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Sulla Rotta del dragone, come in “Pechino Express”

“Pechino Express 2024” conduce le otto coppie di sfidanti in Estremo Oriente. La nuova stagione parte dal Vietnam, dal delta del Fiume Rosso fino alle montagne del Nord, alla scoperta delle tribù montane. Seguendo le sponde del fiume Mekong, i viaggiatori arrivano nel Laos, un Paese dalla cultura millenaria. Infine, sbarcano nello Sri Lanka e terminano il viaggio alla maestosa Rocca di Sigiriya.

L’itinerario, lungo oltre 5.000 chilometri, attraversa luoghi meravigliosi che spaziano dalle regioni settentrionali del Vietnam, fra distese infinite di verdi risaie e di antiche testimonianze, passando per le città ricche di spiritualità del Laos, fino a concludersi tra i panorami mozzafiato dello Sri Lanka.

Dieci le tappe nelle altrettante puntate del programma Tv Sky e in streaming su NOW giunto all’undicesima edizione, condotto come sempre da Costantino Della Gherardesca e dall’inviato speciale Gianluca “Fru” Colucci del gruppo comico The Jackal.

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Fonte: @Sky

Costantino Della Gherardesca conduttore di “Pechino Express 2024”

La tappa in Vietnam

La Rotta del dragone porta le coppie di viaggiatori in corsa tra Lang Son, una delle città più a Nord del Vietnam quasi al confine con la Cina, fino a Cao Bang, passando per Dong Dang, Hung Viet e Phúc Sen. Tra i luoghi più spettacolari del Vietnam dove fanno tappa i viaggiatori di “Pechino Express” ci sono le Mua Caves Ninh Binh, a pochi chilometri da Tam Coc. Si tratta di uno lei luoghi più simbolici del Paese.

Un’arrampicata di 500 scalini conduce sulla collina di Hang Mùa, da dove si può godere di un panorama mozzafiato sulla vallata alluvionale del fiume Tam Coc, navigabile a bordo di imbarcazioni su cui si rwma con i piedi.

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Fonte: 123rf

Le Mua Caves in Vietnam

Impossibile visitare il Vietnam senza fare tappa ad Honoi, la Capitale, la migliore occasione per scoprire la leggendaria ospitalità del popolo vietnamita. La storia di questa città rispecchia anche quella dell’intero Paese. Fino al 1976 era stata la Capitale del Vietnam del Nord mentre Saigon era quella del Vietnam del Sud.

La scoperta della città parte dal suo centro storico, il quartiere più caratteristico. Il dedalo di stradine affollate cattura il visitatore con i suoi profumi e i suoi colori. Anticamente, ogni strada ospitava negozi e locali specializzati nella stessa merce e da questo commercio derivava il nome della via. Oggi, di questa divisione è rimasto solo il nome delle vie: i negozi e le bancarelle sono tantissimi e i venditori si presentano offrendo ai passanti i loro variegati prodotti, dalla seta ai gioielli, e naturalmente non mancano i numerosi locali dove gustare i piatti tipici.

Questo antico quartiere si trova vicino al lago Hoan Kiem. Il lago costituisce una delle principali attrazioni della Capitale del Vietnam. La sua fama è anche legata alla leggenda che avvolge di mistero le sue acque. Si narra, infatti, che il re guerriero Thai To avesse avuto in dono dal Dio Tartaruga una spada con cui sconfisse i nemici. Ottenuta l’indipendenza del Paese, una tartaruga gigante emerse dalle acque del lago e chiese al re di restituire la spada al proprietario. Thai To la lanciò nel lago e l’animale sacro lo prese inabissandosi nuovamente nelle acque profonde. Da quel giorno il lago fu chiamato “lago della spada restituita”. Su una piccola isola di questo lago si trova il Tempio Ngoc Son, raggiungibile attraversando un caratteristico ponte rosso.

Il Tempio della Montagna di Giada è un’altra delle tappe da non perdere ad Hanoi. I turisti vengono fin qui non solo per ammirare il simbolo di un’antichissima tradizione, ma anche per le rappresentazioni della tartaruga gigante, simbolo della città.

La tappa nel Laos

Laos è sinonimo di avventura pura. I protagonisti dell’edizione 2024 di “Pechino Express” sono quindi messi a dura prova, ma sono anche affascinati dai luoghi incantevoli di questo splendido Paese ancora troppo poco.

Luang Prabang è probabilmente la destinazione turistica più frequentata del Laos. Questa splendida cittadina mantiene intatto il suo fascino orientale grazie alla presenza di numerosi templi buddhisti. Tra i luoghi imperdibili durante un viaggio nel Laos c’è sicuramente la Piana delle Giare che racchiude in sé un mistero ancora irrisolto e che consiste in migliaia di gigantesche giare che ricoprono la piana di Phonsavan che si pensa abbiano avuto una funzione funeraria.

La natura qui la fa da padrona. Ci sono angoli di un’incredibile bellezza che valgono il viaggio. Come le Cascate Kuang Si che si trovano nel cuore del Paese. Il loro flusso dà origine a diverse piscine naturali e non è un caso che siano considerate una delle tappe più amate dai viaggiatori di tutto il mondo.

