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Le location della serie tv Territory, la Yellowstone ambientata in Australia

Il Top End, una delle aree più iconiche del Northern Territory australiano, sarà il vero protagonista della nuova serie Netflix “Territory”, in arrivo il 24 ottobre sulla piattaforma in streaming. Questo avvincente neo-western composto da sei episodi segue un dramma familiare ambientato nel cuore dell’outback australiano, precisamente nella Marianne Station, un grande ranch per l’allevamento di bestiame.

La serie narra le complesse dinamiche della famiglia Lawson, una ricca famiglia di allevatori che, dopo la morte del patriarca, si trova a fronteggiare lotte interne per la successione. Le sfide non si limitano a problemi familiari, poiché i Lawson devono anche affrontare rivali allevatori, gangster del deserto e miliardari del settore minerario tutti alle prese con un’aspra battaglia per il controllo del più grande allevamento del mondo.

Ecco quali sono le location protagoniste della serie tv Territory, nella spettacolare e selvaggia Australia.

L’omaggio ai paesaggi del Northern Territory

Oltre alla trama intrigante, “Territory” offre allo spettatore la possibilità di scoprire gli spettacolari panorami del Northern Territory, in Australia. Attraverso la visione di questa serie, infatti, gli spettatori avranno modo di ammirare il Top End, con le sue meraviglie naturali come i parchi nazionali di Kakadu e Litchfield, nonché la vibrante capitale Darwin. La serie include anche riprese nelle Adelaide Hills e nella città di Adelaide, situate nel South Australia.

Grazie alla rappresentazione unica del paesaggio australiano, la serie tv potrebbe ispirare molti spettatori a visitare l’outback australiano, oggi una regione meno gettonata rispetto ad altre località del Paese. Il fenomeno del “set jetting”, ovvero del viaggiare verso luoghi visti in film o serie tv, è infatti in costante crescita. Uno studio condotto da Expedia ha rivelato che quasi il 30% dei viaggiatori è influenzato dalle produzioni cinematografiche nelle loro scelte di viaggio.

Viaggiatori italiani alla scoperta del Top End

“Territory” potrebbe stimolare anche i viaggiatori italiani a pianificare una visita nel Northern Territory. Questa regione offre una straordinaria varietà di esperienze, tra cui escursioni emozionanti attraverso valli e paesaggi desertici, spiagge sabbiose e città vibranti e ricche di arte e cultura. Non solo natura, ma anche un’immersione nella cultura aborigena, considerata la più antica al mondo.

Ecco alcune delle principali attrazioni che il Northern Territory ha da offrire:

Kakadu National Park

Uno dei parchi più famosi e grandi d’Australia, il Kakadu National Park è riconosciuto dall’Unesco sia per i suoi valori culturali che naturali. Questo parco vanta scogliere di arenaria, foreste monsoniche, cascate spettacolari e antiche incisioni rupestri. Ospita inoltre una straordinaria varietà di fauna, tra cui 280 specie di uccelli (un terzo di tutte le specie in Australia) e la più grande popolazione di coccodrilli marini al mondo.

Un’escursione on the road attraverso il Top End permette di scoprire piscine naturali, gole e paludi ricche di biodiversità. È l’ideale per chi vuole vivere un’avventura immersa nella natura più selvaggia.

Litchfield National Park

Situato a solo un’ora di auto dalla capitale, il Litchfield National Park è una delle mete preferite per una giornata di escursioni. Qui i visitatori possono nuotare sotto cascate spettacolari, esplorare insoliti termitai giganti e fare trekking lungo il famoso sentiero Nature’s Way.

Florence Falls, Australia

Fonte: iStock

Vista dall’alto sulle Florence Falls

Le cascate come quelle di Florence Falls e Wangi Falls rivelano ai turisti scenari incantevoli per nuotare o rilassarsi, mentre gli imponenti termitai magnetici rappresentano una delle meraviglie naturali più strane e affascinanti del parco.

Darwin

Darwin, capitale del Northern Territory, è famosa per il suo mix di cultura aborigena, influenze asiatiche e un’atmosfera moderna e rilassata. È una città giovane e dinamica, con mercati colorati come il Mindil Beach Market, crociere al tramonto e incontri ravvicinati con i coccodrilli. Nonostante il suo profilo urbano moderno, Darwin sorge sulla terra del popolo Larrakia, che ha abitato la regione per decine di migliaia di anni.

Darwin rappresenta una fusione unica di tradizione e modernità. Le influenze asiatiche, date la sua vicinanza geografica, sono evidenti soprattutto nelle esperienze culinarie e nei mercati locali. La città offre anche una vasta gamma di arte aborigena, visibile nelle gallerie e nei musei locali, nonché nella vivace street art.

Darwin, Australia

Fonte: iStock

Skyline e sguardo sulla città di Darwin

Il dietro le quinte di “Territory”: un progetto ambizioso

La produzione della serie tv Netflix “Territory” ha coinvolto anche un grande team e ha richiesto una profonda conoscenza dell’outback australiano. Il regista Greg McLean, noto per la sua esperienza nel girare in luoghi remoti, ha già lavorato nel Top End con il celebre lavoro passato Wolf Creek e la sua esperienza è stata fondamentale per catturare l’essenza selvaggia e maestosa di questa regione australiana.

Anche se la Marianne Station è un nome di pura invenzione per il plot della serie tv, le riprese sono state effettuate presso la Tipperary Station, una vera e propria stazione di allevamento di bestiame situata a circa 194 km da Darwin. Qui, oltre 200 membri del cast e della troupe hanno vissuto per quattro settimane, utilizzando le strutture esistenti per girare diverse scene chiave della serie.

Particolare attenzione è stata data anche alla rappresentazione delle terre aborigene. Le riprese in queste zone sono state realizzate in stretta collaborazione con i Traditional Owners, i custodi tradizionali delle terre, che hanno fornito il loro supporto e la loro approvazione.

