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Cosa vedere a Brescia, capitale italiana della cultura 2023

Alla scoperta di Brescia come non l’avete mai vista, Capitale italiana della cultura 2023 insieme a Bergamo, per un anno intenso, ricco di eventi, di iniziative, di arte, di musica e di bellezza.

La “Leonessa d’Italia” possiede un ricco patrimonio materiale e immateriale che si svela nell’antica Brixia Romana, lungo i suggestivi percorsi museali e monumentali, e che dà, per l’occasione, il meglio di sé negli innumerevoli appuntamenti di livello nazionale e internazionale che vedono protagonisti la musica, l’opera, il teatro, la scienza, la luce, il cinema e il paesaggio.

12 mesi di arte e cultura

L’ambito riconoscimento offre a Brescia l’occasione per rilanciarsi e mostrare, ancora una volta, lo splendido patrimonio museale che la caratterizza.

Per l’anno in corso, la Fondazione Brescia Musei ha predisposto un fitto palinsesto pronto a conquistare il pubblico a partire dalla riapertura (dopo un lungo periodo di chiusura) del Museo del Risorgimento che avrà il nome di “Museo del Risorgimento della Leonessa d’Italia“, rinnovato grazie a un progetto di recupero e valorizzazione del simbolico edificio che lo ospita, il Castello arroccato sul colle Cidneo a ridosso del centro storico.

Il nuovo allestimento, interattivo e immersivo, consentirà al visitatore di ripercorrere da protagonista i moti patriottici che hanno portato all’Unità d’Italia e scoprire le tendenze figurative e artistiche del XIX attraverso dipinti, stampe, ceramiche, sculture, carte geografiche e ritratti.

Palazzo Martinengo, nobile palazzo seicentesco all’incrocio tra Via dei Musei e Piazza del Foro, accoglierà invece i capolavori dei più importanti maestri dell’arte attivi tra il Cinquecento e il Settecento a Brescia e Bergamo con la mostra “Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo(dal 21 gennaio all’11 giugno).
Un modo per mettere in dialogo la produzione artistica e la cultura espressa dalle due città durante il periodo di dominazione veneziana.

Il principale museo di Brescia, il Museo di Santa Giulia, collocato all’interno del Monastero di Santa Giulia lungo l’antico decumano massimo della Brixia romana, sarà protagonista di “Miseria e Nobiltà“(dal 14 febbraio al 28 maggio), la mostra dedicata a Giacomo Ceruti, importante esponente della “pittura di realtà” che gli valse l’appellativo di “Pitochetto” per i soggetti ritratti: vagabondi, poveri, contadini e reietti.

Ma non è tutto.

Il celebre Museo sarà teatro anche del progetto espositivo “Foodprint: la dieta mediterranea oggi” (dal 10 gennaio al 23 febbraio), della mostra “Luce della Montagna” (dal 21 marzo al 23 luglio), la più significativa mai realizzata sul mondo delle cime, grazie al lavoro di tre maestri della fotografia del Novecento e di uno contemporaneo, Ansel Adams, Martin Chambi, Vittorio Sella, Axel Hütte, e la mostra fotografica LaChapelle per Ceruti (dal 14 febbraio al 10 novembre), curata da Denis Curti.

Dal 14 luglio al 29 ottobre, sarà poi la volta della mostra “Cinema Mattotti“, incentrata sul noto illustratore Lorenzo Mattotti, originario di Brescia, mentre, nell’ambito del Festival della Pace, dal 10 novembre al 28 gennaio 2024 sarà possibile ammirare la collettiva “Arte e Diritti” sulle questioni urgenti della nostra epoca.

Il Parco Archeologico di Brixia Romana, percorso archeologico tra i più rilevanti d’Italia, Patrimonio UNESCO, ospiterà invece il progetto Brixia sposa Plessi (dal 9 giugno al 7 gennaio 2024) con monumentali digital walls, videoproiezioni e installazioni digitali del maestro della video arte Fabrizio Plessi.

Ancora, il Castello, uno dei più incantevoli complessi fortificati d’Italia da cui si gode di un panorama mozzafiato, dal 19 maggio al 7 gennaio 2024, sarà cornice per la mostra a cielo aperto dello scultore contemporaneo Davide Rivalta.

La musica e il teatro, grandi protagonisti

Oltre all’arte, saranno protagonisti assoluti della Capitale della Cultura 2023 anche la musica e il teatro, da ascoltare e vivere nei luoghi simbolo della città e in location esclusive.

Sabato 24 giugno andrà in scena il Festa della Musica di Brescia, la più importante d’Italia, con una coinvolgente carrellata di esibizioni e concerti dal jazz al rock, dal pop alla musica classica, dal funky all’etno passando per l’elettronica, il folk, la musica da banda e il soul.

E siamo solo all’inizio: per un anno in musica, vi sarà il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, la Grande Notte del Jazz di Brescia (il 25 febbraio con un’anteprima il 24 febbraio) e la Festa dell’Opera della Fondazione Teatro Grande di Brescia che, il 9 e il 10 giugno, allieterà più di 50 luoghi della città con recital, concerti, spettacoli, improvvisazioni e incontri: le voci di oltre 250 artisti saranno accolte anche in chiese, scuole, esercizi commerciali, luoghi di cura, case private.

Per quanto riguarda il teatro, il Centro Teatrale Bresciano ha ideato uno spettacolo itinerante di teatro diffuso “Le città invisibili” di ispirazione calviniana nei punti più affascinanti della città; i luoghi della Brescia Romana saranno invece il palcoscenico per la stagione del Teatro Romano che, durante l’estate, si sposterà nel Viridarium, bellissimo giardino accanto alle domus d’Ortaglia.

Il trionfo della luce

Durante le ore notturne, sarà la manifestazione “Light is Life” ad animare Brescia (e Bergamo) trasformandola in una favolosa galleria d’arte a cielo aperto, dal 10 al 19 febbraio: l’inaugurazione avverrà il 10 febbraio nella scenografica Piazza della Loggia dove verrà installato un incredibile 3D mapping che animerà il Palazzo della Loggia per tutta la durata dell’evento.

I tesori della città verranno, così, valorizzati da installazioni e opere di arte urbana ideate da importanti artisti di livello internazionale.

