belli che abbiamo letto.

Ed è proprio tra quelle pagine che oggi vogliamo portarvi, all’interno di una scenografia che sembra plasmata sui nostri sogni d’infanzia. In un luogo che promette di far vivere una delle esperienze più belle della vita, sicuramente la più stravagante.

Un po’ casa stregata e un po’ dimora fatata, questa capanna sull’albero sembra uscita da una fiaba dei fratelli Grimm, ed è prenotabile per la prossima vostra vacanza in Germania.

Una vacanza da fiaba

Parlare della Germania spalanca nella nostra mente tutta una serie di suggestioni che ci riportano in quei luoghi che già conosciamo o che abbiamo sognato di visitare almeno una volta nella vita.

Città, borghi e Paesi che conservano un patrimonio immenso fatto di storia, arte e cultura, e poi ancora luoghi che hanno ispirato i fratelli Grimm per la stesura delle loro incredibili fiabe, e che sono lì a suggestionarci e ad incantarci, oggi come ieri.

Se è una vacanza da fiaba, quella che volete vivere, allora non ci sono dubbi: la Germania è il posto giusto. Tuttavia per entrare in questa storia fatata dobbiamo allontanarci dai sentieri più battuti dal turismo di massa e spostarci nella Sassonia Centrale, e più precisamente a Kriebstein.

Questo piccolo comune di appena 2000 abitanti è conosciuto sopratutto per i numerosi sentieri che attraversano una natura lussureggiante e per quell’antico castello medievale che domina e veglia sul territorio da uno sperone di roccia che si innalza dal fiume Zschopau.

È proprio qui, incastonato tra le meraviglie naturali e storiche di questo territorio, che si trova la casa sull’albero più grande di tutta la Germania. La si può fotografare, perché è davvero bellissima, ma anche prenotare e vivere per un soggiorno indimenticabile.

Questa casa sull’albero, infatti, fa parte del complesso Baumhaushotel Kriebelland che promette ai viaggiatori avventure davvero uniche.

La casa sull'albero del Baumhaushotel Kriebelland

Fonte: Getty Images

La casa sull’albero del Baumhaushotel Kriebelland

Le casa sull’albero

Situato a Kriebstein, il Baumhaushotel Kriebelland ospita ben quattro case sugli alberi, e sono tutte straordinarie. C’è quella romantica, che è la più grande del complesso e del Paese intero, quella a botte, a libro e a veliero.  I nomi sono estremamente evocativi, del resto l’obiettivo è proprio quello di incantare i grandi e i piccoli esploratori che giungono fino a qui.

Tutti gli alloggi si trovano immersi nella natura lussureggiante e sono sospesi tra gli alberi, fino a 20 metri d’altezza. A rendere davvero speciali questi alloggi sono gli straordinari dettagli che caratterizzano gli interni e gli esterni. Le case, infatti, sono state progettate da artisti e artigiani con l’obiettivo di catapultare gli ospiti in un mondo fatato.

La più grande, quella romantica – ma adatta anche alle famiglie – prende il nome di Romantic Tree House. Con i suoi tre piani e un’altezza di 28 metri si è guadagnata il primato di casa sull’albero più grande della Germania.

Negli interni e negli esterni sono presenti tutta una serie di elementi e di dettagli che rimandano inevitabilmente al mondo favolistico, dalle forme sinuose al legno intarsiato passando per le sculture e l’arredamento artigianale.

Tutto intorno, invece, c’è una natura rigogliosa che regna incontrastata e che garantisce una vacanza all’insegna della pace e del relax. A pochi minuti a piedi dalle case sull’albero Baumhaushotel Kriebelland si trova anche la foresta di Kriebstein e chissà se proprio addentrandovi in questa potrete fare incontri ravvicinati con creature magiche.

La casa sull'albero del Baumhaushotel Kriebelland

Fonte: Getty Images

La casa sull’albero del Baumhaushotel Kriebelland
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Il villaggio nascosto che sembra uscito da una fiaba

Sono poco più di 100 i chilometri che separano Praga da questo piccolo villaggio immerso nelle valli della Repubblica Ceca che confinano con la Germania. È qui che la natura, che regna incontrastata e selvaggia, si comporta come un guardiano custode del suo tesoro più prezioso.

Ci troviamo a Hrensko, e più precisamente nel distretto di Děčín, nella regione di Ústí nad Labem. È in questa terra che il paesino accoglie i viaggiatori che scelgono di intraprendere i percorsi meno affollati, quelli poco battuti dal turismo di massa, per scoprire una delle perle nascoste del Paese.

Un luogo eccezionale che incanta e stupisce a ogni chilometro percorso, che permette di posare lo sguardo su scorci naturali di straordinaria bellezza. È sempre qui, da Hrensko, che è possibile varcare la soglia di un universo incontaminato, quello del Parco Nazionale della Svizzera Boema.

Benvenuti a Hrensko

È un viaggio che stupisce e che incanta, quello che ci porta direttamente ai confini della Repubblica Ceca e che ci permette di scoprire questo meraviglioso microcosmo fatto di appena 290 anime.