La drammatica lotta di potere della serie tv vede tra i protagonisti Anna Torv (Fringe), Michael Dorman (Joe Pickett), Robert Taylor (Longmire) e Sam Corlett (Vikings: Valhalla), che interpretano i membri della famiglia Lawson, il potente clan di allevatori. Il cast include anche attori di rilievo come Jay Ryan, Sara Wiseman, Dan Wyllie, Clarence Ryan, Philippa Northeast e Jake Ryan.

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I luoghi di Parthenope, il nuovo film di Sorrentino

Il 24 Ottobre arriva al cinema Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino presentato in Concorso al Festival di Cannes 2024. Dopo capolavori come La Grande Bellezza ed È stata la mano di Dio, il regista napoletano torna sul grande schermo con una storia epica al femminile interpretata da Celeste Dalla Porta, Dario Aita, Silvia Degradi, Isabella Ferrari, Biagio Izzo, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli, e tante altre star italiane e internazionali.

Questa co-produzione Italia-Francia, distribuita da Piper Film, è molto attesa dal pubblico e abbraccia un lungo periodo di tempo, dagli anni ’50 a oggi, raccontando una storia di vita che riflette sulla brevità della giovinezza e il vortice di emozioni che si provano nel corso della crescita.

Parthenope: di cosa parla

Parthenope è la protagonista che guida il film dall’inizio alla fine. Il cuore pulsante della sceneggiatura non è altro che la sua vita dal 1950 a oggi, vissuta in modo appassionato, senza eroismi e una voglia incessante di libertà. L’amore porta l’imprevisto, la spensieratezza a volte viene sopraffatta dall’incertezza, e non si può scappare dal dolore.

Ma poi tutto ricomincia sullo sfondo di una Napoli intrigante, nostalgica, malinconica e bellissima, ma anche cattiva. Una donna di 73 anni che custodisce tanti ricordi, delusioni, gioie, relazioni, incubi e segreti fin dalla sua nascita a Palazzo Donn’Anna a Margellina.

Sorrentino film

Fonte: Ufficio stampa/Gianni Fiorito

Paolo Sorrentino sul set di Parthenope

Dove è stato girato

Napoli e il suo vitalismo esasperante” è dove è stato girato il film di Sorrentino. “Napoli è libera, pericolosa e non giudica mai. Come Parthenope” ha detto il regista nelle sue note di regia, aggiungendo che “è il posto ideale per illudersi di trascorrere una vita imprevedibile e meravigliosa“. Le riprese sono state realizzate tra Napoli e Capri per dieci settimane con una spesa totale di circa 6 milioni di euro per gli alloggi del cast e della troupe, il coinvolgimento delle maestranze locali, i canoni al Comune, gli agenti di sicurezza schierati per evitare l’incursione dei curiosi, la raccolta dei rifiuti straordinaria e altri servizi.

I suggestivi Faraglioni visti dai Giardini di Agusto sono una delle location esterne insieme alla spiaggia del Faro di Punta Carena ad Anacapri per fare da sfondo all’estate dei giovani protagonisti. A Genova, tuttavia, sono stati ricostruiti alcuni veicoli della Napoli storica, mentre per gli interni Sorrentino ha scelto una casa a Posillipo, precisamente Villa Rocca Matilde.

Stefania Sandrelli Parthenope

Fonte: Ufficio stampa/Gianni Fiorito

Stefania Sandrelli in Parthenope

Della città di Napoli per le riprese è stato coinvolto il centro storico sempre molto vivo, con Via San Carlo, il lungomare di Caracciolo e il quartiere Santa Lucia, un antico borgo di Napoli con alberghi eleganti, fontane, palazzi nobili tra Borgo Marinari e l’isolotto di Megaride con il Castel dell’Ovo. Ogni tanto in scena si intravedono anche la Certosa di San Martino e l’Università Federico II. Va sottolineato però che in Parthenope non ci sono solo i luoghi più famosi della zona campana, ma anche angoli più nascosti di Napoli, scelti proprio per sottolineare la bellezza segreta della città.

In fondo il film di Sorrentino è un chiaro omaggio alla sua terra e non poteva ambientarlo in un altro luogo se non lì. La produzione ha anche ripulito la scogliera da graffiti per girare il film e sul set è arrivata anche la nave azzurra usata dai tifosi napoletani per festeggiare lo scudetto del 2023, oltre a un camion del 1973 usato per la disinfestazione ai tempi del colera.

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I luoghi in cui Alexandre Dumas ha ambientato Il Conte di Montecristo

È uno dei romanzi che più ha appassionato generazioni di ragazzi. Almeno una ventina le trasposizioni televisivie e cinematografiche, tra cui l’ultim, in arrivvo nel 2025 su RAI1 con una nuova fiction. Del resto, come non prendere le parti di Edmond Dantès, protagonista di “Il Conte di Montecristo”, la vicenda narrata dallo scrittore francese Alexandre Dumas nella seconda metà dell’800.

Ambientata sotto il complicatissimo regno di Napoleone, alcune delle location narrate nel romanzo e viste sul piccolo e grande schermo sono diventate luoghi di pellegrinaggio per gli appassionati del genere, per le famiglie e per tutti coloro che sono rimasti affascinati dalla vicenda.

Ambientato tra Italia (l’Isola di Montecristo, appunto), la Francia (il terribile Château d’If) e alcune altre isole del Mar Mediterraneo, si è recentemente scoperto che alcuni fatti narrati non sarebbero solo il frutto della fantasia di Dumas.

