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Franciacorta in Fiore, itinerari alla scoperta di un territorio magico

C’è un bellissimo territorio del nostro Paese che questo fine settimana si veste del suo abito più bello: la Franciacorta. Si tratta di una poetica zona collinare, situata tra Brescia e l’estremità meridionale del Lago d’Iseo, che il 19, 20 e 21 maggio mette in scena un evento che punta a valorizzare e far conoscere il territorio. L’appuntamento in questione si chiama Franciacorta in Fiore e il programma di quest’anno è ricco di meraviglie da scoprire.

Weekend in Franciacorta (e non solo)

Franciacorta in Fiore non è solo l’occasione ideale per partecipare alla prestigiosa rassegna botanica di rose ed erbacee perenni dedicata alla natura e ai sapori del territorio, è anche l’evento perfetto -vista la vicinanza – per andare alla scoperta di Brescia e Bergamo che quest’anno sono le nostre meravigliose Capitali della Cultura.

Ma prima di “sconfinare” in questi due affascinanti capoluoghi italiani, c’è molto da ammirare anche in questa splendida area geografica. I 3 giorni di manifestazione , dal tema “L’acqua che non c’è: a scuola dalle piante”, hanno un fittissimo programma di appuntamenti in cui scoprire vere e proprie perle, alcune delle quali sono visitabili anche a prescindere dall’evento stesso.

Il programma

Franciacorta in Fiore 2023 è completamente allestito nell’affascinante cornice del Borgo Antico di Bornato, in provincia di Brescia, che per l’occasione si addobba di splendide installazioni floreali curate dai migliori florovivaisti locali e nazionali. Tutti i giorni si potrà partecipare a mostre, esposizioni e a molto altro ancora, come per esempio visite guidate in vere e proprie meraviglie italiane.

Il 19 maggio è il giorno perfetto per addentrarsi tra le bellezze del Castello di Bornato, un’elegante struttura dotata di una cerchia di mura merlate in pietra grezza, con torri e contrafforti, fossati e un ponte levatoio, in cui scoprire giardini da sogno, sale affrescate e un’antica cantina in cui degustare un calice di Franciacorta.

Il 20 maggio, invece, è il giorno giusto per dirigersi presso il sito archeologico Antica Pieve San Bartolomeo di Bornato per conoscerne la storia, le indagini e le trasformazioni di uno dei luoghi storici di Cazzago San Martino. Poi ancora una bella passeggiata paesaggistica tra i vigneti delle colline della Franciacorta che non solo prevede una visita ai siti archeologici della Pieve di San Bartolomeo a Bornato, ma anche dell’antica Chiesa di San Vigilio a Monterotondo.

Il 21 maggio, e quindi l’ultimo giorno della manifestazione, è il momento di regalarsi una passeggiata panoramica nella natura Franciacortina. A disposizione c’è infatti un percorso di 6/8 km, e della durata di circa 3 ore , che conduce a stretto contatto con la vera anima di questo territorio.

In questa stessa giornata è anche prevista una visita al borgo di Bornato e ai suoi suggestivi santuari campestri aperti in esclusiva. Si conosceranno santuari dimenticati ma che sono ancora incantevoli luoghi di fede. E poi gli alberi monumentali di Cazzago da ammirare grazie a un’escursione naturalistica in mezzo a fusti centenari.

Franciacorta in fiore.. e dintorni

Franciacorta in fiore nasce anche con lo scopo di valorizzare la terra che la ospita. Per questo motivo l’amministrazione comunale ha coinvolto nel progetto alcune delle realtà più importanti attive sul territorio. A farne parte sono tantissimi comuni della tra cui Adro, Cologne, Gussago, Ospitaletto, Provaglio d’Iseo, Sulzano e molti altri ancora.

Da segnalare, per esempio, sono i Giardini diffusi (dal 10 maggio al 10 giugno 2023) da conoscere a piedi o in bicicletta. Si tratta di giardini disegnati e realizzati da professionisti qualificati, allo scopo di mostrare ai visitatori le nuove tendenze nella progettazione degli spazi verdi. Ciò vuol dire che da queste parti l’armonia tra piante e materiali regala un risultato affascinante ed ecosostenibile.

Sempre dal 10 maggio al 10 giugno si potrà partecipare anche a Balconi e vetrine in fiore, un’iniziativa che prevede la sistemazione di balconi, terrazzi, particolari architettonici, angoli e muri, utilizzando vegetali in vaso o in fioriera, visibili da piazze, vie o altri spazi accessibili al pubblico.

Chi adora camminare, invece, deve necessariamente intraprendere il Sentiero delle Edicole Votive nel territorio di Cazzago San Martino. Un cammino da fare tra alcuni degli elementi più significativi del territorio che prendono vita sia nei centri abitati, sia in campagna.

Insomma, è proprio il momento giusto per andare alla scoperta della Franciacorta.

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Pozze cristalline e marionette in Lombardia

Cercate un Hiking&water rinfrescante e poco impegnativo in Lombardia? Scopriamo insieme come rinfrescarci!

L’itinerario parte dal grazioso paese di Erve (LC), situato alle pendici del Monte Resegone a ca 600 metri di altitudine, diviso longitudinalmente dal torrente Gallavesa, e caratterizzato da numerosi ponti che congiungono le case dell’una e dell’altra riva.

Le Marionette

Erve vi accoglierà con creatività: gli abitanti si sfidano con divertenti marionette fatte di vasi, che assemblano dandogli una forma antropomorfa, per poi dipingerli con i colori più sgargianti.

Le Marionette di Erve
Le Marionette di Erve

Un’idea nata per intrattenere i bambini del locale oratorio, poi trasformatasi in una tradizione locale.

Le Pozze

Prendete la stradina in salita subito dopo la rotonda finale della strada, oltre il parcheggio e, dopo pochi metri, noterete le prime pozze d’acqua cristallina. Le pozze sono poco profonde (ca 1-1,5 m) ma deliziose. Subito dopo e precisamente qui, 45.829418, 9.454888, vedrete di lontano una deliziosa spiaggetta di ghiaia.

La pozza con la spiaggetta di ghiaia
La pozza con la spiaggetta di ghiaia

Individuate a destra la deviazione dal sentiero principale che la raggiunge. La spiaggetta è di ghiaia e ciottoli, incantevole e comoda, ma se avete voglia di ronfare 💤, portatevi un tappetino tipo yoga, addolcirà le zone più sassose.

La piscina naturale è poco profonda, ma a dir poco incantevole e si forma in una pausa che il torrente si concede dopo un paio di salti dell’acqua: sarete costantemente accompagnati dal confortante gorgoglio dell’acqua. 

Se proseguite oltre potete scoprire una bella cascata (45.828306, 9.454444): prendete una seconda deviazione che si inoltra nel bosco e seguitela fino in fondo. La deviazione è in piano e non più lunga di 100 m, però è un po’ stretta ed esposta, perciò attenzione se siete con bambini: precedeteli in modo da verificarne di persona la fattibilità. La cascata è sempre in ombra ma non c’è molto spazio per fermarsi.

