Categorie
Asia Bali castelli Indonesia luoghi misteriosi Viaggi Wanderlust

Bali: dormire in un castello di bambù che sembra uscito da una fiaba

Come ve la immaginate, voi, la vacanza dei sogni? Forse come un’avventura dalle entusiasmanti scoperte, o come un’esperienza sensoriale e rilassante. Probabilmente in un paradiso terrestre oppure in una destinazione dove la natura prospera grandiosa e incontaminata. Forse in un luogo vista mare o in una foresta tropicale e lussureggiante, ma sicuramente all’insegna della pura beatitudine.

Ananda, che in sanscrito vuol dire “pura beatitudine”, è proprio questo, un’esperienza unica al mondo che tutti i viaggiatori dovrebbero vivere e condividere almeno una volta nella vita. Un alloggio delle meraviglie incastonato in una scenografia naturale unica, quella della foresta tropicale che si snoda sopra il sacro fiume Ayung, ad Abiansemal.

Proprio qui, nella Reggenza di Badung, a Bali, è possibile dormire nella Ananda House, un castello di bambù, immerso nella natura, che sembra uscito da una fiaba.

Un alloggio da fiaba a Bali

Raggiungere Bali, attraversare le montagne vulcaniche ricoperte di boschi, visitare le risaie, la barriera corallina e i siti sacri, come il suggestivo tempio di Uluwatu, è una di quelle esperienze da vivere e da condividere almeno una volta nella vita. Non è un caso che, l’isola indonesiana, sia diventata con gli anni una destinazione popolare tra i viaggiatori di tutto il mondo.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime e tutte sono destinate a incantare, ma se è un’esperienza unica che volete vivere una volta raggiunta l’isola, il consiglio è quello di pernottare all’interno dell’Ananda House.

Ananda in sanscrito vuol dire “pura beatitudine”, non si tratta di un semplice alloggio, ma di un sogno a occhi aperti che trasporta i viaggiatori nella favola più bella. Questa residenza, infatti, è incastonata in una foresta tropicale e verdeggiante ed è realizzata completamente in bambù. Un vero e proprio paradiso terrestre dove i viaggiatori possono riscoprire tutta la bellezza di Madre Natura.

Ananda House, dormire in un paradiso terrestre

Fonte: IBUKU / mediadrumworld.com / IPA

Ananda House, dormire in un paradiso terrestre

Dormire in un castello di bambù

Per raggiungere questa dimora fatata, che per forme, lineamenti e dimensioni richiama proprio un castello incantato, dobbiamo raggiungere il piccolo e verdeggiante villaggio balinese di Bone. Qui gli artigiani locali, uniti da un grande sogno condiviso, hanno realizzato una dimora utilizzando solo il bambù. Il materiale caratterizza ogni ambiente della residenza, dalle pareti interne alla struttura esterna, passando per gli utensili e l’arredamento.

Il risultato è un’edificio pregno di vita, uno dei più suggestivi esempi di convivenza tra l’attività umana e il pianeta. Persino i materiali di assemblaggio sono completamente naturali: i chiodi e le viti sono stati sostituiti da migliaia di picchetti di bambù.

Il castello è il cuore pulsante del Green Village, un villaggio popolato da persone provenienti da ogni parte del mondo che qui ha scelto di restare per vivere in totale armonia con la natura. Situato a soli 10 minuti da Ubud, questo piccolo insediamento comprende 13 ville costruite completamente in bambù. Tra queste anche l’Ananda House.

Il castello può essere prenotato tramite Airbnb e comprende tre edifici separati e spettacolari: il Guest Pavilion, il Master Pavilion e il Bali Living Pavilion. Tutte le camere offrono una vista privilegiata sul sacro fiume Ayung e sul giardino tropicale che circonda l’edificio. Completano l’offerta una piscina di acqua salata e una cascata.

Ananda House, la residenza di bambù a Bali

Fonte: IBUKU / mediadrumworld.com / IPA

Ananda House, la residenza di bambù a Bali
Categorie
Curiosità hotel luoghi misteriosi Viaggi

L’hotel che ha stregato Fitzgerald nasconde un inquietante segreto

È innegabile: a colpo d’occhio l’Omni Grove Inn Hotel ha tutte quelle particolari caratteristiche che ci possono ricordare lo spaventoso Overlook Hotel del film Shining. Infatti, sorge fra le montagne del North Carolina, che lo abbracciano e lo circondano, ha uno svettante tetto rustico e rosso ed è circondato da un suggestivo parco verde con siepi ben curate. Ma non finisce qui, perché questo hotel, dove in passato ha soggiornato lo scrittore Francis Scott Fitzgerald condivide con l’Overlook anche un segreto inquietante e… spettrale.

La fama dell’Omni Grove Inn Hotel

Iniziamo, però, togliendo ogni dubbio su eventuali svolte dell’orrore: la presenza che cammina e si manifesta tra nell’Omni Grove Inn Hotel non sarebbe affatto pericolosa. Niente di simile ai terribili spiriti arrabbiati tanto ben descritti da Stephen King e da Stanley Kubrik, dunque, e ciò è chiaro anche dalla fama della struttura ricettiva, che è stata più volte premiata come una delle più belle e lussuose del North Carolina e che, per inciso, conta anche su una serie di servizi a dir poco incantevoli.