Il suo nome è Hrensko, ed è un piccolo villaggio da fiaba incastonato nella natura più autentica. Le piccole case a graticcio che sembrano uscite da un racconto dei fratelli Grimm creano un’atmosfera pittoresca che sembra non seguire le leggi del tempo. Tutto qui scorre lento, quasi immutato, mentre la natura che si snoda tutto intorno diventa l’unico punto di riferimento.

Da qui è possibile andare alla scoperta del meraviglioso territorio della Svizzera Boema grazie alla presenza di percorsi e itinerari segnalati che conducono nel cuore del Parco Nazionale, quello fatto di alte pareti rocciose che svettano verso il cielo, di gole strette e suggestive, di boschi lussureggianti e fiumi impavidi. Un mondo plasmato solo dalla natura.

Hrensko

Fonte: iStock

Hrensko

La porta di accesso a un mondo straordinario

Come anticipato, Hrensko rappresenta il perfetto punto di partenza per chi sogna un viaggio a contatto diretto con la natura.

L’atmosfera del villaggio, lenta, silenziosa e quasi solenne, rende il paesino il luogo perfetto per rigenerare i sensi e ricaricare le energie prima di andare alla scoperta del meraviglioso mondo che si nasconde dietro di esso. Sì perché Hrensko è la porta di accesso al Parco Nazionale della Svizzera Boema, ma è anche il luogo di confine in cui il fiume Elba saluta la Repubblica Cieca.

Dal villaggio partono numerosi sentieri segnalati che permettono di raggiungere la straordinaria bellezza che caratterizza il Parco Nazionale e che si estende per quasi 80 chilometri quadrati.

Chilometri di pura meraviglia che si aprono davanti allo sguardo degli avventurieri con scenari idilliaci, come quello caratterizzato dalla Porta di Pravcicka. Questo grande e maestoso arco di roccia arenaria è il simbolo dell’intero Parco, nonché la più grande arcata naturale in pietra di tutta Europa. L’altezza monumentale di questo capolavoro firmato dalla natura, che si estende per 21 metri di altezza e 27 di larghezza, vi lascerà senza fiato.

Ma quella scenografia naturale e quasi incantata di quella porta segna solo l’inizio di un’avventura straordinaria che passa, inevitabilmente, per le gole di Kamenice. Tra acque trasparenti e cristalline e pareti a strapiombo che raggiungono altezze fino a 150 metri, la natura qui mette in scena i suoi spettacoli più belli. La gola può essere esplorata attraverso sentieri escursionistici in solitaria oppure grazie a visite guidate in barca che navigano il fiume.

Un’altra tappa imperdibile è quella del paesino di Mezní Louka, che dista appena 5 chilometri da Hrensko e che si può raggiungere a piedi o con il trenino Hřenský express. Da qui è possibile ripercorrere il percorso a ritroso che passa per le attrazioni principali del parco. Godetevi tutta la strada perché il panorama, visto da qui, è bellissimo.

Porta di Pravcicka

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Porta di Pravcicka
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Come in una fiaba: la città dove puoi dormire nella roccia

Capolavori firmati da madre natura, gioielli architettonici creati dall’uomo e poi, ancora, attrazioni iconiche e simboliche e tradizioni straordinarie: sono queste meraviglie del mondo che abitiamo che ci spingono a scegliere le nostre prossime destinazioni di viaggio e che ci permettono di vivere esperienze uniche.

Esperienze che, molto spesso, passano anche e soprattutto per gli alloggi. Sono sempre di più, infatti, le persone disposte a volare intorno al globo per dormire in rifugi sospesi ad alta quota, case sull’albero, carrozze di treni trasformati in suite e altre strutture ricettive capaci di regalare avventure uniche.

Esiste un luogo, però, che non ha avuto bisogno di ingegnarsi più di tanto per offrire ai viaggiatori un’esperienza al di fuori dell’ordinario, perché ha saputo ricavare dalla bellezza unica del suo panorama, alloggi e hotel degni delle favole più belle. Benvenuti a Ürgüp.

Ürgüp, la città scavata nella roccia

Quando parliamo della Cappadocia nella nostra mente si affacciano tutti quei panorami incantati che abbiamo ammirato nelle cartoline di viaggio o che abbiamo immortalato con lo sguardo durante le nostre avventure. Ed è proprio qui che oggi ci fermiamo, per vivere una delle esperienze più incredibili di sempre.

Ci troviamo nel bel mezzo della Valle di Goreme, il celebre e iconico territorio dove si trovano i Camini di Fata. È qui, nella terra di Cappadocia che esistono diverse città scavate nella roccia. Delle vere e proprie cartoline incantante nelle quali perdersi e immergersi. Tra queste troviamo Ürgüp, una città che sorge ai piedi della suggestiva Collina dei Desideri.