La cascata in ombra
La cascata in ombra

Proseguendo oltre, evitate la deviazione presso la nicchia votiva rosa e prendete la successiva per una nuova pozza rinfrescante. Questa deviazione, non più di 50 m, è fattibile ma presenta un breve tratto ripido e scivoloso alla fine, di nuovo attenzione se siete con bambini o persone non nel pieno delle forze.

Si tratta di un bel posto con una piscina naturale principale (45.829674, 9.455460), profonda fino a 1,5 m, alimentata da una bella cascata.

Pozza, spiaggetta e cascata!
Pozza, spiaggetta e cascata

Oltre alla pozza principale ve ne sono qui altre più in basso che potrete esplorare.

Più avanti superato un ponticello in legno, ci sono due pozze (45.831342, 9.456452) davvero poco profonde, ma adatte per un picnic.

L’Alpeggio

Il sentiero principale esce gradualmente dal bosco, e arriva nei pressi di un bellissimo alpeggio (45.835889, 9.455472): lo scenario cambia radicalmente per farsi più montano. E’ possibile vedere di lontano alcuni camosci pascolare nella parte alta dell’alpeggio. Qui c’è posto veramente per tutti: un grande prato montano ospita armoniosamente tutti i tipi di tovaglie da picnic e troverete certamente un posto per pucciare i piedi nell’acqua del torrente.

Il grande alpeggio alla fine del sentiero
Il grande alpeggio alla fine del sentiero

Perciò, se capitate in una giornata calda e affollata e la sveglia non ha suonato ⏰ non disperate, qui c’è posto anche per voi! 😎

Per chi vuole inforcare i piedi sotto a un tavolo, in alpeggio c’è anche un agriturismo solitamente aperto per pranzo.

Il sentiero principale è abbastanza semplice, non presenta particolari ostacoli e misura, dal parcheggio all’alpeggio, 1 km per un dislivello di 70 m. E’ adatto ai bambini e si fa in 15 minuti circa.

Da qui, per chi vuole continuare a camminare, si snodano vari sentieri che risalgono il Resegone.

Anche se non si nuota, per la relativa profondità delle pozze (1-1,5 m), questa gita è una buona alternativa al caldo estivo, e presenta angoli davvero incantevoli.

Parcheggio

Attraversate tutto il paese, la strada termina con un grande parcheggio gratuito (45.828306, 9.454444). Se non trovate qui, in paese ci sono almeno altri 2 parcheggi: non vi incaponite ad arrivare fino in fondo se vedete parecchio viavai, la strada è stretta ed è facile che si ingorghi. E’ molto più rilassante fare due passi in più che imbottigliarsi in un paese così grazioso che davvero non lo merita!

Piuttosto se è un fine settimana molto caldo, scegliete di arrivare la mattina presto e certamente non avrete problemi. Se invece è già tardi beh… non disperate, vi spiego perchè più avanti.

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Ville Aperte, lo speciale evento di primavera in Brianza

Ville Aperte in Brianza taglia il nastro di una 21esima edizione che afferma la propria eccezionalità fin dalla formula in due tempi per due stagioni, con un assaggio primaverile della ricchissima kermesse prevista per l’autunno, in programma nei due weekend del 29 aprile e del 7 maggio. Dedicato alle ville di delizia e alle dimore storiche, l’evento primaverile vede spalancarsi le porte di 33 splendidi e maestosi edifici in 28 Comuni, sparsi nelle 5 province lombarde di Monza e Brianza, Lecco, Como, Città Metropolitana di Milano e Varese.

Alla scoperta delle ville di delizia e delle dimore storiche in Brianza

Oggetto di un percorso che mira al loro inserimento nella lista dei luoghi e dei monumenti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, le cosiddette ville di delizia sono quelle dimore di pregio costruite a partire dal XVI al XIX secolo dalle famiglie nobiliari milanesi, che trascorrevano lunghi periodi di vacanza e riposo in Brianza (qui 10 foto che te la faranno amare), beneficiando del clima particolarmente salubre presente a nord di Milano.

Le sale affrescate, i passaggi nascosti, i vialetti e le serre erano tra gli spazi adatti a diverse attività di svago, come ad esempio la caccia, i giochi e le feste, che contribuivano a rendere piacevole la permanenza e a mostrare agli ospiti la ricchezza e il potere dei proprietari.

Come villa rappresentativa dell’edizione 2023 è stata scelta la dimora conosciuta come Palazzo Rasini a Cavenago di Brianza. Costruito a partire dal XVI secolo e modificato nelle epoche successive, questo gioiello custodisce importanti cicli di affreschi e stucchi, realizzati tra ‘500 e ‘700 da celebri pittori.

L’elenco delle aperture dell’edizione primaverile

Di seguito l’elenco delle ville di delizia e delle dimore storiche che si potranno ammirare durante l’edizione primaverile della kermesse, inaugurata con un concerto gratuito, a cura della Filarmonica Paganelli ‘79, che si terrà nel cortile interno di Palazzo Rasini. L’edizione autunnale amplierà la panoramica su musei, edifici religiosi, vie d’acqua, architettura industriale, piccoli borghi e tanti altri siti culturali ricchi di bellezze nascoste, che faranno da ricca cornice alle dimore artistiche.

Ville in provincia di Monza e Brianza

  • Palazzo Rasini, Cavenago di Brianza
  • Reggia di Monza, Monza
  • Villa Reale Teatro di Corte, Monza
  • Palazzo Arese Borromeo, Cesano Maderno
  • Villa Cusani Traversi Tittoni (usata come set dai Maneskin), Desio
  • Villa Taverna, Triuggio
  • Villa Borromeo d’Adda, Arcore
  • Palazzo Rezzonico, Barlassina
  • Villa Zari, Bovisio Masciago
  • Villa Antona Traversi, Meda

Ville in provincia di Milano

  • Villa Visconti Borromeo Litta, Lainate
  • Castelletto di Cuggiono, Cuggiono
  • Villa Annoni, Cuggiono
  • Villa Ghirlanda Silva, Cinisello Balsamo
  • Villa Casati Stampa di Soncino, Cinisello Balsamo
  • Casa Bassi, Trezzo sull’Adda
  • Villa Arconati, Bollate

Ville in provincia di Como

  • Villa Adelaide, Alserio
  • Villa Carcano, Anzano del Parco
  • Villa Ceriani – Museo diffuso Dolores Puthod, Lomazzo
  • Villa Cagnola La Rotonda, Inverigo
  • Villa Majnoni d’Intignano, Erba
  • Villa Imbonati, San Fermo della Battaglia
  • Villa La Clerici, Erba
  • Villa Bernasconi, Cernobbio

Ville in provincia di Lecco e Varese

  • Villa Monastero, Varenna (Lecco)
  • Villa Bordone “La Rocchetta”, Bosisio Parini (Lecco)
  • Villa Sormani Marzorati Uva, Missaglia (Lecco)
  • Villa De Ferrari Bagatti Valsecchi, Merate (Lecco)
  • Villa Mapelli Mozzi, Castenovo (Lecco)
  • Villa Greppi di Bussero, Casatenovo (Lecco)
  • Villa Moriggia Castelfranchi, Calco (Lecco)
  • Villa Gianetti, Saronno (Varese)
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Malcesine, il borgo sul lago che stregò Klimt

Nell’abbraccio del Monte Baldo e delle azzurre acque del Lago di Garda, Malcesine è uno di quei borghi che rimangono impressi per sempre, una felice combinazione di natura, storia, avventura e scorci impagabili.