L'Omni Grove Park Inn

Ristoranti raffinatissimi e un centro benessere d’eccellenza rendono l’Omni Grove Inn ancora oggi uno dei ritiri più apprezzati per una clientela di un certo livello, che può anche approfittare di escursioni nei boschi o di prenotare un angolo del giardino tutto per sé solo per meditare. Fatta questa doverosa precisazione, andiamo a lei, alla vera protagonista della storia: l’entità, il fantasma, lo spirito che si muove tra le stanze dell’hotel, che prende il nome di Pink Lady.

La Pink Lady e la sua storia

Per conoscere la storia della Pink Lady dobbiamo fare un passo indietro, a quando, nel 1913, vennero costruiti il Grove Park e la sua locanda (quella che oggi è l’Omni Grove). La posizione privilegiata e il fatto che il proprietario del luogo fosse Edwin Wiley Grove, creatore di un tonico contro la malaria, convinsero molta gente del fatto che il posto era salubre, oltre che incantevole. È per questo che, come abbiamo accennato, Francis Scott Fitzgerald vi soggiornò a lungo.

E non fu il sole: anche George Gershwin e Harry Houdini decisero di passarci del tempo, elogiando la sua atmosfera avvolgente, romantica e al contempo elegante. Con il passare del tempo, sempre più persone iniziarono a soggiornarvi e la locanda, di conseguenza, si ampliò. Dopo gli ampliamenti, però, pare che un’ospite, una donna giovane e dai lineamenti gentili, venne invitata dal suo amante a passare qualche notte insieme. Tuttavia, la donna non se ne andò più. Non è chiaro però il motivo: la leggenda narra che cadde da un balcone, lasciando sgomente le persone che trovarono il suo corpo ancora avvolto in un morbido vestito da ballo rosa.

Da allora la Pink Lady aleggia per le stanze dell’hotel e negli ultimi 100 anni tantissime persone dicono di averla vista: in particolare, lo spirito sembra legato alla stanza 545 che, secondo la leggenda, è proprio quella da cui cadde.

Un fantasma di buon cuore

Le cronache degli avvistamenti dipingono la Pink Lady in due modi: o viene percepita come una semplice nebbiolina rosa che si solleva e scompare o appare proprio come una ragazza dai capelli raccolti, con il caratteristico abito rosa e uno sguardo estremamente dolce. Sembra anche che prediliga più la compagnia dei bambini che quella degli adulti e che sia di conseguenza più propensa a rivelarsi a loro o ad apparire vicino ai loro letti, specie se sono ammalati.

L'Omni Grove Park Inn

Si dice che, nonostante sia del tutto innocua, la Pink Lady si diverta a fare dei piccoli scherzi. Niente a che vedere con ciò che succede in alcune case infestate da brivido, ma pare che ogni tanto alcune luci, i condizionatori o piccoli dispositivi elettrici facciano le bizze accendendosi e spegnendosi da sole. Inoltre, sembra che sia un fantasma molto ordinato: ama rassettare gli oggetti nelle stanze, riordinandoli nei momenti più disparati del giorno e della notte. Verità o leggenda? A voi l’ardua sentenza!

Categorie
Idee di Viaggio isole itinerari culturali luoghi misteriosi Viaggi

Hirta, l’inquietante storia dell’isola fantasma

Lussureggianti prati verdi, piccole colline rocciose e qualche scogliera a picco sul mare: l’isola di Hirta potrebbe sembrare un paradiso naturalistico dove vivere in tranquillità, lontani dal resto del mondo, ma la sua storia dimostra che non è tutto oro ciò che luccica. Infatti, da fiorente centro abitato si è trasformato in un luogo disabitato, e questo repentino cambiamento è avvenuto per motivi tragici.

Hirta, una storia inquietante

Al largo delle coste scozzesi, uno degli ultimi avamposti occidentali, ecco il piccolo arcipelago di Saint Kilda: sono quattro isolotti circondati dalle tumultuose acque dell’oceano Atlantico, ad oltre 60 km di distanza dalla più remota delle isole Ebridi, e ad almeno altrettanti dalla terraferma. La più grande è l’isola di Hirta, che a prima vista sembra un gioiellino. Natura incontaminata e paesaggi verdi ne fanno un’oasi di serenità, il cui silenzio è rotto soltanto dal rumore delle numerosissime colonie di pulcinelle di mare e di altri volatili.

Qua e là, qualche casetta in rovina: che cosa è successo ai suoi abitanti? Guardandosi intorno, in effetti, si può notare che l’isola è completamente disabitata. In un lontano passato, la popolazione di Hirta prosperava: alcuni manufatti dell’età del bronzo attestano la presenza di un insediamento già durante la preistoria. Gli uomini vivevano di agricoltura e di cacciagione, sfruttando l’abbondanza di uccelli marini, e si spostavano tra le isole con piccole imbarcazioni. Ma nel XX secolo qualcosa è cambiato. Hirta ha iniziato ad attirare turisti che, grazie ai battelli a vapore, raggiungevano l’isola per acquistare tessuti in tweed, prodotti dalle pecore del luogo.

