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“Imma Tataranni 3”: le nuove e magnifiche location della fiction Tv

La terza stagione della fiction Tv di RAI Uno “Imma Tataranni – Sostituto procuratore” è stata ambientata in nuove location italiane. Non mancano naturalmente i luoghi storici dove la protagonista, interpretata dall’attrice Vanessa Scalera, nata dalla penna di Mariolina Venezia, si muove abitualmente.

La Basilicata di Imma

Alla sua Matera, uno dei luoghi più incredibili in Italia, la cui bellezza possiamo ammirare in tutte le ore del giorno e della notte, si aggiungono altri set della Basilicata ma non solo.

La Città dei Sassi, sviluppatasi a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia, e successivamente modellate in strutture sempre più complesse all’interno di due grandi anfiteatri naturali (il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano) è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1993 dall’UNESCO. E, i vicoli, le zone cavernose, le stradine bianche arse dal sole dove si percepire il misticismo della città e la sua dolente bellezza abbracciano la storia di una donna che, nonostante tutte le vicissitudini personali e professionali, prosegue sicura sulla propria strada.

Tornano nella terza stagione anche altri luoghi della Basilicata, primo fra tutti la cittadina di Marsico Vetere (o Marsicovetere), in provincia di Potenza, dove, qualche anno fa, sono state girate alcune scene del remake “Moschettieri del re, la penultima missione“, il film ispirato – in modo alquanto libero – al romanzo di Alexandre Dumas del regista Giovanni Veronesi con un cast stellare: Pierfrancesco Favino nei panni di D’Artagnan, Rocco Papaleo, Athos, Valerio Mastandrea, Porthos e Sergio Rubini, Aramis.

Così come torna il borgo di Abriola, nel cuore dei monti lucani, incastonato in un paesaggio suggestivo che spazia dalla cima del Monte Pierfaone ai costoni rocciosi e scoscesi delle Dolomiti Lucane, alle propaggini del Massiccio del Volturino. E tra i borghi storici della Val d’Agri che Imma ci fa scoprire c’è anche Viggiano, detto il “borgo delle arpe”, famoso per la lunga tradizione legata alla musica popolare e, in particolare, alla costruzione di arpe.

Da qui, nei secoli scorsi, partivano molti suonatori itineranti che esportarono la musica e le tradizioni in tutto il mondo. Molti conoscono Viggiano per il Santuario della Madonna Nera, uno dei luoghi spirituali più importanti del Mezzogiorno. Si trova sul Sacro Monte di Viggiano, la cui vetta arriva a 1725 metri di altitudine, e ogni anno il primo sabato di settembre si svolge una processione, detta “del pellegrino”, una lunghissima serpentina di persone che salgono fin lassù.

Non solo Basilicata

Nella terza stagione, infatti, la produzione si è spostata in Puglia. Alcune scene sono state girate nei Comuni di Ginosa e nel borgo di Laterza. In quest’ultimo si trova una gravina fra le più grandi e lunghe d’Europa. Un canyon profondo fino a 200 metri molto simile ai canyon americani che da oltre vent’anni è divenuta un’area naturale protetta.

Per la sua offerta turistica e culturale, Laterza è stata premiata dall’organizzazione mondiale Creative Tourism Network come “Miglior destinazione creativa emergente” nel 2021, dichiarato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale dell’Economia Creativa per lo Sviluppo Sostenibile”. E “Imma Tataranni” ora è solo una delle leve per attirare turisti in questo delizioso borgo pugliese.

Si erge sulla Murgia tarantina, invece, Ginosa che comprende anche la zona di litorale di Marina di Ginosa, ed è l’ultimo Comune della provincia jonica al confine tra Puglia e Basilicata. Il paesaggio qui è incantevole e spazia dalla collina fino al mare.

Il monumento più importante di Ginosa, che attira molti turisti, è il Castello normanno, fatto costruire nel 1080 da Roberto il Guiscardo per difendersi dalle incursioni saracene. ma anche questa è zona di gravine, grosse fenditure che tagliano il territorio rendendolo unico e inconfondibile con le numerosissime chiese rupestri che il ministero dei Beni culturali ha raggruppato all’interno del progetto “Itinerari culturali del medioevo pugliese”. Ginosa è stato anche un celebre set di uno dei capolavori di Pier Paolo Pasolini, “Il Vangelo secondo Matteo” girato nel 1964.

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Il delizioso villaggio della Cornovaglia, set della serie Tv “Beyond Paradise”

Lo spin-off della celebre serie Tv britannica “Delitti in Paradiso“, che vede l’ispettore di turno risolvere intricati delitti nella splendida isola esotica di Sainte Marie – nella realtà, la Guadalupa – è stato ambientato fa tutt’altra parte.

La trama di “Beyond Pradise”

Il crime-comedy-drama realizzato per la BBC e in onda su Canale 5 racconta la nuova vita di Humphrey Goodman (l’attore Kris Marshall di “Delitti in Paradiso”) sulla costa del Devonshire.