Bandiera Arancione del Touring Club, si distingue per il fascino irresistibile, per un’accoglienza di qualità e un’offerta d’eccellenza, per il panorama da favola e per le molteplici attività che propone ai suoi visitatori: dal relax, alle passeggiate, alle escursioni sul Monte Baldo, fino a emozionanti tour in battello e piacevoli pedalate sulle comode piste ciclabili.

Non è un caso che Malcesine, il borgo più caratteristico del Lago di Garda in provincia di Verona al confine con il Trentino, abbia stregato artisti del calibro di Klimt e Goethe: il pittore austriaco ne rimase abbagliato e dipinse due tra i suoi paesaggi più famosi ispirandosi alla sua intramontabile bellezza (“Malcesine sul Lago di Garda”, andato perduto nell’incendio del 1945 al Castello di Immendorf a Vienna e “La Chiesa di Cassone”, conservato presso la Galleria di Arte Moderna a Roma) mentre il poeta tedesco lo racconta nel celebre “Viaggio in Italia” e gli dedica disegni che si possono ammirare al Museo di Storia Naturale del Baldo e del Garda.

Le tappe da non perdere a Malcesine

Una visita all’affascinante borgo sul lago può iniziare dal centro storico, un pittoresco cuore di origine medievale caratterizzato da piazzette e vie acciottolate, le antiche case affiancate l’una all’altra, i muri in pietra, le porte, gli orti, i cortili, gli angoli mozzafiato nonché da osterie, ristorantini, pub, caffetterie, negozi e atelier.

Passeggiare nel raccolto centro consente di vivere appieno l’atmosfera che permea Malcesine, “Perla del Garda”, e raggiungere in poco tempo le sue attrazioni principali quali la Chiesa parrocchiale di Santo Stefano, la Chiesa dei SS.Benigno e Caro detta “della Disciplina”, il Palazzo dei Capitani, il Castello Scaligero e il Porticciolo.

Il Palazzo dei Capitani, edificato tra il Duecento e il Trecento, fu la sede dei capitani scaligeri e, successivamente del Capitano del Lago: oggi, ospita il Municipio e la Biblioteca ed è abbellito dal pregevole affresco nel salone su cui spiccano gli stemmi di Verona, del Capitano del Lago e della Gardesana, dagli scaloni, dalle ampie finestre in stile veneziano e da un poggiolo che dona una vista superlativa sul lago.

Il Castello Scaligero è simbolo indiscusso di Malcesine, in posizione scenografica su di uno sperone roccioso proteso sul lago: costruito con ogni probabilità in età longobarda e riedificato dagli Scaligeri di Verona attorno al Trecento, offre un suggestivo percorso di visita che si snoda tra punti panoramici unici, romantici cortili ed eleganti sale tra cui vanno citate la “Sala Goethe” dove vedere con i propri occhi i disegni realizzati dal poeta durante il suo soggiorno qui e la “Sala delle Galee“, mostra permanente che ripercorre gli usi cui venne destinato il castello nel corso dei secoli e la storia della navigazione sul lago.

Ma non soltanto: la torre del Castello, alta 70 metri, regala un panorama spettacolare sul lago, sul centro storico e al lato occidentale del Monte Baldo, e il Museo di Storia Naturale del Baldo e del Garda documenta, in nove sale, il patrimonio archeologico e naturale della zona tra il Garda e la montagna.

Non dimentichiamo, infatti, che il Monte Baldo, il più occidentale delle Prealpi Venete, veglia Malcesine ed è un altro dei motivi per cui vale la pena raggiungere il borgo lacustre: con un’altezza massima di 2218 metri, si fregia dell’appellativo di “Giardino Botanico d’Europa” grazie alla ricchezza della flora che va dagli ulivi agli oleandri fino alle viti, alla vegetazione mediterranea e alle stelle alpine.

La meraviglia delle spiagge e dei dintorni

Malcesine è una meta perfetta per chi preferisce il lago al mare e desidera rilassarsi in spiaggia: a soli 100 metri dal centro, ecco la Spiaggia di Paina, libera con una zona a pagamento e vari servizi, e poi la raccolta Spiaggia di Posterna, a ridosso del Castello.

Verso sud, si incontrano invece la Spiaggia Val di Sogno, da cui nei giorni di secca si può raggiungere a piedi l’Isola del Sogno, e la Spiaggia del lungolago, entrambe libere.

Esplorando i dintorni, non può mancare il delizioso borgo di Cassone di Malcesine con il fiume Arìl, il più corto al mondo con 175 metri di lunghezza, tre ponti e una cascata, e il Museo del Lago che, tra oggetti di uso quotidiano e attrezzi da lavoro, racconta com’era il passato sul lago.

Anche qui, spiccano due spiagge, a nord e a sud del centro storico.

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Treni storici: una stagione di nuove tratte

Al via domenica 2 aprile la nuova stagione di viaggi sui treni storici della Lombardia con 29 itinerari tutti con partenza da Milano.

Novità principale di quest’anno, i viaggi verso Bergamo e Brescia, splendide città Capitali della Cultura 2023, e per Cremona e Mantova dove, rispettivamente il 30 aprile e il 21 maggio, verrà impiegato per la prima volta l’ETR 252 Arlecchino, il rapido che effettua servizio di prima classe con servizio bar a bordo.

Nuovo anche l’itinerario verso Chiavenna, lungo le sponde del Lago di Como e la Val Chiavenna.

Confermati gli itinerari degli anni passati, all’insegna di un turismo lento e sostenibile anche grazie alla possibilità di trasportare gratuitamente a bordo la propria bici negli antichi bagagli appositamente attrezzati.

Antiche locomotive per andare alla scoperta della Lombardia

L’offerta turistica, promossa dalla Fondazione FS per la Regione Lombardia, è l’occasione perfetta per andare alla scoperta delle bellezze del territorio lombardo nella sfavillante cornice dei treni d’epoca, locomotive a vapore ed elettriche al traino di antiche vetture centoporte degli anni Trenta.

Troviamo, così, il Lario Express, treno storico a vapore che da Milano Centrale punta a nord verso Como, attraversa la verde Brianza agricola su una linea secondaria di grande fascino effettuando brevi fermate, e arriva a Lecco.
È anche previsto un nuovo servizio di navigazione, in coincidenza con il treno, sul piroscafo storico ‘Concordia’, gestito dalla società di Navigazione Laghi, da Como a Lecco via Bellagio, in alternativa al percorso ferroviario Como-Lecco.

