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L’isola della Grecia candidata all’Oscar

È candidato agli Oscar 2023 il film di Ruben Östlund “Triangle of Sadness” che vede tra i protagonisti anche l’attore Woody Harrelson. Ha ottenuto due nomination come “Miglior film” e “Migliore sceneggiatura originale, dopo aver vinto la Palma d’oro al 75º Festival di Cannes.

Senza spoilerare chi non l’ha visto, racconta di una coppia di influencer che viene invitata a una crociera di lusso su un super yacht per ricchi. Il viaggio inizia nel migliore dei modi, ma finisce male quando una violenta tempesta si abbatte sull’imbarcazione e lascia i sopravvissuti bloccati su un’isola deserta in lotta per la sopravvivenza.

La location del film

L’isola, inutile dirlo, è un paradiso, se si lascia da parte la disavventura dei protagonisti del film. Un luogo dove viene voglia di andare subito in vacanza, insomma.

L’isola dove è stato girato “Triangle of Sadness” è Evia (o Eubea), al largo della costa orientale della Grecia, la seconda isola più grande dopo Creta. È famosa per le splendide spiagge di sabbia bianca, per le imponenti montagne e le acque cristalline.

Scarsamente conosciuta e frequentata dai turisti stranieri, l’isola è una delle principali destinazioni turistiche per i greci, in particolare gli ateniesi che vi trascorrono il fine settimana o le vacanze estive. Ha ancora prezzi assolutamente convenienti rispetto alle altre isole greche.

Evia è collegata alla terraferma da un ponte stradale sullo Stretto di Euripo, che unisce la città di Calcide, capoluogo dell’isola, una città moderna punteggiata da bar, ristoranti e negozi, con le coste orientali della Grecia. Ma Calcide è anche una città con 3000 anni di storia. Qui si trova un interessante museo archeologico con diversi reperti provenienti da tutta l’isola, e le rovine di alcuni templi antichi, tra cui l’antica fortezza di Karababa, costruita dai Turchi nel XV secolo per proteggere la città dai veneziani.

A pochi minuti di auto si raggiunge Limni, una deliziosa cittadina che si affaccia su un porto naturale che collega Eubea alle restanti isole greche, contraddistinta da un centro urbano con le tipiche case bianche dai tetti rossi poste sul lungomare insieme a tante taverne e caffè caratteristici.

Eubea ha anche delle meravigliose spiagge, alcune delle quali con meravigliose distese di sabbia, mentre altre sono più piccole e appartate. Tra queste, Heliadou, tra le più selvagge e incontaminate, con molte taverne tradizionali e ristoranti di pesce fronte mare oppure Agia Anna nella parte settentrionale dell’isola, una spiaggia piuttosto ampia le cui acque blu attirano centinaia di turisti durante l’estate.  Molto bella è anche Rovies, scelta ideale per chiunque cerchi la tranquillità. Una delle poche distese di sabbia è Chiladou, ai piedi del Monte Dirfi, una strepitosa spiaggia di sabbia e ciottoli.

Il mega yacht del film

Un’altra curiosità riguarda lo yacht che p stato usato per le riprese, che non è uno qualunque. Si tratta infatti del famoso Christina O, appartenuto ad Aristotele Onassis, su cui hanno viaggiato anche i due grandi amori della sua vita, Maria Callas e Jacqueline Kennedy, e che oggi chiunque, con un budget da sei zeri, può noleggiare per una crociera privata.

Non è uno yacht moderno di quelli che si vedono attraccati nei porti più prestigiosi del mondo, bensì un’imbarcazione che ha una lunga storia da raccontare e per questo è unico.

Prima di appartenere al celebre armatore greco, era nato, nel 1943, come fregata per la Marina del Canada e si chiamava HMCS Stormont. Partecipò persino al D-Day e alla battaglia dell’Atlantico durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1954 fu acquistato da Onassis per la cifra di 34mila dollari, per essere trasformato in yacht di lusso e ribattezzato Christina in onore della figlia. Per ammodernarlo, arredarlo e aggiungere la strumentazione più tecnologica dell’epoca spese circa quattro milioni di dollari rendendolo così lo yacht privato più elegante e più tecnologico del mondo.

Quanto a lusso, Onassis non si era fatto mancare nulla. Il mega panfilo aveva bagni con rubinetti d’oro e maniglie d’avorio, un caminetto tempestato di pietre preziose, lavandini in lapislazzulo e il bagno dell’armatore ha una vasca ispirata a quella del mitico Minosse, re di Creta. Era arredato con mobili stile Luigi XIV e quadri da museo, tra cui un Rubens, un El Greco, un Renoir. Gli sgabelli del bar davanti alla vetrata panoramica, dove il magnate amava offrire l’aperitivo ai suoi ospiti, sono rivestiti in pelle di balena.

La sala da pranzo può ospitare fino a 40 persone e ha tavoli rifiniti a mano e il pavimento di marmo. Sul ponte c’è una piscina con il pavimento di mosaico che, premendo un pulsante, si trasforma in pista da ballo, mentre un altro ha la piattaforma per l’elicottero.