Dopo aver lasciato Londra, l’ispettore è tornato nel paese natale della fidanzata Martha: lei sogna di gestire un proprio ristorante, lui si è unito alle forze di polizia locali. Humphrey, passato dalla soleggiata Saint Marie alla sonnolenta Shipton Abbott, continua a risolvere casi e spera nel lieto fine con Martha.

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Fonte: @Mediaset

Il cast di “Beyond Paradise”

Dov’è ambientata la serie Tv “Beyond Paradise”

Ci troviamo sempre in riva al mare, ma il clima e il paesaggio sono completamente diversi dalla location caraibica. “Beyond Paradise” (“Oltre il paradiso”) è stata girata nella fredda Cornovaglia e più precisamente nel villaggio di Looe, che nella serie prende il nome di Shipton Abbott e che dovrebbe trovarsi nella contea del Devonshire.

Se per le scene degli interni la produzione ha girato negli studi cinematografici, per gli esterni è andata alla ricerca della location perfetta per ambientarvi la serie. E l’ha trovata a Looe.

Perché visitare il villaggio di Looe

La tranquilla cittadina dove l’ispettore Humphrey Goodman, insieme alla fidanzata Martha, decide di ritirarsi a vivere è un piccolo villaggio di pescatori affacciato sulla Manica, attraversata dal fiume che dà il nome a questa nota – almeno per gli inglesi – località balneare, dividendola in due piccoli borghi marinari, West Looe ed East Looe, collegati da un antico ponte di origine vittoriana.

È un luogo molto romantico, con le case dai tetti spioventi, il piccolo centro storico fatto di antichi edifici in pietra e il porticciolo dei pescatori con le i pescherecci che, ancora oggi, portano ogni giorno il pesce fresco per i ristoranti della città e il mercato del pesce, il più grande della Cornovaglia (dove gustare il migliore fish and chips d’Inghilterra).

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Fonte: 123rf

La cittadina di Looe, in Cornovaglia

E poi c’è la spiaggia, dalla quale si ammira la vicina Looe Island, una riserva naturale raggiungibile in barca. D’estate è facile avvistare branchi di foche. La spiaggia di Looe è molto frequentata, qui c’è sempre bassa marea ed è molto amata dalle famiglie che la frequentano in tutta tranquillità.

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Fonte: 123rf

La spiaggia di Looe, in Cornovaglia

Vicino ce ne sono altre di spiagge, la più suggestiva è Talland Bay, tra Looe e Polperro, una spiaggia rocciosa molto bella.

Nel villaggio c’è anche una minuscola stazione ferroviaria dove passa la Looe Valley Line che, da aprile a ottobre, collega la cittadina alla vicina Liskeard ed è uno dei tratti ferroviari più pittoreschi d’Inghilterra che, in solo mezz’ora, attraversa la valle e i boschi.

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Fonte: 123rf

Looe Island, al largo della costa della Cornovaglia
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Ait-Ben-Haddou, ksar marocchino set del “Trono di Spade”

Ci sono posti che, volente o nolente, anche se non ci siamo mai stati li conosciamo già. Spesso tutto ciò dipende dalla pubblicità che gli viene fatta, oppure dal fatto che sono luoghi che sono stati spesso scelti come set cinematografici. È il caso di Ait-Ben-Haddou, una vera e propria meraviglia del Marocco che, oltre a essere una star di Hollywood, per la sua importanza e bellezza è anche protetta dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità.

Ait-Ben-Haddou, cos’è e dove si trova

Ait-Ben-Haddou è un capolavoro antico del Marocco. Situato lungo la rotta carovaniera che si sviluppa tra l’immenso deserto del Sahara e l’attuale (e pittoresca) città di Marrakech, è un ksar, vale a dire una città fortificata ancor più datata delle più note kasbah.

In sostanza, è un esempio incredibile dell’antica architettura del Marocco del Sud, un villaggio composto da edifici costruiti in un passato molto lontano con materiali organici, tra cui un fango rosso, protetto da alte mura dove ancora oggi vivono alcune persone.

Cosa aspettarsi

Come un miraggio, Ait-Ben-Haddou sorge sul fianco di una collina lungo il fiume Ouarzazate, in un contesto ambientale in cui verdissimi palmeti si fondono con un cielo blu accecante e i pallidi colori desertici.

Quando ci si trova al cospetto di questo antico luogo del Marocco sembra di essere su un altro pianeta: pare un castello di sabbia che potrebbe crollare da un momento all’altro. E invece è lì, da tanti secoli, visitato ogni giorno da svariati turisti e, soprattutto, vissuto da alcune famiglie.

Costruito con la la tecnica del pisé, ovvero con terra, paglia e acqua impastate, presenta possenti mura decorate con motivi geometrici. Vicoli ripidi e case prive di illuminazione si aprono in cortili dove dimorano piccole caprette e numerose galline. Non manca di certo la vivacità: al sole e all’aria sono stesi coloratissimi tappeti, alcuni dei quali si possono persino acquistare, e persino i panni degli abitanti.