Per entrare raggiungere questo luogo scavato nella roccia dobbiamo recarci nella provincia di Nevşehir: è qui che è possibile vivere un’avventura da fiaba.

Il panorama, infatti, è caratterizzato da rocce più o meno ampie all’interno delle quali sono state ricavate antiche abitazioni ruspestri risalenti a secoli fa e che oggi sono state trasformate in case, locali e anche hotel a disposizione di tutti i viaggiatori.

Ürgüp

Fonte: Getty Images

Ürgüp

Dormire, mangiare e ballare nelle rocce. Tutto quello che puoi fare a Ürgüp

Ürgüp non ha bisogno di altre presentazioni perché si configura come uno dei centri turistici più importanti dell’intera Cappadocia. Situata a circa venti chilometri da Nevşehir, questa città incanta per i suoi panorami mozzafiato. Ma è anche un luogo intriso di storie che affondano le loro radici in un passato antico e mai dimenticato.

La città è uno dei più antichi insediamenti di tutta la regione della Cappadocia ed è stata crocevia di imperi, popolazioni e persone. Prima sotto il dominio Bizantino con il nome di Hagios Prokopios, poi sotto quello dei Selgiuchi, Ürgüp ha assunto il nome che conosciamo oggi con la fondazione della Repubblica Turca.

Le testimonianze del passato sono ancora ben visibili nella città. Le chiese nella roccia di Üzümlü e Cambazlı, insieme a quella di Sarıca a Ortahisar, sono le più antiche di tutta la Turchia e meritano assolutamente una visita. Così come la merita anche il più antico hamman del territorio situato proprio in città.

Imperdibile, a Ürgüp, è anche la Collina dei Desideri, proprio quella che sovrasta la città. È possibile raggiungerla attraverso un percorso ripido e intenso, ma che restituisce una delle visioni più belle che abbraccia l’intero territorio.

A trasformarla in una meta di viaggio suggestiva e ambita sono, però, i locali scavati nella roccia. Ci sono le discoteche, che attirano gli amanti della movida, ma anche ristoranti, case vacanze e piccoli hotel all’interno dei quali vivere un’esperienza di viaggio incredibile. Dormire nelle stanze scavate nella roccia, infatti, vi darà come l’impressione di essere in una fiaba.

Ürgüp

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Hotel scavato nella roccia, Ürgüp
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Anche un tramonto sul lago può essere magico: questi luoghi lo confermano

No, non ci sono solo le spiagge. Anche se durante la bella stagione la parola tramonto si collega immediatamente a distese di sabbia e salsedine, la verità è che basta pensare in maniera diversa per scoprire qualcosa di davvero unico e incantevole: i tramonti sui laghi. Che per altro, diciamolo pure, in Italia sono tutti bellissimi.

Scegliere non è affatto facile: il BelPaese raccoglie alcuni specchi d’acqua dolce così meravigliosi e carichi di storia che fare una cernita sembrerebbe impossibile. Il consiglio è quello di vederli tutti, almeno una volta nella vita, cominciando però da quelli che vi elenchiamo, che sono (forse) i più famosi e romantici.

Il tramonto incantevole sul Lago Maggiore

Come si fa a descrivere la bellezza del Lago Maggiore? Le sue acque calme, la sua posizione che sembra quasi renderlo un gioiello al collo di una donna bellissima, le sponde morbide che si fanno lambire dall’acqua: cosa può rendere ancor più bello questo scorcio che, già da solo, mozza il fiato? Semplice: l’ora del tramonto. Mentre il sole va a dormire, il lago si tinge di morbide tonalità di rosa e viola e sembra di vivere una favola.

Un suggestivo tramonto sul Lago Maggiore

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Il tramonto sul Lago Maggiore visto dall’Eremo di Santa Caterina del Sasso

Uno dei punti più belli da cui osservare il tramonto è sicuramente l’Eremo di Santa Caterina del Sasso. Questo monastero antico, che ha già un’atmosfera mistica, sorge a strapiombo sulla riva orientale del lago e fornisce un punto di osservazione così particolare e suggestivo da essere davvero indimenticabile.

Tramonti sui laghi: gli scorci del Lago di Como

Non c’è niente che evochi ricordi letterari e poetici come il Lago di Como. Ogni sponda di questo lago ha una sua particolarità e riesce a mescolare la componente umana alla natura in una maniera così armoniosa da fare invidia a tutto il resto del mondo. Incanti di marmo, roccia e sabbie si uniscono al suo fascino, dato anche dall’essere da sempre un rifugio aristocratico e chic, oltre che dalla sua fama di lago più profondo d’Italia.

Uno scorcio del lago di Como

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Il tramonto sul Lago di Como, visto da Varenna

Va da sé che un posto così bello diventi ancor più ammaliante al tramonto. I riflessi del sole che scende baciano languidamente le aree verdi e le costruzioni chiare che si affacciano sulle sue acque, dando l’impressione di tingere d’oro tutto il panorama. Una delle viste più belle? Quella che si può godere dalle sponde di Varenna, il borgo lombardo degli innamorati.