Il turismo ha portato non solo un nuovo stile di vita, ma anche malattie precedentemente sconosciute. E gli abitanti del piccolo villaggio (che comunque non dovrebbero mai aver superato i 200 in totale) hanno cominciato ad ammalarsi, spesso anche gravemente. La Prima Guerra Mondiale, poi, ha sottratto tutti i giovani del paese per condurli tra le trincee, dove molti hanno perso la vita. La popolazione è rapidamente calata, sino ad arrivare ad appena 36 unità. Quando, nel 1930, una giovane donna è morta per appendicite, anche a causa delle continue tempeste che avevano bloccato ogni via di comunicazione, i restanti isolani hanno deciso a malincuore di emigrare, abbandonando per sempre le loro casette in pietra.

La natura incontaminata di Hirta

Nell’agosto del 1930, dunque, una nave ha raccolto i pochi abitanti di Hirta e li ha portati sulla terraferma, dove si sono rapidamente ambientati. Si dice che, prima di lasciare l’isola, ciascuno di essi avesse sistemato un piatto di avena e una Bibbia aperta all’interno dei loro cottage, forse con la speranza di poter prima o poi tornare. Nessuno di essi ha mai più messo piede in quello sperduto angolo di paradiso, che dal 1957 è entrato a far parte dei beni del National Trust di Scozia e, tre decenni dopo, è diventato il primo sito scozzese ad essere inserito tra i Patrimoni dell’UNESCO.

Quando il clima lo permette, alcuni turisti si avventurano sull’isola di Hirta per ammirarne il fascino. Oggi non vi è altro che una natura meravigliosa e incontaminata, che ha ripreso il sopravvento sulle opere umane. Colonie di uccelli marini e di pecore (tra cui una specie delle più rare in tutto il Regno Unito) vivono in armonia tra le casette abbandonate da quasi un secolo, e l’unica traccia dell’uomo è un piccolo osservatorio militare. Periodicamente, un gruppo di volontari sbarca sull’isola per preservare l’antico villaggio, compiendo qualche opera di restauro affinché non scompaia nel nulla.

Categorie
hotel Idee di Viaggio luoghi misteriosi Viaggi

Questa vecchia canonica ora è un hotel: è infestato da fantasmi

C’è chi si mette in viaggio per contemplare i capolavori di Madre Natura e chi per raggiungere tutti quei luoghi iconici che col tempo sono diventati simbolo di città e Paesi interi. C’è chi lo fa per toccare con mano le culture e le tradizioni di popoli lontani e chi per raggiungere musei e monumenti artistici e architettonici. Ma c’è anche chi si mette in cammino per vivere esperienze da brivido come quella che permette di dormire in una vecchia canonica infestata da fantasmi che è stata trasformata in un hotel.

Dormire nella casa più infestata del mondo

Si chiama ghost tourism, ed è quella tendenza di viaggio che ha spopolato negli ultimi anni e che ha raccolto l’entusiasmo degli avventurieri più coraggiosi. Il trend, nato in America, si è diffuso rapidamente in tutto il mondo coinvolgendo anche l’Europa e il nostro Paese.

Cos’è il ghost tourism è facilmente intuibile: si tratta di un viaggio esperienziale che invita a scoprire case, edifici, quartieri e città infestate da fantasmi o da presenze inquietanti. C’è chi a questi luoghi non si avvicinerebbe mai e chi, al contrario, è disposto a viaggiare in capo al mondo pur di vivere un’esperienza da brivido.

Non c’è bisogno, però, di allontanarsi così tanto da casa per vivere una delle avventure più spaventose di una vita intera. In Europa, e più precisamente in Svezia, esiste infatti quella che è una delle case più infestate del mondo intero, annoverata tra i dieci edifici più spaventosi secondo il quotidiano inglese The Guardian.

La casa, un tempo canonica e alloggio per i membri del clero, è situata a Borgvattnet, un piccolo villaggio del comune di Ragunda, nel nord del Paese. Negli anni ’70, l’edificio è stato rilevato da Erik Brännholm, imprenditore locale, e trasformato in un piccolo hotel. Nonostante la diffidenza iniziale, la casa ha attirato la curiosità di tantissime persone e negli anni si è trasformata in un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti del turismo del terrore.

Borgvatnet Prästgård: l’hotel dei fantasmi

Per scoprire la storia della casa più infestata del mondo, e dei primi avvistamenti, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo. La costruzione della canonica è stata completata nel 1876 mentre le prime testimonianze di presenze inquietanti sono arrivate proprio dai preti che lì vivevano a partire dagli anni ’30 del secolo scorso. C’è chi ha giurato di vedere una figura femminile aggirarsi tra i corridoi di notte, chi ha sentito dei passi, chi ha visto porte aprirsi. La notizia, dalla Svezia, ha fatto rapidamente il giro del mondo facendo guadagnare all’edificio la fama di casa più infestata del mondo.

Oggi la canonica è un hotel, il Borgvatnet Prästgård, che comprende diverse sistemazioni destinate solo agli avventurieri più coraggiosi. Ogni stanza è collegata a una storia, a un avvistamento paranormale e a fatti storici realmente accaduti. È possibile anche affittare l’intera struttura in determinati periodi dell’anno. La casa è situata in una posizione molto suggestiva circondata da una fitta foresta, e a circa una decina di chilometri da Östersund, ed è gestita da Tony Martinsson e Niclas Laaksonen, due acchiappafantasmi della squadra Laxton Ghost Sweden.