L’Isola di Montecristo

Su quest’isola è ambientata una parte del celebre romanzo. Mentre sconta la pena detentiva, Edmond viene informato circa un tesoro sepolto proprio a Montecristo. Così, una volta libero, decide di recarsi sull’isola, di autoproclamarsi Conte di Montecristo per poi tornare in Francia e vendicarsi dei suoi nemici. Per anni si è vociferato che sull’isola fosse davvero stato nascosto un tesoro, individuato sotto l’altare del Monastero di San Mamiliano a Montecristo. L’isola si trova all’interno del Parco dell’Arcipelago Toscano, ma al largo delle coste francesi, motivo per cui Dumas molto probabilmente ha pensato di ambientarvi il romanzo.

Il grande tesoro citato nel romanzo, appartenuto alla famiglia Spada e nascosto sull’isola, riprende un’antica leggenda legata a un ipotetico tesoro che i monaci di San Colombano avrebbero nascosto prima della distruzione del potente Monastero di San Mamilian, edificato proprio sull’Isola di Montecristo, da parte dei saraceni. Nel romanzo il tesoro si trova in una grotta e, in effetti, sull’isola esiste davvero la grotta di San Mamiliano proprio sotto i resti di un eremo.

Fino a una decina di anni fa, Montecristo era chiusa al turismo. Oggi, invece, è disponibile un limitato numero d’accessi. Due volte l’anno, l’isola apre ai visitatori. Ma non a tutti: lo Stato italiano concede solo mille permessi giornalieri, e 600 di questi sono riservati agli studenti.

isola di montecristo come visitarla

Fonte: iStock

La spettacolare Isola di Montecristo

Oggi, sull’isola non ci si reca per trovare un tesoro, ma per vederlo. Questo strano angolo d’Italia, così vicino alla Francia, è davvero un gioiello in quanto, nella riserva naturale, ospita numerose specie protette. Ed è proprio per preservare questa biodiversità che a Montecristo è vietato pescare o nuotare entro un chilometro dalla costa. Ma non c’è solo la natura. Il piccolo territorio dell’isola è costellato di testimonianze di popoli che l’hanno occupata: i Greci, i Romani, gli Etruschi. E poi i Turchi, i monaci cattolici e i francesi.

Lo Château d’If

La temibile fortezza dove viene tenuto prigioniero Edmond Dantès viene identificata con il Castello d’If, che si trova al largo di Marsiglia, nel Sud della Francia. Per la gravità del reato imputatogli, il Conte di Montecristo è condannato a trascorrervi il resto della vita. Proprio quando le speranze di tornare libero svaniscono, fa la conoscenza di un altro prigioniero, l’abate Faria, che da anni sta scavando un tunnel sotterraneo, nella speranza che possa condurlo fuori dalla fortezza. Questa location piacque talmente a Dumas da ambientarvi anche la vicenda della Maschera di ferro nel romanzo “Il visconte di Bragelonne”, l’ultimo della trilogia dei Tre moschettieri.

Il castello risale al 1500 e nacque proprio come prigione, una sorta di Alcatrax di un tempo, costruita su una roccia in mezzo al mare, irraggiungibile, inespugnabile e da cui era quasi impossibile fuggire. Il luogo perfetto, insomma, dove ambientare “Il Conte di Montecristo”. Era famoso per avere celle senza finestre e pessime condizioni igieniche. Un posto infame, insomma.

L’isola e il castello si possono visitare quasi tutto l’anno, il battello parte dal porto di Marsiglia. Non ci sono visite guidate, ma si può scaricare la guida in pdf (compreso un libretto in francese per bambini) e la app per smartphone un avolta sbarcati sull’isola-fortezza. Si cammina sullo sterrato – per questo sono consigliate scarpe comode – e ci sono parecchi gradini da fare. La curiosità della fortezza è costituita soprattutto dai graffiti lasciati un po’ ovunque dai prigionieri e dai soldati che vissero confinati su questo scoglio per anni.

L’isola fa parte del Parco nazionale delle Calanche e dell’Arcipelago delle Frioul che è formato da quattro isolette, una zona meno frequenatata dagli italiani rispetto al resto della Provenza-Costa Azzurra, ma che assolutamente vale la pena visitare. Qui c’è un mare meraviglioso, cale e calette paradisiache, e tanti angolini pittoreschi, come il borgo marinaro di Cassis, per esempio, una piccola St Tropez rimasta ancora piuttosto autentica.

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I luoghi di Fino alla Fine, il nuovo film di Muccino

Prodotto da Lotus Production (società Leone Film Group con Rai Cinema) in associazione con Ela Film e con Adler, e distribuito da 01 Distribution, arriva nelle sale il 31 ottobre “Fino alla fine“, il nuovo thriller di Gabriele Muccino che ha scritto la sceneggiatura insieme a Paolo Costella.

Nei panni della protagonista, la turista californiana Sophie, troviamo Elena Kampouris, mentre i tre giovani che la accompagneranno nel corso della film sono interpretati da Enrico Inserra, Lorenzo Richelmy e Saul Nanni.

Fino alla fine, una storia d’amore che diventa un thriller ricco di adrenalina

“Fino alla fine” segue la storia di Sophie, una giovane americana di vent’anni che si trova in vacanza a Palermo con la sorella. Quando è ormai prossima al ritorno in California, nelle ultime 24 ore che trascorre in Sicilia, il destino le fa incontrare Giulio e il suo gruppo di amici. Quelle stesse 24 ore che avrebbero dovuto segnare la conclusione del suo viaggio si rivelano invece decisive, stravolgendo per sempre il corso della sua vita.

Sophie scoprirà che ogni scelta ha delle conseguenze, e quelle che compirà la condurranno sull’orlo del precipizio, trasformando una semplice avventura d’amore in una lotta per la sopravvivenza, riscatto e pura adrenalina. Il gruppo di ventenni, con la loro ingenuità e inesperienza, si troverà di fronte a scelte difficili, imparando quanto sia sottile la linea tra giusto e sbagliato, e quanto sia semplice cadere in errore quando si è ancora alle prime armi con la vita.

