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È questo il luogo più magico da visitare a Natale

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Norvegia. Il Paese scandinavo, infatti, ospita uno dei paesaggi più straordinari del mondo intero, quello fatto di montagne, ghiacciai e fiordi che si snodano lungo la costa.

La natura che domina in tutto il Paese incornicia sapientemente le città che incantano e sorprendono viaggiatori provenienti da tutto il mondo. C’è Oslo, la capitale, che è un vero gioiello da scoprire con le sue numerose aree verdeggianti e i musei. C’è anche Bergen che, con le sue casette di legno dipinte di vari colori, si trasforma nella cartolina più bella di un viaggio indimenticabile.

Le cose da fare e da vedere in Norvegia sono tantissime e tutte sono destinate a incantare in ogni stagione. Ma c’è qualcosa di estremamente affascinante che succede nel Paese quando arriva dicembre e che lascia senza fiato le persone di ogni età. Perché è questo, senza alcun dubbio, il luogo più magico da visitare a Natale. Preparate le valigie, si parte!

Il miracolo di Natale in Norvegia

È un vero e proprio miracolo di Natale quello che si può ammirare in Norvegia in occasione del periodo dell’Avvento. È questo il momento durante il quale le città si accendono di magia con luci scintillanti che brillano e che incorniciano i mercatini, i grandi alberi e le suggestive casette di legno.

La capitale della Norvegia è sicuramente un ottimo punto di partenza per scoprire il territorio sapientemente abbigliato a festa. A Karl Johan, la via principale di Oslo, numerose casette di legno costituiscono quello che è il più grande mercatino di Natale della città. Per raggiungerlo vi basterà seguire la scia profumata delle mandorle tostate e del gløgg (il vin brûlé in versione scandinava). Da non perdere, assolutamente, lo splendido panorama della città innevata ben visibile proprio dalla suggestiva ruota panoramica che campeggia nel mercatino.

Un altro ottimo punto di partenza, per toccare con mano il miracolo di Natale, è quello che ci conduce direttamente a Tromsø dove lo spirito natalizio impregna ogni angolo, via o piazza della città. A partire dal 18 novembre le strade si accendono grazie alle luci di Natale che illumineranno negozi e bancarelle per consentire a cittadini e viaggiatori di concedersi un suggestivo shopping natalizio. Anche la natura, però, fa la sua parte. Vi basterà uscire appena fuori dal centro cittadino per scoprire tutte le meraviglie della natura artica pronta a incantarvi con i suoi paesaggi mozzafiato abitati da creature straordinarie.

Trondheim, città situata sull’omonimo fiordo, ospita quello che è uno dei mercatini più suggestivi di tutta la Norvegia. Qui la magia del Natale è raccontata attraverso eventi, concerti e tradizioni che vivono e sopravvivono in un’atmosfera incantata.

Imperdibile, durante il Natale, è anche Bergen. La città costiera situata sulla costa sud-ovest del Paese, circondata da montagne e da fiordi, ha trasformato lo spirito natalizio in una vera e propria esperienza da vivere. Oltre al grande mercatino di Natale al Festplassen è possibile raggiungere la città di pan di zenzero più grande del mondo.

Città di Pan di Zenzero

Fonte: Robin Strand – VisitBergen.com

Città di Pan di Zenzero

Babbo natale abita anche qui

C’è un altro motivo per raggiungere la Norvegia durante il periodo di Natale, ed è quello che conduce direttamente nella casa di Julesvenn, il Santa Claus norvegese. Secondo la tradizione, infatti, Babbo Natale vivrebbe in incognito a Drøbak, una deliziosa e pittoresca cittadina situata a sud di Oslo.

Raggiungibile in circa un’ora dalla capitale, Drøbak è un luogo davvero suggestivo, fatto di piccole stradine sulle quali si affacciano le caratteristiche casette di legno norvegesi. Ed è proprio tra queste che si nasconde il rifugio di Babbo Natale.

La famosa Casa di Babbo Natale è situata nel cuore della cittadina, nell’angolo di piazza Torget, ed è aperta tutto l’anno. Annesso all’edificio è presente anche un ufficio postale dove è possibile inviare cartoline con il timbro ufficiale di Babbo Natale. Al suo interno è anche presente una delle collezioni natalizie più grandi e ricche del Paese.

Ufficio postale di Babbo Natale
Ufficio postale di Babbo Natale, Drøbak
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Dicembre a Brunico: la città si accende di magia

Con l’arrivo di novembre inizia ufficialmente quel periodo durante il quale possiamo organizzare i nostri viaggi. Non avventure qualsiasi, intendiamoci, ma quelle che ci conducono direttamente nel fantastico mondo del Natale.

Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, infatti, le città che conosciamo si trasformano in cartoline incantate. Mentre le luci scintillanti illuminano le strade, le piazze e i quartieri al crepuscolo, nell’aria si diffonde il dolce profumo di mandorle tostate e vin brulé mentre tutto intorno allegre melodie si trasformano nella colonna sonora delle nostre più belle vacanze natalizie.

È la magia del Natale che prende vita, e che non lascia immune nessuno. La stessa che si prepara a invadere Brunico, il capoluogo storico, culturale ed economico della Val Pusteria. Preparate le valigie, si parte!

Natale a Brunico: cosa fare e cosa vedere

Incastonata alla stregua di un tesoro prezioso nello straordinario e autentico paesaggio della Regione Turistica del Plan de Corones, e fiancheggiata dalle Valli di Tures e Aurina, Brunico è da sempre una delle mete più amate dagli amanti della natura e degli sport invernali, nonché sede del comprensorio della Val Pusteria.

La città è un vero e proprio gioiello da scoprire, in ogni stagione dell’anno. Dal delizioso centro storico caratterizzato da botteghe, caffè e negozi tradizionali passando per la natura che la circonda tutto intorno, e che qui è assoluta protagonista. Brunico è la destinazione ideale per trascorrere vacanze invernali all’insegna del relax e della natura, godendo di tutto ciò che la montagna può offrire: sport, passeggiate romantiche e scorci incantati, e poi ancora buona cucina e tradizioni secolari.

Ma è nel periodo di Natale che Brunico dà il meglio di sé, sprigionando una magia straordinaria in ogni angolo, strada e quartiere. Mentre la neve incornicia il paesaggio e trasforma la città in una vera e propria cartolina invernale, l’Avvento alpino prende vita incantando cittadini e viaggiatori di ogni età e provenienti da ogni dove. Ecco quali sono gli appuntamenti imperdibili.

Gli appuntamenti imperdibili

Se state pensato di organizzare un viaggio per andare alla scoperta delle più straordinarie atmosfere natalizie, allora Brunico è la destinazione giusta da raggiungere. A Partire dal 25 novembre, infatti, il caratteristico mercatino di Natale si prepara a invadere completamente la città.

Ai piedi della maestosa cima innevata del Plan de Corones, oltre 30 graziose casette di legno animeranno il centro storico e le strade illuminate a festa. Lasciatevi guidare dal profumo del brulé e dei dolcetti tipici appena sfornati per raggiungere questo luogo incantato che vi permetterà di perdervi e immergervi nella straordinaria atmosfera natalizia.

Sarà questa l’occasione perfetta per deliziare il palato con la gastronomia locale, ma anche per scoprire l’artigianato artistico e locale e per comprare souvenir e regali legati alla tradizione del posto.

Oltre al mercatino di Natale nel cuore di Brunico, la città sarà animata da diversi eventi con un unico obiettivo: far vivere la magia del Natale. Cori e gruppi intoneranno le colonne sonore delle vacanze natalizie mentre saranno organizzate diverse attività per i più piccoli. Tra gli appuntamenti imperdibili c’è sicuramente la sfilata di San Nicolò, quella dove appaiono anche i Krampus, i diavoli travestiti e mascherati che accompagno il Santo in una delle manifestazioni più attese di tutto l’Alto Adige.

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Lago Lagorai, immerso nella natura selvaggia

Immaginate un delizioso laghetto dalle acque turchesi, su cui si specchiano imponenti montagne ricoperte da una vegetazione rigogliosa: è questo il panorama incantevole che si apre davanti agli occhi dei turisti che si avvicinano al lago Lagorai, nel cuore del Trentino Alto Adige. Un luogo favoloso che sembra uscire da una cartolina, dove tutto è magia.

Il lago Lagorai, perla del Trentino Alto Adige

In una regione ricca di meraviglie naturali come il Trentino Alto Adige, sono le montagne a farla da padrone. Ed è tra le Dolomiti di Fiemme, quasi a cavallo con il Veneto, che si possono ammirare paesaggi meravigliosi. Qui si innalza la Catena del Lagorai, con le sue vette imponenti che si ergono maestose verso il cielo azzurro: è un luogo quasi incontaminato, dove il turismo di massa non ha lasciato grandi tracce – ad eccezione di qualche impianto di risalita utilizzato da chi ama gli sport invernali. In questa cornice da favola, si aprono panorami bellissimi come quello della Val di Fiemme o quello del Passo Rolle, assolutamente da esplorare.

La regione del Lagorai è caratterizzata non solo da montagne enormi e sentieri di trekking molto apprezzati dai più avventurosi: qui si trovano moltissimi laghi alpini, gran parte dei quali situati ad alta quota, delle vere e proprie oasi di pace. Uno dei più suggestivi è il lago Lagorai, a ben 1.870 metri di altitudine, immerso in un paesaggio selvaggio di rara bellezza. Le sue acque turchesi – ricche di pesci – riflettono le cime più imponenti della catena montuosa, come il Cimon di Cardinello e il Castel di Bombasel.