Presso il Castello, fulcro della manifestazione, si snoderà un percorso onirico con 14 installazioni per un trionfo di colori e luci: tra le opere da segnalare spiccano “Remembering a Brave New World“, installazione site-specific in technicolor di Chila Kumari Burman, il progetto corale degli studenti delle Accademie d’Arte delle città – SantaGiulia e LABA sul tema del Risorgimento “Storie di luce”,  “Hello Goodbye”, il saluto a chi è in partenza e chi in arrivo di Marco Lodola, e “Big ballerina” e “Run Beyond“, realizzate da Angelo Bonello.

L’artista di fama internazionale Bonello presenterà anche, al Capitolium (il tempio romano di Via dei Musei), l’opera di luce “Vittoria Trasfigurata“, scultura ispirata alla celebre Vittoria Alata e rivisitata in chiave contemporanea per un felice contrasto con le architetture classiche della Brixia Romana.

Infine, la luce farà risplendere anche la torre azzurra cangiante del Termoutilizzatore di A2A: durante il festival, la torre sarà illuminata e avrà sulla cima uno skylaser puntato in direzione del Castello.

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Smart working sulle piste da scii: succede a Livigno

Lavorare senza smettere di viaggiare e viceversa: è questa la nuova ambizione delle persone oggi. Un’attività che fino a poco tempo fa era destinata a rimanere confinata nel mondo dei sogni, e che oggi è diventata sempre più una realtà a portata di tutti.

Se quella di lavorare viaggiando, fino a questo momento, sembrava una prerogativa esclusiva dei nomadi digitali, con la rapida diffusione dello smart working nel BelPaese la stessa opportunità si è aperta a migliaia di professionisti. Persone che per brevi o lunghi periodi scelgono di trasferirsi altrove, per conoscere ed esplorare nuovi territori, senza rinunciare al lavoro. Una possibilità che si estende anche ai viaggi e alle vacanze di breve durata che, in questo modo, possono essere organizzate in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni.

Se quest’inverno, per esempio, avete voglia di perdervi e immergervi negli incantanti paesaggi innevati di montagna e magari praticare anche qualche sport, ma non potete mettere in pausa il lavoro, sappiate che potrete portare il laptop con voi. Perché nel cuore dell’Alta Valtellina, proprio vicino a uno dei comprensori più frequentati d’Italia, ha aperto un coworking sulle piste da scii.

Lo smart working si fa sulla neve

Le vacanze invernali, quelle che ci permettono di ammirare i grandi spettacoli messi in scena dalla natura, rappresentano un sogno non sempre realizzabile, soprattutto quando è il lavoro che ci impedisce di programmare queste avventure. Grazie allo smart working, però possiamo continuare a lavorare senza smettere di viaggiare. L’unica difficoltà, se così vogliamo chiamarla, è quella di trovare lo spazio adatto alle nostre esigenze.

A realizzarlo, però, ci ha pensato Mottolino Fun Mountain, un comprensorio sciistico dotato di piste di tutti i livelli, snowpark e sentieri ciclabili che è da sempre un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli amanti della natura e degli sport invernali.

Proprio qui, nel cuore della Valtellina, è possibile lavorare con vista sulle montagne dalle cime innevate, prima e dopo aver trascorso del tempo sugli scii. Questo spazio, che si snoda su una superficie di 200 metri quadrati, offre tutta una serie di soluzioni per nomadi digitali e smart worker che vogliono trascorrere qualche giorno tra i meravigliosi territori della montagna italiana.

Lo spazio coworking sulle piste da scii

Niente grigi palazzi all’orizzonte, né rumori del traffico, dalle finestre del coworking di Mottolino, realizzato direttamente sulle piste da scii, si ammira solo la grande bellezza che appartiene alle montagne della Valtellina che regalano spettacoli inediti e sorprendenti durante ogni stagione.

L’Headquarter del comprensorio, realizzato in vista delle Olimpiadi del 2026, è un ambiente pensato per accogliere privati e aziende che desiderano immergersi in un contesto dinamico, stimolante e creativo, senza rinunciare ai piaceri della montagna. Lo spazio si trova proprio nei pressi della telecabina Mottolino, e può essere prenotato per poche ore o per una giornata intera.

Insomma, una vera e propria workation che consegne ai professionisti di lavorare, e di godere di un clima di vacanza unico e sensazionale. Dopo il lavoro, infatti, è possibile andare alla scoperta della Ski Area più grande di Livigno. Mottolino ospita ben 8 impianti di risalita, 27 piste da scii, uno Snowpark e diverse Aree Fun per i bambini.

Headquarter di Mottolino, spazio coworking

Fonte: Ufficio Stampa – Ph. Francesco Colombo

Headquarter di Mottolino, spazio coworking
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Il Natale a Milano fa tornare bambini

Se cercate la magia dell’atmosfera natalizia, non dovete viaggiare molto lontani. Basta andare a Milano per ritrovare luoghi che, in occasione delle feste, trasportano i visitatori dentro una fiaba di Natale.

Babbi Natale, orsetti di peluche, bianconigli e neve artificiale: sono tanti i luoghi che ricreano l’ambientazione natalizia e che trasportano nel mondo della fantasia.

La montagna a Milano

Chi cerca l’atmosfera di una località di montagna, con tanto di neve, la trova al Four Season, nel pieno quadrilatero della moda, dove è stato ricreato un locale après-ski come fosse Courmayeur. Qui si respira l’atmosfera unica del Monte Bianco, sedendosi tra sci vintage, plaid, tè caldi e perfino un’autentica cabinovia del 1947.

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Fonte: @Four Seasons

Courmayeuraprès-ski al Four Season

Nella tana del Bianconiglio

Fiabesco come non mai è invece il Rabbit Hole Cafè, un locale dove sembra di stare dentro il Paese delle Meraviglie di Alice. Una sala da tè, una cioccolateria e una caffetteria dove si possono provare il Tè del Brucaliffo, la birra dello Stregatto, la torta Foresta Nera e la Regina Bianca. Un’esperienza unica, dove tutti i clienti si trovano avvolti da un’atmosfera surreale, dove sembra di entrare nella tana del Bianconiglio.

Come a New York City

Teddy bear di pezza in puro stile americano si trovano, invece, seduti ai tavolini del Bar at Ralph Lauren in via della Spiga, tra velluti e cuscini scozzesi. Qui servono club sandwich, hamburger, avocado toast, lobster roll e patatine in puro stile newyorkese. C’è anche un delizioso giardino privato.