Le location del nuovo film di Muccino

Spiaggia di Mondello

Fonte: iStock

La stupenda Spiaggia di Mondello

Il nuovo film di Muccino è stato girato durante l’estate del 2023 a Palermo, in particolare nella borgata marinara di Mondello per le scene notturne e nelle altre zone della città per le scene diurne.

Mondello, suggestiva località marinara situata a 11 chilometri da Palermo, ha subito una straordinaria trasformazione alla fine dell’Ottocento, passando da semplice borgo di pescatori a rinomata stazione balneare. Si tratta di una vera e propria gemma che si sviluppa tra il maestoso Monte Pellegrino e il Monte Gallo, con una baia incantevole dalla spiaggia di sabbia finissima lambita da un mare turchese che sembra uscito da un sogno.

Tra le strutture più iconiche spicca il Charleston, ex stabilimento balneare su palafitte risalente al 1910, costruito in stile tardo liberty, simbolo dell’eleganza e del fascino che la località acquisì nel corso del XX secolo. Il cuore del borgo, è contraddistinto da raffinate ville liberty, risalenti all’inizio del Novecento, che donano un tocco nostalgico e romantico.

La piazza conserva ancora oggi tracce del passato marinaro, con la torre della Tonnara e i resti del “mafraggio”, l’antico spazio utilizzato per conservare le attrezzature da pesca. A separare cotanta meraviglia dal centro di Palermo si estende il Parco della Favorita, polmone verde che accentua il contrasto tra il vivace centro cittadino e l’oasi di serenità offerta da Mondello.

Altri ciak del film hanno, invece, visto come sfondo l’Orto Botanico di Palermo, istituzione museale e didattico-scientifica dell’Università che ospita oltre 12.000 specie di piante, l’antico mercato di Ballarò, il vibrante quartiere della Kalsa noto per i mosaici bizantini della Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio e per le opere d’arte rinascimentali di Palazzo Abatellis, la Cattedrale custode di numerose opere di indiscusso valore, Corso Vittorio Emanuele (la strada più antica della città), Via Roma (ricca di negozi), Viale dell’Olimpo e l’Arenella, quartiere marinaro con due porti turistici.

Infine, nella finzione, la spiaggia di Mondello è rappresentata da Marettimo, la più remota e montuosa delle isole Egadi, che si erge imponente all’estremità occidentale della Sicilia, non lontano dalla costa di Trapani. Vero angolo di paradiso, vanta un paesaggio selvaggio e affascinante, con promontori che si tuffano in mare e grotte spettacolari scolpite dal tempo e dall’acqua, adornate da stalattiti, stalagmiti e depositi calcarei che hanno ispirato nomi suggestivi. Tra queste, spiccano la Grotta del Cammello, del Presepio, della Pipa e la Bombarda, chiamata così per il fragoroso rimbombo delle onde al suo interno.

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Don Matteo, le nuove location della fiction Tv

Don Matteo torna in prima serata su Rai 1 il 17 ottobre. L’appuntamento è alle 21.30 con la prima puntata della 14a stagione che vede Raoul Bova nei panni del nuovo parroco, Don Massimo. Terence Hill ha lasciato il testimone dopo tredici stagioni e Don Matteo 14 sarà suddivisa in dieci episodi, riprendendo la storia da dove l’avevamo lasciata con il finale della stagione 13.

Anna e Marco si sono sposati, come Nino ed Elisa, facendo trionfare l’amore, ma durante la cerimonia viene fuori che la sorellastra di Don Massimo è nata da una relazione extraconiugale del padre. Questa scoperta metterà a repentaglio il rapporto tra i due fratelli che già hanno sempre avuto un rapporto difficile. Cosa succede nella nuova stagione? Nel cast troviamo anche l’immancabile Nino Frassica nei panni del Maresciallo Cecchini, Nathalie Guetta, Francesco Scali, Pietro Pulcini, Eugenio Mastrandrea e Federica Sabatini. Inoltre Maurizio Lastrico, nel ruolo del magistrato Marco Nardi, uscirà di scena per sempre dicendo addio alla fiction RAI.

Don Matteo 14: cosa succede nelle nuove puntate

Diretta da Riccardo Donna, Enrico Ianniello e Francesco Vicario, Don Matteo 14 accoglie un nuovo parroco che arriva in tonaca su due ruote per indagare su nuovi misteri e collaborare con i carabinieri locali. Don Massimo ha una sorellastra con cui non ha contatti da molti anni. Si trovano entrambi a Spoleto e Natalina in qualità di paciere, rivela al parroco che Giulia ha bisogno di aiuto.

Quest’ultima accetta di fare alcuni lavori socialmente utili collaborando in canonica, mentre dopo il matrimonio Anna e Marco si trasferiscono a Roma per una nuova vita e Nino ed Elisa restano con il nuovo capitano Diego Martini e la nuova PM Guidi. A casa Cecchini intanto arriva una teenager scontrosa, la nipote di Nino, e in canonica arriva Bartolomeo,  un bambino con la sindrome di Down insicuro e tenero.

Dove è stata girata

Le prime otto stagioni di Don Matteo si sono svolte a Gubbio, ma questa 14a stagione è nuovamente ambientata a Spoleto come le precedenti cinque. Il cast e la troupe si sono legati molto negli anni a questa città umbra facendola anche conoscere di più al grande pubblico. Le riprese di Don Matteo 14 sono state realizzate a Piazza Duomo, alla Rocca albornoziana, al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, ma anche nei dintorni come Castelluccio di Norcia e Vallo di Nera. Tuttavia molte scene sono nel centro storico, all’interno di Sant’Eufemia, nel palazzo Leti Sansi e nell’ex museo civico. Gli interni invece sono sul set di Lux Vide a Formello.

