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Parte il treno elettrico che porta ai più bei Mercatini di Natale

Il modo migliore di visitare i Mercatini di Natale nel Ponte dell’Immacolata quest’anno è quello di lasciare a casa l’auto, di prendere il treno e arrivare direttamente a destinazione.

In quei giorni un treno speciale parte una volta al giorno da Milano per portare i visitatori tra le casette di legno dei Mercatini di Bolzano, Bressanone e Vipiteno in Alto Adige.

Il treno dei Mercatini di Natale altoatesini

Nelle giornate dell’8, 9 e 10 dicembre è stato istituito per il primo anno un treno Flirt (Fast Light Regional Train ovvero un elettrotreno) dalla Stazione Centrale di Milano che ferma anche a Treviglio e a Brescia e che arriva fino al Brennero.

L’andata è alle ore 7.20 da Milano Centrale con arrivo alle 10.43 a Bolzano e alle 11.54 al Brennero. Il ritorno parte alle 16.45 dal Brennero con arrivo a Bolzano alle ore 18.11 e a Milano alle 21.35.

In Alto Adige ferma nelle principali città che ospitano i Mercatini di Natale originali: Bolzano, Bressanone e Vipiteno. Dalla stazione di Bolzano si può anche prendere il treno regionale che porta fino a Merano e a Brunico e alle altre cittadine altoatesine dove vengono allestiti i Mercatini di Natale.

Il costo del viaggio varia dai 25 ai 38 euro in base alla tratta. Per raggiungere i Mercatini di Merano e Brunico è disponibile un biglietto combinato.

Spostarsi senz’auto in Alto Adige

Per raggiungere tutte le altre località dell’Alto Adige, esiste una capillare rete di trasporto pubblico locale accessibile con un unico biglietto compreso nell’Alto Adige Guest Pass. Il pass consente di prendere autobus, treni e funivie senza alcun costo aggiuntivo. Viene regalato a tutti coloro che soggiornano in un albergo o in un’altra tipologia di struttura ricettiva convenzionata della provincia di Bolzano, ma si può anche acquistare a parte.

Da oltre dieci anni, i Mercatini altoatesini sono certificati come “Green Event” e si impegnano, con varie iniziative, a organizzare un evento che rispetti il più possibile l’ambiente. Tra queste ora rientra la possibilità di usufruire dei treni che collegano le città dell’Alto Adige con le principali città come Milano (che ha un solo treno diretto al giorno, a cui si aggiungono le partenze dei treni speciali durante il Ponte di Ognissanti) o Roma, che è sempre collegata a Bolzano con treni diretti senza cambi con le Frecce di Trenitalia, compreso l’Intercity Notte.

Mercatini di Natale in Alto Adige: date e info

I Mercatini di Natale dell’Alto Adige prendono il via il prossimo 24 novembre e durano fino al 6 gennaio 2024, almeno nelle cinque principali città di Bolzano, Merano, Bressanone, Vipiteno e Brunico, ma anche a San Candido e a Dobbiaco, in Val Pusteria. Ce ne sono alcuni, invece, che durano solo qualche fine settimana, come quello che viene allestito all’interno di Castel Tirolo, sopra Merano, e che dura solo due fine settimana (1-3 e 8-10 dicembre), se non addirittura un solo weekend, come quelli di Glorenza, uno dei Borghi più belli d’Italia (8-10 dicembre) e di Silandro (16-17/12), entrambi in Val Venosta.

Secondo una recente indagine, i Mercatini di Natale risultano essere la gita fuori porta preferita dagli italiani dei weekend invernali, Nove italiani su dieci li hanno visitati almeno una volta. Stiamo parlando di ben 40 milioni di persone, e sei su dieci, pari a 25 milioni, sono dei veri e propri habitué di Mercatini.

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Chiavenna, splendido borgo medievale tra le Alpi italiane

Dà il nome all’omonima valle che si dirama dalla Valtellina ed è uno scrigno di bellezza e natura da assaporare senza fretta in tutte le stagioni, certo, ma con un occhio di riguardo all’autunno quando le temperature miti invitano a organizzare piacevoli e distensive gite fuori porta per staccare dalla frenesia e dalla routine e godersi i favolosi paesaggi alpini.

Si tratta di Chiavenna, Bandiera Arancione del Touring Club e Città Slow, un grazioso gioiello a misura d’uomo che, grazie ai molti palazzi storici, ai musei e alle opere d’arte, merita davvero di essere scoperto e vissuto.

Chiavenna, un poetico viaggio nella storia

La visita a Chiavenna non può non avere inizio che dal suo incantevole centro storico intriso di storia e disegnato da antiche strade su cui si affacciano eleganti palazzi che si susseguono, l’uno accanto all’altro, aprendosi talvolta per lasciare spazio a bellissime piazze impreziosite da fontane in pietra ollare.

Tutta la zona, oggi pedonale, è punto di incontro e occasione di shopping, perfetta per concedersi una pausa golosa nei vari bar.

scorcio chiavenna

Fonte: Foto Consorzio Turistico Valchiavenna

Scorcio di Chiavenna

Ma non è certo tutto.

Fiore all’occhiello della cittadina è la Collegiata di San Lorenzo, non distante dalla stazione ferroviaria, le cui prime documentazioni risalgono al V secolo: la chiesa conserva tuttora le antiche pareti romaniche, a esclusione dell’area dell’altare e delle navate laterali.
Inoltre, è rinomata per ospitare al suo interno il Battistero, fonte battesimale del 1156 ricavato da un monolite in pietra ollare arricchito da figure che simboleggiano la cerimonia della benedizione dell’acqua e del battesimo il sabato santo.

Come se non bastasse, la Collegiata vanta anche il Museo del Tesoro dove ammirare oggetti di arte sacra tra cui la Pace di Chiavenna, una preziosa copertura di evangeliario formata da 23 lamine d’oro lavorate a sbalzo e filigrana e impreziosita da gemme, perle e svariate pietre preziose: un autentico capolavoro di oreficeria medievale del XI secolo.

Una cittadina da conoscere anche a tavola

Oltre alla storia e al pittoresco centro storico, Chiavenna merita una sosta per le variegate specialità gastronomiche che l’hanno resa nota tra i buongustai.

Prima tra i prodotti tipici del territorio è la brisaola, che si differenzia dalla bresaola per lavorazioni legate alla tradizione locale, con affumicatura e stagionatura che avvenivano nei crotti, piccole costruzioni rustiche edificate attorno al “sorel”, ovvero lo spiraglio che si creò tra i massi che rotolarono fino a valle e sui quali oggi sorge la cittadina: sono luoghi unici al mondo in grado
di garantire una corrente d’aria a temperatura costante intorno agli 8 gradi sia d’estate che d’inverno, ideali per la maturazione del vino e la conservazione di numerosi prodotti quali salumi e
formaggi.
Oggi i crotti sono riconvertiti in osterie o ristoranti e hanno aperto le porte a tutti coloro che desiderano degustare le prelibatezze locali.