Il viaggiatore non può fare a meno di salire fino alla cima dove, oltre a un prezioso panorama da ammirare con spesso in sottofondo la preghiera del muezzin, trova una grande granaio fortificato chiamato agadir, mentre durante il tragitto incontra una moschea, una piazza e il santuario del Santo Sidi Ali.

Come arrivare

Arrivare ad Ait-Ben-Haddou non è una cosa da niente, ma a ripagare la fatica del viaggio sono ben due cose: la straordinaria bellezza del sito, e gli incredibili paesaggi che regala il percorso per raggiungerlo.

Partendo dalla splendida Marrakech, occorre solcare le strade che attraversano le alte montagne dell’Atlante, spesso puntellate di magiche kasbah fortificate.

I chilometri da fare sono circa 400 tra andata e ritorno, con sosta obbligatoria presso il passo montano di Tizi n’Tichka che svetta a ben 2.260 metri di altitudine: impossibile crederci considerando che nell’immaginario di molti il Marocco si compone principalmente di deserto e intrigate medine.

Chilometro dopo chilometro si incontrano tornati impressionanti, valli pittoresche e panorami gloriosi, fino ad arrivare al ponte che conduce nei pittoreschi meandri di Ait-Ben-Haddou, ksar apparentemente fragile visti i materiali di cui si compone, ma che in realtà è quasi immune al trascorrere del tempo.

Ait-Ben-Haddou e il cinema

Essendo uno dei ksar meglio conservati al mondo, Ait-Ben-Haddou è stato spesso scelto come set cinematografico o come location di rinomate serie televisive:

  • Lawrence d’Arabia (1962);
  • Edipo Re (1967);
  • L’uomo che volle farsi re (1975);
  • Gesù di Nazareth (1977);
  • Il gioiello del Nilo (1985);
  • 007 – Zona pericolo (1987);
  • L’ultima tentazione di Cristo (1988);
  • Il tè nel deserto (1990);
  • Kundun (1997);
  • La mummia (1999);
  • Il gladiatore (2000);
  • Alexander (2004);
  • Il Trono di Spade (2011).
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Sui luoghi della vera Lidia Pöet, protagonista della serie Tv

Dopo lo straordinario successo della prima stagione della serie televisiva Netflix “La legge di Lidia Poët“, ispirata alla prima donna avvocato italiana, premiata di recente con il Nastro d’Argento come migliore serie crime dell’anno, e in attesa dell’arrivo della seconda, prevista per i primi mesi del 2024, partono i tour che portano sui veri luoghi dove nacque e visse la Pöet.

Se il dramma storico che vede Lidia Poët indagare su alcuni omicidi, mentre al contempo lotta per esercitare la carriera forense, ambito dominato prettamente da uomini, è ambientato soprattutto a Torino, la vera protagonista ha lasciato un segno indelebile in altre zone del Piemonte dove è nata e cresciuta.

I luoghi in cui visse Lidia Poët

A partire dalla sperduta borgata di Traverse, a Perrero, dove Lidia è nata nel 1855. Il piccolo abitato della città metropolitana di Torino si trova nella media Valle Germanasca ed è circondato da monti e da una natura ancora oggi incontaminata. Il tour ripercorre i luoghi dell’infanzia e la storia della famiglia, di fede valdese. Si visita la sua casa e si entra nel cimitero di località San Martino, davvero particolare in quanto è per metà valdese e per metà cattolico e le due parti sono divise da un muro. Una tappa è proprio dedicata alla tomba dove Lidia è stata sepolta nel 1949.

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Fonte: Ufficio stampa

La targa apposta sulla casa di Lidia Poët a Perrero

La tappa successiva del tour dedicato a Lidia è a La Chabranda, un agriturismo di Pomaretto che offre un menu basato sulle ricette di inizio Novecento. Quindi si fa tappa a San Germano Chisone, un piccolo borgo della Val Chisone, sempre nei dintorni del Capoluogo piemontese, dove oggi vive una parte dei discendenti della donna. Qui, a Villa Widemann, un edificio che faceva parte delle proprietà di Vittorio Widemann, titolare del locale cotonificio chiuso nel 1977, si può vedere la toga appartenuta a Lidia.

Grazie a un lavoro di ricerca portato avanti dal Consorzio Turistico Pinerolese e Valli e alla collaborazione del Comune, che ha messo a disposizione i locali, sono esposti anche la sua cuffia, tipica dell’abito valdese, uno scialle e alcune borsine usate per andare a teatro, i libri in inglese appartenuti a Lidia, che riportano anche le sue annotazioni, e l’abito di una pronipote che proprio Lidia aveva cucito a mano.