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Fonte: 123rf

Le Cascate Kuang Si nel Laos

Anche qui ci son delle caverne considerate sacre: sono le Pak Ou Caves, grotte spirituali dove “vivono” dei piccoli Buddha intagliati nella roccia (e non). Dalle origini molto antiche, regalano anche vedute spettacolari sul paesaggio sottostante. Un luogo davvero eccezionale.

La tappa nello Sri Lanka

Secondo Marco Polo, lo Sri Lanka era l’isola più bella della Terra. Se oggi la concorrenza è grandissima, resta il fatto che è ancora la meta perfetta per chi vuole fare un viaggio a contatto con la natura e con le tradizioni locali. Conosciuta anche come “Perla d’Oriente“, quest’isola meravigliosa immersa nell’Oceano Indiano è famosa per le spiagge sconfinate, per gli elefanti, le antiche rovine e alcune curiosità come i treni colorati e i tè pregiati, uno dei lasciti della colonizzazione britannica.

Un viaggio a bordo del famoso treno panoramico che attraversa Hill Country è un must nello Sri Lanka. In particolare, il tratto che va da Ella a Nuwara Eliya è unico in quanto attraversa meravigliose cascate e piantagioni di tè. Il viaggio è lento e i vagoni affollati tanto che si viaggia con le porte aperte, ammirando quelle distese infinite dove i sari colorati delle donne che raccolgono le foglie del tè spiccano in mezzo al verde infinito.

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Fonte: 123rf

Il treno colorato che attraversa le piantagioni di tè dello Sri Lanka

Storia, tradizione e religione sono un tutt’uno in questo Paese. Ci sono luoghi come la città sacra di Anuradhapura dove si trova l’albero più antico del mondo, lo Sri Maha Bodhi, che secondo l’antica credenza locale sarebbe il luogo esatto dove il Buddha avrebbe avuto l’illuminazione. O come l’antica città reale di Sigiriya, un sito archeologico patrimonio Unesco, arroccata sulla cima di una roccia e per questo nota anche come Roccia del Leone, per via della forma che ricorda le zampe di un felino.

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Dove è stato girato il video di “Sempre/Jamais” con Mahmood e Angèle

Duetto d’eccezione per Mahmood e la cantante belga Angèle il cui videoclip di “Sempre/Jamais”, uno dei brani contenuti nel terzo album dell’artista, “Nei letti degli altri”, di cui fa parte anche “Tuta gold”, presentata al Festival di Sanremo 2024, dove si è posizionata al sesto posto nella classifica finale, è stato girato in una location d’eccezione.

Le scene del video sono ambientate in uno degli alberghi più belli e lussuosi di Genova, il Bristol Palace. Scelto come set per le sue atmosfere senza tempo, che si adattano perfettamente a questo progetto che vede lui in stile James Bond e lei in una versione di Eva Kant, tuta sexy coperta soltanto da un trench stretto in vita.

Il set del videoclip di “Sempre/Jamais”

Il palazzo di inizio Novecento evoca l’immaginario glamour tipico delle pellicole ispirate al personaggio di Ian Fleming, 007, l’agente al servizio segreto di Sua Maestà.

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Fonte: @Guido Samuel Frieri

La suite “La superba” dell’Hotel Bristol di Genova

Anche senza sapere dove si trova, basta una scena girata sul tetto dell’albergo, dove le riprese dal drone hanno permesso alla produzione di allargare il racconto visivo all’intera città ripresa dall’alto, per comprendere che ci troviamo a Genova.

Il video spazia dalla elegantissima camera da letto, una suite arredata con mobili d’epoca, boiserie, pareti di stoffa abbellite da antichi dipinti, abat-jour e sculture preziose, all’ampio e iconico scalone di marmo in stile Liberty che è il simbolo di questa struttura cinque stelle (e che pare abbia inspirato addirittura Alfred Hitchcock per immaginare la spirale che fa da leit-motiv al film “Vertigo”), che li conduce fino al garage, anch’esso dell’hotel, da dove la coppia monta a bordo di un bolide per raggiungere il mare e, da lì, salire su un peschereccio.

Prodotto da Borotalco.tv e realizzato dal regista Attilio Cusani con il direttore della fotografia Andrea Dutto, il video accompagna l’intreccio delle voci di Mahmood e di Angèle di “Sempre/Jamais”, che alternano l’italiano al francese.

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Le spettacolari location di “Dune – Parte Due”

Uno dei film più attesi dell’anno arriva finalmente al cinema: si tratta di “Dune – Parte Due”, il sequel della pellicola fantasy diretta da Denis Villeneuve e uscita nel 2021. Questa volta, le ambientazioni sono del tutto nuove, perché il regista ha voluto evitare che il pubblico potesse avere un senso di déjà-vu. Sono dunque state scelte location inedite, che ci porteranno in giro per il mondo: ecco le più spettacolari.

“Dune – Parte Due”: i dettagli del film

A tre anni di distanza dall’uscita al cinema di “Dune”, tratto dall’omonimo romanzo fantasy scritto da Frank Herbert, ora è il turno dell’attesissimo sequel, in arrivo a partire dal 28 febbraio 2024. Ancora una volta, la pellicola è diretta da Denis Villeneuve: il cast scelto, riconfermato dal film precedente, è davvero d’eccezione. Spiccano star del calibro di Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson e Javier Bardem, affiancati da new entry come Christopher Walken e Léa Seydoux. Non ci resta dunque che scoprire quali sono le location in cui è ambientato il film.