Altrettanto interessante è l’itinerario percorso dal Sebino Express, locomotiva elettrica e a vapore con carrozze anni Trenta “Centoporte”, carrozze anni Cinquanta Corbellini e bagagliaio, che partendo da Milano Centrale viaggia nel cuore del Parco Regionale del fiume Oglio, alle pendici della Valcamonica: qui spicca il Lago d’Iseo, abbracciato dai monti e punteggiato da graziosi borghi ricchi di tradizione e arte.
Il treno storico arriva a Palazzolo sull’Oglio e, dopo una decina di chilometri, raggiunge Paratico-Sarnico dove, in passato, si svolgeva sull’imbarcadero tuttora esistente, il trasbordo dei carri ferroviari sulle chiatte a motore dirette agli stabilimenti siderurgici di Lovere.

Ancora, ecco il Besanino Express, che da Milano Centrale oltrepassa Monza e la Brianza per giungere a Besana e poi a Lecco,  il Laveno Express, da Milano Centrale a Laveno, dove il panorama sul Lago Maggiore è a dir poco incantevole, e il Lomellina Express da Milano a Mortara dove i viaggiatori potranno scegliere tra quattro tour: “Colori di Maggio”, Storie lomelline”, “Avventura e natura”, “Tra sacro e profano”.

Le parole di soddisfazione in merito alla coinvolgente iniziativa 2023

Un’iniziativa importante” ha commentato l’assessore regionale ai Trasporti e Mobilità sostenibile, Franco Lucente “che permette di scoprire angoli e borghi della Lombardia in maniera inedita, a bordo di treni storici dal grande fascino. Sono tante le perle che ci riserva la nostra regione: paesi, scorci naturali, laghi e città che tra modernità e tradizione meritano di essere scoperti.
Grazie alla collaborazione tra Regione Lombardia e Fondazione FS, il viaggio diventa un’esperienza unica.
Un avvincente e stimolante salto nel passato, un momento di stacco dalla quotidianità per immergersi totalmente in epoche dal sapore antico e attrattivo.
L’iniziativa, che mira a valorizzare percorsi e progetti legati alla mobilità sostenibile, ha un grande impatto sul settore turistico, come dimostrato dal successo degli anni scorsi.
Sono sicuro che con l’implementazione dei nuovi itinerari il servizio sarà ancora più apprezzato e amato sia dai lombardi sia dai turisti
“.

Il direttore generale della Fondazione delle Ferrovie dello Stato, Luigi Cantamessa, ha dichiarato: “Quest’anno, d’accordo con l’Assessorato ai Trasporti della Regione Lombardia, abbiamo introdotto nuovi affascinanti itinerari in treno storico che, oltre ai laghi, puntano a valorizzare anche le capitali della Cultura nel 2023 e anche Cremona e Mantova che ospitano importanti manifestazioni culturali. Per alcune di queste circolazioni, metteremo a disposizione l’ETR252 ‘Arlecchino’ simbolo del made in Italy e del boom economico degli anni ’60 del secolo scorso“.

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Riapre Villa Arconati, la piccola Versailles d’Italia

Il 26 marzo riapre le porte Villa Arconati, famosa per essere la “piccola Versailles” italiana. Il meraviglioso giardino della villa si risveglia con nuovi suoni, profumi e colori e le sale spalancano le finestre – 365, come i giorni dell’anno, secondo una leggenda locale – per far entrare la luce di una nuova primavera.

Villa Arconati ha mantenuto miracolosamente intatta la propria identità, senza essere inglobata nel tessuto urbano della vicina Milano, grazie al fatto di essere nel cuore verde del Parco delle Groane. Tra i più illustri esempi di villa di delizia del patriziato milanese, vanta un fascino senza tempo, arricchito da quattro secoli di storia.

La storia di Villa Arconati

Realizzata per volere di Galeazzo Arconati, la villa lombarda è uno degli esempi più belli di villa di delizia a Nord di Milano. L’edificio è circondato da un giardino di 12 ettari con statue, fontane e giochi d’acqua. All’interno del palazzo si trovano 70 sale, la più bella è senza dubbio la sala da ballo ornata con stucchi e dorature.

Troviamo, inoltre, la Sala dei ricevimenti, abbellita dagli affreschi dei Fratelli Galliari e la scultura di Tiberio sotto cui, secondo la leggenda, venne pugnalato Giulio Cesare. Villa Arconati è l’unica residenza del Nord Italia a poter vantare una statua romana originale in marmo di queste dimensioni (la scultura è alta quasi tre metri) all’interno delle proprie mura.

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Fonte: 123rf

Villa Arconati, uno splendido esempio di villa di delizia

Il progetto di ampliamento e ingentilimento della villa e del duo ampio parco, portò il “Castellazzo” a trasformarsi da semplice casamento di campagna in una delle più ricche e imponenti residenze nobiliari del patriziato, tanto da vantare l’appellativo di “regia villa” già nel Seicento, poiché poteva rivaleggiare in splendore con le residenze dei reali.

La villa del Settecento riapre le porte ai turisti e curiosi mostrandosi sempre più bella, grazie soprattutto ai recenti interventi di restauro non solo nelle sale interne del palazzo, ma anche nel giardino monumentale. I lavori hanno permesso di recuperare il parterre settecentesco alla francese e la topiatura delle “ballerine”, ma anche le sale del piano terra, fra cui la Sale degli Ovali, le sale dell’ala museale, la Sala della Caccia, che conserva 12 tele datate 1705 del Maestro Crivellone, firmate e datate, realizzate ad hoc per questa stanza.

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Fonte: 123rf

Dettagli della facciata di Villa Arconati

Il palazzo, privo degli antichi arredi, è ricchissimo di storia e delle “storie” narrate dalle sontuose decorazioni, frutto del più fine stile barocchetto lombardo. Oltre a una visita per godere degli imponenti affreschi a trompe l’oeil, degli stucchi e delle dorature, delle quadrature e degli sfondati prospettici che aprono su cieli sereni dipinti, è possibile vivere alcuni ambienti proprio come gli antichi ospiti della villa.

Il giardino di Villa Arconati

Punto forte di Villa Arconati è il suo giardino di 12 ettari che, a oggi, è uno dei pochissimi esempi di giardino all’italiana e alla francese conservati in tutta la Lombardia, non avendo subito un ammodernamento “all’inglese” nell’Ottocento, come invece accadde a moltissimi parchi della zona.

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Fonte: 123rf

Il maestoso giardino di Villa Arconati

Il giardino di Villa Arconati è un luogo incantato, con statue classiche, berceaux, fontane i cui giochi d’acqua sono stati realizzati partendo dallo studio diretto del “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci, che era un tempo di proprietà di Galeazzo Arconati, il quale lo donò nel 1637 alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, dove oggi è gelosamente conservato. Notevole è anche il grande parterre, il giardino alla francese sul fronte Sud che, grazie al recente restauro, è tornato all’elegante aspetto originale.