Quando morì Onassis, la figlia lo donò al governo greco perché diventasse uno yacht di rappresentanza, ma di fatto non venne mai utilizzato, così fu venduto all’armatore greco John Paul Papanicolaou. Oggi noleggiare il Christina O costa tra i 45.000 e i 65.000 euro al giorno. Le 18 cabine portano tutte i nomi delle isole greche.

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Dov’è girata la seconda stagione del “Commissario Ricciardi”

Come tutti i romanzi dedicati al Commissario Ricciardi scritti da Maurizio de Giovanni, anche la fiction Tv della Rai è stata girata a Napoli. È qui che si dipanano le storie affascinanti, popolate da lucidi assassini o da individui incapaci di contenere improvvisi impulsi omicidi, che Ricciardi riesce a smascherare con la sua testardaggine – e un superpotere – nel ricercare verità e giustizia.

Luigi Alfredo Ricciardi (interpretato nella serie televisiva dall’attore Lino Guanciale), Barone di Malomonte, cilentano d’origine ma trapiantato a Napoli nonché commissario di Polizia ha una capacità investigativa fuori dal comune e con un dono – che è anche una maledizione -, quello di vedere i fantasmi delle vittime di morte violenta e ascoltare il loro ultimo pensiero.

Le location a Napoli

Ambientato nella Napoli degli Anni Trenta, le indagini si svolgono tra i vicoli cittadini e tra alcuni dei luoghi simbolo della città. E così è anche per la seconda stagione di “Il Commissario Ricciardi”. Come il Teatro di San Carlo – o Real Teatro di San Carlo – uno dei più famosi e prestigiosi del mondo. Fondato nel 1737, è il più antico teatro dell’opera a essere tuttora attivo. È stato inserito dall’Unesco tra i monumenti Patrimonio dell’Umanità. Alcune scene degli interni sono state però girate nella ex base Nato di Bagnoli.

Altra location è il Museo nazionale di Capodimonte, il rione collinare di Napoli, che un tempo era una reggia. Oggi ospita gallerie di arte antica, con opere di Maestri dell’arte come Raffaello, Tiziano e il Parmigianino, una di arte contemporanea e un appartamento reale.

Riconoscibile tra i set è anche un altro edificio monumentale napoletano: Villa Pignatelli che si trova lungo la Riviera di Chiaia. È uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica della città ispirata a una domus pompeiana, con la facciata abbellita da un grande colonnato neo-dorico. Davvero spettacolare. E poi c’è l’inconfondibile Palazzo Reale in piazza del Plebiscito, nel pieno centro storico di Napoli. Fu la residenza dei viceré spagnoli, poi degli austriaci, de Borboni, dei francesi e, infine, dei Savoia. Oggi è adibito principalmente a polo museale, in particolare gli Appartamenti Reali, ed è anche sede della Biblioteca nazionale.

Ma non ci sono solo ville storiche e palazzi nella fiction del Commissario Ricciardi, anche alcuni dei luoghi più frequentati dai napoletani, primo fra tutti il Gambrinus, lo storico bar di via Chiaia, che oggi fa parte dell’Associazione Locali storici d’Italia. Nato a metà dell’800, è anche oggi arredato in stile beaux-arts, con stucchi, statue e quadri di artisti napoletani. Ci sono anche opere di Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti.

Taranto come Napoli

Per alcune scene di “Il Commissario Ricciardi 2” la produzione si è spostata da tutt’altra parte ovvero a Taranto, in Puglia. È tra i vicoli e le piazze della città vecchia che sono state girate alcune scene che nei romanzi sono ambientate tra i vicoli di Napoli.

Ultimamente Taranto ha fatto da sfondo a diverse produzioni, tra le ultime anche “Sei donne – Il mistero di Leila” con Maya Sansa, nel ruolo del pubblico ministero Anna Conti. Soprannominata la “città dei due mari” per la sua peculiare posizione, a cavallo tra il Mar Grande e il Mar Piccolo attorno ai quali si sviluppa tutto l’abitato, questa città offre uno dei panorami architettonici più ricchi e vari della nostra Penisola. Si va dal romanico-gotico ai palazzi in stile rinascimentale al barocco fino alle forme più eleganti di palazzi e installazioni in stile Liberty e neoclassico.

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Fonte: ANSA

Una scena della fiction Tv “Il Commissario Ricciardi”
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La città che fa da sfondo alla fiction “Sei donne – Il mistero di Leila”

La scomparsa di una ragazzina, Leila, e del suo patrigno Gregorio, è il mistero attorno al quale si sviluppa il racconto della serie Tv Rai “Sei Donne – Il mistero di Leila”. Protagonista Maya Sansa, nel ruolo del pubblico ministero Anna Conti, stimata e autorevole professionista che, trovando nella sparizione di Leila delle analogie con il suo passato, si butta a capofitto nella risoluzione del caso.