Le location di “Dune – Parte Due”

Molte sono le ambientazioni in cui si muovono i protagonisti di “Dune – Parte Due” – tra cui anche una location italiana. Partiamo proprio da questa: si tratta della Tomba Brion, un complesso funebre risalente agli anni ’70 del secolo scorso, situato presso il comune di Altivole (prov. di Treviso). Il mausoleo, oggi appartenente al Fondo Ambiente Italiano, è dedicato all’imprenditore Giuseppe Brion, morto nel 1969. Secondo alcune indiscrezioni, è possibile che qui siano state girate le scene ambientate presso il palazzo imperiale.

La troupe di “Dune – Parte Due” si è poi spostata in numerose altre location. Una delle più suggestive è quella in Giordania: le incredibili formazioni rocciose del deserto di Wadi Araba non si discostano tantissimo da quelle che hanno fatto da sfondo al primo film, e che tuttavia si trovavano presso Wadi Rum. “Mi sembrava che ognuna di quelle formazioni fosse una sorta di opera d’arte indipendente, scolpita nella natura, in grado di rivaleggiare con le cattedrali medievali o rinascimentali in tutta Europa” – ha affermato il produttore Patrick McCormick.

Un altro deserto che ritroviamo nel sequel è quello del Rub al-Khali, situato in Arabia Saudita (sebbene si estenda anche negli Emirati Arabi Uniti, in Oman e nello Yemen). Le sue immense dune di sabbia hanno regalato lo sfondo perfetto per il pianeta desertico di Arrakis. È ancora la natura a farla da padrone, questa volta in forma decisamente più verdeggiante: stiamo parlando della penisola di Stadlandet, lungo la costa occidentale della Norvegia. Le sue scogliere candide e le spiagge da sogno hanno fornito l’ispirazione ideale per ricreare il pianeta di Caladan.

Infine, tra le location scelte per il film c’è di nuovo l’Ungheria: è qui, e più precisamente presso la città di Budapest, che sorgono gli Origo Studios. I suoi interni hanno permesso al regista di ricreare le ambientazioni più futuristiche del pianeta di Arrakis, che altrimenti sarebbe stato davvero difficile trovare altrove. Gli studi cinematografici, d’altra parte, avevano già fatto da sfondo anche ad alcune scene della precedente pellicola, il primo capitolo della saga diretta da Villeneuve.

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Le location dove è stato girato “Bob Marley – One Love”

Il film “Bob Marley – One Love” celebra la vita e la musica di un’icona della musica reggae che ancora oggi ispira intere generazioni attraverso il suo messaggio sociale.

La storia di Bob Marley, un artista che ha superato delle incredibili avversità, dall’attentato alla vita alla malattia che lo ha portato alla morte, grazie alla sua religione, il rastafarianismo, per riuscire a creare una musica, che non è solo quella giamaicana, considerata rivoluzionaria.

Prodotto in collaborazione con la famiglia Marley (tra i produttori esecutivi c’è anche Brad Pitt) e interpretato da Kingsley Ben-Adir, nel ruolo del leggendario musicista, e da Lashana Lynch, nel ruolo della moglie Rita, “One Love” è in parte girato nell’isola natale di Bob Marley, la Giamaica.

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Fonte: Paramount Pictures

Bob e Rita in una scena del film “One Love”

La Giamaica nel film “One Love”

Purtroppo, i colori e i paesaggi della splendida isola caraibica non sono centrali nel film, in quanto racconta i fatti a carriera già avviata e quindi già in tournée in giro per il mondo, con qualche flashback fondamentale per la trama, come l’inizio della storia d’amore con quella che divenne sua moglie oltre che corista, Rita, e l’approccio al rastafari, uno stile di vita che viene tuttora ampiamente praticato in Giamaica.

Sicuramente, centrale nel film è la grande casa in cui Bob andò a vivere nella periferia di Kingston con tutta la famiglia, con un grande andirivieni di persone ed era anche la sede dell’etichetta discografica Tuff Gong fondata dal gruppo Bob Marley & The Wailers nel 1970.

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Fonte: @Ilaria Santi

La casa di Bob Marley a Kingston

Oggi, il 56 di Hope Road è diventato il museo di Bob Marley. Le stanze, piene zeppe di ricordi: la sua camicia preferita, la chitarra a forma di stella, la bandiera rastafariana e i tantissimi premi vinti. Tra i ritagli di giornale dei tour appesi alle pareti c’è anche quello del mitico concerto che tenne allo Stadio San Siro di Milano il 27 giugno del 1980).

Sui luoghi di Bob Marley in Giamaica

Per gli appassionati della musica reggae e della figura di Bob Marley (ma anche semplicemente per chi fa un viaggio in Giamaica), il tour dei luoghi a lui legati merita assolutamente.

Si attraversano posti bellissimi, dalla natura tropicale e incontaminata, e si visitano punti dell’isola insoliti ma assolutamente autentici.