Non manca poi il violino di capra, presidio Slow Food ricavato dalla spalla o dalla coscia delle capre: il nome deriva proprio dalla tecnica con cui veniva affettato, che ricorda per
l’appunto le movenze di un suonatore di violino.

La meraviglia dei dintorni

Parco botanico-archeologico del Paradiso

Fonte: Ph Emanuele Sinoni – Foto Consorzio Turistico Valchiavenna

Parco botanico-archeologico del Paradiso

Se Chiavenna è una perla tra le Alpi, i suoi dintorni non sono da meno.

Tra le varie tappe per una vacanza a contatto con la natura non possono mancare le Cascate dell’Acquafraggia, uno spettacolo naturale così potente che lascia senza parole: attorno alle cascate spicca un percorso attrezzato che attraversa il parco e offre la possibilità di apprezzare le cascate e l’intera vallata da terrazze panoramiche. Le zone pic-nic, invece, permettono di trascorrere qualche ora di relax con il suono dei fragorosi salti d’acqua a fare da sottofondo.

Il Parco delle Marmitte dei Giganti, poco fuori l’abitato, è una splendida riserva naturale e museo a cielo aperto di grande interesse geomorfologico e ambientale, caratterizzata da paesaggi inconfondibili e manifestazioni geomorfologiche di origine glaciale dalle forme più strane scavate nei sassi dall’azione dell’acqua nel corso degli anni.
Inoltre, nel cuore del parco si trova il Parco botanico-archeologico del Paradiso che, proprio come ricorda il nome, conserva varietà botaniche di fiori e piante con alcune specie rare, un percorso botanico fornito di didascalie esplicative e innumerevoli resti archeologici e storici.

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A Milano c’è un trenino speciale che fa il giro della città

Milano è la città più effervescente d’Italia ed è normale che sia tutta un cantiere. Nuovi edifici avveniristici, grattacieli, ma anche strade, piazze, piste ciclabili, linee della metropolitana e chi più ne ha più ne metta. La città è costantemente in fermento e in continuo cambiamento. Tanto che molti si sono appassionati a tutti i lavori stradali e cittadini che vengono fatti ogni giorno ed è nata la figura dell’umarèll, un termine che ormai è divenuto famoso in tutta Italia.

La sua origine in realtà è emiliana e significa “omino”, ma oggi è sinonimo di uomo anziano (anche se in realtà non è più così) che trascorre le ore a osservare i cantieri o i lavori pubblici.

Sia i cantieri sia gli umarèll sono così numerosi a Milano che non si riesce a stare dietro a tutto ciò che succede in città ed è nato un servizio ferroviario che porta i curiosi in giro per Milano alla esplorazione di tutti i lavori in corso, anche in quei punti dove nessuno può passare se non i passeggeri del Trenino di Milano.

Il Trenino di Milano

Chi cerca un modo veloce e sicuro di scoprire tutti i cantieri di Milano deve salire a bordo di questo speciale trenino turistico che fa il giro della città. Il tour conduce in alcune zone di Milano dove nessuno può passare. Durante il viaggio, gli accompagnatori forniscono le descrizioni e i racconti che hanno a che fare con la storia di Milano e con l’architettura delle nuove costruzioni.

Si parte dagli storici quartieri di Gorla e Greco costeggiando la Martesana, poi si raggiunge il quartiere Maggiolina con le ultime case a igloo e le meravigliose villette costruite nel secondo decennio del Novecento.

Alcune delle zone più iconiche del Capoluogo lombardo attraversate dal Trenino sono piazza Gae Aulenti, dove sorge il famoso Bosco Verticale, il Palazzo della Regione, il BAM – Parco biblioteca degli alberi, e Porta Nuova, dove stanno nascendo nuovi e avveniristici edifici di cristallo che stanno cambiando lo skyline milanese; corso Buenos Aires e il nuovo piazzale Loreto che presto sarà al centro di una enorme riqualificazione urbana; piazza Scala dove sta per essere ultimata la nuova torre di Mario Botta per il Teatro alla Scala; e poi, piazza XXV Aprile, Porta Venezia, il centro storico e anche i Navigli milanesi.

Info utili

La partenza del Trenino di Milano è in piazzale Martesana, nella periferia Nord-Est, raggiungibile con la linea 1 della metropolitana (fermata Gorla). Il viaggio dura di circa due ore e si svolge dal mercoledì al sabato con partenza alle 20, mentre la domenica parte alle 10:30 e alle 18:00. Il trenino è dotato di un’apposita rampa per facilitare la salita e la discesa della sedia a rotelle. Il biglietto costa 15 euro per gli adulti e 8 per i bambini.

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Tour con personal shopper per le vie della moda di Milano

Che Milano sia la capitale italiana ed europea della moda e sede d’elezione del prêt-à-porter è cosa oramai ben nota a chiunque. Ma è molto di più di questo, perché è diventata negli anni una metropoli dove moda, design e cultura si intrecciano. Il capoluogo lombardo vanta oggi una posizione centrale e unica nel panorama del fashion system globale, attraendo milioni di visitatori che non vedono l’ora di darsi allo shopping sfrenato negli showroom e nelle boutique del celebre Quadrilatero della Moda, ma anche di scoprire realtà d’eccellenza ancora poco conosciute. Se siete tra questi e volete rendere ancora più speciale il vostro soggiorno nel capoluogo lombardo, non potete perdervi l’inebriante esperienza di un tour con personal shopper per le vie più rinomate della città.

Perché Milano è diventata capitale della moda

La storia della moda a Milano comincia, in realtà, a Torino nel 1935 quando, nel capoluogo piemontese, nasce l’Ente nazionale della moda italiana con l’intento di promuovere la moda italiana a livello nazionale e internazionale. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta Milano viene consacrata città della moda. Merito di tre grandi stilisti, soprannominati “le tre G”: Giorgio Armani, Gianfranco Ferré e Gianni Versace. Il successo del prêt-à-porter e la sua affermazione a livello mondiale, alimentata dall’editoria di settore, è decisivo per il sorpasso della città meneghina su tutte le concorrenti.