Anna è PM alla procura di Taranto, la città che fa da sfondo all’intricata vicenda. La serie è stata infatti realizzata con il patrocinio del Comune e della provincia di Taranto. Ed è una Taranto inedita e contemporanea a fare da cornice a un racconto in cui le storie dei protagonisti s’intrecciano con un tessuto territoriale lontano dagli stereotipi.

Le location di “Sei donne”

“Sei donne” è stata girata nell’estate del 2022, prevalentemente nella città di Taranto, ma alcune riprese hanno coinvolto altri Comuni della Puglia. La serie porta, infatti, sul piccolo schermo alcune delle migliori mete di mare italiane, in particolare, sullo sfondo possiamo ammirare delle magnifiche località pugliesi come Statte, San Giorgio Ionico, Polignano a Mare e Monopoli.

Monopoli
Il borgo e il mare di Monopoli

Alcune riprese sono state fatte anche nella provincia di Brindisi, in particolare a Torre Canne, una piccola frazione di Fasano.

Il regista della fiction Vincenzo Marra ha spiegato: “Desideravo un luogo caldo dove fosse presente il mare”. Il mare c’è, e che mare, quello della Puglia. Monopoli e Polignano a Mare sono due delle località di villeggiatura più famose della Puglia. Monopoli, per esempio, ha un litorale unico, fatto di spiagge nascoste nel verde e di scogli a picco sul mare. Uno scenario suggestivo e pieno di anfratti. Alcune spiagge vanno letteralmente scovate, ma ne vale la pena.

Quanto a Polignano a Mare, questa cittadina è davvero uno scrigno di meraviglie che si susseguono. Stupenda è la spiaggia Lama Monachile, racchiusa tra due altissime scogliere e protesa verso il mare azzurro, uno scenario da cartolina tra i più fotografati della zona. ma di Polignano è affascinante anche centro storico, arroccato su uno sperone a picco sull’Adriatico. la cittadina è nota per aver dato i natali a Domenico Modugno.

Ma torniamo a Taranto, dove ha sede la procura dove lavora la protagonista e dove è incentrata tutta la vicenda. È una città troppo poco spesso considerata meta di turismo, ma che nasconde alcune chicche. Innanzitutto, è soprannominata la “città dei due mari” per la sua peculiare posizione, a cavallo tra il Mar Grande e il Mar Piccolo attorno ai quali si sviluppa tutto l’abitato.

Castello Aragonese di Taranto

Fonte: Ph Aliaksandr Antanovich – iStock

Il Castello Aragonese di Taranto

La città offre uno dei panorami architettonici più ricchi e vari della nostra Penisola: si va dal romanico-gotico della Chiesa di San Domenico Maggiore, costruita sui resti di un tempio greco del VI secolo a.C., ai palazzi in stile rinascimentale del Borgo umbertino, al barocco della Cattedrale – o Duomo – di San Cataldo, la più antica cattedrale pugliese, delle chiese e dei palazzi signorili della città vecchia, dalle rimanenze di strutture medievali (come la Torre del Gallo nel centro storico) alle forme decisamente più eleganti di palazzi e installazioni in stile Liberty e neoclassico.

Ma l’edificio più imponente della città, imperdibile da visitare per un turista, è il Castello Aragonese o Castel Sant’Angelo. Costruito sui resti di altre fortificazioni, prima greche, poi bizantine, normanne e svevo-angioine, il castello è rimasto praticamente tale e quale nonostante i suoi 3000 anni di storia.

E poi ci sono le sirene, una leggenda su cui si fonda la storia di Taranto, a cui è dedicato il lungomare, uno dei più belli d’Italia che si affaccia sul Golfo delle sirene. Sono molti i turisti che giungono per la prima volta a Taranto e che, camminando sulla passeggiata, rimangono ammaliati dalle splendide statue di sirene che spuntano qua e là, appoggiate agli scogli.

taranto cnn
Panorama di Taranto, la “città dei due mari”

E poi c’è una Taranto contemporanea, quella degli edifici moderni come la Concattedrale Gran Madre di Dio, progettata negli Anni ’70 da Gio Ponti. La sua architettura vuole rappresentare, in omaggio alla tradizione marinara della città, una “vela” che si specchia nell’acqua delle tre vasche antistanti l’ingresso, che simboleggiano il mare.

Anche la periferia è tutta da scoprire, in particolare il quartiere Paolo VI. Qui, le palazzine una volta intonacate di bianco e divenute, col tempo, fatiscenti, sono state completamente colorate da giganteschi murales realizzati da artisti che hanno interpretato ciascuno la propria versione della città. Taranto è quindi una città d’arte antica, ma anche di street art contemporanea.

Inoltre, Taranto è la vera porta del Salento. E qui si apre un mondo fatto di spiagge maldiviane e di scorci di un’Italia favolosa che vi raccontiamo qui.