Il tramonto più selvaggio: quello del Lago Trasimeno

Ci sono tramonti e tramonti, diciamolo pure: ad alcuni di noi batte il cuore quando il sole cala su uno scorcio incontaminato, dove a fare da padrona è la natura, nelle sue forme più vive e pulsanti. C’è un lago italiano che sembra sposare questa preferenza, che sembra farla sua: il Lago Trasimeno. Tra canneti e piccoli pontili, profumi di una flora unica e una fauna protetta, questo lago colpisce il cuore di chi ama davvero l’ambiente.

Il tramonto suggestivo sul Lago Trasimeno

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Il tramonto sul Lago Trasimeno visto da San Savino, Magione

Quando il sole tramonta, il Lago Trasimeno assume delle sfumature che vanno dal blu al dorato, fino al rosso, per poi tendere al viola. Uno spettacolo da godersi, in particolare, all’interno dell’Oasi Naturalistica di San Savino, dove acque basse e uccelli di grande interesse ornitologico sono il contesto più spettacolare che si possa desiderare.

Un tramonto da non perdere: quello sul Lago di Garda

Ultimo, ma non per importanza, il tramonto sul Lago di Garda. La bellezza di questo lago attrae turisti da ogni parte del mondo, che cercano da sempre il punto più bello per abbracciare con lo sguardo tutta la sua vastità. Le sue acque, durante la bella stagione, sono calme e riflettono il panorama circostante come una tela, tra suggestioni e luci abbaglianti.

Tramonto sul Lago di Garda

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Lago di Garda, tramonto visto da Malcesine

Al tramonto, i colori variano in base al punto d’osservazione. Il cielo si fa sempre rosato e poi ambrato, e la luce accende case e aree verdi facendole brillare in maniera intensissima. Un vero spettacolo che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.

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Tutta la magia del luogo italiano che ha ispirato poeti e scrittori

C’è un luogo in Italia che sembra uscito direttamente da un libro di fiabe e dove scorre un’acqua che nell’antichità veniva considerata sacra. Un posto così suggestivo che è stato spesso fonte d’ispirazione per poeti e scrittori che ne hanno apprezzato non solo la sua bellezza, ma anche la sua incantevole natura.

Fonti del Clitunno, un luogo magico

Siamo nel cuore dell’Italia, in Umbria, e più precisamente a Campello Sul Clitunno in provincia di Perugia. E proprio qui, in una delle regioni più verdi del nostro Paese, prende vita il mistico Parco Naturalistico delle Fonti del Clitunno, uno spettacolo della natura che si rivela un’oasi di pace per il visitatore.

In circa 10.000 metri quadrati, vengono custodite le sorgenti del fiume Clitunno che, fuoriuscendo da fenditure rocciose, danno vita a un bellissimo e poetico laghetto abitato da cigni e anatre e impreziosito da numerose e rare specie vegetali.

Nonostante i suoi circa 400 metri di diametro, il laghetto si distingue per essere contornato da particolari specie vegetali come il nasturzio acquatico o Nasturtium officinale, la coda di cavallo acquatica o Hippuris vulgaris, la gamberaja maggiore o Callitriche stagnalis e la mestolaccia o Alisma plantago-aquatica. Tantissimi anche i salici piangenti, come i rigogliosi pioppi cipressini.

Visitarlo vuol dire tuffarsi in un’atmosfera incantata, quasi fuori dal tempo, anche grazie alle varie cascatelle, ponti e sentieri che sembrano avere un potere rasserenante sull’animo del visitatore.

Fonti del Clitunno umbria

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Coppia di Cigni alle Fonti del Clitunno

Fonti del Clitunno: la storia e perché sono sorgenti sacre

Le acque che lambiscono questo parco dall’aspetto magico, in origine erano così tanto abbondanti da confluire in un grande fiume che veniva navigato dagli antichi Romani per raggiungere la Capitale dell’impero.

Non sorprende, quindi, che all’epoca venissero considerate sorgenti sacre dedicati al Dio Giove Clitunno, personificazione dell’omonimo fiume, in nome del quale furono costruiti diversi tempietti. I Romani erano convinti che gli abissi del fiume nascondessero la dimora di Clitunno, a tal punto da svolgere ogni anno a primavera le “Clitunnali”, feste in onore del Dio Clitunno.

Sfortunatamente, nel V secolo d.C un grave terremoto distrusse parte delle Fonti, ridimensionando l’apporto d’acqua originale. Nella seconda metà dell’Ottocento, il parco assunse il suo aspetto attuale grazie al lavoro del conte Paolo Campello della Spina, il quale riorganizzò gli spazi, introdusse gli animali e creò, appunto, il suggestivo laghetto.

Quali sono gli artisti che hanno omaggiato le Fonti del Clitunno

Essendo un luogo particolarmente poetico, anche grazie alle dolci sfumature che assume l’acqua con il cambiare delle ore, le Fonti del Clitunno hanno ispirato le penne di tantissimi scrittori e poeti.