La Milano da bere e degli yuppies vede crescere anche Krizia, nascere il sodalizio creativo tra Domenico Dolce e Stefano Gabbana, accogliere il genio di Franco Moschino, permettere l’affermazione di nuovi brand come Prada, la cui prima collezione di prêt-à-porter risale al 1989, riuscendo così a mantenere la propria leadership per buona parte degli anni Novanta. Nonostante negli anni Duemila abbia perso il ruolo di protagonista maggiore a livello mondiale, rimane oggi fra le quattro grandi città più importanti, insieme a Parigi, Londra e New York, nonché “la città della Moda” per l’Italia.

Via Montenapoleone a Milano

Fonte: iStock – Ph: AleMasche72

Via Montenapoleone, cuore del Quadrilatero della Moda

Shopping di lusso al Quadrilatero della Moda

Milano ospita il più importante quartiere di moda del mondo, il celebre Quadrilatero. È chiamato così perchè è delimitato da quattro strade prestigiose: via Montenapoleone, via Manzoni, via della Spiga e Corso Venezia. Superfluo aggiungete che, se desiderate comprare abiti o accessori firmati, siete nel posto giusto.

Gli amanti dello shopping accorrono da tutto il mondo per fare acquisti in queste vie, o soltanto per ammirare le scintillanti vetrine dei più famosi brand sul mercato, da Armani a Versace, passando per Alberta Ferretti, Dolce & Gabbana, Gucci e Chanel.

È qui che si concentra il maggior numero di negozi d’abbigliamento di grandi e piccole firme, atelier e showroom di tutta la città, ed è anche il cuore pulsante degli eventi legati alla settimana della moda, che si svolge ogni anno nella città lombarda nel mese di settembre. Pronti a iniziare il vostro tour nel lusso con personal shopper?

Via Montenapoleone

Via Montenapoleone – via Montenapo, come la chiamano i milanesi – è senza ombra di dubbio il cuore del Quadrilatero della Moda. La sua importanza è pari a quella degli Champs Elysees di Parigi o della Fifth Avenue di New York. Nel 2022, secondo Forbes, risultava essere la via più cara d’Europa e la terza nel mondo.

In base ad alcuni racconti, un altro nome era stato attribuito a questa strada, quello di “Quartier Riverissi“, in riferimento all’usanza dei signori milanesi di togliersi il cappello per salutare le sciure. Non tutti sanno, inoltre, che le targhe esposte tra i diversi palazzi sono un omaggio ai volti celebri che hanno vissuto proprio qui, come Carlo Porta e Giuseppe Verdi. In questa via, Re Vittorio Emanuele inaugurò nel 1901 la prima sede dell’Automobile Club Italiano.

A partire dagli anni Cinquanta del Novecento, è diventata il fulcro delle attività commerciali dei milanesi. Oggi è uno dei maggiori centri degli acquisti del prêt-à-porter, ed è anche l’unica strada del Quadrilatero della Moda ad essere aperta al traffico delle automobili. Qui si concentra il meglio del Made in Italy e le più importanti maison a livello internazionale, quali Valentino, Versace, Prada, Armani, Dolce & Gabbana, Alberta Ferretti, Louis Vuitton, Dior, Gucci, solo per citarne alcuni, senza tralasciare gioiellerie di brand come Bulgari, Cartier e Damiani.

Via Alessandro Manzoni

Adiacente a via Montenapoleone, via Manzoni era considerata nell’Ottocento la strada più lussuosa di Milano e d’Europa. Inizia in piazza della Scala e termina in corrispondenza degli archi di Porta Nuova. Venne intitolata ad Alessandro Manzoni il giorno stesso della sua morte, il 22 maggio 1873, poiché lo scrittore abitava nella vicinissima via Morone al n. 1168 (ora n.1) in una casa acquistata nel 1814 e il cui giardino si affacciava quasi su questa strada. Qui hanno sede boutique rinomate come Elisabetta Franchi, Gallo, Martinelli, Emporio Armani e Bottega del Cashmere. Ci si imbatte anche in prestigiosi negozi di artigianato, di pelletteria e di arredamento per la casa.

Via della Spiga

Parallela di via Montenapoleone, via della Spiga è, a differenza della prima, interamente pedonale, squisitamente pavimentata in pavè. Il nome deriva dalla “contrada della Spiga”, storica contrada di Milano che faceva parte del sestiere di Porta Nuova, una delle sei antiche suddivisioni del centro abitato. Qui ci sono moltissimi showroom di stilisti italiani e stranieri, tra cui Tiffany & Co., Fay, Krizia, Gianfranco Ferrè,  Tod’s, Dolce & Gabbana, Roberto Cavalli, Piquadro, Ermenegildo Zegna, Kurt Geiger London. Parliamo, quindi, anche in questo caso di brand di alta moda, non accessibili a chiunque. Nel caso non siano proprio a portata delle vostre tasche, vale comunque la pena regalarsi una passeggiata per curiosare tra le sfarzose vetrine, uniche nel loro genere.

Corso Venezia

Corso Venezia,  l’antico Corso di Porta Orientale, è la parte conclusiva del quartiere, che si ricongiunge a via Montenapoleone. Fa parte del Quadrilatero della Moda solo una parte di questa lunga strada, che collega piazza San Babila a Porta Venezia. Oltre agli eleganti negozi di abbigliamento e gioiellerie, ospita anche ristoranti esclusivi dove non è raro imbattersi in celebrità italiane o straniere. Grazie alle numerose famiglie nobili che vi si sono trasferite nel XVIII secolo, Corso Venezia ospita anche diversi palazzi nobiliari, tra cui palazzo Saporiti, palazzo Castiglioni, Casa Fontana Silvestri e il seminario arcivescovile.

Tour con personal shopper in Corso Vittorio Emanuele II

Siamo in un’altra delle strade più importanti del centro di Milano, in passato chiamata Corsia dei Servi. Collega piazza del Duomo a piazza San Babila, e fa parte di un’ampia zona pedonale, che comprende anche piazza Mercanti e via Dante. Vi si affacciano numerosi negozi di marche internazionali che lo rendono uno dei principali centri di acquisti della città.

Corso Vittorio Emanuele II è la via classica della passeggiata in centro, i suoi negozi di abbigliamento si rivolgono a un pubblico variegato, compresa la fascia dei più giovani, ed è la via dove i grandi magazzini low cost si sono alleati con designer rinomati per creare collezioni alla portata di tutti, con proposte accessibili ma sempre alla moda.

È d’obbligo, poi, una tappa nella ottocentesca Galleria Vittorio Emanuele II, in pratica il Salotto di Milano, elegantissima struttura neorinascimentale in ferro e vetro che collega Piazza del Duomo con Piazza della Scala, considerata uno dei primi esempi di centro commerciale del mondo. Al suo interno si trovano i negozi delle griffe più lussuose, ristoranti storici o di chef stellati, e luoghi iconici, tra cui l’Osservatorio Fondazione Prada, uno spazio espositivo dedicato alla fotografia e ai linguaggi visivi, situato al 5° e 6° piano di uno degli edifici principali della Galleria.