Info utili

Villa Arconati sarà aperta tutte le domeniche dal 26 marzo al 10 dicembre 2023. Vengono organizzate anche delle speciali visite guidate il lunedì mattina e il giovedì pomeriggio alla scoperta delle meraviglie del giardino di Villa Arconati. Sarà percorso di visita più ampio mai proposto dalla villa, che permetterà di visitare quasi tutti i 12 ettari del giardino, alla scoperta degli ambienti più ricchi dal punto di vista storico-artistico e architettonico del giardino all’italiana: i teatri dedicati ai miti classici, le fontane con i giochi d’acqua, i berceaux, ma anche ambienti meno conosciuti ma altrettanto suggestivi, come il laghetto, l’antica voliera e il labirinto, fino ad arrivare al parterre, uno dei pochissimi giardini alla francese della Lombardia.

I visitatori possono scegliere di effettuare una visita libera del complesso, supportati dalla mappa consegnata gratuitamente all’ingresso e dai pannelli esplicativi che si trovano negli ambienti più rappresentativi del palazzo e del giardino.

Gli orari d’apertura sono dalle 11 alle 19 (ultimo ingresso alle 18). Il biglietto intero costa 10 euro, il ridotto 7 per i ragazzi dagli 11 ai 17 anni e per le persone diversamente abili, mentre è gratuito per bambini fino ai 10 anni e per gli accompagnatori di persone diversamente abili. La visita guidata costa 6 euro oltre al costo del biglietto d’ingresso. È consigliata la prenotazione online.

 

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Castelli aperti tra Bergamo e Brescia (e non solo)

La primavera che arriva porta con sé alcuni degli appuntamenti più attesi e belli dell’anno. Tra questi ci sono le Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali in Lombardia promosse dall’associazione Pianura da scoprire. E nell’anno in cui Bergamo e Brescia sono Capitale italiana della cultura torna più in forze che mai il circuito di castelli, palazzi e borghi medievali che mette in rete oltre 20 località sparse nella pianura bergamasca e bresciana, nel cremasco e sul confine milanese del fiume Adda.

Le Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali

A partire dal 5 marzo, per poi continuare ogni domenica del mese e per tutte le festività, numerose bellezze storiche e architettoniche apriranno porte e portoni, ponti levatoi e torri d’avvistamento per farci fare un vero e proprio tuffo nel passato, e più precisamente tra battaglie, condottieri, aneddoti e costumi del Medioevo.

E la buona notizia è che quest’anno, grazie alla sempre maggiore richiesta di aperture, si aggiunge al calendario anche la prima domenica del mese di dicembre per permettere a tutti i visitatori di scoprire la bellezza di questi luoghi anche nel periodo invernale.

In poche parole ci saranno tantissime località aperte in contemporanea nelle stesse date. Occasioni incredibili per migliaia di turisti che potranno scegliere il proprio percorso e/o visitare uno o più castelli nelle tante giornate di apertura.

Castello di Malpaga lombardia

Fonte: iStock – Ph: Mrkit99

Il Castello di Malpaga

Le novità di quest’anno

Per quest’anno sono previste numerose iniziative che coinvolgeranno in particolare le due province di Bergamo e Brescia e le più belle località tra palazzi e manieri medievali del territorio. Il calendario prevede per domenica 2 aprile un tour in pullman in partenza dalla città di Brescia che conduce sulle tracce del grande condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni .

Un itinerario che toccherà il Castello di Solza, paese natale del capitano di ventura, il Castello di Malpaga, suo quartier militare e persino dimora ricca di pregiatissimi affreschi, e il borgo medievale di Martinengo con i notevoli lasciti civili e religiosi voluti dallo stesso Colleoni.

Ma non è finita qui, perché in accordo con le associazioni delle bande musicali bergamasche e bresciane avranno luogo concerti bandistici in location d’eccezione, così come mostre d’arte, esposizioni e il progetto “Inedita” dell’associazione Desidera, per ospitare letture di opere ideate da scuole di scrittura creativa con testimonial d’eccezione.

Altrettanti sono gli eventi che nei diversi mesi saranno organizzati in concomitanza delle giornate d’apertura, tra rievocazioni, concerti, mercatini d’antiquariato, degustazioni e speciali iniziative dedicate ai più piccoli o approfondimenti culturali per agli appassionati.

Quali meraviglie non perdere

Tanti appuntamenti e, soprattutto, numerosissime attrazioni da scoprire. Ne abbiamo selezionate alcune, quelle che secondo noi non bisogna perdere assolutamente. Del resto in questo 2023 sono oltre 20 i castelli, palazzi e borghi medievali, sparsi nella pianura tra Bergamo, Brescia, Cremona e Milano, che potrete esplorare durante le date previste dalla manifestazione.

E la buona notizia è che in ogni località si potranno effettuare visite guidate e partecipare ai numerosi eventi.

Trezzo sull’Adda, con numerose sorprese

Tra i comuni da scoprire vi segnaliamo Trezzo sull’Adda, in provincia di Milano, che cela numerose sorprese in grado di soddisfare ogni gusto. Una di queste è il suo castello con i temibili sotterranei ricchi di storie e leggende e l’imponente torre di cui godere di una vista mozzafiato. Costruito nella metà del 1300, si racconta che strani avvenimenti hanno caratterizzato sin da subito la sua edificazione: lo stesso proprietario venne avvelenato proprio nelle prigioni sotto al maniero.

Trezzo sull’Adda lombardia

Fonte: iStock – Ph: germi_p

Veduta di Trezzo sull’Adda

Molto interessante anche la centrale idroelettrica Taccani che con la sua notevole facciata che domina il corso del fiume. Si tratta di un manufatto industriale di inizio 1900 tutt’oggi funzionante. Con una facciata eclettica e gli interni in stile liberty, vi è persino un museo virtuale dedicato all’energia rinnovabile studiato per famiglie e bambini di ogni età.

Il borgo del Padergnone, con una storia millenaria

Sono numerosi i borghi che partecipano all’iniziativa, ma noi vi consigliamo di fare un salto a Padergnone che è una delle due frazioni di Zanica, in provincia di Bergamo. Dalla storia millenaria, è un vero susseguirsi di lapidi romane, fortilizio militare, camerae pictae, stemmi di importanti famiglie e misteriosi camminamenti sotterranei.

Attualmente è una proprietà privata, ma è possibile effettuare visite guidate contattando la struttura.

Rocca di Soncino, esempio di architettura militare lombarda

Vale la pena fare un salto anche alla Rocca di Soncino in provincia di Cremona. Alta 28 metri e larga 73, si articola in due strutture quadrilatere. La Rocca, superato l’androne principale, regala un piccolo cortile cinto da massicce cortine murarie, percorse da camminamenti con spalti merlati.