Nell’antichità il primo a lodare queste sorgenti fu Plinio il Giovane che, rimastone completamente affascinato, decise di scrivere una lettera a un amico invitandolo a visitarle. Tra le tante parole, quelle che più colpiscono sono: “L’ho viste da poco e mi rammarico di averlo fatto troppo tardi“.

Elogi anche da parte di Virgilio che cita le Fonti del Clitunno nelle sue “Georgiche”, definendole acque da cui le bestie, una volta che si erano immerse, uscivano bianche e purificate.

fonti del clitunno cosa sapere

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Un angolo delle Fonti del Clitunno

Poi George Byron che, durante il suo pellegrinaggio in Italia, passò dall’Umbria e anche presso le Fonti del Clitunno descrivendole come: “Il più grazioso fiumicello di tutta la poesia”.

E poi ancora Giosué Carducci che dedicò a questo luogo una delle sue “Odi Barbare” intitolata proprio “Alle Fonti del Clitunno“.A ricordo della visita di questo straordinario poeta italiano, nel 1910 è stata posta una stele marmorea scolpita da Leonardo Bistolfi, accompagnata da un’epigrafe di Ugo Ojetti.

Il Tempio del Clitunno o “Tempietto del Clitunno”: Patrimonio dell’UNESCO

A seguito della visita delle suggestive Fonti del Clitunno è d’obbligo fare un salto all’omonimo Tempio (o Tempietto), una vera e propria meraviglia realizzata nel V secolo. Edificato dai romani per celebrare, appunto, il Dio Clitunno, è stato trasformato in una chiesa paleocristiana dedicata a San Salvatore.

Di piccole dimensioni, si caratterizza per avere una forma armoniosa e pregevole apprezzata nel corso secoli, anche da architetti di un certo livello come il Palladio, il Piranesi e il Vanvitelli. Costruito in una posizione che domina le fonti, vanta quattro colonne (due centrali e due addossate ai pilastri d’angolo) nella parte frontale, mentre in alto svetta il Timpano.

Particolarmente interessanti sono gli affreschi al suo interno, o meglio, quel che rimane con SS. Pietro e Paolo, Angeli, la croce gemmata ed il Redentore risalenti al VIII secolo. Un luogo davvero suggestivo e imperdibile a tal punto che oggi parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.

tempietto clitunno

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Il suggestivo Tempietto del Clitunno

Cosa vedere nei dintorni delle Fonti del Clitunno

Diciamo la verità: siamo in una zona dell’Umbria altamente spettacolare e le cose da vedere sono veramente tante. Noi abbiamo fatto una selezione a partire dal luogo che ospita queste acque sacre: Campello sul Clitunno, un suggestivo borgo medievale suddiviso in due parti: la zona fortificata di Campello Alto, nata accanto all’originario e incantevole castello (X-XI sec.) e Campello Basso, che regala al visitatore la bella chiesa della Madonna della Bianca.

Non lontano dalle abitazioni, vale la pena fare un salto alla piccola chiesa di San Sebastiano, edificata come fioretto per il termine della peste, che al suo interno conserva affreschi rivolti a San Sebastiano, santo protettore dalla peste.

Bellissimo anche Pissignano con il suo castello che si trova sui pendii delle colline. Le case del borgo, invece, sono disposte a terrazzi degradanti e ancora mantengono l’impronta medievale. Da non perdere nemmeno Foligno, città importantissima adagiata ai piedi dell’Appennino umbro-marchigiano. Spesso trascurata per la vicinanza alla più celebre Assisi, regala al visitatore incantevoli edifici religiosi e palazzi signorili di assoluto pregio, tutti concentrati nel cuore antico della città. Un luogo in cui il medioevo ha lasciato davvero tracce indelebili.

Infine, vi consigliamo di fare un salto a Spoleto, cittadina dalla storia millenaria ma anche scenografica grazie alla Rocca Albornoz e il suo Ponte delle Torri che insieme creano uno scenario che si staglia nelle dolci colline umbre, il tutto con una perfetta armonia tra le costruzioni create dell’uomo e le meraviglie messe al mondo dalla natura. Il centro storico è un piccolo gioiellino, ma a meritare una particolare menzione è Piazza del Duomo con la sua famosa scalinata, uno degli scorci più fotografati d’Italia.

Insomma, le Fonti del Clitunno sono un luogo da sogno da visitare il prima possibile, anche per scoprire i dintorni di cui è impossibile non innamorarsi.

Campello sul Clitunno umbria

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Un angolo di Campello sul Clitunno
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La Stonehenge italiana, dove il solstizio è uno spettacolo

Non solo la Stonehenge britannica nasconde misteri e regala emozioni. Non tutti sanno che una Stonehenge esiste anche in Italia, ma pochissimi la conoscono. Eppure, è uno dei siti archeologici più grandi del nostro Paese, nonché uno dei più suggestivi e importanti.