Uno di questi è il villaggio in cui nacque Robert Nesta Marley, Nine Mile, un abitato sperso nell’entroterra dell’isola, a circa due ore d’auto dalla Capitale, dove ancora oggi si trova la casa in cui nacque il 6 febbraio del ’45 e dove il suo corpo oggi riposa nel mausoleo. La casa è piccola, semplice e immutata dagli Anni ‘40, ma è ricca di oggetti preziosi. Il mausoleo è considerato un luogo sacro e vi si accede a piedi nudi per sentire ancora di più l’energia del luogo.

Quando andare in Giamaica per il reggae

Detto che, non appena di posa piede sull’isola, risuona nelle orecchie il suo delle canzoni che hanno reso celebre Bob Marley. “One Love”, ma anche “Don’t Worry About a Thing”, “Jamming”, “Could You Be Loved” e tutte le altre saranno la colonna sonora costante del vostro viaggio in Giamaica.

Se però non ne avete abbastanza e volete fare una full immersioni di musica reggae ci sono due momenti dell’anno in cui goderne al massimo: uno è il Reggae Month, la celebrazione che si tiene in tutta la Giamaica ogni febbraio, durante il quale l’isola vibra al suono di concerti, festival e di eventi culturali dedicati al reggae e alla sua eredità; l’altro è il Reggae Sumfest, che nel 2024 si terrà dal 14 al 20 luglio.

Nella terra che lo ha visto nascere, per una settimana si susseguono eventi e concerti che richiamano l’attenzione anche di famosi artisti internazionali. La parola chiave per tutte le serate è “felicità”: si balla e canta dall’alba al tramonto, a piedi nudi sulla spiaggia, avvolti dai ritmi della musica più bella del mondo.

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Fonte: @Visit Jamaica

La statua di Bob Marley davanti alla casa di Kingston
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Le location di “Mare fuori 4”: dove hanno girato la nuova stagione

Cavalca l’onda di un successo trasversale “Mare Fuori”, il teen drama italiano su un gruppo di adolescenti detenuti all’interno dell’Istituto Penale per Minorenni (IPM) di Napoli, che ha conquistato l’immaginario del pubblico, soprattutto di quello giovane, facendo breccia anche nel cuore degli adulti. A fare da sfondo è la città partenopea con le sue strade, i suoi quartieri e l’onnipresente sagoma del Vesuvio, spettatore silenzioso delle vicende dei protagonisti. Se desiderate scoprire quali sono le location della quarta stagione, seguiteci in questo speciale tour.

Dove è ambientata la serie ‘Mare Fuori’

Mercoledì 14 febbraio è sbarcata su Rai 2 la quarta stagione di “Mare Fuori”, la serie italiana prodotta da Picomedia e RaiFiction, diventata in men che non si dica una delle più amate degli ultimi anni. Basti pensare che il debutto dei primi episodi su RaiPlay ha ottenuto oltre un milione di visualizzazioni nelle sole prime due ore di pubblicazione.

In “Mare Fuori 4” ritroviamo come location principale l’IPM, liberamente ispirato al carcere di Nisida. Le scene non sono state girate all’interno del vero penitenziario minorile, l’unico insieme a quello di Casal del Marmo di Roma ad ospitare sia ragazzi che ragazze detenute. Nella realtà, l’istituto è collocato in cima a una piccola isola inaccessibile ai visitatori, che fa parte dell’arcipelago delle isole Flegree, mentre nella fiction le scene del carcere si svolgono presso la Base navale della Marina Militare, che con la sua sagoma rosso acceso occupa il Molo San Vincenzo, non lontano dal porto di Napoli.

Da qui si può accedere a una passeggiata di 4 chilometri sul mare, ancora più suggestiva all’ora del tramonto, quando il sole cala sull’acqua e si può godere di uno splendido panorama. Fanno da baluardo alla banchina il Faro, anch’esso rosso, e la statua di un San Gennaro benedicente, posizionata a mo’ di guardiano difensore della città dal Vesuvio e dal mare. Nelle scene ambientate nel carcere, dedicate alle attività all’aria aperta dei detenuti, si può scorgere sullo sfondo il Golfo di Napoli e il maestoso Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino, alle sue spalle.

Durante le riprese delle nuove puntate, iniziate lo scorso maggio, centinaia di fan hanno affollato la darsena della marina, per poter ammirare da vicino i loro personaggi del cuore. Ma anche strade e quartieri di Napoli sono al centro delle storie che tengono con il fiato sospeso giovani e meno giovani.

Le altre location di ‘Mare Fuori 4’

La terza stagione si era chiusa con uno sparo alla Piscina Mirabilis di Bacoli, nell’area dei Campi Flegrei, la seconda più grande cisterna nota mai costruita dagli antichi romani dopo la Cisterna Basilica di Istanbul. Tra le nuove location di “Mare Fuori 4” troviamo i quartieri di Forcella, nel cuore del centro storico di Napoli, e di Poggioreale, dove si trova il carcere. Alcuni detenuti della serie, oramai diventati maggiorenni, potrebbero essere infatti trasferiti dall’IPM alla casa circondariale situata nella zona orientale del capoluogo campano.

In alcune riprese dall’alto si scorgono Bagnoli e Posillipo, con i loro panorami mozzafiato. Altre location sono Piazza Mercato, dove è ambientata una scena che ha per protagonista Silvia; i gradini Francesco D’Andrea, la monumentale scalinata tra via Filangieri e via dei Mille, che appare in un flashback che riguarda don Salvatore Ricci; Palazzo Mirelli, situato alla Riviera di Chiaia, nelle scene di Rosa Ricci bambina; lo stadio Diego Armando Maradona a Fuorigrotta, nei pressi del quale è situata, nella finzione, la casa del comandante Massimo.