Galleria Vittorio Emanuele II

Fonte: iStock

L’iconica Galleria Vittorio Emanuele II

Via Torino, per tutti i gusti e disponibilità

Via Torino è una delle più importanti arterie commerciali che collega Piazza del Duomo con la zona dei Navigli, ideale per uno shopping tour alla portata di tutte le tasche. In passato c’erano botteghe e laboratori artigianali, mentre oggi è tra i maggiori centri dove fare acquisti a Milano che soddisfino ogni gusto e disponibilità, strizzando l’occhio anche ai giovani.

Al civico 45 ci si imbatte nell’edificio di sette piani che ospita Primark, il colosso irlandese del fast fashion con un’offerta che va dall’abbigliamento e accessori per donna, uomo e bambino fino ai complementi d’arredo per la casa, oggettistica e beauty. Numerose e variegate vetrine si possono ammirare fra monumenti iconici, come la Basilica di Santa Maria presso San Satiro.

Porta Ticinese, per gli amanti del vintage

Se siete amanti del vintage è qui che va indirizzato il vostro shopping tour. Porta Ticinese è il regno dei negozi alternativi, atelier artistici, botteghe d’antiquariato. Il luogo dove rivivere le atmosfere del passato, facendo scorta di capi d’abbigliamento o calzature di nicchia, ma anche dove trovare accessori di moda, al contempo originali e inediti. Ogni sabato mattina, inoltre, vi si svolge la Fiera di Sinigaglia, il mercato delle pulci ottocentesco più amato dai milanesi, mentre ogni ultima domenica del mese vi troverete il mercato dell’antiquariato.

Corso Buenos Aires, tra le vie dello shopping più lunghe d’Europa

Corso Buenos Aires rievoca le grandi vie commerciali statunitensi ed è il lungo rettilineo dello shopping milanese, adatto a tutte le tasche ed esigenze. Si estende da piazzale Oberdan (porta Venezia) fino a piazzale Loreto, come proseguimento rettilineo di Corso Venezia, e lo si può definire un vero e proprio centro commerciale a cielo aperto. Oltre un chilometro e mezzo di strada costeggiato da centinaia di negozi, spaziando da vetrine di lusso a brand meno costosi, grandi magazzini, ristoranti, bar, gelaterie, librerie. Qui potete trovare veramente di tutto.

Brera, shopping tour nella zona più romantica di Milano

Un altro caposaldo delle vie dello shopping milanese è senza dubbio l’artistico e pittoresco quartiere di Brera, uno dei cuori pulsanti della città, oltre a essere la zona più romantica di Milano e si trova a due passi da piazza Duomo. Le sue belle strade acciottolate ospitano edifici del XVIII secolo, gioiellerie, negozi di cosmetici, artigianato e, naturalmente, abbigliamento. A differenza delle vie più prestigiose che ospitano alcuni dei più grandi marchi nazionali e internazionali, Brera è rinomata per le sue piccole boutique di stilisti emergenti e l’anima artistica che la pervade. A due passi dalla Pinacoteca e dall’Orto Botanico, offre uno shopping tour unico e originale.

Porta Ticinese

Fonte: iStock

Porta Ticinese, per gli amanti del vintage
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Da Milano alle Maldive in business con volo extra lusso

Nelle scorse ore ha visto la luce una nuova compagnia aerea extra lusso che collegherà Milano Malpensa con le Maldive, la prima compagnia aerea leisure premium del mondo.

Il volo inaugurale è previsto per la fine di marzo 2024 e i biglietti saranno acquistabili già da novembre di quest’anno. Secondo quanto riportato dalle agenzie, il direttore commerciale di Beond, Sascha Feuerherd, ha dichiarato come “C’è una forte domanda da Milano alle Maldive per il servizio premium offerto da Beond. I milanesi più esigenti apprezzeranno l’esperienza di Beond e intendiamo superare ogni aspettativa dei nostri clienti dal momento in cui prenotano con noi. Siamo grati per il supporto che abbiamo ricevuto dall’aeroporto di Milano-Malpensa e non vediamo l’ora di una potenziale espansione in altre città in Italia, a tempo debito“.

Beond, only business class da Milano a Malè

Beond, che si presenta come una startup, è nata con l’obiettivo di apportare un cambiamento rivoluzionario nel settore, proponendo servizi di lusso che possano davvero rendere il viaggio unico, confortevole e indimenticabile.

Non a caso, Tero Taskila, Ceo e uno dei tre fondatori, ha sottolineato come la compagnia desideri “far volare i nostri clienti verso le destinazioni più uniche e incontaminate dove possano liberare il loro esploratore interiore nella vacanza più memorabile della loro vita”.

Il prezzo di partenza dei biglietti va da 4000 euro andata e ritorno con 44 posti disponibili e la sola business class dotata di sedili in pelle che si trasformano in letti per garantire assoluta comodità durante le ore di volo.
In più, i passeggeri potranno viaggiare “larghi e comodi” dato che le file sono composte da soli due sedili a destra e due a sinistra.

Ma non è ovviamente tutto: i pasti preparati da chef stellati con ingredienti freschissimi e di elevata qualità, verranno serviti in “pregiate porcellane con delicati motivi in filigrana dorata” realizzate in collaborazione con il marchio inglese William Edwards.
Si tratterà di specialità internazionali, del Paese di partenza oppure di quello di arrivo, per venire incontro a tutti i gusti e le preferenze.

E se il volo promette di essere un’esperienza senza eguali, i tratti distintivi di Beond si faranno notare già a terra, ancora prima della partenza: infatti, è previsto anche il servizio di trasferimento con autista da casa a Milano Malpensa e l’attesa all’aeroporto avviene nella lounge per rilassarsi e vivere il pre imbarco in tutta tranquillità.

A disposizione dei viaggiatori tre modalità tariffarie: Delight, più conveniente ma priva di autista privato e accesso alla lounge, Bliss che comprende il pacchetto completo, e Delight che, oltre a questo, include la modifica del peso dei bagagli anche all’ultimo momento e la possibilità di posticipare il giorno della partenza gratuitamente.

Trattandosi di una meta esotica, il personale dovrà essere composto da “maldiviani entusiasti che condividano la loro passione per offrire un servizio eccezionale ed esperienze di viaggio indimenticabili“.

Uno sguardo al presente e al futuro

Il primo aeromobile di Beond spiccherà il volo destinazione Maldive il 9 novembre 2023 con partenza da Riyadh e la settimana dopo da Zurigo e Monaco.