Giorgia Palmas ed Elena Barolo ralph lauren

Fonte: IPA

Le ex Veline Giorgia Palmas ed Elena Barolo al Bar Ralph Lauren

La pista di pattinaggio sul ghiaccio

E, proprio come a New York, non manca la pista di pattinaggio sul ghiaccio che è stata allestita davanti alla stazione Centrale, “Senstation on Ice”. Grandissima, misura 1.300 metri quadrati circondata da un’enorme scenografia inclusa l’illuminazione della facciata della stazione e un albero di Natale alto 18 metri con 15mila luci led.

Il paradiso delle decorazioni natalizie

A due passi d questo locale c’è uno dei negozi di decorazioni natalizie più incredibili di tutta la città. È un temporary di tre piani lo Spiga Express, che ricrea una stazione ferroviaria di primo ‘900 piena zeppa di addobbi, decorazioni e luminarie per la festa più magica dell’anno, con orologi, valigie, telefoni e macchine per scrivere. Anche i bambini lo adoreranno.

Il Museo delle illusioni

Sembra di entrare in un mondo fantastico una volta varcata la soglia del Museo delle illusioni. Un luogo che inganna i sensi, che fa sembrare piccoli piccoli o grandi grandi, che fa camminare a testa in giù o in assenza di gravità, che fa girare la testa con il caleidoscopio o addirittura mozzarla per presentarla su un piatto. Non è solo per bambini.

Un mondo di palloni gonfiati

Installazioni e opere gonfiabili: il nuovo Balloon Museum di via Tortona è un tripudio di palloni di ogni dimensione e colore. Ci si ritrova catapultati in un universo onirico, suggestivo e surreale, popolato da centinaia di palloncini, che permette di vivere un’esperienza fantastica, destinata a incantare persone di ogni età. Si passeggia tra soggetti dalle sembianze antropomorfe e zoomorfe, dalle dimensioni esagerate e dalle tinte accese e cangianti.

Balloon Museum - AIRSHIP ORCHESTRA

Fonte: ENESS

Il Balloon Museum di Milano – AIRSHIP ORCHESTRA

Il paese dei balocchi

Non c’è Natale senza balocchi. Il posto migliore dove trovarsi in questo periodo è il negozio di FAO Schwarz di piazza Cordusio, il primo negozio dell’Europa continentale a portare la firma del negozio di giocattoli più famoso al mondo che si trova a New York. Ad accogliere i clienti sono due soldatini Schiaccianoci in versione umana. Dentro, migliaia di giocattoli e di divertimenti con spettacoli di magia e di scienza. Si può restare a giocare e addirittura personalizzare i giocattoli, dalle macchinine alle bambole ai peluche. Un vero paese dei balocchi.

Sul Tram di Babbo Natale

E per finire a Milano non si può non prendere un tram, ecco allora che per le feste si può salire sul Tram di Babbo Natale che fa il giro delle luminarie natalizie del centro storico. Si può prendere alle fermate Duomo, piazza Castello, Brera e Cordusio dopo le 17, quando s’accendono le luci di strade e negozi. A bordo del tram storico degli Anni Venti, animazione e musiche natalizie.

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Fonte: @Grottadibabbonatale

A bordo del Tram di Babbo Natale per Milano
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Senstation on Ice: così Milano si trasforma in un regno di ghiaccio

Sono tante, anzi tantissime, le cose da fare questo Natale e che ci portano alla scoperta di tutte quelle città del mondo che, proprio nel periodo dell’Avvento, si sono trasformate in cartoline di immensa bellezza.

Le destinazioni da raggiungere sono tantissime. Ci sono quelle che ci permettono di esplorare i più grandi e celebri mercatini di Natale, quelle che ci affascinano e ci suggestionano con i grandi e scintillanti alberi, e quelle che si trasformano in veri e propri villaggi di Natale.

E poi c’è lei, l’affascinante e seducente Milano, la capitale mondiale della moda e del design che anche quest’anno, in occasione di Natale, ha scelto di abbigliarsi a festa, per regalare scorci e visioni incantate. Ma c’è di più nella metropoli del nord Italia, perché proprio quest’anno, grazie all’installazione di un gigantesco percorso ghiacciato, il capoluogo lombardo si è trasformato nel Regno di Frozen. Ed è bellissimo.

Milano come il Regno di Frozen: l’esperienza è magica

È successo all’improvviso, e inaspettatamente, che lo sguardo dei cittadini e di tutti i viaggiatori giunti nel capoluogo lombardo in occasione dell’Avvento, si sono ritrovati davanti a uno spettacolo senza eguali: una scenografica installazione ghiacciata costruita davanti alla stazione centrale.

Si tratta di un parco di ghiaccio che prende il nome di Senstation on ice e che anticipa in qualche modo la magica e fredda esperienza che tutti possiamo vivere questo dicembre.

Grazie alla collaborazione tra la Regione Calabria e le Grandi stazioni Retail, la metropoli del nord Italia si è trasformata in una favola ghiacciata tutta da scoprire e da vivere.

Con un percorso ghiacciato di oltre 100 metri quadri, e incorniciato da altrettante scenografie, Senstation on Ice è stato illuminato con più di 120000 luci a Led, per ricreare le atmosfere fatate dei paesaggi nordici e in quelle perdersi e immergersi.

Senstation on Ice

Molto più di un villaggio natalizio, quello costruito davanti alla stazione centrale di Milano,in piazza Duca D’Aosta, è un vero e proprio regno ghiacciato, dove le favole di Natale prendono vita. Sotto al grande albero cittadino, che svetta verso il cielo per 18 metri, una grande pista di ghiaccio accoglie tutti i pattinatori che vogliono volteggiare sotto il cielo di Milano.

Senstation on Ice, con i suoi numeri stratosferici, si configura come uno dei più grandi percorsi ghiacciati del BelPaese, lo stesso che coniuga magia e incanto, divertimento e sport.

Le cose da fare, e da vedere qui sono tantissime, a partire dalla meravigliosa scenografia costruita intorno al percorso ghiacciato che, con le sue sfumature di fucsia, crea dei meravigliosi giochi di contrasto con la bianca e candida neve.

All’interno della grande struttura geodetica, posta proprio nel cuore del villaggio, sarà possibile fare un viaggio nel viaggio e visitare virtualmente gli splendidi territori della Calabria grazie a tutta una serie di installazioni multimediali e immersive.