A fare da sfondo ai flashback della famiglia Ricci, ci sono anche gli interni di un edificio in vico Fico al Purgatorio, noto per la statua di Pulcinella, donata nel 2012 dall’artista Lello Esposito alla città. La splendida chiesa in cui vediamo entrare, invece, donna Wanda è quella di Santa Maria del Rosario a Portamedina, situata ai Quartieri Spagnoli.

La quarta stagione della popolarissima serie TV ha tra le sue nuove location anche il Rione Conocal di Ponticelli, un quartiere difficile nella periferia orientale di Napoli. Le riprese di alcune scene girate in strada sono state effettuate tra i palazzi abbandonati e fatiscenti in via Virginia Woolf, a pochi passi dal viadotto della superstrada che collega alla Tangenziale di Napoli.

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Le meravigliose location della serie Tv “Màkari 3”

È arrivata la terza (e attesissima) stagione di “Màkari”, la serie Tv che racconta di Saverio Lamanna, lo “sbirro di penna”, insieme all’amata Suleima e al formidabile Piccionello. Quest’anno i personaggi, interpretati da Claudio Gioè, Ester Pantano e Domenico Centamore, dovranno affrontare quattro nuovi casi di omicidio che avranno luogo in una Sicilia inedita: scopriamo insieme le meravigliose location della serie Tv “Màkari 3”.

La Sicilia di “Màkari 3”

La Sicilia di “Màkari 3” è più bella che mai, una terra azzurra come il mare da cui è accarezzata, celeste come il cielo che la avvolge, ma anche verde e ocra come le pietre, il tufo e il calcare che la rivestono.

La regia ha scelto di inquadrare una regione piena di forza ed energia, creando un prodotto che parla direttamente al cuore degli spettatori alternando commedia, dramma e indagine.

Dove è stata girata

Le indagini e le storie di Saverio Lamanna ruotano intorno al paese di Macari, una frazione del comune italiano di San Vito Lo Capo, nel libero consorzio comunale di Trapani. Si tratta di un borgo dove vivono circa 450 persone che hanno la fortuna di ammirare un paesaggio straordinario: è situato sull’omonimo e favoloso golfo ricco di calette e di posti in cui rilassarsi. Non a caso, le spiagge di Macari sono annoverate tra le più belle della Sicilia Occidentale.

E poi c’è il Bue Marino, una discesa a mare che prende vita in mezzo alle vecchie cave di tufo e con un mare blu scuro con bellissime chiazze azzurre. Si trova a Favignana ed è così chiamata perché qui, un tempo, dimoravano tante bellissime foche, in particolare della specie foca Monaca. Oggi è una caletta assai amata da chi sceglie quest’isola come sua meta di viaggio, ma in passato era una cava di tufo.

Un’altra location da sogno di “Màkari 3 “, stando a quanto si più leggere su alcuni giornali locali, è Gibellina, piccolo comune sempre in provincia di Trapani, che è un’araba fenice: è risorto dalla sue ceneri dopo un violento terremoto avvenuto nel 1968. Il vecchio centro, distrutto dal sisma, è stato abbandonato ed è oggi noto come Gibellina Vecchia. Il nuovo territorio è invece conosciuto come Gibellina Nuova, e qui diversi artisti di fama mondiale hanno creato opere che rendono questo borgo un museo a cielo aperto.

Tra le location scelte per girare “Màkari 3” c’è anche la Riserva naturale dello Zingaro, ritenuta una delle più belle zone di coste d’Italia. Si tratta di un affascinante angolo di Sicilia che si estende nella parte occidentale del Golfo di Castellammare, lungo il fianco orientale della penisola di Capo San Vito che si affaccia sul Tirreno: un vero e proprio angolo di paradiso.

Poi ancora la tonnara di Favignana che sorge a due passi dal centro storico dell’isola. Parliamo di una delle tonnare più grandi del Mar Mediterraneo di cui oggi sono visibili 24 caldaie dove il tonno veniva tranciato e poi messo ad asciugare, e il grande locale dove si lavorava il latte.

Infine Mondello, affascinante quartiere costiero di Palermo che è anche la spiaggia più trendy del capoluogo siciliano. Insomma, “Màkari 3 ” ci fa scoprire una Sicilia autentica e che vale davvero la pena conoscere.

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Dove è stata girata la serie tv “Un Amore”: le location

Due giovani ragazzi innamorati e una passione che il tempo non riesce a spegnere, nonostante la distanza e le vicissitudini quotidiane che li porterà sempre più lontani: è questa la storia di “Un Amore”, la nuova serie tv targata Sky che vanta un cast stellare. La fiction si dipana su due diversi piani temporali, e le riprese sono state girate in numerose location, sia in Italia che all’estero. Scopriamo quali sono le più belle.