Polignano a Mare

Fonte: iStock

Il delizioso borgo di Polignano a Mare

 

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“Outer Banks”: dove si trova l’isola della serie Tv Netflix

Giunta alla terza stagione, la serie Tv Netflix “Outer Banks” che ha riscosso grande successo per l’alto tasso di adrenalina, mistero e pure un tocco di romanticismo, è ambientata in un luogo meraviglioso che non è solo frutto della fantasia dei produttori.

L’isola che fa da sfondo alle avventure degli adolescenti protagonisti, conosciuti come “Pogues”, completamente squattrinati e alla ricerca di un tesoro, esiste davvero. Fa parte di un piccolo arcipelago che si chiama proprio Outer Banks. Si trova nello Stato del North Carolina, negli Stati Uniti, ed è considerato uno dei luoghi con le più belle spiagge del Paese.

Sono isole di sabbia poco abitate e dove la natura la fa da padrona. Ci sono diverse specie di uccelli, motivo per cui molti appassionati ci vengono per fare birdwatching, ma nella stagione giusta sulla spiaggia arrivano le tartarughe marine a depositare le uova, evitando i luoghi dove scorrazzano liberamente i cavalli selvaggi, i Corolla’s wild Horses che pascolano liberamente sulle spiagge.

 

 

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La Sicilia inedita nel film con Colapesce e Dimartino

Da poco insigniti del Premio della Critica Mia Martini al 73° Festival Saremo con il brano “Splash”, Colapesce e Dimartino tornano a far palare di loro, ma questo volta in veste di attori: sono i protagonisti del film “La primavera della mia vita” di Zavvo Nicolosi, sui grandi schermi del nostro Paese il 20-21 e 22 febbraio di quest’anno.

Un lungometraggio che non ha niente a che vedere con le autocelebrazioni di cantanti che arrivano al cinema, anzi, è un road movie surreale in una Sicilia inedita. Scopriamo insieme le incredibili location in cui è stato girato.

Le location di “La primavera della mia vita”

Colapesce e Dimartino di questo nuovo film che vanta anche una loro personale colonna sonora, sono sono autori del soggetto, della sceneggiatura e i protagonisti. Si tratta della storia di due amici che condividono un certo passato musicale e che decidono di intraprendere un viaggio fuori del comune proprio in Sicilia.

Tra le location scelte per girare il film c’è sua Maestà l’Etna, simbolo della Sicilia nel mondo, il più grande vulcano attivo in Europa, ma anche uno dei più alti di tutto il nostro pianete.

Altre scene sono state girate a Catania, una città con un mare meraviglioso e un patrimonio artistico impareggiabile. Un capoluogo che si distingue per la sua energia magnetica, la sua vitalità e la sua arte, architettura ed enogastronomia.

Poi ancora la costa di Acireale, il fiore all’occhiello della regione, che è un territorio tutto da scoprire e in cui la tradizione sacra è fortemente radicata.

Non mancano spezzoni realizzati ad Aci Trezza, un borgo dalle piccole dimensioni che si affaccia sul mare e che regala un panorama dominato dai faraglioni dei Ciclopi, degli scogli basaltici, e dalla vicina isola di Lachea, e Aci Sant’Antonio, un paesino che sorge in una zona collinare e dove spiccano per bellezza il Duomo, ricostruito dopo il 1693, con una facciata di stile barocco e la Chiesa di S. Michele in cui si conservano diverse tele opere del Vasta (1697-1760).

Un ‘altra location è Santa Maria La Scala che sorge ai piedi della Timpa, una gigantesca falesia riccamente stratificata. Infine Palermo, una città piena di contraddizioni ma affascinante. Da queste parti, infatti, strade moderne ed eleganti si alternano a quartieri degradati ma al contempo altamente suggestivi.

La Sicilia, una costante per Colapesce e Dimartino

Complice il fatto che Colapesce è originario di Solarino in provincia di Siracusa, una vasta area naturalistica archeologica che dal 2005 è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, e Dimartino di Palermo che, come abbiamo visto, è una città di grandi emozioni, la Sicliia è una sorta di costante nelle opere dei due artisti.

Ne sono una testimonianza le loro canzoni, basti pensare ad Agrigento di cui ricordano l’Istituto Majorana nell’omonima canzone o ad Ortigia in “Luna Araba”, pezzo cantano con Carmen Consoli, anche lei siciliana doc.

C’è anche la Scala dei Turchi nei loro testi, così come le meno conosciute e frequentate isole eoliane Filicudi e Alicudi, “dove fare il bagno nudi”, come cantano in “Toy Boy” con una leggenda della musica italiana: Ornella Vanoni.

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I luoghi del film (e della fiction Tv) “Il Gattopardo”

Considerato uno tra i più grandi romanzi della letteratura mondiale, “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa fu un grande successo anche quando divenne, nel 1963, un film Tv.

Il racconto di un importante momento storico per il nostro Paese – quello del passaggio dal Regno dei Borboni alla nascita del Regno d’Italia – ambientato in una delle Regioni più suggestive, la Sicilia, ne decretarono il trionfo.