Rocca di Soncino lombardia

Fonte: iStock – Ph: MTravelr

La Rocca di Soncino

Interessante anche la Torre del Capitano, una scala interna che conduce dal sotterraneo all’abitazione del castellano. In passato costituiva l’estrema possibilità di resistenza e difesa, da qui gli assediati potevano raggiungere l’uscita verso Santa Maria delle Grazie.

Santuario di Santa Maria della Croce, dove l’arte si con un antico culto mariano

Chi è in cerca di luoghi religiosi non può perdersi il Santuario di Santa Maria della Croce a Crema, in provincia di Cremona. All’interno del tempio coesistono le linee architettoniche del primo Rinascimento Lombardo con una decorazione barocca e con opere del primo e del medio Novecento.

Dalla storia decisamente particolare, è un monumento d’arte e centro spirituale fra i più importanti della città. Il progetto fu affidato appunto a Giovanni Battaglio che s’ispirò al Bramante e concepì l’edificio in cotto, a pianta centrale, traforato da tre gallerie sovrapposte, con cappelle ai quattro punti cardinali. La costruzione venne però portata a termine nel 1500 da Giovanni Antonio Montanaro, che vi aggiunse l’ultima galleria.

Castello di Padernello, dove il tempo pare essersi fermato

Infine, vi consigliamo una visita al Castello di Padernello in provincia di Brescia, un punto di riferimento importante per attività culturali di qualità, ma anche un luogo meraviglioso dove aleggia una leggenda davvero particolare.

Secondo la tradizione, una ragazza timida e malinconica che nacque a Brescia si ritirò in questo spettacolare maniero per trovare la pace. Purtroppo un sera, mentre stava seduta sui merli delle mura, vide delle lucciole e si sporse per volare insieme a loro. Una situazione che la portò a morire a soli 14 anni. Da quella sera, ogni 10 anni nella notte del 20 di luglio il suo fantasma si reca nel salone del castello con un vestito bianco mentre tra le mani tiene un libro d’oro che all’interno cela un segreto: quello della Dama Bianca.

Castello di Padernello lombardia

Fonte: GettyImages – Ph: DEA / M. BORCHI

Il Castello di Padernello
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C’è un nuovo e bellissimo itinerario alle porte di Milano

Basta poco per uscire da Milano, dalle sue strade grigie e dai suoi negozi affollati nel weekend, per trovarsi in un’altra dimensione. Molto più lenta, più verde e decisamente più rilassante. Un nuovo itinerario, che tocca luoghi poco noti dal punto di vista turistico, porta alla scoperta di veri e propri gioielli architettonici che si possono visitare.

L’itinerario è la Strada delle Abbazie ed è un cammino che porta alla scoperta di sette meraviglie della Lombardia, radicate nel territorio e che hanno contribuito allo sviluppo dal punto di vista culturale, ma anche economico e ambientale. La secolare presenza delle comunità monastiche in questo territorio, nel Parco agricolo Sud Milano e nel Parco del Ticino, ha lasciato un’impronta importante intorno a Milano, tutt’oggi ben visibile. E che pochi, neppure i milanesi, conoscono.

Questi sette luoghi sono così vicini da poter essere raggiunti a piedi partendo dal Capoluogo lombardo, ma tanto quanto basta per immergersi in una zona troppo spesso trascurata – spesso definita semplicemente periferia – e che oggi può essere valorizzata con una semplice gita fuori porta.

La Strada delle Abbazie: itinerario

L’itinerario ad anello s’inoltra nella campagna milanese, attraversando un paesaggio contrassegnato da rogge, terreni coltivati, navigli e cascine, un tempo fulcro dello sviluppo agricolo, e, oggi, luoghi di aggregazione a contatto con la natura. Lungo il cammino s’incontrano le abbazie medievali, che danno il nome alla strada, quella di San Lorenzo in Monlué, di Chiaravalle, Mirasole, Morimondo e Viboldone, con le loro affascinanti storie, e due chiese, la Basilica di Santa Maria in Calvenzano e la chiesa di San Pietro in Gessate. Sono luoghi di fede, ma anche di cultura e di accoglienza che meritano di essere conosciute.

Il cammino intero è lungo 130 chilometri ed è diviso in sei tappe. Naturalmente, non è necessario percorrerlo interamente, chi desidera può anche fare una sola tappa e fermarsi, magari, a mangiare in una delle tante trattorie lungo la strada.

Le tappe della Strada delle Abbazie

La strada delle Abbazie parte da Milano per giungere alla prima tappa che è quella di Chiaravalle (16,9 km). La tappa successiva è da Chiaravalle a Melegnano (21,8 km), la terza tappa va da Melegnano a Rozzano (25 km), la quarta da Rozzano a Morimondo (21,6 lm), la quinta arriva a Trezzano sul Naviglio (17,9 km) e l’ultima tappa è quella che torna a Milano (14,1 km).

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué fu fondata nel 1267 dai monaci dell’ordine degli umiliati. La costruzione è in stile romanico-lombardo, realizzata in cotto. Tutt’intorno venne costruito il borgo: un’ampia corte agricola con gli edifici monastici e i rustici agricoli, tra cui il mulino, circondati da prati e campi, a formare la grangia. Questo luogo era simbolo di laboriosità, di preghiera, di meditazione e di suoni dolci, oggi prevaricati dall’imponenza della tangenziale.

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Fonte: 123rf

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle fu fondata nel XII secolo da San Bernardo di Chiaravalle e costituisce uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia. Tutte le pareti interne dell’abbazia sono impreziosite da cicli pittorici, tra cui gli affreschi realizzati nel 1600 dai fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro della Rovere. Al di là della strada, nel parco della Vettabbia, c’è un antico mulino, in uso per l’attività dei monaci fino al 1798. Oggi è un centro polifunzionale di educazione alla sostenibilità.

L’Abbazia di Viboldone

L’Abbazia di Viboldone a San Giuliano Milanese fu costruita tra il 1176 e il 1348 ed è una delle più importanti del Medioevo lombardo. La chiesa, con la facciata a capanna di mattoni in cotto, su cui spicca il portale in candido marmo, è un bell’esempio di transizione dal romanico al gotico. All’interno conserva numerose opere d’arte, tra cui diversi affreschi di scuola giottesca dipinti intorno alla metà del XIV secolo. Fondata dagli umiliati, le cui principali attività lavorative erano la coltivazione dei campi e la tessitura dei panni in lana, fu in seguito affidata ai benedettini olivetani e, oggi, è gestita dalle benedettine di Viboldone, dedite alla clausura, che dal 1940 l’hanno restituita a nuova vita.