Non manca, ovviamente, una piccola casa di Babbo Natale, anche questa inserita all’interno di una struttura geodetica. In questa i bambini potranno incontrare Santa Claus, scattare fotografie e consegnare proprio a lui le letterine.

Durante la manifestazione Senstation on Ice, inoltre, ci saranno tutta una serie di eventi culturali, artistici e sportivi volti a raccontare il territorio calabrese che, di questa iniziativa, è main sponsor. Non mancheranno neanche numerose degustazioni. L’accesso al regno dei ghiaccio è completamente gratuito mentre il villaggio resterà aperto fino all’8 gennaio tutti i giorni.

 

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Caspoggio, il borgo che si sviluppa in uno scenario splendido

In alta Lombardia, a circa 5 km in linea d’aria dal confine con la Svizzera, c’è un borgo che piace molto alle famiglie e a chi vuole trascorrere una vacanza in montagna senza annoiarsi mai. Parliamo di Caspoggio, cittadina alpina di poco più di 1300 abitanti, situata su un poggio che si apre poco a monte del punto di confluenza della Val Lanterna, nel solco principale della Valmalenco, paradiso di neve nella provincia di Sondrio. Impossibile non innamorarsene a prima vista: scopriamolo.

Caspoggio, storia di ieri e di oggi

In dialetto è Caspöc’, e l’origine del nome è ancora incerta. C’è chi pensa che derivi dall’espressione latina ‘casa podii’, cioè casa del poggio, a significare paese posto su un poggio, mentre per altri deriverebbe dal termine ‘caspa’ che, in antico dialetto valtellinese indicava sia i recipienti del contadino che i terreni concavi con un laghetto o una palude, o ancora da ‘Castel Poggio’, nome originale della fortezza nel sito, che dava anche il nome alla zona.

La fisionomia dell’antico paese, che si eleva tra i 1000 e i 1200 metri di quota, è cambiata nel tempo, quasi scomparsa in mezzo a tante case per le vacanze costruite in questi ultimi decenni. Anticamente era un susseguirsi di piccolissimi nuclei abitativi, intersecati da strettissime e tortuose viuzze. Il villaggio era costituito da otto contrade, simboleggiate dalle otto stelle nello stemma. Dal basso le contrade di Albertazzi e Burri, Bracelli, a ridosso del promontorio detto Caslèt, le contrade di Centro-fuori, Centro-dentro, Negrini e, poco sopra, Bricalli. Più in alto, la frazione di S.Elisabetta, che nel corso degli anni ha visto sorgere numerose case di villeggiatura.

Le prime tracce storiche sull’esistenza del borgo risalgono al XIV secolo, con la realizzazione del più grande Castrum della Valmalenco voluto dai Capitanei, i potenti Signori di Sondrio, per contrastare le invasioni dal nord. Caspoggio, probabilmente, nasce come borgo di questo castello, un ristretto nucleo urbano formato da pastori e artigiani, e da soldati con loro famiglie.

Nel 1816, divenne Comune, inserito nel I distretto di Sondrio. Data la sua posizione, fu sempre un paese di frontiera. Tra le sue parti più antiche c’è la caratteristica “Truna”, formata da abitazioni parallele su due schiere, divise da un passaggio centrale coperto lungo più di 25metri, una specie di complesso con stalle inglobate, chiuso verso l’esterno. Oggi costituisce il tipico centro storico di Caspoggio.

Caspoggio, la località montana ideale per le famiglie

Nella seconda metà del 900, il paese cominciò a progettare la sua seggiovia. I lavori iniziarono nel ’52 e vennero terminati tra il ’57 ed il ’60. In poco tempo, Caspoggio divenne uno dei poli sciistici più importanti della Valtellina. Il villaggio, sino ad allora un po’ marginale rispetto ad altri centri malenchi sul piano turistico, balzò all’attenzione del mondo sportivo invernale, grazie a impianti di risalita e discese di sci alpino per professionisti che hanno attirato qui anche sciatori di fama mondiale. Basti pensare che la pista Avanzi-Motta è stata sede di gare di Coppa Europa e Coppa del mondo di discesa.

Dopo la chiusura degli impianti sciistici, Caspoggio si è trasformata nella meta ideale per famiglie, grazie al Centro della Montagna Zenith, ideato come un punto di incontro vivo per la Valmalenco. Attraverso lo sport, le attività ludico-sportive, lo spazio alle famiglie e l’offerta enogastronomica, sono state create idee e progetti dedicati a nuove forme di accoglienza turistica e alla scoperta di questi luoghi unici. Tante le possibilità di intrattenimento durante tutto l’anno. Il territorio di Caspoggio, un poggio soleggiato che dominante la Valmalenco, è infatti il collegamento naturale per gli alpeggi della valle, con percorsi e sentieri di varia difficoltà, ideali in estate per lunghe camminate e gite in mountain bike, e in inverno per salite scialpinistiche e ciaspolate. Chi non vuole sciare, potrà divertirsi sulla pista di pattinaggio sul ghiaccio. Un borgo che è un sogno in ogni stagione.

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Foreste urbane: in Lombardia si riscopre il verde fuori città

Una serie di giornate interamente dedicate alla scoperta, o ri-scoperta, delle aree boschive, ma anche dei parchi, delle zone verdi e del paesaggio naturale che sorge intorno alle città lombarde. Un viaggio a tappe, che dal 5 al 27 novembre, accompagnerà i visitatori verso una presa di coscienza e conoscenza di ciò che li circonda, in una serie di escursioni guidate volte alla scoperta dei luoghi e dei boschi dietro casa e che meritano di essere tutelati e preservati nel tempo.

L’iniziativa

Cammina Foreste Urbane”, questo il nome del progetto, è un’iniziativa promossa da Ersaf in collaborazione con Legambiente Lombardia e realizzata con il sostegno di Lipu, CAI e Federparchi, che si sviluppa in ben 50 appuntamenti sparsi per tutta la Lombardia, con lo scopo di far conoscere le aree boschive urbane e periurbane delle Regione, promuovendo la progettazione di nuove aree e di una più massiccia “cura partecipata” del verde comune.