Nel 2024, sarà il momento delle rotte da Milano e Dubai e in programma vi sono anche altre allettanti destinazioni su cui però non si sa ancora nulla di concreto.

Inoltre, la compagnia ha in programma di realizzare, nei prossimi mesi, un secondo aeromobile, l’Airbus A321ceo con 68 posti.

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Valle Imagna, per un pieno di natura

Nel nostro Paese sopravvivono ancora territori in cui una natura quasi completamente incontaminata, antiche tradizioni, paesaggi sonnolenti ma in grado di mozzare il fiato, tesori storici, artistici e architettonici convivono armoniosamente. Molto spesso sono aeree geografiche sottovalutate perché magari piccole rispetto ad altre ben più famose, eppure di bellezze ce ne sono tantissime, e tutte perfettamente conservate. È il caso della Valle Imagna, un prezioso angolo di Lombardia in grado di sorprendere chiunque.

Dove si trova la Valle Imagna

Chi è interessato a scoprire le meraviglie che ha da offrire la Valle Imagna deve dirigersi nella provincia di Bergamo: è una valle pralpina delle Orobie Bergamasche.

Si tratta di una zona emozionante perché regala un paesaggio naturale dalle mille sfumature grazie alle sinuose colline degli Almenno che si mescolano alle cime più aspre del Resegone. Ma non solo: questo grazioso territorio è puntellato da numerosi villaggi di piccole dimensioni, a loro volta suddivisi in contrade.

Poi ancora siti emozionanti ed inaspettati dalle origini antichissime, tesori artistici ed architettonici, luoghi spirituali e così via, tutti inseriti in un contesto naturalistico che invita alla tranquillità.

La natura della valle

La natura è certamente la prima cosa che colpisce della Valle Imagna e, non a caso, si rivela una destinazione ideale per andare a cavallo, fare trekking a piedi o con i lama e pedalare in mountain bike.

Valle Imagna, Lombardia

Fonte: Getty Images – Ph: Frank Bienewald

Veduta di Locatello, paese della Valle Imagna

Tra le altre cose, in questo piccolo territorio c’è il più alto numero di grotte della provincia di Bergamo: se ne contano ben 250, ma ce ne sono molte altre che nessuno ha ancora mai scoperto. Possiamo quindi dire con fermezza che la Valle Imagna vanta un mondo sotterraneo dalla bellezza quasi indescrivibile. Ne è un esempio la Tomba dei Polacchi che si estende per oltre 400 metri e in cui l’oggetto più interessante che si trova al suo interno è un vaso, collocato ai piedi di una stalagmite, decorato da una fila di impronte fatte con le dita.

Poi ancora la Grotta Europa che si distingue per essere una sala enorme, ricca di concrezioni e con al centro una cascata. Non sono da meno la Grotta della Val d’Adda, le cui pareti sono state completamente modellate dalle acque correnti e il Frognone, uno dei sistemi carsici più lunghi dell’alta Valle Imagna.

Tra le migliori escursioni da fare, invece, c’è quella che fa raggiungere il Monte Resegone. Ci vogliono circa 2 ore e mezza di cammino e la voglia di affrontare approssimativamente 900 metri di dislivello. Tuttavia, una volta arrivati in cima si sperimenterà il privilegio di osservare una panorama indimenticabile su Lecco, il Lago di Como e sui laghi della Brianza.

Ancor più facile è l’escursione che conduce al cospetto dei Tre Faggi: in circa 40 minuti si raggiunge questo posto solitario con tre alberi davvero singolari nel loro genere e un piccolo laghetto. Il tutto mentre si è immersi in una vista poetica sulla valle.

Infine, ma le possibilità non sono di certo finite qui, il Laghetto del Pertus che è il punto di inizio di alcune passeggiate, molte delle quali fattibili anche con i bambini.

Monte Resegone, panorama

Fonte: iStock

L’imponente Monte Resegone

I paesi della Valle Imagna

Questa incantevole valle lombarda accoglie al suo interno 16 graziosi comuni: Almenno San Bartolomeo, Almenno San Salvatore, Barzana, Bedulita, Berbenno, Brumano, Capizzone, Corna Imagna, Costa Valle Imagna, Fuipiano Valle Imagna, Locatello, Palazzago, Roncola, Rota d’Imagna, Sant’Omobono Terme e Strozza.

Senza ombra di dubbio, vale la pena fare un salto ad Almenno San Bartolomeo che possiede un gran numero di opere d’arte ed edifici di pregio, come la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo di Tremozia che tra le sue mure protegge una “Pietà” (1651) di John Christophorus Storer.

Bellissima è anche la caratteristica Rotonda di San Tomé che si compone di uno spazio circolare fatto di colonne e capitelli in cui un curioso gioco di luci e ombre che crea un ambiente dai profili magici. Infine, il Museo del Falegname dove poter avere maggiori informazioni sulla storia della lavorazione del legno locale.

Di particolare valore e interesse storico-architettonico è il borgo di Arnosto che è situato nel comune di Fuipiano Valle Imagna. L’atmosfera, da queste parti, è ancora quella che vivevano le popolazioni prealpine del passato, grazie anche al fatto che tutto è costruito in pietra, persino i tetti.

Da non perdere è anche Cepino, frazione di Sant’Omobono Terme, dove in una zona impervia e boschiva a 658 metri sul livello del mare sorge un sito di grande spiritualità e fede religiosa: il Santuario della Madonna della Cornabusa. Si tratta di un luogo sacro che si fa interamente spazio all’interno di una suggestiva grotta in cui riposa la statuetta lignea della Madonna della Cornabusa che, secondo la tradizione, fece tornare la voce ad una ragazza che purtroppo era sordomuta.

Infine, vi consigliamo di fare un salto a Clanezzo che in realtà sorge in una posizione più che affascinante: alla confluenza di tre valli bergamasche, la Val Brembana, Val Brembilla e Valle Imagna. In questo antico borgo, scendendo verso il fiume, si ha l’occasione di esplorare l’antica dogana, un porto e due ponti, uno dei quali davvero molto datato.

Arnosto, Valle Imagna

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

Veduta di Arnosto

Le terme della Valle Imagna

Sì, la Valle Imagna ha davvero tutto, persino delle meravigliose terme in cui rilassarsi a dovere. Le acque sulfuree sgorgano a Sant’Omobono Terme e sono tra le più antiche d’Italia e anche tra le più conosciute sul territorio bergamasco. Note e apprezzate sin dal ‘700, un tempo venivano chiamate “della rogna” per via degli effetti benefici che avevano sulle malattie cutanee.