Chi pernotta qui può anche noleggiare l’attrezzatura per la caccia ai fantasmi e testare personalmente la veridicità delle storie e delle leggende che albergano nell’edificio. Sul sito web ufficiale della struttura, inoltre, è possibile sfogliare il libro degli ospiti e scoprire tutte le inquietanti esperienze di chi è già stato a Borgvatnet Prästgård. Chi ha il coraggio di dormire qui?

Categorie
castelli Idee di Viaggio luoghi misteriosi Viaggi

Il castello in cui si nasconde la porta dell’inferno

È davvero impossibile non rimanere affascinati e anche un po’ intimoriti davanti alla maestosità di un castello: le sue mura imponenti, le torri che lo cingono e quell’atmosfera tenebrosa ne fanno un luogo dai mille misteri. Per il castello di Houska, questo è ancora più vero. Si dice, infatti, che nelle sue segrete si nasconda nientemeno che la porta dell’inferno. Leggenda o verità? Quel che è certo è che mai nessuno ha provato davvero a raggiungere le profondità del maniero, con il timore di non poter più fare ritorno.

Il castello di Houska, ricco di fascino

Siamo in Cechia, nel bel mezzo di una regione ricca di boschi e un po’ isolata: nonostante la relativa vicinanza alla capitale (Praga dista una cinquantina di km), sembra davvero di stare in un altro mondo. Qui spicca il castello di Houska, sulle cui origini aleggia un velo di mistero. Pare sia stato costruito nel XIII secolo per volere del sovrano boemo Ottocaro II, come centro amministrativo per gestire le sue proprietà reali. Secondo la leggenda, tuttavia, già qualche secolo prima lo stesso identico sperone di roccia su cui oggi si erge il maniero sarebbe stato occupato da una molto più modesta costruzione in legno, realizzata dal principe Slavibor per suo figlio.

Ad ogni modo, il castello è poi passato di mano in mano, accogliendo alcune tra le più nobili famiglie del Paese, sino a quando non è finito in stato d’abbandono. Nell’800, dopo un attento restauro, è stato acquistato dalla principessa Hohenlohe e, nei primi decenni del ‘900, da Josef Šimonek, proprietario di una delle più famose case automobilistiche del mondo. Nazionalizzato durante il periodo socialista del Paese, solo pochi anni fa è tornato ad essere di proprietà dei discendenti del suo ultimo acquirente. La sua storia sembra accomunarlo a centinaia di altri castelli in tutto il mondo, eppure qui c’è qualcosa di davvero strano.

Innanzitutto, è un vero mistero come mai sia stata scelta una posizione così scomoda. Troppo lontano da Praga per poter essere stato costruito in sua difesa, il castello di Houska sorge nel bel mezzo di un bosco, su una roccia a strapiombo, senza fonti d’acqua o strade che possano fornire qualsivoglia comodità. Inoltre non ci sono mura o altre fortificazioni esterne, le sue torri sono disposte in maniera quantomeno bizzarra e molte finestre sono murate: sembra quasi che, invece di dover proteggere i suoi abitanti da un nemico esterno, serva piuttosto a tenere ben chiuso qualcosa al suo interno. E in effetti, secondo la leggenda, nelle sue segrete si celerebbe la porta dell’inferno.

La porta dell’inferno e i suoi misteri

Questa misteriosa porta dell’inferno sarebbe un pozzo che conduce ad alcuni cunicoli sotterranei, uno dei quali sarebbe in collegamento con i demoni dell’oltretomba. Il castello sarebbe servito proprio ad impedire che questi ultimi uscissero, e a sostegno di questa ipotesi ci sono diverse storie inquietanti. Ad esempio, si narra che nei boschi circostanti, prima della costruzione del maniero, qualcuno abbia sentito dei rumori misteriosi e poi abbia visto materializzarsi delle forze del male, tramutatesi in animali. Nessuno ha mai tentato di raggiungere la porta dell’inferno, ad eccezione di un povero malcapitato.

Lo sfortunato in questione era un prigioniero condannato a morte. Stando ai racconti tramandati di secolo in secolo, quest’uomo avrebbe accettato di calarsi nelle profondità delle segrete in cambio della libertà. Ma dopo aver fatto pochi metri, avrebbe iniziato ad urlare in maniera terrificante. E, una volta riportato in superficie, avrebbe mostrato un volto completamente distorto dall’orrore e dalla follia, capelli prematuramente ingrigiti e un aspetto di 30 anni più vecchio. La morte sarebbe sopraggiunta solo un paio di giorni dopo, e nessuno sembra sia riuscito a farsi dire cosa avesse visto di così terribile. I proprietari avrebbero dunque tentato di chiudere il pozzo infernale gettandoci dei sassi, senza però sentire il rumore che questi avrebbero dovuto fare colpendo il fondo.

Pare che ci siano voluti oltre tre anni di lavoro per riuscire finalmente a murare quell’ingresso così terrificante. Ad ogni buon conto, sul luogo è stata costruita anche una cappella per proteggere gli abitanti dai demoni dell’inferno. Tutto ciò risalirebbe all’epoca in cui il maniero non era ancora stato progettato, e sulla roccia si ergeva solamente la costruzione in legno di cui abbiamo fatto cenno prima. Sarebbe stato proprio questo evento a dare il via alla realizzazione del castello, il quale rimase persino disabitato per decenni, prima che qualcuno trovasse il coraggio di insediarsi tra al suo interno.