Castelluccio di Norcia è famoso per la magica fioritura che tinge i capi di colori vividi, luogo che fa da sfondo anche nella sigla con Bova sulla moto che sfreccia nel suddetto paesaggio naturale. La sede della canonica, ovvero Santa Maria Assunta, nella realtà è l’ingresso secondario del Teatro Caio Melisso in piazza Duomo, mentre la caserma dei carabinieri è Palazzo Bufalini costruito nel ‘500. Infine la basilica di Don Massimo, prima gestita da Don Matteo, è la Basilica di Sant’Eufemia.

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Dove è stato girato Volare di Margherita Buy

Margherita Buy ha firmato la regia di Volare, un film del 2023 che dal 14 Ottobre è disponibile in streaming su NowTv. La regista è anche l’interprete principale di questa dramedy che racconta la vita di una donna vittima della paura di volare, una condizione che affligge molte persone in tutto il mondo. Il senso di vuoto e di insicurezza mentre si viaggia a bordo di volo di linea, crea effetti più o meno gravi in coloro che ne soffrono. C’è chi elabora il problema a livello più emotivo e psicologico e chi mostra del malessere fisico di varia intensità se si trova ad affrontare un viaggio in aereo. Nel cast di Volare troviamo anche Gulia Michelini, Matteo Oscar Giuggioli ed Elena Sofia Ricci.

Volare: la trama del film di Margherita Buy

AnnaBì, la protagonista di Volare interpretata da Margherita Buy, fa i conti tutti i giorni con la paura di volare poichè il suo lavoro potrebbe evolversi in positivo e crescere se lei riuscisse a superare questo ostacolo. Infatti lei è un’attrice e riuscire a prendere un volo potrebbe dare una svolta alla sua carriera. Il destino però si diverte a stuzzicarla e quando la figlia deve andare in America per iniziare l’università, AnnaBì è a un bivio. Può rinunciare ad accompagnare la figlia che poi non sa con certezza quando rivedrà? Questo la spinge a frequentare un corso dove incontrerà un gruppo di sconosciuti, molto diversi tra loro ma con lo stesso problema.

Margherita Buy Volare

Fonte: Ufficio stampa

Margherita Buy nel film Volare

Dove è stato girato

Le riprese di Volare sono state realizzate nella regione Lazio, a Roma e dintorni. In particolare le scene in cui la protagonista è all’Hotel Sky Space sono state fatte all’interno dell’Hotel Hilton dell’aeroporto di Fiumicino, mentre la maggior parte dei set hanno trovato spazio a Poggio Mirteto, un comune in provincia di Rieti che si trova a pochi km dal Tevere e venne fondato nella prima metà del Duecento dagli abitanti dei castelli vicini per motivi difensivi. Nel Cinquecento finì nelle mani dei Farnese e poi di altre famiglie, fino ad andare allo Stato Pontificio. In seguito divenne un baluardo della Resistenza e dell’antifascismo.

Alcune scene del film di Margherita Buy poi sono state girate al Laghetto di Villa Ada, un luogo immerso nel verde molto amato dai romani che si può raggiungere con la metro B o in autobus se non si vuole prendere la macchina. Villa Ada è un grande parco pubblico di Roma e ospita molte costruzioni neoclassiche come la Villa Reale, le Scuderie Reali, Il Tempio di Flora, ed è nei pressi dei quartieri Parioli, Trieste e Pinciano. Nel 1872 fu acquistata dai Savoia per gli ampi spazi esterni e nel 1878 fu venduta al conte Giuseppe Telfener, amministratore dei beni della famiglia reale che la intitolò alla moglie Ada. Tra alcuni tira e molla, con la caduta della monarchia la villa fu oggetto di un contenzioso di lunga durata e oggi è la sede dell’Ambasciata e del Consolato della Repubblica Araba d’Egitto.

Infine le scene che hanno da sfondo il cimitero sono state girate alla Basilica di Sant’Elia a Castel Sant’Elia, in provincia di Viterbo. Fontana tra l’VIII e IX secolo questa chiesa è un esempio maestoso di architettura romanica e sorge al centro della valle Suppentonia. La facciata risale al XII secolo e presenta nella parte superiore la decorazione delle arcatelle pensili e tre portali, mentre in alto si notano due teste di arieti e una torre campanaria spicca a destra della facciata fin dal 1260. All’interno la basilica presenta tre navate e un transetto con l’abside affrescato che impreziosisce tutta la struttura che avvolge i visitatori in un’atmosfera suggestiva ed evocativa. Castel Sant’Elia è un borgo dell’Agro Falisco che colpisce per l’unione di paesaggio mozzafiato e luoghi di culto da visitare, quindi vale la pena visitarlo se si passa da quelle parti.

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Citadel: Diana, dove è stata girata la serie di Amazon

Dal 10 ottobre è possibile guardare su Amazon Prime Video la nuova serie Tv con protagonista Matilda De Angelis nei panni di Diana Cavalieri, una spia dal carattere forte e combattivo che si ritrova a dover affrontare tanti scontri in una lotta continua tra il Bene e il Male. Citadel: Diana, ideata dai fratelli Anthony e Joe Russo, co-prodotta con Cattleya e diretta dal regista Arnaldo Catinari, ambienta la storia in un futuro distopico sullo sfondo di alcuni dei luoghi più belli d’Italia e non solo.

Questi, però, non appaiono sempre come sono nella realtà. In linea con lo stile futurista della serie, che rientra nel genere spy action, la produzione è intervenuta con adattamenti scenografici ottenuti attraverso una combinazione attenta di costruzioni in teatro e location reali, con un tocco di effetti digitali. Da Milano e Como a Palermo e Trapani, fino a Roma e ai luoghi esteri, precisamente in Svizzera e Parigi: scopriamo insieme i luoghi che hanno contribuito a creare l’atmosfera perfetta per lo svolgersi della storia.