La serie tv “Un Amore”: i dettagli

“Un Amore” è la nuova serie tv prodotta da Sky Studios e Cattleya, per la regia di Francesco Lagi: i 6 episodi vanno in onda su Sky e si possono vedere anche in streaming su NOW, a partire dal 16 febbraio 2024. La trama ci racconta di una storia d’amore travagliata, che nonostante tutto non si piega alle contingenze della vita. I protagonisti sono Alessandro e Anna, due giovani ragazzi appena maggiorenni che intraprendono un viaggio interrail in Spagna, dove finiscono per conoscersi e innamorarsi. In una calda estate di fine anni ’90, tra i due scoppia la passione.

Ma le loro vite sono destinate a separarsi, almeno per il momento. Sebbene la quotidianità li abbia divisi e portati molto lontani, il loro amore non si è mai spento. Continuano così ad intrattenere per lungo tempo un rapporto epistolare, senza mai trovare il coraggio di vedersi ancora una volta. Nel frattempo, le loro strade si avviano verso direzioni diverse: Anna si sposa con Guido e ha un figlio, mentre Alessandro si concentra sulla sua carriera e diventa un urbanista. Ma dopo 20 anni dal loro primo incontro, si ritrovano a Bologna. E si rendono conto che il tempo non sembra essere passato, anche se ormai sembra impossibile riallacciare i rapporti di un sentimento mai sopito.

La nuova serie tv “Un Amore” vanta un cast d’eccezione. Ad interpretare i giovani Alessandro e Anna sono Luca Santoro e Beatrice Fiorentini, mentre nella loro versione adulta sono portati in scena da Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti. Al loro fianco, molti altri attori di successo come Alessandro Tedeschi (che interpreta Guido, il marito di Anna), Camille Dugay (la sorella minore di Anna), Ottavia Piccolo (la mamma di Alessandro) e Ivan Zerbinati (l’amico di Alessandro). Ma ora scopriamo qualcosa in più sulle location in cui è stata girata la fiction.

Le location della serie tv

Le riprese della serie tv “Un Amore” sono state girate in diverse località, sia in Italia che all’estero. La fiction, come abbiamo anticipato, si snoda su due piani temporali: alla fine degli anni ’90, i due protagonisti si incontrano in un’assolata Spagna che li vede innamorarsi. È dunque questa la prima location utilizzata per le riprese: “Ho scelto colori forti e decisi, per sottolineare la continua nostalgia dei protagonisti per quel tempo e la loro riluttanza a lasciarlo andare” – ha spiegato Elisabetta Zanini, addetta alla scenografia.

La maggior parte delle scene è stata invece girata a Bologna e dintorni, dove è ambientato il presente, “completamente desaturato, come se fosse in qualche modo sbiadito o privo di coraggio; sono solo le tonalità rosse della città, usate nei piccoli dettagli, a dare al desiderio un senso di speranza”. Set della serie tv, oltre al centro storico di Bologna, sono anche le località di Casalecchio di Reno, Lama di Reno (Marzabotto), San Lazzaro di Savena, Levizzano, Rangone, Rimini e Riccione. Infine, alcune riprese sono state registrate anche in Romania.

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Dove è stato girato “Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia”

Goffredo Mameli è stato un poeta e patriota italiano, ma anche una delle figure più famose del Risorgimento. Tutti lo conosciamo come l’autore del testo del “Canto degli Italiani”, inno nazionale della Repubblica italiana, meglio noto come “Inno di Mameli”. Oltre a ciò, Mameli era anche un giovane ragazzo, morto per una ferita infetta all’età di soli 21 anni, dal cuore antico e con lo sguardo rivolto al futuro. Di questo e molto altro si occupa “Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia”, una nuova miniserie che è stata girata in luoghi da sogno del nostro Paese.

Cosa aspettarsi

“Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia” parla di guerra, politica, poesia, sotterfugi, tradimenti e amore durante la Prima Guerra di Indipendenza e della difesa della Repubblica Romana. Allo stesso tempo, ci fa conoscere meglio l’autore del nostro inno nazionale che tanto ci fa vibrare il cuore, un ragazzo che nonostante la sua brevissima vita è stato capace di lasciare un segno indelebile nella storia (e nel presente) del nostro Paese.

È il racconto di un giovane rivoluzionario che lascia Genova, sua città natale, per prendere parte ai moti, dalle Cinque giornate di Milano fino ad arrivare a Roma. Un vero e proprio soffio di vita, la sua, ma che per sua fortuna gli ha permesso di incontrare uomini del calibro di Giuseppe Mazzini, Nino Bixio e Giuseppe Garibaldi.

Ad interpretare Goffredo Mameli è il giovanissimo Riccardo De Rinaldis, accompagnato da grandi nomi del cinema italiano come Neri Marcorè, Ricky Memphis, Sebastiano Somma e Luca Ward, sotto la regia di Luca Lucini e Ago Panini.

Le location

Come è possibile intuire, “Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia” è stato girato nel nostro fantastico Paese. Le riprese sono state effettuate la scorsa estate e in parte a Genova, che come vi abbiamo accennato è stata la sua città di nascita, Torino, città sabauda per eccellenza, e Roma, il luogo in cui purtroppo Mameli è venuto a mancare.

Si tratta di un progetto che mira soprattutto ad omaggiare il nostro eroe nazionale ma anche la regione Piemonte, teatro di molti momenti chiave del periodo del Risorgimento.