Leggenda o verità? I fenomeni inspiegabili

Ancora oggi, il mistero legato al castello di Houska non ha trovato spiegazione. Secondo i locali, l’edificio sarebbe infestato da svariate creature – non tutte animate da buone intenzioni. Dal pozzo, talvolta, si sentirebbero grida terribili e selvagge, ma anche gemiti strazianti. Molti esperti avrebbero cercato risposte soddisfacenti a questi fenomeni, ipotizzando la presenza di alcuni elementi radioattivi che potessero giustificare malesseri o altre bizzarrie. Ma nulla di tutto ciò potrebbe mai fornire una spiegazione sufficiente ai tanti eventi terrificanti che, stando alle leggende, si sarebbero verificati – e ancora continuerebbero a verificarsi.

Sembra infatti che numerosi fenomeni inspiegabili continuino ad accadere: molti uccelli muoiono misteriosamente avvicinandosi alle mura del castello, mentre gran parte degli animali si rifiuta di avvicinarsi. Addirittura, alcuni cani si rifiuterebbero di seguire i loro padroni all’interno del parco, forse in allarme per qualche entità malvagia. Senza contare di quante persone, entrando nella cappella, si siano sentite male o siano persino svenute.

A quanto pare, per il momento sarebbe impossibile escludere l’esistenza di fenomeni paranormali all’interno delle mura del castello. Che sia davvero stato costruito per proteggere non i suoi abitanti, bensì per costringere creature demoniache al suo interno? Un indizio, oltre a quelli già citati in precedenza, potrebbe essere nascosto negli affreschi che decorano la cappella. Vi è infatti ritratto l’arcangelo Michele, che nella tradizione cristiana è colui che guida l’esercito di Dio contro le forze del male. Altre scene immortalano le battaglie degli angeli contro i demoni, ma anche immagini che non hanno nulla a che vedere con questo tema, come la crocifissione o una rappresentazione di San Cristoforo.

Categorie
boschi luoghi misteriosi vacanza natura Viaggi Wanderlust

Puoi dormire in una baita nel bosco e vivere una fiaba italiana

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per toccare con mano le meraviglie del mondo che abitiamo, per scoprire le storie, le tradizioni e le culture dei popoli lontani, per raggiungere i luoghi iconici e i monumenti e per ammirare, con i nostri occhi, tutti quei capolavori creati da Madre Natura.

Ma ci mettiamo in cammino anche per vivere e condividere esperienze inedite e suggestive destinate a creare i ricordi più belli di una vita. Per diventare protagonisti di avventure incredibili, però, non abbiamo bisogno di volare dall’altra parte del mondo perché il nostro è un Paese meraviglioso.

Ed è proprio in Italia che vogliamo restare oggi, per parlarvi di un alloggio suggestivo incastonato in una cornice naturale di immensa bellezza. Ci troviamo a Sutrio, nell’antico borgo del Friuli-Venezia Giulia dove il tempo sembra essersi fermato. Proprio qui, a pochi metri dal paese e alle pendici del monte Zoncolan, è possibile dormire all’interno di una baita nel bosco e vivere una fiaba tutta italiana.

Un alloggio da sogno nel borgo di Sutrio

Il nostro viaggio di oggi ci porta tra le bellezze di un antico borgo montano, uno dei più affascinanti della regione del Friuli-Venezia Giulia. Incastonato nel cuore della Carnia, Sutrio è un piccolo gioiello da scoprire e da vivere in tutti i periodi dell’anno e in ogni stagione. Il centro storico pullula di botteghe che conservano e valorizzano l’artigianato del legno. A Natale, poi, la magia si accende e invade e pervade le strade del paese grazie al Presepe di Teno, un vero e proprio capolavoro artistico e artigianale che attira ogni anno centinaia di persone provenienti da ogni dove.

Passeggiare per il centro storico del borgo è un’esperienza da non perdere per chi desidera collezionare momenti autentici e spensierati. Se invece volete perdervi e immergervi nelle tradizioni del paese, il consiglio è quello di raggiungerlo durante le due celebri manifestazioni “La magia del legno” e “Borghi e presepi”.

Sutrio è anche il perfetto punto di partenza per andare alla scoperta delle meraviglie naturalistiche del territorio. Partendo dal borgo, infatti, è possibile raggiungere il Monte Zoncolan con un trekking delle meraviglie che consente di ammirare paesaggi dove la natura regna sovrana.

Proprio lungo la strada che porta allo Zoncolan, nei pressi di un bosco rigoglioso, esiste un alloggio che sembra uscito da una fiaba. Si tratta di una baita in legno che offre una vista privilegiata sulla vallata circostante e che permette di vivere un’avventura esclusiva e autentica nel cuore della Carnia.

La baita nel bosco

Il suo nome è Parnassia ed è uno dei tanti alloggi dell’Albergo Diffuso Borgo Soandri, una struttura ricettiva che comprende tutta una serie di camere e appartamenti ricavati dalla ristrutturazione di edifici rurali, vecchie stalle e antiche case con portici in pietra e ballatoi che permettono di scoprire il fascino e le bellezze di Sutrio e dei suoi dintorni.