Ora che si celebra il 60° anniversario dall’uscita del film, “Il Gattopardo” diventa anche una fiction televisiva prodotta da Netflix – la data di uscita non è ancora stata annunciata, ma la stanno girando adesso – che farà innamorare chiunque, non soltanto del periodo risorgimentale narrato, ma soprattutto dei luoghi dove il racconto è stato ambientato e che sarà ripercorso dalla macchina da presa.

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Fonte: @IPA

Una delle scene più celebri del film “Il Gattopardo”

I luoghi di “Il Gattopardo”

Il film diretto da Luchino Visconti, che vede protagonisti Claudia Cardinale, Burt Lancaster e Alain Delon e che vinse la Palma d’Oro a Cannes, narra le vicende del principe di Salina, Fabrizio Corbera (Burt Lancaster), e della sua famiglia che decide di rifugiarsi nel Castello di Donnafugata, in Sicilia, prima dello sbarco dei Mille, da dove assisterà al triste e inesorabile declino dell’aristocrazia siciliana.

La residenza di Donnafugata

Donnafugata non esiste nella realtà. Le scene sono state girate nel borgo siciliano di Ciminna, in provincia di Palermo. La Chiesa Madre, con i suoi splendidi pavimenti di maioliche, e alcuni luoghi del paese, sia per gli esterni sia per gli interni, sono serviti da location per il film, come il ringraziamento in chiesa dopo l’arrivo a Donnafugata, le scene di caccia e la partenza del principe Chevalley.

In piazza Matrice, fu addirittura eretta quella che doveva servire come facciata del palazzo dei Salina, mentre le case tutt’attorno sono reali tanto che furono ingaggiati diversi cittadini come comparse.

Fonte: @Rino Porrovecchio – Flickr

Il paese di Ciminna, in Sicilia, la Donnafugata di “Il Gattopardo”

L’entroterra siciliano

Anche l’entroterra della Sicilia ha fatto da sfondo ad alcune scene del film. Il meraviglioso territorio in cui è stata ambientata una delle scene clou, quella in cui l’esercito di Garibaldi tenta di sbarrare la strada alla famiglia dei Salina, è nella Piana degli Albanesi, nel palermitano, che ai tempi era chiamata Piana dei Greci per via del rito greco-bizantino professato dai suoi abitanti. Un bellissimo altopiano con montagne, laghi, siti naturalistici e riserve naturali.

Le location a Palermo

Tantissime sono le location palermitane che sono state usate come set per “Il Gattopardo”.

Strade e piazze

Strade, piazze e palazzi sono ben riconoscibili nelle scene, come piazza San Giovanni Decollato con la sua chiesa, la grande piazza Sant’Euno, la verdeggiante piazza della Vittoria allo Spasimo – che prende il nome proprio dalla vittoriosa rivolta dei palermitani del 1820 contro i Borboni -, con la celebre chiesa incompiuta, piazza della Marina e il rione Kalsa, l’antico quartiere arabo di Palermo.

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Fonte: 123rf

La chiesa incompiuta nel rione Kalsa a Palermo

I palazzi

Iconici sono anche gli antichi palazzi dove è stato ambientato il kolossal. Come Villa Boscogrande, usata per le scene nella residenza Salina. Si trova sulla Piana dei Colli di Palermo insieme ad altre splendide ville settecentesche, circondate da ampi e rigogliosi giardini.

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Fonte: @Wikimedia Commons – Stendhal55

Villa Boscogrande, uno dei set palermitani del film “Il Gattopardo”

La sala da ballo

Ma la scena più memorabile del film “Il Gattopardo”, quella del ballo tra Angelica (la Cardinale) e il principe di Salina (Burt Lancaster), per intenderci, è stata girata all’interno di Palazzo Gangi Valguarnera, uno dei migliori esempi di stile Rococò siciliano e uno dei gioielli del centro storico di Palermo. Il palazzo, di proprietà privata, è visitabile su prenotazione.

All’interno si scoprono le sue sontuose sale, tra cui la Galleria degli specchi, per cui il palazzo è spesso paragonato alla Reggia di Versailles, con le sue boiserie, il soffitto con 15 cupole e i tre grandi lampadari di vetro di Murano, uno dei quali, con i suoi 102 bracci, è terzo al mondo per grandezza.

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Fonte: @IPA

La famosa sala da ballo di Palazzo Gangi a Palermo
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Il nuovo hotel che fa impazzire tutti: è il primo a tema Ultraman

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, uno diverso dall’altro. Ma tutti sono accomunati dal medesimo desiderio di vivere e condividere avventure straordinarie e indimenticabili. E quando parliamo di queste esperienze, lo sappiamo, non possiamo escludere gli alloggi.

Stanze, hotel, case e baite immerse nella natura o situate in posizioni strategiche: sono proprio loro a caratterizzare le nostre avventure di viaggio con proposte che, giorno dopo giorno, incontrano le nostre esigenze, le preferenze, ma soprattutto realizzano i nostri sogni.