Secondo una leggenda, in passato l’intera valle era ricoperta da fiori azzurri, che simboleggiavano le anime di soldati morti in battaglia. Dina, una giovane del luogo, decise di innaffiarli nella speranza di far rivivere l’uomo che amava, e che credeva perito in guerra. Colpita dalla maledizione di una vecchia strega, la ragazza visse in preda a ricorrenti attacchi che nessuno poteva placare. E il giorno della sua morte, dalle montagne circostanti scesero migliaia di soldati dagli elmi ricoperti di fiori azzurri, che la condussero con loro sulla cima più alta della valle.

Come arrivare al lago Lagorai

Incastonato tra le Alpi del Trentino Alto Adige e immerso nella natura, il lago Lagorai non è raggiungibile che a piedi, affrontando uno dei lunghi sentieri che si dipanano in questa cornice meravigliosa. Un percorso particolarmente affascinante è quello che inizia da Cavalese, piccolo borgo molto amato dai turisti per la sua posizione tra le montagne. Da qui, c’è una comoda cabinovia che conduce sull’Alpe Cermis, in località Doss dei Laresi, punto di partenza di una bella camminata panoramica.

La salita non è delle più semplici, ma la fatica viene ampiamente ricompensata dall’incredibile paesaggio che si spalanca davanti ai nostri occhi nel momento in cui si arriva al lago, circondato da verdi prati dove riposarsi un po’. Un’alternativa affascinante è quella che conduce sino ai laghi di Bombasel, un altro paradiso terrestre che merita assolutamente un’escursione. Una volta ammirato questo splendido panorama, si prosegue verso la Forcella del Macaco, prima di arrivare finalmente al Lagorai. Un trekking, anche questo, abbastanza impegnativo ma decisamente suggestivo.

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Il castello costruito da un uomo solo è pura magia

“Castello” evoca scenari medievali, un immaginario di duelli, cavalieri, dame, e un’epoca remota: ma non sempre è così.

Anche in anni più recenti è esistito chi ha sempre desiderato possedere un maniero da fiaba in stile medievale e costruirlo con le proprie forze per vederlo crescere pietra su pietra.

Fiaba moderna, è quella che è avvenuta a Cebolleros, nel nord della Spagna, in provincia di Burgos: qui, nel 1935, nacque un uomo, Serafin Villaràn, che dedicò vent’anni della sua vita proprio a inseguire questo sogno.

Castillo de las Cuevas, il castello costruito da un solo uomo

Nel 1978, con ambizione e determinazione, Serafin inizia a dare vita al suo progetto ispirato dai disegni dei castelli delle favole, lui che non ne ha mai visto uno dal vivo, come riferito dai familiari. Compra un terreno e, da solo, senza conoscenze architettoniche, lavora al suo capolavoro utilizzando cemento e pietre e sassi dei vicini fiumi Trueba e Nela: materiali che non sono certo i più adatti per le opere in muratura poiché non si legano alla perfezione e necessitano di una grande quantità di malta per rimanere uno accanto all’altro.
Eppure, Villaràn dispone soltanto di pietre di fiume e quelle utilizza, motivato più che mai.

Il sogno di costruire un castello come quello dei libri dove vivere con la famiglia è così intenso che Serafin si dedica anima e corpo al progetto e, semplice saldatore in fabbrica, è artefice di uno splendido edificio nato spontaneamente, con geometrie e forme inventate momento per momento, senza un piano prestabilito.

Il Castillo de las Cuevas, “Castello delle Grotte”, grazie alla perseveranza, al duro lavoro e alla pazienza del suo costruttore nei fine settimana, diventa col tempo una piacevole realtà.

Il favoloso sogno continua

La meravigliosa struttura architettonica, in un riuscito mix tra stile medievale e moderno, oggi si staglia in posizione panoramica sulla Sierra de la Tesla e consta di cinque piani, un bar/cantina al piano terra dove le persone possono incontrarsi, un salone al primo piano e un forno al terzo per cucinare una grande quantità di cibo.

Le torri circolari e merlate, impreziosite dalle pietre arrotondate dei fiumi, gli conferiscono l’aspetto di un autentico castello da fiaba che dona notorietà alla piccola comunità e attira turisti da tutta la Spagna.

A raccogliere l’eredità del padre sognatore, scomparso nel 1998 senza vedere la sua grandiosa opera ultimata, sono stati i figli Yolanda e Luis che, ogni anno, hanno investito parecchio denaro sottratto al budget familiare per completare il castello di circa 300 metri quadrati.

I visitatori sono ben accetti e hanno la possibilità di visitare tutti gli spazi dell’edificio di foggia medievale per scoprire con i propri occhi la maestria di Serafin e lasciarsi sorprendere dal suo ingegno.