Tra le tante proposte della struttura, che ha trasformato il borgo in un hotel, troviamo anche una baita nel bosco. Situata appena fuori dal Paese, sul sentiero che conduce allo Zoncolan, casa Parnassia è un dimora che sembra uscita da una fiaba. Disposta su tre piani, e circondata dalla natura lussureggiante, la baita offre una vista privilegiata su tutta la vallata di giorno e sul cielo stellato di notte.

Una sistemazione perfetta, questa, per tutti coloro che desiderano vivere un’esperienza di pace e bellezza a stretto contatto con la natura.

Categorie
Borghi lago Lago Di Garda luoghi misteriosi Veneto Viaggi

Campo di Brenzone, il borgo fantasma del Veneto

Lo scenario che dona il territorio del Lago di Garda è puro incanto: borghi gioiello affacciati sul blu, i giochi di luce sull’acqua e, tutt’intorno, il verde dei colli e dei monti.

E, a proposito di borghi affacciati sul lago, ce n’è uno che è un’autentica chicca nascosta, quella “meta che non ti aspetti”, dove non si trovano negozi e hotel ma il silenzio, la quiete e tutto il fascino di un luogo dove il tempo scorre lento, aggrappato a un passato sempre vivo e presente.

Raccolto e suggestivo, Campo di Brenzone, resiste e conquista seppur semi abbandonato e accessibile soltanto a piedi tramite i sentieri nel cuore della natura.

Campo di Brenzone, piccolo mondo antico

Se avete il desiderio di immergervi in una “dimensione altra” e assaporare l’atmosfera di un piccolo mondo antico, andate alla scoperta di Campo di Brenzone, borgo medievale a 200 metri di altezza, con vista mozzafiato sul lago, una delle numerose frazioni di Brenzone sul Garda.

Si tratta di un tesoro incantato, un borgo “fantasma” anche se vi sono alcuni abitanti che, però, oggi “si contano sulle dita di una mano“. Alcuni documenti ne testimoniano l’origine al 1203, una realtà agricola e ricca di tradizioni che, tuttavia, ha visto un massiccio spopolamento a partire dal secolo scorso: le difficili vie di accesso, la povertà e l’assenza di comfort hanno “cristallizzato” Campo di Brenzone portando i residenti a emigrare altrove.

Ma il borgo resiste, non è cambiato, le casette in pietra rimangono, seppur molte semi diroccate, a raccontare la vita che videro, sostenute da ponteggi, alcune con il tetto crollato e senza più gli infissi.

Nella zona alta, ecco la Chiesetta di San Pietro in Vincoli, edificata tra il XII e il XIII secolo, dove ammirare i pregevoli affreschi a opera di Giorgio Da Riva risalenti al 1358, forse data conclusiva di costruzione dell’edificio religioso.

Una passeggiata tra scale, cantine e cortili consente di vivere un’esperienza unica e di lasciarsi sorprendere da insolite meraviglie come, ad esempio, il “poggiolo di Romeo e Giulietta“, pittoresco terrazzino con due sedie e un tavolino che sembrano attendere una romantica coppia.

Ma non è ancora tutto.

Da dicembre alla metà di febbraio, Campo ospita oltre cento presepi, collocati tra gli ulivi, sugli antichi balconi, nelle vecchie cantine visitabili per l’occasione e nei cortili.

Il 9 e il 10 agosto, invece, va in scena “Notti Magiche a Campo”, per ascoltare una sera musica classica e l’altra leggera o etnica in una cornice di rara suggestione.

Come raggiungere il borgo fantasma del Garda

Sono vari i sentieri che conducono a Campo di Brenzone e che partono da Cassone, Castelletto di Brenzone, Magugnago e Marniga (quest’ultimo è quello che regala un’indimenticabile vista sul Garda).

L’itinerario più breve e diretto sale da Castelletto ed è piuttosto semplice e accessibile a tutti: in un’ora e un quarto di cammino sarete a destinazione.

Invece, chi ama le camminate e il trekking, può seguire un percorso ad anello con partenza lungo il sentiero 655 in direzione Biaza: una mulattiera tortuosa e lastricata porta, dopo 25 minuti, allo storico paesino di Biaza. Da qui, si imbocca il sentiero 31 e, in 5 minuti, si giunge a Fasor. Ancora mezz’oretta di sali e scendi ed ecco il tesoro di Campo.

Categorie
Alsazia Borghi Europa Francia Idee di Viaggio luoghi misteriosi panorami Viaggi

Il pittoresco villaggio in Alsazia dove il tempo si è fermato

L’Alsazia, una delle regioni più piccole della Francia, sembra uscita direttamente da un libro di favole.

Situata nel nord-est della Francia, al confine con la Germania e la Svizzera, è un crocevia di culture che testimoniano l’influenza franco-tedesca che ha plasmato il suo carattere distintivo. Esplorare l’Alsazia è un vero piacere per gli occhi e per il cuore, con i suoi paesaggi pittoreschi, i borghi medievali ben conservati e i prelibati vini locali.

Nel cuore di questo territorio si trova Turckheim, un piccolo villaggio incantevole, noto per i suoi vigneti rigogliosi che producono alcuni dei vini bianchi più rinomati al mondo. Con il suo patrimonio storico e i paesaggi pittoreschi, questo piccolo villaggio offre un’esperienza autentica e indimenticabile del fascino alsaziano.