Tra le altre cose, scorrono nello splendido e lussuoso contesto ottocentesco di Villa Ortensie, un edificio edificato a inizio del Novecento dal signor Rossi, imprenditore agricolo, che la fece innalzare in onore di sua moglie con il nome Villa Maria. Come si può leggere su Prima Bergamo, per impegni personali e le due Guerre Mondiali, questa preziosa residenza cadde in disuso, o meglio, divenne la dimora di alcuni animali, tra cui dei maiali.

Ma solo fino al 1961, anno in cui il suo proprietario decise di risistemarla e creare anche una serie di stalle per i maiali. Tuttavia, nel corso del tempo gli impianti per i maiali divennero automatici, così come vennero emanate normative igieniche ed ecologiche ben più severe del passato.

Fu così che, nel 1978, Angelo Bonomelli decise di acquistare la villa e renderla quell’angolo di pace e cura in cui tutti possiamo andare a rigenerarci anche oggi.

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Il castello del “Gaudí di Grosio” è una fiaba italiana tutta da scoprire

Esiste un luogo, nel nostro Paese, dove la magia ha preso vita grazie al lavoro instancabile dell’uomo, un posto dove la realtà supera la fantasia e dove tutti, indipendentemente dall’età, possono tornare a essere bambini. Si tratta di un castello che non ha niente a che vedere con gli edifici storici e maestosi che si snodano lungo lo stivale e che si differenzia persino da quelli che abbiamo visto nelle favole più belle.

Per scoprire questo luogo incantato dobbiamo recarci a Grosio, un piccolo comune italiano di appena 4000 abitanti situato in provincia di Sondrio, in Lombardia, incastonato allo sbocco della Val Grosina. Il territorio, conosciuto ai più per la presenza del Parco delle incisioni rupestri istituito negli anni ’70 per salvaguardare il patrimonio storico, archeologico e paesaggistico di questo luogo, cela in realtà una meraviglia che in pochi conoscono.

Si tratta del castello costruito da Nicola, anche conosciuto come il Gaudí di Grosio, che ricorda per forme, colori e lineamenti l’iconica Casa Batlló realizzata dal famoso architetto catalano. Raggiungere e visitare questo monumento incredibile vi permetterà di vivere una fiaba tutta italiana. Pronti a partire?

Il castello delle fiabe in provincia di Sondrio

Il nostro viaggio di oggi ci porta a Sondrio, e più precisamente nei territori che compongono l’omonima provincia e che rappresentano il cuore della Valtellina. Proprio qui, dove ogni giorno si rifugiano migliaia di viaggiatori attratti dai paesaggi alpini, esiste un luogo di incredibile bellezza che è un unicum nel suo genere e che in pochi conoscono.

Si tratta del castello di Nicola di Cesare, un uomo che ha scelto di realizzare a Grosio il sogno di una vita, quello di realizzare una dimora fatata circondata da un parco delle meraviglie. Così è nato un capolavoro: il Giardino Roccioso di Nicola, ribattezzato, da chi lo ha ammirato, il castello del Gaudí di Grosio perché è proprio allo stile dell’architetto catalano che l’uomo si è ispirato.

Nicola, un costruttore di origini abruzzesi, è arrivato in Lombardia 50 anni fa e proprio in Valtellina ha deciso di realizzare la sua casa-monumento che oggi è diventata una vera e propria opera d’arte. Ha scavato le scale nella roccia, ha creato archi e muretti, li ha decorati sapientemente con materiali di scarto e ha arredato gli spazi con oggetti coloratissimi e unici. Un lavoro incessante che è durato 40 anni e che ha portato alla creazione di un giardino delle meraviglie che oggi corre in verticale sopra la sua casa.

Una fiaba nel cuore della Valtellina

Fonte: iStock/Cesare Ferrari

Il castello del Gaudì di GrosioUna fiaba nel cuore della Valtellina

La dimora del Gaudí di Grosio

Basta guardare le fotografie del castello del Gaudí di Grosio per capire che ci troviamo davanti a qualcosa di unico. Nicola si è ispirato per la sua dimora all’architettura catalana portando nel cuore della Valtellina un pezzo di Barcellona.

Visto da fuori questo giardino verticale, con le sue scale, i sentieri e le arcate, assomiglia in tutto e per tutto a una dimora fatata, ma l’incanto continua anche negli interni. In questi anni, infatti, il Gaudí di Grosio ha decorato sapientemente il complesso con mosaici realizzati con materiale di scarto, come pezzi di vetro di bottiglie o di fanali di auto dismesse. Ad arricchire l’intera struttura sono i dettagli più svariati, come quelle frasi che riportano i detti popolari, oppure i vasi, le sculture e i tasselli dei mosaici che corrono lungo le 207 scale abbarbicate alla montagna.

Come visitare questa dimora? Il castello del Gaudí di Grosio è situato nel cuore del paese, alla fine di via Rovaschiera, ed è ben visibile dall’esterno. Per entrare nell’edificio, invece, è necessario contattare direttamente il padrone di casa.

La dimora del Gaudí di Grosio

Fonte: iStock/Cesare Ferrari

La dimora del Gaudí di Grosio

 

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Boarezzo, il borgo d’artista della Lombardia

Poche e antiche case in sasso, stradine strette, viottoli acciottolati, e tutt’intorno boschi di faggi e castagni. Il grazioso borgo di Boarezzo è un invito alla quiete in un tempo sospeso, un luogo dell’anima e dell’arte, trasformato in un museo a cielo aperto e diventato meta ambita di una gita fuori porta in Lombardia, con la sua storia dipinta sui muri e suggestioni infinite.

Boarezzo, il “villaggio dipinto”

Appollaiato su un fianco del monte Piambello, Boarezzo è una delle quattro frazioni che costituiscono il comune di Valganna, cuore verde di Varese. A rilanciare questo gioiello lombardo è stato il pittore Mario Alioli, che nel 1985 ha trasformato un cumulo di vecchie case in un “villaggio dipinto” dedicato a Giuseppe Grandi e a Odoardo Tabacchi, due tra le figure più prestigiose dell’intero panorama scultoreo italiano dell’800, nati in Valganna.

L’ambizioso progetto del maestro varesino scomparso nel 2011, dopo una vita dedicata all’arte e all’insegnamento della pittura, ha coinvolto 16 artisti invitati a creare pannelli dipinti e affrescati che sono poi stati collocati sui muri delle case al fine di tramandare, in una sorta di “racconto a percorso”, le tradizioni e gli antichi mestieri della vita rurale del luogo. Nel corso degli anni Boarezzo si è arricchito di altri dipinti, diventando a tutti gli effetti un borgo d’artista.