L’ingresso è libero ma è gradita una piccola donazione per contribuire a coprire gli alti costi di mantenimento del Castello: i figli di Villaràn non intendono però trasformare l’interesse dei turisti in un business poiché vogliono mantenere “puro” il grande sogno del loro papà, un uomo umile che, pur non avendo mai ammirato un castello dal vivo, ha saputo crearlo con le sue stesse mani.

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Come in una fiaba: benvenuti nel parco delle meraviglie

C’è un luogo, in Europa, dove le fiabe prendono vita. Un posto straordinario dove i racconti che conosciamo, e che ci incantano da sempre, non sono letti da qualcuno, ma sono vissuti in prima persona. Un parco delle meraviglie dove i desideri dei bambini prendono forma e gli adulti possono tornare a sognare.

Ci troviamo nei Paesi Bassi e più precisamente a Kaatsheuvel, cittadina situata nella regione di Langstraat raggiungibile in circa due ore di auto da Bruxelles. È qui che si trova un luogo straordinario: il Parco di Efteling.

Molto più un semplice parco giochi, quello olandese è un vero e proprio universo delle meraviglie che catapulta grandi e bambini in un mondo fantastico e magico. Pronti a partire?

Il parco divertimenti di Efteling

Ribattezzato dagli esperti del settore come il mondo delle meraviglie, il Parco di Efteling è il più grande dei Paesi Bassi, nonché uno dei più antichi di tutto il mondo. Inaugurato nel 1952, anno dopo anno, ha saputo dare vita alle storie della buonanotte creando un mondo fatato che incanta grandi e bambini provenienti da ogni parte del globo. Dalla sua apertura, infatti, ha ospitato oltre 150 milioni di visitatori.

A guardare gli spazi, le attrazioni e le architetture, che per forme e lineamenti ricordano quelle che abbiamo visto nelle favole, è facile intuire perché questo parco sia così amato dalle persone di ogni età di tutto il mondo. L’area, che si snoda su una superficie di 65 ettari, ospita 32 favolose attrazioni, tra cui anche montagne russe mozzafiato per chi sogna di vivere esperienza adrenaliniche.

Ma quello che davvero affascina e conquista, è il fattore magico, che impregna ogni angolo, strada e attrazione presente nel parco.

Parco di Efteling

Fonte: Getty Images

Parco di Efteling

La Foresta delle Fiabe

Entrando all’interno del Parco di Efteling gli ospiti sono catapultati in un mondo incantato che rievoca gli immaginari favolistici più celebri del nostro continente. Ma non è tutto perché, all’interno del parco giochi è presente anche la Foresta delle Fiabe. Si tratta di un polmone verde creato da Madre Natura che, grazie all’azione dell’uomo, si è trasformato in un’area incantata e suggestiva.

Al suo interno, infatti, sono state sapientemente ricreate scene tridimensionali di ben 30 favole come per esempio Biancaneve, Hansel e Gretel, Pinocchio e Cenerentola. Queste sono accompagnate da una musica melodica che si fonde con i suoni della natura e con i suoi profumi. Il risultato è un’esperienza immersiva e sensoriale in grado di realizzare i sogni di adulti e bambini.

Oltre alla foresta magica, è possibile andare alla scoperta delle aree tematiche, in tutto 5, sapientemente pensate per rievocare l’immaginario favolistico che appartiene alla cultura di massa. Ci sono il Reame delle Fiabe, il Reame Differente e il Reame dei Viaggi. Completano il parco anche il Reame del Brivido, per i più coraggiosi, e il Reame della Fantasia.

Il risultato è un percorso inedito e sorprendente dove attrazioni adrenaliniche ed emozionanti si fondono con paesaggi incantati e magici dando vita a un’esperienza al di fuori dell’ordinario dedicata a tutti i viaggiatori. Non solo attrazioni però, all’interno del parco, infatti, è possibile incontrare e interagire con i personaggi più celebri delle favole che conosciamo.

E se l’esperienza magica non dovesse bastare, allora, ecco che oltre alla visita del Parco di Efteling si aggiungono degli alloggi straordinari, quelli che fanno parte dell’Efteling Hotel.

Parco di Efteling

Fonte: iStock

Parco di Efteling
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L’elisir di lunga vita lo puoi trovare in questo borgo italiano

Che cos’è davvero l’elisir di lunga vita? Sin dall’antichità sono in molti ad averlo cercato, e forse negli ultimi anni la scienza lo ha trovato veramente: la scoperta è avvenuta per puro caso in un piccolo borgo italiano, dove alcuni abitanti sembrano possedere un gene speciale. Andiamo alla scoperta di questa graziosa oasi con vista mozzafiato sul lago, e naturalmente del suo piccolo segreto che ha già fatto il giro del mondo.