La magia di Turckheim: un viaggio nel cuore dell’Alsazia

Turckheim, Alsazia

Fonte: iStock

Turckheim, Alsazia

Turckheim è un paese che conserva tutto il fascino dei borghi alsaziani tradizionali, ma che si distingue per alcune peculiarità uniche che ne fanno una tappa obbligatoria nel tuo itinerario.

Questa è l’unica località in cui le viti crescono in montagna, in collina e in pianura, una condizione ideale per la produzione di numerosi vini d’eccellenza.

Arrivando al borgo, sarai accolto dalla maestosità della Porte de France, un’imponente torre che faceva parte delle antiche mura medievali della città. Questa imponente struttura, con i suoi dettagli architettonici ben conservati e la pietra grigia che la caratterizza, narra in modo vivido la ricca storia di Turckheim. Una volta attraversata, ti ritroverai immerso in un’atmosfera magica e suggestiva. Percorrendo le stradine acciottolate, sarete accompagnati dalle tipiche case a graticcio, botteghe artigianali, fontane d’epoca e piazzette vivaci.

Un’attrazione imperdibile è senza dubbio la Ronda del Guardiano di Notte. Questa tradizione secolare, che si interruppe solo nel 1920 con l’introduzione della luce elettrica, è stata mantenuta per mantenere vivo un importante rituale del passato.

Nel Medioevo, infatti, era una figura essenziale per la sicurezza della città. Il suo compito era di pattugliare le strade dopo il tramonto, assicurandosi che tutto fosse tranquillo e sicuro. Questa consuetudine viene rievocata nel periodo da maggio a ottobre, ogni venerdì e sabato sera.

Vestito con un costume d’epoca, il guardiano percorre con la sua lanterna le stradine della città. Durante le ronde, annuncia l’ora in alsaziano e condivide interessanti aneddoti sulla storia del villaggio, creando un’atmosfera fiabesca e coinvolgente.

Un viaggio sensoriale alla Cave de Turckheim

Per concludere questo straordinario viaggio, una tappa obbligata è senza dubbio la Cave de Turckheim. Questa cantina di fama mondiale è un vero gioiello nel cuore dell’Alsazia, una straordinaria opportunità di immergersi nei sapori e nelle tradizioni vinicole della regione.

Qui è possibile degustare una varietà di vini pregiati, molti dei quali sono prodotti con uve coltivate localmente, tra cui il Gewurztraminer, Pinot Blanc, Pinot Gris e Moscato, noti per i loro aromi distintivi e la loro eccellente qualità. Inoltre, la cantina produce una serie di vini Grand Cru, che rappresentano il meglio della produzione enologica alsaziana.

I visitatori possono anche partecipare a tour guidati della cantina, durante i quali avranno modo di conoscere di più sul processo di vinificazione e sulla storia del vino, un’occasione unica per scoprire i segreti della produzione e per assaporare alcuni dei migliori vini locali.

Turckheim

Fonte: iStock

Tradizionali case a graticcio di Turckheim, Alsazia
Categorie
Albania Europa Idee di Viaggio luoghi misteriosi Viaggi

In Albania esiste una città-museo che è un vero incanto

Esiste un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove tutto è immerso in un’atmosfera suggestiva ed evocativa che sembra trasportare in un paesaggio degno delle più belle favole della buonanotte. Complice anche quel castello che domina il territorio e che è il più grande di tutto il Paese.

Questo luogo si trova in Albania, una delle destinazioni più apprezzate degli ultimi anni dai viaggiatori italiani e internazionali. Il territorio, infatti, è diventato meta prediletta delle vacanze estive per quel paesaggio marino fatto di acque cristalline, spiagge sabbiose, cale segrete e scogliere.

Eppure è all’ombra dei luoghi più frequentati dal turismo che si nasconde il segreto meglio protetto del Paese. Stiamo parlando di Argirocastro, una città-museo dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco che vi farà innamorare. Pronti a partire?

Argirocastro, come in una fiaba

Situata nel sud dell’Albania, e abbarbicata al lato orientale della Montagna Larga, Argirocastro è un vero gioiello. Un museo a cielo aperto dove il passato vive e sopravvive in tutte quelle testimonianze visibili che rendono la città un unicum in tutto il Paese.

Immenso è il suo patrimonio, riconosciuto anche dall’Unesco, e suggestive sono le sue strade acciottolate, quelle che conducono direttamente al castello che domina sull’intera città. È proprio intorno all’iconica fortezza, diventata il simbolo del territorio, che si snoda la sua storia.

Dopo la nascita del castello di Argirocastro è stata costruita, intorno alla metà del 1300, la cittadella fortificata che ha preso il suo nome. Secoli dopo, con la conquista della città da parte delle truppe ottomane, vennero costruite le caratteristiche case che oggi contraddistinguono il paesaggio della città.

Le dimore con i tetti in pietra, che hanno fatto guadagnare ad Argirocastro gli appellativi di Città di Pietra e Città d’Argento (per il caratteristico riflesso che assume la pietra bagnata quando brilla al sole), assomigliano a piccole fortezze che si affacciano sulle strade acciottolate che si intrecciano e conducono al Bazar, il cuore pulsante della città vecchia dove la cultura turca si incontra con quella albanese e il passato convive perfettamente col presente. Una tappa doverosa la merita anche la Moschea del quartiere la cui costruzione risale al 1557.