“Citadel: Diana”, la trama della serie Tv

Dopo l’uscita su Amazon Prime della prima serie Tv madre, “Citadel” con Richard Madden e Priyanka Jonas, arrivano le due divisioni nazionali, quella italiana seguita da quella indiana. Tutte sono collegate dalla medesima storia dove al centro troviamo Citadel, una grande agenzia di spionaggio che ha rischiato di venire annientata durante la lotta contro un’agenzia nemica chiamata Manticore, il cui obiettivo è dominare il mondo. Anni dopo, diverse cellule sparse in diverse parti del mondo provano a rimettere in piedi l’agenzia, come quella in Italia.

Siamo nella Milano del 2030, in un futuro pericolosamente vicino al presente. Qui, la spia sotto copertura di Citadel, Diana Cavalieri, rimasta sola tra le linee nemiche, continua la lotta segreta come infiltrata in Manticore. Quando le si presenta l’occasione di sparire, l’unico modo per farlo è fidarsi di un alleato inaspettato, Edo Zani (interpretato da Lorenzo Cervasio), l’erede di Manticore Italia e figlio del capo dell’organizzazione, Ettore Zani (Maurizio Lombardi), in continua lotta per la supremazia contro le altre famiglie europee. Tra salti nel passato e nel presente, i sei episodi ci porteranno alla scoperta di cosa succederà sullo sfondo di luoghi bellissimi.

I luoghi della serie Amazon in Italia

L’Italia nella serie Tv Citadel: Diana appare in tutta la sua bellezza, che sia reale o ricostruita. Le prime scene si svolgono a Milano, con il Duomo distrutto e dove, nelle vicinanze, sorge il quartier generale di Manticore, precisamente nei pressi del Palazzo Arengario. Le altre location milanesi sono il quartiere di Porta Venezia, dove vive Diana, la stazione centrale e l’ospedale Niguarda. Restando in Lombardia, le riprese si sono svolte anche a Como, in particolare a Villa Erba, una dimora risalente alla fine dell’800 dove è stata ricreata la casa della famiglia Zani.

Spostiamoci ora in Sicilia, dove alcune scene ricche di azione sono state girate a Gibellina e alla Tonnara di Scopello, soprattutto nel Grande Cretto di Gibellina, la splendida opera d’arte di Alberto Burri, e tra le strade di Palermo. Nella serie è presente anche Roma, per la quale sono stati costruiti dei set: in particolare sono state utilizzate le linee architettoniche del Palazzo dei Congressi e l’Aeroporto Pratica di Mare, mentre per il castello di Manticore si sono scelti gli interni del Castello Odescalchi di Bracciano.

Scopello location Citadel Diana

Fonte: iStock

Scopello tra le location siciliane della serie

Le location all’estero

Alcune riprese della serie sono state fatte anche all’estero, come al Passo del San Gottardo in Svizzera. Qui sono stati girati gli esterni del castello di Manticore. Compare anche il lungolago di Lugano e la piazza del LAC, scenario di alcune scene d’azione. In Francia, invece, andiamo a Parigi, dove si trova il Palazzo Manticore francese.

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Fan di Dirty Dancing? Puoi prenotare un soggiorno nel resort del film

È una di quelle storie d’amore giovanili travolgenti, intense e indimenticabili, quella che nasce tra Baby e Johnny nell’intramontabile Dirty Dancing. È il film di culto del 1987 in cui Patrick Swayze e Jennifer Gray interpretano i due protagonisti di un viaggio nei sentimenti al ritmo di appassionati passi di danza. Un’opera cinematografica che ha rapito intere generazioni che hanno sognato una storia d’amore estiva così coinvolgente ed emozionante, e che ancora oggi rimane impressa nella storia del cinema internazionale.

Ma non sono soltanto i personaggi a fare di questo film un pilastro della cinematografia, bensì anche l’ambientazione. Tutte le scene del film sono state girate in Virginia, in un resort ispirato a un altro complesso turistico di lusso, che fino agli anni ’70 fu tra i più in voga: qui soggiornarono numerosi personaggi famosi e dell’alta borghesia di New York. Andiamo alla scoperta del villaggio turistico che ha fatto da sfondo alla storia di Dirty Dancing, che ancora oggi conserva quell’atmosfera sospesa nel tempo che riporta agli anni ’60: qui si può soggiornare vivendo esperienze uniche ispirate al celebre film cult, tra weekend tematici, lezioni di ballo e tanto altro.

Dove è stato girato il film Dirty Dancing

Sono pochi coloro che non conoscono la trama di Dirty Dancing in cui si vede una giovane Baby, brava ragazza di città, che si trova in vacanza con la famiglia tra le montagne di Catskill, nello stato di New York. Qui si innamora di Johnny Castle, un bell’istruttore di ballo con cui intreccerà un’avvolgente storia d’amore. Epiche sono la colonna sonora, l’ormai celebre scena del ballo tra Johnny (Patrick Swayze) e Baby (Jennifer Grey), ma anche l’indimenticata frase “Nessuno può mettere Baby all’angolo”, entrata nell’immaginario comune.

Nel film anni ’80 le scene si svolgono nel Kellerman’s Resort, ispirato al Grossinger’s Catskill Resort Hotel della città di Liberty, tra i monti Catskill (oggi non più esistente, ma che per lunghi decenni ha ospitato migliaia di persone ogni anno e numerose personalità di spicco americane e internazionali).