Limone sul Garda e il suo elisir di lunga vita

Delizioso borgo affacciato sul lago di Garda, incastonato in un paesaggio naturale di rara bellezza, questo è un luogo davvero magico. Stiamo parlando del paesino di Limone sul Garda, che conta poco più di 1.000 abitanti ed è uno tra i più belli della riviera bresciana. Le sue casette si affacciano su acque cristalline, mentre alle spalle è cinto dalle prime e imponenti cime delle Alpi: insomma, una cornice semplicemente spettacolare, che sembra uscire da una cartolina. Qui si vive bene e si respira aria pulita, senza contare i meravigliosi paesaggi tutti da scoprire.

Inaspettatamente, in questo grazioso borgo il clima è caratterizzato da venti tiepidi che – decisamente in contrasto con le vette alpine che si stagliano a poche decine di chilometri di distanza – regalano un’atmosfera quasi mediterranea. Tanto che a Limone sul Garda, come si evince dal nome, si trovano rigogliose limonaie tra le più a nord esistenti al mondo, mentre a poca distanza il paesaggio accoglie splendidi uliveti da cui si produce un olio molto rinomato in tutta Italia. Non è difficile immaginare questa località come una delle più apprezzate dai turisti che amano il lago, un vero e proprio buen retiro dove vivere in pieno relax, senza pensieri.

Ma è forse questo il segreto della longevità di alcuni abitanti di Limone sul Garda? In realtà, c’è qualcosa di più: dopo aver scoperto quasi per caso in un residente del luogo la presenza di una proteina particolare, gli scienziati sono arrivati ad isolare quello che è stato chiamato il “gene Limone”. Gli studi condotti in oltre 40 anni sono riusciti a dimostrare che tale gene è in grado di eliminare rapidamente i grassi dall’organismo, riducendo i livelli di colesterolo e di trigliceridi. E, come ben sappiamo, ciò è un vero toccasana per il cuore, perché pone al riparo dal rischio di sviluppare problemi quali infarto e arteriosclerosi.

Limone sul Garda, l’elogio della CNN

L’incredibile storia di Limone sul Garda e dei suoi abitanti è stata raccontata anche dalla CNN, in un lungo articolo che ci invoglia ad andare alla scoperta di questo borgo meraviglioso. “Le famiglie passeggiano lungo il pittoresco porto e i turisti visitano il museo della pesca. Le spiagge accoglienti attirano i bagnanti e gli appassionati di vela in estate, mentre gli escursionisti esplorano le alte scogliere frastagliate che incombono sul lago” – si legge sulle pagine della CNN, un bellissimo elogio al paesino dove si vive più a lungo.

E magari il merito è anche delle montagne che riparano dai venti freddi, dando vita ad un microclima preziosissimo. Purtroppo non avremo il gene Limone dalla nostra parte, non essendo nati in questo graziosissimo borgo, ma siamo sicuri che vivere l’emozione di percorrere le stradine acciottolate del paesino ammirando i riflessi del sole sul lago è un toccasana per l’animo.

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Il bosco di Biancaneve esiste davvero: si trova in Italia

Esistono luoghi così belli da non sembrare reali. Paesaggi che si spalancano davanti ai nostri occhi e ci catapultano in universi straordinari, unici e inediti che per forme e lineamenti rimandano a tutti quegli scenari da cartolina che abbiamo visto solo nelle fiabe.

Ed è proprio in un luogo da fiaba che vogliamo portarvi oggi. Un posto incantato che ha fatto da sfondo a una delle storie più belle che abbiamo mai letto e ascoltato. Una radura fiorita, lussureggiante e a tratti magica che porta l’indelebile firma di Madre Natura.

Si tratta di un bosco, un piccolo polmone verdeggiante che, con i suoi alberi secolari dalle forme più bizzarre, i suoi sentieri silenziosi e la fitta vegetazione, sembra proprio uscito da un libro di fiabe. Non una qualsiasi, intendiamoci, ma quella di Biancaneve.

Il bosco incantato nel cuore della Tuscia

C’era una volta un bosco fitto e rigoglioso, magico e spaventoso, che sorgeva proprio nelle vicinanze del castello di Grimilde, meglio conosciuta come la strega cattiva. È quello il bosco in cui Biancaneve si immerge e si perde, prima di incontrare i 7 nani. C’è oggi quello stesso bosco, o almeno a lui sembra somigliare per bellezza e la magia, che si snoda proprio ai piedi di un castello e che si trova in Italia.

Ci troviamo a Torre Alfina, un piccolo borgo situato nel cuore della Tuscia, a pochi chilometri da Roma. È qui che, grazie a uno scenario straordinariamente unico, dove la natura regna incontrastata, si può vivere un’esperienza magica e surreale, diventando i protagonisti di una delle favole più belle.