Il tour prosegue per Pinerolo. Non è nota la casa dove Lidia visse, ma si fa tappa sulla collina di San Maurizio, la zona più antica dell’abitato dove si trovano i resti della Cittadella e dove era solita incontrarsi con quell’Edmondo De Amicis, scrittore e giornalista noto per il libro “Cuore”, ma anche caro amico di Lidia. Qui si visita il Teatro Sociale dove Lidia era solita accompagnare il fratello per assistere agli spettacoli. Pinerolo è una deliziosa cittadina del Piemonte, ricca di palazzi storici, edifici religiosi e di belle piazze. Sono ancora visibili i resti delle mura duecentesche che circondavano il borgo. Ultima tappa è quella nella Biblioteca di Pinerolo, che conserva ancora oggi scritti e carteggi della prima avvocata d’Italia.

Info utili

Il tour sui luoghi di Lidia Poët è intitolato “La toga negata” e deve il nome al fatto che viene eccezionalmente mostrata ai partecipanti proprio la toga di Lidia Pöet. Il percorso debutterà in una data simbolica, il 26 agosto, giorno del suo compleanno. Il titolo omaggia anche l’omonimo libro “La toga negata” di Clara Bounous, che ha raccontato la figura della Pöet, riportata in auge, a livello nazionale, anche da “Prime… sebben che siamo donne. Storie di italiane all’avanguardia” di Bruna Bertolo.

Lidia fu paladina di una battaglia ultradecennale per ottenere, fra il 1884 e il 1920, l’iscrizione all’Albo degli Avvocati, ma fu anche protagonista di battaglie sociali per l’emancipazione femminile (nel 1922 divenne la presidente del Comitato pro-voto donne di Torino), si impegnò a favore dei minori, e fu promotrice di tante attività in campo giuridico e culturale. E la serie Tv fornisce l’occasione per andare a scoprire i luoghi dove Lidia è nata e vissuta. Oltre al 26 agosto, il tour viene organizzato anche il 17 e 24 settembre e l’1 e 8 ottobre 2023.

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Le location esotiche della serie Tv “Delitti ai Caraibi”

Mélissa Sainte-Rose è comandante della Police Nationale ed è alle dipendenze del capitano Gaëlle Crivelli, due donne caratterialmente agli antipodi ma, fortunatamente, complementari nella risoluzione dei casi al centro delle loro indagini. Originaria dei Caraibi l’investigatrice viene trasferita, con i due figli adolescenti, dalla Francia continentale a Fort-de-France, la Capitale di una magnifica isola del Mar dei Caraibi.

Fin da subito, i rapporti tra le due donne sono piuttosto tesi. Hanno, infatti, in comune Franck, ex marito della prima (e padre dei due figli, Chloé e Lucas) ma anche ex amante della seconda. Le indagini che le vedono coinvolte nella serie Tv “Delitto ai Caraibi” si svolgono in un luogo a dir poco paradisiaco, che a tutto fa pensare che a qualcosa di brutto: la Martinica.

Le splendide location della Martinica

La serie televisiva francese è girata nella Capitale dell’isola, nel cuore dell’arcipelago delle Piccole Antille, o Iles au Vent, “isole del vento”, un puntino fra il Mar dei Caraibi a Ovest e l’Oceano Atlantico a Est. Il sole dei Tropici ne fa l’isola dell’eterna estate. Il clima qui è perfetto tutto l’anno: 28°C di temperatura media e tutto i venti alisei che soffiano dall’oceano e rinfrescano l’aria.

E poi ci sono le spiagge di sabbia finissima. Le acque trasparenti come non mai. E la foresta tropicale che fa ombra e rinfresca nelle ore più calde. Un paradiso vero.

Fort-de-France – che un tempo si chiamava Fort-Royal, poi ribattezzata da Napoleone – è la location principale dove è ambientato “Delitto ai Caraibi“. Si riconosce la grande piazza-giardino, la Savane, e la biblioteca Schoelcher, opera dell’architetto francese Henri Picq, che ha realizzato anche la cattedrale di Saint-Louis e il mercato coperto.

Ma non mancano le immagini della splendida costa caraibica e dei villaggi colorati, tipici di queste latitudini. Iconico è il villaggio di Anses d’Arlet, nel Sud dell’isola, che si raggiunge percorrendo una strada molto tortuosa. Ha un centro abitato molto caratteristico che si affaccia su una spiaggia di sabbia bianchissima con un mare cristallino molto amato da chi pratica immersioni.

Un pittoresco villaggio di pescatori è invece Grand’Rivière, sulla costa settentrionale, anch’esso non semplice da raggiungere per la sua posizione su gole vertiginose con alberi giganteschi. Per la sua posizione isolata, è come se fosse sospesa nel tempo, avendo conservato perfettamente l’atmosfera del secolo scorso. Allineati sulla piccola spiaggia di sabbia vulcanica si possono ammirare pescherecci di vari colori.

Il tipico villaggio caraibico molto pittoresco che sembra uscito da una cartolina è poi Sainte-Anne, un luogo vivace, che mantiene intatto il suo charme di villaggio caraibico. Tra i più amati dai turisti. A La Trinité si trovano le rovine della Fortezza Dubuc, un’antica residenza appartenuta a un pirata che depredava le navi di passaggio che lui stesso faceva affondare contro gli scogli disorientandole con la propria lanterna.