Tra le tappe previste dall’iniziativa e che verranno visitate, spiccano parchi molto noti come il Bosconcittà o il Parco Nord, intorno a Milano, e altre zone verdi che sono state formalizzate solo di recente. Ma non solo. Tra i protagonisti green di questo tour nella natura ci sono anche le aree curate da comitati spontanei e il cui lavoro punta sia al mantenimento delle zone stesse che alla possibilità di farle diventare aree protette, in un’esperienza che vuole aumentare la consapevolezza del patrimonio naturale regionale e dell’importanza che l’uomo ha nella sua tutela.

La tappe di “Cammina Foreste Urbane”

Per esempio visitando il PLIS “Parco delle Roggìe”, a Magnago, in una visita a cura di Legambiente Busto che, a partire dalle 14 del 6 di novembre, donerà la possibilità di scoprire un’area boschiva di querce davvero unica, un vero e proprio corridoio verde che collega il Parco Alto Milanese al Ticino, o provando l’ebrezza di passeggiare tra i colori del foliage dei boschi di Sumirago, il 13 Novembre dalle ore 9.30, in una visita a cura di Legambiente Castronno che vale davvero la pena di vivere.

Ma non solo, perché le tappe dell’iniziativa “Cammina Foreste Urbane” sono davvero tante, alcune della quali verranno proposte nel weekend del 19 e 20 novembre e che andranno a toccare le aree verdi e boschive tra i territori del Varesotto, Alto Milanese e Bassa Comasca. Come quello promosso da Legambiente Parabiago, che il 19 novembre porterà alla scoperta del Plis del Roccolo, un caratteristico bosco di pianura che una volta veniva usato per il “roccolo” appunto, un sistema utilizzato per la caccia degli uccelli.

Nell’area del Saronnese, invece, il 19 e 20 Novembre si andrà a fa visita al Lura, un torrente intorno al quale sono nate delle aree verdi periurbane e di cui beneficiano i cittadini del posto.

Uscite pensate per rendere più partecipe la comunità verso la salvaguardia del patrimonio boschivo e naturale delle aree che circondano le città in cui si vive, promuovendo un concetto di cura partecipativa e attenzione mirata alla tutela delle stesse, per preservare l’estremo valore naturale di queste aree e incrementare la possibilità di crearne di nuove, prendendosi cura dell’ambiente e, di conseguenza, anche di sé.

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Il gigante in stile Liberty “addormentato” nel cuore verde di Varese

A poca distanza da Varese, città di cui si innamorò persino il celebre scrittore Stendhal, sorge un vero e proprio gigante addormentato, un illustre esempio di Liberty italiano ma che da lungo tempo è stato abbandonato. Per fortuna, da alcuni anni a questa parte il FAI (Fondo ambiente italiano) ha intrapreso una collaborazione con la proprietà della struttura al fine di organizzare una serie di visite guidate straordinarie per ammirane lo splendore. Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese

Sul Monte Tre Croci svetta il Grand Hotel Campo dei Fiori, un irresistibile complesso architettonico che si rivela uno degli edifici più spettacolari e scenografici della provincia di Varese. Fu progettato nel 1908 dall’architetto Giuseppe Sommaruga e, dal 1912, da queste parti passarono numerose personalità illustri.

In sostanza, era un vero e proprio albergo di lusso che si poteva raggiungere tramite una funicolare panoramica. Una struttura immensa – oggi purtroppo chiusa – decorata e arricchita dallo stile Liberty tipico della Belle Époque. Vi basti pensare che si trova su quattro livelli in cui prendevano vita appartamenti e camere riccamente decorate. Poi ancora un livello sotterraneo, con affascinanti cucine secondarie e cupi magazzini, che poggia sopra la più grande grotta minerale presente nel territorio: Grotta Marelli.

Perché il Grand Hotel Campo dei Fiori è stato abbandonato

A seguito della sua apertura, per circa mezzo secolo il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese fu meta di un grande flusso di turismo d’élite. Tuttavia, oltre alle due Guerre Mondiali, nel 1947 un incendio devastò l’ultimo piano, mentre nel 1958 la funicolare venne chiusa. Fu così che ebbe inizio il suo declino a partire dalla calo dei turisti che volevano soggiornarvi. Per poi arrivare al 1968, anno in cui albergo e ristorante abbassarono la saracinesca per sempre.

Nei vent’anni successivi l’albergo, complice il totale disinteresse dei proprietari e la negligenza dei custodi, fu via via spogliato di molti pezzi d’arredo d’epoca togliendo a questa meraviglia italiana molte delle sue ricchezze.

Il gigante addormentato oggi

Il Grand Hotel Campo dei Fiori vero è un vero e proprio gigante (di meraviglie e storie fascinose) che giace – quasi dimenticato – sulle cime di questa incantevole città italiana. La buona notizia, però, è che negli ultimi anni sembra voler rinascere dalle sue stesse ceneri: proprio qui fu girata una parte del film “Suspiria” diretto da Guadagnino nel 2016.

Un avvenimento che fece riscoprire il grande gigante sulla montagna. Non è un caso che, negli anni successivi, l’associazione del FAI abbia voluto dare una possibilità ai cittadini di poter entrare dentro la struttura. Grazie a questo, alcuni fortunati hanno potuto ammirare con i loro stessi occhi come l’hotel, un tempo splendente e ricchissimo, si sia trasformato in un luogo degradato e che necessita di essere salvato. Oggi il Gran Hotel Campo dei Fiori è ancora un edificio semi abbandonato, anche se al suo interno è presente un custode.

Il consiglio, quindi, è controllare sempre se siano programmate prossime aperture e prenotare una visita. E il motivo è molto semplice: una volta varcata la soglia si viene catapultati indietro di cento anni e in un’atmosfera che è davvero unica al mondo.

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La splendida villa della Brianza set del video dei Maneskin

È uno dei luoghi più belli e mano conosciuti della Lombardia. Talmente affascinante da essere stato scelto nientemeno che dai Maneskin per girarvi il videoclip del disco “The Lonliest”.

Stiamo parlando di Villa Cusani Tittoni Traversi che si trova a Desio, in provincia di Monza e Brianza. All’interno la splendida villa di delizia è sorprendente.

È stato necessario organizzare diversi sopralluoghi prima di concedere gli spazi per assicurarci che questo evento non causasse danni e consentisse comunque di mantenere l’integrità del Parco e della Villa”, hanno spiegato dal Comune.