E se siete fan delle serie televisive fantascientifiche, allora, vi basterà sapere che un viaggio a Shangai realizzerà, ancora una volta, i vostri desideri. Perché è proprio nella città più grande del Paese che è stato inaugurato un hotel a tema Ultraman, il primo nel mondo. Pronti a vivere un’avventura intergalattica?

Shangai: un’esperienza fantascientifica

Correva l’anno 1966 quando, il mondo intero, conosceva per la prima volta Ultraman, il protagonista dell’omonima serie televisiva giapponese che ha appassionato intere generazioni. Decenni dopo il capitano della Guarnigione degli Ultra è tornato su Netflix, in versione anime e in una nuova veste. Un’occasione, questa, che ha permesso ai più nostalgici di rievocare vecchi ricordi, e alle nuove generazioni di scoprire la storia e le vicende del soldato intergalattico.

Ed è proprio a tutte queste persone che , indipendentemente dall’età anagrafica, ci rivolgiamo. Perché da oggi è possibile vivere un’avventura straordinaria, surreale e fantascientifica restando comunque con i piedi per terra. Per farlo occorre solo prenotare un volo aereo con destinazione Shangai. È proprio nella grande città cinese che è nato il primo hotel a tema Ultraman del mondo. Curiosi di scoprirlo?

Ultraman hotel, Shangai

Fonte: IPA

Ultraman hotel, Shangai

Il primo hotel a tema Ultraman

Non è la prima volta che la curiosità di scoprire un hotel a tema ci porta dall’altra parte del mondo. Del resto, come abbiamo più volte ribadito, l’esperienza di viaggio passa anche e soprattutto per gli alloggi. Ed è probabilmente da questa consapevolezza che è nato il primo hotel a tema Ultraman, una vera e propria esperienza immersiva nell’universo di questo supereroe che ha già conquistato il cuore di migliaia di cittadini cinesi e non solo.

L’hotel si trova a Shangai e più precisamente all’interno dell’area dell’Haichang Ocean Park, un parco a tema marino inaugurato nel 2018 e ampliato proprio di recente. Questa grande attrazione, per grandi e bambini, si trova a circa un’ora da Shanghai Disneyland ed è proprio all’iconico parco dei divertimenti e alle sue strutture ricettive tematiche, che questo nuovo progetto si è ispirato.

Le stanze dell’hotel Ultraman, infatti, sono tutte tematizzate, con oggetti di design e raffigurazioni che raccontano la leggenda dell’eroe. Non mancano, ovviamente, zone condivise e stazioni energetiche.

Ma dormire qui, in realtà, è solo l’inizio di un’esperienza che catapulta i viaggiatori di ogni età nel mondo dell’eroe. All’interno del parco, infatti, è stata creata un’intera area dedicata al supereroe che comprende anche una maestosa piazza nella quale campeggia al centro una statua di Ultraman Zero che svetta per 12 metri d’altezza.

Tutto intorno, poi, si snodano negozi e boutique per rafforzare l’esperienza. I viaggiatori, infatti, possono deliziare il palato con gelati a forma di Ultraman e popcorn piccanti al gusto di mostro prima di tornare a riposarsi nelle stanze galattiche.

Shagnai, il primo hotel a tema Ultraman

Fonte: IPA

Shagnai, il primo hotel a tema Ultraman
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Le location di “Fiori sopra l’inferno” con Elena Sofia Ricci

Tratta dall’omonimo romanzo giallo di Ilaria Tuti, pubblicato nel 2017 da Longanesi, la fiction televisiva RAI “Fiori sopra l’inferno” vede protagonista Elena Sofia Ricci nel ruolo del commissario della Polizia di Udine, Teresa Battaglia, affiancata dai suoi collaboratori, il giovane e inesperto Marini (l’attore Giuseppe Spata) e da Parisi (interpretato da Gianluca Gobbi).

Una serie di delitti efferati e inspiegabili scuote la popolazione di un piccolo borgo friulano, Travenì, un paesino immaginario immerso tra le montagne e i boschi. Per descrivere i luoghi, però, l’autrice originaria di Gemona del Friuli si è ispirata a posti veri, che ha visitato nella sua infanzia.

“Si diceva che in autunno inoltrato, prima che le piogge si tramutassero in neve, il lago alpino esalasse respiri sinistri” (“Fiori sopra l’inferno”, Ilaria Tuti)

Dove è stata girata la fiction “Fiori sopra l’inferno”

Ci troviamo nel tarvisiano, una splendida zona del Friuli-Venezia Giulia al confine con Slovenia e Austria. Questo territorio è caratterizzato da ampie vallate, cime incantate e da un’antica foresta di grandi abeti rossi nell’estremo lembo Nordorientale della regione.