Poi ci sono gli isolotti sparsi intorno all’isola principale. Come il Tombolo, che nei mesi invernali si può raggiungere a piedi in quanto l’oceano magicamente si “apre” offrendo una traversata inattesa del mare. O come l’Ilet Loup-Garou, un vero e proprio angolo di paradiso fuori dal mondo, dove si possono vedere le tartarughe che depongono le uova.

L’isola dell’eterna estate

Quattrocentomila abitanti vivono in questa società meticcia: una varietà che rispecchia la storia dell’isola, le varie occupazioni di popoli, le mescolanze di genti e di culture che arrivano dall’Africa e dall’India. Fu scoperta da Cristoforo Colombo nel 1502, durante il suo quarto viaggio verso il Nuovo Mondo. A questi tempi, l’isola era abitata dagli Indiani dei Caraibi, gli Arawaks, originari della Valle dell’Orinoco, ed era conosciuta con il nome di Madinina che, nella lingua indigena, significa “isola dei fiori”.

Divenne una colonia francese nel 1635 sotto il comando di Pierre Belain d’Esnambuc, un mercante ma anche un po’ pirata. Qui, i francesi seminarono piantagioni di canna da zucchero e di caffè e importarono gli schiavi provenienti dall’Africa. Rimase sotto il dominio francese fino al 1946, quando divenne semplicemente una regione dell’Oltremare francese, così come la Guadalupa, dove è stata girata un’altra serie Tv poliziesca francese, “Delitti in paradiso“, la Guyana francese, l’isola di Mayotte e l’isola della Réunion.

Ancora oggi, i monumenti storici presenti sull’isola riflettono la sua ricchezza culturale. Il savoir-vivre creolo fa degli abitanti della Martinica un popolo caloroso e accogliente. Quelli che apparentemente sembrano paradossi in realtà sono deliziosi contrasti, che contribuiscono a creare il fascino di questo luogo a dir poco incantevole che sono la testimonianza della storia e dell’anima dell’isola. Il momento più rappresentativo di questo mix culturale è il Carnevale, che ufficialmente dura tre giorni, ma che in realtà diventa una festa di strada che colora l’isola per un mese intero.

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Fonte: @Mediaset

Una scena della serie Tv “Delitti ai Caraibi”
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Le spettacolari location di “Succession” in Norvegia

Considerata dai cinefili la migliore serie Tv degli ultimi dieci anni (tanto da avere ottenuto tutti i premi più ambiti, dagli Emmy, ai Golden Globe), “Succession“, vede protagonista Brian Cox nel ruolo del Re dei canali all news americani, Logan Roy, a capo della famiglia allargata con quattro figli, Roman, Kendall, Siobhan e Connor, alla costante ricerca di conferme da parte del padre e di essere scelti alla sua successione.

La serie Sky di quattro stagioni (i fan avrebbero voluto che non fosse mai finita) è ambientata fondamentalmente a New York City, nei grattacieli più panoramici di Manhattan, nelle streets ed avenue più famose, nei locali più belli.

Ma nel corso delle quattro stagioni ci sono state alcune situazioni che hanno portato i protagonisti anche fuori città, da Barbados, dove vive la madre di tre dei quattro figli con il secondo marito, alla Croazia, dove la famiglia, tra vacanza e lavoro h24, ha trascorso un’estate in barca. Sempre e solo location al top, solo per miliardari come loro, ovviamente.

I luoghi in Norvegia

Nell’ultima stagione, in particolare, i ragazzi hanno trascorso parecchio tempo in Norvegia, per prendere accordi con un probabile acquirente della Waystar, l’azienda di famiglia che si occupa di media. Anche qui sono state scelte location incredibilmente lussuose, ma soprattutto molto suggestive, di quelle che fanno venir voglia di partire subito.

Scott Ferguson, uno dei produttori di “Succession” ha infatti spiegato che tra i tanti luoghi individuati per girare alcune scene clou della quarta stagione la Norvegia rappresentava quello migliore per via dei suoi scenari naturali “come nessun altro Paese al mondo”. Soprattutto la costa occidentale che, con la sua scenografia così “drammatica”, ha fatto da sfondo ad alcuni episodi.

La strada più bella del mondo

Innanzitutto, i grossi suv neri dei rampolli americani viaggiano lungo una delle strade più panoramiche del mondo, la Atlantic Road, una strada lunga 36 chilometri che attraversa un arcipelago, con viadotti e punti panoramici a strapiombo sul mare. Spesso è soggetta a intemperie, a onde alte diversi metri e a frequenti burrasche di neve e vento e molti turisti scelgono di viaggiare sulla Strada Atlantica in autunno proprio per provare le violente burrasche che la colpiscono. Prima dei Roy ci è stato anche James Bond a girare “No time to die”, qui e in altre location norvegesi.