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Fonte: 123rf

L’Abbazia di Viboldone

La Basilica di Santa Maria in Calvenzano

Prima di entrare a Melegnano si fa una deviazione per ammirare la Basilica di Santa Maria in Calvenzano. L’edificio è il risultato di tre chiese sovrapposte: la più antica di epoca paleocristiana (IV secolo), quindi una chiesetta dell’anno Mille e, infine, una chiesa cluniacense, che è quella a noi visibile oggi. Quest’ultima, costruita sul finire dell’XI secolo da monaci benedettini riformati di Cluny, fu realizzata in stile romanico, in mattoni e utilizzando pietre di reimpiego, provenienti da costruzioni precedenti o da crolli. Fu il primo priorato cluniacense nella diocesi di Milano, a cui ne seguirono oltre 50 in tutta la Lombardia, promotori dell’emancipazione della Chiesa dal potere feudale.

L’Abbazia di Mirasole

Si arriva poi all’Abbazia di Mirasole, un esempio ottimamente conservato di una corte medievale, da cui deriva l’impianto della cascina lombarda. La chiesa, risalente alla fine del Trecento, conserva all’interno affreschi rinascimentali, mentre la torre campanaria è più antica di un secolo. All’esterno ruba la scena a tutto il complesso il piccolo chiostro quattrocentesco. Il giardino interno è suddiviso in quattro parti per simboleggiare i quattro passi della spiritualità claustrale, che accompagnano il monaco nell’esperienza del paradiso terrestre. Gli edifici della corte formano un quadrilatero ed erano circondati da un fossato con una torre munita di ponte levatoio.

L’Abbazia di Morimondo

L’antica Abbazia cistercense e il borgo di Morimondo racchiudono lo spirito di questo itinerario, un luogo magico e fuori dal tempo a due passi dalla metropoli. Fondata nel 1134 da monaci provenienti da Morimond, nella Haute-Marne, in Francia, fu la prima abbazia cistercense costruita in Lombardia. I monaci scelsero questo luogo sia per la sua posizione elevata rispetto alla valle sia per la ricchezza delle acque e la fertilità del territorio. Oggi, conserva ancora la maestosa e solenne architettura originaria in stile gotico. Per la costruzione vennero utilizzati mattoni prodotti in una fornace costruita dai monaci. L’abbazia è costruita su quattro livelli, sfruttando un terrazzamento ricavato dal terreno. La struttura comprende la chiesa, il chiostro, la sala capitolare, le celle dei monaci, il refettorio e lo scriptorium.

La Chiesa di San Pietro in Gessate

Sulla strada del ritorno s’incontra la Chiesa di San Pietro in Gessate. Documentata già dal XIII secolo, probabilmente eretta dagli umiliati, venne ricostruita alla metà del XV secolo dai benedettini, ai quali fu affidata unitamente al monastero, per diventare, alla fine del Settecento, sede dell’orfanotrofio dei Martinitt. Il complesso fu gravemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La chiesa offre oggi un angolo di pace e raccoglimento, sia all’interno, dove sono conservati ancora degli affreschi quattrocenteschi, sia all’esterno, con il piccolo sagrato, le aiuole e le panchine nel pieno centro della città.

L’itinerario è raccolto nella guida “La strada delle abbazie” scritta da Caterina Barbuscia, Valeria Beretta e Denis Trivellato per Terre di mezzo Editore.

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Il nuovo cammino tra Bergamo e Brescia, Capitale della Cultura 2023

In occasione dell’anno di Bergamo e Brescia, Capitale della Cultura 2023, sono tantissime le iniziative che stanno nascendo per promuovere non soltanto le due città lombarde, ma l’intero territorio.

Una di queste resterà per sempre ed è un itinerario che collega Bergamo e Brescia da percorrere interamente a piedi in qualunque stagione. È la nuova Via delle Sorelle, ben 130 chilometri di cammino dedicato al turismo lento, nato per valorizzare e far scoprire i Comuni che attraversa in modo sostenibile. Una sorta di Cammino di Santiago, con tanto di passaporto da far timbrare e da tenere come ricordo.

La Via delle Sorelle tra Bergamo e Brescia

Il nome richiama il concetto del rapporto stretto tra le due città, che si assomigliano, che sono vicine e che, come sorelle, sono molto unite.

Il percorso si sviluppa quasi interamente in collina, in mezzo alla natura, e incrocia sentieri già esistenti e altre vie storiche, come l’Antica Strada Valeriana e il Cammino di Santa Giulia, facendo conoscere caratteristiche, tradizioni e, perché no, prodotti del territorio a tutti coloro che lo attraversano.

Unendo le due città principali, la via tocca 34 Comuni, oltre a Bergamo e a Brescia, sei dei quali saranno considerati tappe principali, dove si potranno trovare ostelli o strutture ricettive dove pernottare, dai b&b ai campeggi, con tariffe agevolate per chi presenta il passaporto con le credenziali.

Si attraversano anche due Parchi regionali – il Parco dei Colli di Bergamo e il Parco regionale Oglio Nord – e due strade del vino, la Strada del Vino di Franciacorta e la Strada del Vino Valcalepio e dei sapori della bergamasca.

Fanno parte dell’itinerario anche due siti Unesco, il Complesso Santa Giulia a Brescia e Città Alta a Bergamo, con le sue Mura venete.

I Comuni attraversati dalla Via delle Sorelle sono: Collebeato, Concesio, Cellatica, Gussago, Rodengo Saiano, Ome, Monticelli Brusati, Iseo, Provaglio di Iseo, Corte Franca, Adro, Capriolo, Paratico, Sarnico, Credaro, Villongo, Gandosso, Castelli Calepio, Grumello del Monte, Chiuduno, Carrobbio degli Angeli, Gorlago, Montello, Costa di Mezzate, Bagnatica, Brusaporto, Albano S. Alessandro, San Paolo D’Argon, Torre de’ Roveri, Scanzorosciate, Villa di Serio, Nembro (e la sua frazione Lonno), Alzano Lombardo (frazioni di Brumano – Burro – Olera) e Ponteranica.

La “Compostela” lombarda

La Via delle Sorelle è un cammino bidirezionale, pertanto si può scegliere la città di partenza, Bergamo, Brescia o uno dei 34 Comuni, e raggiungere l’arrivo in sei tappe, ciascuna nella media dei 20-25 km l’una, bene indicate da un’apposita segnaletica. Sì, perché ogni tappa della Via delle Sorelle ha una propria particolarità naturale e culturale tale da essere vissuta anche come gita giornaliera o per un weekend fuori porta.

Il percorso è tutto una scoperta. Lungo l’intero territorio attraversato dalla via s’incontrano installazioni e si può assistere a performance artistiche, concerti o spettacoli: un vero palcoscenico a cielo aperto per le arti visive, insomma.

Sarà un lascito di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023, la Via delle Sorelle, anche chiamata “Cammino della Cultura”, un itinerario culturale, prima di tutto, oltre che artistico, naturalistico, sostenibile e resiliente.

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Cosa vedere a Bergamo, Capitale Italiana della Cultura 2023

Il 2023 è l’anno in cui bisogna assolutamente visitare Bergamo, nominata Capitale italiana della Cultura, insieme a Brescia. Con un patrimonio storico e artistico incredibile, monumenti e attrazioni di ogni tipo, “la Città dei Mille” è la destinazione perfetta dove trascorrere un weekend ricco di eventi speciali, che portano anche alla scoperta di luoghi inediti. Ecco cosa fare e vedere assolutamente.