Villa Tittoni e il suo parco sono l’ambiente ideale dove trovare atmosfere gothic-dark come quelle dell’ultimo video del gruppo rock, perfetto per Halloween. Le riprese erano state tenute top secret, ma non appena il video è stato messo online, le immagini della splendida dimora e del suo parco hanno fatto il giro del mondo, suscitando la curiosità di molti. Non che il video dei Maneskin mostri molto della villa, per scoprire i suoi segreti bisogna andare a visitarla.

La storia di Villa Tittoni

Il primo nucleo edificato nel luogo in cui oggi si trova la villa risale al 1290, quando venne fondato un convento francescano. Nel 1651, il marchese Cusani rilevò i beni e creò le basi per il successivo ampliamento. Fu così che divenne una villa di campagna o villa di delizia, come si usava all’epoca, la “prima” Villa Tittoni. La volontà del marchese fu quella di edificare una villa con giardino che potesse rappresentare la grande importanza politica ed economica del casato in quegli anni.

Per la realizzazione dell’edificio fu chiamato l’architetto più famoso dell’epoca, Giuseppe Piermarini, lo stesso della Villa Reale di Monza e del Teatro alla Scala di Milano. Ospitò anche il Re di Napoli nel 1785.

La progettazione del giardino all’inglese fu curata, invece, da Antonio Villoresi con un ampio sistema idraulico che alimentava un grande lago artificiale, oggi interrato.

Quando, nel 1817, la villa passò nelle mani del maggiore creditore del marchese, l’avvocato Giovanni Battista Traversi, un esponente dell’alta borghesia milanese, la villa divenne oggetto di numerosi interventi in uno stile prevalentemente classicheggiante e nel giardino venne eretta una torre neogotica con funzione museale.

Alla sua morte, la villa passò al nipote Antonio Tittoni, all’epoca ancora minorenne e quindi fu suo padre, Tommaso, a prendersene cura commissionando l’ultimo intervento al noto architetto Luca Beltrami che completò lo scalone lo monumentale che porta ai piani superiori. Furono tante le visite dei reali d’Italia e di altri illustri uomini di governo di Paesi esteri. Dopo la Prima guerra mondiale, la Villa Tittoni ebbe un rapido declino. divenne prima un seminario, poi il parco e la villa vennero acquistati dal Comune di Desio. Divenne così un parco pubblico e nell’edificio fu aperta la biblioteca comunale che ospita una mostra permanente delle opere dello scultore milanese Giuseppe Scalvini.

Quando visitarla

La villa viene aperta al pubblico solo in alcune occasioni. Tra queste, Ville Aperte che si tiene in autunno – dal 17 settembre al 2 ottobre scorsi – e in primavera, nel mese di aprile solitamente, e per la Giornate del FAI che si terranno il weekend del 15-16 ottobre. Si svolgono anche eventi a tema nei weekend, concerti e matrimoni.

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Lago di Garda, cinque luoghi imperdibili tra Veneto e Lombardia

Il Lago di Garda piace perché sembra di essere al mare. Il clima mite che lo caratterizza fa sì che palme, ulivi, limoni e vigneti abbelliscano le coste e le colline che lo circondano trasformandolo in un paesaggio quasi marino.

I borghi colorati che s’affacciano sul lago sono tante piccole Portofino. I giardini fioriti e i prati perfettamente rasati, le spiagge attrezzate e gli sport acquatici non hanno nulla da invidiare alla Riviera Romagnola.

In più, il Garda è un concentrato di bellezze, ci sono borghi, ci sono siti archeologici, ci sono splendidi parchi e un’ottima gastronomia. E quanto a ospitalità un’infinità di alloggi, dagli hotel a cinque stelle ai glamping che spopolano sempre più (tra i pià consigliati, il Desenzano Lake Village che fa parte dei Club del Sole).


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Ecco perché, in qualunque stagione dell’anno, una vacanza, breve o lunga che sia, sul Lago di Garda merita assolutamente. Solo al confine tra Veneto e Lombardia ci sono cinque luoghi imperdibili che vale la pena vedere.

Bardolino, il borgo del vino

In provincia di Verona, Bardolino è un delizioso borgo dalle case color pastello affacciato sul Lago di Garda. Questa località sorge ai piedi delle colline moreniche ricoperte di uliveti e vigneti ed è patria del famoso omonimo vino rosso.

Il delizioso porticciolo di Bardolino

Il bellissimo centro storico è un gioiello dove passeggiare senza fretta, tra vicoletti e ristoranti, per poi spostarsi sul meraviglioso lungolago e sul porticciolo sempre pieno di barchette colorate.

Bardolino non è solamente bei paesaggi, buon vino e divertimento, ma è caratterizzato anche da un grande patrimonio storico e artistico. Camminando per le vie del paese si può scorgere ciò che resta delle mura medievali, documentate almeno dal XII secolo.

Secondo alcune fonti, le prime strutture difensive risalirebbero al IX secolo, quando re Berengario permise la costruzione di fortilizi a difesa dei paesi del Lago di Garda.

Il centro storico è fatto di tante vie strette, perpendicolari al litorale; le cui abitazioni, costruite una dietro l’altra, ci portano indietro nel tempo, quando Bardolino era un villaggio di pescatori. Oggi, queste viuzze, con le case dai balconi fioriti, offrono scorci affascinanti, mentre, tra negozietti e tavolini dei caffè, si respira sempre aria di vacanza.

Giardini di Sigurtà

A Valeggio sul Mincio, sempre in provincia di Verona, si trova uno dei più bei parchi d’Italia, votato proprio qualche anno fa dal sito ilparcopiubello.it tra mille altri giardini per la fioritura più bella.

La storia di questo parco è molto antica. Era il 1407 quando, durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l’intera proprietà che, al tempo, aveva una funzione puramente agricola. C’era però all’interno un piccolo e geometrico giardino, adiacente alla casa principale, dedicato all’ozio dei nobili. È da qui che risalgono le antiche origini del Parco Giardino Sigurtà. Il 1941 segnò l’inizio della proprietà da parte della famiglia Sigurtà: l’industriale farmaceutico Giuseppe Carlo Sigurtà acquistò il terreno e iniziò la grandiosa opera di riqualificazione del parco scoprendo di avere anche diritto di prelevare acqua dal fiume Mincio.

parco sigurta

Fonte: Wikipedia/Giulia Balestrieri

Il Parco giardino di Sigurtà

Oggi, il Parco giardino di Sigurtà è talmente bello e ricco di sorprese che un giorno non basta per visitarlo. Dalle passeggiate panoramiche al labirinto, dai giardini delle rose a quelli delle piante officinali, dai laghetti alla valle dei daini, dal castelletto alla grotta votiva c’è di tutto.