La strada da brividi

Ma non è l’unica strada panoramica su cui viaggiano i Roy. Se la prima è in mezzo al mare, l’altra sale in cima alla montagna Stigrøra, a quasi mille metri di quota, tornante dopo tornante. Si tratta della Trollstigen, che significa ‘la scala dei Troll’, una degli itinerari più scenografici della Norvegia. Questa strada è considerata anche tra le più pericolose del mondo. Apre solo da maggio a ottobre perché in altri periodi, per via delle pendenze e dei tornanti estremi, non è percorribile.

L’hotel nel bosco

L’hotel dove Roman, Kendall e Siobhan (“Shiv”) vengono ospitati dallo “svedese” Mattson completamente immerso nella natura ha ricevuto così tante prenotazioni il giorno successivo alla puntata da essere già sold out per tutta l’estate. Ma si può andare in un altro periodo dell’anno. Si tratta dello Juvet Landscape Hotel che si trova nei pressi del villaggio di Valldal lungo il fiordo Geirangerfjord, considerato la perla dei fiordi norvegesi.

Le sue “landscape room” – dove hanno soggiornato i protagonisti della serie – hanno più vetrate che pareti e sembra di dormire nel bel mezzo della foresta. Poi ha camere chiamate “bird house”, veri nidi d’uccello fatti interamente di legno su più livelli e, infine, ci sono appartamenti chiamati “writer’s lodge”, la tana dello scrittore, con tanto di cucina dove può andare in vacanza un’intera famiglia.

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Fonte: @Thetravelbook

Lo Juvet Landscape-Hotel in Norvegia, location di “Succession 4”

Il ristorante panoramico

Il ristorante panoramico che si getta sui fiordi che si vede nalle serie è invece altrove. Si tratta di un posto chiamato Eggen che si trova in cima al monte Nesaksla, raggiungibile a piedi con un trekking piuttosto impegnativo oppure con una comoda funivia. Una volta giunti in cima, si gode del più bel panorama di tutta la Norvegia.

Tutte le quattro stagioni di “Succession” sono disponibili in esclusiva on demand su Sky e in streaming su NOW.

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Appuntamento nei 200 giardini più belli d’Italia

Non solo città d’arte e piccoli borghi medievali: in Italia abbiamo uno splendido patrimonio naturalistico tutto da vivere, tra giardini lussureggianti e parchi rigogliosi sparsi in tutto il Paese. Sono oltre 200 quelli che, in occasione di uno degli eventi più attesi dell’anno, aprono i battenti al pubblico ospitando tantissime iniziative: torna infatti “Appuntamento in giardino”, che si svolgerà sabato 3 e domenica 4 giugno in numerose location diverse. Scopriamo le più belle.

“Appuntamento in giardino”: un evento imperdibile

Il fine settimana si veste a festa, approfittando di giornate bellissime e di temperature sempre più calde, ormai che ci stiamo avvicinando all’estate. Torna “Appuntamento in giardino”, l’evento internazionale giunto alla sua sesta edizione: si svolgerà in contemporanea in oltre 20 Paesi europei, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio naturale, ma anche artistico e storico, racchiuso nei parchi e nelle aree verdi. Per l’occasione, in Italia saranno circa 220 le location che apriranno al pubblico – alcuni di essi non sono normalmente accessibili, quindi sarà un’opportunità da non perdere.

Nel corso di queste due giornate straordinarie, i giardini coinvolti ospiteranno numerose iniziative. Potremo così ammirare paesaggi meravigliosi e goderci un po’ di relax all’aria aperta, ma anche scoprire curiosità sul mondo animale e vegetale, per imparare l’importanza di proteggerlo. “Parchi e giardini sono parte integrante e peculiare del patrimonio culturale italiano: beni vivi e vitali, dei quali avvertiamo sempre più l’intrinseca fragilità e lo straordinario valore per la collettività” – ha dichiarato l’ambasciatore Ludovico Ortona, presidente dell’Associazione Parchi e Giardini d’Italia (APGI)

I giardini più belli da visitare

Questa è insomma l’occasione imperdibile per visitare alcuni dei più suggestivi giardini italiani. Ce ne sono diversi appartenenti al FAI (Fondo Ambiente Italiano), come il Giardino della Kolymbethra di Agrigento: è un’oasi verde immersa nel panorama della Valle dei Templi, uno dei siti archeologici più famosi del nostro Paese. Altrettanto affascinante è Villa della Porta Bozzolo, in Lombardia: la splendida dimora settecentesca è circondata da un monumentale giardino all’italiana da cui si gode di una vista meravigliosa sulle colline circostanti.

Apriranno i battenti anche diversi siti UNESCO, veri gioielli riconosciuti a livello internazionale per il loro valore paesaggistico. È il caso di Villa D’Este, che ospita uno dei giardini più famosi d’Italia: si trova a Tivoli, e con le sue fontane regala una visione mozzafiato. In Toscana, tra le tappe imperdibili c’è il celebre Giardino mediceo di Boboli, parco storico situato nel centro di Firenze caratterizzato da statue e architetture settecentesche, oltre che da laghetti, ninfei e grotte. Un’altra meraviglia che merita una visita è il giardino della Reggia di Caserta, storica residenza reale risalente al ‘700.