Un crocevia, quindi, di lingue e di culture. Come quella dei Krampus, raccontata nella fiction, una tradizione popolare influenzata dalla vicina Carinzia, in Austria, della quale faceva parte durante l’impero asburgico. La festa è quella che si celebra il 5 dicembre in tutte le frazioni del tarvisiano, quella di San Nicolò, che scende tra la gente accompagnato da terribili mostri.

Dal punto di vista turistico, questa zona alpina offre diverse opportunità per una vacanza all’aria aperta. Qui, si può godere della vista di uno dei luoghi più fiabeschi, il Monte Lussari, una vetta dove Alpi Carniche e Giulie si incontrano.

È una zona che d’inverno – la stagione in cui si svolge la storia raccontata nel romanzo e nella fiction – solitamente è frequentata da sciatori che si lanciano lungo discese mozzafiato e da chi ama praticare sci da fondo nei boschi magici oppure passeggiare con le ciaspole ai piedi godendo del meraviglioso paesaggio innevato, dove di tanto in tanto spunta un rifugio o una malga, e del silenzio assoluto.

Sono ambienti bellissimi, incontaminati, fatti di boschi e di specchi d’acqua che sembrano usciti da un libro di fiabe. Le scene dei laghi sono state girate nei pressi dei bellissimi Laghi di Fusine, uno degli angoli più caratteristici della montagna del Friuli-Venezia Giulia. Si tratta due bacini di origine glaciale, uno superiore e l’altro inferiore, collegati da un sistema sotterraneo di acque che, d’inverno, diventano ghiacciati rendendo questo uno dei luoghi più freddi d’Italia.

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Fonte: 123rf

I Laghi di Fusine nel Friuli-Venezia Giulia

I laghi sono circondati dalle montagne, la dorsale delle Ponze e il Mangart, un’enorme cupola grigia che svetta sullo sfondo. D’estate, è il luogo ideale per fare escursioni, anche in famiglia, e dove i più esperti di montagna s’arrampicano lungo alcune delle vie ferrate più impegnative dell’intero arco alpino.

Il commissariato dove lavorano Teresa Battaglia, Parisi e Marini e anche la città dove vivono è Tarvisio, una deliziosa cittadina circondata dalle montagne e a ridosso della più grande foresta d’Italia (24.000 ettari), la Foresta di Tarvisio, appunto. Nelle immagini televisive sono ben riconoscibili la piazza e la torre medievale di Tarvisio e tanti altri scorci deliziosi di cui ci innamoreremo.

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Fonte: 123rf

Uno scorcio di Tarvisio
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La città che ha fatto da sfondo alla serie Netflix “La ragazza di neve”

Le serie Tv spagnole stanno riscuotendo parecchio successo. Dopo “La casa di carta“, una nuova miniserie tiene gli spettatori incollati davanti allo schermo. Si tratta di “La ragazza di neve” in onda su Netflix, la versione televisva del romanzo di Javier Castillo. Un giallo ambientato in una città spagnola, che viene voglia di scoprire.

Si tratta di Malaga, sullaCosta del Sol, nel Sud della Spagna, che, nonostante nella serie venga mostrata nel periodo invernale – il fatto accade esattamente il giorno della sfilata dei Re Magi alla vigilia dell’Epifania, una delle feste più antiche di Spagna e che è molto sentita dagli abitanti, durante la quale vengono lanciati dai carri dei Re Magi dolci e caramelle a tutti i bambini presenti – e quindi grigia e plumbea. Tuttavia, non manca di mostrare il meglio di sé. Una città affacciata sul mare, ricca di storia e di cultura, ma anche di divertimenti.

Le location della serie Tv “La ragazza di neve”

È la città di Pablo Picasso che proprio a Malaga è nato e la sua città natale gli ha reso il massimo tributo dedicandogli un intero museo, il “Museo Picasso”, che ospita una ricca collezione di opere e quadri.

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Fonte: 123rf

Una scultura dedicata a Picasso per le strade di Malaga

Ma a Picasso è dedicato anche il lungomare che si vede nella serie, così come la Playa de la Malagueta, la spiaggia cittadina dove sono state girate alcune scene.

Molte delle sequenze della serie Tv sono ambientate nel centro storico di Malaga, in particolare Plaza de la Constitución – dove si svolge la festa e dove viene rapita la bimba di tre anni Amaya attorno alla quale è incentrata tutta la trama – e sul Paseo del Muelle Uno.

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Plaza de la Constitución a Malaga

Molti degli scorci panoramici della città sono stati ripresi dall’Alcazaba, l’edificio più famoso di Malaga, una testimonianza del passato arabo in questo territorio. Collegato attraverso una muraglia alla fortezza araba vi è il Castello di Gibralfaro, una fortezza del XVI secolo. Entrambe le costruzioni difensive si trovano in una posizione dominante rispetto alla città, da cui si può godere di bellissime viste sulla Plaza de Toros e sul Teatro Romano, entrambi inquadrati spesso nella serie Tv.