Ben 200mila metri quadrati di nascosti nella lussureggiante macchia mediterranea, tra piante di sughero, querce e mirto. Forse avete già capito dove si trova, ma ve lo sveliamo noi.

Si tratta di Pranu Muttedu che si trova in Sardegna, uno dei siti prenuragici più imponenti e particolari della Regione, che sorge nelle verdi campagne del Gerrei, nella parte centro-orientale del Sud dell’isola, a pochi chilometri dall’abitato di Goni, a mezz’ora da Cagliari. E il presenta allineamenti molto interessanti, visibili soprattutto in occasione del solstizio d’estate.

Il sito di Pranu Muttedu in Sardegna

Il vasto complesso monumentale prenuragico è diviso in diversi agglomerati. A Nord, nella località di Su Crancu, c’è l’agglomerato di capanne, mentre a Sud del villaggio si trovano i sepolcreti di Pranu Muttedu e di Nuraxeddu, circondati da coppie di menhir e da costruzioni rotonde, che forse servivano per i rituali sacri. Si tratta della più alta concentrazione di menhir che si conosca in Sardegna. Sono circa 60, distribuiti in coppia, in allineamenti o in piccoli gruppi, talvolta nelle stesse architetture tombali.

Un po’ più a Sud, scavata nella roccia, sorge la necropoli con tre circoli tombali. Altre strutture affiorano in zona: particolarmente interessanti i resti del dolmen di Baccoi. L’eccezionalità del sito deriva anche dalla più alta concentrazione di menhir che si conosca in Sardegna: circa 60, distribuiti variamente, in coppia, in allineamenti, in piccoli gruppi, talora nelle stesse architetture tombali. Sono del tipo ‘protoantropomorfo’, a forma ogivale e superficie anteriore piana.

I sepolcri sono costituiti da due o tre anelli concentrici di pietre. Al centro si trova la camera funeraria, alla quale è possibile accedere attraversPranu Mutteduo un corridoio formato da lastroni.

La presenza di numerose tombe e menhir fa pensare a un utilizzo del sito in funzione di riti sepolcrali e religiosi, collegati al culto degli antenati.

Gli scavi archeologici

Gli scavi che sono stati fatti nel sito negli Anni ’80 hanno riportato alla luce dei vasi, delle punte di freccia in ossidiana e altri oggetti, tra cui un pugnale fatto di selce e un’accetta di pietra. Dai manufatti si fa risalire il complesso al Neolitico recente (3200-2800 a.C.) con ‘inserimenti’ tardivi sino al 2600 a.C.

Il sito archeologico di Pranu Muttedu è oggi un parco e un Bene del FAI, con tanto di strumenti multimediali che ne spiegano la storia e la sua importanza e che aiutano il visitatore nella visita in autonomia. Sono a disposizione delle guide che accompagnano i turisti all’interno del sito. La visita di questo parco è davvero molto suggestiva.

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Leggende e miti di un paradiso selvaggio e solitario

Le isole Faroe sono un luogo incantato, ricco di leggende mitologiche e storie misteriose. Per rendere unici viaggi ed esplorazioni, è essenziale conoscere i segreti che si celano negli angoli di questi posti magici. L’arcipelago danese riesce sempre ad incantare ogni turista di passaggio.

Le leggende delle isole Faroe

Una delle storie più famose delle isole Faroe è la leggenda di Kópakonan, che letteralmente significa la donna delle foche. Un tempo si credeva che le foche fossero uomini e donne che cercavano volontariamente la morte nell’oceano. Una volta all’anno però, durante la tredicesima notte, era permesso loro venire sulla terra, togliere la pelle e mischiarsi con gli esseri umani.

Un giovane del villaggio di Mikladalur, non credendo alla leggenda, la tredicesima sera si mise sulla spiaggia ad aspettare l’arrivo delle foche. Ad un certo punto le vide nuotare verso la riva, arrampicarsi sulla spiaggia, togliersi la pelle e tornare ad essere persone normali.

Villaggio di Mikladalur, Isole Faroe, Danimarca

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Il villaggio di Mikladalur, Isole Faroe, Danimarca

Il giovane contadino si innamorò di una ragazza-foca e decise di rubarle la pelle, costringendola a seguirlo nella sua fattoria, dove la tenne prigioniera per molti anni. La sua pelle rimase nascosta in una cassapanca di cui solo lui aveva la chiave. Si sposarono ed ebbero figli, ma la ragazza aveva sempre il desiderio di tornare dalla sua famiglia, in mare. Un giorno, però il giovane scordò la chiave a casa e quando fece ritorno la donna era fuggita, aveva fatto ritorno in mare.

Temendo la vendetta dell’uomo la donna-foca gli apparve in sogno chiedendogli di non fare del male alle foche che popolavano il mare. Ma il contadino non diede ascolto al sogno e si unì ai suoi compagni, i quali uccisero tutte le foche presenti nella grotta vicino alla riva.