All’iniziativa parteciperà anche Dimore storiche private, il circuito che raccoglie splendide residenze d’epoca su tutto il territorio italiano. Per l’occasione, sarà possibile visitare giardini bellissimi come quello del Castello di Thiene in Veneto o quello di Villa Miralfiore a Pesaro, un magnifico esempio di parco all’italiana cinquecentesco che, purtroppo, si è conservato solo in parte. In Sardegna, invece, ad aprire le porte sarà il Giardino Botanico di Monte Arci, per vivere un’esperienza sensoriale incredibile tra essenze officinali e arbusti mediterranei.

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La location da sogno della soap opera “La promessa”

È già stata soprannominata la “Downton Abbey” la soap opera intitolata “La promessa”, in onda su Canale 5, una costume drama ambientata mentre il Regno Unito si prepara alla Prima guerra mondiale, mentre la Spagna resta neutrale.

La soap è girata in ambienti splendidi, dove tutto è ricco, prezioso e curatissimo. Anche per le riprese in esterno sono state scelte scenografie incredibilmente sfarzose.

Le location della soap opera “La promessa”

Ma dove è stata girata “La promessa”? Le storie si sviluppano all’interno di Palazzo El Rincón, uno spettacolare edificio della fine del XIX secolo che si trova ad Aldea del Fresno, vicino a Madrid, e su due set di 3.000 metri quadrati, di cui uno è la fedele ricostruzione degli interni del palazzo.

El Rincón è una location per eventi molto amata dai madrileni, che viene affittata per celebrarvi ricevimenti e matrimoni. Un posto da favola, insomma, la cui struttura ricorda quella di un castello medievale, con una enorme parco pieno di statue e di fiori.

Mentre il mondo è sull’orlo dell’abisso, il palazzo è tra le poche oasi di pace, isolate dal conflitto, rimaste nella valle di Los Pedroches, in Spagna.

Los Pedroches si trova nel Sud della Spagna. È una zona interna dell’Andalusia, famosa per la produzione di una delle eccellenze gastronomiche spagnole a livello mondiale: il Pata Negra, un prosciutto pregiatissimo ottenuto da maiali di pura razza iberica nutriti con ghiande.

Ci troviamo nei pressi di Cordoba, nel bel mezzo della Sierra Morena, quella terra attraversata anche da Don Chisciotte della Mancia che lottava contro i mulini a vento. Si tratta di una zona dedita all’agricoltura e all’allevamento di animali, appunto, ma è anche una bella zona turistica, ricca di itinerari escursionistici tra ampi prati e boschi di lecci.

La prima stagione della soap, in onda in Spagna dallo scorso gennaio e in Italia dal 29 maggio, comprende 122 episodi e, visto il grande successo già ottenuto, è già stata confermata per una seconda stagione, composta da 119 episodi.

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La spettacolare location in Sardegna del film “La sirenetta”

Un classico delle fiabe per bambini è diventato un film: “La sirenetta”. La fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen, il cui titolo originale è “Den lille Havfrue”, fu pubblicata per la prima volta nel 1837 ed è tra le più conosciute e lette al mondo, tanto che in Danimarca, alla protagonista, hanno dedicato persino una statua che si trova sul porto di Copenhagen e che è divenuto il simbolo della città.

La principessa Ariel, la più giovane figlia di Re Tritone, è la sirena protagonista della storia, una giovane ribelle che si spinge a esplorare un mondo che non le appartiene, quello degli umani, infrangendo le regole dettate dal padre ma anche di Madre Natura. La sua avventura proibita – si innamora di un principe, Eric, affascinante ma umano – non finirà bene, purtroppo. Ma, come tutte le fiabe di Andersen, ha una sua morale.

Il film della Disney è il remake di quello uscito nel 1989 e segna il debutto cinematografico per l’attrice Halle Bailey nei panni della sirenetta Ariel. Ma il cast è da urlo: da Javier Bardem, nel ruolo di Re Tritone, a Melissa McCarthy, storico volto della serie “Una mamma per amica” che qui interpreta l’infida strega del mare con cui Ariel stringe l’accordo di diventare umana per amore.

Le location italiane

Il remake, in chiave live-action, diretto da Rob Marshall, del celebre e amatissimo classico d’animazione che torna sullo schermo con interpreti in carne e ossa è stato ambientato in Italia.

A parte qualche scena girata negli studi in Inghilterra, per la maggior parte delle location è stata scelta la nostra splendida Sardegna a fare da sfondo alle immagini più suggestive del mare, dove vive la Sirenetta, e della spiaggia, bianca e soffice, dove approda Eric dopo il naufragio, messo in salvo da Ariel.

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Golfo Aranci, set del film “La sirenetta”

La produzione ha individuato una zona in particolare che è risultata essere ideale per girare il film. Si tratta della costa Nord della Sardegna, tra le acque cristalline di Aglientu, del Golfo Aranci e di Castelsardo.