Ma il Kellerman’s Resort è solo un nome di fantasia perché in realtà tutte le ambientazioni appartengono a un’altra struttura ricettiva esistente, però situata a Pembroke, in Virginia: si chiama Mountain Lake Lodge e tutt’oggi conserva la sua facciata in pietra dallo stile rustico e le cabine in legno, perfette per rievocare le atmosfere degli anni ’60 in cui è ambientato il film. Oltre ad essere ancora un’importante struttura ricettiva, questo resort è anche una location splendida e ormai famosa in cui vengono ambientati matrimoni da favola.

È immerso in una meravigliosa riserva naturale, che comprende più di mille ettari, adagiata tra le romantiche Blue Ridge Mountains della Virginia: la produzione scelse questi paesaggi perché molto simili alle montagne Catskill dello stato di New York in cui si trovava il resort a cui è ispirata la pellicola.

Costruito nel 1751, il Mountain Lake Lodge fu per i primi decenni una tappa delle diligenze pubbliche, ma a metà del 1800 divenne una struttura turistica attrattiva, la cui notorietà esplose dopo la realizzazione tra i suoi ambienti di questo film campione di incassi. Il successo di Dirty Dancing, in realtà, era insperato, poiché il budget dedicato alla sua produzione fu di soli 4,5 milioni di dollari. Scelsero così di girare la quasi totalità delle scene tra gli spazi del Mountain Lake Lodge per limitarne i costi. I botteghini, invece, premiarono il film che a tutt’oggi può vantare incassi record, grazie anche al grande affetto dimostrato dai fan, con oltre 288 milioni di dollari raccolti.

Soggiorno al Mountain Lake Lodge del film Dirty Dancing

Vorresti rivivere le coinvolgenti atmosfere di Dirty Dancing, proprio come Baby e Johnny? Oggi è possibile soggiornando proprio nelle cabine e negli spazi del Mountain Lake Lodge (che nel film è chiamato Kellerman’s Resort) per una vacanza o un weekend a tema tra i luoghi che hanno fatto da sfondo alla storia d’amore tra i due indimenticati protagonisti.

Atmosfere cinematografiche che è possibile rivivere grazie ai weekend a tema Dirty Dancing organizzati dalla struttura. Per l’occasione, vengono offerte lezioni di ballo con istruttori professionisti, ma anche feste danzanti e cene a tema in cui si vestono i panni dei personaggi del film. Gli ospiti hanno anche l’occasione di partecipare a diversi giochi tematici e alla visione della celebre pellicola, tutte esperienze esclusive ispirate al grande film classico che ha fatto sognare un’intera generazione.

I weekend a tema Dirty Dancing vengono organizzati ogni anno, una volta al mese, da febbraio a ottobre. Per conoscere le date e prenotare la prossima avventura consigliamo di consultare il sito ufficiale della struttura.

Quanto costa dormire nell’hotel di Dirty Dancing

Quello che si può trascorrere al Mountain Lake Lodge è un soggiorno perfetto per gli appassionati di Dirty Dancing, ma anche per coloro che vogliono vivere un’esperienza divertente e originale in ambientazioni che mantengono ancora oggi tutto il fascino degli anni passati. Se le disponibilità lo permettono, inoltre, è possibile pernottare nel Virginia Cottage, la stessa cabina in cui alloggiava Baby con la sua famiglia, per sentirsi un po’ come i protagonisti di questo film iconico che ha segnato la storia del cinema.

La struttura delle riprese offre anche il pacchetto Kellerman’s Film Package, anch’esso ispirato a Dirty Dancing, che comprende un soggiorno di due notti, un cocktail di benvenuto, alcuni regali esclusivi, la visione del celebre film (oltre ad altre attività a tema), e un credito da 200 dollari per deliziare il palato nel ristorante dell’hotel. Il prezzo del pacchetto parte da circa 375 dollari per due persona in una stanza matrimoniale o doppia.

Le cabine e i cottage del resort sono prenotabili tramite il sito ufficiale della struttura, che offre diverse tipologie di sistemazione: si parte dai 178 ai 750 dollari a coppia per una notte e si spazia da una semplice camera doppia fino a veri e propri cottage con due camere fornite di letti king size, salotto e cucina completa. Una settimana al Mountain Lake Lodge, inseguendo le suggestive location di Dirty Dancing, costa quindi dai 1.068 ai 4.500 dollari circa, che possono variare in base al periodo dell’anno scelto.

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Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, dove è stato girata

Indimenticabili, iconici: gli Anni Novanta della musica italiana sono ormai leggenda, a tutti gli effetti, come per gli artisti che li hanno contraddistinti.

Loro, gli 883, sono nella storia: ecco perché Sydney Sibilia ha firmato la regia della serie dedicata alla band dove ha iniziato a cantare Max Pezzali, prima di dedicarsi alla carriera da solista e che ha prodotto brani di successo che oggi grandi e piccoli conoscono, tra cui Come Mai o Nessun Rimpianto.

Nella serie dal titolo “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”, la trama si concentra sulla nascita del gruppo e sulla loro scalata verso il successo. La produzione si è concentrata soprattutto su Milano e nel Lazio: ecco i luoghi dove è stata girata la serie Tv dedicata alla band degli 883.

Di cosa parla la serie di Sydney Sibilia dedicata agli 883

La serie “Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883”, in arrivo l’11 ottobre su Sky e NOW, racconta la storia di due ragazzi di Pavia, Max Pezzali e Mauro Repetto, che negli anni ’90 formarono la band 883, destinata a diventare un’icona della musica italiana. Prodotti da Sky Studios e Groenlandia, gli otto episodi diretti da Sydney Sibilia narrano il successo inaspettato e travolgente del duo, simbolo di una generazione. Protagonisti della serie sono Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli nei panni dei due amici, che con coraggio e determinazione hanno dato vita a un fenomeno musicale che ha segnato un’epoca.