La sera, mentre gli uomini stavano banchettando, la ragazza apparve lanciando loro una maledizione. Ancora oggi capita che gli uomini del villaggio cadano in mare dalle cime delle scogliere e si pensa che non sia ancora stato raggiunto il numero di vittime sufficienti per terminare la maledizione.

I troll del villaggio

Anche il villaggio di Trøllanes cela una curiosa leggenda. Ogni anno, la tranquilla vita del villaggio veniva spezzata da un’invasione di troll. Una vecchia signora di nome Giðja, fisicamente incapace di scappare dall’assalto furioso dei troll, così, cercò rifugio sotto il tavolo nel suo salotto. Le grandi creature, concentrate a fare festa, non riuscirono a trovare la donna. Continuarono a godersi la notte di libertà finché la donna, spaventava da quello che stava accadendo, urlò “Cristo!”. I troll, infastiditi da questa parola, maledirono la donna per aver invocato il nome di Dio e lasciarono il villaggio per sempre.

Gli elfi delle isole Faroe

Come tutti i paesi nordici, anche le isole Faroe hanno i loro strani abitanti: gli elfi. Si pensa, che vicino al lago Sørvágsvatn, e in generale in tutte le isole Faroe, ci siano tumuli e formazioni rocciose associati all’Huldufólk, il Popolo Nascosto. Grandi esseri con i capelli neri e vestiti grigi, che odiavano la vita moderna e le chiese, odio reciproco. Si narra che gli elfi che vivevano in un tumulo tra il lago Sørvágsvatn e la vicina città di Sørvágur invitarono un sacerdote a fargli visita. Il sacerdote però usò la sua magia per intrappolare gli elfi nel tumulo per sempre.

Leggende delle Isole Faroe

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Pittoresca cittadina di Tjornuvik racchiusa tra il mare e decine di cascate nelle Isole Faroe
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Il Telegraph premia questa magica città, ecco perché

Un noto quotidiano britannico, The Telegraph, ha definito questo luogo la miglior città del mondo. Un posto colorato, ricco di cultura, natura e persino lambito dal mare. Scopriamo insieme di quale città si parla e perché è la migliore.

Barcellona, la migliore città del mondo

È Barcellona, in Spagna, la migliore città del mondo sondo il Telegraph. Gli aspetti che le hanno fatto conquistare questo titolo sono disparati come, per esempio, la cultura, la gastronomia, la storia e gli hotel a 5 stelle, i ritmi di vita rilassati, le tante ore di sole (2591), il cibo ineguagliabile, gli aspetti inclusivi per le comunità Lgtbi e le spettacolari spiagge ma anche per la qualità dell’aria, il numero dei monumenti dichiarati patrimonio mondiale dall’Unesco (9), dei musei (oltre 100) e delle gallerie d’arte, dei ristoranti stellati (19) e della distanza tra il centro città e l’aeroporto (11 km).

Insomma, per il quotidiano inglese “Barcellona mette insieme la miglior raffinatezza delle città mediterranee con la cultura e il design delle città del freddo Nord”.

Barcellona, le novità che ci attendono

Barcellona è una città in continuo movimento a tal punto da reinventarsi giorno dopo giorno con proposte innovatrici e sostenibili. Tra le novità più interessanti ci sono i percorsi letterari, nuova scommessa turistica che serve a promuovere l’identità e la tradizione creativa e culturale della città.

Sul nuovo portale web del turismo di Barcellona si può accedere alla “mappa letteraria” della città con percorsi descritti in romanzi e racconti e con itinerari attraverso le oltre 300 librerie e le 40 biblioteche pubbliche.

Ma tutto questo non sorprende: Barcellona, già nominata nel 2015 dall’Unesco città letteraria, è il luogo natio o di residenza di scrittrici e scrittori che l’hanno raccontata attraverso i loro occhi.

La seconda grande novità riguarda il Mirador Torre Glòries, la ex Torre Agbar, che si è trasformata in uno spazio multifunzionale e ha inaugurato un nuovo concetto di belvedere: è un doppio osservatorio da cui contemplare questa affascinante città attraverso uno spazio espositivo che unisce arte, scienza e tecnologia e che culmina, a 125 metri d’altezza, con la cupola del 30esimo piano, da cui si può godere di una vista unica a 360 gradi e che ospita l’unica installazione permanente e multisensoriale dell’artista contemporaneo Tomás Saraceno.

Interessante anche la scommessa sul turismo scientifico: “Barcelona, destino ciencia” offre 7 percorsi scientifici e visite a 46 centri di studi e di tecnologia. Tra queste la possibilità di visitare i musei della scienza, il CosmoCaixa, l’osservatorio Fabra, l’Accademia reale di scienze e arte, l’Accademia reale di medicina, il Parco di studi biomedici e il Vivaio di Tres Pins.

7 itinerari tematici tra i quali spiccano le visite al distretto 22@ e al Poblenou per il loro passato industriale e la loro riconversione tecnologica. Poi la storia della prima centrale elettrica di Spagna, l’omaggio alle donne che cambiarono il mondo della scienza e i luoghi che Albert Einstein visitò nel 1923.