Proprio ai piedi del castello, infatti, si snoda su una superficie di 60 ettari il Bosco del Sasseto, che per la sua biodiversità unica, e quegli scenari che sembrano usciti da un racconto fatato, è stato ribattezzato dal National Geographic il Bosco di Biancaneve.

Bosco del Sasseto

Fonte: iStock

Bosco del Sasseto

Dentro il Bosco del Sasseto

In Bosco del Sasseto è un vero e proprio microcosmo di biodiversità che non ha eguali che sorge su un terreno ricoperto di rocce vulcaniche che affondano le loro radici in oltre 300000 anni di storia. Si tratta di un Monumento Naturale, di nome e di fatto, nonché area protetta della regione.

Qui la natura regna incontrastata da secoli, ed è stata proprio lei a creare uno degli scenari più suggestivi della Tuscia e di tutto il Paese.

Numerosi gli esemplari floristici che qui vivono e convivono, ospitando altrettante specie faunistiche. Ci sono i faggi, gli olmi e gli aceri, e poi ancora più di 30 esemplari di arbusti che si aggrovigliano tra di loro, che si sfiorano e che incorniciano incredibili sentieri che attraversano la radura.

L’atmosfera è surreale, lo è perché gli alberi assumono forme inedite, bizzarre e incantate, mentre si intrecciano tra di loro creando dei veri e propri labirinti fatati. Ai loro piedi, invece, una distesa di muschi e felci, incornicia quelli che sono i sentieri da seguire per esplorare il bosco progettati da Henry e Achille Duchêne, paesaggisti francesi.

L’area è meravigliosa in ogni stagione dell’anno. Sia quando il sottobosco fiorisce in primavera, sia quando gli alberi si tingono degli straordinari colori dell’autunno.

Passeggiando nel Bosco di Biancaneve, tra profumi, colori e suoni della natura, le sorprese non finiscono mai. All’interno dell’area, infatti, è presente un mausoleo in stile neo gotico che rende l’atmosfera ancora più straordinaria. Si tratta della tomba del marchese Edoardo Cahen che, proprio all’interno di questo bosco incantato, volle far costruire la casa del suo eterno riposo.

Bosco del Sasseto

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Bosco del Sasseto
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Halloween nella città delle streghe: il grande ballo ha inizio

Affacciata sulla sulla baia del Massachusetts, e situata nella contea di Essex, esiste una città che cela tra i suoi vicoli e i quartieri una storia tanto infausta quanto drammatica che non può essere dimenticata.

Si tratta della città delle streghe, proprio quella in cui si diede vita alla storica caccia a partire dal 1961. Mentre da una parte delle giovani donne dichiaravano di essere diventate le vittime di un maleficio, dall’altra molte altre venivano arrestate davanti al tribunale istituito appositamente per la causa, e condannate a torture o morte.

Un capitolo nero, questo, che riguarda la storia dell’umanità intera che però, nei secoli si è trasformato in un vero e proprio fenomeno culturale che non ha lasciato indenni gli amanti dell’occulto e tutti i viaggiatori affascinati dai luoghi del mistero. Perché oggi Salem è anche questa, non solo la città delle streghe, ma una destinazione affascinante e suggestiva da raggiungere, magari proprio in occasione di Halloween e del grande ballo delle streghe.

Benvenuti a Salem

Situata a circa 30 chilometri da Boston, Salem è diventata con gli anni la meta prediletta di tutti i viaggiatori affascinanti dal mistero e dalla magia. A lasciarsi suggestionare dalla città del Massachusetts, non sono solo gli avventurieri amanti del brividi e gli appassionati di storia, ma anche i registi che proprio qui hanno scelto di ambientare alcune pellicole cult del settore.

Salem, infatti, ha fatto da sfondo ai celebri film come Hocus Pocus, la Seduzione del Male e Le streghe di Salem, attirando ancora di più l’attenzione di persone provenienti da ogni parte del mondo.

Sono tanti i viaggiatori che qui si recano in ogni stagione dell’anno. Sono affascinati sicuramente dalle attrazioni storiche e naturali che appartengono ai territori del New England, ma anche e soprattutto dalla possibilità di poter ripercorrere le orme delle streghe che sopravvivono nel Witch Museum, che traccia la storia del processo, e la Witch House, la casa delle streghe un tempo appartenuta al giudice Jonathan Corwin, nonché l’unico edificio rimasto a testimonianza del periodo della caccia alle streghe.

Come dicevamo sono numerosi i viaggiatori che raggiungono la città di Salem, inserendola negli itinerari del dark tourism, e indagare così sul grande mistero della stregoneria. E se è vero che questo affascina durante tutto l’anno, è vero anche che c’è un periodo specifico in cui la magia diventa assoluta protagonista: Halloween. È durante la notte più spaventosa di sempre, infatti, che viene organizzando un grande evento: il ballo delle streghe.