Per questo motivo, oltre alla città di Torino, nella miniserie vedremo apparire anche zone limitrofe, tra cui il Castello di Agliè e il Castello di Strambino.

Il Castello Ducale di Agliè sorge nel comune di Agliè, parte della città metropolitana di Torino. Si tratta di un maniero che vanta una storia lunga sette secoli e dal nobile passato, che oggi si può ammirare grazie alla varietà degli allestimenti che ancora caratterizzano appartamenti e giardini.

Immerso in uno scenario da sogno perché circondato da alberi secolari e grandi serre, possiede oltre 300 stanze impreziosite e abbellite da arredi e collezioni davvero unici nel loro genere.

Il Castello di Strambino, dal canto suo, è in realtà un complesso: il Castello Vecchio, che corrisponde alla parte medievale a monte di due altri grandi corpi di fabbrica o “ville residenziali” del secolo XVII, e il Castello Nuovo, che vanta una decorazione interna praticamente intatta da fine 700 e attribuita a Carlo Cogrossi.

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Dove è stato girato il film Tv “La rosa dell’Istria”

Un film Tv che racconta una fase molto importante della nostra storia recente, un lungometraggio che ci fa scoprire la fame, il freddo, la minaccia delle armi e della morte, ma anche chi sopravvive a tutto ciò e le conseguenze. Parliamo de “La rosa dell’Istria”, un nuovo film di Rai1 che illustra la guerra a Canfanaro (oggi Croazia) e che investe in pieno la famiglia Braico.

“La rosa dell’Istria”, cosa aspettarsi”

“La rosa dell’Istria” è un film liberamente ispirato al romanzo “Chi ha paura dell’uomo nero?”, di Graziella Fiorentin, ed è la storia intima di una famiglia, ma anche dei grandi e sofferti amori della vita. Si tratta di una coproduzione Rai Fiction – Publispei e Venicefilm srl, che vede come attori Andrea Pennacchi, Gracjela Kicaj, Costantino Seghi ed Eugenio Franceschini sotto la regia di Tiziana Aristarco.

Una storia in grado di travalicare tempo e divisioni e che narra la vita di una ragazza che cerca di sopravvivere e di vincere, anche se il mondo che le sta intorno le crolla addosso. Lei è Maddalena, e si troverà a vivere uno degli eventi più drammatici e anche più controversi della storia del nostro Paese.

Intorno a questa giovane donna tutto è oscuro e privo di speranze, eppure lei cerca in qualche modo di vedere e riportare su tela un mondo più colorato, proiettato verso un futuro migliore. La sua è una grande speranza di ritorno alla vita per salvare e ritrovare qualcosa del suo passato che non poteva morire.

Dove è stato girato

Le riprese de “La rosa dell’Istria” sono iniziate nel 2023 e sono avvenute in una nostra regione da sogno: il Friuli Venezia Giulia. Sono state scelte diverse location, tra cui il Porto Vecchio di Trieste, Gradisca d’Isonzo, Mossa, Gorizia, Grado e Fossalon.

Il Porto Vecchio di Trieste comprende cinque moli, 3100 metri di banchine di carico e scarico merci, 23 grandi edifici ed è direttamente collegato alla vecchia ferrovia del 1857. Costruito tra il 1868 e il 1887,  conserva un interessante Polo museale e anche una Centrale che è da considerarsi un capolavoro di archeologia industriale.

Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, è uno dei “Borghi più belli d’Italia” ed è completamente immersa nel verde. Con una storia lunga ben oltre nove secoli, offre un rilevante patrimonio architettonico ma anche molti ristoranti e punti di ristoro in cui gustare i migliori vini della regione (e non solo).

Voliamo ora a Mossa, sempre in provincia di Gorizia, un paesino agricolo che si fa spazio in una zona di rara bellezza paesaggistica in quanto circondata dai rilievi del Collio. Ricca di testimonianze del passato, come reperti preistorici e strutture dell’età romana e longobarda, è la sede del Santuario di Santa Maria dei popoli, anticamente luogo di sosta e di preghiera per i pellegrini.

C’è poi Gorizia, città piccola, piacevole e dal passato asburgico che ancora vive nei palazzi e nei giardini. Sarà Capitale europea della Cultura 2025 insieme a Nova Gorica, entrambe località che hanno vissuto in prima persona le vicende drammatiche che hanno coinvolto il confine orientale d’Italia durante il Fascismo e la Seconda Guerra Mondiale.

Particolarmente affascinante è Grado, elegante cittadina lambita dal mare e che offre un centro storico dal fascino veneziano. Da queste parti da non perdere sono la Basilica di Santa Eufemia e l’adiacente Basilica di Santa Maria delle Grazie, la più antica di Grado. Conosciuta come “isola del sole”, mette a disposizione ben tre chilometri di spiaggia.

L’ultima location de “La rosa dell’Istria” di cui vi vogliamo parlare è Fossalon, una graziosa frazione di Grado che presenta una natura incontaminata grazie alla sua riserva naturale, che è la casa di centinaia di specie di uccelli. Sono presenti anche una spiaggia selvaggia e il maestoso delta del fiume Isonzo che si getta nel mare.

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Le meravigliose location della serie Tv “La favorita del re”

La miniserie Tv Sky “La favorita del re” racconta la storia di Diane de Poitiers, che ebbe per vent’anni una scandalosa liaison con Enrico II di Valois, re di Francia.