I luoghi insoliti di Malaga

Un luogo decisamente insolito e poco conosciuto dai turisti che si scopre guardando “La ragazza di neve” è il Centre Pompidou, il primo Centre Pompidou fuori dalla Francia (il più famoso è quello di Parigi), un cubo di vetro molto moderno che ospita la sede distaccata del museo di arte contemporanea parigino.

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Il Centre Pompidou di Malaga

Un quartiere poco turistico di Malaga che si scopre attraverso le immagini della serie è El Palo, una zona residenziale sul mare dove si possono ancora oggi scoprire le antiche tradizioni di pesca. Frequentata soprattutto dai locali, è piena di bistrot tra le tipiche case verdi e gialle dove servono pesce e di chiringuito sulla spiaggia dove prendere una sangria al tramonto.

Se avete guardato la serie Tv Netflix “La ragazza di neve” e vi è venuta voglia di andare a Malaga, tenete presente che in questi ultimi anni questa città sta vivendo una vera e propria rivoluzione culturale, con aree urbane trasgressive, come il Quartiere delle Arti. Se a questo aggiungiamo la possibilità di andare in spiaggia, visitare monumenti con secoli di storia e degustare i piatti tipici in un locale all’aperto, il risultato è un viaggio straordinario.

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Sembra il selvaggio West, ma è in Europa. Le location della serie Tv “Django”

“Django”, l’attesa serie originale Sky e Canal+, è un omaggio a uno dei maestri degli “spaghetti western” com’era Sergio Corbucci, a cui si è ispirato anche il grande Quentin Tarantino con il celebre film “Django Unchained” del 2012.

La serie Tv in dieci episodi, quattro dei quali diretti da Francesca Comencini mentre gli altri da David Evans ed Enrico Maria Artale, vedono protagonisti Matthias Schoenaerts nel ruolo di Django, Noomi Rapace, la spietata Elizabeth Thurmann, e Nicholas Pinnock nei panni di John Ellis

È la storia di un uomo che, partito in cerca di vendetta, finirà per lottare per qualcosa di più grande. La serie è ambientata nel Texas di fine 1800, in particolare in una cittadina immaginaria chiamata New Babylon, ma in realtà è stata girata in tutt’altro luogo rispetto al Far West che tutti noi immaginiamo.

La location della serie Tv “Django”

Per trovare la giusta location la produzione non è dovuta andare così lontana. Paesaggi selvaggi, solitari, dove la natura la fa da padrona, dove i cavalli dei cowboy potessero scorrazzare sollevando polvere e dove le formazioni rocciose naturali potessero fornire il rifugio perfetto per uomini come il pistolero Julian Wright, detto Django, e dove sembra di stare proprio nel desolato Texas del XIX secolo ma l’hanno scovata in Romania.

A circa 250 chilometri a Nord della Capitale Bucarest c’è una zona di origine vulcanica meravigliosa, quella del parco di Racos, nel distretto di Brașov, in pratica in Transilvania. Qui, Madre natura ha scolpito un paesaggio che sembra essere stato creato da un architetto paesaggista.

Tra antichi vulcani estinti 10mila anni fa, laghi dalle acque color smeraldo e alte colonne di basalto formatesi un milione e mezzo di anni or sono si nascondeva il perfetto Old Wild West dei film. Questo territorio il cui scenario è a dir poco pittoresco è stato dichiarato riserva naturale, ma sono pochi i turisti che ne conoscono l’esistenza. Il vulcano Racos, il più “giovane” di tutti che dà il nome a tutta l’area.

Il cratere del vulcano assomiglia a un gigantesco “paniere” dai contorni rossastri, circondato da dune rosso sangue e nere come la pece per via della lava. A poca distanza, un grosso tumulo di terra rossa con una grande solco visibile da lontano ricorda di quando questo terreno veniva sfruttato per raccogliere la cenere. La vegetazione che cresce tutt’intorno a questa zona si è adattata nel corso dei secoli all’ambiente arido e riesce a sopravvivere a lungo anche senz’acqua.

Le meraviglie del vulcano Racos in Romania

Questa zona è famosa in tutta la Romania oltre che per il vulcano anche per un lago spettacolare, l’Emerald Lake. Il paesaggio lunare che si staglia davanti agli occhi è unico. Il colore dell’acqua è davvero smeraldo ed è circondato da pareti di basalto chiaro che vi si specchiano.

Il lago potrebbe essersi formato per via degli scavi che un tempo venivano fatti nelle cave della zona e che a un certo punto hanno raggiunto il livello dell’acqua che ha così riempito la voragine. Ma secondo alcuni la cavità esisteva già e si è riempita nel corso degli anni di acqua piovana. Se poi si aggiungono le incredibili colonne basaltiche che sembrano fusti di alberi pietrificati il luogo diventa una favola.

Il vulcano, con il lago color smeraldo e le formazioni rocciose rendono questo uno dei luoghi più affascinanti che si possano trovare in Romania e meritano assolutamente un viaggio, specie se siete appassionati di serie Tv e di location.