Museo delle streghe

Fonte: iStock/pabradyphoto

Museo delle streghe, Salem

Il grande ballo delle streghe

C’è qualcosa di straordinariamente suggestivo che accade a Salem quando l’autunno arriva, e non è solo lo spettacolo dei colori messo in scena da Madre Natura. A ottobre, infatti, la città del Massachusetts inaugura tutta una serie di eventi che celebrano, commemorano e indagano le streghe.

A partire dal 1982, infatti, la Camera di Commercio della città in collaborazione con il Witch Museum, organizza il Salem Haunted Happenings Festival, una manifestazione che dà vita a una serie di eventi misteriosi e affascinanti che coinvolgono cittadini e viaggiatori di ogni età. Ci sono feste, concerti e mercatini, e tantissime occasioni per ripercorrere la storia del processo, ma anche per esplorare la magia e la stregoneria.

Appuntamenti incredibili immersi in un’atmosfera suggestiva che culminano con un grande e imperdibile evento organizzato in occasione di Halloween: il ballo delle streghe. Salem Witches Halloween Ball, questo il nome ufficiale della manifestazione, attira ogni anno viaggiatori, persone e “streghe” provenienti da ogni parte del mondo per trascorrere una notte all’insegna della musica, del divertimento, del mistero e della magia. Chi ha il coraggio di partecipare?

La casa delle streghe, Salem

Fonte: iStock/traveler1116

La casa delle streghe, Salem
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Il magico mistero del deserto: quando le dune cantano

Cè qualcosa di straordinariamente magico e apparentemente inspiegabile che succede quando la natura viene lasciata libera di agire, di plasmare i paesaggi e di regalarci spettacoli di immensa bellezza.

Visioni eteree che incantano e stupiscono, che sono un invito a viaggiare dall’altra parte del mondo per scoprire tutte le meraviglie che gli appartengono. Non solo paesaggi di sconfinata beltà, ma vere e proprie esperienze mistiche che coinvolgono e stravolgono tutti i sensi.

Come quella toccante melodia che si libra lieve nell’aria e arriva dritta al cuore di tutti gli avventurieri che osano attraversare le infinite distese di sabbia che brillano al sole e che sono incorniciate da colline dorate. È la musica del deserto, quella che prende vita quando le dune cantano.

Il canto nel deserto

Succede all’improvviso che, durante l’esplorazione di alcuni deserti nel mondo, le dune inizino a cantare. Lo fanno in maniera armonica, leggiadra ed emozionale, emettendo suoni diversi che si espandono nell’aria passo dopo passo.

Un mistero sonoro, questo, che nei secoli ha conquistato e affascinato viaggiatori provenienti da tutto il mondo, gli stessi che si sono lasciati suggestionare immaginando storie, leggende e magia, proprio lì, tra le sconfinate distese desertiche.

Marco Polo, nel suo Il Milione, aveva raccontato di aver udito una musica proveniente proprio dalle dune, con tanto di canti e accompagnamenti strumentali. Anche Charles Darwin aveva toccato con mano questa magia, raccontando dell’esistenza di una collina di sabbia in Cile che sembrava prendere vita proprio attraverso il suo canto.

Ci ha pensato poi la scienza a indagare sul campo, a cercare le motivazioni che andassero oltre le leggende e le storie che nascevano tra le singing dunes. Numerose ricerche, tra cui anche quella condotta dagli esperti del Centro Nazionale per le Ricerche Scientifiche di Parigi, le dune iniziano a cantare quando i granelli di sabbia si spostano e scivolano verso il basso, sia perché mosse dal vento, sia perché calpestate dalle persone che esplorano il deserto. Succede così che, quel movimento, emette dei suoni che variano in base alle dimensioni dei granelli di sabbia e al deserto stesso.

Quando ci si trova davanti a una duna composta da granelli di sabbia di dimensioni differenti, il suono riprodotto è molto più ampio e rumoroso. Nonostante ormai sia chiaro a tutti da cosa è generata la melodia nel deserto, resta ancora sconosciuto come il movimento della sabbia riesca a mettere suoni che imitano quelli delle note musicali.

I luoghi dove le dune cantano

Se siete affascinati dal canto del deserto, e volete immergervi tra i suoni delle singing dunes, allora dovete sapere che non tutti i deserti cantano. Ma ce ne sono alcuni che lo fanno, regalando show di incredibile bellezza a tutti i viaggiatori che li raggiungono.

Nel deserto del Qatar raggiungibile dalla capitale Doha, per esempio, è possibile ascoltare un’incredibile melodia che si libra nell’aria e che incanta. Anche in questo caso, a mettere in scena lo spettacolo sonoro sono le dune.