Per ricreare l’ambiente cinquecentesco, il period drama è stato girato proprio in quei luoghi dove vissero i protagonisti della storia, interpretati nella serie rispettivamente da Isabelle Adjani e da Hugo Becker, con un cameo di Gerard Depardieu nella parte di Nostradamus.

Cosa racconta la storia

Diane de Poitiers, donna dalla straordinaria bellezza, determinata e seducente, conquistò il cuore del re di Francia Enrico II di vent’anni più giovane e ne divenne amante ma anche consigliera. Ma con il re promesso sposo a Caterina de’ Medici (interpretata dall’attrice italiana Gaia Girace, la Lila della serie “L’amica geniale”), Diane dovette combattere per mantenere la sua influenza sul sovrano.

Grazie alla sua intelligenza e scaltrezza riuscì a ritagliarsi un ruolo nelle dinamiche di corte. Ma a Corte si diceva che Diane avesse un segreto ben custodito, quello della giovinezza: la sua bellezza, infatti, rimaneva immutata malgrado il tempo passasse inesorabile.

I luoghi visti in Tv

“La favorita del re” è stata ambientata nei veri luoghi frequentati dalla Corte rinascimentale, quei castelli così magnifici che ancora oggi sono meta di itinerari turistici: i castelli della Loira.

Il Castello di Chambord

Il castello in cui vive il re, che sembra uscito da un libro di fiabe e che sembra creato con Photoshop, esiste davvero ed è il Castello di Chambord, il maggiore tra gli oltre trecento castelli della Loira. Fu il simbolo della potenza di re Francesco I, padre di Enrico II, che fece trasformare quella che era una tenuta di caccia in uno dei più bei castelli del Rinascimento, nonché uno dei più visitati tra i castelli della Loira.

La sua architettura è unica e meravigliosa, con quattro torri e la torre-lanterna. Alcune fonti raccontano che, nel XVI secolo, Francesco I tornò dall’Italia con Leonardo da Vinci e che fu proprio il Genio toscano a influenzarne lo stile. Tuttavia, non fu Leonardo a seguire i lavori, anche se è probabile che sia stata usata una parte dei suoi progetti.

Anche le scene esterne tra i boschi sono state girate nel vasto bosco di Chambord, uno dei più grandi parchi forestali chiusi d’Europa. Il bosco del castello è abitato da cinghiali, lepri, daini e cervi. Solo una parte, circa mille ettari, è accessibile al pubblico che, in alcune aree delimitate, può osservare gli animali nel loro habitat naturale.

Il castello fu completato nel 1547, ma negli anni successivi fu spesso oggetto di nuovi lavori di ampliamento o di adattamento per rispecchiare le esigenze dei nuovi proprietari. Oggi il Castello di Chambord è proprietà dello Stato francese ed è stato oggetto, nel 1947, di un ultimo restauro che lo ha riportato ai fasti di un tempo.

Il Catello di Septmonts

Alcune scene della miniserie sono state girate all’interno di un castello davvero poco conosciuto, il Castello di Septmonts, nell’omonimo villaggio che si trova nel dipartimento dell’Aisne. Risalente al XIV secolo, fu un’antica residenza episcopale estiva e oggi lo si può visitare gratuitamente. Il suo dongione alto 43 metri che viene mostrato anche in Tv è rimasto intatto.

Il Castello di Anet

Il castello che Diane fa costruire nel 1548 all’architetto del re, Philibert Delorme (che aveva contribuito anche alla realizzazione del celeberrimo Castello di Chenonceau), di cui si parla nella serie ma che non si vede mai, esiste davvero ed è il Castello di Anet, nel centro dalla Valle della Loira, che si può visitare. Oggi non è più quel maniero così sontuoso che fece realizzare madame de Poitiers. Lei lo fece ampliare e fece creare degli splendidi giardini alla francese e conobbe nel XVII secolo il suo massimo splendore.

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Fonte: 123rf

Il Castello di Anet in Francia voluto da Diane de Poitiers dove c’è la sua tomba

Nel corso del XVIII secolo cadde in disuso, diventando una delle residenze di un ramo della famiglia reale dei Borboni e fu danneggiato durante la Rivoluzione Francese. Passò quindi nelle mani di proprietari privati che lo possiedono e ci vivono tutt’oggi.

Attualmente, dell’antico castello, sono rimaste solo due ali, il muro d’ingresso alla Corte d’onore e la Cappella, dove si trova la tomba di Diane de Poitiers, morta proprio qui nel 1566, sovrastata da una monumentale scultura di marmo che la rappresenta in tutta la sua bellezza ed è la scultura che viene mostrata come prima e ultima cosa nella serie Tv. del vero castello di Diane, quindi, viene mostrata solo la scultura che sovrasta la tomba.

I giardini sono stati trasformati in un giardino all’inglese. Grazie al costante impegno di cinque generazioni di proprietari, oggi il Castello di Anet è uno dei più bei gioielli del Rinascimento francese. Gli interni sono ancora riccamente arredati, con boiserie, tavoli, divani e grandi lampadari. Lo si può visitare tutto l’anno, tranne nei mesi di dicembre e gennaio.

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Fonte: 123rf

La tomba di Diane de Poitiers nel Castello di Anet