Sirmione, terra tra due laghi

Meriterebbe un capitolo a sé, Sirmione, quella penisola che si getta nelle acque del Lago di Garda e che segna il confine tra le due regioni, Veneto e Lombardia, e tra le province di Verona e Brescia.

Soprannominata la “perla del Garda“, è un vero gioiello e lo sanno bene i turisti stranieri che affollano i vicoli, i ristoranti, le gelaterie e l’unica porta d’accesso al centro storico, quella del Castello Scaligero, una rocca costruita intorno alla metà del XIII secolo, uno dei rari esempi di fortificazione lacustre nonché di uno dei castelli meglio conservati d’Italia.

Anche se il nome può far pensare a delle cavità sotterranee, le Grotte di Catullo, sulla punta della penisola di Sirmione, sono in realtà una domus romana costruita tra la fine del I secolo a.C e il I secolo d.C. Non si può visitare Sirmione senza vedere questo immenso complesso archeologico, considerato il più rilevante esempio di villa romana presente nell’Italia settentrionale.

Prima degli scavi, le rovine della villa erano coperte da una folta vegetazione e apparivano all’occhio del visitatore come delle caverne, e proprio da qui deriva il nome delle “grotte”. Anche se non ci sono dati certi in proposito, secondo la tradizione questa villa era di proprietà del poeta romano Gaio Valerio Catullo.

Desenzano del Garda

Desenzano è la città più vivace del Lago di Garda, dinamica e perfetta per chi desidera vivere una vacanza all’insegna del relax, della cultura e del divertimento. Questa cittadina sulla sponda lombarda del lago offre davvero moltissimo da fare, dalle rilassanti passeggiate sul lungolago e sul grande porto turistico allo shopping per le vie del centro fino alla frizzante vita notturna.

Passeggiata con vista lago di Garda

Fonte: iStock

La pittoresca Desenzano del Garda

Non dimentichiamo, poi, le spiagge dove prendere il sole con la bella stagione, con vista mozzafiato sulla sponda opposta e i molti luoghi d’interesse come il Castello medievale e il Museo archeologico. Edificato nel X secolo, il castello domina la città dalla cima della collina e si gode di uno dei più bei panorami sul Lago di Garda.

Lo spazio entro le mura del castello era occupato da un piccolo borgo con le sue strade, la piazza, la torre campanaria e la chiesa dedicata a S. Ambrogio. Per secoli fu abitato da cittadini pronti ad accogliere, in caso di pericolo, coloro che abitavano fuori le mura.

Merita una visita anche il Museo archeologico, visto che questa zona era abitata sin dall’età del Bronzo, tanto che sono stati rinvenuti reperti provenienti da insediamenti palafitticoli, conservati nei millenni nelle torbiere o sommersi nel lago. Questi insediamenti, nel 2011, sono stati inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

Peschiera sul Garda

Canali e ponti, belle chiese e palazzi storici, fortificazioni e piccoli moli dove sostano le barche, questo borgo lacustre, unico nel suo genere, è affacciato sulla sponda più a Sud del Lago di Garda, in un’area riparata dai venti sulle rive del Benaco e del fiume Mincio.

Questa cittadina veneta si gira a piedi. La Fortezza di Peschiera del Garda, o Rocca, è un piccolo gioiello d’architettura, racchiuso in un’imponente cinta muraria a forma pentagonale, risalente al Cinquecento, con bellissimi bastioni e imponenti porte d’accesso.

peschiera del garda

Fonte: iStock

Il lungolago di Peschiera sul Garda

Tutt’intorno, il fiume Mincio, emissario del Garda, il cui percorso naturale è stato modificato proprio dalla costruzione della fortificazione, con la definizione di tre rami di uscita dal lago che si riuniscono poi a Sud del centro abitato.

Una delle zone più suggestive della cittadina è proprio quella del ponte pedonale, che attraversa il canale esterno della fortezza. È poi molto interessante la Porta Brescia, ingresso occidentale della fortezza antica. Proprio sopra questa porta, un antico camminamento di ronda unisce i bastioni Tognon e Feltrin: non perdetevelo, perché percorrerlo vi permetterà di ammirare dall’alto tutta la fortezza, scoprendo scorci che diversamente non riuscireste ad apprezzare.

Una volta dentro la Rocca, tenendo la sinistra lungo la cinta muraria, si arriva al Bastione Tognon e alla piazza Betteloni, proprio sul porticciolo da cui partono i battelli per le gite sul lago e per raggiungere gli altri borghi.

Ed è proprio il battello il mezzo di trasporto migliore per visitare tutti questi luoghi, specie nelle belle giornate soleggiate, in coppia o in famiglia, scoprendo quella zona d’Italia che gli stranieri tanto c’invidiano.

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L’altra Franciacorta, un territorio inaspettato, tutto da scoprire

Franciacorta è sinonimo di vino. Spesso è per questo motivo che molti visitano questa bellissima zona del Nord Italia, compresa tra il Lago di Garda e il Lago d’Iseo, il cui terroir ha regalato uno dei vini più buoni che esistano al mondo.

Tuttavia, c’è un’altra Franciacorta, meno nota, che confina con la meno turistica – ma non per questo meno interessante – Val Trompia, al di là della Forcella, nel punto in cui termina la Pianura Padana e iniziano le Prealpi, che regala, oltre alle visite alle cantine dove si producono le bollicine e all’ottima gastronomia, altre esperienze decisamente inaspettate.

Al limitare di questo rinomato territorio ci sono luoghi incantevoli, ricchi di storia e di tradizioni che meritano di essere scoperti. Al centro delle colline di questa Franciacorta di confine c’è la cittadina di Gussago.

Gussago, porta d’accesso alla Franciacorta

Icona indiscussa di Gussago è La Santissima, che domina la città dall’alto, un ex complesso domenicano risalente al XV secolo sul colle Barbisone, dall’aspetto monumentale e imponente. Un luogo suggestivo, da raggiungere a piedi con una facile passeggiata, magari all’ora del tramonto, per godere di una vista panoramica sui vigneti. Da qui si può ammirare la pianura da un lato e il Monte Guglielmo e il Monte Rosa dall’altro.