Storia e leggende di Boarezzo

Leggende e storie tramandate oralmente fanno risalire le origini del borgo intorno al XII secolo, narrando la presenza della famiglia Chini, proveniente da Arezzo, insediatasi per prima a Boarezzo, presumibilmente per rifornirsi di legname per la produzione del carbone di legna, di cui questa zona era ricca. Questo era in seguito trasportato a Milano per mezzo di buoi. Da qui, secondo la credenza popolare, l’origine del nome del paese, che deriverebbe dall’espressione corrente “I buoi di quelli di Arezzo”, trasformatasi nel tempo in Boarezzo.

Per l’aria buona del monte Piambello, questi luoghi vennero scelti come sede del Villaggio alpino del Touring Club Italiano (all’epoca “Consociazione Turistica Italiana”), nato alla fine della prima guerra mondiale per ospitare bambini orfani di guerra, bisognosi o figli di combattenti. Negli anni successivi, il borgo è diventato una meta di villeggiatura rinomata in special modo per i milanesi.​

Tra arte, poesia e boschi incantati

Oltre ai murales, ad accogliere i visitatori nella frazione di Boarezzo è una poesia di Paolo Rattazzi, composta nel dialetto locale insieme a una veduta pittorica rappresentante uno scorcio del paese, con in primo piano una gerla rovesciata e un rastrello, a simboleggiare la fine della civiltà contadina. A questa prima opera seguono altre rappresentazioni firmate da prestigiosi autori.

Quello che colpisce di questo piccolo borgo ottimamente conservato, è il modo in cui sia stato trasformato in un vero simbolo di recupero nell’arte, grazie a un progetto che ha saputo fare di una piccola frazione abbandonata un centro turistico apprezzato in tutto il Varesotto e un gioiello imperdibile durante un viaggio alla scoperta dei luoghi più autentici della Lombardia.

Anche i boschi che circondano Boarezzo regalano un viaggio nell’arte, con i racconti del passato che prendono vita in suggestive sculture in legno, realizzate da Lorenzo Piran e Antonio Coletta che si divertono scolpire pezzi di legno in forme zoomorfe, facendo rivivere con le loro creature un passato non molto lontano.

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Bergamo e Brescia elogiate da ‘El Mundo’: “Due gioielli italiani da scoprire”

La bellezza paesaggistica e monumentale, la storia che si lascia attraversare, la vivacità culturale e le tradizioni gastronomiche di Bergamo e Brescia varcano i confini italiani e approdano in Spagna, sulle pagine del quotidiano El Mundo. L’articolo si dipana come un viaggio alla scoperta delle due città, invitando i visitatori a visitarle e stuzzicando la loro fantasia attraverso la descrizione di peculiarità e curiosità di questi “due gioielli della Lombardia che, oltre a condividere una regione del nord del Paese, quest’anno si fregiano insieme del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2023”.

Bergamo e Brescia, raccontate da El Mundo

“In una è stato inventato il famoso gelato alla stracciatella, ispirato all’omonima zuppa fatta con brodo e uovo sbattuto. L’altra ha vinto l’ultima edizione del concorso per il miglior panettone del mondo”. Così Isabel García inizia il suo articolo pubblicato su El Mundo in cui celebra Bergamo e Brescia, “lontane dal classico circuito di Roma, Firenze o Venezia ma con tanta storia, bellezza e brio come ognuna di loro”.

Come ricorda la giornalista spagnola, è la prima volta che due città detengono contemporaneamente l’ambito riconoscimento, dando vita a una sola Capitale della Cultura. Lo stesso tema portante, “La città illuminata”, intenzionalmente singolare e non plurale, è una prima testimonianza della decisione che Bergamo e Brescia hanno preso nel progettare insieme questo anno speciale. I visitatori sono invitati a scoprire questi “tesori nascosti” a circa un’ora da Milano,  separati da una cinquantina di chilometri, godendo dei progetti e iniziative che nel 2023 le stanno vedendo brillare più che mai, tra mostre, festival, concerti e programmi imperdibili.

Ma come appaiono queste due perle italiane agli occhi degli stranieri? Ciò che colpisce al primo sguardo è lo splendido paesaggio in cui sono incastonate, “al riparo tra montagne verdi, vallate lussureggianti, laghi eterni (come il Garda) e castelli arroccati prodigiosamente sulle colline”. E poi c’è il loro autentico fascino senza tempo, una storia che si legge su ogni pietra, ciascuna scritta nel suo modo peculiare. “Bergamo è medievale, preziosa ed elegante. Brescia, importante colonia romana nell’antichità”. La penna si sofferma quindi su una descrizione più dettagliata di ciascuna delle due città, svelando curiosità e attrattive, e guidando i lettori in un viaggio che ha in sé tutto il gusto autentico della scoperta.

Bergamo, attrazioni imperdibili e curiosità culinarie

Si comincia con Bergamo, partendo da Piazza Vecchia, epicentro della Città Alta, descritta dal celebre architetto Le Corbusier come “la più bella d’Europa”, con il Palazzo della Ragione, la fontana Contarini e le sue trattorie, la contigua Piazza del Duomo e la basilica di Santa Maria Maggiore. Le suggestioni medievali sono ancora palpabili nei 100 rintocchi del Campanone della Torre Civica, che continuano a suonare ogni sera alle 22, per ricordare quando le quattro porte della città si chiudevano per il coprifuoco notturno.

Nella zona bassa, invece, la giornalista di El Mundo invita a non perdere l’Accademia Carrara, considerata il museo del collezionismo italiano, che offre un viaggio di cinque secoli attraverso la storia dell’arte italiana, dal Rinascimento all’Ottocento, tra capolavori firmati da Botticelli, Raffaello, Bellini, Rubens, Tiziano o Caravaggio, il cui allievo, Cecco, è protagonista di una delle mostre chiave di questo 2023.

A stuzzicare la curiosità (e il palato) dei visitatori è anche la storia del primo gelato alla stracciatella, “inventato nel 1961 al caffè La Marianna per mano di Enrico Panattoni, il suo titolare, che ideò un composto che veniva stracciato versando cioccolato fuso sopra una crema di panna, latte, tuorli e zucchero. Nel bar si usano ancora le macchine verticali di allora, le Carpigiani L40, con campana in rame stagnato. Da notare – ricorda Isabel García – che la cucina è una parte vitale di Bergamo, tanto da essere stata Città Creativa della Gastronomia dall’Unesco e Città Europea del Formaggio, con 30 tipologie offerte”.

Bergamo

Fonte: iStock

Bergamo, tra attrazioni e curiosità

Brescia, viaggio nella natura, nella storia e nel gusto

Da Bergamo si parte alla volta di Brescia, e l’articolo di El Mundo ricorda che ci sono diversi modi per farlo. Tra questi, la pista ciclabile di 155 chilometri tra castelli, monasteri, uliveti e montagne, e la Via delle Sorelle, un percorso escursionistico bidirezionale di 130 chilometri in sei tappe che attraversa 36 comuni, mostrando il lato più verde e naturale delle due città, oltre alle loro meraviglie urbane.