Un’altra destinazione da raggiungere, per ascoltare questo show firmato da Madre Natura, è il deserto del Gobi. Qui è possibile raggiungere Khongoryn Els, una distesa di dune nel sud della Mongolia, conosciuta anche con il nome Duut Mankhan, che letteralmente vuol dire “Le dune che cantano”. Nelle giornate particolarmente ventilate, i granelli di sabbia si spostano da una parte all’alta: è allora che si diffonde nell’aria un canto meraviglioso.

Anche in n Kazakistan, è passibile lasciarsi cullare dalla dolce melodia del deserto. Nel Parco Nazionale Altyn-Emel, infatti, si trova una duna che si snoda per circa 150 metri. Il suo nome Akkum-Kalkan ed è la duna che canta.

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La misteriosa scoperta che getta nuovi dubbi sulle origini dell’uomo

Sulle nostre origini ci sono ancora tante domande irrisolte, ma per fortuna la nostra fame di conoscenza, l’evoluzione e l’avanzamento tecnologico, giorno dopo giorno ci permettono di apprendere qualcosa in più. E in particolare è appena avvenuta una scoperta tanto curiosa quanto misteriosa, e soprattutto che apre nuove strade sulla comprensione delle origini dell’uomo.

Scoperti i resti di un’intera famiglia Neanderthal

Per la prima volta in assoluto sono stati rinvenuti i resti di un’intera famiglia Neanderthal, un ritrovamento che ha dell’epocale e che è stato effettuato tra i monti Altai, in Siberia. Un’enorme notizia scientifica che però nasconde anche un grande velo di mistero.

Il ritrovamento è avvenuto grazie al lavoro svolto da un gruppo di ricercatori guidati dal recente premio Nobel per la medicina Svante Pääbo, e di cui fa parte anche Sahra Talamo dell’Università di Bologna, unica italiana del team. Ma l’assoluta particolarità in tutto questo è che i ricercatori hanno sequenziato e datato per la prima volta il genoma di un intero gruppo di Neanderthal, non solo di una singola persona come era avvenuto fino a questo momento.

Stendo agli studi condotti, i 17 resti rinvenuti all’interno delle grotte sono di individui vissuti più di 50 mila anni fa. Ulteriori analisi sul Dna hanno poi portato a identificare una data ancor più precisa: circa 54 mila anni fa. I tredici resti ritrovati nella grotta di Chagyrskaya appartenevano a sette uomini e sei donne Neanderthal: otto adulti e cinque tra bambini e adolescenti, e tutti parenti stretti. In particolare sono stati identificati un padre e la figlia, e una coppia composta da un ragazzo e una donna adulta, forse la cugina o una zia, o probabilmente la nonna.

L’alone di mistero su questa scoperta

C’è però un grande alone di mistero che si aggira intorno a questa scoperta: dal momento che le ossa sono state rinvenute nella stessa grotta, si può dedurre che queste persone siano morte tutti insieme o a breve distanza temporale l’uno dall’altro.

E la domanda ovviamente sorge spontanea: come è successo? Secondo gli studiosi è possibile avanzare solo alcune ipotesi, come il fatto che a sterminarli tutti sia stata una malattia, oppure un tragico evento improvviso come un’eruzione o un’alluvione che ha ostruito la caverna impedendogli di uscire. Ma la verità è che, probabilmente non lo sapremo mai. Ciò non toglie che i loro resti raccontino comunque molto dell‘organizzazione sociale dei Neanderthal, argomento di cui finora sapevamo molto poco.

Cosa si è compreso dalla scoperta

Secondo Laurits Skov, dell’Istituto Max Planck di antropologia evolutiva e primo firmatario dell’articolo pubblicato su Nature, gli individui presentavano una variabilità genetica molto bassa che fa supporre si trattasse di un gruppo composto da non più di 10-20 individui, di dimensioni simili ai gruppi di specie in via di estinzione.

Non erano, tuttavia, una comunità isolata: nella seconda grotta, quella di Okladnikov, gli altri quattro resti hanno mostrato un collegamento del Dna mitocondriale (ereditato dalle madri), quindi avvenuto tramite la migrazione femminile.

Dati che si sono rivelati importantissimi e che devono farci riflettere sul ruolo che la donna ha sempre avuto sin dall’inizio della storia evolutiva. Ciò vuol dire che erano le donne che si spostavano da una comunità all’altra anche al fine di mettere su famiglia.

Infine, c’è da sottolineare che questa scoperta è avvenuta in una zona dove dove alcuni anni fa venne identificato una nuova specie umana, i Denisoviani, che vivevano nello stesso periodo dei Neanderthal e dei Sapiens, anche se i resti ultimamente riportati alla luce non mostrano alcun segno di mescolamento con i Denisoviani.