Ma non è finita qui. Le novità riguardano anche la Pedrera, come viene chiamata la celebre Casa Milà, l’ultima e magnifica opera di Antoni Gaudì. Qui sarà possibile partecipare alla Pedrera Photo Experience con la possibilità, durante le visite diurne, al costo di 10 euro (9 se prenotato online) di farsi un video e una foto ricordo della propria esperienza da condividere sui social o semplicemente da portarsi a casa.

L’edificio modernista sorge sul Passeig de Gràcia, l’iconico viale che quest’anno compie 200 anni e che ci aspetta con spettacoli, degustazioni, concerti e tante attività culturali.

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Inseguire le stelle in mezzo al mare: l’esperienza magica

Non c’è nulla di più magico di un cielo stellato, quello che illumina la notte, che brilla e scintilla. Lo stesso nel quale riponiamo i nostri sogni e i nostri desideri, quello che ci invita a esplorare l’infinito, lo spazio e il mondo che abitiamo.

Ed è proprio per inseguire le stelle che ci mettiamo in cammino, per raggiungere ed esplorare quei luoghi che forse già conosciamo, ma che diventano suggestivi e affascinanti come non mai quando il sole lascia spazio alla notte, quando sono la Luna e tutti gli astri a illuminare il cammino.

Sono le destinazioni dell’astroturismo, luoghi in cui l’inquinamento luminoso è nullo o ridotto al minimo per permettere a tutti di ammirare lo spettacolo più bello di sempre, quello che va in scena da millenni sopra le nostre teste. Ma c’è un altro modo per diventare spettatori e protagonisti di questo show: navigare a vele spiegate nel mare aperto per inseguire le stelle.

Come gli antichi marinai

Si chiama stargazing ed è il termine che fa riferimento all’azione di osservare le stelle. Una parola, questa, che fa rima con un sogno a occhi aperti da realizzare subito. Sono sempre di più le persone che si mettono in viaggio per ammirare i fenomeni astronomici del mondo proprio in quei luoghi che hanno trasformato il cielo notturno in un bene prezioso da proteggere e contemplare. Ne sono un esempio i Dark Sky Park.

Ma c’è un altro modo, dicevamo, per andare a caccia di stelle, tanto antico quanto affascinante che ci porta indietro in un passato mai dimenticato. Un passato fatto di coraggiosi marinai che si avventuravano in mare guidati solo dalla luce delle stelle e dagli astri per orientarsi.

Si trattava della navigazione astronomica: imparare a conoscere il cielo per lasciarsi guidare da esso. Ed è un po’ la stessa esperienza che possiamo vivere adesso salendo su una barca a vela o su un’imbarcazione a motore per andare nei luoghi più suggestivi del mondo e osservare stelle e pianeti che si specchiano nell’acqua.

A suggerire le esperienze più magiche da vivere questa estate è Boataround, piattaforma leader di noleggio nautico, che ha proposto le più belle avventure di stargazing dal mare da vivere in destinazioni privilegiate per ammirare gli imperdibili appuntamenti astrali. Eccone alcune.

A caccia di stelle in mezzo al mare quest’estate

Il cielo stellato è uno spettacolo che lascia senza fiato in ogni stagione. Tantissimi sono gli eventi astronomici che si susseguono durante l’anno quando il cielo si trasforma in un palcoscenico di immensa meraviglia. Allineamenti tra pianeti, danze degli astri, stelle cadenti e costellazioni ben visibili a occhi nudo, ma dove ammirare tutto questo?

Per celebrare il solstizio d’estate e ammirare gli eventi astronomici dell’inizio di questa stagione, Boataround consiglia di fare rotta verso l’isola di San Pietro, un gioiello naturale situato al largo delle coste della Sardegna.

Per ammirare l’attesissima Superluna di luglio, che sarà anche ancora più grande e luminosa di quelle precedenti, dovremmo attendere il 13 del mese. Per questa occasione Boataround consiglia di lasciarsi incantare dalla volta celeste delle Florida Keys, una striscia di isole tropicali circondate dall’Oceano Atlantico e il Golfo del Messico e non possiamo che concordare. Le acque color zaffiro che brillano alla luce del sole di giorno, si trasformano come pere magia in un cielo stellato: sono le stelle, la Luna e i pianeti che si riflettono in esso creando uno spettacolo senza eguali.

Per l’appuntamento più atteso dell’anno, quello della notte di San Lorenzo, il consiglio della piattaforma di noleggio nautico è quello di raggiungere la Grecia. Lo sciame meteorico che incanta cittadini di tutto il mondo ogni agosto, infatti, prende il nome di Perseidi, un nome che fa riferimento alla figura mitologica di Perseo, figlio di Zeus. E quale miglior posto, se non la terra dei miti, dei dei e degli eroi, per ammirare lo spettacolo della pioggia di stelle?

A caccia di stelle in mezzo al mare

Fonte: Boataround

A caccia di stelle in mezzo al mare