Il castello di Argirocastro

Fonte: iStock

Il castello di Argirocastro

La città-museo che incanta

Le cose da fare e da vedere in questo gioiello incastonato tra le montagne sono tante e diverse. Eppure basta una semplice passeggiata tra le case e le strade caratteristiche, pregne di storia e di suggestione,  per vivere un’esperienza incredibile che sembra trasportare in un’altra dimensione.

Una delle tappe imprescindibili per chi visita Argirocastro è ovviamente il suo castello, dove la storia della città ha avuto origine. La fortezza, che è la più grande di tutta l’Albania, è aperta al pubblico e ospita il Museo delle Armi dal 1970. L’edificio, inoltre, è stato scelto più volte negli anni come palcoscenico della kermesse nazionale della Musica Folcloristica.

Se il fascino delle dimore in pietra non vi ha lasciato immuni, allora il consiglio è quello di visitare Casa Zekate, una delle più antiche costruzioni della città nonché il più grande esempio dell’architettura in stile ottomano ad Argirocastro. La posizione privilegiata della casa, situata nel quartiere Palorto, vi permetterà di godere di una vista unica. Con un solo sguardo potrete abbracciare il suggestivo panorama della città.

Imperdibile meta, per gli amanti della letteratura internazionale, è la casa del famoso scrittore Ismail Kadare a Sokaku i të Marrëve. Ovviamente, imperdibile, è il bazar della città: il cuore pulsante di Argirocastro che vi permetterà di entrare in contatto con le tradizioni e con la cultura più autentica del territorio.

Centro storico di Argirocastro

Fonte: iStock

Centro storico di Argirocastro
Categorie
capitali europee Europa Idee di Viaggio luoghi misteriosi Roma Tirreno Viaggi

La gemma segreta del Mar Tirreno a pochi chilometri da Roma

Esiste un luogo, non lontano da Roma, dove il tempo sembra essersi fermato. Una gemma segreta e incastonata nel Mar Tirreno dove la natura, da anni, regna sovrana. Si tratta di Zannone, un lembo di terra che misura una superficie di 102 ettari, e che vanta 6 chilometri di coste, che dista dal porto di Ponza poco più di 5 miglia.

L’isola, bellissima e proibita, può essere raggiunta e circumnavigata solo con i mezzi propri o prendendo parte alle escursioni in barca che vengono organizzate durante l’estate. Completamente disabitata, e con un passato promiscuo e tragico, oggi Zannone rappresenta davvero un unicum della macchia mediterranea.

L’assenza totale della presenza dell’uomo, infatti, ha favorito lo sviluppo di esemplari floristici e caratteristici del clima mediterraneo. Un habitat prolifero che ha trasformato l’isola nella casa di numerose specie di fauna, nonché in un piccolo microcosmo delle meraviglie solitario e sconosciuto ai più.

Una gemma segreta con un passato da dimenticare

Il fascino indiscusso di Zannone, con quel patrimonio naturalistico dalla bellezza immensa, ha suscitato con gli anni l’interesse degli avventurieri. Ma non è quello l’unico motivo a incuriosire ancora oggi i viaggiatori. Negli anni ’70, infatti, l’isola apparteneva al Marchese Camillo II Casati Stampa di Soncino e a sua moglie Anna Fallarino. I due avevano trasformato Zannone nella loro dimora, costruendo una villa i cui resti sono ancora ben visibili in cima alla collina che domina l’isola.

Si narra che i due fossero soliti organizzare feste promiscue con la complicità della privacy che garantiva questo lembo di terra che assunse, velocemente, l’appellativo di isola a luci rosse. Ma la loro storia è ricordata per un epilogo tutt’altro che felice. Scoperto il tradimento di sua moglie, il marchese ha sparato ad Anna Fallarino e al suo amante, prima di togliersi la vita. Da quel momento in poi, Zannone, è rimasta disabitata e dal 1979 è diventata parte del Parco Nazionale del Circeo trasformandosi così da terra del peccato in un paradiso terrestre.

Come visitare Zannone

L’isola è raggiungibile solo ed esclusivamente via mare, con un mezzo proprio o con un tour organizzato da Ponza con sbarco all’Approdo del Varo. Oltre ai resti della villa del Marchese Camillo II Casati Stampa di Soncino, è possibile ammirare anche quello che resta di un antico monastero circense e si una peschiera romana ricavata nella roccia situata nei pressi dell’approdo.

Dall’attracco si snoda un sentiero che attraversa la natura rigogliosa e lussureggiante di Zannone e che permette di percorrere un fiabesco bosco di lecci che conduce verso alcuni punti di osservazione. Da qui è possibile contemplare il meraviglioso panorama che si snoda tutto intorno, tra cui anche le sagome delle isole di Ponza e Palmarola. Il consiglio è quello di aguzzare bene la vista durante la passeggiata: è possibile anche incontrare i mufloni che hanno dell’isola la propria casa.

Zannone non ospita spiagge di sabbia, ma solo pareti di roccia che si tuffano nel mare. Circumnavigando l’isola in barca, però, è possibile andare alla scoperta di alcuni punti di interesse naturalistici come lo Scoglio del Monaco e Cala delle Grottelle. Una sosta qui è d’obbligo, non solo per contemplare il paesaggio incontaminato, ma anche per nuotare tra le acque cristalline.