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Fonte: @SiViaggia

Il complesso della Santissima a Gussago (BS)

Questo santuario fu costruito dalla popolazione, al di fuori delle cariche monastiche e senza nessun mandato da parte della Chiesa. Per questo motivo, tutt’oggi, la chiesa è considerata puro appannaggio della gente comune, di coloro che si ritengono umili peccatori e fedeli, di chi vuole andare a pregare senza dover entrare nel circuito della chiesa ufficiale. Tradizione vuole che si vada alla Santissima a pregare per ottenere piccoli aiuti per la vita di ogni giorno.

Il convento è uno dei numerosi edifici monastici che esistono nella Franciacorta, luogo di passaggio di viandanti e pellegrini. I Domenicani, infatti, avevano grossi possedimenti e attuarono opere di dissodamento e di bonifica del territorio per poi dedicarsi alla coltivazione. La stessa coltivazione della vite risale a epoche remote, ne sono una testimonianza i rinvenimenti di vinaccioli di età preistorica e il materiale archeologico rinvenuto su tutto il territorio.

L’edificio è in fase di restauro, per visitare l’interno è necessario affidarsi a una guida, che possiede anche le chiavi per accedere alla cappella ancora decorata con affreschi del XV-XVI secolo.

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Fonte: Ufficio stampa

Le colline della Franciacorta e La Santissima di Gussago

I religiosi che si era trasferiti alla Santissima combattevano anche l’eresia e proprio qui fu giustiziata una strega. Ma ci sono altre storie inquietanti girano intorno a queto luogo. Una leggenda vuole che qui vivesse un drago, ma forse serviva solo per tenere lontani i pagani. Un’altra, molto più credibile, invece, sostiene che sul colle cresceva un’erba miracolosa.

Fin dal medioevo, l’ex complesso domenicano della Santissima caratterizza il paesaggio di questo estremo lembo di Franciacorta. Luogo di devozione ed elevazione dello spirito, nell’Ottocento la Santissima è stata anche un importante cenacolo di cultura, ospitando artisti come il pittore Angelo Inganni.

Le ville di delizia

La cittadina di Gussago vanta anche interessanti palazzi privati e ancora abitati che possono essere visitati, dietro richiesta. Tra i più belli c’è Villa Averoldi Togni, un edificio del 1200 circondato da tre ettari di parco dove, alla fine del ‘700, sono stati creati uno splendido giardino all’inglese, abbellito da statue neoclassiche, uno alla francese, con fontane e trompe-l’oeil, che ricorda una piccola Versailles, e un grande uliveto.

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Fonte: @SiViaggia

Lo splendido giardino all’inglese di Villa Averoldi Togni a Gussago (BS)

Un’oasi davvero inaspettata nella frazione di Piazza, racchiusa entro le mura del palazzo che viene aperto al pubblico in occasione di eventi speciali, come le “Domeniche per ville, palazzi e castelli” organizzate dal Gruppo dimore storiche Bergamo (le prossime date sono il 18 e il 25 settembre) o di concerti di musica antica.

Merita una visita anche Palazzo Grasso Caprioli, una villa del XVI secolo con un bellissimo giardino di rose e magnolie, che vanta una collezione privata di opere d’arte contemporanea, lascito di artisti di tutto il mondo che vengono regolarmente ospitati nella residenza dove sono liberi di esprimere tutto il loro estro e talento.

La villa è oggi un centro artistico a 360 gradi, dove vengono privilegiate la danza e le discipline orientali, dallo yoga alla meditazione, con corsi, workshop ed eventi, tra cui concerti e festival di danza contemporanea.

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Fonte: @SiViaggia

La villa e il giardino artistico di Palazzo Grasso Caprioli a Gussago (BS)

L’enogastronomia

A Gussago esiste una vera e propria cultura di uno dei piatti tipici del bresciano: lo spiedo. In quasi tutte le trattorie e i ristoranti della zona è possibile assaggiare il vero spiedo bresciano, che ha ottenuto anche la Denominazione comunale di origine. Ogni anno, a settembre, nella centralissima piazza Vittorio Veneto si svolge il Gran Galà dello Spiedo (quest’anno è in programma giovedì 8 settembre) al quale partecipa tutta la popolazione e moltissimi turisti. Non è una sagra, bensì una cena elegante a lume di candela che vuole celebrare il piatto principe della cucina gussaghese e che ha reso Gussago la Capitale Italiana dello spiedo. Lo spiedo naturalmente è accompagnato dalle bollicine del territorio.

Il Gran Galà è solo l’inizio di una stagione all’insegna della gastronomia. Dal 22 settembre e fino all’8 dicembre si svolge Lo Spiedo Scoppiettando, una rassegna enogastronomica che, ogni giovedì, porterà i profumi e i sapori autunnali del territorio in tavola attraverso uno speciale menu a base di spiedo e di ingredienti locali in molti ristoranti di Gussago.

Ma non dimentichiamo che ci troviamo nel territorio della Franciacorta e le bollicine, qui, sono un must have. Diverse cantine, come Le Cantorie, propongono wine tour e degustazioni dei vini del territorio – Franciacorta Docg Saten, Rosé, Pas Dosè Riserva, ma anche rossi, come il Cellatica superiore Doc e il Sebino riserva – accompagnati da prodotti e salumi tipici. Questa cantina, in particolare, immersa tra i vigneti, ha un giardino panoramico che, dall’alto della collina di Casaglio, offre una vista spettacolare sul paesaggio collinare della Franciacorta e sui vigneti terrazzati.

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Fonte: @Le Cantorie

La cantina Le Cantorie nella Franciacorta

Da non perdere anche una visita alle distillerie locali, come le pluripremiate Distillerie Peroni Maddalena dove, da più di quarant’anni, si produce un’eccellente grappa – ma anche liquori, vermouth, gin, acquavite di birra e ben 15 riserve – che, insieme allo Spiedo di Gussago, sono i due prodotti De.Co. (Denominazione Comunale) del Comune di Gussago.

Per chi è della zona questa Franciacorta di confine è un’ottima idea per una gita fuoriporta, ma per chi viene da lontano non mancano spunti per un weekend all’insegna di storia, cultura, attività all’aria aperta e tanta ottima enogastronomia.