“Era importante trovare una location in grado di offrire il dramma epico che la storia richiede”, aveva spiegato il regista Rob Marshall. “La Sardegna aveva tutto questo. Le acque cristalline, la costa drammatica, le ripide scogliere, le fortezze, le vaste spiagge e le strade rurali”.

Nella ricerca di una location perfetta dove ambientare la spiaggia isolata in cui Ariel salva Eric e per l’emozionante scena d’addio finale ci voleva un’atmosfera magica e l’hanno trovata proprio in questa zona della Sardegna, il cui paesaggio naturale è a dir poco fiabesco.

Qui ci sono montagne e scogliere a picco sul mare ma anche splendide spiagge e acque cristalline. Le particolari formazioni rocciose permettono al mare di lambire dolcemente la spiaggia, ma anche di creare grosse onde che s’infrangono contro le rocce.

Le spiagge in Sardegna

Tra le location della Sardegna che si possono riconoscere c’è la piccola spiaggia di Cala Moresca, un molo e una baia di pescatori sulla costa Nord-orientale dell’isola, dove sono stati ambientati il villaggio di pescatori e sono state girate le scene intorno al molo del castello.

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Fonte: 123rf

Cala Moresca in Sardegna

Un’altra spiaggia, Rena Majori, è stata scelta per ambientarvi la scena in cui la sirenetta Ariel salva Eric ed emerge dall’acqua scivolando sulla roccia cantando. L’iconica roccia di Ariel non esiste davvero, ma è stata costruita appositamente per il film e trasportata poi in Sardegna. Questa spiaggia sarda è famosa per i tramonti che si possono ammirare.

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La spiaggia di Rena Majori in Sardegna

Sulla costa frastagliata di Rena di Matteu, nel Comune di Aglientu, nel Golfo dell’Asinara, sono state girate, invece, le scene in cui Ariel e Eric sono in carrozza.

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Fonte: 123rf

La Rena di Matteu in Sardegna

Il film è ambientato negli Anni ’30 del XIX secolo su un’isola dei Caraibi, che il regista ha immaginata come un’isola con tanto di porto multiculturale, con un sovrano e un castello d’spirazione anche italiana. Come parte dell’ambientazione per il castello di Eric come location è stata utilizzata la cittadina di Castelsardo, in provincia di Sassari, considerato il cuore medievale della Sardegna.

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Castelsardo in Sardegna
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Tutta la magia di New York City nella serie “And Just Like That 2”

Magica come non mai, New York, con le sue mille luci, i lunghi viali affollati e trafficati, i suoi locali alla moda e le boutique più lussuose che mai. È così che appare, ancora più bella, la città nella seconda stagione della serie Tv “And Just Like That”, che vede ancora protagoniste le amiche di sempre – ancora senza la quarta, Samantha (Kim Kattrall) – Carrie (Sarah Jessica Parker), Miranda (Cynthia Nixon) e Charlotte (Kristin Davis) ormai oltre cinquantenni ma sempre alle prese, fin dai tempi di “Sex and the City”, con le loro pene d’amore.

Sono passati 25 anni da quando Carrie Bradshaw è apparsa per la prima volta sul piccolo schermo, ma la serie più trasgressiva di sempre non ha ancora stancato il suo affezionato pubblico che ne segue le vicende amorose fin da allora.

Le location di “And Just Like That 2”

Tra fidanzamenti, matrimoni e funerali, per fortuna Carrie non ha mai definitivamente lasciato il suo piccolo appartamento del West Village che, ancora oggi, è una delle location più visitate di Manhattan. Lo vedremo – ristrutturato – anche in “And Just Like That 2”, inconfondibile, con la sua ripida scalinata a prova di tacco 12 al civico 66 di Perry Street (l’indirizzo fittizio è il 245 di East 73rd Street).

Come dicevamo, protagonista assoluta della serie Tv è New York City (insieme agli outfit da paura di Carrie), ancora più presente con i suoi scorci inconfondibili. Chi non riconosce i viali alberati di Central Park, il parco più famoso della città, bello in qualunque stagione, dove le “ragazze” passeggiano confidandosi le loro storie d’amore o le case di mattoni rossi dell’Upper East Side o anche le giostre di Coney Island, dove Carrie ed Aidan – ebbene sì, spoiler, torna il grande amore di gioventù nella vita di Carrie – trascorrono una giornata insieme. La grande spiaggia di sabbia, il lungomare di legno dove passeggiare all’ora del tramonto, le giostre del Luna Park, i negozietti e i chioschi degli hot dog sono sempre un classico nella cinematografia americana.

E poi ci sono i negozi della Fifth Avenue, dove le tre amiche amano fare shopping, e i tanti locali di New York, uno più bello ed elegante dell’altro, dove s’incontrano per bere un Cosmopolitan – il famoso cocktail di “Sex and the City” – o cenare in compagnia spettegolando di uomini e di sesso. Alcuni di questi sono già molto noti, altri lo diverranno non appena li frequenteranno Carrie, Charlotte e Miranda.

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Fonte: IPA

Sarah Jessica Parkerin una scena di “And Just Like That 2”