Dove è stata girata la serie Tv per gli 883

Sono 120 le location e 10 le città protagoniste della serie Tv dedicata agli 883, nonostante alcuni set abbiano subito delle trasformazioni per rendere l’ambientazione più simile a quella degli Anni Novanta.

Tra le città maggiormente utilizzate per le scene della serie Tv compare Pavia, che nella realtà è stata una città chiave nella storia del gruppo. Grazie al patrocinio del Comune e al Parco Ticino, Pavia è quindi una delle location principali della serie tv diretta, sceneggiata e prodotta da Sydney Sibilia. Tra le zone riconoscibili di Pavia c’è sicuramente quella del Borgo Ticino, scelta per ospitare la casa di Max Pezzali nella storia sullo schermo, nonché ovviamente il centro storico, dove è stata posizionata l’abitazione di Mauro Repetto.

Le zone di piazzale Ghinaglia e del Borgo Basso, il Ponte Coperto, la zona del Ticino sottostante Lungoticino Sforza, sono tutte location ben riconoscibili negli episodi della serie Tv sugli 883 e fanno da sfondo ai momenti in cui la band si è formata e ha iniziato a scrivere i propri testi, così come le periferie, da Ca’ della Terra a via Lardirago e via Tavazzani.

Nella città meneghina, invece, la produzione si è concentrata soprattutto nella zona della Stazione centrale e all’Alcatraz, uno dei locali di Milano più famosi, sede di numerosi concerti di ogni genere, che per la serie tv è stato trasformato nel Rolling Stone, il locale rock dove il duo si esibì nel primo concerto.

Le riprese si sono svolte, anche per più settimane di seguito, persino a Roma e nel Lazio. Il parco acquatico Hydromania è stata la location ideale per rappresentare l’Aquafan di Riccione di inizi Anni Novanta, ricostruendo persino il box di Radio Deejay dove Max e Mauro si esibirono prima di essere chiamati da Claudio Cecchetto. Anche lo storico Festivalbar compare nelle scene legate alla città di Roma: ma i paesi laziali coinvolti sono più di uno, tra cui Santa Marinella, San Gregorio da Sassola, il borgo di Casperi e Ardea.

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Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, dove è stato girato

Indimenticabili, iconici: gli Anni Novanta della musica italiana sono ormai leggenda, a tutti, gli effetti, come per gli artisti che li hanno contraddistinti.

Loro, gli 883, sono nella storia: ecco perché Sydney Sibilia ha firmato la regia della serie dedicata alla band dove ha iniziato a cantare Max Pezzali, prima di dedicarsi alla carriera da solista e che ha prodotto brani di successo che oggi grandi e piccoli conoscono, tra cui Come Mai o Nessun Rimpianto.

Nella serie dal titolo “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”, la trama si concentra sulla nascita del gruppo e sulla loro scalata verso il successo. La produzione si è concentrata soprattutto su Milano e nel Lazio: ecco i luoghi dove è stata girata la serie tv dedicata alla band degli 883.

Di cosa parla la serie di Sydney Sibilia dedicata agli 883

La serie “Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883”, in arrivo l’11 ottobre su Sky e NOW, racconta la storia di due ragazzi di Pavia, Max Pezzali e Mauro Repetto, che negli anni ’90 formarono la band 883, destinata a diventare un’icona della musica italiana. Prodotti da Sky Studios e Groenlandia, gli otto episodi diretti da Sydney Sibilia narrano il successo inaspettato e travolgente del duo, simbolo di una generazione. Protagonisti della serie sono Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli nei panni dei due amici, che con coraggio e determinazione hanno dato vita a un fenomeno musicale che ha segnato un’epoca.

Dove è stata girata la serie tv per gli 883

Sono 120 le location e 10 le città protagoniste della serie tv dedicata agli 883, nonostante alcuni set abbiano subito delle trasformazioni per rendere l’ambientazione più simile a quella degli Anni Novanta.

Pavia, ponte coperto

Fonte: iStock

L’iconico Ponte Coperto di Pavia

Tra le città maggiormente utilizzate per le scene della serie tv compare Pavia, che nella realtà è stata una città chiave nella storia del gruppo. Grazie al patrocinio del Comune e al Parco Ticino, Pavia è quindi una delle location principali della serie tv diretta, sceneggiata e prodotta da Sydney Sibilia. Tra le zone riconoscibili di Pavia c’è sicuramente quella del Borgo Ticino, scelta per ospitare la casa di Max Pezzali nella storia sullo schermo, nonché ovviamente il centro storico, dove è stata posizionata l’abitazione di Mauro Repetto.

Le zone di piazzale Ghinaglia e del Borgo Basso, il Ponte Coperto, la zona del Ticino sottostante Lungoticino Sforza, sono tutte location ben riconoscibili negli episodi della serie tv sugli 883 e fanno da sfondo ai momenti in cui la band si è formata e ha iniziato a scrivere i propri testi, così come le periferie, da Ca’ della Terra a via Lardirago e via Tavazzani.

Nella città meneghina, invece, la produzione si è concentrata soprattutto nella zona della Stazione centrale e all’Alcatraz, uno dei locali di Milano più famosi, sede di numerosi concerti di ogni genere, che per la serie tv è stato trasformato nel Rolling Stone, il locale rock dove il duo si esibì nel primo concerto.

Le riprese si sono svolte, anche per più settimane di seguito, persino a Roma e nel Lazio. Il parco acquatico Hydromania è stata la location ideale per rappresentare l’Aquafan di Riccione di inizi Anni Novanta, ricostruendo persino il box di Radio Deejay dove Max e Mauro si esibirono prima di essere chiamati da Claudio Cecchetto. Anche lo storico Festivalbar compare nelle scene legate alla città di Roma: ma i paesi laziali coinvolti sono più di uno, tra cui Santa Marinella, San Gregorio da Sassola, il borgo di Casperi e Ardea.