Musica e arte: gli eventi da non perdere a Bergamo

Dopo avervi parlato degli eventi imperdibili a Brescia, eccoci a Bergamo, legata a doppio filo alla “Leonessa d’Italia” da una comune visione che è alla base del concept della Città Illuminata, dove la cultura diventa strumento inclusivo e di potenziamento per rilanciare e rigenerare le comunità. Nel secondo weekend di inaugurazione della Capitale, la musica sarà protagonista della tre giorni “La città in festa”, insieme ad una serie di splendide iniziative e all’avvio del programma “family friendly”, il primo nella storia delle Capitali italiane della Cultura dedicato in particolare alle famiglie e agli spettatori più giovani.

Il 28 e 29 gennaio, musica e arte si fondono nella rassegna “Unexpected Jazz”, concerti jazz “in luoghi che non ti aspetti”, che si terranno in location d’eccezione di Città Bassa, poco note o normalmente non destinate ad eventi musicali, tra cui Sala degli Specchi di Palazzo Frizzoni, ex Diurno in piazza Dante, Chiesa del Monastero Matris Domini di via Locatelli, Chiesa del Monastero di San Benedetto in via Sant’Alessandro. Città Alta è, invece, il palcoscenico di “ImprovvisAzioni – Azioni Improvvise. Teatro Sociale in musica”, il format che prevede l’apertura del teatro con ingresso gratuito per un intero pomeriggio. Per chi ama le sorprese, ci sono i concerti “Sofar Sounds”, movimento di concerti segreti nato a Londra nel 2009, che organizza per l’occasione un evento musicale in un luogo segreto, che verrà comunicato solo a chi iscriverà alla serata.

Tra musei e biblioteche

All’Accademia Carrara fervono i lavori di rinnovamento, in vista della grande riapertura del 28 gennaio, quando verrà inaugurata la mostra “Cecco del Caravaggio. L’Allievo Modello”, allestita fino al 4 giugno. L’aggiornamento del museo, in occasione di Bergamo Brescia Capitali della Cultura, ha tra gli obiettivi non solo conservazione, studio, ricerca, promozione e divulgazione, ma anche maggiore flessibilità e attrattività, grazie a nuove idee e a un importante investimento economico in un’ottica di sostenibilità e proiezione verso il futuro.

Da cogliere al volo anche l’occasione di una visita al Museo di Scienze Naturali e al Museo e Tesoro della Cattedrale, che continueranno la loro partecipazione alle giornate inaugurali mantenendo l’ingresso gratuito sia sabato 28 che domenica 29, comprese alcune visite guidate. Ai musei istituzionali si affiancano nuove mostre inaugurate per l’occasione, come il nuovo e affascinante spazio espositivo Cordani in via Moroni, dedicato al lavoro di Gianriccardo Piccoli, e la mostra “Fiberstorming” all’Ex Ateneo, che racconta il meglio dell’arte tessile, con una particolare attenzione a giovani artisti bergamaschi.

Particolarmente interessante anche la programmazione del Sistema Bibliotecario Urbano, che sabato 28 gennaio propone la giornata “Porte Aperte”, con tante attività dedicate a bambini e bambine in tutte le biblioteche dei quartieri. È, inoltre prevista un’apertura pomeridiana straordinaria della Biblioteca Galizzi di Loreto, molto amata dai più piccoli, mentre la Biblioteca Civica “Angelo Mai” guiderà il pubblico affezionato in un itinerario tra i tesori di Palazzo Nuovo.

Andare alla scoperta dei maestri artigiani bergamaschi

Tra le novità da non perdere a Bergamo c’è la possibilità di conoscere da vicino l’artigianato artistico bergamasco. Nelle giornate inaugurali della Capitale Italiana della Cultura si propone, infatti, una selezione delle botteghe artigiane della città,  dall’oreficeria alla ceramica, dalla liuteria al mosaico, dalla sartoria al restauro del metallo, fino all’ebanisteria. Il percorso di visita è libero e offre la possibilità di recarsi direttamente negli atelier per conoscere i maestri artigiani, ammirare i loro prodotti e scoprire tutti i segreti del loro lavoro. La piattaforma Wellmade, progetto digitale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, mette a disposizione un sito e una app per intercettare i migliori artigiani in Italia e creare itinerari personalizzati per visitare le botteghe più interessanti.

Divertirsi con le creazioni artistiche del Théâtre de la Toupine

Durante la tre giorni “La città in festa”, il programma dedicato alle giornate inaugurali della Capitale Italiana della Cultura, approderanno a Bergamo le creazioni artistiche del Théâtre de la Toupine. Vere e proprie sculture realizzate con oggetti bizzarri, legno recuperato dai fiumi e materiali eterogenei, collocate in Piazza Dante e in due parchi cittadini, che potranno essere utilizzate dai bambini come vere giostrine da parco e prendere vita grazie all’interazione del pubblico adulto. Magiche sculture ecologiche, giochi ambulanti, macchine teatrali e curiosità vaganti per il divertimento dei piccoli e degli adulti.

Il primo programma dedicato alle famiglie

Tante e inedite le iniziative dedicate alle famiglie. Nel weekend del 27 e 29 gennaio si accenderanno i riflettori su “Che spettacolo il 2023!”, il primo programma ‘family friendly’ di una Capitale Italiana della Cultura, un progetto nato dalla co-progettazione fra gli enti dei due territori che si occupano di teatro ragazzi e gli Assessorati alla Cultura di Bergamo e di Brescia, che propone un calendario ricchissimo e multiforme, in cui sono raccolte tutte le attività dedicate ai più piccoli, tra teatro, lettura, cinema, storia, scienza. Con uno sguardo alle nuove generazioni, la Capitale 2023 dedica un palinsesto che prevede una selezione di spettacoli ed eventi dedicati agli spettatori che inizieranno la loro vita culturale proprio con BGBS2023. Un’offerta che si distingue per l’appeal internazionale e darà vita al Passaporto culturale della Capitale, uno strumento che mira a raggiungere le nuove genreazioni con un supporto digitale e analogico.

Effetto Capitale Italiana della Cultura: boom di prenotazioni

Stando a quanto riporta Airbnb, cresce la ricerca di alloggi a Bergamo per il 2023, quasi duplicata rispetto allo scorso anno, con picchi nei primi giorni di gennaio e nel primo weekend di aprile. Per le due città designate per la prima volta insieme Capitali Italiane della Cultura, la parola d’ordine dei prossimi dodici mesi è la valorizzazione della storia e del patrimonio artistico per incentivare l’incremento del turismo culturale. Per quanto riguarda gli arrivi, a prevalere è il turismo domestico, mentre i dati raccontano come brasiliani e americani si posizionano al secondo e terzo posto nella top 5 dei viaggiatori che stanno valutando un soggiorno, seguiti a livello europeo da tedeschi e francesi.