Fiore all’occhiello della città è il Parco Archeologico di Brixia, la Brescia romana, patrimonio dell’UNESCO, che offre un percorso nella città antica tra i più significativi e meglio conservati d’Italia. Qui si può camminare nella storia, tra il santuario di età repubblicana, il Capitolium con i resti di età imperiale e le integrazioni museali ottocentesche, la Vittoria Alata, con parte del deposito dei bronzi e il Teatro Romano.

Fno al termine dell’anno, Piazza Vittoria ospita il portale “The gate 2023”, realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura. Il progetto consiste in due installazioni (l’altra situata a Bergamo in piazza Matteotti), che collegano in tempo reale le due città e permettono un’interazione diretta ed esperienziale per tutti coloro che le attraverseranno.

Oltre ai vari tesori artistici, architettonici e culturali, Brescia è famosa anche per un altro fenomeno pressoché unico in Italia: la cosiddetta “piazza delle due cattedrali”, con il Duomo Nuovo che si erge maestoso al centro di Piazza Paolo VI, vantando la terza cupola più alta d’Italia, e il Duomo Vecchio, conosciuto anche come “Rotonda” per la sua forma circolare – fu costruito a partire dal 1.100 da una antichissima Corporazione di muratori specializzati.

Lo sguardo viene poi rapito dal Castello arroccato sul colle Cidneo, che costituisce uno dei più affascinanti complessi fortificati d’Italia e il secondo più grande d’Europa, in cui si possono leggere ancora oggi i segni delle diverse dominazioni. Tra le sua mura, accoglie anche due musei: il Museo delle Armi Luigi Marzoli e il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia. Ai suoi piedi – si legge ancora su El Mundo – si trova, invece, il prestigioso vigneto Pusterla, riconosciuto come il più grande vigneto urbano produttivo del Vecchio Continente. Infine, la giornalista spagnola invita a non lasciare Brescia senza aver prima provato alcuni dei suoi piatti forti: i casoncelli, tipici ravioli bresciani ripieni di carne, e per dessert, il bossolà, descritto dall’autrice spagnola come “una sorta di delizioso panettone con un buco al centro”.

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Brescia, viaggio nella natura e nella storia
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Perché questo è l’anno giusto per visitare Pavia

Nonostante non sia grandissima, Pavia è uno scrigno di tesori, meta ideale per una gita fuori porta tra relax e cultura alla scoperta delle innumerevoli meraviglie storiche e architettoniche che custodisce.

E il 2023 è l’anno giusto per aggiungerla alla lista dei luoghi da visitare: infatti, la città della Certosa festeggia il 1300 anniversario di Sant’Agostino, Vescovo di Ippona e Padre della Chiesa, le cui spoglie giunsero dalla Sardegna nella provincia lombarda nel 723, ora conservate a Pavia nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro.

Per l’occasione, sono previsti una serie di coinvolgenti appuntamenti con tre itinerari turistici al centro di tour guidati con in abbinamento anche degustazioni enogastronomiche.

Tutti coloro che parteciperanno, riceveranno inoltre uno speciale “passaporto” da completare con un tutti i timbri per ogni luogo visitato: a chi terminerà almeno un itinerario e presenterà il passaporto, timbrato a testimonianza del completamento, a uno degli esercizi del “circuito di accoglienza e ricettività”, verrà consegnato un souvenir di “Pavia, Città di Sant’Agostino” in segno di riconoscenza e gratitudine.

La mostra “Sant’Agostino. La luce e l’immagine”

Fulcro delle iniziative per il 2023 a Pavia è la mostra permanente, interattiva e immersiva, fino a fine anno, “Sant’Agostino. La luce e l’immagine” presso i Musei Civici del Castello Visconteo, per approfondire la dimensione spirituale, religiosa, artistica e umana del santo e il suo legame con la città.

Curata dal personale scientifico dei Musei e realizzata da camerAnebbia, specialista in installazioni multimediali interattive per i beni culturali, l’esposizione unisce il fascino senza fine della pittura italiana con l’innovativa tecnologia contemporanea per un’esperienza suggestiva e immersiva come non mai.

La Sala del Rivellino è stata ripensata ad hoc per accogliere la mostra e si presenta come uno “spazio esperienziale” in cui i visitatori diventano protagonisti grazie alle video installazioni interattive che conducono attraverso un inedito viaggio tra i capolavori artistici per scoprire il pensiero e la vita di Sant’Agostino.

I tre itinerari da non perdere

Come accennato, nell’ambito delle iniziative per celebrare il santo a Pavia, oltre alla mostra, sono previsti tre itinerari dedicati.

Il primo è “Sant’Agostino e la città di Pavia“, predisposto per illustrare il legame tra il Padre della Chiesa e la città, e accompagna a conoscere un’interessante selezione di luoghi storici, di vita cittadina ed edifici religiosi di rilievo tra cui l’Università, una delle più antiche al mondo, che ospita il Museo per la storia dell’Università, la Chiesa di San Teodoro, racchiusa tra i vicoli lastricati, con splendidi affreschi ben conservati, e la Basilica del Santissimo Salvatore, risalente al XV secolo, una delle espressioni più significative del Rinascimento pavese.

Ma non soltanto: la visita include anche il Duomo, intitolato a Santo Stefano Martire e a Santa Maria Assunta, con la cupola ottagonale in muratura alta 92 metri, e la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, dove riposano le spoglie di Sant’Agostino, custode della monumentale arca marmorea nel presbiterio con rilievi scolpiti e statue.

Il secondo itinerario, “Sant’Agostino nell’arte“, mostra ai visitatori le opere d’arte che raffigurano il santo, siano esse affreschi, pale d’altare oppure sculture, facendo tappa in luoghi davvero rappresentativi per il loro valore storico e artistico: la già citata Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, la Basilica di San Michele Maggiore, capolavoro dello stile romanico medievale, la Chiesa di San Francesco del XIII secolo, e il Castello Visconteo, imponente complesso dall’elegante loggiato, torrioni, cortile interno, fossato e ponte levatoio.

Infine, il terzo itinerario è “Sant’Agostino e il suo culto“, l’occasione per un tour del centro storico e di luoghi più periferici, lontani dai classici percorsi turistici. Qualche esempio? La Chiesa di Santa Maria del Carmine, pregevole esempio di gotico lombardo, la cinquecentesca Chiesa di San Luca e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nata da una guarigione miracolosa.